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L’ARTE INCONTRA... IL MITO

Quando le opere d’arte raccontano una storia: LA MEDUSA

Il Cardinal del Monte entrò nella stanza di Michelangelo con passo deciso, e con un gesto stizzito aprì di colpo la tenda. La luce forte e prepotente di mezzogiorno entrò all’improvviso e andò dritta a sfidare le palpebre del giovane pittore che, però, continuava a tenerle ben chiuse nella pesantezza del sonno. – ALZATI!!! L’urlo perentorio del cardinale arrivò forte alle orecchie di Michelangelo e risuonò nella sua testa come un’eco. – Ma come fai a trascorrere tutte le notti nelle osterie tra risse e duelli? Guardati! Hai dormito anche stanotte con gli stivali! – aggiunse il cardinale. Da quando il Cardinal del Monte si era offerto di aiutare il giovane Michelangelo Merisi, dandogli ospitalità nel suo palazzo, aveva perso la tranquillità perché il giovane pittore, ragazzo molto irrequieto e ribelle, si era messo spesso nei guai a causa della sua litigiosità. – Il sole è già alto e tu hai un lavoro da finire, lo ricordi? Michelangelo aprì gli occhi a fatica e, bofonchiando, si mise a sedere lentamente sul letto. Tenendosi la testa tra le mani, rispose: – Certo che lo ricordo, eccellenza! Me lo ripetete tutti i giorni! La Medusa!!! – Mi avevi promesso che l’avresti finita prima di sabato! – Ho fatto di meglio, mio caro cardinale…

caravaggio

Michelangelo Merisi è conosciuto con il nome di Caravaggio. Nacque a Milano nel 1571 e, poco dopo i vent’anni, si trasferì a Roma. Caravaggio fu uno spirito inquieto e con una certa predisposizione a mettersi nei guai, ma fu anche uno dei pittori più grandi e geniali dell’intera storia dell’arte, amato per la sua capacità di rappresentare sia scene di vita reale sia personaggi che colpiscono lo spettatore per le emozioni e i sentimenti che trasmettono. 61

Michelangelo si alzò dal letto, barcollando per il sonno che lo teneva ancora in ostaggio, e si diresse verso un cavalletto posto in centro alla stanza. Poi, con un gesto teatrale e con la solennità di chi apre il sipario di un palcoscenico, tolse il telo che lo ricopriva. Il cardinale, che aveva seguito i suoi passi, si protese verso l’opera e… dovette sorreggersi alla sedia per riuscire a contenere l’emozione che lo coglieva ogni qual volta si trovava davanti alla meraviglia… Con gli occhi umidi, il cardinale girò attorno all’opera più di una volta per cercare di cogliere ogni particolare di quel capolavoro. Lo sguardo della Gorgone lo seguiva implacabile da ogni angolazione! – Non posso crederci! Hai fatto un capolavoro! Una testa appena recisa, eppure così viva! Caravaggio abbozzò un sorriso di compiacimento mentre si fingeva indifferente ai complimenti. Medusa, raffigurata su una tela incollata a uno scudo convesso, chiusa nello stupore di chi ha appena capito d’essere stata decapitata, era davvero impressionante: i muscoli del viso erano contratti in quell’ultimo attimo di vita, gli occhi atterriti e le pupille, quasi fuori dalle orbite, fissavano lo spettatore trasmettendo tutto l’orrore della scena. L’urlo orribile proveniente da quella bocca spalancata sembrava tagliare l’aria della stanza e i nove serpenti attorno al viso parevano contorcersi continuamente, completando l’inquietante rappresentazione! Il Cardinal del Monte era certo che con quel capolavoro avrebbe ricevuto apprezzamenti e ringraziamenti a profusione da Ferdinando de Medici, al quale avrebbe voluto regalare la Medusa. Del resto la Gorgone, che da sempre simboleggiava la prudenza e la sapienza, ben si prestava a rappresentare i valori ai quali si ispirava la nobile famiglia fiorentina. Sì, ne era proprio sicuro: sarebbe stato un successo!

Poi, soddisfatto, si rivolse al suo pupillo: – Bravo Michelangelo! Non capirò mai come fai a dipingere tanta perfezione… Mentre cercava di togliersi gli stivali, Caravaggio rispose: – Io non decido nulla! Assecondo solo il mio talento! Esso stabilisce ogni mio movimento e io gli obbedisco come in preda a una frenetica smania che guida il mio pennello! E quando l’opera è finita mi scopro finalmente soddisfatto e sazio, come se la mia arte mi avesse nutrito! La pittura è sicuramente la migliore cura alla mia inquietudine… Poi rimise il telo sul cavalletto e, prima di dirigersi verso il letto, si voltò verso il cardinale… – Adesso posso tornare a dormire?

Il mito di Medusa

Prima della trasformazione in un orrendo mostro, Medusa era una bellissima ragazza, la più bella delle tre sorelle Gorgoni: Euriale, la Sapienza; Steno, la Forte; Medusa, l’astuta. Ciò che la differenziava dalle altre sorelle, oltre alla bellezza, era il fatto che tra le tre, lei era l’unica a essere mortale. La bellezza di Medusa suscitò l’attenzione di Nettuno, dio del Mare, che se ne innamorò perdutamente, al punto da rapirla e portarla nel tempio sacro dedicato alla dea Atena. Atena, in preda all’ira a causa della profanazione del suo tempio, anziché vendicarsi di Nettuno, inflisse una tremenda punizione a Medusa: la trasformò in un orribile essere mostruoso, con un groviglio di serpi al posto dei capelli e due occhi ardenti come tizzoni che trasformavano in pietra chiunque li guardasse!

Una profanazione è un’offesa a qualcosa di sacro.

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