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IL FLAUTO MAGICO

Il Flauto Magico (1791) è un’opera in due atti musicata da Wolfgang Amadeus Mozart. Ambientata nell’antico Egitto (visto però come un fantasioso mondo magico), la storia racconta di come il principe Tamino, dopo aver superato diverse prove, riesce a liberare l’amata Pamina dalle forze del Male.

L’autore

Wolfgang Amadeus Mozart fu il più grande genio della storia della musica. Nacque a Salisburgo nel 1756 e cominciò a mostrare il suo straordinario talento già da piccolissimo. A soli 5 anni scrisse la sua prima composizione, sorprendendo il mondo intero. Nonostante la sua breve vita (morì a soli 35 anni) scrisse più di 600 opere, dando dimostrazione di essere un genio assoluto!

ATTO 1

E alla fine... il Bene vince sul Male

ECCOMI QUI, SONO PROPRIO IO, PAPAGENO! PERÒ, QUANDO MI CHIAMERETE, RICORDATEVI DI INFILARE UN’H TRA LA G E LA E PERCHÉ IL MIO NOME SI PRONUNCIA COSÌ: P-A-P-A-G-H-E-N-O!

Vi presento Papageno, un personaggio tanto strano quanto divertente! Perché è strano? Perché se ne va in giro a catturare uccelli vestito come uno di loro: con un sacco di piume colorate! Che dire… Sembra proprio un pappagallo! Papageno è un tipetto sempre allegro, non sa proprio che cosa siano la noia e la tristezza! Gli piace cantare, fischiettare e suonare il suo flauto mentre se ne va in giro per il bosco.

PER FORTUNA LA REGINA DELLA NOTTE CI HA AVVISATE IN TEMPO! MA... AVETE VISTO QUANTO È BELLO?

SÌ, È VERO! NON HO MAI VISTO UN GIOVANE COSÌ BELLO!!!

State a sentire che cosa gli successe un giorno durante una delle sue passeggiate… Poco lontano da lui, stava per accadere qualcosa di veramente terribile al giovane principe Tamino: dopo un lungo ed estenuante inseguimento, il povero principe stava per essere divorato da un enorme serpente e proprio quando si rese conto che l’orribile mostro l’avrebbe raggiunto, svenne!

ANDATE VOI, IO RIMANGO QUI PER ASSISTERE IL PRINCIPE.

Ma quando tutte le speranze sembravano ormai perdute, ecco che arrivarono tre dame che, con delle enormi lance dorate trafissero il mostro, appena in tempo per salvare il principe.

EH NO! TU VERRAI CON NOI DALLA REGINA!

Avvicinatesi al principe ancora svenuto, le tre dame rimasero affascinate dalla sua bellezza. Loro avrebbero voluto aspettare il suo risveglio, ma dovevano tornare subito dalla Regina della Notte per riferirle l’accaduto; così, lo lasciarono a malincuore… 9

Proprio mentre il principe Tamino stava per riprendersi, ecco che Papageno passò di lì, cantando a squarciagola come sempre.

Gente è qui l’uccellatore, sempre allegro heisa, hopsasà! Io caccio tutto l’anno e tutti già lo sanno! E gli uccelli ad un mio fischio, trovan tutti o rete o vischio. Sono allegro, son contento, ‘ché miglior, miglior di me non c’è! Gente è qui l’uccellatore, sempre allegro heisa, hopsasà! Io caccio tutto l’anno e tutti già lo sanno! Di donnette una dozzina con me aver vorrei, e venire a me vedrei, tutte, tutte l’altre in quantità. Domar con dolci note, io saprei d’amabil giovine, e la più bella, solo lei, di marzapane nutrirei. Poi teneri, baciandoci e subito sposandoci, la ninna nanna per dormire le canterei all’imbrunir. L ‘ ARIA GENTE è QUI L ’ UCCELLATORE

LA PARAFRASI

Eccomi qui, gente, sono l’uccellatore, sempre allegro heisa, hopsasà! Io caccio tutto l’anno e tutti lo sanno! Gli uccelli a un mio fischio accorrono e restano intrappolati nella mia rete o nel vischio. Sono allegro, son contento, perché non c’è uccellatore più bravo di me! Eccomi qui, gente, sono l’uccellatore, sempre allegro heisa, hopsasà! Io caccio tutto l’anno e tutti lo sanno!

Vorrei tanto avere una dozzina di fanciulle insieme a me e vederne altre, in gran quantità, che vogliono tutte venire da me! Io le saprei conquistare con le dolci note del mio flauto perché sono un giovane amabile, tra tutte sceglierei la più bella e la nutrirei con il marzapane. Ci scambieremmo teneri baci e ci sposeremmo subito, poi verso sera, per farla addormentare, le canterei la ninna nanna.

GRAZIE PER AVERMI SALVATO LA VITA! DEVI AVERE UNA GRANDISSIMA FORZA SE SEI RIUSCITO A UCCIDERE QUELL’ORRIBILE MOSTRO!

COSÌ IMPARI A VANTARTI DI AZIONI CHE NON HAI MAI COMPIUTO!

CHI IO? AH… SÌ CERTO… SONO FORTISSIMO E NON HO PAURA DI NIENTE!

Una volta sveglio, il principe Tamino, vedendo il serpente ucciso e non scorgendo altri intorno, se non Papageno, credette che a salvarlo fosse stato proprio quello strano essere… un po’ uomo, un po’ uccello. Papageno, lusingato, glielo lasciò credere.

LA NOSTRA REGINA TI IMPLORA DI ANDARE A SALVARE SUA FIGLIA CHE È TENUTA PRIGIONIERA DAL MALVAGIO SARASTRO! MMMMM... MMMM...

All’improvviso, però, riapparvero le tre dame che, arrabbiate, fecero una magia e sigillarono la bocca di Papageno con un lucchetto, punendolo per la sua bugia!

MA… MA… È BELLISSIMA!

DITEMI IL NOME DEL MIO AMORE AFFINCHÉ IO POSSA RIPETERLO IN ETERNO…

IL SUO NOME È PAMINA!

AH, LE DONNE! QUESTO RAGAZZO NON SA IN CHE GUAIO STA PER CACCIARSI! RISCHIERÀ LA SUA VITA ANDANDO NEL REGNO DI SARASTRO!

Tamino era veramente frastornato! In un solo giorno aveva provato tante emozioni: prima la grande paura di essere divorato, poi la gioia di scoprirsi salvo e infine l’amore a prima vista per la bellissima Pamina! Ormai aveva deciso: avrebbe dato tutto se stesso pur di salvare la ragazza che gli aveva rapito il cuore!

AHHHHHH! CHE PAURA!!! MI TREMANO TUTTE LE PIUME!!!

Intanto Papageno, un po’ in disparte, assisteva alla scena, perplesso…

RIPORTAMI MIA FIGLIA!

IO LA SALVERÒ!

Mentre Papageno era intento a fare le sue riflessioni, ecco che, preannunciata da un grande fragore, apparve la Regina della Notte, Astrifiammante!

Tutto il bosco si fermò: non si sentì più neanche un cinguettio d’uccello… Era come se tutti avessero smesso di respirare! Astrifiammante, avvolta nel suo mantello scuro e scintillante di luce di stelle, si mostrò a Tamino e gli chiese (per non dire gli impose…) di liberare sua figlia Pamina. Poi scomparve e il bosco riprese a vivere con un sospiro di sollievo…

NON VORREI ESSERE NEI SUOI PANNI! GIÀ PARLANO DI BELVE FEROCI! PRENDILO, TI SARÀ UTILE!

E POTRAI ANCHE TRASFORMARE L’ODIO E LA TRISTEZZA IN SERENITÀ E GIOIA!

Tamino era pronto a partire ma, proprio mentre si accingeva a farlo, ricomparvero le tre dame che gli consegnarono un dono da parte della regina Astrifiammante: un flauto magico!

NO, NO, IO NON POSSO PARTIRE! HO TANTE COSE DA FARE! MONOSTATOS SARÀ SICURAMENTE PUNITO PER ESSERSI FATTO SCAPPARE PAMINA.

BEN GLI STA, A QUELL’UOMO CRUDELE!

DOVRAI PARTIRE! NON SI DISCUTONO LE DECISIONI DELLA REGINA.

Poi le tre dame, dopo aver liberato Papageno dal lucchetto, gli ordinarono di accompagnare il principe nella sua missione. Anche per lui c’era un regalo speciale: un carillon che, se suonato, lo avrebbe protetto nei momenti di difficoltà. Iniziò così il viaggio avventuroso di Tamino e Papageno, il quale non smetteva di lamentarsi e di rimpiangere di non essere rimasto a dormire quella mattina! Quando arrivarono nel regno di Sarastro, i due si divisero i compiti e mentre Tamino esplorava il bosco, Papageno si intrufolò di nascosto nel palazzo. Subito capì dal trambusto che Pamina era riuscita a scappare da Monostatos, il suo gigantesco carceriere.

TAMINO È MOLTO INNAMORATO DI TE E PRESTO TI LIBERERÀ!

INNAMORATO DI ME? OH, FINALMENTE ANCH’IO CONOSCERÒ L’AMORE! NON RIUSCIRAI A ENTRARE FINCHÉ NON AVRAI CACCIATO DAL TUO CUORE LA RABBIA E LA VENDETTA!

Papageno, nonostante la paura, era riuscito a raccontare a Pamina la missione del principe Tamino. Subito dopo, però, Monostatos catturò entrambi.

MA NON POSSO NON ODIARE SARASTRO! LUI HA RAPITO PAMINA!

Intanto Tamino si ritrovò davanti a un tempio con tre porte. Su ognuna di esse c’era scritto SAGGEZZA, RAGIONE e NATURA. Davanti al tempio un sacerdote lo avvisò…

QUAL È ALLORA LA VERITÀ?

DOVRAI SCOPRIRLO DA SOLO!

Il sacerdote ricordò a Tamino che spesso le cose non sono esattamente come sembrano e che per conoscere la verità non ci si deve fermare a una sola versione.

Tamino decise di suonare il flauto magico e fu così che successe un evento straordinario… Gli animali si radunarono intorno a lui incantati, anche quelli più feroci: tutti ascoltavano quel dolce suono, ammaliati.

Anche se legato dalla testa ai piedi, Papageno cominciò a suonare il carillon e udite udite... successe una cosa buffissima: Monostatos e le terribili guardie cominciarono a danzare in maniera goffa e sgraziata, senza nemmeno capire che cosa stessero facendo… Papageno e Pamina riuscirono, così, a liberarsi e a scappare.

Che suono stupendo! Che incanto sovran! La la ra, la la la ra la... Che suono stupendo! Che incanto sovran! La la ra, la la la ra la... L ‘ ARIA CHE SUONO STUPENDO

LA PARAFRASI

Che suono stupendo! Che grande incanto! La la ra, la la la ra la...

Che suono stupendo! Che grande incanto! La la ra, la la la ra la...

PERDONAMI! SO CHE MI PUNIRAI PER ESSERE SCAPPATA, MA IL TUO SERVO MONOSTATOS MI TRATTAVA MALE! PER FORTUNA PAPAGENO MI HA AIUTATO A FUGGIRE…

LA VERITÀ NON È QUELLA CHE CREDI! TUA MADRE È UNA DONNA CRUDELE CHE VUOLE SOLO DISTRUGGERE IL NOSTRO TEMPIO E IMPOSSESSARSI DEL MIO POTERE PER I SUOI MALVAGI SCOPI! GUARDIE! PUNITELO CON 77 FRUSTATE! A FUMETTI! L' O P E R A ...

MIA MADRE?

A quel punto Sarastro, leggendo il terrore negli occhi di Pamina, decise di rivelarle la verità.

COME PRIMA PROVA DOVRAI RIMANERE IN SILENZIO QUALUNQUE COSA ACCADA… E ANCHE TU, PAPAGENO, SE SUPERERAI LA STESSA PROVA AVRAI IN SPOSA UNA GIOVANE DONNA TALE E QUALE A TE!

Un grande trambusto preannunciò l’arrivo di Monostatos che, intanto, aveva catturato Tamino! Ma Sarastro, ricordando le parole d’accusa di Pamina, fece liberare Tamino e punire Monostatos.

HO UNA FIFA TERRIBILE MA SOPPORTERÒ TUTTO PUR DI CONOSCERE LA MIA FIDANZATA!

FIne ATTO 1

Finalmente i due innamorati si abbracciarono. Poi Sarastro prese da parte Tamino e Papageno, e senza farsi sentire da Pamina, disse loro che Tamino doveva superare tre prove, necessarie a dimostrare la sua purezza d’animo, prima di poter tornare da Pamina.

ATTO 2

È nel mio cor il foco dell’inferno! Morte ed orrore, morte ed orrore sono dentro di me! Se per tua man Sarastro alfin non muore, Sarastro alfin non muore, Pamina più la figlia mia non è, Pamina più la mia figlia non è più! Pa pa pa pa pa... La figliola mia non è più! Pamina la mia figlia non è più! Pa pa pa pa pa... Scacciata sii per sempre, per sempre a ramingare! E infranto sia per sempre, il legame ch’è tra noi, cacciata per sempre, ed infranto sia il legame ch’è tra noi! L ‘ ARIA è nel mio cor

DEVI UCCIDERLO E PORTARMI IL PREZIOSO SCETTRO DEL SOLE, COSÌ FINALMENTE IL POTERE SARÀ MIO!

Mentre Tamino era impegnato nella prima prova, Pamina ricevette la visita di sua madre che, consegnandole un pugnale, le ordinò di uccidere Sarastro.

LA PARAFRASI

Nel mio cuore c’è il fuoco dell’inferno! La morte e l’orrore la morte e l’orrore sono dentro di me! Se con le tue mani non ucciderai Sarastro, non ucciderai Sarastro, Pamina non sarà più mia figlia, Pamina non sarà più mia figlia! Pa pa pa pa pa... La mia figliola non sarà più. Pamina non sarà più mia figlia. Pa pa pa pa pa... Sarai scacciata per sempre dal mio regno e costretta a vagare per tutta la vita! Il nostro legame sarà infranto per sempre, sarai cacciata per sempre, e tra noi non ci sarà più alcun legame!

SARAI PER SEMPRE BANDITO DAL MIO REGNO!

Monostatos, che aveva assistito all’incontro tra madre e figlia, cercò nuovamente di insidiare Pamina ma, al suo rifiuto, una feroce rabbia si impossessò di lui e cercò di colpirla. Proprio mentre stava per farlo, Sarastro lo fermò…

AMORE MIO, PERDONAMI, MA NON POSSO PARLARE!

Tamino, intanto, per continuare a mantenere il silenzio respingeva tutte le tentazioni, mentre invece Papageno infranse il divieto parlando con una dolce vecchina…

Pamina, non sapendo nulla della prova del silenzio, si recò dal suo amato principe ma quando lui le girò le spalle per evitare di infrangere il silenzio, lei, pensando che Tamino non l’amasse più, si disperò tantissimo.

Tamino superò la prova del silenzio mentre a Papageno, che non era riuscito a stare zitto, non fu consentito di proseguire. Così, per consolarsi, Papageno bevve un calice di vino e, un po’ allegro, cominciò a cantare.

L ‘ ARIA

colomba o tortorella

Colomba o Tortorella, ha Papageno in cor; soave femminella, felicità d’amor. (3 volte) Che bel matrimonio farei, di più domandar non saprei. Felice la vita godrei e come in Eliso starei. Ai grandi sovrani da pari, felice la vita godrei e come in Eliso starei in Eliso starei. Colomba o Tortorella, ha Papageno in cor; soave femminella, felicità d’amor. (3 volte) Ah, proprio nessuna mi vuole, di tutte le belle figliole? Accorra una sola a mio pro crucciato se no morirò! Ah, proprio nessuna mi vuole, accorra una sola a mio pro, crucciato se no morirò! Se no morirò! Colomba o Tortorella, ha Papageno in cor; soave femminella, felicità d’amor. (3 volte) Costei non rifiuti d’amarmi e il fuoco vedrà consumarmi. Boccuccia di donna d’amor baciando mi illumini il cor. (3 volte)

LA PARAFRASI

Una colomba o una tortorella Papageno ha nel cuore, una dolce fanciulla che mi faccia provare la felicità dell’amore! Se la trovassi farei un bel matrimonio e non chiederei più niente. Felice, mi godrei la vita e mi sentirei in Paradiso! Come i grandi sovrani, felice, mi godrei la vita e mi sentirei in Paradiso.

Una colomba o una tortorella Papageno ha nel cuore, una dolce fanciulla che mi faccia provare la felicità dell’amore! Ma non mi vuole proprio nessuna? di tutte le belle fanciulle? Venga da me una soltanto, altrimenti morirò molto triste. Una colomba o una tortorella Papageno ha nel cuore, una dolce fanciulla che mi faccia provare la felicità dell’amore! Se la donna che verrà da me non rifiuterà d’amarmi il fuoco mi consumerà. Baciando la boccuccia della mia donna adorata il cuore mio si illuminerà.

Da sempre la colomba è il simbolo del matrimonio, mentre la tortora rappresenta l’eterna fedeltà. Si dice, infatti, che una tortora rimanga sempre fedele al suo compagno tanto che, se uno dei due muore, l’altro trascorre il resto della sua vita in solitudine.

OH, MIA BELLA PAPAGENA! ADESSO SÌ CHE SONO FELICE!

QUESTA VOLTA NON TI LASCERÒ DA SOLO.

Papageno non sapeva, però, che Sarastro aveva una sorpresa in serbo per lui… Gli apparve la dolce vecchina che aveva incontrato poco tempo prima e… puffff! Magia delle magie, la vecchia si trasformò in una bellissima fanciulla del tutto simile a lui, tutta ricoperta di piume colorate! Si chiamava Papagena!

OH, MIA DOLCE E CORAGGIOSA PAMINA!

Intanto Pamina, appreso il motivo del silenzio di Tamino, tornò a essere felice. La giovane, anziché attendere che il suo principe finisse di superare le altre due prove, decise di raggiungerlo per affrontarle insieme a lui!

AHHHHHHH!

CE L’ABBIAMO FATTA, AMORE MIO!

AHHHHHHH!

EVVIVA! SUONA IL TUO FLAUTO, TAMINO!

Così i due innamorati affrontarono e superarono le difficili prove del passaggio in mezzo al fuoco e in mezzo all’acqua …

Ormai sembrava tutto concluso: le prove erano state superate, Tamino e Pamina potevano finalmente coronare il loro sogno d’amore e Papageno aveva trovato la sua Papagena… Ma la Regina della Notte non si era rassegnata alla sconfitta; così, alleatasi con Monostatos, tentò un ultimo attacco al tempio. Ma la purezza di Tamino e Pamina, insieme alla potenza della luce, sconfissero definitivamente la Regina e le forze del Male. La giustizia, la saggezza e l’amore avevano vinto!

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