2 minute read
Approfondimento Il commercio equo e solidale
Il commercio equo e solidale
Che cos’è
Il commercio equo e solidale (Fairtrade) è una modalità di distribuzione nata con lo scopo di permettere ai consumatori di acquistare prodotti che provengono da altri Paesi, rispettando tutti i diritti dei lavoratori che hanno contribuito alla loro realizzazione. Il commercio equo e solidale prevede che i prodotti, principalmente beni agricoli e artigianali, siano acquistati nei Paesi in via di sviluppo e siano venduti direttamente ai consumatori dei Paesi sviluppati, evitando in questo modo tutti i costi legati all’intermediazione commerciale. Lo slogan del commercio equo e solidale è “trade, not aid” che significa “commercio, non aiuti” a specificare che la solidarietà deve basarsi sull’eliminazione delle condizioni di dipendenza e sottomissione dei Paesi in via di sviluppo e non sugli aiuti (che non riducono le cause del sottosviluppo). Il commercio equo e solidale può rappresentare una reale possibilità di sviluppo economico per i produttori dei Paesi in via di sviluppo. Attualmente molti beni agricoli, dell’artigianato, minerari vengono acquistati da grosse imprese multinazionali a basso prezzo e vengono esportati e rivenduti a prezzi molto più alti (10 o 20 volte) nei Paesi sviluppati. Invece, attraverso la pratica commerciale del commercio equo, i beni vengono acquistati da organizzazioni senza scopo di lucro che fissano i prezzi di vendita in modo “equo” insieme ai produttori, tenendo conto dei prezzi di mercato, e li ricollocano poi sui mercati occidentali. Le organizzazioni aiutano economicamente i piccoli produttori anche attraverso prefinanziamenti, cioè il pagamento anticipato prima dell’acquisto dei beni oppure attraverso la concessione di microcrediti per l’avvio di attività artigianali.
Gli obiettivi del commercio equo e solidale
Gli obiettivi del commercio equo e solidale sono numerosi e possono essere sintetizzati in: • migliorare le condizioni di vita dei produttori e favorire l’ingresso diretto dei loro beni sui mercati mondiali evitando la vendita a intermediari grossisti; • favorire la formazione di gruppi di piccoli produttori attraverso la nascita di associazioni o di cooperative; • proteggere e tutelare dallo sfruttamento i soggetti svantaggiati soprattutto i bambini ed evitare che questi ultimi vengano impiegati nei processi produttivi; • promuovere l’informazione dei consumatori e sviluppare in essi un atteggiamento favorevole a nuovi modelli di sviluppo; • tutelare i diritti umani e in particolare quelli dei lavoratori e delle lavoratrici e promuovere la giustizia sociale; • favorire la sostenibilità ambientale attraverso l’utilizzo di materie prime locali e dando priorità alla produzione biologica; • stimolare le istituzioni nazionali e internazionali a fare scelte in ambito economico e ambientale a tutela dei piccoli produttori al fine di cambiare l’attuale sistema commerciale internazionale.
Il turismo equo e solidale
Il commercio equo e solidale è collegato al turismo equo e solidale, che coinvolge non solo i turisti ma anche gli organizzatori dei viaggi. Viaggiare in modo equo e solidale vuol dire mettersi nell’atteggiamento di massimo riguardo nei confronti del Paese che si visita, sentendosi ospite e cercando di lasciare un contributo concreto alle popolazioni locali. La scelta del turista dovrà, ove possibile, ricadere su strutture ricettive gestite da imprenditori locali evitando il lusso e lo sfarzo degli alberghi delle catene multinazionali, mentre gli organizzatori dovranno individuare e non scegliere strutture che per ragioni puramente economiche sfruttano il personale. Il comportamento da tenere dovrà essere improntato al rispetto sia dell’ambiente, evitando lo spreco di acqua e la dispersione di rifiuti, sia delle abitudini locali cercando di salvaguardare l’identità culturale del Paese ospitante.