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IL MITO
Gli antichi filosofi, per spiegare meglio un fenomeno naturale o pensiero importante, erano soliti raccontare delle storie semplici e accattivanti che, attraverso delle similitudini, rendevano comprensibili a tutti, quei concetti che altrimenti potevano essere di difficile comprensione. Queste storie sono i miti.
Il MITO DELLA CAVERNA di Platone , attraverso il quale capiremo meglio come si fa a diventare filosofi.
Nelle prossime pagine conoscerai due tra i miti piu belli della filosofia greca.
Il MITO Di amore e lotta di Empedocle , attraverso il quale scopriremo una delle teorie più suggestive sulla creazione del mondo.
PLATONE
Platone nacque ad Atene nel 427 a.C. da una nobile famiglia. In realtà si chiamava Aristocle e probabilmente fu chiamato Platone per la sua costituzione robusta e le sue spalle larghe (dal greco platýs, che significa “ampio”).
A 20 anni incontrò il grande filosofo Socrate, ne divenne un
fedelissimo allievo e lo seguì fino all’ultimo giorno della sua vita. Platone si dedicò molto alla vita politica della sua città e fece del suo meglio perché fosse amministrata da uomini giusti. Purtroppo, le varie guerre e il governo di uomini incapaci, che si macchiarono di tante malvagità, provocarono in Platone una grande delusione. Per questo e per il dolore causato dalla perdita dell’amico e maestro Socrate, Platone iniziò a viaggiare. Al suo ritorno ad Atene fondò una scuola che chiamò Accademia. La fondazione di questa scuola fu un evento culturale importantissimo per tutto il mondo antico. In questa scuola, immersa in un grande parco, tanti discepoli trascorrevano le loro giornate tra passeggiate e discussioni. Platone visse fino all’età di 80 anni, regalando all’umanità un grande esempio di come andare alla ricerca della felicità attraverso la sapienza.
colora Socrate e Platone
Il mito della caverna
MA COME SI ARRIVA ALLA CONOSCENZA? SECONDO TE, CIÒ CHE VEDIAMO CORRISPONDE SEMPRE ALLA REALTÀ?
I filosofi cercano sempre la conoscenza per non rimanere nell’ignoranza. Ma che cosa cercano esattamente? Che cosa vuol dire “ignorante”? Qualcuno di sicuro risponderà che “ignorante” è una parola offensiva, una parolaccia che nessuno vuole sentirsi dire; eppure, questa parola non ha niente di offensivo, è semplicemente la condizione di chi “ignora i fatti e la verità”! Per i filosofi l’ignoranza è un importante punto di partenza, perché chi si sente ignorante avverte il bisogno di non esserlo più, di colmare la sua “non conoscenza” andando alla ricerca della verità. Per Platone uscire dall’ignoranza è come uscire da una caverna… Vuoi saperne di più? Vai avanti e leggi questo bellissimo mito, tratto dall’opera di Platone intitolata La Repubblica.
Il mito della caverna
C’era una volta una caverna lunga, stretta e buia. Solo l’entrata era illuminata da una splendida luce. Nel fondo di questa caverna c’erano degli uomini che stavano lì da sempre, fin dalla loro nascita. Non avevano mai visto ciò che c’era fuori dalla caverna, non avevano mai visto il mondo: erano tenuti prigionieri, legati con pesanti catene, e non potevano fare alcun movimento né tanto meno cambiare di posto. Non potendo neanche girare la testa, potevano solo guardare dritto davanti a loro.
GUARDA, IL CAVALLO È PIÙ PICCOLO DELL’UOMO.
SÌ, E I VASI SONO PIÙ GRANDI DI NOI!
Dall’altra parte della caverna c’era un grande fuoco. Tra il fuoco e i prigionieri c’era un muretto dietro il quale camminavano molti uomini in fila indiana. Ciascuno di loro portava un oggetto: statuette di uomini, di alberi, di animali, di case… oggetti diversi sia per forma sia per grandezza. Passando davanti al fuoco, gli oggetti proiettavano la loro ombra sulla parete di fronte ai prigionieri i quali, non potendo girare la testa, credevano che quelle ombre fossero oggetti reali.
Un bel giorno, uno dei prigionieri riuscì a liberarsi dalle catene e finalmente potè alzarsi e e vedere le statue che proiettavano le ombre. Man mano che si avvicinava all’uscita della caverna, provava un grande dolore agli occhi che, essendo abituati alla penombra, erano accecati dal sole.
NON RIESCO PIÙ A CAPIRE CHE COSA È VERO E CHE COSA NON LO È! MA… MA… ALLORA CIÒ CHE HO VISTO FINORA NON ERA LA VERITÀ!
Nonostante si sentisse smarrito e impaurito, l’uomo continuò con grande sforzo a percorrere la strada in salita, verso l’uscita. Pian piano si abituò alla luce e cominciò a distinguere in maniera sempre più chiara, lo straordinario mondo che esisteva fuori dalla caverna e di cui non aveva mai sospettato l’esistenza!
ADESSO HO CAPITO QUALI SONO LE COSE REALI!
Una volta fuori, l’uomo si rese conto che non era facile, all’improvviso, distinguere la realtà dalle ombre, cioè la verità dalla finzione! L’uomo cercò di guardare il cielo ma, ancora una volta, la luce del sole, troppo forte per i suoi occhi abituati al buio, lo costrinse a guardare in basso, dove c’era un laghetto in cui si riflettevano gli alberi, le nuvole e gli uccelli. L’uomo credette, così, che quei riflessi fossero elementi reali…
ALLORA LE COSE REALI STANNO ANCHE LASSÙ!
Scesa la notte, l’uomo potè finalmente alzare gli occhi verso il cielo, poiché la luce della luna era più delicata di quella del sole… Scoprì così le stelle e ne rimase incantato! Capì allora che la realtà non poteva essere soltanto quella che aveva visto nel laghetto ma reali erano anche tutte le meraviglie di quel cielo infinito!
È DAL SOLE CHE VIENE LA VITA! TUTTO QUESTO È MERAVIGLIOSO! COME HO POTUTO VIVERE FINO A ORA SENZA CONOSCERE LA REALTÀ?
Venne l’alba, e con essa la luce tenue del sole, che permise all’uomo di guardare il cielo senza temere il dolore agli occhi. Nel vedere la natura attorno a lui, dimenticò tutte le cose riflesse nell’acqua del laghetto e si meravigliò della bellezza degli alberi reali, degli uccelli reali, delle nuvole reali, dell’orizzonte e del mare e capì che solo quella era la vera realtà!
ANCHE I MIEI AMICI DEVONO SAPERE!
Infine l’uomo, ormai abituato alla luce, riuscì a guardare direttamente verso il sole e… rimase senza fiato! Non aveva mai visto niente di più bello! A quel punto cominciò a ragionare e a rendersi conto che era il sole a determinare le stagioni e a governare tutta la natura!
Pieno di entusiasmo per aver finalmente compreso la verità, l’uomo tornò nella caverna per raccontare ciò che aveva scoperto ai suoi compagni, ancora prigionieri. Avrebbe tanto voluto liberarli dalle catene, portarli fuori dalla caverna e guidarli finalmente verso la luce e la conoscenza…
MI CREDERANNO? E SE SI ARRABBIASSERO CON ME PERCHÉ LI FACCIO SENTIRE IGNORANTI? E SE PREFERISSERO NON CONOSCERE MAI LA VERITÀ E CONTINUARE A CREDERE NELLE OMBRE? DOPOTUTTO, A MOLTI LA VERITÀ FA PAURA!
All’improvviso, però, l’uomo fu assalito da un dubbio: e se i suoi compagni non fossero stati affatto felici di conoscere cose nuove? E se non avessero voluto mettere in discussione ciò che già sapevano? Che scelta difficile doveva compiere!
QUELLO CHE VEDETE QUI NON È LA VERA REALTÀ!!! VENITE FUORI A CONOSCERE IL MONDO REALE!
VUOI DIRE CHE FINO A ORA ABBIAMO VISSUTO NELLA MENZOGNA? COME TI PERMETTI, ARROGANTE CHE NON SEI ALTRO! VATTENE VIA E NON TORNARE MAI PIÙ!!
L’uomo, infine, decise di scendere nella caverna e di raccontare tutto ciò che aveva visto; i suoi compagni, proprio come aveva temuto, si offesero molto nel sentirsi dire che tutto ciò che conoscevano erano solo delle ombre! Alcuni, addirittura, si arrabbiarono veramente tanto e lo cacciarono via in malo modo, scegliendo di continuare a vivere nell’unica realtà che conoscevano: quella delle ombre.
Riassumendo... l’UOMO ARRIVA ALLA CONOSCENZA FILOSOFICA PERCORRENDO DIVERSE TAPPE…
l ’ UOMO VEDE l ’ IMMAGINE DEGLI OGGETTI RIFLESSI NELL’ACQUA La conoscenza è un po’ più completa: si individuano meglio i colori, le dimensioni e il movimento, ma mancano i particolari. 3
l ’ UOMO VEDE LE STATUE DEGLI OGGETTI 2
La conoscenza è sempre approssimativa: si distinguono le forme, ma mancano ancora i suoni, gli odori e i colori.
l ’ UOMO VEDE DEGLI OGGETTI SUL MURO La conoscenza è molto limitata: si intuiscono le forme, ma non si vedono i colori e le reali dimensioni. 1
SÌÌÌ! FINALMENTE CONOSCO LA VERITÀ!!!
l ’ UOMO VEDE l ’ IMMAGINE DI NOTTE CON LA LUCE DELLA LUNA E DELLE STELLE La conoscenza è più minuziosa: si possono individuare le forme reali, le dimensioni precise e gran parte dei dettagli. 4
l ’ UOMO VEDE GLI OGGETTI ALLA LUCE DEL SOLE La conoscenza è completa: si individuano le forme reali, le dimensioni precise e tutti i dettagli. 5
l ’ UOMO GUARDA IL SOLE 6
L’uomo capisce che la luce proviene dal sole e che è grazie a esso che si possono conoscere tutte le cose. La conoscenza, finalmente, diventa verità e dev’essere divulgata.
1 Il senso delle metafore. Unisci con una freccia i nomi alle definizioni corrispondenti.
La caverna
le ombre
i prigionieri
le catene
il prigioniero liberato
Il mondo fuori dalla caverna
il sole
Coloro che rimangono schiavi delle apparenze e delle illusioni.
Pregiudizi e illusioni.
Il filosofo, colui che va alla ricerca della conoscenza, passando attraverso i suoi dubbi e superando la sua ignoranza.
La mente umana.
Fonte della verità.
Il nostro sapere confuso, impreciso e a volte falso.
Il mondo reale che tutti, però, conosciamo gradualmente: prima in maniera imperfetta, poi in maniera più definita e alla fine in maniera chiara e precisa.
2 Rifletti come un vero filosofo. • Secondo te, le cose sono sempre così come ci appaiono a prima vista? • Se osservi l’arcobaleno pensi si tratti di piccolissime gocce d’acqua o di qualcosa di diverso? • Pensi che la conoscenza sia facile da raggiungere? • Ti è mai capitato di cambiare opinione su qualcosa o su qualcuno che credevi diverso? • Ti è mai successo di immedesimarti talmente tanto in un gioco da rimanerne suggestionato anche nella realtà? • Secondo te, la TV può dare una falsa immagine della realtà? E la pubblicità?
EMPEDOCLE
Empedocle nacque nel 495 a.C. ad Akragas, l’attuale Agrigento, una splendida città della Sicilia. Era un medico ma tutti dicevano di lui che era un mago molto potente! Si diceva che, oltre a guarire dal male e dalla vecchiaia, avesse il potere di controllare il vento e le tempeste! Empedocle amava molto la natura e passava la maggior parte del suo tempo nei boschi o vicino al mare a osservare la bellezza del paesaggio.
Empedocle trascorreva spesso il tempo libero in compagnia degli amici, ma quando doveva riflettere e studiare cercava il silenzio e la solitudine, sia per una totale concentrazione sia perché temeva che qualcuno potesse rubargli le idee. La sua morte è avvolta dal mistero, ma la tradizione racconta che Empedocle perse la vita buttandosi nel cratere dell’Etna. Si narra infatti che un giorno un uomo, passeggiando sulle pendici del vulcano, trovò un sandalo come quelli che Empedocle era abituato a portare: dal momento che il filosofo non si era più visto in giro, tutti iniziarono a credere che si fosse buttato nel vulcano. Se questa ipotesi fosse vera, si potrebbe pensare che Empedocle, sulla base delle sue convinzioni filosofiche, abbia voluto far ricongiungere il suo corpo con gli elementi della natura che nel vulcano sono tutti presenti (il fuoco della lava, la terra della roccia, l’aria contenuta nel vapore, l’acqua del vapore acqueo che salendo in cielo si trasforma in pioggia). Del resto, si sa, questi filosofi sono sempre stati dei tipi... originali e caparbi! Pur di dimostrare le loro teorie erano disposti a tutto!
Il mito di Amicizia e Lotta
T U L O S A I C O M ’ È N A T O I L M O N D O ?
Tutti gli uomini si chiedono qual è l’origine delle cose: chi ha creato il sole, come è nato il mare, perché esistono le montagne o gli animali… Probabilmente anche tu avrai avuto qualche curiosità di questo tipo. Queste domande apparentemente potrebbero sembrare banali ma, invece, pongono un problema molto più complesso: perché esiste il mondo? Diversi filosofi cercarono una risposta individuando l’origine del mondo in un solo elemento: alcuni l’acqua, altri l’aria, altri il fuoco e altri ancora la terra. Anche Empedocle si chiedeva quale fosse l’origine del mondo e per darsi una spiegazione pensò che il mondo fosse nato da tutti e quattro gli elementi insieme. Per far comprendere agli altri questa sua teoria, inventò il mito che stai per leggere.
Il mito di Amicizia e Lotta
Un giorno, Empedocle e il suo allievo Pausania, discutendo su quale fosse l’elemento che aveva dato vita alla natura, salirono su una collina e da lì si misero ad ammirare il mare in lontananza. Empedocle rimase in silenzio. Vedendolo così pensieroso, Pausania capì che il suo maestro stava per dire qualcosa di importante. Dopo più di un’ora, Empedocle iniziò a parlare con il tono di chi sta per affermare una grande verità e con lo sguardo rivolto all’orizzonte, disse...
ASCOLTA BENE LA STORIA CHE STO PER RACCONTARTI, MIO CARO PAUSANIA, E CAPIRAI COME È NATA LA VITA IN QUESTO NOSTRO MONDO!
All’inizio dei tempi, i quattro elementi fondamentali, Acqua, Aria, Terra e Fuoco, erano un’unica cosa perché erano uniti tra loro da una forza chiamata Amicizia. Tutti insieme, stretti l’uno all’altro, formavano una palla perfettamente rotonda, chiamata Sfero, che stava immobile al centro dell’Universo.
Con il passare del tempo, dentro lo Sfero nacque un’altra forza, di nome Lotta, che incominciò a seminare discordia e a mettere in pericolo l’armonia tra i quattro elementi.
Lotta andò dall’Aria e la lusingò dicendo che lei, essendo il più puro e leggero degli elementi, non meritava di stare insieme agli altri, perché era superiore a loro. Aria, che era molto vanitosa, si convinse di essere un elemento troppo nobile per stare insieme a Fuoco, Acqua e Terra. Così, decise di staccarsi dallo Sfero e di volare verso l’alto, dove formò il cielo.
Poi Lotta andò dal Fuoco e gli raccontò che Aria si faceva beffe di lui da lassù, perché diceva che non sarebbe mai riuscito a volare tanto in alto come lei. Fuoco, che era molto irascibile e permaloso, punto nel suo orgoglio, fece un enorme salto fino ad arrivare al cielo. Lo spazio però, era stato preso tutto da Aria e trovò libero solo un posticino. Arrabbiatissimo, si raggomitolò tutto su se stesso facendo nascere così il Sole.
Sempre più soddisfatta, Lotta andò da Terra e le fece notare che solo lei era rimasta ferma immobile in mezzo all’Universo, mentre tutti gli altri elementi si muovevano liberamente! Così Terra, che aveva sempre avuto voglia di sgranchirsi un po’, si staccò da Acqua e andò a occupare lo spazio sotto il cielo, formando boschi, montagne, prati e colline.
Acqua, terrorizzata di rimanere da sola, nel momento in cui Terra stava per staccarsi da lei, le si aggrappò con tutte le sue forze, decisa a non mollarla! Lo Sfero, però, essendo privo del peso degli elementi che erano fuggiti via, perse il suo equilibrio e incominciò a girare su se stesso all’impazzata, senza riuscire a fermarsi. Così, per colpa di questo violento e improvviso movimento, Acqua perse la presa e, cadendo, andò a formare i mari, i fiumi e gli oceani.
E AMICIZIA CHE FINE HA FATTO?
AMICIZIA NON SI È MAI ARRESA E TUTTI I GIORNI COMBATTE CONTRO LOTTA CERCANDO DI RIUNIRE I QUATTRO ELEMENTI... E FORSE UN GIORNO CI RIUSCIRÀ!
− Fu così, mio caro Pausania− concluse Empedocle, − che si è formato il mondo dove viviamo. Tutta la natura e noi stessi siamo frutto di questa divisione degli elementi fondamentali.
Era ormai scesa la sera, il maestro e l’allievo tornarono a casa, dove continuarono a discutere della natura e del destino del mondo fino al mattino...
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Empedocle conclude il mito lasciando aperto il finale: riuscirà Amicizia a riunire i quattro elementi o Lotta continuerà a tenerli separati? Prova tu a scrivere la conclusione del mito.
Risolvi il cruciverba inserendo i nomi corrispondenti alle definizioni.
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definizioni Orizzontali
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1 Il nome dell’allievo di Empedocle. 2 Fu il terzo elemento a staccarsi dallo Sfero. 3 La forza che seminò la discordia all’interno dello Sfero. 4 L’elemento che formò il sole. 5 Era il più puro e leggero degli elementi.
2
3 2
definizioni verticali
1 La palla che conteneva i quattro elementi. 2 La forza che teneva uniti gli elementi.
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Nel volume sono riprodotte, nell’ordine, le seguenti opere: • Frida Kahlo, Autoritratto sulla frontiera tra Messico e Stati Uniti , 1932 San Francisco (CA), University of California, School of Medicine • Frida Kahlo, Autoritratto con scimmie, 1943 The Jacques and Natasha Gelman Collection of 20thCentury Mexican Art and The Vergel Foundation • Frida Kahlo, Quattro abitanti del Messico, 1938 Collezione privata, Palo Alto, California • Giorgio De Chirico, Canto d’amore, 1914 Museum of Modern Art, New York • René Magritte, Tempo trafitto, 1938-1939 Art Institute of Chicago Building • René Magritte, Il modello rosso, 1935 Musée National d’Art Moderne Centre Georges Pompidou, Parigi • René Magritte, Il castello dei Pirenei, 1959 Israel Museum, Gerusalemme • René Magritte, Questa non è una pipa, 1928-1929 Los Angeles County Museum of Art • René Magritte, Il figlio dell’uomo, 1964 Collezione privata • René Magritte, L’uomo con la bombetta, 1964 Collezione privata • René Magritte, Senza titolo, anche noto come Mele mascherate, 1966 William Weston Gallery • René Magritte, Golconda, 1953 Menil Collection, Houston • René Magritte, La corda sensibile, 1960 Collezione privata • René Magritte, I valori personali, 1952 San Francisco Museum of Modern Art • Jacques-Louis David, Il giuramento degli Orazi, 1784 Musée du Louvre, Parigi • Raffaello Sanzio, La scuola di Atene, 1509-1511, Musei Vaticani
Le arie delle opere liriche sono tratte da: • N. Nigro, Il Flauto Magico, Edizioni in Canto • N. Nigro, Aida, Edizioni in Canto
Letture L’esperienza de a Meravig ia 4•5
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GIOCHIAMO con l’educa zione ci vica tutti insieme
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