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La scoperta della vitamina B1

Giusi Sanci*

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La vitamina B1, o tiamina fa parte delle cosidette vitamine idrosolubili che non possono essere accumulate nell’organismo, e devono essere regolarmente assunte attraverso l'alimentazione. Necessaria nel metabolismo dei carboidrati, favorisce lo stato generale di nutrizione dei tessuti nervosi. La vitamina B1 è necessaria per la crescita, lo sviluppo e la funzione delle cellule e per il normale funzionamento di cervello, nervi e cuore.

Per questi motivi, riveste un ruolo di grande importanza nel periodo di crescita dei bambini. Il ruolo della tiamina è quello di partecipare alla conversione del glucosio in energia spendibile per l’organismo. I carboidrati (o zuccheri) sono composti chimici che vengono metabolizzati nell'organismo per fornire energia di pronto intervento per numerosi organi ed in particolare per il sistema nervoso. Partecipa inoltre alla formazione dei globuli rossi, concorrendo indirettamente al benessere del muscolo cardiaco. A livello dello stomaco incentiva la sintesi di acido cloridrico componente principale del succo gastrico, facilitando la digestione.

Il fatto che la sua azione principale sia ricollegabile alla produzione di energia sembra essere collegata anche alla sfera emotiva, in quanto contribuisce a migliorare il tono dell’umore, predisponendo ad una positiva attitudine psicologica.

La tiamina è chimicamente costituita da un anello pirimidinico collegato ad un anello tiazolico. L’assorbimento della tiamina avviene principalmente a livello del duodeno, e si riduce gradualmente lungo il resto del tenue. La tiamina viene assorbita in vivo tramite due meccanismi: uno attivo, saturabile, probabilmente legato alla presenza di un carrier, e uno passivo, non saturabile (Gubler, 1988).

La sua forma biologicamente attiva è l’estere pirofosforico (TPP), che occupa un ruolo centrale nel metabolismo energetico cellulare.

La carenza di vitamina B1 determina numerosi sintomi, e, a seconda della sua entità, può manifestarsi con diversa intensità, in particolare si osserva alterazione del metabolismo del glucosio, modiSicazione della produzione di energia, ipotonia muscolare, atonia intestinale, nevrite periferica con sindromi dolorose, insufSicienza cardiaca, indebolimento della m e m o ri a , incapacità di concentrarsi, sindrome depressiva. La carenza causa danni al sistema nervoso, deperimento generale e alcune condizioni speciSiche come il beri-beri, molto diffuso tra le popolazioni che si cibano principalmente di riso brillato, e la sindrome di Wernicke, una grave forma di stato confusionale. La tiamina è molto diffusa sia negli alimenti vegetali che in quelli animali, come i cereali, i legumi, la carne di maiale, il lievito di birra, ed è prodotta in parte anche dalla Slora intestinale. La scoperta della vitamina B1 riveste un grande interesse storico in quanto si rivelò capace di prevenire la comparsa del beri-beri, malattia caratterizzata clinicamente da polineurite (stato inSiammatorio dei nervi periferici) edema e alterazioni del muscolo cardiaco (cardiomiopatia, insifSicienza cardiaca). Nel XIX secolo, in Estremo Oriente secondo alcuni racconti, il beri-beri era molto frequente, infatti questa malattia ⏤ come già accennato ⏤ si presenta dove l'alimento principale è il riso rafSinato o brillato, cioè privo della cuticola esterna. La disponibilità di questo alimento e del suo consumo nel XIX secolo aumentano in seguito all'introduzione dei mulini a vapore per la lavorazione del riso. Il beri-beri era piuttosto comune in Asia, tra i marinai e nelle carceri, e Sino all'ultimo decennio del secolo scorso la sua causa era ignota. Nel 1873, un medico olandese, che prestava la sua opera sulle navi, osservò che tra i membri degli equipaggi europei vi erano molti meno casi di beri-beri, che tra i marinai reclutati nelle Indie Orientali. Poiché diminuendo la quantità di riso bianco consumato dai marinai l'incidenza della sindrome diminuiva, il medico ne dedusse che essa fosse causata da qualche tossina o agente infettivo presente in quell'alimento.

*Farmacista

Figura 1. Tiamina

Takaki, un medico giapponese, fu il primo a segnalare che il beri-beri sembrava essere dovuto ad un deSicit nutrizionale, infatti somministrando ai marinai giapponesi una razione aggiuntiva di carne, latte in polvere e verdura, l'incidenza del beri-beri diminuiva in modo evidente. Nel 1897 viene dimostrato da un medico olandese Christiaan Eijkman (premio nobel per la medicina nel 1929) che soggiornava a Giava, che i polli nutriti con riso brillato andavano incontro a polinevrite ⏤ molto simile al beri-beri ⏤ che guariva aggiungendo alla dieta la pula del riso o dei suoi estratti acquosi. Si accerta quindi che anche nell'uomo questo stato morboso guarisce con un trattamento simile a quello utilizzato per i polli. La sostanza responsabile della guarigione viene in momenti successivi separata dalla pula e chiamata vitamina B1. La sostanza venne scoperta nel 1912 da un biochimico polacco, Kazimirez Funk, che la isolò dal riso integrale. Lo descrisse come fattore anti-beriberi e chiamata tiamina, ovvero ammina contenente zolfo. Nel 1926 venne isolata in forma cristallina da due scienziati olandesi, Jansen e Donath, mentre nel 1936 venne identiSicata la sua struttura chimica e realizzata la sintesi. Tale sindrome è ancora diffusa in alcune regioni dell’Estremo Oriente nelle quali il riso brillato rappresenta l’alimento basilare della dieta. Non esiste una riserva di tiamina nel corpo, per cui essa deve essere introdotta con l'alimentazione ogni giorno. Tra le fonti alimentari principali ricordiamo la carne suina, frattaglie, salmone, uova, cereali integrali, legumi, soia e germe di grano. Poiché si tratta di una vitamina piuttosto delicata, è necessario prendere alcune precauzioni, afSinché non si alteri, infatti il calore e l'eccessiva acidità la deteriorano, mentre il bicarbonato di sodio ne diminuisce l'assorbimento. DeSicienze acute, spesso legate ad alcolismo, uso di droghe o terapie farmacologiche, provocano invece lesioni del sistema nervoso centrale, con una sindrome nota come encefalopatia di Wernicke. In caso di apporti elevati, una volta saturata l’albumina, l’eccesso di tiamina libera in circolo viene rapidamente escreto nelle urine. Non sono stati rilevati effetti tossici con livelli Sino a 500 mg al giorno per un mese (Commission of the European Communities, 1993). Nei paesi industrializzati la sua carenza è rara, ma si può presentare spesso per un uso eccessivo di alcool (che è la causa più frequente di minore disponibilità di Vit. B1), per diete errate o per deSicit nell'assorbimento. Inoltre il fabbisogno giornaliero dipende anche dal numero di calorie introdotte, infatti più intenso è il metabolismo, soprattutto glucidico, maggiore deve essere l'apporto di Vitamina B1.

Figura 2. Christiaan Eijkman (1858-1930) Figura 3. Kazimirez Funk (1884-1967)

Bibliografia

1. Caprino L., Il farmaco 7000 anni di storia. Dal rimedio empirico alle biotecnologie. Armando Editore, Roma 2011, p. 178. 2. Gubler C.J., Thiamin. In: Machlin L.J. (ed.), Handbook of vitamins, Marcel Dekker, NewYork 1988, pp. 245-98. 3. Miller D.R., Hayes K.C., Vitamin excess and toxicity. In:

Hathcock J.N. (ed.), Nutritional toxicology, Academic

Press, New York 1982, vol. II, pp. 81-133. 4. Morrison A.B., Campbell J.A., Vitamin absorption studies 1.

Factors inGluencing the excretion of oral test doses of thiamine and riboGlavin by human subjects. J. Nutr., 1960, 72: 435-440.

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