Sentieri dell’immaginario NARRATIVA
Tecniche, generi, temi
Sguardi : 46 racconti completi
Temi di Educazione civica
Lettura espressiva di tutti i testi a cura della Scuola di teatro Paolo Grassi
Coordinamento redazionale: Marco Mauri
Redazione: Laura Pavesi per Studio Roveda Marelli, Milano; Manuela Capitani
Art direction: Enrica Bologni
Progetto grafico: Studio Mizar, Bergamo
Impaginazione: Studio Mizar, Bergamo
Illustrazione di copertina: Cinzia Battistel
Contenuti digitali
Progettazione: Giovanna Moraglia
Realizzazione: bSmart Labs
Letture espressive: Eleonora Calamita
Referenze iconografiche
Illustrazioni: Andrea Alemanno (pp. 339, 381, 499); Marco Bregolato (p. 593); Michela Ciandrini (pp. 94, 397, 498); Raffaella Cosco (pp. 279-280); Daniele Fabbri (pp. 145, 605, 606); Monica Fucini (pp. 311, 483, 565-566); Marta Fumanti (p. 636); Ermanno Leso (pp. 65, 293, 333, 630); Angela Marchetti (p. 535); Giulia Masia (pp. 32, 37, 51, 85, 99, 151, 181, 437); Alida Massari (pp. 21, 221, 263, 304, 589, 615); Sara Mennella (pp. 607, 623); Alessandra Talini (p. 353)
Immagini: Alamy, Istock, Shutterstock. A p. 505 Photo by David Iliff, License CC BY-SA 3.0.
Per la lettura espressiva dei testi si ringrazia la Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi: tutor: Manuel Renga; regia: Riccardo Vanetta, Matteo Finamore; voci: Giulia Rossoni, Eleonora Brioschi, Carola Invernizzi, Lorena Nacchia, Leonardo Moroni, Lorenzo Giovannetti, Lorenzo Prevosti, Vito Vicino
Hanno inoltre collaborato alla realizzazione delle letture espressive: Eleonora Calamita, Sara Mennella, Giovanni Soldani
ISBN 978-88-416-5171-1
Sentieri dell’immaginario Narrativa + Comunicare oggi
ISBN 978-88-416-5203-9
Sentieri dell’immaginario Narrativa
ISBN 978-88-6706-542-4
Sentieri dell’immaginario Narrativa + Comunicare oggi eBook+
ISBN 978-88-6706-545-5
Sentieri dell’immaginario Narrativa eBook+
Prima edizione: gennaio 2023
Printed in Italy
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Contenuti digitali integrativi
Nelle pagine sono inserite icone, che indicano la presenza e il tipo di contenuti digitali disponibili sul libro.
Video
Videolezioni introduttive ai grandi argomenti
Audio
Lettura espressiva di tutti i testi
Esercizi
Test di diversa tipologia e correzione immediata anche con Google moduli
Alta accessibilità
Download Mappe interattive modificabili con la sintesi
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“Sentieri dell’immaginario”
I sentieri dell’immaginario sono imprevedibili e affascinanti. In questa antologia li percorreremo lungo tre direzioni principali:
• quella testuale, naturalmente, attraverso la lettura consapevole;
• quella visiva, attraverso immagini originali e suggestive;
• quella uditiva, attraverso l’ascolto di tutti i brani proposti, interpretati con forza espressiva.
Le tecniche
In questa sezione avrete a disposizione gli strumenti per avvicinare il mondo dei testi, per consolidare le vostre competenze di lettura, attraverso numerosi esempi e schematizzazioni.
Generi e Temi
Il circuito comunicativo 1
Itinerario visivo
1.1 Autore e narratore Quando leggiamo un testo narrativo, sia esso un racconto o un romanzo, è fondamentale non confondere autore e narratore: l’autore è la persona o il gruppo di persone che ha immaginato e scritto l’opera. • Il narratore è la voce che racconta la storia.
L’autore è dunque una persona fisica realmente vissuta. Il narratore è una figura letteraria creata dall’autore; non è quasi mai una persona realmente esistente e può avere caratteristiche profondamente diverse dall’autore.
Il narratore può essere un essere umano, ma nei testi letterari può anche essere un animale, un extraterrestre, o un essere inanimato.
giovane protagonista che nei primi decenni del Novecento trascorre l’infanzia e l’adolescenza sull’isola di Procida, nell’arcipelago napoletano Scelti dalle tenebre (1989)
Anne Rice Scrittrice statunitense contemporanea (1941)
Bernardo Zannoni Giovane scrittore italiano (1995)
Archy, una faina che racconta in prima persona la sua lunga vita trascorsa fra gli alberi dei boschi e in tane sotterranee
Il vampiro Lestat de Lioncort una creatura fantastica che si nutre di sangue umano miei stupidi intenti (2021)
In alcune opere il narratore presenta caratteristiche molto simili a quelle dell’autore, quasi fosse il suo alter ego immaginario. In questi casi un lettore ingenuo potrebbe essere indotto a non distinguere fra autore e narratore.
Leggendo Alla ricerca del tempo perduto dello scrittore francese Marcel Proust ci si potrebbe chiedere se in questo romanzo il narratore sia Proust stesso o un personaggio inventato, anche perché il protagonista e narratore afferma di essere
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Dall’avventura al giallo, al romanzo storico, all’horror, le forme e i generi della narrativa impegnata e di intrattenimento.
Generi e Temi
La narrativa di avventura 1
1. La narrativa di avventura
1. Conoscere il genere
2. La storia del genere
2. Ridere e sorridere
1. L’arte di far ridere
2. La narrativa umoristica
3. Il giallo e il noir
1. La narrativa poliziesca
2. Il poliziesco classico
3. Il poliziesco d’azione
1.1 Conoscere il genere I racconti e romanzi d’avventura privilegiano la narrazione di esperienze emozionanti vissute dai protagonisti. Il desiderio di conoscere, l’attrazione verso l’ignoto, l’ingegno umano, le prove di coraggio, sono le potenti molle che muovono l’azione. I luoghi sono spesso esotici o meravigliosi, lontani e ricchi di insidie. Nella narrativa letteraria qualche elemento avventuroso è spesso presente, anche in altri generi. Pensiamo, per esempio, a un classico italiano dell’Ottocento, il romanzo storico I promessi sposi di Alessandro Manzoni, in cui il primo capitolo si apre con l’avventura di un povero curato, don Abbondio, che tornando tranquillo da una passeggiata serale viene minacciato e intimidito dai bravi di don Rodrigo. Comunemente, però, quando si parla di narrativa d’avventura, si fa riferimento a un’opera centrata specificatamente sugli elementi caratteristici di questo genere: il rischio, le situazioni impreviste le sfide, pericoli. È
ciò che accade nel romanzo contemporaneo Il manifesto dei cosmonisti del giovane scrittore svedese Mikael Niemi. Il protagonista, un intrepido viaggiatore del futuro, deve cimentarsi con sfide sempre nuove e affrontare costanti pericoli, anche ai limiti della verosimiglianza ( Alla deriva nello spazio p. 150)
Ritmo veloce e suspense Il fascino della narrativa d’avventura è dovuto in gran parte alla capacità di stimolare curiosità ed emozioni. Per tenere il lettore con il fiato sospeso e indurlo a proseguire la lettura, la narrazione ha spesso un ritmo veloce la storia è ricca di dialoghi incalzanti, di azioni e colpi di scena, cioè di rovesciamenti improvvisi di una situazione, e di suspense, così da creare nel lettore uno stato di tensione e di emozionante attesa.
Nella narrativa destinata ai ragazzi e di intrattenimento la lingua è solitamente semplice e di facile comprensione, con frasi brevi e molti verbi di movimento.
Lo schema narrativo Lo schema classico della narrativa d’avventura è semplice: un eroe, un personaggio coraggioso, partendo da una situazione tranquilla e del tutto controllabile si trova improvvisamente ad affrontare l’ignoto una situazione nuova e difficile, irta di pericoli un nemico che si fa avanti, un viaggio in luoghi sconosciuti, una forza della natura che si scatena...
I generi e i temi
In questa sezione affronterete i principali generi letterari e alcuni grandi temi, attraverso letture guidate e commentate
Gli sguardi
In questa sezione (che completa ed esemplifica, anche attraverso espliciti richiami, le due precedenti) potrete percorrere i sentieri dell’immaginario con maggiore libertà, attraverso numerosi racconti completi, in modo che il viaggio nella lettura si concluda sempre con un senso compiuto
Sguardi
Quarantasei racconti completi di scrittori italiani e stranieri, classici o contemporanei, da leggere anche autonomamente.
Parole leggere 1
1. In un baleno
2. Quel brivido sottile
3. In famiglia
4. Sorprese finali
Festina lente, «affrettati lentamente» Il grande editore umanista veneziano Aldo Manuzio, fondatore della più celebre tipografia d’Italia (1490), sul frontespizio dei suoi libri simboleggiava il motto latino Festina lente (“affrettati lentamente”) in un elegante marchio: un delfino che guizza sinuoso attorno a un’àncora. Il delfino, il più veloce e agile di ogni animale marino, rappresenta la velocità. L’àncora che lega e trattiene le navi indica la lentezza. Il delfino e l’àncora appartengono a un mondo omogeneo, di immagini marine. Anche lo scrittore e il lettore appartengono a un mondo omogeneo, armonico. La narrativa letteraria è come un oceano libero, in cui lo scrittore esprime la propria fantasia, e in cui il lettore, come un delfino, può immergersi e spostarsi a suo piacere, seguendo le proprie emozioni. L’ancora è lì a ricordargli la lentezza con cui ci si immerge nella profondità della storia, del mondo dell’immaginazione, per goderlo appieno. Parole leggere Il Percorso 1 è costituito da ventuno racconti completi di diversi autori, italiani e stranieri, moderni e contemporanei. Alcuni racconti sono di autori consolidati, le cui opere hanno ricevuto diversi riconoscimenti di pubblico e di critica; altri sono di autori emergenti, interessanti per la capacità di avvicinarsi alla sensibilità dei giovani lettori. Il filo conduttore della prima sezio-
Temi di Educazione
Educazione civica
Tre questioni scottanti
In un baleno – è la forma, la brevità: ciascuno dei cinque racconti delinea in poche righe un’immagine, una storia. Le altre tre sezioni sono tematiche. Quel brivido sottile presenta cinque racconti, diversi per stile e tecniche narrative, ma tutti giocati sulla suspense e sul colpo di scena. La seconda sezione, In famiglia è composta da racconti che sollecitano una riflessione sui propri comportamenti personali e sociali. Il percorso si chiude con Sorprese finali: sei racconti a effetto che catturano l’attenzione del lettore. Parole leggere è un percorso inclusivo, tracciato per sollecitare il piacere della lettura autonoma. Ogni sezione si apre con un invito incoraggiante: la comprensione del racconto posto ad apertura è guidata da alcune osservazioni, poste nel colonnino, che avviano a una lettura attiva e consapevole. I ventuno racconti possono essere letti in modo silenzioso, ma anche ad alta voce in classe, in un’attività di gruppo.
NODI da sciogliere Ciascun racconto è accompagnato da alcune attività – I nodi da sciogliere brevi questionari finalizzati a consolidare le competenze di lettura e di analisi del testo letterario. Strettamente collegati alla sezione TECNICHE dei Sentieri dell’immaginario, le attività proposte sono un invito alla riflessione e indirizzano l’attenzione del lettore sugli aspetti che caratterizzano il racconto sul piano delle tecniche narrative
ora è nella Costituzione Doc 2 Renato Kizito Sesana, L’Africa e la natura violata Doc 3 Ferdinando Boero e Roberto Danovaro, Gli oceani sono il “motore” della Terra Doc 4 Cecilia Mussi, Calcoliamo quanta CO produce ciascuno di noi
Tre sfide per i giovani Sono tante le sfide che impegneranno nell’avvenire cittadini del mondo. Fra esse, tre tematiche in primo piano: a tutela dell’ambiente la parità di genere i social media Sono tre tematiche di attualità ciascuna delle quali sollecita a vincere l’indifferenza e aprirsi agli altri in un impegno attivo: informarsi, capire e se necessario agire.
1. La tutela dell’ambiente La tutela dell’ambiente può essere definita come la difesa della nostra patria comune: la Terra. Salvaguardare la flora e la fauna dai danni prodotti dall’invadente urbanizzazione e dallo sfruttamento intensivo delle risorse è un primo obiettivo. Ma non basta, perché il cambiamento climatico dimostra oramai che il nostro stesso pianeta subisce danni causati dall’imprevidenza umana. Il clima è un’emergenza ineludibile, un problema che cresce a velocità esponenziale. Nel contempo si diffonde però anche la coscienza di esso, e chi più di tutti sente la responsabilità di affrontarlo sono giustamente i giovani, sempre più in primo piano nella difesa della Terra.
2. La parità di genere La parità tra sessi, sancita dalla Costituzione, ha alle spalle una lunga storia di diritti negati. È un problema economico, ma anche una questione sociale, culturale e di costume Nei secoli passati le donne sono state discriminate: subordinate a leggi e costumi arcaici che le relegavano a ruoli subalterni, spesso prive del diritto allo studio e all’autodeterminazione. Oggi la realtà del mondo del lavoro mostra ancora la necessità di un intervento collettivo, e la cronaca evidenzia l’urgenza di intervenire per porre un freno alla violenza sulle donne. C’è ancora molta strada da percorrere verso una sostanziale parità di diritti garanzia di dignità di tutti e di tutte.
3. I social media La socialità è l’àmbito in cui il costume si è evoluto più rapidamente negli ultimi decenni.
Nel secolo scorso i rapporti fra le persone avvenivano quasi sempre in presenza: oltre alla scuola e il lavoro, in incontri in piazza, in strada o altri luoghi, o attraverso telefonate a casa. Poi, molto rapidamente, veicoli di socialità sono diventati i cellulari e le “piattaforme”, influenzando le relazioni
e cambiando la vita di tutti, soprattutto quella dei giovani. È positivo lasciarsi coinvolgere appieno dai social media? È negativo? In ogni caso è necessario essere ben consapevoli delle loro caratteristiche positive e negative Se non altro perché la continua evoluzione dei mezzi potrebbe cambiare ulteriormente il modo in cui gestiremo la nostra esistenza: forse anche lo studio, il lavoro, e magari anche amicizie e affetti.
L’argomento dei social media è ulteriormente approfondito nella parte Cultura digitale presente nel volume Comunicare oggi Il nostro percorso Nel percorso di Educazione civica qui proposto ciascuna tematica (La tutela dell’ambiente La parità di genere I social media) viene illustrata con testi di diversa provenienza: documenti scritti da studiosi ma anche da giornalisti. Testi che permettono di conoscere l’argomento, farsi un’idea, raccogliere informazioni, affrontare sfaccettature e punti di vista diversi. La comprensione è guidata da alcune osservazioni, poste nel colonnino, e da alcuni brevi questionari che sollecitano la lettura attiva di ciascun documento. Il punto di arrivo di ciascuno dei tre percorsi è la stesura di un tema: componimento guidato di riflessione critica di carattere espositivo e argomentativo in cui raccogliere le idee, esprimere compiutamente e motivare la propria opinione.
I temi di Educazione civica
In questa sezione verrete invitati a riflettere su alcuni grandi temi di convivenza civile
667 Tre questioni scottanti
Durante il cammino troverete numerosi spunti di approfondimento, suggerimenti per altri percorsi, videolezioni che introdurranno con immediatezza gli argomenti, ma, soprattutto, avrete frequenti occasioni di esprimere le vostre riflessioni ed esperienze nella rubrica
T0
Tecniche
1
T2
T5
La
Il
T11 Sam Shepard
Il sonnambulo
T19 Mauro Corona
Dal
T22 Esopo
T23
2 La struttura narrativa
Il
T4 Francesco Piccolo
Il film
T16 Barbara Garlaschelli, Un colpo ben assestato
T24 Italo Calvino
Il lupo e le tre ragazze
T28 Vasco Pratolini
Una conchiglia per sentirci il mare
T30 Guy de Maupassant La felicità
T34 Ambrose Bierce
L’allucinazione di Staley Fleming
T40 Conrado Nalé Roxolo Storia diabolica
T6 Giorgio Scerbanenco, Verso mezzanotte
T13 Ernest Hemingway
T17 Fredric Brown
La prima macchina del tempo
T18 Vittorio Zucconi Il turista
T20 Stefano Benni
Una rosa rossa
T25 Dino Buzzati
Troppo Natale
T33 Lafcadio Hearn Mujina
4
T7
T10
T14 Vitaliano Brancati
6
T41
Il
T43 Franz Kafka
Il
del padre di famiglia
T9 Primo Levi Titanio
T12 Anton Čechov
Fiasco
T29 Etgar Keret
Cosa abbiamo in tasca?
T31 Haruki Murakami
Vedendo una ragazza perfetta al 100% in una bella mattina di aprile
T35 Nicoletta Vallorani
Mater terribilis
T36 Tommaso Landolfi
Il racconto del lupo mannaro
T42 Heinrich Böll
Aneddoto con effetto deprimente sulla morale del lavoro
T45 James Joyce Eveline
T3 Aldo Buzzi Lei legge libri?
T8 Dino Buzzati
Una goccia
T21 Achille Campanile
La scoperta dell’Europa
T26 Antonio Tabucchi
Sogno di Dedalo, architetto e aviatore
T27 Giovanni Boccaccio
La novelletta delle papere
T37 Giacomo Leopardi
Dialogo di un venditore d’almanacchi
e di un passeggere
T38 Elsa Morante
Prima della classe
T44 Luigi Pirandello
Il corvo di Mizzaro
Generi e Temi
1 La narrativa di avventura
2 Quel brivido sottile
6 I volti dell’amore
7 Ai confini della realtà
8 Personaggi in primo piano
9 I
breve
Temi di Educazione civica
Tema 3 I social media
Il racconto si apre con l’immagine di un uomo che si affatica per aprire una “sottile e incerta pista” in una pianura innevata. La giornata è serena, ma il cammino è lento e difficoltoso. Nella neve alta, incontaminata, l’uomo tende a sprofondare mentre scarseggiano i punti di riferimento.
Varlam Šalamov Sulla neve
Il testo
Come nasce un racconto? O un romanzo? Davanti al foglio bianco, quali difficoltà si trova ad affrontare lo scrittore? E quali invece il lettore? Una risposta viene dallo scrittore russo Varlam Šalamov, attraverso un’immagine suggestiva.
L’autore
Varlam Šalamov (1907-1982). Scrittore russo. Condannato per motivi politici, trascorse diciassette anni in Siberia nelle prigioni e nei lager sovietici. Rilasciato nel 1951, ottenne la vera libertà solo nel novembre del 1953, otto mesi dopo la morte di Stalin. La raccolta I racconti della Kolyma, pubblicata per la prima volta in Occidente nel 1978 e in Russia nel 1992, si ispira alla sua esperienza di forzato e divenne da subito un classico in tutto il mondo.
Come si apre una strada nella neve vergine? Un uomo marcia in testa, sudando e bestemmiando, muovendo a stento i piedi, continuando a sprofondare nella neve molle, alta. Va avanti, sempre più lontano, lasciando sul suo cammino buche nere e irregolari. Stanco, si stende sulla neve, si accende una sigaretta, e il fumo della machorka1 si spande in una piccola nuvola azzurra sopra la neve bianca, scintillante. Lui è già ripartito e la nuvoletta resta sospesa là dove si era fermato a riposare: l’aria è quasi immobile. Vengono sempre scelte delle giornate serene per aprire una strada, perché il vento non cancelli il lavoro umano. L’uomo trova da solo i punti di riferimento nell’infinità nevosa – una roccia, un albero alto –e guida il proprio corpo sulla neve come il timoniere guida la barca lungo un fiume, da un capo all’altro.
La seconda immagine delinea il lavoro dei compagni che seguono il primo uomo, pronti a sostituirlo nel duro cammino: marciano insieme; non seguono le orme altrui ma battono la neve fresca, allargando così lentamente la pista appena tracciata.
15
Una fila di cinque o sei uomini, spalla a spalla, marcia lungo la sottile e incerta pista appena tracciata. Posano i piedi accanto al solco, non dentro. E raggiunto il punto prestabilito fanno dietrofront e ricominciano a marciare calpestando la distesa di neve vergine, dove ancora non si è mai posato piede umano. E la strada è tracciata. Possono percorrerla uomini, slitte, trattori. Se si seguissero le orme del primo uomo si avrebbe un cammino visibile ma appena praticabile: un sentierino e non una strada – buche sulle quali avanzare è più difficile che sulla neve vergine. È il primo uomo che ha il compito più duro, e quando le forze gli vengono meno uno dei cinque compagni del gruppo di testa va a dargli il cambio. Tra quelli che seguono le sue tracce, tutti, anche il più piccolo o il più debole, devono camminare su un angoletto di neve vergine, e non sulle orme altrui. Quanto ai trattori e ai cavalli, su quelli non vanno gli scrittori, ma i lettori. (Varlam Šalamov, Sulla neve, in I racconti della Kolyma, trad. di M. Binni, Adelphi, Milano 2010)
La frase finale rivela il senso del racconto.
La pianura russa è una metafora della pagina bianca in cui scrittore e lettore seguono lo stesso cammino.
• Lo scrittore, colui che avanza per primo, individua e traccia con fatica la direzione.
• Il testo narrativo è il risultato del processo di scrittura; è la strada nuova.
• Il lettore gode del risultato; scopre e percorre con piacere la rotta tracciata.
A TE LA PAROLA
– Qual è la tua opinione? Concordi con quanto afferma Varlam Šalamov sulla fatica del lavoro dello scrittore?
– La tua esperienza di lettore qual è? Per te leggere un racconto o un romanzo è intraprendere un viaggio scorrevole, pieno di sorprese e meraviglie? Prosegui senza affaticarti, pagina dopo pagina? Ti lasci trasportare? O vorresti concludere velocemente e non pensarci più?
Tecniche
Comprendere i meccanismi della comunicazione letteraria per analizzare e interpretare i testi, cogliendo le sfumature e i diversi linguaggi che caratterizzano la produzione narrativa.
1. Il circuito comunicativo
1. Autore e narratore
2. Narratore interno e narratore esterno
3. Il lettore
2. La struttura narrativa
1. Le fasi della narrazione
2. La fabula e l’intreccio
3. La costruzione a cornice
3. Le sequenze e il ritmo
1. Le sequenze e le macrosequenze
2. Il tempo della storia e il tempo del racconto
3. Il ritmo narrativo
4. I personaggi e gli ambienti
1. La presentazione dei personaggi
2. Il ruolo e la funzione dei personaggi
3. La caratterizzazione dei personaggi
4. Le descrizioni
5. Il punto di vista narrativo
1. Il punto di vista o focalizzazione
2. Il punto di vista onnisciente
3. Il punto di vista interno
4. Il punto di vista esterno
6. La lingua e lo stile
1. La sintassi
2. Il lessico
3. Le figure retoriche
4. I tipi di discorso
5. I registri linguistici
Il circuito comunicativo 1
VIDEOLEZIONE
Il nostro percorso
1.1 Autore e narratore
1.2 Narratore interno e narratore esterno
1.3 Il lettore
LEGGIAMO insieme
T1 David Foster Wallace, In crociera sulla Nadir Fissiamo le idee • Sintesi visuale
Fra i testi della sezione SGUARDI ti segnaliamo questi racconti completi, interessanti anche come approfondimento.
T1 Anonimo, La gita di mezzanotte p. 536
T2 Peter Altenberg, I nervi p. 537
T5 Gabriele Romagnoli, Il più gentile p. 541
T11 Sam Shepard, Il sonnambulo p. 555
T19 Mauro Corona, Dal libro delle sconfitte p. 576
T22 Esopo, Il lupo e l’agnello p. 590
T23 Italo Svevo, L’asino e il pappagallo p. 590
1.1 Autore e narratore
Quando leggiamo un testo narrativo, sia esso un racconto o un romanzo, è fondamentale non confondere autore e narratore:
• l’autore è la persona o il gruppo di persone che ha immaginato e scritto l’opera.
• Il narratore è la voce che racconta la storia.
L’autore è dunque una persona fisica, realmente vissuta. Il narratore è una figura letteraria creata dall’autore; non è quasi mai una persona realmente esistente e può avere caratteristiche profondamente diverse dall’autore. Il narratore può essere un essere umano, ma nei testi letterari può anche essere un animale, un extraterrestre, o un essere inanimato.
La coscienza di Zeno (1923)
L’isola di Arturo (1957)
Scelti dalle tenebre (1989)
I miei stupidi intenti (2021)
Italo Svevo Scrittore e drammaturgo triestino (1861-1928)
Elsa Morante Scrittrice e poetessa italiana (1912-1985)
Anne Rice Scrittrice statunitense contemporanea (1941)
Bernardo Zannoni Giovane scrittore italiano (1995)
Zeno Cosini, un uomo nevrotico e inetto. Sollecitato dallo psicoanalista che lo ha in cura, Zeno narra alcuni episodi significativi della propria vita
Arturo, il giovane protagonista che nei primi decenni del Novecento trascorre l’infanzia e l’adolescenza sull’isola di Procida, nell’arcipelago napoletano
Il vampiro Lestat de Lioncort, una creatura fantastica che si nutre di sangue umano
Archy, una faina che racconta in prima persona la sua lunga vita trascorsa fra gli alberi dei boschi e in tane sotterranee
In alcune opere il narratore presenta caratteristiche molto simili a quelle dell’autore, quasi fosse il suo alter ego immaginario. In questi casi un lettore ingenuo potrebbe essere indotto a non distinguere fra autore e narratore. Leggendo Alla ricerca del tempo perduto dello scrittore francese Marcel Proust ci si potrebbe chiedere se in questo romanzo il narratore sia Proust stesso o un personaggio inventato, anche perché il protagonista e narratore afferma di essere
l’autore del libro e di chiamarsi Marcel. Ma un lettore consapevole sa che sono molti i modi con cui uno scrittore può simulare la realtà, riconosce quando si trova davanti a un personaggio largamente autobiografico ma, appunto, un personaggio, da non confondere con l’autore.
Consideriamo i due esempi seguenti.
Nel romanzo Di pietra e d’osso, della scrittrice francese Bérengère Cournut, la protagonista è una giovane donna inuit, discendente da un popolo di cacciatori nomadi dell’Artico.
È notte e la ragazza, in preda a un malessere, scivola fuori dall’iglù dove dorme con la sua famiglia. Il freddo è intenso e mentre cammina sul ghiaccio nella chiara notte artica la giovane avverte un boato in lontananza. La banchisa si sta spaccando a pochi passi da lei, ed è “troppo tardi” per ricongiungersi con la sua famiglia: il suo iglù è separato da lei da una fenditura nel ghiaccio, e così anche la slitta e i cani. Non solo, ma la fenditura rapidamente si trasforma in canale e tutto scompare nella foschia.
«È la terza luna da quando il sole è scomparso dietro la linea dell’orizzonte – e la prima volta in vita mia che mi fa così male la pancia. Staccarmi dal corpo caldo di mia sorella e di mio fratello, liberarmi dalle pelli che ci ricoprono, scendere dalla piattaforma di ghiaccio.
Sotto la cupola, la mia famiglia sembra un grosso animale raggomitolato. Di solito respiro come tutti quanti allo stesso ritmo roco di mio padre, ma stanotte un dolore di strazia e mi fa uscire. Infilare calzoni, stivali, giacca – scivolare fuori dalla casa di neve.
L’aria gelida mi entra nei polmoni, scende lungo la colonna vertebrale, placa il bruciore delle viscere. Sopra di me la notte è chiara come un’aurora. La luna brilla come due coltelli da donna accostati, con i fili taglienti. Tutto intorno corre un vasto gregge di stelle. [...] Quando avverto la vibrazione nelle gambe è troppo tardi: la banchisa si sta spaccando a pochi passi da me. L’iglù è al di là della fenditura, come la slitta e i cani. Potrei gridare, ma non servirebbe a niente.
Chi scrive e chi racconta L’autore è la scrittrice Bérengère Cournut. La narratrice è la giovane inuit Uqsuralik: il romanzo si apre con la voce della protagonista.
Leggiamo ora l’incipit del racconto Lo stacco di Natale di Dino Buzzati È esperienza comune passare davanti a un negozio e soffermarsi a dare un’occhiata distratta, o interessata, alla vetrina. Ma se invece l’osservazione avvenisse in direzione opposta? È ciò che accade in questo racconto fantastico in cui, già nelle prime righe, il lettore capisce che la voce che racconta, osserva, valuta, ricorda, è quella della vetrina di un piccolo negozio cittadino. Racconto completo
Io sono la vetrina di un piccolo negozio al numero 6 di via Gaspare Secondini.
Sull’insegna c’è scritto: «Cornici – Oggetti d’arte». La mia padrona è la signora Luisa Ambrogetti vedova Forni. Ha sessantacinque anni, credo. È grassa. È buona. Il signor Forni, che aveva ereditato il negozio dal padre, è morto sei anni fa.
L’autore
È lo scrittore italiano Dino Buzzati (1906-1972).
Nella casa di fronte vedo una gelateria, a cui seguono, da sinistra a destra, un’autoscuola, una sartoria, una calzoleria, un elettrolavaggio a secco, la Pensione Iride. Di fianco a me, a sinistra, una salumeria, un parrucchiere e una cristalleria. A destra, un «Pratiche auto» e una pizzeria. È la vigilia di Natale.
(D. Buzzati, Lo stacco di Natale, in «Corriere della Sera», Milano, 1967)
Il narratore È un essere inanimato: la vetrina di un piccolo negozio.
Quando narratore e autore coincidono In alcuni testi narrativi, in particolare nel reportage e nell’autobiografia, l’autore e il narratore coincidono, sono la stessa persona.
Il reportage narrativo (dal verbo francese reporter, riferire) è un racconto giornalistico che documenta e descrive eventi, luoghi o situazioni registrati da un testimone diretto che vi partecipa in prima persona. Il reportage ha spesso valore di un testo letterario, come le corrispondenze dalla Spagna dello scrittore e giornalista statunitense Ernest Hemingway (1899-1961), in Europa al seguito dell’esercito statunitense nella Seconda guerra mondiale. L’autobiografia (dal greco autós, “stesso” e bíos, “vita”) è la narrazione della propria vita o di parte di essa. La voce narrante è quella dell’autore stesso il quale racconta in prima persona i fatti che gli sono accaduti personalmente o di cui è stato testimone. Lo scrittore, soffermandosi su alcune esperienze della propria vita passata, traccia un’immagine di sé (più o meno veritiera), proponendo una propria versione di fatti, persone, circostanze.
Alcune famose autobiografie letterarie
• Dante Alighieri, La vita nova (1292-1294), opera mista in prosa e poesia in cui l’autore ripercorre idealmente la storia del suo amore per Beatrice.
• Jean-Jacques Rousseau, Le confessioni (17821789); autobiografia in cui lo scrittore e filosofo del Settecento delinea gli anni della propria formazione.
Leggiamo dal primo capitolo del diario autobiografico di Charles Darwin, Viaggio di un naturalista intorno al mondo. Nel corso del memorabile viaggio intorno al mondo lo scienziato ebbe la possibilità di visitare luoghi impervi e selvaggi e scoprire e accumulare un’enorme quantità di materiale, di riflessioni e di dati – sulla fauna, sulla flora, le formazioni geologiche e così via – che saranno alla base della teoria evoluzionistica, una delle tappe fondamentali del pensiero umano e uno dei più importanti contributi scientifici di tutti i tempi. Il diario copre i cinque anni della durata del viaggio del brigantino Beagle: dal 27 dicembre 1831 al 2 ottobre 1836.
• Silvio Pellico, Le mie prigioni (1832); diario autobiografico di contenuto storico e politico
Dopo essere stata respinta due volte da un forte vento di sud-ovest, la nave di Sua Maestà, Beagle, 1 un brigantino con dieci cannoni comandato dal capitano Fitz Roy, salpò da Devonport 2 il 27 dicembre 1831. Scopo della spedizione era completare il rilevamento della Patagonia e della Terra del Fuoco, cominciato dal capitano King negli anni fra il 1826 ed il 1830, rilevare le coste del Cile, del Perù e di alcune isole del Pacifico ed eseguire una serie di osservazioni
Autore e narratore coincidono L’autore e narratore di questa pagina di diario è il naturalista Charles Darwin (1809-1882), all’epoca ventiduenne.
cronometriche3 intorno al mondo. Il 6 gennaio giungemmo a Teneriffa4, ma ci fu impedito di sbarcare per il timore che portassimo il colera; il mattino seguente vedemmo sorgere il sole dietro l’aspro profilo dell’isola Gran Canaria ed illuminare improvvisamente il picco di Teneriffa, mentre le rocce più basse erano velate da fiocchi di nubi. Questo fu il primo di molti giorni deliziosi che non potranno essere dimenticati. Il 16 gennaio gettammo l’ancora a Porto praya, in Sant’Jago, isola principale dell’arcipelago del Capo Verde5. [...] La geologia di quest’isola è la parte più interessante della sua storia naturale. Entrando nel porto, si può vedere, nelle rupi a picco sul mare, una striscia bianca perfettamente orizzontale, che corre per alcuni chilometri lungo la costa, all’altezza di circa quindici metri sull’acqua. Esaminato, questo strato bianco risultò composto di materia calcarea, con incluse numerose conchiglie, la maggior parte delle quali vive ancora sulla vicina costa.
1.2 Narratore interno e narratore esterno
3. una serie di osservazioni cronometriche: la missione principale del Beagle consisteva nell’esecuzione di una serie di misure di longitudine intorno al mondo.
4. Teneriffa: o “Tenerife”, isola delle Canarie, nell’Oceano Atlantico.
5. Capo Verde: arcipelago a occidente dell’Africa continentale al largo delle coste del Senegal.
Nei testi narrativi letterari, racconti e romanzi, il narratore può essere interno o esterno.
• Il narratore interno (o “io narrante”) racconta la propria storia, o un episodio della propria vita; oppure racconta una storia, o un episodio, a cui ha partecipato direttamente come testimone.
• Il narratore esterno racconta una storia o un episodio a cui è estraneo, a cui non ha partecipato direttamente.
La distinzione fra narratore interno ed esterno è evidente nella coniugazione dei verbi (prima persona/terza persona) e nei pronomi personali, espressi o sottintesi, che li accompagnano (io/noi; lui/lei/loro).
(io)
vedo, vedevo, avevo visto, vidi...
Narratore interno Narratore esterno
(noi)
(egli-lui/ella-lei)
oppure oppure
vediamo, vedevamo, avevamo visto, vedemmo...
vede, vedeva, aveva visto, vide...
(essi-esse/ loro)
vedono, vedevano, avevano visto, videro...
prima persona singolare terza persona singolare
prima persona plurale terza persona plurale
Consideriamo le due diverse tecniche narrative con cui si aprono due romanzi contemporanei.
Nel romanzo L’arminuta, della scrittrice italiana Donatella Di Pietrantonio, la protagonista all’età di tredici anni viene “restituita” ai genitori biologici da coloro che lei aveva sempre considerato suoi genitori. Per questo in paese verrà chiamata l’arminuta, che il dialetto abruzzese significa “la ritornata”.
A tredici anni non conoscevo più l’altra mia madre. Salivo a fatica le scale di casa sua con una valigia scomoda e una borsa piena di scarpe confuse. Sul pianerottolo mi ha accolto l’odore di fritto recente e un’attesa. La porta non voleva aprirsi, qualcuno all’interno la scuoteva senza parole e armeggiava con la serratura. Ho guardato un ragno dimenarsi nel vuoto, appeso all’estremità del suo filo.
Dopo lo scatto metallico è comparsa una bambina con le trecce allentate, vecchie di qualche giorno. Era mia sorella, ma non l’avevo mai vista. Ha scostato l’anta per farmi entrare, tenendomi addosso gli occhi pungenti. Ci somigliavamo allora, più che da adulte.
(Donatella Di Pietrantonio, L’arminuta, Einaudi,Torino 2017)
Il narratore è interno
La storia è narrata in prima persona dalla voce della protagonista che riferisce una vicenda accaduta nel passato (conoscevo... salivo...).
Nel romanzo della britannica Alison Weir, ambientato nell’anno 1501, la sedicenne Caterina d’Aragona, figlia dei reali di Spagna, sbarca in Inghilterra per ricongiungersi con il principe Arturo, l’erede al trono.
La costa inglese era più vicina ora. In piedi sul parapetto del ponte, in alto rispetto alla poppa della nave, con le ciocche di capelli rosso e oro che le sferzavano il viso, Caterina vedeva le colline verdi e marroni e le guglie delle chiese, accanto alle quali si ammassavano le case. E sotto, a separare la terra dallo scafo che scivolava sulle onde, a una distanza che dava le vertigini, c’era il mare grigio e agitato. Era tutto così diverso da La Coruña, con le acque calme e blu e l’imponente Torre di Hércules, o dall’ampiezza drammatica della baia di Laredo! Sarebbe stato tutto differente, d’ora in poi.
(Alison Weir, Caterina D’Aragona, Neri Pozza, Milano 2019, trad. di C. Brovelli)
1.3 Il lettore
Il narratore è esterno La storia è narrata in terza persona (vedeva, dava...) da una voce che non è né quella della protagonista né quella di un testimone.
Il destinatario del testo narrativo è il lettore: è a lui che sono rivolte le attenzioni dell’autore, al fine di divertirlo, interessarlo, incantarlo, aprire scenari su mondi possibili o immaginari.
Il patto narrativo Leggere o ascoltare racconti è un’esperienza comune a tutti noi. E tutti noi sappiamo distinguere fra una storia vera, che riferisce avvenimenti realmente accaduti, e una storia inventata frutto dell’immaginazione e della creatività di un autore. Altrettanto comune, quando si legge un racconto o un romanzo, è lasciarsi catturare dalla vicenda, calarsi in essa e identificarsi nel protagonista o in un personaggio.
Il lettore sa che la storia è inventata, ma ciò non gli impedisce di gioire e soffrire, di sentirsi partecipe. Grazie all’immedesimazione, fra lo scrittore e il lettore si instaura dunque, quasi naturalmente, un implicito patto narrativo: il lettore è consapevole del carattere fittizio della storia narrata, ma è disposto a una momentanea e parziale sospensione dell’incredulità; entra nel mondo creato dall’autore del romanzo o del racconto e attua una lettura disponibile accettando una finzione che gli permette di emozionarsi e divertirsi, ma anche riflettere e maturare nuove consapevolezze.
La comprensione del testo Una narrazione, come tutte le altre forme della letteratura, è innanzitutto una comunicazione linguistica. Perciò, per comprendere il testo occorre leggere in modo attivo, cooperando e prestando particolare attenzione al linguaggio. Incontrando una parola o un’espressione “difficile”, il cui significato non è chiaro o potrebbe ostacolare la comprensione, è consigliabile consultare il dizionario. Solo così si può poi procedere spediti, sicuri di avere ben capito ciò che si sta leggendo. La corretta comprensione permette di apprezzare l’opera in tutti i suoi aspetti ed è l’indispensabile base per l’analisi del testo, l’interpretazione e la lettura ad alta voce
Le cinque W Gli elementi essenziali di una storia sono i fatti e i personaggi, i motivi che guidano le azioni, il tempo e lo spazio. Per questo, allo scopo di accertarsi di avere compreso correttamente i contenuti, può essere utile rispondere a cinque domande. Sono le cosiddette “cinque W” (perché nella lingua inglese iniziano tutte con la lettera W), ancora oggi usate dai giornalisti per scrivere un articolo di cronaca o controllarne la completezza.
Who? Chi? Chi sono i personaggi che agiscono?
What? Che cosa? Che cosa fanno i personaggi?
Where? Dove? In quali luoghi è ambientata l’azione?
When? Quando? Quando si svolgono i fatti narrati?
Why? Perché? Perché i personaggi agiscono in quel modo?
I temi e i significati Il contenuto di una storia è spesso riconducibile a un tema principale, o a più di uno: l’amicizia, l’avventura, il viaggio, l’amore, gli aspetti problematici del vivere, la felicità, la ricerca interiore...
I temi della narrazione possono essere svariati; è l’autore che sceglie, liberamente, e che guida l’azione.
In alcuni generi narrativi, come le favole, i temi sono facilmente individuabili: le vicende sono esemplari; l’intento comunicativo dell’autore è esplicito e coincide con un insegnamento morale: il valore dell’obbedienza, della fedeltà ecc. Personaggi e luoghi assumono inoltre spesso un chiaro significato simbolico, per esempio:
la volpe ➜ simbolo dell’astuzia
il lupo ➜ simbolo del male
la foresta ➜ simbolo del pericolo
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Probabilmente tutti i fantasmi sapevano che Doggu Van era un vampiro. Non ne avevano paura ma gli cedevano il passo, quando lui usciva dalla sua tomba a mezzanotte precisa ed entrava nell’antico castello in cerca del suo alimento favorito.
Il viso di Duggu Van non era gradevole. Il molto sangue bevuto dalla sua morte apparente – nell’anno 1060, per mano di un ragazzo, novello Davide, armato di una fionda-pugnale – aveva infuso alla sua pelle opaca la colorazione morbida del legno che è stato per molto tempo sott’acqua. L’unica cosa viva, in quel volto, erano gli occhi. Occhi fissi sulla figura di Lady Vanda, addormentata come un bambino nel letto che non conosceva altro che il suo corpo leggero.
Duggu Van camminava senza fare rumore. L’insieme di vita e di morte che informava il suo cuore si risolveva in qualità inumane. Vestito di blu scuro, accompagnato sempre da un silenzioso seguito di profumi rancidi, il vampiro vagava per i corridoi del castello cercando vivi depositi di sangue. L’industria frigorifera l’avrebbe indignato. Lady Vanda addormentata, con una mano davanti agli occhi come in una premonizione di pericolo, sembrava un biberon repentinamente tiepido.
(Julio Cortázar, Il figlio del vampiro, in Racconti, Einaudi-Gallimard,Torino 1994, trad. di S. Fabri)
Chi?
I personaggi sono alcune figure inquietanti (i fantasmi e un vampiro, Duggu Van) e un essere umano (Lady Vanda).
Che cosa?
I fantasmi evitano il vampiro Doggu Van, il quale di notte esce dalla tomba e si aggira in cerca di sangue umano di cui nutrirsi.
Dove?
La storia è ambientata in un castello (la località geografica viene taciuta e il luogo non viene descritto).
Quando?
L’azione ha inizio a mezzanotte precisa (non si sa in quale secolo, né anno).
Perché?
Il vampiro ha fame e cerca una vittima umana di cui nutrirsi.
Già nelle righe di apertura il racconto propone al lettore un patto narrativo forte: lo immette in un mondo irreale popolato da creature spaventose. Gli elementi tipici della narrativa horror (la tomba, i fantasmi, il vampiro che si materializza a mezzanotte in cerca di vittime cui succhiare il sangue) vengono però accostati, fin da subito, in modo tanto serrato che il lettore avverte sotto sotto un intento diverso, spiazzante, che lascia presagire sviluppi paradossali.
Tale intento, ricorrente nella narrativa dello scrittore argentino, è reso evidente nel testo anche da alcune notazioni.
Il riferimento al frigorifero, cioè a un elemento moderno, stridente in un contesto gotico: Duggu Van avrebbe rifiutato anche solo l’idea di nutrirsi di sangue refrigerato (L’industria frigorifera l’avrebbe indignato).
L’immagine di Lady Vanda addormentata, percepita dal vampiro come un tiepido biberon. Anche il riferimento alla Bibbia ha un sapore ironico: l’uccisore di Duggu Van, armato di una fionda-pugnale, viene paragonato a Davide, il personaggio biblico uccisore di Golia.
Leggiamo a pagina seguente un testo del britannico Ken Follett, uno dei più famosi autori di best seller:
In altri generi narrativi l’individuazione dei temi e dei significati richiede una lettura critica, puntuale, attenta a cogliere anche i significati impliciti. Leggiamo per esempio un brano dello scrittore argentino Julio Cortázar (1914-1984):
Vista da un aereo, la macchina poteva sembrare uno scarabeo che arrancava lento su una spiaggia senza fine, con il sole che si rifletteva sulla sua corazza nera e lucente. In realtà procedeva a cinquanta chilometri orari, la massima velocità che si poteva tenere su una strada piena di buche e crepe imprevedibili. Non faceva piacere strada a nessuno dover cambiare una gomma in mezzo al deserto del Sahara.
La strada portava da N’Djamena, la capitale del Ciad, verso nord attraverso il deserto fino al lago Ciad, la principale oasi del Sahara. Il panorama era una piatta distesa di sabbia e roccia con qualche cespuglio rinsecchito color paglia e pietre, grandi e piccole, disseminate a caso, il tutto della stessa tonalità di beige e desolato come un paesaggio lunare.
Il deserto era un po’ come lo spazio cosmico, pensò Tamara Levit, inquieta, e la macchina la loro astronave. E se la sua tuta spaziale avesse avuto un problema, lei sarebbe potuta morire. Il paragone bizzarro la fece sorridere. Ciononostante lanciò un’occhiata verso il fondo dell’auto, dove c’erano due grosse taniche di plastica piene d’acqua, sufficienti a tenerli in vita in caso d’emergenza, finché non fossero arrivati gli aiuti. Forse.
La macchina era americana, progettata per terreni impervi, alta da terra e con marce ridotte. I finestrini erano oscurati e Tamara indossava gli occhiali da sole, ma anche così la luce che si rifletteva sulla strada di cemento le feriva gli occhi.
Tutte e quattro le persone a bordo portavano occhiali da sole. L’autista, Ali, era un uomo del posto, nato e cresciuto lì in Ciad. In città vestiva in jeans e T-shirt, ma quel giorno indossava l’abbigliamento tradizionale, una tunica lunga fino ai piedi chiamata galabia con una kefiah1 di cotone avvolta intorno alla testa per proteggersi dal sole impietoso.
Seduto davanti accanto ad Ali c’era un soldato americano, il caporale Peter Ackerman. Il fucile che teneva poggiato sulle ginocchia era una carabina leggera a canna corta in dotazione all’esercito americano. Il caporale aveva una ventina d’anni ed era uno di quei ragazzi che paiono sprizzare allegria e socievolezza. A Tamara, che di anni ne aveva quasi trenta, sembrava terribilmente giovane per maneggiare un’arma letale. […]
Di fianco a Tamara, sul sedile posteriore, c’era Tabdar Sadoul, detto Tab, attaché2 presso l’ambasciata francese a N’Djamena. Tab aveva i capelli di un bel castano lucido e li portava lunghi con un taglio alla moda, ma per il resto aveva l’aria di un uomo d’affari in vacanza, con i suoi pantaloni color kaki e la camicia button-down3 azzurra con le maniche arrotolate a mostrare i polsi abbronzati.
(Ken Follett, Per niente al mondo, trad. di A. Raffo, Mondadori, Milano 2021)
Chi?
Quattro personaggi: Tamara Levit; l’autista Ali; il caporale Peter Ackerman; Tabdar Sadoul, detto Tab.
Che cosa?
I quattro personaggi sono in automobile.
Dove?
In Africa, nel deserto del Sahara, lungo la strada dalla capitale N’Djamena porta a nord, al lago Ciad.
Quando?
L’epoca non viene specificata, ma diversi indizi fanno pensare che sia contemporanea (l’automobile, i jeans, la T-shirt...).
Perché?
Lo scopo del viaggio non viene detto.
1. kefiah: copricapo tradizionale della cultura araba.
2. attaché: addetto, assegnato a uno staff diplomatico.
3. button-down: camicia con le due punte del colletto abbottonabili.
Il romanzo si apre con una presentazione realistica di una situazione di viaggio. Non ci sono dialoghi ma una serie di immagini, simili ai movimenti di camera con cui un regista inquadra ambienti e personaggi. La voce narrante è esterna.
La prima inquadratura è un’automobile nera, vista dall’alto (da un aereo), che procede nel deserto con il sole che si riflette sulla carrozzeria. Quindi vengono fornite al lettore una serie di informazioni che gli permettono di immaginare il caldo del deserto e intuirne i pericoli:
• l’automobile che procede lentamente per evitare di bucare una gomma e doversi fermare;
• le due grosse taniche di plastica piene d’acqua per sopravvivere in caso d’emergenza;
• i finestrini oscurati;
• la presenza di un soldato armato (il caporale Peter Ackerman).
Le quattro persone a bordo dell’automobile, d’altronde, non possono essere semplici turisti: certamente se un addetto all’ambasciata francese con un militare americano armato più una terza passeggera si avventurano nel deserto africano lo faranno per una missione da compiere.
Le informazioni scorrono rapide e inducono a proseguire la lettura per saperne di più sui personaggi e sui motivi che li hanno condotti in quel luogo. Conoscendo l’autore, o scorrendo la quarta di copertina, il lettore attiva delle aspettative: sa che Ken Follett è uno scrittore britannico contemporaneo, che i suoi romanzi sono best seller corposi e verosimili, documentati storicamente e ricchi di dettagli reali. Le trame, dal ritmo serrato, tendono ad appassionare e a tenere il lettore con il fiato sospeso lasciandolo nell’incertezza fino all’ultima pagina.
Il patto narrativo è chiaro: nelle pagine seguenti capiterà sicuramente qualcosa di avventuroso, forse un intrigo internazionale dagli sviluppi imprevedibili.
SCHEDA per approfondire
La comunicazione letteraria nei Promessi sposi: un esempio guidato
L’insieme dei rapporti che legano autore, narratore e lettore è stato ampiamente analizzato e studiato dalla critica letteraria. Ti proponiamo qui un esempio.
Questa analisi si basa sulle categorie narratologiche fissate dal critico statunitense Seymour Chatman nel saggio Storia e discorso. La struttura narrativa nel romanzo e nel film.
I promessi sposi
Autore reale
La persona storica, realmente vissuta.
Narratore
Il narratore può essere interno o esterno. La sua presenza può essere nascosta o palese.
Il narratore nascosto (riservato), si limita a raccontare senza fare percepire la propria presenza.
Il narratore palese (evidente), interviene nel racconto con commenti e giudizi o rivolgendosi direttamente al lettore.
Autore implicito
L’immagine “ideale” dell’autore che il lettore desume dalle informazioni che si possono ricavare dall’opera, cioè da quello che il lettore immagina leggendo il testo.
Lo scrittore Alessandro Manzoni, nato a Milano il 7 marzo 1785; sposato con Enrichetta Blondel; autore degli Inni sacri e del romanzo I promessi sposi; morto a Milano il 22 maggio 1873.
Nei Promessi sposi il narratore è esterno. È il narratore-autore moderno che ha “ritrovato” un anonimo manoscritto del Seicento e lo ha riscritto per il pubblico moderno, dell’Ottocento (come precisato nell’Introduzione al romanzo).
La presenza del narratore è palese: la sua voce interviene commentando i fatti ed esprimendo opinioni e giudizi. Nel corso del romanzo il narratore si rivolge anche direttamente al lettore, chiamandolo in causa
• «Pensino ora i miei venticinque lettori» (Cap. I)
Leggendo il romanzo I promessi sposi il lettore si crea l’immagine di un uomo pacato, sereno, equilibrato, sottilmente ironico. Tale immagine, però, corrisponde solo in minima parte a quella dell’autore reale, così come è possibile ricostruirla dai dati biografici secondo i quali Alessandro Manzoni soffriva di crisi di nervi, era spesso inquieto e tormentato dai dubbi.
L’autore implicito dei Promessi sposi viene convenzionalmente definito “Manzoni”.
Lettore reale
L’insieme di tutti i lettori effettivi di un’opera, anche non ipotizzati dall’autore
Lettore implicito
Il pubblico “ideale” al quale l’opera è destinata; quello che l’autore ha in mente quando scrive (di solito, i suoi contemporanei).
Narratario
L’interlocutore diretto del narratore; il personaggio che in alcune opere viene nominato esplicitamente come destinatario della narrazione.
Il lettore reale dei Promessi sposi sono tutti i lettori di ogni tempo: dai contemporanei di Alessandro Manzoni fino a noi, che leggiamo il romanzo oggi.
Il lettore implicito dei Promessi sposi è l’ampio pubblico della borghesia ottocentesca. Alessandro Manzoni ha scritto il romanzo per i suoi contemporanei con l’intento di fornire un modello di lingua moderna, comprensibile in tutta Italia; uno strumento di comunicazione sociale e culturale all’altezza di quello offerto dalle grandi lingue parlate dagli intellettuali europei.
Nei Promessi sposi il narratario è un lettore smaliziato, spesso chiamato direttamente in causa:
• «Risparmio al lettore i lamenti, le condoglianze, le accuse, le difese» (Cap. II);
• «Lascio poi pensare al lettore come dovessero stare in viaggio quelle povere bestie, così legate e tenute per le zampe, a capo all’in giù» (Cap. III).
da Una cosa divertente che non farò mai più
REPORTAGE NARRATIVO
Stati Uniti 1997
David Foster WallaceIn crociera sulla Nadir
Il brano
In crociera nei Caraibi su una nave extralusso. I primi giorni di navigazione sono funestati da un mare in burrasca che mette a dura prova i viaggiatori. Ma neanche la tempesta può evitare che tutto sulla nave sia «un’esperienza indimenticabile».
Commissionato da «Harper’s», una delle più prestigiose riviste americane, il reportage di viaggio Una cosa divertente che non farò mai più narra un’esperienza realmente vissuta dall’autore. Iniziato sulla stessa nave che lo ospitava, e cresciuto a dismisura dopo innumerevoli revisioni, il testo si è poi trasformato, pagina dopo pagina, in un vero e proprio racconto ironico sulla società americana contemporanea.
L’autore
David Foster Wallace (1962-2008), scrittore statunitense, pubblicò il suo primo romanzo La scopa del sistema, all’età di venticinque anni. Autore di racconti e romanzi, docente di scrittura creativa, raggiunse il successo internazionale con Infinite Jest (1966), un romanzo dall’architettura complessa annoverato dalla critica fra le opere più significative della letteratura americana contemporanea.
note dell’autore
Il narratore è David Foster Wallace, autore e protagonista del reportage.
Per due giorni e due notti il tempo è brutto, il vento urla e il mare è grosso, e la spuma delle ondeA frusta il vetro degli oblò, eccetera. Per quaranta ore e più sembra piuttosto una crociera extralusso nei Mari del Nord e lo staff Celebrity1 si aggira con sguardo dispiaciuto ma non proprio di chi chiede scusaB , e in tutta onestà riesce difficile dare la colpa del cattivo tempo alla CelebrityC .
A. La parola nuova più bella della settimana è: spuma (al secondo posto: scheisser2 Così un pensionato tedesco urlava a un altro pensionato tedesco che continuava a batterlo a freccette).
Con disappunto dei croceristi e degli organizzatori, nei primi giorni il mare grosso non consentirebbe di apprezzare appieno la vita di bordo. La situazione particolare permette però al narratore di osservare da una parte i comportamenti degli ospiti dall’altra la struttura stessa della nave che offre comunque il massimo comfort.
Nei giorni di tempesta come i primi due, consigliano ai passeggeri di godersi il panorama dalla balaustra più riparata della Nadir. All’unico altro tipo che mi abbia mai seguito nelle mie avventure sul lato non riparato, il vento porta via gli occhiali, e non sembra apprezzare il mio consiglio che quando ci si vuole godere il panorama in mezzo al vento forte è meglio usare la cordicella che li tiene fermi dietro le orecchie. Continuo ad aspettarmi di vedere qualcuno dell’equipaggio nella tradizionale giacca di tela cerata gialla, ma niente. La balaustra dove si svolge la maggior parte delle mie contemplazioni è sul ponte 10, perciò il mare è molto molto più giù, e i rumori dello sciabordio4 e del frangersi della mareggiata sono cosi lontani che pare di sentire la semplice risacca5 sul bagnasciuga e l’impatto visivo è simile a quello della contemplazione del water durante lo scarico. Nessuna pinna in vista.
Parte integrante del testo sono le note dell’autore, una sorta di contrappunto al resoconto di viaggio. Le parentesi sembrano richiamare un tono più basso di voce, come se si trattasse di promemoria, scritti solo per se stesso, da riprendere in un secondo momento.
B. (tipo facendo spallucce, ma con la faccia, come per dare la colpa al destino).
C. (anche se non posso fare a meno di notare che il tempo previsto dalla brochure3 era di gran lunga più bello).
La chiave di lettura con cui il protagonista-narratore si avvicina al mondo delle crociere extralusso è l’ironia, unita a una buona dose di curiosità. Lo spirito del cronista, che scrive per le pagine di una rivista patinata, destinata a un pubblico scelto, entra nelle pieghe di questo mondo del lusso aperto a tutti, ne evidenzia i pregi e le incongruenze, ma sempre con un tono lieve.
Quando il mare è agitato, gli ipocondriaci6 sono occupati a misurarsi le pulsazioni gastriche ogni due secondi e a chiedersi se quel che avvertono può essere l’inizio di un attacco di mal di mare e/o a calcolare l’intensità precisa del mal di mare. Per quanto concerne il mal di mare, però, viene fuori che il mare agitato è più o meno come una battaglia: non puoi mai sapere in anticipo quale sarà la tua reazione. Mette alla prova la parte più istintiva e profonda di un uomo. Riguardo a me, scopro che non soffro di mal di mare. Un’immunità evidente, profonda e involontaria, e anche vagamente miracolosa, visto che soffro di ogni altro tipo di nausea contemplata dall’Enciclopedia Medica e non posso prendere nessun medicinale per combatterlaD per tutto il primo giorno di mare grosso rimango perplesso per il fatto che ogni singolo passeggero della m.n.9 Nadir sembra essersi fatto lo stesso taglio sotto l’orecchio sinistro mentre si faceva la barba — cosa che nel caso delle donne risultava particolarmente strana — finché apprendo che questi cosetti rotondi simil-bandaid10 che hanno tutti sul collo in realtà sono un nuovo tipo speciale di cerotto transdermico11 a energia nucleare contro il malessere da movimento di cui, a quanto pare, nessuno che abbia anche una vaga idea di crociera extralusso 7NC12 può partire sprovvisto. Nonostante i cerotti, tantissimi passeggeri si sentono male, in questi due primi giorni ululanti. Una persona che ha il mal di mare ha proprio la faccia verde come dicono, anche se
6. ipocondriaci: coloro che si preoccupano in modo eccessivo della propria salute, pensando di essere sempre malati.
7. dramamina: medicinale usato in caso di nausea.
8. stramazzo: mi abbatto.
9. m.n.: motonave.
10. simil-bandaid: simili a cerotti.
D. Ho una profonda e istintiva reazione alla dramamina7: non appena fa effetto, stramazzo8 a terra là per là in preda alle convulsioni. Così devo viaggiare sulla Nadir in assoluta astinenza.
11. cerotto transdermico: cerotto medicato che rilascia il medicinale attraverso la cute; che sia a energia nucleare è un’evidente ironica esagerazione.
12. 7NC: 7 notti ai Caraibi (acronimo).
L’osservazione giornalistica si colora di piccoli aneddoti, di notazioni ironiche, di divertite scoperte sul mondo a parte che si crea a bordo di una nave da crociera durante una settimana di navigazione.
è piuttosto una strana sfumatura di verde, un verde spettrale, tipo verde-rospo o verde-frittata di zucchine, e la faccia è ancora più cadaverica quando chi sta male è vestito da sera.
Durante le prime due serate, la questione di chi si sente male e chi no, di chi ora non più ma fino a poco fa si, di chi non ancora ma si sente sul punto di, eccetera, diventa l’argomento di conversazione al caro vecchio tavolo numero 64 del Ristorante Caravelle a cinque stelle.E [...]
Non capita mai che si beccheggi13 troppo, ma mi sa che ogni tanto arriva un’onda gigante tipo L’avventura del Poseidon14 e colpisce di lato la Nadir, visto che ogni tanto l’’asimmetria15 di tensione nelle gambe non sparisce subito né si inverte ma bisogna continuare a spingere il peso su una gamba sola finché non stai lì lì per rovesciarti e ti devi aggrappare a qualcosa.F È una cosa che succede molto velocemente e mai due volte di seguito. La prima sera si alzano delle onde molto grosse sul lato destro e nel casinò, dopo cena, e non si riesce a capire bene chi ha bevuto troppo Richebourg16 del ’71 e chi invece barcolla a causa del rollio17. Bisogna aggiungere poi che la maggior parte delle donne porta i tacchi alti, e potete ben immaginare la vertiginosa sequenza barcollamento/sfarfallamento/aggrappamento. Quasi tutti sulla Nadir sono venuti in coppia, e quando camminano sul mare grosso tendono ad abbracciarsi come fidanzatini al primo anno di college18 Si vede subito che gli piace — quando passeggiano, le donne fanno questo trucco di buttarsi fra le braccia degli uomini e di stringersi a loro, così le posture19 degli uomini si fanno più aitanti20, le facce gli diventano più serie e si capisce subito che si sentono insolitamente forti e protettivi. Una crociera extralusso 7NC è piena di queste piccole, strane, inaspettate chicche romantiche come aiutarsi l’un l’altro a camminare mentre la nave rolla – e in questi momenti si può ben capire come mai alle coppie anziane piace tanto andare in crociera.
(da David Foster Wallace, Una cosa divertente che non farò mai più, trad. di G. D’Angelo e F. Piccolo, Minimun Fax, Roma 2017)
13. che si beccheggi: che la nave oscilli nel senso della lunghezza.
14. l’asimmetria: la differenza.
15. L’avventura del Poseidon: film del 1972, tratto dal romanzo omonimo di Paul Gallico; narra del tragico ribaltamento di una nave a seguito di un maremoto e del tentativo di un gruppo di
COME CONTINUA...
superstiti di mettersi in salvo cercando di raggiungere la parte emersa dello scafo.
16. Richebourg: vino rosso francese di gran pregio e molto costoso.
17. rollio: oscillazione della nave un lato all’altro in senso trasversale.
E. Questo ristorante sta sul ponte 7, è la sala da pranzo elegante e nessuno Io chiama mai «Ristorante Caravelle» (e men che mai soltanto «Ristorante») – ma sempre «Ristorante Caravelle a cinque stelle».
F. Questo momento di passaggio è particolarmente intenso e quasi piacevole: assomiglia molto al paio di secondi che passano tra quando si sente di dover starnutire e lo starnuto vero e proprio, una specie di meravigliosa dilatazione, in cui il controllo viene trasferito a grandi forze automatiche (l’analogia con lo starnuto può sembrare bizzarra, ma è vera, e Trudy21 mi ha detto che ho il suo appoggio).
18. college: negli Stati Uniti il primo livello di studi universitari.
19. posture: gli atteggiamenti, le posizioni del corpo.
20. aitanti: energiche.
21. Trudy: la più simpatica tra le signore con cui il narratore condivide il tavolo da pranzo.
Nei successivi giorni di crociera il protagonista esplora ogni aspetto della nave. David Foster Wallace descrive le varie attività offerte ai croceristi, le giornate perfettamente organizzate, i comportamenti degli altri viaggiatori, i propri rapporti con loro e racconta le esperienze personali a bordo della nave. Anche quando la sua osservazione diventa più critica, non perde mai la leggerezza, grazie alla quale il lettore può sorridere divertito di questa satira sull’opulenza e il divertimento di massa.
COMPRENDERE
L’autore e il narratore
1. Chi è il narratore del reportage?
Un anonimo crocerista L’autore
Un membro dell’equipaggio
Una voce sconosciuta
2. Nella seguente frase, quali parole fanno capire con chiarezza che il narratore è interno? Perché?
«Continuo ad aspettarmi di vedere qualcuno dell’equipaggio nella tradizionale giacca di tela cerata gialla, ma niente»
Chi/Che cosa?
3. Qual è il comportamento dei croceristi durante le ore di burrasca? Affrontano con serenità l’inconveniente.
Conversano nei salotti della nave e giocano a carte
Si riuniscono in capannelli e brontolano
Si chiudono nelle cabine attendendo ordini
4. Dove si aggira il protagonista durante la burrasca? Perché?
5. I croceristi sembrano persone che vogliono divertirsi a tutti i costi: perché? Che cosa si aspettano da questo viaggio?
6. L’atteggiamento dello staff della Celebrity davanti alla burrasca che rovina i primi giorni di navigazione è di imbarazzo: perché?
ANALIZZARE E INTERPRETARE
Il reportage
7. Quali reali informazioni dà il protagonista sulla nave da crociera e sul personale? Scegli dall’elenco sovrabbondante le due risposte corrette.
Si viaggia su una carretta del mare La nave è sicura e offre il massimo comfort Ci sono tanti ponti e troppe sale giochi L’affabilità dello staff L’imperturbabilità del capitano La bravura dei cuochi
8. Secondo te il protagonista si sta divertendo durante questi primi giorni di crociera o si sta annoiando?
L’ironia
9. Individua nel testo e nelle note alcune osservazioni ironiche su quanto avviene sulla nave. Per esempio: le chiacchiere a tavola attorno ai propri malesseri; la nota 3; i cerotti transdermici…
OLTRE IL TESTO
Scrittura creativa
10. Sei tu l’autore: scrivi un breve reportage ironico, di due o tre paragrafi, su un argomento a tua libera scelta. Ad esempio: il tragitto da casa tua a scuola.
A TE LA PAROLA
«Credo che tutta la scrittura di qualità affronti, in un modo o nell’altro, il problema della solitudine, proponendosi come antidoto a essa. Siamo tutti terribilmente soli.
E se non altro nella narrativa esiste una modalità che ti consente di raggiungere con il mondo, con una mente e con dei personaggi un livello di intimità che, nella
vita di tutti i giorni, sarebbe fuori dalla tua portata». Che cosa pensi idi questa osservazione di David Foster Wallace? Concordi con lui? Pensi anche tu che la solitudine sia una costante nella vita di ciascuno di noi? E che solo la letteratura possa neutralizzarla? Oppure ritieni siano altre le molle che ci inducono a conoscere gli altri?
Persona reale o gruppo che ha ideato e scritto l’opera
IL CIRCUITO COMUNICATIVO
L’autore e il narratore possono coincidere
Reportage narrativo
Racconto giornalistico in cui un testimone diretto racconta i fatti
Autobiografia
L’autore narra la propria vita o esperienze personali dirette
Figura letteraria creata dall’autore, è la voce che racconta la storia
� Destinatario del testo narrativo
� Stabilisce un implicito patto narrativo con l’autore: tramite una lettura disponibile, entra nel mondo fittizio creato dall’autore e si lascia coinvolgere
� La comprensione del testo richiede una lettura attiva
Racconta la propria storia o un episodio di cui è stato testimone diretto
Racconta episodi a cui non ha partecipato direttamente
Generi e Temi
Dall’avventura al giallo, al romanzo storico, all’horror, le forme e i generi della narrativa impegnata e di intrattenimento.
1. La narrativa di avventura
1. Conoscere il genere
2. La storia del genere
2. Ridere e sorridere
1. L’arte di far ridere
2. La narrativa umoristica
3. Il giallo e il noir
1. La narrativa poliziesca
2. Il poliziesco classico
3. Il poliziesco d’azione
4. La narrativa fantastica
1. La favola e la fiaba
2. La narrativa fantastica
3. I grandi modelli
5. La narrativa horror
1. Presenze inquietanti e misteriose
2. Un filone appassionante
3. Incontro col vampiro
6. La fantascienza e il fantasy
1. La fantascienza
2. Il fantasy
7. Giovani protagonisti
1. Il romanzo di formazione
2. I giovani nella letteratura
8. Individui e società
1. La narrativa realistico-sociale
2. La storia del genere: i grandi modelli
9. Storia e memoria
1. La narrativa storica
2. Il romanzo storico
Generi e temi della narrativa letteraria
Entrando in una libreria...
Entrando in una libreria e soffermandoci a curiosare fra gli scaffali è facile rendersi conto che i libri sono disposti in base a categorie facilmente intuibili: narrativa, poesia, guide turistiche, saggi critici e storici, libri di cucina, favole e fiabe, libri d’arte, novità, libri di fotografia, libri per ragazzi...
Le forme
Sugli scaffali di narrativa i volumi di racconti e di romanzi sono insieme, pur essendo due forme letterarie diverse. Il racconto, improntato alla logica della brevitas, si regge sulla rapidità del ritmo narrativo e su un intreccio retto da rapide connessioni di senso. Il romanzo presenta una storia lunga e articolata, che può estendersi anche in più volumi.
Qual è la differenza sostanziale fra racconto e romanzo?
Secondo lo scrittore contemporaneo Edgar Keret, famoso per i suoi racconti brevi il romanzo è paragonabile a un filmato; il racconto a una fotografia: entrambi narrano lo stesso evento, ma da prospettive diverse: «Il racconto è come l’aceto balsamico. Prendi un sapore e lo comprimi a tal punto da portarlo allo stremo. Il romanzo ti permette di sostare in un mondo parallelo per giorni, talvolta settimane o mesi. Il racconto ti fa entrare e dopo un attimo ti dà uno schiaffo e ti butta fuori con forza».
(Riduz. da La scrittura è un esercizio di empatia, «Bet Magazine», aprile 2020)
I generi letterari
I racconti e i romanzi che affollano gli scaffali di narrativa sono solitamente disposti secondo criteri legati al genere letterario, così che il lettore possa orientarsi facilmente in base ai propri gusti: gialli, horror, avventura, fantascienza, fantasy ecc. I generi letterari sono una classificazione aperta e in buona parte intuitiva che risponde principalmente a bisogni pratici: indirizzare il lettore attivando le sue aspettative sui contenuti e sulla modalità della comunicazione letteraria.
Leggendo una favola ci si aspetta che il linguaggio sia semplice e che ci sia il lieto fine; leggendo un giallo, si sa già che ci sarà un crimine, più o meno efferato, un investigatore alla ricerca del colpevole e che molto probabilmente il colpevole verrà catturato.
Tu che tipo di lettore sei? Preferisci le forme brevi della narrativa, come i racconti? Oppure ti piace immergerti in storie lunghe, che durano pagine e pagine e ti tengono compagnia per diversi giorni o settimane?
Il racconto
Il racconto è un testo letterario narrativo in prosa caratterizzato dalla brevità; alcuni racconti possono essere lunghi addirittura mezza pagina, o anche meno. In questo spazio ristretto lo scrittore delinea un ambiente o una situazione nella quale muove i suoi personaggi, spesso uno solo, rappresentando esperienze comuni o casi insoliti, reali o fantastici. Nel racconto lo sviluppo della storia è necessariamente circoscritto. La brevità, comunque, non costituisce un limite: un abile scrittore riesce anche in un breve spazio a rendere l’emozione di una vicenda umana, a ricreare un mondo, reale o immaginario che sia, ma sempre riconoscibile e vivo.
Le origini
Le origini del racconto sono lontanissime; risalgono ai miti e alle leggende, in cui agiscono dèi e demoni, alle favole, alle narrazioni che si perdono nel favoloso Oriente, nell’India, nella Persia, nell’Arabia delle Mille e una notte.
I racconti sono presenti nella letteratura classica greca e latina, anche se nell’antichità il racconto solitamente è parte di una narrazione più ampia. Fra gli antenati meno remoti vi sono gli exempla medievali (al singolare exemplum): brevi aneddoti riprodotti nei trattati morali come esempi di verità o prove, perciò tanto più efficaci quanto più brevi e calzanti. Inoltre, provenienti dalla Francia e destinati all’aristocratico pubblico dei castelli, vi sono i medievali lai dei trovatori, canzoni narrative quasi sempre di argomento amoroso, e gli allegri fabliaux, semplici racconti brevi di argomento comico e di ambientazione realistica.
La novella
La novella italiana nasce in Toscana tra la fine del Duecento e l’inizio del Trecento con la fondazione stessa della nostra letteratura. È una forma breve di racconto in prosa, autonomo e con personaggi umani. La struttura è elastica, cioè aperta a una molteplicità di temi e influenze storiche e ambientali. Fin dalle origini della nostra lingua la parola “novella” individua il nucleo originario, e cioè il “fatto nuovo”, in continuità con il termine latino novitas, che significa “notizia”.
Racconto o novella?
In narrativa, le parole “racconto” e “novella” sono equivalenti, e dunque interscambiabili; nell’uso è prevalso un termine o l’altro a seconda dell’epoca storica. In Italia, gli scrittori del Duecento e Trecento privilegiarono l’uso di novella; il termine venne usato anche nei secoli successivi, fin verso la fine del Settecento. Dall’Ottocento in poi, gli scrittori e i critici
hanno generalmente preferito usare un termine nuovo, “racconto”, anche per evidenziare una produzione rinnovata rispetto alla tradizione. Per questi motivi parliamo di novelle di Giovanni Boccaccio (XIV secolo) e di racconti di Italo Calvino (XX secolo); parliamo invece di novelle di Luigi Pirandello (XX secolo), perché è stato lo scrittore stesso a effettuare questa scelta.
Nel racconto novellistico confluiscono le tradizioni favolistiche greche e romane, la letteratura religiosa del Medioevo, quella giullaresca, le cronache municipali e soprattutto la narrativa orientale, diffusa in Occidente dagli arabi di Spagna e dai viaggiatori europei di ritorno dall’Asia. È da questa tradizione che nell’Europa medievale del Duecento si fa strada la novella in prosa, scritta non più in latino ma in una delle lingue cosiddette “volgari”, cioè che si sono andate formando nei secoli successivi alla caduta dell’Impero romano d’Occidente (476 d.C.). Il primo libro di novelle in volgare italiano è il Novellino, una raccolta anonima in prosa della fine del Duecento costituita da un prologo e 99 brevi testi di intonazione comica, spesso burlesca, volti a celebrare virtù o a bollare i vizi più pericolosi. La novella è rivolta a un pubblico laico, non particolarmente colto ma di cuore nobile e di intelligenza sottile. La varietà di dimensioni, di stili e di codici rende la novella funzionale a più scopi: divertire, insegnare, riflettere sul mondo. Sganciate da finalità etico-religiose, le novelle intrattengono piacevolmente l’aristocrazia feudale e, più tardi, la ricca borghesia delle città comunali. Nel Trecento le vicende e i personaggi delle novelle rispecchiano la vita della comunità mercantile. Fra la produzione inglese ricordiamo I racconti di Canterbury (1388-1400) di Geoffrey Chaucer e, in Italia, il Decameron (1349-1351), il capolavoro dello scrittore toscano Giovanni Boccaccio. Costituito da cento novelle ordinate in una cornice narrativa, il Decamern attesta il carattere realistico di questa nuova forma letteraria e si propone come punto di riferimento per gli scrittori successivi, soprattutto sul piano stilistico e linguistico. Dopo essere fiorita nel corso del Rinascimento, la novella divenne nel Seicento e nel Settecento un genere decisamente minore.
Il racconto moderno
Nel corso dell’Ottocento, nelle letterature europee si assiste alla rinascita della novella, ovvero del racconto moderno in prosa. Per la sua struttura compatta il racconto si presta a cogliere con incisività brevi scene, aspetti isolati o insoliti
della realtà, o anche aspetti più inquietanti, ai confini della realtà. Il racconto, insieme al romanzo, inizia quindi ad articolarsi e a svilupparsi in generi diversi, differenti per elementi contenutistici, formali e stilistici: il racconto d’avventura, poliziesco, psicologico, sociale, e così via.
Il racconto mantiene intatta una grande vitalità anche nel Novecento, e nei nostri giorni. Per molti scrittori a noi contemporanei la misura breve viene ritenuta la più adatta a rappresentare un personaggio particolare, oppure un “caso”, o una determinata situazione psicologica o sociale.
Altri linguaggi: lo storytelling
Storytelling è un’espressione inglese usata per indicare brevi narrazioni (a scopo pubblicitario, politico o commerciale), spesso frammentarie ma accattivanti, capaci di catturare l’attenzione del lettore. Con il forte
Il romanzo
sviluppo dei social media, si è diffuso inoltre il visual storytelling, che sfrutta il potere delle immagini per raccontare storie che coinvolgono il pubblico con immediatezza e partecipazione emotiva.
Il romanzo è un testo letterario narrativo in prosa di ampia estensione. Si distingue dal racconto per la sua maggiore lunghezza, per la trama complessa, ricca di personaggi e avvenimenti, che si svolge sullo sfondo di un ambiente storico o contemporaneo, realistico o fantastico. Il romanzo supera in genere le cento pagine; è perciò concepito per essere goduto seguendo un ritmo di lettura che si prolunga nel tempo. L’ampia dimensione consente allo scrittore di creare mondi complessi, spesso affascinanti, capaci di catturare il lettore e coinvolgerlo.
Le fonti classiche
Il romanzo affonda le sue radici in testi assai lontani nel tempo: nelle letterature orientali, assiro-babilonese, egizia, aramaica, araba e nella letteratura classica greca e latina. Dalla letteratura latina sono giunti a noi due romanzi: il Satyricon di Petronio (I secolo d.C.), di cui conserviamo però solo alcuni frammenti, e Le metamorfosi, o L’asino d’oro di Lucio Apuleio (II secolo d.C.), l’unico romanzo latino pervenutoci intero. In entrambi sono presenti alcuni elementi di grande importanza per lo sviluppo successivo del romanzo: il gusto per i colpi di scena, per i dialoghi incalzanti, per il magico e misterioso, per la ricerca della suspense e delle soluzioni mirabolanti.
L’origine della parola “romanzo”
La parola “romanzo” trae origine dell’avverbio latino romanice, con cui si usava indicare il romanice loqui, vale a dire la parlata “volgare”, “popolare” (da vulgus, “popolo”), e perciò diversa, contrapposta al latino (Latine loqui). Da romanice derivano il francese antico romanz e l’italiano romanzo, con cui nel XII secolo venivano indicati i poemi di argomento avventuroso
Il romanzo cortese
e amoroso. Dal XIII secolo in poi il termine “romanzo” indica quasi esclusivamente le narrazioni in prosa, di ampia estensione, capaci di rappresentare un mondo complesso, variamente articolato. In questo suo significato lo troviamo usato anche da Dante Alighieri nella Divina Commedia, là dove egli distingue tra “versi d’amore e prose di romanzi” (Purgatorio, canto XXVI).
Nell’Europa del Medioevo, il romanzo fiorisce con lo sviluppo delle lingue e delle letterature in volgare, ispirandosi a storie, leggende e capolavori narrativi dell’antichità adattati alla realtà del mondo feudale. Destinato al pubblico ari-
stocratico delle corti signorili, il romanzo medievale, o “romanzo cortese”, è scritto in versi. Si sviluppa nei secoli XI e XIII nelle corti del Nord della Francia e in Inghilterra e presenta modelli di vita ispirati ai valori degli ideali cavallereschi: il culto della donna, vista come un essere sublime; la raffinatezza dei costumi; il gusto per l’avventura e la prodezza; l’esaltazione della potenza magica dell’amore e dei valori della corte.
A differenza dell’epica, le storie non riguardano imprese militari collettive ma avventure di singoli individui, o piccoli gruppi di cavalieri, come le vicende del mitico re Artù e dei cavalieri della Tavola Rotonda; l’amore di Lancillotto, il più valoroso cavaliere della Tavola rotonda, per Ginevra, la moglie di Artù; il tragico amore, sbocciato in virtù di un filtro magico, fra Tristano e la bella Isotta, moglie di re Marco di Cornovaglia; la ricerca del misterioso e sacro Graal, la coppa in cui, secondo una tradizione, venne raccolto il sangue di Cristo.
I romanzi cortesi ebbero successive versioni in prosa e un’ampia diffusione nelle corti europee. A partire dal XIII-XIV secolo contribuirono, soprattutto in Italia, ad allargare il pubblico di lettori, interessando gli strati borghesi e mercantili che si andavano sviluppando nelle città.
Rinascimento ed età barocca
Nel Cinquecento e nel Seicento, con il declino del poema cavalleresco e dei suoi ideali, anche il romanzo assume caratteri nuovi. Un esempio significativo è il romanzo umoristico-satirico Gargantua e Pantagruele, dell’umanista francese Francois Rabelais, in cui vengono narrate le avventure fantastiche di due giganti ( p. 201).
In Spagna invece si sviluppano i romanzi picareschi, la cui trama si basa su uno stravolgimento degli schemi della letteratura cavalleresca e i cui protagonisti non sono nobili cavalieri ma “picari”, cioè “furfanti”, solitamente vagabondi o ladri privi di scrupoli coinvolti in peripezie di ogni tipo. Dal contrasto fra gli ideali eroici della cavalleria e la realtà contemporanea, ambigua e contraddittoria, nasce in Spagna un capolavoro dell’età barocca, il romanzo Don Chisciotte della Mancia (1605-15) dello spagnolo Miguel de Cervantes ( p. 154).
Il romanzo moderno
Il romanzo moderno nasce nel Settecento, in concomitanza con l’espansione dell’editoria e con il formarsi di un nuovo e vasto strato di lettori: la borghesia. Nel romanzo moderno l’azione si svolge quasi sempre in una società contemporanea, simile a quella reale, e i personaggi protagonisti sono figure intraprendenti, a volte problematiche, le cui avventure riflettono la mentalità e i valori di una società evoluta, avviata a un grande sviluppo industriale. Il primo esempio di romanzo moderno e di romanzo d’avventura è Robinson Crusoe dello scrittore inglese Daniel Defoe ( p. 158). Dalla vasta produzione inglese ricordiamo inoltre il romanzo di satira sociale I viaggi di Gulliver di Jonathan Swift.
Alla fine del Settecento, in opposizione al razionalismo dominante, si diffonde in Inghilterra il romanzo gotico o nero ( p. 312), caratterizzato dal prevalere di elementi fantastici.
I romanzi gotici sono ambientati in luoghi tenebrosi, cupi castelli medievali o conventi in cui si materializzano presenze inquietanti, come ne Il castello di Otranto di Horace Walpole.
Il secolo d’oro della narrativa
L’Ottocento è il secolo d’oro della narrativa. Il testo narrativo letterario in prosa inizia ad articolarsi in diversi generi, differenti per contenuti e stile, e che nel tempo si consolideranno spaziando dalla narrativa d’avventura a quella poliziesca, psicologica, storica ecc.
Nella prima metà dell’Ottocento, in concomitanza con le grandi trasformazioni politiche e sociali che attraversano l’Europa, il panorama culturale è dominato da un movimento artistico e letterario: il romanticismo. Gli scrittori romantici propongono una poetica rinnovata, basata sul rifiuto dei modelli classici e sulla valorizzazione della spontaneità e della fantasia dell’artista. Un’innovatrice nel campo della narrativa è l’inglese Mary Shelley, il cui romanzo, Frankenstein (1818), inaugura la narrativa fantastica horror ( p. 322). Ricordiamo inoltre, sempre nell’ambito del genere fantastico, il romanzo Lo strano caso del Dr. Jekyll e del Sig. Hyde di Robert Louis Stevenson, centrato sui temi dello sdoppiamento della personalità e della lotta fra bene e male ( p. 277)
Il Romanticismo
Animati da una fiducia profonda nel sicuro trionfo della civiltà, gli scrittori avvertono l’esigenza di rivolgersi direttamente al popolo, al nuovo pubblico in grado di leggere. In questo senso, la forma letteraria maggiormente rispondente alle nuove esigenze è la prosa, in particolare il romanzo; esso infatti, essendo privo di regole fisse, codificate, ben si adatta al principio romantico della libertà assoluta dell’arte da ogni norma compositiva esterna e rigida e al rinnovamento della cultura. Il romanzo può inoltre
Nel solco del realismo
accogliere i sentimenti e i drammi degli uomini contemporanei, di tutti gli strati della società. La narrativa romantica è percorsa da suggestioni nuove, anche sul piano tematico. Prevalgono la rappresentazione della natura come forza tumultuosa e oscura, il primato dei sentimenti e delle passioni, l’attenzione alla dimensione fantastica e interiore, il recupero delle tradizioni nazionali, la valorizzazione dello spirito religioso, l’esaltazione della giustizia e della libertà individuale e dei popoli.
Una tendenza che percorre la letteratura europea dell’Ottocento, in particolare dagli anni Trenta in poi, è il realismo, vale a dire la rappresentazione di vicende e personaggi inseriti in una concreta dimensione storica e sociale, come nel capolavoro Delitto e castigo di Fëdor Dostoevskij, un grande romanzo russo di indagine psicologica e riflessione sulla colpa. Nell’Ottocento, sempre nell’ambito del realismo, nasce il romanzo sociale, che si pone come specchio fedele della società e delle sue contraddizioni. Fra i maggiori esponenti di questo genere ricordiamo i francesi Victor Hugo, Gustave Flaubert, Honoré de Balzac e gli inglesi Jane Austen e Charles Dickens. Si diffonde inoltre il romanzo d’appendice, detto anche “romanzo popolare”, pubblicato a puntate sulla stampa quotidiana o a dispense. Rivolto a un vasto pubblico, è caratterizzato dal susseguirsi a ritmo incalzante di colpi di scena e di imprevedibili capovolgimenti di situazioni che permettono di allungare a piacere la narrazione, e dunque lo sfruttamento commerciale del successo.
Ancora nell’Ottocento, il rinnovato interesse per il passato dà luogo al romanzo storico, teso a ricostruire fedelmente vicende e ambienti anche molto lontani
nel tempo. Capostipite è lo scrittore inglese Walter Scott, autore di numerosi romanzi storici ambientati nell’Inghilterra del XII secolo, fra cui Ivanhoe, le cui vicende si snodano nell’epoca di Riccardo Cuor di Leone ( p. 503). In Italia invece si afferma con I promessi sposi di Alessandro Manzoni, centrato sulla valorizzazione degli ideali cristiani e sulla minuziosa ricostruzione della realtà politica e sociale della Lombardia del Seicento ( p. 508). Infine, nella seconda metà del secolo, il canone dell’assoluta oggettività e impersonalità della rappresentazione dà vita a due nuove correnti letterarie: il Naturalismo francese, i cui maggiori esponenti sono Guy de Maupassant ed Emile Zola, e il Verismo italiano, con i romanzi I Malavoglia e Mastro-don Gesualdo di Giovanni Verga.
Il romanzo del Novecento e il romanzo contemporaneo
Il romanzo del Novecento sviluppa alcune tematiche già presenti nella narrativa dell’Ottocento e ne individua di nuove. In particolare vengono sviluppate vicende che riflettono quella crisi delle certezze che percorre il nuovo secolo e coinvolge tutti i campi della cultura, a partire da quello scientifico. Dal Novecento in poi le scienze tendono infatti a discutere i propri fondamenti e i propri limiti e a sottoporsi a una continua verifica.
Determinanti, in questo senso, sono la nascita delle teorie psicoanalitiche, con Sigmund Freud, e, in ambito strettamente scientifico, la diffusione delle geometrie non euclidee, la teoria dei quanti (formulata da Max Planck nel 1900) e la teoria della relatività (pubblicata da Albert Einstein nel 1905). Nel Novecento, anche l’atteggiamento degli scrittori cambia. La narrativa tende a distaccarsi dai miti ottimisti del successo e del progresso costante dell’umanità per concentrarsi invece sull’interiorità dell’individuo, sulla sua psicologia e sulle contraddizioni che muovono l’animo umano. I personaggi protagonisti dei due grandi romanzi italiani degli inizi del Novecento, Il fu Mattia Pascal di Luigi Pirandello e La coscienza di Zeno di Italo Svevo, non sono eroi positivi ma “inetti”, vale a dire incapaci di orientarsi nel mondo in cui vivono e incapaci di intrecciare con gli altri rapporti positivi. Nel Novecento, secolo funestato da totalitarismi e dalle due guerre mondiali, la produzione della narrativa realista si allarga alla riflessione sulle tragedie personali e collettive degli anni della guerra e al tema del valore civile della memoria e della testimonianza. In Italia, la letteratura raggiunge un alto vertice con Se questo è un uomo di Primo Levi in cui l’autore testimonia con toni pacati la propria esperienza di ebreo sopravvissuto allo sterminio nazista nel lager di Auschwitz ( p. 516)
Rispetto al passato, un cambiamento fondamentale nel romanzo del Novecento riguarda le strutture narrative, in cui prevale la soggettività. Il punto di vista narrativo è quasi sempre interno e anche lo spazio e il tempo diventano soggettivi: in molti romanzi del Novecento e contemporanei la storia si snoda sul filo del libero flusso dei ricordi del narratore o del personaggio protagonista.
La narrativa di consumo
Dal XX secolo, con il diffondersi della scolarizzazione, il pubblico di lettori si amplia dando impulso alla produzione della narrativa di consumo, destinata a un vasto pubblico. Già presente nel secolo precedente, questo tipo di narrativa, indicata anche come narrativa “leggera” o “di evasione”, ruota intorno a un unico scopo: intrattenere e divertire il lettore. I romanzi e i racconti di con-
sumo spaziano in generi diversi; dall’avventura, al giallo, al romanzo storico o d’ambiente, all’horror e al fantasy. Un filone di successo è quello dei cosiddetti “romanzi rosa”, in cui vengono proposte sdolcinate vicende sentimentali. Alcuni romanzi di consumo diventano poi veri e propri best seller, ovvero grandi successi commerciali. La narrativa di consumo presenta, generalmente, un linguaggio semplice e rapido e storie movimentate, ricche di dialoghi incalzanti e colpi di scena, cioè rovesciamenti improvvisi di una situazione. Venduti in libreria, ma anche nei supermercati e nelle grandi catene di distribuzione, i romanzi di consumo sono prodotti che non richiedono al lettore un grande impegno; spesso il loro successo è effimero, dura pochi mesi, o una sola stagione, poi questi romanzi vengono accantonati, per immettere sul mercato prodotti nuovi, capaci assecondare i gusti delle masse.
La condizione postmoderna e la crisi del romanzo
Con l’inizio del XXI secolo la narrativa romanzesca, pur arricchendosi continuamente di nuovi scrittori, sembra stia smarrendo quella centralità culturale di cui aveva goduto nel passato. Il calo di vitalità del romanzo accompagna il passaggio dal moderno al “postmoderno”. In questa nuova condizione storica, determinata dall’affermarsi della società di massa e dalla poderosa diffusione dei nuovi media elettronici e informatici, le forme tradizionali di comunicazione e di trasmissione della cultura sono entrate in crisi e anche il panorama letterario si va parcellizzando L’intreccio rapido e continuo di immagini, parole, forme, sembra dominare la nostra vita, imponendo nuovi ritmi e frammentando i saperi, o creandone dei nuovi, alternativi a quelli del passato. L’evoluzione tecnologica ha cominciato a cambiare anche le modalità di lettura: oggi un romanzo può essere digitale e letto su schermo. Così, anche se il romanzo stampato su carta ha probabilmente ancora una lunga vita davanti a sé, i nuovi media stanno già cambiando le abitudini dei lettori.
Altri linguaggi: la graphic novel
La locuzione graphic novel (composta dalle parole inglesi graphic “grafico” e novel “romanzo”) viene usata per indicare una forma di narrativa particolare: il “romanzo grafico”. Diffusa soprattutto in internet, la graphic novel è un genere fumettistico in cui le storie, relativamente lunghe, presentano la struttura del romanzo. Due esempi fra i più più celebri: Maus di
Art Spiegelman (1986-1991) e Persepolis di Marjane Satrapi (2000). Nella nostra lingua, l’articolo determinativo che introduce la locuzione inglese può essere indifferentemente di genere femminile o maschile, anche se nell’uso il femminile è prevalente: la/le graphic novel.
Sguardi
PERCORSO 1. PAROLE LEGGERE
1. IN UN BALENO
T1 Anonimo, La gita di mezzanotte
T2 Peter Altenberg, I nervi
T3 Aldo Buzzi, Lei legge libri?
T4 Francesco Piccolo, Il film
T5 Gabriele Romagnoli, Il più gentile
2. QUEL BRIVIDO SOTTILE
T6 Scerbanenco, Verso mezzanotte
T7 Alberto Moravia, Seduta spiritica
T8 Dino Buzzati, Una goccia
T9 Primo Levi, Titanio
T10 Christoph Ransmayr, Nel profondo
3. IN FAMIGLIA
T11 Sam Shepard, Il sonnambulo
T12 Anton Čechov, Fiasco
T13 Ernest Hemingway, Un giorno di attesa
T14 Vitaliano Brancati, Poche e molte parole
T15 Italo Calvino, Luna e Gnac
Agenda 2030 Lo sviluppo sostenibile
4. SORPRESE FINALI
T16 Barbara Garlaschelli, Un colpo ben assestato
T17 Fredric Brown, La prima macchina del tempo
T18 Vittorio Zucconi, Il turista
T19 Mauro Corona, Dal libro delle sconfitte
T20 Stefano Benni, Una rosa rossa
T21 Achille Campanile, La scoperta dell’Europa
PERCORSO 2. ORIZZONTI NARRATIVI
5. RADICI
T22 Esopo, Il lupo e l’agnello
T23 Italo Svevo, L’asino e il pappagallo
T24 Italo Calvino, Il lupo e le tre ragazze
T25 Dino Buzzati, Troppo Natale
T26 Antonio Tabucchi, Sogno di Dedalo, architetto e aviatore
Quarantasei racconti completi di scrittori italiani e stranieri, classici o contemporanei, da leggere anche autonomamente.
6. I VOLTI DELL’AMORE
T27 Giovanni Boccaccio, La novelletta delle papere
T28 Vasco Pratolini, Una conchiglia per sentirci il mare
T29 Etgar Keret, Cosa abbiamo in tasca?
T30 Guy de Maupassant, La felicità
T31 Haruki Murakami, Vedendo una ragazza perfetta al 100% in una bella mattina di aprile
7. AI CONFINI DELLA REALTÀ
T32 José Saramago, Giardino d’inverno
T33 Lafcadio Hearn, Mujina
T34 Ambrose Bierce, L’allucinazione di Staley Fleming
T35 Nicoletta Vallorani, Mater terribilis
T36 Tommaso Landolfi, Il racconto del lupo mannaro
8. PERSONAGGI IN PRIMO PIANO
T37 Giacomo Leopardi, Dialogo di un venditore d’almanacchi e di un passeggere
T38 Elsa Morante, Prima della classe
T39 Andrés Neuman, Monologo della guardona
T40 Conrado Nalé Roxolo, Storia diabolica
T41 Vincenzo Cerami, Il rumorino crudele
T42 Heinrich Böll, Aneddoto con effetto deprimente sulla morale del lavoro Agenda 2030 Lo sviluppo sostenibile
9. I MAESTRI DELLA NARRATIVA BREVE
T43 Franz Kafka, Il cruccio del padre di famiglia
T44 Luigi Pirandello, Il corvo di Mizzaro
T45 James Joyce, Eveline
T46 Giovanni Verga, La chiave d’oro
Parole leggere 1
1. In un baleno
2. Quel brivido sottile
3. In famiglia
4. Sorprese finali
Festina lente, «affrettati lentamente»
Il grande editore umanista veneziano Aldo Manuzio, fondatore della più celebre tipografia d’Italia (1490), sul frontespizio dei suoi libri simboleggiava il motto latino Festina lente (“affrettati lentamente”) in un elegante marchio: un delfino che guizza sinuoso attorno a un’àncora. Il delfino, il più veloce e agile di ogni animale marino, rappresenta la velocità. L’àncora che lega e trattiene le navi indica la lentezza. Il delfino e l’àncora appartengono a un mondo omogeneo, di immagini marine.
Anche lo scrittore e il lettore appartengono a un mondo omogeneo, armonico. La narrativa letteraria è come un oceano libero, in cui lo scrittore esprime la propria fantasia, e in cui il lettore, come un delfino, può immergersi e spostarsi a suo piacere, seguendo le proprie emozioni. L’ancora è lì a ricordargli la lentezza con cui ci si immerge nella profondità della storia, del mondo dell’immaginazione, per goderlo appieno.
Parole leggere Il Percorso 1 è costituito da ventuno racconti completi, di diversi autori, italiani e stranieri, moderni e contemporanei. Alcuni racconti sono di autori consolidati, le cui opere hanno ricevuto diversi riconoscimenti di pubblico e di critica; altri sono di autori emergenti, interessanti per la capacità di avvicinarsi alla sensibilità dei giovani lettori. Il filo conduttore della prima sezio-
ne – In un baleno – è la forma, la brevità: ciascuno dei cinque racconti delinea in poche righe un’immagine, una storia. Le altre tre sezioni sono tematiche. Quel brivido sottile presenta cinque racconti, diversi per stile e tecniche narrative, ma tutti giocati sulla suspense e sul colpo di scena. La seconda sezione, In famiglia è composta da racconti che sollecitano una riflessione sui propri comportamenti personali e sociali. Il percorso si chiude con Sorprese finali: sei racconti a effetto che catturano l’attenzione del lettore. Parole leggere è un percorso inclusivo, tracciato per sollecitare il piacere della lettura autonoma. Ogni sezione si apre con un invito incoraggiante: la comprensione del racconto posto ad apertura è guidata da alcune osservazioni, poste nel colonnino, che avviano a una lettura attiva e consapevole. I ventuno racconti possono essere letti in modo silenzioso, ma anche ad alta voce in classe, in un’attività di gruppo.
I NODI da sciogliere Ciascun racconto è accompagnato da alcune attività – I nodi da sciogliere: brevi questionari finalizzati a consolidare le competenze di lettura e di analisi del testo letterario. Strettamente collegati alla sezione
TECNICHE dei Sentieri dell’immaginario, le attività proposte sono un invito alla riflessione e indirizzano l’attenzione del lettore sugli aspetti che caratterizzano il racconto sul piano delle tecniche narrative.
Il racconto è un apologo: una favola allegorica caratterizzata da uno spiccato senso morale.
Anonimo
La gita di mezzanotte
Il testo
Questo breve racconto ci immette con leggerezza nel cuore del buddhismo Zen, una filosofia di vita sviluppatasi in Giappone a partire dal XIII secolo che trae origine dall’insegnamento di monaci leggendari.
Molti allievi studiavano meditazione sotto la guida del maestro zen Sengai. Uno di questi tutte le notti si alzava, scavalcava il muro del tempio e andava a divertirsi in città.
5 10
Una notte, nel fare un giro di ispezione nei dormitori, Sengai scoprì l’assenza dell’allievo, e trovò anche l’alto sgabello che egli aveva usato per scalare il muro. Sengai tolse lo sgabello e si appostò ai piedi del muro.
Quando il nottambulo tornò, non sapendo che Sengai era lo sgabello, mise il piede sul capo del maestro e saltò nel giardino. Non appena scoprì ciò che aveva fatto rimase sgomento.
Sengai disse: «La mattina presto fa molto freddo. Bada a non prenderti un raffreddore».
L’allievo non uscì più di notte.
Peter Altenberg
I nervi
Il testo
In questa rapida e spiritosa scenetta lo scrittore austriaco Peter Altenberg (1859-1919) tratteggia un aspetto dell’amicizia.
Un’insolita richiesta, ma come potrebbe un amico non esaudirla? 5
I NODI da sciogliere
Avevo un amico, un uomo intelligentissimo. Ma i suoi nervi, oh, quelli non erano affatto intelligenti... Una sera al caffè mi disse: «Peter, dovresti farmi un enorme piacere, un piacere da amico! Oggi mi sento di nuovo così vecchio, così spento... Ti prego, fra cinque minuti dimmi che oggi ho un aspetto particolarmente fresco e giovanile...». Io presi l’orologio, lo posai sul tavolo e dissi dopo cinque minuti: «Dimmi un po’, che ti succede oggi? È un pezzo che non avevi un aspetto così giovanilmente fresco...!». Si fece tutto rosso per la gioia, si entusiasmò e rispose: «Davvero ? Sono proprio contento! Nessuno al mondo sa dire le cose che fanno piacere nel modo in cui le sai dire tu!».
1. Identifica i due racconti: chi è l’autore? Il narratore è interno? È esterno?
2. Indica chi sono i personaggi presenti in ciascuno dei due racconti.
3. In entrambi i racconti quale ordine segue la narrazione dei fatti? Fabula e intreccio coincidono?
4. Come si concludono i due racconti? Bene? Male? L’equilibrio si ricompone? La tua opinione
5. Quale dei due racconti ti è piaciuto di più? Perché? Motiva la tua risposta.
Il racconto è un apologo: una favola allegorica caratterizzata da uno spiccato senso morale.
Aldo Buzzi Lei legge libri?
Il testo
Questo racconto dello scrittore e architetto Aldo Buzzi (1910-2009) è costituito da un unico dialogo.
«Lei legge libri?»
«Sì… qualche volta...Veramente più giornali... illustrati.»
«Ma un vero libro?»
«Sì... molti anni fa. Robinson1 ... un libro di avventure per ragazzi.»
«Le è piaciuto?»
«L’ho interrotto. Avevo da fare.»
«E non l’ha più ripreso?»
«No. Avevo da fare... dovevo lavorare come apprendista barbiere.»
«Ce l’ha ancora, il libro?»
«Sì, lo leggerà mio figlio. Lavorare e leggere è difficile.»
«Ha letto altro?»
«Sì, qualche cosa di Cuore, I ragazzi della via Pal 2.»
«Sempre da giovane?»
«Sì. Ora leggo solo i giornali che tengo in negozio per i clienti mentre aspetto i clienti.»
«E con Robinson fin dove è arrivato?»
«Non mi ricordo. Ma non sono andato molto avanti.»
«Di Cuore cosa ricorda?»
«Mah... Ho letto qua e là... Bisognerebbe trovare un libro che piaccia veramente. Ai baffi do una regolata?»
(da Aldo Buzzi, Un debole per quasi tutto, Ponte alle Grazie, Firenze 2006)
I NODI da sciogliere
1. Il dialogo incalzante fra i due personaggi in quale forma procede? (Discorso diretto libero? Discorso diretto legato?)
2. Chi sono i due personaggi che parlano? In quale punto del testo il lettore capisce qual è la loro identità?
Scrittura creativa
3. Modifica il testo: inserisci alcune battute a tua scelta, coerenti con la situazione e il discorso.
A TE LA PAROLA
Tu come sei? Ti piace leggere? Quali sono i tuoi gusti? Racconta.
Francesco Piccolo
Il film
Il testo
L’allegria di un episodio di vita vissuta in un racconto condotta con sottile ironia da Francesco Piccolo, noto scrittore e sceneggiatore italiano contemporaneo (1964).
Nelle pagine romane del quotidiano, il mercoledì o a volte anche prima, vedo l’annuncio di un film che aspettavo. C’è scritto: «da venerdì ». Chiudo il giornale sapendo che da venerdì comincerà un segmento di tempo dentro cui una sera, presto, andrò a vederlo. Non so ancora dove, quando. Ma ci andrò.
Poi arriva il venerdì, e passa. Il primo fine settimana non se ne parla. Altrimenti anche il sapore dell’attesa durerebbe poco; e poi il primo fine settimana ci vanno tutti.
Aspetto.
Dalla settimana successiva, ogni giorno studio le sale e gli orari, il cinema più vicino o quello che mi piace di più, valuto la sala ma anche la strada, e se devo dirla tutta anche il marciapiede dove all’uscita chiederò a qualcuno una sigaretta e la fumerò con un piacere lento, ripensando ad alcuni dialoghi del film. Finirò per scegliere anche il marciapiede dove lascerò il mozzicone della mia sigaretta dopo il film. Penso di andarci da solo al primo spettacolo, oppure con qualcuno alle otto e mezza di sera, anzi – meglio – penso di uscire di casa dopo cena e chiedere a un amico di arrivare un po’ prima e passeggiare intorno all’isolato e poi entrare all’ultimo spettacolo.
E aspetto. Aspetto. Dico: ci vado la prossima settimana.
Settimana dopo settimana vedo le sale che cambiano, che si riducono; e so che il prossimo giovedì tremerò perché da domani forse non c’è più, il film. E poi c’è, per fortuna, ma spostato in una sala piccola o periferica, come in un’agonia lenta, che non termina perché sta aspettando me. È più difficile, adesso, più lontano, più complesso; più arduo trovare qualcuno che non l’abbia ancora visto.
Solo a questo punto comincia a sedurmi un’idea nuova, maliziosa, e nell’attimo in cui la penso, decido, con coscienza, di metterla senz’altro in pratica – una cosa insensata ma alla quale non so resistere.
Non ci andrò.
Scalpiterò l’ultimo giorno, un giovedì, sapendo che da domani scomparirà, telefonerò a tutti quelli che conosco dicendo che forse bisognerebbe proprio andarci perché è l’ultimo giorno; ma avendo una buona scusa per dire che non ce la faccio in tempo, se qualcuno dovesse poi essere realmente disponibile.
E poi lo lascio andare via, quel film che volevo assolutamente vedere; non potevo perdermelo e me lo perdo, e da domani dirò che me lo sono perso, che mi dispiace. Il venerdì apro il giornale, scorro tutte le sale, e davvero non c’è più, è scomparso.
E io mi sento, in qualche modo incomprensibile, sollevato. (da Francesco Piccolo, Momenti di trascurabile felicità, Einaudi,Torino 2010)
I NODI da sciogliere
1. Chi è l’autore del racconto? Il narratore è interno? È esterno?
2. Ripercorri la storia: rispondi alle domande.
a. Come si comporta il protagonista quando legge sul giornale l’annuncio della programmazione di un film che sta aspettando?
b. Che cosa fa il protagonista nelle settimane successive?
c. Passa il tempo e il film è ormai proiettato solo in alcune sale di periferia: che cosa pensa il protagonista? Quale nuova idea lo attrae?
d. Qual è la sua reazione l’ultimo giorno di proiezione?
e. Qual è il suo stato d’animo quando il film esce di programmazione?
3. Vedere un film è uno svago piacevole per moltissime persone, ma evidentemente non lo è per il protagonista. Perché, alla fine, non va al cinema?
4. Indica alcune espressioni da cui si capisce che il protagonista del racconto è un uomo (tieni presente le regole della concordanza grammaticale).
A TE LA PAROLA
Tu come sei? Come ti comporti quando non hai voglia di fare qualcosa? Per esempio fare una commissione o pulire la tua stanza. Tergiversi, come il protagonista del racconto? E alla fine la spunti, come lui? Racconta.
1 mala: la malavita organizzata.
Gabriele Romagnoli Il più gentile
Il testo
New York, di notte. Due uomini aspettano l’arrivo della metropolitana. Che cosa accadrà? Quale insolito destino li attende?
Il racconto è dello scrittore e giornalista contemporaneo Gabriele Romagnoli (1960).
Alle 22 e 7 minuti di una notte di fine maggio due uomini stavano seduti su una panchina, nella stazione della metropolitana di Hunter College, a New York. Erano simili per aspetto ed età: quarant’anni circa, pelle bianca, fisico asciutto, capelli corti. Nell’attesa del treno vagavano con lo sguardo.
Un ragazzo si avvicinò. Aveva l’aspetto di uno studente: pelle scura, pizzetto scolpito, la camicia a scacchi fuori dai jeans, scarpe da tennis, uno zainetto portato al contrario, con la sacca sulla pancia.
Fece cadere la domanda a metà strada fra i due uomini. La formulò in maniera impersonale, senza rivolgersi a nessuno dei due in particolare. Chiese: «Sapete l’ora?».
Uno dei due uomini sulla panchina fissò il ragazzo, con diffidenza. L’altro abbassò lo sguardo e, insieme, ruotò il polso. Il suo orologio aveva un quadrante blu. Disse: «Le dieci e sette».
Il ragazzo gli sorrise. Disse: «Grazie». Infilò la mano nello zaino, estrasse la pistola e sparò tra gli occhi all’uomo che non aveva risposto. Neppure per un istante, nel farlo, smise di sorridere.
Si voltò e fuggì. Nessuno lo inseguì. L’uomo che aveva detto l’ora posò la mano sul torace dell’altro: il cuore era già fermo.
Rimase accanto al cadavere, continuando a guardarsi il polso, incredulo.
Al poliziotto che lo interrogò spiegò i fatti nella connessione causale che attribuiva loro: «È arrivato, ha chiesto l’ora, io ho risposto, ha ucciso l’altro». L’agente prese nota, senza dedurne alcun movente. Solo all’uomo dall’orologio col quadrante blu era evidente l’etica del destino: il più gentile sopravvive.
Se ne convinse e così visse il resto della sua vita: gentilmente. Si trasferì in California e campò più a lungo di chiunque. Non lesse mai, sul “New York Post”, un trafiletto apparso due anni dopo quella notte nella metropolitana, in cui si dava notizia dell’arresto di un ragazzo nero che, tempo prima, aveva ucciso su commissione un avvocato quarantenne legato alla mala1 mentre aspettava il treno a Hunter College. Non avrebbe cambiato le cose: il più gentile era sopravvissuto.
(da Gabriele Romagnoli, Solo i treni hanno la strada segnata, Mondadori, Milano 2008)
I NODI da sciogliere
1. Chi è l’autore del racconto? Il narratore è interno? È esterno?
2. Ripercorri il drammatico episodio dell’omicidio: dove avviene? Chi sono i personaggi presenti? Che cosa accade?
3. Il titolo del racconto esprime un convincimento del sopravvissuto: quale?
4. Tale convincimento, che pure influirà su tutta la vita del sopravvissuto, non ha ha un fondamento reale: perché?
5. In relazione al contesto spiega il significato delle parole o espressioni evidenziate.
a. «Rimase accanto al cadavere, continuando a guardarsi il polso, incredulo.»
b. «Al poliziotto che lo interrogò spiegò i fatti nella connessione causale che attribuiva loro»
c. «Solo all’uomo dall’orologio col quadrante blu era evidente l’etica del destino la morale»programmazione di un film che sta aspettando?
Temi di Educazione civica
Tre
1 La tutela dell’ambiente
Doc 1 Marcella Mallen e Pierluigi Stefanini, La tutela dell’ambiente ora è nella Costituzione
Doc 2 Renato Kizito Sesana, L’Africa e la natura violata
Doc 3 Ferdinando Boero e Roberto Danovaro, Gli oceani sono il “motore” della Terra
Doc 4 Cecilia Mussi, Calcoliamo quanta CO2 produce ciascuno di noi
questioni di scottante attualità per riflettere sulla realtà del nostro presente.
2 La parità di genere
Doc 5 Diego Adragna, Le nostre sapienti bisnonne analfabete
Doc 6 Rita Querzé, Colmare il pay gap
Doc 7 Massimo Gramellini, Donna moderna
Doc 8 Barbara Stefanelli, Le violenze e il coraggio di una donna
3 I social media
Doc 9 Chiara Guzzonato, Social network: tutti a caccia di like
Doc 10 Carlo Bordoni, Non bisogna vietare il cellulare ma promuoverne un uso consapevole
Doc 11 Paolo Conti, Farsi un’opinione su tutto è normale. Ma è giusto divulgarla su web e social?
Doc 12 Veronica Gallo, Intelligenza artificiale e reti neurali
Tre questioni scottanti
Tre sfide per i giovani
Sono tante le sfide che impegneranno nell’avvenire i cittadini del mondo. Fra esse, tre tematiche in primo piano: la tutela dell’ambiente, la parità di genere, i social media. Sono tre tematiche di attualità, ciascuna delle quali sollecita a vincere l’indifferenza e aprirsi agli altri in un impegno attivo: informarsi, capire e se necessario agire.
1. La tutela dell’ambiente
La tutela dell’ambiente può essere definita come la difesa della nostra patria comune: la Terra. Salvaguardare la flora e la fauna dai danni prodotti dall’invadente urbanizzazione e dallo sfruttamento intensivo delle risorse è un primo obiettivo. Ma non basta, perché il cambiamento climatico dimostra oramai che il nostro stesso pianeta subisce i danni causati dall’imprevidenza umana. Il clima è un’emergenza ineludibile, un problema che cresce a velocità esponenziale. Nel contempo si diffonde però anche la coscienza di esso, e chi più di tutti sente la responsabilità di affrontarlo sono giustamente i giovani, sempre più in primo piano nella difesa della Terra.
2. La parità di genere
La parità tra i sessi, sancita dalla Costituzione, ha alle spalle una lunga storia di diritti negati. È un problema economico, ma anche una questione sociale, culturale e di costume. Nei secoli passati le donne sono state discriminate: subordinate a leggi e costumi arcaici che le relegavano a ruoli subalterni, spesso prive del diritto allo studio e all’autodeterminazione. Oggi la realtà del mondo del lavoro mostra ancora la necessità di un intervento collettivo, e la cronaca evidenzia l’urgenza di intervenire per porre un freno alla violenza sulle donne. C’è ancora molta strada da percorrere verso una sostanziale parità di diritti, garanzia di dignità di tutti e di tutte.
3. I social media
La socialità è l’àmbito in cui il costume si è evoluto più rapidamente negli ultimi decenni.
Nel secolo scorso i rapporti fra le persone avvenivano quasi sempre in presenza: oltre alla scuola e il lavoro, in incontri in piazza, in strada o altri luoghi, o attraverso telefonate a casa. Poi, molto rapidamente, i veicoli di socialità sono diventati i cellulari e le “piattaforme”, influenzando le relazioni
e cambiando la vita di tutti, soprattutto quella dei giovani. È positivo lasciarsi coinvolgere appieno dai social media? È negativo? In ogni caso è necessario essere ben consapevoli delle loro caratteristiche positive e negative. Se non altro perché la continua evoluzione dei mezzi potrebbe cambiare ulteriormente il modo in cui gestiremo la nostra esistenza: forse anche lo studio, il lavoro, e magari anche amicizie e affetti. L’argomento dei social media è ulteriormente approfondito nella parte Cultura digitale presente nel volume Comunicare oggi.
Il nostro percorso
Nel percorso di Educazione civica qui proposto ciascuna tematica (La tutela dell’ambiente, La parità di genere, I social media) viene illustrata con testi di diversa provenienza: documenti scritti da studiosi ma anche da giornalisti. Testi che permettono di conoscere l’argomento, farsi un’idea, raccogliere informazioni, affrontare sfaccettature e punti di vista diversi. La comprensione è guidata da alcune osservazioni, poste nel colonnino, e da alcuni brevi questionari che sollecitano la lettura attiva di ciascun documento.
Il punto di arrivo di ciascuno dei tre percorsi è la stesura di un tema: un componimento guidato di riflessione critica di carattere espositivo e argomentativo in cui raccogliere le idee, esprimere compiutamente e motivare la propria opinione.
Doc 1
La tutela dell’ambiente
Doc 1 Marcella Mallen e Pierluigi Stefanini, La tutela dell’ambiente ora è nella Costituzione
Doc 2 Renato Kizito Sesana, L’Africa e la natura violata
Doc 3 Ferdinando Boero e Roberto Danovaro, Gli oceani sono il “motore” della Terra
Doc 4 Cecilia Mussi, Calcoliamo quanta CO2 produce ciascuno di noi
I Presidenti di un’associazione italiana per lo sviluppo sostenibile scrivono una lettera al «Corriere della Sera» .
Marcella Mallen e Pierluigi Stefanini
La tutela dell’ambiente ora è nella Costituzione
Il testo
L’8 febbraio 2022 il Parlamento italiano ha definitivamente approvato la modifica di due articoli della nostra Costituzione (articoli 9 e 14). L’articolo 9 si estende alla tutela dell’ambiente, della biodiversità, degli ecosistemi e degli animali. La modifica all’articolo 41, invece, sancisce che la salute e l’ambiente sono paradigmi da tutelare da parte dell’economia, al pari della sicurezza, della libertà e della dignità umana.
Cara Elisabetta1 , la settimana scorsa la Camera ha approvato in via definitiva alcune modifiche della Costituzione. Nell’articolo 9, tra i principi fondamentali, vengono introdotti la tutela di ambiente, biodiversità ed ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. Si attribuisce inoltre alla legge dello Stato la disciplina dei modi e delle forme di tutela degli animali. Nell’articolo 14 si afferma che l’iniziativa economica
I Presidenti dell’ASviS esprimono un parere positivo: le modifiche approvate sono in sintonia con gli obiettivi di sostenibilità indicati dall’Agenda 2030.
Vengono tutelate le necessità degli esseri viventi e della Terra.
privata non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, al la dignità umana, alla salute, all’ambiente e che la legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali e ambientali.
La giustizia intergenerazionale è oggi tra i diritti costituzionali. Si realizza finalmente una delle proposte chiave formulate fin dalla nascita dall’ASviS2, sei anni fa, agli inizi del grande lavoro collaborativo per raggiungere in Italia gli obiettivi di sostenibilità indicati dall’Agenda 20303 delle Nazioni Unite. È un passaggio importante che accelera il percorso del Paese sulla strada di una transizione che può essere ecologica nel vero senso della parola. L’ecologia, cioè lo studio dell’interazione tra la vita e l’ambiente della nostra casa comune, non è più subordinata all’economia. Le esigenze della biosfera4 nel tempo prevalgono su quelle del profitto a breve termine. Investire sulla cura, la salute, la capacità umana di collaborare è la strada per costruire un benessere durevole, diffuso tra tutte le forme di vita sulla Terra. La condivisione diventa il presupposto per far vivere bene ciascun individuo. Sono gli elementi determinanti di una nuova prospettiva culturale, di un nuovo modo di stare al mondo. Mentre il paradigma dell’egoismo che ci ha portato nell’antropocene5 traballa, la Costituzione si consolida, al passo con i tempi, aggiornando la vitalità della nostra cittadinanza. Da una buona notizia che viene dall’Italia, cogliamo l’auspicio di costruire nuove regole globali per abitare bene la Terra, oltre all’orizzonte del 2030.
Marcella Mallen e Pierluigi Stefanini Presidenti dell’ASviS
2. ASviS: Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (nata nel 2016 su iniziativa della Fondazione Unipolis e dell’Università di Roma Tor Vergata).
3. Agenda 2030: l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile è un programma d’azione per le persone, il pianeta e la
(«Corriere della Sera», 15 febbraio 2022)
prosperità sottoscritto nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU.
4. biosfera: l’insieme delle zone della Terra in cui le condizioni ambientali permettono lo sviluppo della vita, cioè l’insieme di tutti gli ecosistemi.
5. antropocene: l’epoca geologica attuale, in cui l’ambiente terrestre, nell’insieme delle sue caratteristiche fisiche, chimiche e biologiche, viene fortemente condizionato su scala sia locale sia globale dagli effetti dell’azione dell’uomo.
COMPRENDERE e analizzare
1. Nel 2022 Il Parlamento italiano ha modificato la nostra Costituzione rafforzando le norme sulla tutela dell’ambiente: quali principi fondamentali vengono introdotti nell’articolo 9, anche nell’interesse delle generazioni future?
2. Quali nuove regole per l’ambiente e la salute vengono introdotte dall’articolo 41?
3. Concordi con quanto affermano gli autori della lettera? Anche secondo te la modifica alla Costituzione è un risultato importante?
La
Renato Kizito SesanaL’Africa e la natura violata
Il testo
In questo articolo, scritto da un sacerdote e missionario comboniano, viene affrontato un aspetto peculiare delle culture tradizionali dell’Africa: la capacità di vivere in armonia con la natura.
Vengono nominate alcune popolazioni dell’Africa (di agricoltori, pastori, pescatori) la cui vita scorre in armonia con la natura.
Nella grande diversità delle culture africane c’è un fondamento comune: la presenza di Dio pervade tutta la creazione. Tutto è sacro e tutto e profano. Dio si manifesta nella natura, e attraverso la natura l’uomo lo adora. C’è una relazione di interdipendenza fra Dio, gli dei o gli spiriti minori, l’umanità, la fauna e la flora, le rocce e la terra. La vita umana deve essere vissuta in armonia con Dio, gli spiriti, la comunità e la creazione. La certezza che tutto in natura sia interconnesso è una visione che ritorna in tutti i pensatori africani che hanno messo in scritto le tradizioni orali. Il senegalese Léopold Sédar Senghor ha detto che «il naturale e il soprannaturale, il mondano e il divino, il materiale e lo spirituale, sono uniti in una entità inscindibile». Ma la stessa visione è condivisa – anche se non è verbalizzata come ha saputo fare il grande filosofo e poeta senegalese – dai pastori Masai del Kenya, dagli agricoltori Lamba della Zambia, o dai pescatori Shilluk del Sud Sudan.
È una visione del mondo in cui ogni cosa ha una dimensione sacra. Anche gli animali, anche le piante, anche le rocce. Ecco allora che ci sono i totem. I diversi clan, all’interno della stessa etnia, hanno un animale, o una pianta, come protettore. Così fra gli Abemba della Zambia, se tu appartieni al clan dei coccodrilli, non solo non li devi uccidere, ma li devi proteggere. Lo stesso se appartieni al clan degli ippopotami, e così via. L’intera etnia mantiene un equilibrio con la fauna circostante, in un siste-
Due esempi significativi: il comportamento degli Abemba della Zambia e dei Kikuyu del Kenya. Nelle culture tradizionali africane l’uomo vive in armonia con animali e piante.
ma articolato e bilanciato che alla mentalità moderna fa pensare a guardie forestali “ad animal”. Così un’intera etnia considera una pianta come sacra: come i Kikuyu del Kenya che venerano il mugurnu. E non si può mai interferire con la crescita di quell’enorme albero, perché è alla sua ombra e sotto la sua protezione che crescono tutte le altre piante. Cosicché ci sono i boschi o le foreste sacre, dove gli uomini vanno a pregare, ma anche gli animali trovano rifugio. Aree protette, veri e propri santuari di biodiversità ante litteram.
Armonia significa che gli animali possono essere uccisi solo per necessità, come cibo per la persona o il gruppo familiare, o perché sono un pericolo immediato, non perché sono in sé pericolosi. Tanto meno possono essere uccisi per divertimento.
Si può guardare a tutto questo catalogandolo come ignoranza e superstizione, specie se si giudica dall’arrogante punto di vista della modernità occidentale. Si può al contrario cercare di cogliere il messaggio di questa esperienza umana, che ha permesso agli africani di muoversi nel loro ambiente in modo sostenibile.
COMPRENDERE e analizzare
1. Qual è l’argomento dell’articolo?
La grande diversità delle culture tradizionali africane
La grande diversità fra le culture occidentali e quelle africane
Il fondamento comune delle culture tradizionali africane
L’incapacità delle popolazioni africane di vivere in armonia con la natura
2. Individua ed evidenzia nel testo la citazione di una frase del poeta e politico senegalese Léopold Sédar Senghor. Spiega quindi: quale visione del mondo lascia intravvedere?
3. Per proteggere la natura, che cosa hanno creato le culture africane?
4. Quale invito viene formulato nella conclusione dell’articolo?
Doc 3
Gli oceani sono il “motore” della Terra
Il testo
La biodiversità del mare è una risorsa fondamentale per la nostra vita. Ma gli oceani sono stati sfruttati fino al collasso ed ora è urgente modificare i nostri comportamenti.
L’importanza degli oceani per la vita del Pianeta.
La biodiversità del mare è una risorsa fondamentale, ma gli oceani sono stati sfruttati tino al collasso.
Primo problema: la pesca industriale.
Il 71% del nostro pianeta è coperto dall’oceano, che, con una profondità media di quasi 4 km, rappresenta oltre il 90% del volume che ospita la vita. E contiene un numero straordinario di specie: la vita in mare è presente dalla superficie alle massime profondità. La Terra dunque non sarebbe “viva” senza l’oceano. Le piante, le grandi alghe e le alghe unicellulari che popolano gli oceani producono circa il 50% dell’ossigeno che respiriamo e assorbono il 30% dell’anidride carbonica dell’atmosfera. L’acqua che sostiene la vita sulla Terra con la pioggia è evaporata dal mare e forma le nuvole: è un oceano temporaneamente sospeso nell’aria, che quando cade alimenta i fiumi. La pesca e gli altri prodotti del mare ci sfamano e tutti i grandi servizi ecosistemici (i benefici che i sistemi naturali offrono, dalla fornitura di cibo e materiali al valore ricreativo) prodotti dal pianeta mare sono dovuti alla sua grande biodiversità. Ma l’uomo ha sfruttato fino al collasso molte specie di pesci e mammiferi marini. Da anni, la pesca sfrutta le popolazioni naturali oltre la loro capacità di rigenerazione. Secondo alcune ricerche, il 93% delle popolazioni naturali marine è sovrasfruttato. Un recente rapporto delle Nazioni Unite sullo stato degli oceani avverte che la pesca è insostenibile a causa del sovrasfruttamento reso possibile dai sussidi economici, che permettono di armare pescherecci dotati di tecnologie sempre più sofisticate, per depredare le risorse marine sino alle maggiori profondità. Inoltre, la pesca poco selettiva e quella illegale colpiscono molte specie minacciate e protette. A livello globale vengono catturate oltre 110 milioni di tonnellate di pesce ogni anno ma, a partire dagli anni ‘90, nonostante l’aumento di efficienza della pesca industriale, la produzione è diminuita di 1 milione di tonnellate all’anno. Stiamo così passando dalla pesca all’acquacoltura: i pesci allevati, come salmoni, spigole e orate, ormai superano quelli pescati da popolazioni naturali.
Si sta passando da un mare popolato da maestosi animali a un mare di plancton (il complesso di organismi, dalle larve alle meduse, portati dalle correnti). Tanto che c’è chi propone di mangiare in futuro proprio i piccoli gamberetti del plancton e le meduse, come avviene già in alcuni Paesi asiatici.
Ferdinando Boero e Roberto Danovaro
Secondo problema: il cambiamento climatico globale.
La pesca è anche tra i principali responsabili del degrado degli habitat marini, sempre più danneggiati e desertificati da reti che strascicano i fondali, coperti da reti abbandonate, spazzatura, tubature o cemento. Si calcola che il 25-30% degli habitat costieri sia stato alterato, con il risultato che sono sempre più ristretti gli ambienti in cui la biodiversità marina può prosperare.
A questi problemi si aggiungono i cambiamenti climatici globali, causa dell’aumento della temperatura superficiale degli oceani: si stima che entro il 2100 aumenterà di 1-4 °C. Con il riscaldamento degli oceani, cambia la circolazione dei mari, cambiano i regimi di evaporazione e, con essi, le precipitazioni sulla terraferma. Tutto questo ha effetti sui cicli biologici delle specie in mare e sulle loro difese immunitarie nei confronti delle malattie, che appaiono sempre più frequenti e diffuse. Sono moltissimi gli organismi che stanno già subendo le conseguenze di questi processi, e metà della Grande barriera corallina australiana è in regressione. Le specie tropicali colonizzano anche gli ambienti che prima erano troppo freddi per loro e sostituiscono le specie di acque temperate o fredde che, a loro volta, o si spingono in profondità o si spostano verso i Poli. La diffusione di specie “aliene” sta alterando le reti trofiche e il funzionamento dei nostri mari. I cambiamenti climatici globali provocano anche il progressivo innalzamento del livello del mare, mettendo a rischio gli ambienti costieri.
Le “zone morte”: il Golfo del Messico e il mar Baltico.
Terzo problema: l’inquinamento.
C’è poi il problema dell’acidificazione degli oceani: è dovuta all’eccesso di anidride carbonica nell’atmosfera che, sciogliendosi in mare, produce acido carbonico. A questo si aggiunge la deossigenazione degli oceani, con la progressiva estensione di aree anossiche e quasi del tutto prive di vita: sono “zone morte”, come quella che si forma nel Golfo del Messico. E lo stesso problema si ha nel mar Baltico.
Poi c’è l’inquinamento. Tutto quello che facciamo a terra prima o poi finisce in mare. La plastica galleggiante è il fenomeno più evidente, ma esistono inquinamenti molto più subdoli. I pesticidi e i nutrienti di uso agricolo arrivano al mare, così come i reflui urbani e quelli industriali. Ne deriva un progressivo degrado degli ambienti costieri.
A leggere questa sfilza di impatti sembra quasi che non ci siano più speranze. Tuttavia, la biodiversità ha capacità di recupero e diventa presto rigogliosa nelle aree marine protette ben gestite. Ci sono stati segnali di ripresa anche con il rallentamento delle nostre attività con la pandemia: se si arresta l’impatto dell’uomo, le popolazioni naturali si ricostituiscono. Alcune componenti degli ecosistemi, come le alghe e i piccolissimi erbivori che pullulano nei mari (soprattutto crostacei del plancton), si rinnovano rapidamente. Altre popolazioni, invece, come le foreste di alberi secolari, richiedono centinaia di anni per recuperare: è il caso delle scogliere coralline, delle foreste di coralli profondi, dei grandi squali, dei mammiferi marini e delle praterie di piante marine. Se li distruggiamo, direttamente con pratiche di pesca sconsiderate, o indirettamente col cambiamento globale, rischiamo di perderli per sempre.
(«Focus Italia», 2 maggio 2022)
COMPRENDERE e analizzare
1. La pesca industriale è un problema: perché? Quali danni produce?
2. Oggi i mari sono impoveriti: quanto pesce viene catturato ogni anno?
3. Perché stiamo passando dalla pesca all’acquacoltura?
4. Quali sono gli effetti dei cambiamenti climatici globali e dell’inquinamento?
5. Quali speranze per il futuro? Quali comportamenti occorre mettere in atto, da subito?
CO2 (si legge
Cecilia MussiCalcoliamo quanta CO2 produce ciascuno di noi
Il testo
Misurare i nostri consumi in dodici mesi. Essere consapevoli dell’energia necessaria è il primo passo per uno stile di vita a basse emissioni.
Quanta anidride carbonica si produce nell’arco di una giornata? Alzi la mano chi saprebbe rispondere in modo corretto e veloce a questa domanda. L’impronta di carbonio, in inglese carbon footprint, è l’impatto delle nostre attività, lavorative e di vita quotidiana, sul clima del nostro pianeta. Si calcola attraverso le emissioni di gas ad effetto serra nell’aria, solitamente espresse in tonnellate di anidride carbonica. La CO2 viene poi tradotta nell’estensione di area forestale necessaria ad assorbire queste emissioni.
Il tema della carbon footprint negli ultimi anni è molto discusso, complice anche il maggiore interessamento globale alle tematiche ambientali. Ma quanti sanno spiegare che cosa significa e, soprattutto come calcolarla per cercare di ridurre il nostro impatto ambientale?
Partiamo allora dalla casa: scaldare e raffreddare gli ambienti, far bollire l’acqua per preparare un piatto di pasta o un tè, accendere le luci e alimentare gli elettrodomestici e i dispositivi elettronici sono tutti comportamenti che fanno aumentare la nostra produzione di CO2. Per cercare di ridurre questo impatto, basta avere qualche grado in meno nelle stanze durante l’inverno e non regolare l’aria condizionata a 20° durante l’estate.
Per quanto riguarda i trasporti, qui due sono i comportamenti virtuosi suggeriti. Usare i mezzi pubblici e la condivisione delle auto, sia quando si deve percorrere uno stesso tragitto (il cosiddetto car pooling), che per l’uso a breve/medio termine di un mezzo (il car sharing). Se invece parliamo di viaggi a lunga percorrenza, l’impatto di un volo aereo, per esempio, rispetto al tragitto percorso in treno è decisamente più alto. I viaggi in aereo sono divisi in due categorie, a corto e lungo raggio: i primi emettono 121 chilogrammi di anidride carbonica per passeggero per ora di viaggio, mentre i secondi ben 250 chilogrammi. L’impronta di questa tipologia di trasporti è davvero importante, tanto che da qualche anno le stesse compagnie aeree consentono di pagare una tariffa più alta del biglietto per compensare le emissioni di CO2 prodotte durante il volo.
Spostiamoci sul settore alimentazione. Qui si tratta di capire l’energia necessaria a produrre ciò che abbiamo nel piatto. «Essere consapevole di quanta energia è necessaria per l’alimentazione è il primo passo per uno stile di vita a più basse emissioni», spiegano dal Wwf. Basta un solo dato per farci capire l’importanza dell’impronta di carbonio: oggi per produrre un alimento il rapporto tra energia e produzione è mediamente 1 a 100, quindi si utilizza 100 volte più energia per produrre di quanta questo ne fornisca nel momento in cui viene consumato. Terminiamo con beni e servizi: produrre, trasportare e gestire le merci ha un impatto, che possiamo cercare di limitare, nella quotidianità, preferendo i formati elettronici a quelli cartacei.
Una volta compreso tutto questo, non resta che rispondere alle domande dei questionari, che calcolano in 12 mesi quanto abbiamo consumato (e prodotto) per
L’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile è un programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità sottoscritto nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU.
Anche l’Europa è scesa in campo.
darci un’idea della nostra impronta ecologica. Sono domande semplici e dirette (qual è l’efficienza energetica della casa? Quanti voli fai nell’arco di un anno? Preferisci prodotti freschi di stagione o confezionati?) e al termine avremo il quantitativo di anidride carbonica prodotto. Un gesto veloce, che però lascia una grande consapevolezza delle proprie azioni quotidiane.
Contribuiscono a renderlo ancora più importante i dati forniti dall’Onu nella sua Agenda 2030 di sviluppo sostenibile. Dal 1990 ad oggi le emissioni globali di CO2 sono aumentate del 50 per cento circa e sono aumentate più velocemente dal 2000 al 2010 rispetto alle tre decadi precedenti. Per questo, dei 17 goal proposti dall’Agenda, il numero 13 è dedicato proprio alla promozione di azioni per combattere il cambiamento climatico. Lo stesso sta facendo la Commissione Europea, con il Green Deal Ue che punta a far diventare l’Europa il primo continente a impatto zero entro il 2050. Per raggiungere questo traguardo i Paesi dell’Ue si sono impegnati a ridurre le emissioni di almeno il 55 per cento entro quell’anno. E per farlo, il nostro contributo, anche se minimo, può essere fondamentale.
(«Pianeta 2030 - Corriere.it»,18 maggio 2022)
COMPRENDERE e analizzare
1. Che cos’è il carbon footprint?
2. Anche il nostro stile di vita è determinante per l’ambiente: che cosa possiamo fare per ridurre la produzione di CO2 nelle nostre case e nei trasporti?
3. Quali obiettivi si pongono di raggiungere l’Agenda 2030 e la Commissione Europea?
A TE LA PAROLA
Riflessione critica di carattere espositivo argomentativo sul tema della tutela dell’ambiente
ATTIVITÀ GUIDATA
Ti proponiamo qui un titolo di tema e una possibile scaletta che ripercorre i ragionamenti e le questioni presentate nei documenti; se vuoi puoi arricchire lo svolgimento con ulteriori riflessioni critiche, dati, esempi, considerazioni tratte dalle tue letture e dalle tue esperienze personali.
Titolo
PROTEGGERE L’AMBIENTE PER LE GENERAZIONI FUTURE: UN IMPEGNO PER TUTTI
Svolgi l’argomento in un elaborato di 3-4 facciate circa eventualmente articolando la tua riflessione in paragrafi opportunamente titolati
• Paragrafo 1 - Lo sviluppo sostenibile
Introduzione. Presentazione dell’argomento evidenziando due aspetti (su cui eventualmente documentarsi):
- L’Agenda 2030 dell’Onu (approvata il 25 settembre 2015) in cui le risorse naturali e il clima sono uno dei punti-chiave dell’impegno sottoscritto.
- Il concetto di “sviluppo sostenibile”, cioè quello sviluppo che consente alla generazione presente di soddisfare i propri bisogni senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri.
• Paragrafo 2 - Le modifiche alla Costituzione
Nel 2022 il Parlamento italiano ha approvato in via definitiva alcune modifiche agli articoli 9 e 14 della Costituzione: quali principi fondamentali sono stati introdotti? Quali nuove forme di tutela per l’ambiente?
- Riflessioni personali: secondo te la modifica della Costituzione, è importante? È una rotta che non potremo più fingere di ignorare? Oltre alle imprese, anche ciascuno di noi, come cittadino, come parte di una comunità, deve ancora di più fare la propria parte?
(Fonte Doc 1)
• Paragrafo 3 - Vivere in equilibrio con la natura
Un esempio positivo.
- Il giornalista e sacerdote missionario comboniano Renato Kizito Sesana parla delle culture africane tradizionali in cui la vita scorre in armonia con la natura.
Qual è la sua tesi? Quale messaggio per l’ecologismo moderno si può cogliere nelle sue riflessioni?
• Paragrafo 4 - Salvare gli oceani dal collasso
La vita della Terra dipende dal mare. Eppure...
- Traccia un quadro della situazione attuale: quali sono i problemi principali? Quali le possibili soluzioni?
- Completa il quadro con alcune riflessioni personali sulla necessità di una transizione ecologica.
• Paragrafo 5 - Stili di vita corretti e azioni individuali fanno la differenza
Tutti partecipiamo al cambiamento per un domani migliore, tutti ne siamo responsabili.
(Fonte Doc 2)
(Fonte Doc 3)
- Illustra il tema della carbon footprint: quali sono i dati? Quali i problemi da affrontare per ridurre il nostro impatto?
Le nostre azioni influenzeranno il futuro dei nostri figli e delle prossime generazioni?
Secondo te misurare i nostri consumi di energia è utile per cambiare stile di vita? Può contribuire a contrastare il cambiamento climatico?
(Fonte Doc 4)
• Paragrafo 6 - Verso una transizione ecologica
Conclusione
- Fai il punto sui temi affrontati ed esprimi alcune riflessioni personali sulla transizione ecologica, vale a dire: quel processo di innovazione tecnologica e rivoluzione ambientale teso a favorire economie che non tengono conto solo dei profitti economici, ma anche del rispetto della sostenibilità ambientale.
- Se vuoi, concludi con quale notazione personale: quali buone pratiche condividi? Quali campagne per lo sviluppo sostenibile? Racconta il tuo contributo alla realizzazione degli obiettivi dell’Agenda 2030