regole PLUS LE PRINCIPALI REGOLE DI: Ortografia Morfologia Sintassi Esercizi digitali e Mappe interattive Il piacere di apprendere Gruppo Editoriale ELi Oltre l’insegnamento Educ Ability
ORTOGRAFIA
2 C • G
3 GN • GLI • SC
4 QU • CU • CQU
5 I monosillabi accentati
6 Uso dell’H
8 La punteggiatura
MORFOLOGIA
9 Il nome
12 L’articolo
13 L’aggettivo
16 Il pronome
19 Il pronome relativo
20 Il verbo
21 I verbi essere e avere
Ciao! Sono il tuo volume di Regole di ORTOGRAFIA, MORFOLOGIA, SINTASSI.
Qual è la mia MISSIONE? Venire in tuo soccorso quando la memoria non ti aiuta.
Tienimi con te, consultami se hai dubbi o incertezze e vedrai che a poco a poco mi potrai dimenticare, perché ricorderai da te tutte le regole.
Quando non avrai più bisogno di me io potrò dire…
22 Il modo indicativo
23 Il modo congiuntivo
23 Il modo condizionale
23 Il modo imperativo
24 I modi indefiniti
25 I verbi transitivi e intransitivi
26 Le forme: attiva, passiva, riflessiva
27 L’avverbio
28 La preposizione
28 La congiunzione
28 L’esclamazione
SINTASSI
29 Il predicato
30 Il soggetto
31 I complementi
C • G
suono DURO
C e G hanno suono duro se:
• sono seguite dalle vocali A, O, U, (in questo caso non ci vuole mai la H);
CCA casa
CO cono CU cubo
suono DOLCE
G
GA gara
GO gola GU gufo
• sono seguite da H + le vocali E, I.
CH
CHE barche
CHI chitarra
C e G hanno suono dolce se sono seguite dalle vocali E, I.
C
CI cinema CE cestino
Fanno eccezione le parole: ECCEZIONI
CIE
GH
GHE margherita
GHI maghi
G
GI giraffa GE gelato
I suoni CE e GE si scrivono senza la I.
GIE
arciere, artificiere, braciere, cartucciera, cielo, cieco, coefficiente, crociera, deficienza, deficiente, efficienza, efficiente, pasticciere, insufficienza, società, socievole, specie, sufficienza, sufficiente, superficie
il plurale di CIA e GIA
archibugiere, effigie, formaggiera
Le parole che terminano in CIA o GIA al plurale fanno:
• CIE/GIE se prima di CIA/GIA c’è una vocale;
• CE/GE se prima di CIA/GIA c’è una consonante
farmacia farmacie bugia bugie freccia frecce frangia frange
2 ORTOGRAFIA
GN
Il gruppo GN non è mai seguito dalla vocale I. lavagna, prugne, pugno, ognuno
ECCEZIONI
compagnia e alcune voci dei verbi che terminano in -gnare, -gnere, -gnire. noi disegniamo, che noi spegniamo
NI
Il suono NI seguito da vocale si usa in alcune parole.
colonia, geniale, macedonia, niente, ragioniere, riunione...
GLI
Si pronuncia in un unico suono.
suono DOLCE
LI
Il suono LI seguito da vocale si usa:
• nelle parole:
suono DURO solo in alcuni casi. glicine, negligente, geroglifico, glicerina biglietto, ciglia, fogliolina...
olio, milione, prelievo, familiare, petroliera, cavaliere, ciliegia, italiano;
• all’inizio di parola: liana, lievito, liuto, liofilizzare;
• in alcuni nomi propri: Giulia, Liliana, Giuliano, Eliana.
SC
La consonante S accompagnata dalla consonante C può avere:
suono DURO
• se seguita da A, O, U e non ha mai la H; scatola, bosco, scudo
• nei gruppi SCHE, SCHI. scheda, caschi
SCIE
suono DOLCE
• se seguita da E, I scivolo, scena, sciarpa, sciopero, prosciutto
SCIE si usa nelle parole scienza (e i suoi derivati), coscienza (e i suoi derivati).
ORTOGRAFIA 3
GN • GLI • SC
QU
Il gruppo QU è sempre seguito da una vocale. quadro, quesito, quindici, quota
CU
Il gruppo CU è sempre seguito da una consonante cubo, alcuno, sicuro
ECCEZIONI
Alcune parole si scrivono con CU anche se questo suono è seguito da una vocale. cuore, cuoco, scuola, cuoio, cui, circuito, innocuo, cospicuo, promiscuo, proficuo, cuocere, scuotere, percuotere, cuore
CQU
Il gruppo CQU si usa:
• nella parola acqua e nei suoi derivati: acquarelli, acquazzone, acquario, acquaio, subacqueo, risciacquare;
• in acquistare, acquisire;
• nei passati remoti piacque, nacque, giacque, tacque.
CCU
Il gruppo CCU si trova solo nella parola taccuino
QQU
Il gruppo QQU si trova solo nella parola soqquadro.
ORTOGRAFIA 4
QU • CU • CQU
I MONOSILLABI ACCENTATI
I monosillabi sono parole formate da una sola sillaba.
Alcuni monosillabi assumono significato diverso se si scrivono con o senza accento.
Monosillabo accentato
• è (verbo essere)
Il mare è calmo.
• dà (verbo dare)
Mattia dà un calcio alla palla.
• dì (nome, parte del giorno)
Prendi lo sciroppo tre volte al dì.
• là (avverbio)
La tazza è là sul tavolo.
• lì (avverbio)
Il pigiama è lì sul letto.
• né (congiunzione)
Non ci sono né pane né latte.
• sé (pronome)
Anna porta sempre con sé l’ombrello.
• sì (affermazione)
Vuoi la mia risposta? Bene: è sì.
• tè (nome, bevanda)
Bevo un po’ di tè freddo.
Monosillabo non accentato
• e (congiunzione)
La pizza è calda e fragrante.
• da (preposizione)
Mattia indossa le scarpe da tennis.
• di (preposizione)
Il quaderno di matematica.
• la (articolo, pronome e nota musicale)
La tazza è là sul tavolo.
Mi serve una gomma, me la presti?
Il primo violino ha dato il la agli orchestrali.
• li (pronome)
I nonni sono partiti e li ho salutati.
• ne (avverbio e particella pronominale)
Il cane se ne va per il giardino.
La torta è buona, ne prendo una fetta.
• se (congiunzione e particella pronominale)
Se non telefono, ci vediamo stasera. Mio fratello se la prende con me.
• si (pronome e nota musicale)
Si parte domani mattina. La settima nota musicale è il si
• te (pronome)
Te l’ho già raccontato?
ORTOGRAFIA 5
USO DELL’H
In alcuni casi per capire se H deve essere usata oppure no, occorre pensare al significato della frase.
O, AI, A, ANNO sono preceduti da H se:
• indicano il possesso di qualcosa; Mara ha un cane.
• indicano una sensazione; Io ho freddo.
• significano “tenere”; Teo e Tea hanno in mano il guinzaglio.
• sono ausiliari di altri verbi, cioè servono per formare il passato prossimo. ho bevuto, hai bevuto, ha bevuto, hanno bevuto
Con H
• HO
Io ho una maglietta nuova.
• HAI
Tu hai sonno.
• HA
La nonna ha in testa un cappellino.
Senza H
• O (congiunzione): significa oppure Giochiamo a pallone o a basket?
• AI (preposizione): risponde alle domande: a chi? A che cosa? Dove?
Quando?
Io telefono ai nonni.
Ho dato un’occhiata ai prezzi. Appendi i quadri ai chiodi.
La squadra si qualificò ai quarti di finale.
• A (preposizione): risponde alle domande: a chi? A che cosa? Dove?
Quando?
A fare che cosa? Come?
Ho regalato a Luisa un libro.
Io gioco a carte.
Domani torno a Milano.
A marzo compio gli anni.
ORTOGRAFIA
quando usare H
Con H
• M’ HA (mi ha)
Ieri m’ha telefonato Luca.
• M’ HAI (mi hai):
È bello il libro che m’hai regalato!
• L’ HA-L’HO (lo/la ha • lo/la ho)
Luisa ha trovato una gattina e l’ha portata a casa.
Io ho visto Leo e l’ho salutato.
• GLIEL’ HO (glielo/gliela ho)
Leo non aveva la gomma e io gliel’ho prestata.
• GLIEL’ HA (glielo/gliela ha)
A lei serviva un certificato e Piero gliel’ha spedito.
• GLIEL’ HAI (glielo/gliela hai)
Andrea sa che deve venire da me, gliel’hai detto tu?
• GLIEL’ HANNO (glielo/gliela hanno)
Il papà ha vinto un premio: gliel’hanno detto ieri.
• ME L’HA-ME L’HO (me lo/la ha) (me lo/la ho)
Ti piace il mio zaino? Me l’ha regalato la zia.
• TE L’HA-TE L’HO (te lo/la ha) (te lo/la ho)
Te l’ha detto Carla che domani c’è una festa?
• VE L’HA-VE L’HO (ve lo/la ha) (ve lo/la ho)
Ve l’ha chiesto qualcuno?
• CE L’HA- CE L’HO (ce lo/la ha) (ce lo/la ho)
Non ce l’ho con te.
• V’HA (vi ha)
Mario v’ha chiesto scusa.
Senza H
• MA (congiunzione)
Vorrei uscire, ma piove.
• MAI (avverbio):
Non sono mai stato a Roma.
• LA/LO (articolo, pronome)
La rana salta nello stagno. Lo scoiattolo è sul ramo.
Sto cercando la biro, non la trovo. Ho sporcato il maglione, lo cambio.
• GLIELO
Lia ha dimenticato il diario, glielo porto subito.
• GLIELA
Luca ti ha prestato la bicicletta, ora gliela devi restituire.
• ME LA (particella + articolo)
MELA-MELO (nome)
Ho una tuta, ma non me la metto mai! Mangio una bella mela.
• TE LA/LO (particella + pronome)
TELA-TELO (nome)
Ti serve della tela per la tenda?
Te la do io.
• VE LA/LO (particella + pronome)
VELA-VELO (nome)
Ve la ricordate la vela della nave pirata?
• CE LA/LO (particella + pronome)
CELA- CELO (verbo)
Ce lo dice lui.
• VA’ (vai: verbo, mod. imperativo)
VA (verbo)
Va’ da Leo. Ugo va a scuola.
ORTOGRAFIA 7
USO DELL’H
LA PUNTEGGIATURA
La punteggiatura serve a dare intonazione nella lettura e a segnare le pause del discorso.
Segno Nome
. punto fermo
Quando si usa
• per una pausa lunga
• per separare due frasi
• per abbreviare le parole
• nelle sigle
, virgola
; punto e virgola
: due punti
“ ” « »
–
virgolette lineetta
trattino
• per una pausa breve
• negli elenchi
• nelle date, dopo il luogo
• per una pausa un po’ più lunga della virgola
• per separare due frasi all’interno di un periodo
• prima di un elenco o di una spiegazione
• per introdurre il discorso diretto
• per aprire e chiudere il discorso diretto
• per unire due parole legate tra loro
• per dividere una parola quando si va a capo
Da ricordare
Dopo il punto si usa la lettera maiuscola. Si va a capo quando cambia l’argomento del testo.
La virgola non si mette mai per dividere il soggetto e il verbo.
Dopo il punto e virgola ci vuole la lettera minuscola.
Dopo i due punti ci vuole la lettera minuscola, tranne quando c’è la punteggiatura del discorso diretto.
Dopo le virgolette o la lineetta si usa la lettera maiuscola.
? punto interrogativo
• al termine delle frasi che esprimono una domanda
Dopo il punto interrogativo si usa la lettera maiuscola. ! punto esclamativo
... puntini di sospensione
( ) parentesi tonde
• alla fine di frasi che esprimono meraviglia, sorpresa
• per interrompere un discorso e far capire che viene lasciato in sospeso
• per creare attesa
• per delimitare le parole che servono per spiegare, precisare, commentare
Dopo il punto esclamativo si usa la lettera maiuscola.
ORTOGRAFIA 8
FUNZIONE
Il nome è la parte variabile del discorso che ha la funzione di indicare una persona, un animale, una cosa.
Le “cose” comprendono le piante, i sentimenti, gli ambienti, i fenomeni atmosferici, i concetti.
FORMA
Il nome è composto da radice e desinenza.
cas-a, cas-e
Può avere prefisso, suffisso o entrambi. supermercato, armadietto, extraterrestre
rispetto al SIGNIFICATO
Un nome può essere:
• comune, se indica in modo generico una persona, un animale, una cosa; autista, giraffa, divano
• proprio, se indica in modo specifico una persona, un animale, una cosa. In questo caso il nome si scrive con la lettera maiuscola. Fabio, Fuffi, Napoli
Un nome può essere:
• concreto, se indica qualcosa che si può percepire con i cinque sensi; vento, fuoco, foglio
• astratto, se indica qualcosa che non si può percepire con i cinque sensi, come sentimenti, concetti… gentilezza, affetto, rabbia
• collettivo, se anche al singolare indica un insieme di elementi della stessa specie; flotta, sciame, frutteto
• generico, se indica un gruppo di elementi diversi con qualche caratteristica in comune; frutta, elettrodomestici
• specifico, se indica un elemento particolare di un gruppo o di una categoria. mela (frutta), lavatrice (elettrodomestici)
MORFOLOGIA 9
IL NOME
IL NOME
rispetto al GENERE
Un nome può essere:
• maschile;
• femminile;
• indipendente, quando ha forme completamente diverse per il maschile e il femminile; uomo/donna, montone/pecora
• promiscuo, quando ha una sola forma sia per il maschile sia per il femminile. Si usa per i nomi di animali; la tigre maschio/la tigre femmina, il ghepardo maschio/il ghepardo femmina
• di genere comune, quando ha un’unica forma per il maschile e per il femminile. È l’articolo che fa capire se si tratta di un maschio o di una femmina. il cantante/la cantante, il nipote/la nipote
ECCEZIONI Fanno eccezione alcuni nomi che cambiano completamente significato se hanno articolo maschile o femminile, pur scrivendosi nello stesso modo. il boa/la boa, il lama/la lama
rispetto al NUMERO
Un nome può essere:
• singolare;
• plurale;
• invariabile, quando non cambia desinenza dal singolare al plurale; il cinema/i cinema, il re/i re
• sovrabbondante, quando ha più forme per il singolare o per il plurale; il braccio i bracci/le braccia il filo i fili/le fila
• difettivo, può essere usato solo al singolare o solo al plurale il rame, la bontà, la sete, gli occhiali, le ferie
MORFOLOGIA 10
IL NOME
rispetto alla STRUTTURA
Un nome può essere:
• primitivo, se non deriva da nessun altro nome ed è composto da radice e desinenza; fiore, pane, onore, porta
• derivato, se deriva da un nome primitivo, ma ha un significato diverso. Si forma aggiungendo un prefisso o un suffisso alla radice;
fioriera, fiorista, panificio, panettiere, disonore, sportello
• alterato, se, aggiungendo un prefisso, esprime una qualità particolare del nome primitivo. Un alterato può essere:
• diminutivo casetta
• vezzeggiativo casuccia
• accrescitivo casona
• dispregiativo casaccia
Alcuni nomi passando da primitivo ad alterato cambiano il genere; il sapone la saponetta
I falsi alterati sono nomi che, pur terminando come i nomi alterati, sono in realtà nomi primitivi;
torrone, pulcino, b ottone, visone
• composto, se è formato dall’unione di due o più parole di significato diverso, che possono essere differenti parti del discorso.
madreperla nome + nome
cassaforte nome + aggettivo
aspirapolvere verbo + nome
saliscendi verbo + verbo
doposcuola avverbio + nome
sottoscala preposizione impropria + nome
MORFOLOGIA 11
L’ARTICOLO
FUNZIONE
L’articolo è la parte variabile del discorso che precede un nome.
La sua funzione è quella di indicare se il nome è maschile o femminile, singolare o plurale.
articolo DETERMINATIVO
L’articolo determinativo indica con precisione persone, animali, cose, il loro genere, il loro numero.
Gli articoli determinativi sono: il, lo, la, i, gli, le.
Numero
Genere
Maschile
Femminile
Singolare
• IL davanti a consonante
• LO davanti a s seguita da consonante, x, y, z, gn, pn, ps
• L’ davanti a vocale
• LA davanti a consonante
• L’ davanti a vocale
articolo INDETERMINATIVO
Plurale
• I (come IL)
• GLI (come LO e L’)
• LE davanti a tutte le parole di genere femminile
L’articolo indeterminativo indica un nome in modo non preciso e ne segnala il genere.
Gli articoli indeterminativi sono solo singolari.
Sono: un, uno, una.
Maschile
• UN davanti a vocale e a quasi tutte le consonanti
• UNO davanti a s seguita da consonante, x, y, z, gn, pn, ps
articolo PARTITIVO
Femminile
• UNA davanti a consonante
• UN’ davanti a vocale
L’articolo partitivo indica una quantità non precisata. Si usa per fare il plurale dell’articolo indeterminativo. Per non confondere gli articoli partitivi con le preposizioni articolate, devi sostituirli con le parole “un po’”, “alcuni”.
Gli articoli partitivi sono: del, dello, della, dei, degli, delle. Vorrei del pane. Nel lago nuotano dei cigni.
MORFOLOGIA 12
L’AGGETTIVO
FUNZIONE
L’aggettivo è la parte variabile del discorso che si aggiunge a un nome.
Ha la funzione di precisare o modificare le qualità o le caratteristiche del nome stesso.
L’aggettivo concorda in genere e numero con il nome che accompagna.
aggettivo QUALIFICATIVO
L’aggettivo qualificativo precisa qualità e caratteristiche di un nome.
i GRADI dell’ AGGETTIVO QUALIFICATIVO
L’aggettivo qualificativo ha tre gradi: positivo, comparativo, superlativo.
Positivo Comparativo Superlativo
Esprime la qualità Stabilisce un confronto tra una qualità di due persone, animali o cose.
veloce • Comparativo di maggioranza più veloce di
• Comparativo di minoranza meno veloce di
• Comparativo di uguaglianza veloce come tanto veloce quanto
Esprime la qualità al massimo grado.
• Superlativo assoluto velocissimo/velocissima, super veloce, molto veloce
• Superlativo relativo il più veloce tra la più veloce delle (per non confondere il superlativo relativo con il comparativo ricorda che nel superlativo relativo è sempre presente l’articolo)
MORFOLOGIA 13
L’AGGETTIVO
aggettivo DIMOSTRATIVO
L’aggettivo dimostrativo indica la posizione nello spazio o nel tempo di una persona, animale o cosa, rispetto a chi parla o chi ascolta.
Sono aggettivi dimostrativi:
• questo/a/i/e indica qualcuno o qualcosa vicino a chi parla
• quello/a/i/e indica qualcuno o qualcosa lontano da chi parla e da chi ascolta
• codesto/a/i/e indica qualcuno o qualcosa vicino a chi ascolta e lontano da chi parla
• stesso/a/i/e, medesimo/a/i/e
aggettivo POSSESSIVO
L’aggettivo possessivo precisa a chi appartiene qualcosa o con chi è in relazione qualcuno
Gli aggettivi possessivi concordano con il nome nel genere e nel numero, tranne loro e altrui che sono invariabili.
Il mio amico. La mia amica.
Il loro amico. Le loro amiche.
Persona
Maschile Femminile Singolare Plurale Singolare Plurale
io mio (appartiene a me) miei mia mie
tu tuo (appartiene a te) tuoi tua tue egli (lui/lei) suo (appartiene a lui/lei) suoi sua sue noi nostro (appartiene a noi) nostri nostra nostre voi vostro (appartiene a voi) vostri vostra vostre
essi (loro) loro (appartiene a essi/esse) loro loro loro
Sono aggettivi possessivi anche proprio/propria/propri/proprie, altrui
MORFOLOGIA 14
L’AGGETTIVO
aggettivo NUMERALE
L’aggettivo numerale indica una quantità o l’ordine all’interno di una serie.
Gli aggettivi numerali sono cardinali o ordinali.
Cardinali Ordinali
Indicano una quantità numerica
Sono invariabili, tranne “uno”, che si comporta come un articolo, e “mille”, che ha il plurale. uno, due, mille, tremila
aggettivo INDEFINITO
Indicano la successione all’interno di una serie numerica. Si scrivono in lettere, in cifre, in numero romano.
Sono variabili. terzo, terza, 3a, III
L’aggettivo indefinito indica una quantità o una qualità in modo non definito.
Sono aggettivi indefiniti:
alcuno, alquanto, altrettanto, diverso, molto, parecchio, poco, tanto, troppo, vario, più, meno
ogni, qualche, altro, certo, certuno, ciascuno, tale, taluno
indicano una quantità indefinita indicano una unità o una quantità indefinita
qualunque, qualsiasi, qualsivoglia
nessuno, tutti
indicano una quantità indefinita e una qualità in modo generico
aggettivi INTERROGATIVI ed ESCLAMATIVI
indicano una totalità indeterminata
L’aggettivo interrogativo accompagna il nome nell’introdurre una domanda.
L’aggettivo esclamativo accompagna il nome nell’introdurre un’esclamazione.
Aggettivo interrogativo
Quale fiore?
Che matita vuoi?
Quanto zucchero?
Aggettivo esclamativo
Quale fortuna!
Che serata!
Quanto sale!
MORFOLOGIA 15
IL PRONOME
FUNZIONE
Il pronome è la parte variabile del discorso che ha la funzione di sostituire un nome.
pronome PERSONALE
I pronomi personali possono avere la funzione di soggetto o di complemento.
Persona
1a singolare (la persona che parla)
2a singolare (la persona che ascolta)
3a singolare (la persona di cui si parla)
• Io Io parlo.
• Tu Tu giochi.
• Egli (Lui)
Egli nuota.
• Ella (Lei)
Ella legge.
• Esso (Lui)
Esso barrisce.
• Essa (Lei)
Essa ruggisce.
• Me Guarda me. Vieni da me.
• Mi Ascoltami. Dimmi
• Te Luisa chiama te. Parla con te.
• Ti
Luisa ti chiama, deve parlarti.
• Lui
Ora sento lui. Riferisci a lui.
• Gli (a lui)
Gli telefono io.
• Sé
• Lei
Ora cerco lei. Dillo a lei.
• Le (a lei)
Le regalo un libro.
Leo porta con sé il suo cane.
Persona Soggetto Complemento
1a plurale (le persone che parlano)
2a plurale (le persone che ascoltano)
3a plurale (le persone di cui si parla)
• Noi Noi cantiamo.
• Voi Voi crescete.
• Essi (Loro)
Essi partono.
• Esse (Loro)
Esse arrivano.
• Ci Paolo ci segue. Luca ci telefonerà.
• Vi Vi aiuto io. Vi chiedo scusa.
• Li Noi li aspettiamo.
• Le Voi le accompagnate.
• Loro
Rivolgiti a loro
MORFOLOGIA 16
Soggetto Complemento
IL PRONOME
pronome DIMOSTRATIVO
Il pronome dimostrativo indica la posizione rispetto a chi parla o chi ascolta del nome che sostituisce.
Sono pronomi dimostrativi:
• questo/a/i/e sostituisce il nome di qualcuno o qualcosa vicino a chi parla
• quello/a/i/e sostituisce il nome di qualcuno o qualcosa lontano da chi parla e da chi ascolta
• codesto/a/i/e sostituisce il nome di qualcuno o qualcosa vicino a chi ascolta e lontano da chi parla
pronome POSSESSIVO
Il pronome possessivo precisa a chi appartiene o con chi è in relazione la persona, l’animale o la cosa indicati dal nome che sostituisce.
Maschile
Persona
Femminile Singolare Plurale Singolare Plurale
io (il) mio (i) miei (la) mia (le) mie
tu (il) tuo (i) tuoi (la) tua (le) tue
egli (lui/lei) (il) suo (i) suoi (la) sua (le) sue
noi (il) nostro (i) nostri (la) nostra (le) nostre
voi (il) vostro (i) vostri (la) vostra (le) vostre
essi (loro) (il) loro (i) loro (la) loro (le) loro
Sono pronomi possessivi anche proprio/propria/propri/proprie, altrui.
MORFOLOGIA 17
IL PRONOME
pronome NUMERALE
Il pronome numerale indica con precisione la quantità o l’ordine delle persone, degli animali o delle cose che sostituisce.
I pronomi numerali sono cardinali o ordinali.
Cardinali Ordinali
Indicano una quantità numerica uno, due, mille, tremila
pronome INDEFINITO
Indicano la successione all’interno di una serie numerica
Si scrivono in lettere, in numero romano, in cifre. Sono variabili. terzo, terza, 3a, III
Il pronome indefinito indica, in modo non definito, una quantità o una qualità del nome che sostituisce.
Sono pronomi indefiniti:
• alcuno, tanto, poco, troppo, parecchio, molto, tutto, quanto, altro;
• ciascuno, nessuno, qualcuno, ognuno, uno;
• chiunque, qualcosa, niente, nulla.
pronomi INTERROGATIVI ed ESCLAMATIVI
Il pronome interrogativo introduce una domanda. Il pronome esclamativo introduce un’esclamazione.
Sono pronomi interrogativi:
• chi? Che? Quale? Quanto?
Sono pronomi esclamativi:
• chi! Che! Quale! Quanto!
MORFOLOGIA
IL PRONOME RELATIVO
FUNZIONE
La funzione del pronome relativo è sostituire un nome e, nello stesso tempo, mettere in relazione due frasi.
• Il nonno ha chiuso la finestra. La finestra era aperta.
• Il nonno ha chiuso la finestra che (la finestra) era aperta.
Diversi tipi di PRONOMI RELATIVI
I pronomi relativi possono essere variabili o invariabili.
Variabili Invariabili
Cambiano genere e numero.
il quale, la quale, i quali, le quali
L’uso del PRONOME RELATIVO
Che si usa come:
Non cambiano genere e numero. che, cui
• soggetto della frase e può essere sostituito da il quale, la quale, i quali, le quali;
• complemento oggetto.
Ho mangiato i biscotti che ho comperato ieri.
Per sapere se che è un pronome o una congiunzione prova a sostituirlo con il quale, la quale, i quali, le quali.
Vedo un bambino che piange. Vedo un bambino il quale piange.
Cui si usa come complemento indiretto preceduto da una preposizione semplice (di, a da, in…).
Il film di cui ti ho parlato.
La via in cui abito.
Il quale, la quale, i quali, le quali si usano come:
• soggetto al posto del pronome che;
• complemento indiretto preceduto da una preposizione. Questo è l’orsetto al quale ho dato il nome Teddy.
Le uova nelle quali troverete la sorpresa sono in giardino.
MORFOLOGIA 19
IL VERBO
FUNZIONE
Il verbo è una parte variabile del discorso.
La sua funzione è indicare:
• un’azione compiuta dal soggetto Il sole sorge.
• un’azione subita dal soggetto Il sole è coperto dalle nuvole.
• un modo di essere del soggetto Il sole è splendente.
• dove si trova il soggetto Il sole è in cielo.
la STRUTTURA
La voce verbale è formata da radice e desinenza: ascolt-iamo La radice indica il significato.
La desinenza cambia e indica la coniugazione, il modo, il tempo, la persona: ascolt-are, ascolt-o, ascolt-avo, ascolt-eresti, ascolt-arono
le CONIUGAZIONI
Le coniugazioni sono tre.
Prima coniugazione Seconda coniugazione Terza coniugazione
-ARE
lodare, giocare
-ERE temere, leggere
la PERSONA e il NUMERO
Numero singolare
1a 2a 3a
-IRE sentire, dormire
Numero plurale
1a 2a 3a
io tu egli, ella, lui, lei noi voi essi, esse, loro
il MODO
I modi dei verbi possono essere finiti o indefiniti.
Esprimono un’azione permettendo di individuare la persona e il tempo attraverso la desinenza.
Indicativo, congiuntivo, condizionale, imperativo
La loro desinenza indica il tempo, ma non la persona.
Gerundio, participio, infinito
MORFOLOGIA 20
Modi finiti Modi indefiniti
I VERBI ESSERE E AVERE
I verbi essere e avere hanno coniugazione propria.
FUNZIONI del verbo ESSERE
Il verbo essere ha funzione propria quando indica:
• un modo di essere Carlo è felice.
• una situazione Luisa è a scuola.
• un’identità Eleonora è un’insegnante.
• un’appartenenza L’astuccio è di Lino.
Il verbo essere ha funzione di ausiliare quando aiuta a formare i tempi composti dei verbi.
Io sono uscito. Essere uscito.
FUNZIONI del verbo AVERE
Funzione propria
Il verbo avere ha funzione propria quando indica:
• un possesso Voi avete il tablet.
• una sensazione Io ho fame.
• uno stato d’animo Davide ha paura.
Il verbo avere ha funzione di ausiliare quando aiuta a formare i tempi composti dei verbi.
Io ho mangiato. Avere mangiato.
MORFOLOGIA 21
IL MODO INDICATIVO
FUNZIONE
Il modo indicativo è il modo della certezza.
Ha la funzione di indicare un’azione che avviene nel presente, è avvenuta nel passato o avverrà nel futuro
i TEMPI
Il modo indicativo ha otto tempi: quattro tempi semplici e quattro tempi composti
Modo Indicativo
Tempi semplici
Presente
Indica azioni che si svolgono nel momento in cui si parla.
Io ballo
Imperfetto
Indica azioni che si sono svolte nel passato e che duravano per un certo periodo di tempo.
Io ballavo
Passato remoto
Indica azioni che si sono svolte nel passato e che si sono concluse.
Io ballai
Futuro semplice
Indica azioni che non sono ancora avvenute.
Io ballerò
Tempi composti
Passato prossimo
Indica azioni che si sono svolte in un passato recente.
Io ho ballato
Trapassato prossimo Indica azioni che si sono svolte nel passato, prima di altre anch’esse avvenute nel passato. Io avevo ballato
Trapassato remoto (indica azioni che si sono svolte nel passato, prima di altre espresse al passato remoto.
Io ebbi ballato
Futuro anteriore
Indica azioni che si svolgeranno nel futuro, prima di altre, sempre future. Io avrò ballato
MORFOLOGIA 22
IL MODO CONGIUNTIVO
FUNZIONE
Il modo congiuntivo è il modo del dubbio, dell’incertezza, del desiderio.
Ha la funzione di indicare un’azione che non è certa o reale, ma possibile, verosimile, desiderabile.
i TEMPI
Tempi semplici
Presente
Desidero che tu legga questo libro.
Imperfetto
Speravo che tu rispondessi al telefono.
FUNZIONE
Tempi composti
Passato
Spero che sia arrivato il treno.
Trapassato Credevo che tu avessi fatto i compiti.
IL MODO CONDIZIONALE
Il modo condizionale è il modo della possibilità.
Ha la funzione di indicare un’azione che potrebbe avvenire a certe condizioni.
i TEMPI
Tempo semplice
Presente
Se ci fosse posto, verrei
FUNZIONE
Tempo composto
Passato
Se ci fosse stato posto, sarei andata
IL MODO IMPERATIVO
Il modo imperativo ha la funzione di esprimere un ordine, un comando, un suggerimento, un invito.
i TEMPI
Il modo imperativo ha solo il tempo presente. Siediti!, Ascoltate con attenzione.
MORFOLOGIA 23
I MODI INDEFINITI
I modi indefiniti indicano il tempo, ma non chi compie l’azione.
FUNZIONE del modo INFINITO
Il modo infinito ha la funzione di indicare il significato del verbo e la coniugazione
i TEMPI
Il modo infinito ha due tempi: un tempo semplice e un tempo composto.
Tempo semplice Tempo composto
Presente finire Passato avere finito
FUNZIONE del modo PARTICIPIO
Il modo participio ha la funzione di formare i tempi passati dei verbi o di essere usato come aggettivo. Io ho parlato. Il grillo parlante.
i TEMPI
Il modo participio ha due tempi.
Presente crescente Passato cresciuto
FUNZIONE del modo GERUNDIO
Il modo gerundio ha la funzione di indicare un’azione in relazione con un’altra.
Nelle frasi il verbo al modo gerundio non sta mai da solo: da un verbo al modo gerundio dipende sempre un altro verbo. Guardando dalla finestra ho visto la tua auto. Essendo partito in ritardo, non ho incontrato la zia.
i TEMPI
Il modo gerundio ha due tempi: un tempo semplice e un tempo composto.
Tempo semplice Tempo composto
Presente andando Passato essendo andato
MORFOLOGIA 24
I VERBI TRANSITIVI E INTRANSITIVI
FUNZIONE dei verbi TRANSITIVI
I verbi transitivi hanno la funzione di indicare che l’azione compiuta dal soggetto “passa” (transita) sul complemento oggetto.
Silvia
soggetto
compie l’azione
apre esprime l’azione
la porta.
verbo transitivo
oggetto
l’azione compiuta dal soggetto passa sull’oggetto
Per riconoscere se un verbo è transitivo devi porti la domanda: chi? Che cosa?
Se puoi rispondere, il verbo è transitivo, diversamente è intransitivo. Silvia apre. Aprire che cosa? Aprire la porta.
Il verbo è transitivo.
FUNZIONE dei verbi INTRANSITIVI
I verbi intransitivi hanno la funzione di indicare che l’azione compiuta dal soggetto “non passa” (non transita) sul complemento oggetto.
Giulio
soggetto
compie l’azione
viaggia.
verbo intransitivo
esprime un’azione che non passa su un oggetto
Giulio viaggia. Viaggiare che cosa? Non puoi rispondere. Il verbo è intransitivo.
MORFOLOGIA 25
LE FORME: ATTIVA, PASSIVA, RIFLESSIVA
I verbi possono avere forma diversa a seconda del ruolo del soggetto.
forma ATTIVA e forma PASSIVA
Tutti i verbi, transitivi e intransitivi hanno la forma attiva.
I verbi transitivi possono avere anche la forma passiva.
I verbi intransitivi hanno solo la forma attiva.
FORMA ATTIVA
il soggetto compie l’azione
FORMA PASSIVA
il soggetto subisce l’azione Samuel bagna i fiori.
Bagna è forma attiva perché Samuel, che è il soggetto, compie l’azione.
Il gatto soggetto: compie l’azione
I fiori sono bagnati da Samuel. Sono bagnati è forma passiva perché i fiori, che sono il soggetto, non compiono l’azione, ma la subiscono.
cattura verbo: in forma attiva
il topo. complemento oggetto: subisce l’azione
Il topo soggetto: subisce l’azione
forma RIFLESSIVA
è catturato
verbo: in forma passiva
dal gatto. complemento d’agente: compie l’azione
Il verbo ha forma riflessiva quando il soggetto compie e nello stesso tempo subisce l’azione.
L’azione “si riflette” sul soggetto, cioè torna su chi la compie.
Io mi lavo Io lavo me
Io è il soggetto che compie l’azione. mi me è il complemento oggetto su cui passa l’azione.
Solo i verbi transitivi possono avere la forma riflessiva.
Nei verbi in forma riflessiva il complemento oggetto è espresso dalle particelle pronominali mi, ti, ci, vi, si che si mettono prima o dopo il verbo.
MORFOLOGIA 26
L’AVVERBIO
FUNZIONE
L’avverbio è una parte invariabile del discorso. La sua funzione è specificare o modificare il significato del verbo, dell’aggettivo, del nome o di un altro avverbio a cui è aggiunto.
diversi tipi di AVVERBI
Modo
Tempo
Luogo
Quantità
bene, male, così, piano, forte, volentieri, giusto, insieme, davvero, soltanto, aggettivo + mente: velocemente, magicamente…
sempre, raramente, spesso, mai, adesso, ieri, oggi, domani, stasera, dopodomani, ora, finora, prima, poi, dopo, presto, tardi, già, subito, talvolta, talora, oramai...
qui, qua, lì, là, su, giù, davanti, dietro, vicino, lontano, dove, sopra, sotto, fuori…
tanto, quanto, più, meno, poco, molto, troppo, abbastanza, assai, niente, altrettanto, parecchio, nulla, niente…
Affermazione sì, certo, certamente, sicuro, sicuramente, davvero, proprio, appunto, pure, naturalmente…
Negazione non, no, nemmeno, neanche, mai, né, affatto…
Dubbio forse, magari, probabilmente, quasi eventualmente
Interrogazione
Come? Dove? Quando? Da quando? Per quando? Quanto? Perché?…
Esclamazione Come! Dove! Quando! Quanto! Perché!
le LOCUZIONI AVVERBIALI
Le locuzioni avverbiali sono gruppi di parole che svolgono la funzione di avverbio.
Sono locuzioni avverbiali: in fretta, pian piano, così così, di qua, di là, di fuori, di sopra, per sempre, di giorno, all’incirca, senza dubbio, neanche per idea...
MORFOLOGIA 27
LA PREPOSIZIONE
FUNZIONE
La preposizione è una parte invariabile del discorso. La sua funzione è mettere in relazione tra loro due parole di una frase o più frasi e introdurre i complementi indiretti.
diversi tipi di PREPOSIZIONI
Le preposizioni si distinguono in:
• preposizioni semplici: di, a, da, in, con, su, per, tra, fra;
• preposizioni articolate, cioè le preposizioni semplici unite agli articoli determinativi: dal, nella, agli, sulle…;
• preposizioni improprie, cioè parti del discorso che possono essere usate come preposizioni: un lungo sentiero, davanti la casa.
LA CONGIUNZIONE
FUNZIONE
La congiunzione è la parte invariabile del discorso che ha la funzione di collegare tra loro due o più parole della stessa frase o due frasi.
le CONGIUNZIONI
Le congiunzioni si distinguono in:
• coordinanti, quando uniscono due parole o due frasi che hanno la stessa importanza. Vado a letto e dormo.
• subordinanti, quando collegano due parole o due frasi che dipendono una dall’altra. Vado a letto perché ho sonno.
L’ESCLAMAZIONE
FUNZIONE
L’esclamazione è la parte invariabile del discorso che ha la funzione di esprimere emozioni, sentimenti, stati d’animo. Ah!, Ehi!, Ottimo!, Aiuto!, Meno male!
MORFOLOGIA 28
IL PREDICATO
Il predicato è l’elemento fondamentale della frase. È un verbo che dà informazioni sul soggetto.
diversi tipi di PREDICATO
Il predicato può essere verbale o nominale.
Predicato verbale
Predicato nominale È un verbo coniugato in una delle sue forme (attiva, passiva, riflessiva).
Indica un’azione:
• compiuta dal soggetto Ketty rincorre il gatto.
• subita dal soggetto
Ketty è rincorsa dal cane.
Per individuare il predicato verbale devi porti le domande:
Che cosa fa? Che cosa succede? Che cosa è successo?
I verbi ausiliari e servili formano un unico predicato con il verbo che accompagnano.
Io sono andato
Io posso giocare.
È formato dal verbo essere
accompagnato da un aggettivo o da un nome.
Indica:
• com’è il soggetto Martino è felice.
• che cos’è il soggetto Martino è un atleta.
Per individuare il predicato nominale devi porti le domande:
Com’è? Che cos’è?
Nel predicato nominale:
• la voce del verbo essere si chiama “copula” e concorda con il soggetto nella persona e nel numero.
• l’aggettivo o il nome che segue il verbo essere si chiama “nome del predicato” e concorda con il soggetto nel genere e nel numero.
Per fare l’analisi logica di una frase devi sempre per prima cosa cercare il predicato, verbale o nominale.
SINTASSI 29
IL SOGGETTO
Il soggetto è la persona, l’animale o la cosa di cui il predicato dà informazioni.
Il soggetto può:
• compiere un’azione La trota nuota.
• subire un’azione La trota è pescata.
• trovarsi in una certa situazione o condizione La trota è nel fiume.
• avere una qualità La trota è guizzante.
soggetto SOTTINTESO
Il soggetto è sottinteso quando non è espresso, ma si intuisce dal verbo. (Noi) Andiamo al cinema.
come individuare il SOGGETTO
Per trovare il soggetto devi porti la domanda: chi è che fa o subisce l’azione indicata dal predicato?
• In una frase ci possono essere più soggetti. Mattia e Filippo sono fratelli.
• Non sempre il soggetto è vicino al verbo. Julia tutti i giovedì pomeriggio va in palestra.
• Il soggetto manca nelle frasi in cui il predicato è un verbo impersonale.
Piove. Lampeggia. Nevica.
30 SINTASSI
I COMPLEMENTI
FUNZIONE
In una frase i complementi (o espansioni) sono sintagmi che hanno la funzione di arricchire e completare il significato del soggetto o del predicato.
I complementi possono dipendere:
• dal soggetto;
• dal predicato;
• da un altro complemento;
• da un attributo o da un’apposizione.
diversi tipi di COMPLEMENTI
Complemento diretto Complementi indiretti Si collega solo al verbo e non è introdotto da alcuna preposizione. A volte è preceduto da articoli partitivi.
Il contadino semina il grano.
La contadina raccoglie delle mele.
Sono introdotti da:
• preposizioni semplici o articolate;
• preposizioni improprie.
il complemento OGGETTO o DIRETTO
Il complemento oggetto è l’unico complemento diretto. Completa il predicato verbale espresso da un verbo transitivo. Risponde alle domande: chi? Che cosa?
Rocco ha incontrato (chi?) Stefania. Katia guida (che cosa?) la macchina.
Qualunque parte del discorso può avere la funzione di complemento oggetto.
• Nome
Tino ha bevuto il latte
• Verbo
Luana ama andare al cinema.
• Pronome
Stamattina io ti ho incontrato in ascensore.
• Avverbio Hai bevuto tutto
• Congiunzione Conosco il perché dei tuoi capricci.
SINTASSI 31
SINTASSI
I COMPLEMENTI
Complemento Domanda
Oggetto (o diretto)
Preposizioni o locuzioni che lo introducono
Chi? Che cosa? Non è introdotto da preposizione.
Di luogo Dove? Da dove? Verso dove? in, a, da, su, tra, per, verso, dentro…
Di tempo
Quando? Per quanto tempo? Da quando?
Tra quanto?
in, a, per, da, durante, dopo, prima di…
Di denominazione Di quale nome? di
Di argomento Riguardo a chi? Riguardo a che cosa?
di, su, circa, sopra, intorno a, a proposito di, riguardo a…
Di termine A chi? A che cosa? a, al…
D’agente
Di causa efficiente
Di modo
Di mezzo
Di materia
Di compagnia
Di unione
Di causa
Di fine o scopo
Da chi? Da che cosa? da
Come? In che modo? In che maniera?
Con che cosa?
con, di, a, per, da, secondo, senza...
Per mezzo di che cosa? con, per…
Di quale materiale? di, in…
Con chi?
Con che cosa? con, insieme a, in compagnia di...
Per quale motivo? A causa di che cosa? di, a, da, con, per, a causa di...
Per che cosa?
Per quale fine?
Per quale scopo?
per, a, da
Responsabile editoriale: Mafalda Brancaccio
Coordinamento e redazione: Valentina Dell’Aprovitola
Revisione didattica: Nadia Negri
Responsabile di produzione: Francesco Capitano
Progetto grafico e impaginazione: Elisabetta Giovannini
Copertina: Carmen Fragnelli, Ilaria Raboni, Illustrazioni: Simonetta Baldini
Stampa: Tecnostampa – Pigini Group Printing Division Loreto – Trevi 24.83.124.0
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