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Capitale: Berlino Popolazione: 82,7 (231 ab/kmq) Lingua: tedesco
milioni
Riunificata alla Repubblica Democratica Tedesca dal 3 ottobre 1990.
Numero 0 • Giugno 201 0
Das Lied der Deutschen Einigkeit und Recht und Freiheit / für das deutsche Vaterland! / Danach lasst uns alle streben / brüderlich mit Herz und Hand! / Einigkeit und Recht und Freiheit / sind des Glückes Unterpfand / Blüh im Glanze dieses Glückes / blühe, deutsches Vaterland!
Il Canto dei Tedeschi
GIRONE D
Ordinamento: repubblica fe Unità, giustizia e libertà per la Patria tedesca! Per ciò lasciateci tutti combattere, come derale parlamentare fratelli, col cuore e la mando! Unità, giustizia e libertà, saranno garanzia della felicità. Capo di stato: Horst Köhler Fiorisci nel pieno di questa felicità, fiorisci, Patria tedesca! PIL procapite: 32.300$
Advance Australia Fair Capitale: Canberra, ACT Popolazione: 20,4 milioni Australians all let us rejoice / For we are young and free / We've golden soil and wealth for (2,7 ab/kmq) toil / Our home is girt by sea / Our land abounds in Nature's gifts / Of beauty rich and rare Lingua: inglese / In history's page, let every stage / Advance Australia fair! / In joyful strains then let us
Indipendente dal Regno Unito sing / "Advance Australia fair!"? dal 1° gennaio 1901. Ordinamento: monarchia parlamentare federale Capo di stato: regina Elisa betta II Windsor del Regno Unito PIL procapite: 35.600$
Avanza, Bella Australia
Australiani, gioiamo tutti, perchè siamo giovani e liberi. Abbiamo un suolo dorato e ricchezze nate dalla fatica, la nostra Patria è circondata dal mare. La nostra terra abbonda di doni della natura, di una bellezza ricca e rara. Nelle pagine della Storia lascia che ad ogni punto avanzi la bella Australia! Allora cantiamo in toni gioiosi: "Avanza, bella Australia!"
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Numero 0 • Giugno 201 0
Capitale: Belgrado Popolazione: 10,5 (119,3 ab/kmq) Bože pravde, ti što spase / od propasti dosad nas / čuj i odsad naše glase / i od sad nam Lingua: serbo Bože Pravde
budi spas // Moćnom rukom bodi, brani / budućnosti srpske brod / Bože spasi, Bože hrani / srpske zemlje, srpski rod! Dio della Giustizia Dio della Giustizia, tu che ci hai salvati quando giacevamo legati dalle catene più dure, ascolta le voci dei tuoi figli serbi, aiutaci come hai fatto in passato. Con la tua forte mano, sostienici, e traccia il nostro cammino. Dio, nostra speranza, proteggi e dona serenità alle terre serbe e alla razza serba!
milioni
Indipendente dall'Impero Ot tomano dal 13 giugno 1878. Ordinamento: repubblica se mipresidenziale Capo di stato: Boris Tadić PIL procapite: 9.400$
GIRONE D
Capitale: Accra Popolazione: 22,6 God bless our homeland Ghana / And make our nation great and strong / Bold to defend (94,6 ab/kmq) forever / The cause of Freedom and of Right / Fill our hearts with true humility / Make us Lingue: inglese God Bless Our Homeland Ghana
cherish fearless honesty / And help us to resist oppressors' rule / With all our will and might for evermore.
Dio Benedica la Nostra Patria, il Ghana Dio benedica la nostra Patria, il Ghana, e renda la nostra nazione grande e forte, audace, per difendere per sempre la causa della Libertà e del Diritto. Riempi i nostri cuori di sincera umiltà, facci sostenere l'onestà senza paura, e aiutaci a resistere al potere degli oppressori, con tutta la nostra volontà e forza, per sempre.
milioni
Indipendente dal Regno Unito dal 6 marzo 1957. Ordinamento: repubblica parlamentare Capo di stato: John Evans AttaMills PIL procapite: 1.300$
GIRONE D - Germania
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2006 2002 1 998 1 994 1 990 1 986 1 982 1 978 1 974 1 970 1 966 1 962 1 958 1 954 1 950 1 938 1 934 1 930
3° posto 2° posto Quarti di finale Quarti di finale
Campione del Mondo 2° posto 2° posto Secondo turno
Campione del Mondo 3° posto 2° posto Quarti di finale 4° posto
Campione del Mondo Esclusa Primo turno 3° posto Ritirata
Esordio internazionale: 5 aprile 1 908, Basilea
Svizzera - Germania 5-3 Palmares:
Mondiali: diciassettesima partecipazione, tre volte campione (1 954, 1 974, 1 990), quattro secondi posti (1 966, 1 982, 1 986, 2002), tre terzi posti (1 934, 1 970, 2006). Europei: tre volte campione (1 972, 1 980, 1 996), tre secondi posti (1 976, 1 992, 2008). Olimpiadi: un bronzo (1 988) come Germania Ovest, un oro (1 976), un argento (1 980), un bronzo (1 964, 1 972) come Germania Est. Più presenze in nazionale: Lothar Matthäus (1 50) Miglior marcatore: Gerd Müller (68)
1 3 giugno 201 0 - Moses Mabhida, Durban Germania - Australia (h. 20:30) 1 8 giugno 201 0 - Nelson Mandela Bay, Port Elizabeth Germania - Serbia (h. 13:30) 23 giugno 201 0 - Soccer City, Johannesburg Ghana - Germania (h. 20:30)
Numero 0 • Giugno 201 0
Il ricordo del Mondiale 2006 è ancora molto vivo in Germania: la sconfitta in semifinale contro i futuri Campioni del Mondo Azzurri maturò solo ai supplementari, ma fu una sorta di dramma sportivo notevole, tanto da essere rimasta di traverso a buona parte del pubblico teutonico. Proprio quel triste epilogo dovrà quindi essere fatto dimenticare da Löw e i suoi. Per farlo l’exvice di Jürgen Klinsmann non potrà però contare sul leader di questa nazionale. Giusto a poche settimane dall’inizio del Mondiale, infatti, Michael Ballack ha riportato un brutto infor tunio in seguito ad uno scontro di gioco avvenuto nella finale di FA Cup con il ghanese Boateng e non potrà per questo essere aggregato ai 23 ragazzi che tenteranno di riportare la Germania sul tetto del mondo per la quarta volta nella propria storia, a vent’anni tondi dall’ultima affermazio ne iridata. Nonostante l’assenza indubbiamente pesante di Ballack (la cui fascia pas serà a Lahm), oltre che a quella altrettanto importante di René Adler, la nazionale tedesca resta ad ogni modo una squadra da tenere d’occhio. Anche perché, diciamocela tutta: spesse vol te, come nel corso del Mondiale 2002 poi terminato al secondo posto, si tende a snobbare questa squadra, probabilmente troppo povera di talenti
luccicanti per riuscire ad alimentare le fantasie dei più. Poi, però, i tedeschi sono quasi sempre puntualmente tra i protagonisti. E a dirlo non sono io, spinto da una mia sensazione, quanto più una precisa statistica: la Germania è infatti la nazionale che per più volte ha terminato un Mondiale nei primi quattro posti. Notevole! Per tentare l’assalto iridato, quindi, il tecnico di Schönau im Schwarzwald ha costruito una squadra con diversi ele menti piuttosto giovani e qualche veterano a guidare, soprattutto a livel lo carismatico, il gruppo. Forti della presenza di giocatori come Neuer, Lahm, Tasci, Schweinsteiger, Özil, Kroos, Podolski, Klose, Müller e Gómez, quindi, i tedeschi non possono che essere presi ancora una volta con le molle. Perché si, per l’ennesima volta nella loro storia si presentano senza grandissimi talenti appariscenti (anche se questo giudizio potrebbe essere rivisto tra qualche anno rispetto ad Özil e Kroos), ma se sapranno trovare una loro classica quadratura ecco che potrebbero ancora una volta competere fino in fondo. La cosa certa è che essendo inseriti in un girone comprendente Australia, Ghana e Serbia dovrebbero qualificarsi senza eccessivi patemi agli ottavi di finale. Lì, poi, potrebbe essere proprio la compattezza di squadra a fare la differenza.
Pianeta Sport • www.pianeta-sport.net NOME Manuel NEUER Tim WIESE HansJörg BUTT
Marcell JANSEN Arne FRIEDRICH Dennis AOGO Serdar TASCI Holger BADSTUBER Philipp LAHM Per MERTESACKER
Jérôme BOATENG Sami KHEDIRA Bastian SCHWEINSTEIGER Mesut ÖZIL Piotr TROCHOWSKI Toni KROOS Marko MARIN Stefan KIEßLING Lukas PODOLSKI Miroslav KLOSE Thomas MÜLLER CACAU Mario GÓMEZ Joachin LÖW
P P P D D D D D D D D C C C C C C A A A A A A
27.03.1986 17.12.1981 28.05.1974 04.11.1985 29.05.1979 14.11.1987 24.04.1987 13.03.1989 11.11.1983 29.09.1984 03.09.1988 04.04.1987 01.08.1984 15.10.1988 22.03.1984 04.01.1990 13.03.1989 25.01.1984 04.06.1985 09.06.1978 13.01.1989 27.03.1981 10.07.1985 03.02.1960
SQUADRA Schalke 04 Werder Brema Bayern Monaco Amburgo Hertha Berlino Amburgo Stuttgart Bayern Monaco Bayern Monaco Werder Brema Amburgo Struttgart Bayern Monaco Werder Brema Amburgo Bayer Leverkusen Werder Brema Bayer Leverkusen Colonia Bayern Monaco Bayern Monaco Stuttgart Bayern Monaco
Mertesacker
Friedrich
Müller
Lahm
Khedira
Schweinsteiger Özil Klose
Exbandiera del Friburgo, Joachim Löw divenne allenatore nel 1994 quando iniziò guidando una squadra giovanile del Winterthur. Dopo l’esperienza da giocatoreallenatore nel Frauenfeld sbarcò a Stoccarda, dove divenne dapprima il vice di Rolf Fringer per poi prendere il pieno controllo della squadra dalla stagione successiva, quando vinse una DFBPokal, il corrispettivo della nostra Coppa Italia. E proprio quello resta uno degli unici due trofei vinti sinora dal tecnico nativo di Schönau im Schwarzwald: l’altro, un campionato austriaco, lo vinse nel 2002 alla guida del Tirol Innsbruck. A partire dal primo agosto 2004 è quindi nel giro della nazionale teutonica: dapprima, per due anni, come vice di Jürgen Klinsmann, poi, da dopo il Mondiale 2006, come comandante in capo.
CHI È DENTRO E CHI È FUORI
Il giovane Andreas Beck, ventitreenne difensore dell'Hoffenheim, è stato l'ultimo taglio operato da Joachim Löw alla lista dei suoi convocati, già ridotta dagli infortuni occorsi a Michael Ballack, Christian Träsch ed Heiko Westermann. Secondo quanto dichiarato dal CT tedesco, la decisione è stata dovuta al fatto che la stagione di Beck non è stata delle migliori, anche a causa di alcuni infortuni. Ha comunque sottolineato che Beck, con la sua età e il suo talento, avrà altre occasioni in nazionale. IL CAPITANO
Neuer Boateng
IL COMMISSARIO TECNICO
Podolski
Tra i migliori terzini al mondo, Philip Lahm è una delle colonne dell’attuale nazionale tedesca. Già inserito nelle squadre capaci di aggiudicarsi un bronzo mondiale ed un argento europeo, Lahm arriva a questo Mondiale caricato di una responsabilità in più: l’assenza di Michael Ballack ha infatti spinto Joachim Löw a nominare proprio il laterale bavarese come capitano della propria nazionale. Cosa questa che sicuramente caricherà il giocatore calcisticamente nato e cresciuto nel Bayern, club di cui è stato uno dei trascinatori nella cavalcata europea di quest’anno, conclusasi solo con una sconfitta in finale al cospetto dell’Inter di Mourinho.
GIRONE D - Germania
1 12 22 2 3 4 5 14 16 17 20 6 7 8 15 18 21 9 10 11 13 19 23 CT
Numero 0 • Giugno 201 0
GIRONE D - Germania
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Numero 0 • Giugno 201 0 LA PROMESSA E IL CAMPIONE
IL CAMPIONATO NAZIONALE
1 2 3 4 5 6
Squadra
Bundesliga
Pt
Bayern Monaco 70 Schalke 04 65
Werder Brema 61
Bayer Leverkusen 59
Borussia Dortmund 57 Stoccarda 55
Albo d'oro
Squadra
Ultimo
Bayern Monaco
22 20092010
Schalke 04
7
Norimberga Amburgo
Borussia Dortmund
9 6
19671968 19571958 19821983 20012002
Ventiduesimo titolo di Bundesliga per il Bayern Monaco, battuto nella finale di 8 Wolfsburg 50 Champions League dall'Inter. La squadra Magonza 47 allenata da van Gaal e capitanata da van 9 10 Eintracht Francoforte 46 Bommel, trascinata da Arjen Robben, 11 Hoffenheim 42 Franck Ribéry e Thomas Müller, nella finale di Madrid aveva, come l'Inter, la possibilità 12 Borussia Mönchengladbach 39 di centrare una storica tripletta, avendo 13 Colonia 38 vinto anche la Coppa di Germania. 14 Friburgo 35 Secondo in classifica, a cinque punti dal 15 Hannover 96 33 Bayern, è arrivato lo Schalke 04. Solo 16 Norimberga 31 ottavo il Wolfsburg campione uscente. 17 Bochum 28 Il capocannoniere della Bundesliga è stato il bosniaco Edin Džeko, in forza al 18 Hertha Berlino 24 Wolfsburg, che con 22 reti ha superato di un gol lo score stagionale di Stefan Kießling del Bayer Leverkusen, convocato nella nazionale di Joachim Löw, mentre un altro giocatore della squadra tedesca, Mesut Özil, è stato l'assistman della stagione. Retrocesse il Bochum e l'Hertha di Berlino, contro cui il Bayern ha conquistato la sicurezza matematica del titolo, mentre il Norimberga è sopravvissuto al playout con la terza classificata della seconda divisione, l'Augsburg. Salgono invece nella massima serie il Kaiserslautern e il St.Pauli di Amburgo, che torna in Bundesliga dopo una fugace apparizione otto anni fa. 7
Amburgo 52
Il più giovane tra i convocati di Joachim Löw è quel Toni Kroos che tanto bene fece già ai Mondiali under 17 del 2007 da venir premiato come miglior giocatore e vicecapocannoniere di quell’edizione iridata giovanile. Non c’è da stupirsi, quindi, se tre soli anni più tardi, ancora ventenne, il trequartista che molti vedono destinato a trascinare il Bayern Monaco verso grandi traguardi si ritrova nella lista dei convocati per il Mondiale “dei grandi”. A maggior ragione la sua convocazione acquista senso e forza se pensiamo alla stagione appena disputata dal talentino di Greifswald: passato in prestito nel febbraio 2009 dai Die Roten alle Aspirine, infatti, Toni ha stregato tutti imponendosi come assoluto titolare nel corso di questa stagione, conclusa con la bellezza di 9 reti in 33 match di Bundesliga. Visione di gioco, concretezza ed altruismo sono le armi con cui si propone di convincere il proprio CT ad assegnargli una maglia da titolare. Se non sarà oggi, comunque, di certo questa arriverà per i prossimi Mondiali. Predestinato. Kroos, se scenderà in campo, dovrà farlo per provare a lanciare a rete Miroslav Klose, unica tra le punte in attività che potrebbe realisticamente insediare il primato di Ronaldo, cannoniere assoluto di questa competizione con 15 reti. La punta tedesca di origine polacca, infatti, è ferma a quota 10: non sarà certo impossibile per lui realizzare le cinque reti che lo separano dal record assoluto per quanto, certo, di contro non si può nemmeno dire sia impresa facile. Cresciuto in squadre di secondo livello, fa il salto di qualità nel 1999, quando viene ingaggiato dal Kaiserlautern, club con cui disputerà quasi 150 match con una media di un goal ogni tre partite. Dopo tre anni al Werder – in cui la media goal salì ad uno ogni due match il salto al Bayern Monaco, squadra con cui in tre anni ha vinto due campionati e due coppe di Germania. La storia ora lo sta chiamando, lui come risponderà?
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Ottavi di finale Non qualificata Non qualificata Non qualificata Non qualificata Non qualificata Non qualificata Non qualificata Primo turno Non qualificata Non qualificata Non partecipante Non partecipante Non partecipante Non partecipante Non partecipante Non partecipante Non partecipante
Esordio internazionale: 1 7 giugno 1 922, Dunedin
Nuova Zelanda - Australia 3-1 Palmares:
Mondiali: terza partecipazione, una volta agli ottavi di finale (2006). Oceania Nations Cup: quattro volte campione (1 980, 1 996, 2000, 2004), due secondi posti (1 998, 2002), una volta ai quarti di finale di Asian Cup. Olimpiadi: sette partecipazioni. Più presenze in nazionale: Alex Tobin (87) Miglior marcatore: Damian Mori (29)
1 3 giugno 201 0 - Moses Mabhida, Durban Germania - Australia (h. 20:30) 1 9 giugno 201 0 - Royal Bafokeng, Rustenburg Ghana - Australia (h. 16:00) 23 giugno 201 0 - Mbombela, Nelspruit Australia - Serbia (h. 20:30)
Dopo i pionieri del 1974, i Socceroos hanno fatto il loro ritorno sulla scena mondiale quattro anni fa in Germania quando, grazie ad una vittoria in extremis con il Giappone, hanno superato la fase a gironi per ritrovarsi contro l’Italia negli ottavi di finale: un’uscita di scena rocambolesca, se non controversa, grazie al rigore in zona Cesarini conquistato da Fabio Grosso e realizzato da Francesco Totti. Quattro anni dopo, praticamente con lo stesso organico, l’Australia si presenta ai nastri di partenza di Sudafrica 2010 con l’ambizione di ripetersi. È cambiato il timoniere: l’espertissimo Gus Hiddink ha lasciato la panchina ad un suo allievo, l’olandese Pim Verbeek che non sembra possedere le stesse capacità tattiche e motivazionali del prede cessore. Nonostante questo la cam pagna di qualificazione dei Socceroos, per la prima volta inseriti nei gironi asiatici, è stata relativamente agevole e nei 14 incontri giocati l’Australia ha subito solo 2 sconfitte: in casa con la Cina nell’ultima inutile partita della prima fase e in trasferta contro i campioni d’Asia dell’Iraq. Dopo aver subito l’addio alla nazionale di Mark Viduka, Verbeek ha impostato il modulo favorendo la fase difensiva con un 4231 che protegge la difesa con due interditori e affidando la fase
di rilancio ai sapienti piedi di Tim Cahill, centrocampista d’attacco prota gonista da sei anni nella Premier League con i colori dell’Everton dove in 164 incontri è andato a segno 56 volte con i suoi inserimenti. Arriva dalla Premier League e dall’ottima stagione nel Fulham anche il portiere Mark Schwarzer che comanda una difesa bloccata intorno a Lucas Neill del Galatasaray e al trentaquattrenne Craig Moore. Con due interditori come Jason Čulina e Vince Grella, vecchia conoscenza dei tifosi di Empoli, Ter nana, Parma e Torino, la fase offen siva è affidata agli estri di Cahill supportati sulle fasce dal “paler mitano” Mark Bresciano e dall’eroe di mille battaglie, Harry Kewell che, nonostante gli acciacchi, ha ritrovato una seconda giovinezza al Galatasaray. Il maggior punto interrogativo è rap presentato dal terminale di un attacco che dipende troppo dalle realizzazioni di Kewell e Cahill: il favorito nella corsa alla maglia da titolare è Joshua Kennedy, anonimo centravanti che dopo una modesta parentesi in Ger mania milita in Giappone. Con Germania, Ghana e Serbia sulla loro strada, la qualificazione dei Socceroos agli ottavi di finale sembra un obiettivo quasi irraggiungibile e alle spalle di Verbeek già si profila la sagoma di un altro olandese che ha avanzato la sua candidatura: Ruud Gullit.
GIRONE D - Australia
2006 2002 1 998 1 994 1 990 1 986 1 982 1 978 1 974 1 970 1 966 1 962 1 958 1 954 1 950 1 938 1 934 1 930
Numero 0 • Giugno 201 0
GIRONE D - Australia
Pianeta Sport • www.pianeta-sport.net 1 12 18 2 3 6 8 11 20 21 4 5 7 13 14 15 16 19 22 23 9 10 23 CT
NOME Mark SCHWARZER Adam FEDERICI Brad JONES Lucas NEILL Craig MOORE Michael BEAUCHAMP Luke WILKSHIRE Scott CHIPPERFIELD Mark MILLIGAN David CARNEY Tim CAHILL
P P P D D D D D D D C C C C C C C C C C A A A
Jason ČULINA Brett EMERTON Vincenzo GRELLA Brett HOLMAN Mile JEDINAK Carl VALERI Richard GARCÍA Dario VIDOŠIĆ Mark BRESCIANO Joshua KENNEDY Harry KEWELL Mykyta RUKAVYCJA Pim VERBEEK
06.10.1972 31.01.1985 19.03.1982 09.03.1978 12.12.1975 08.03.1981 01.10.1981 30.12.1975 04.08.1985 03.11.1983 06.12.1979 05.08.1980 22.02.1979 05.10.1979 27.03.1984 03.08.1984 14.08.1984 04.09.1981 12.04.1987 11.02.1980 20.08.1982 22.09.1978 22.06.1987 12.03.1956
Numero 0 • Giugno 201 0
SQUADRA Fulham (ENG) Reading (ENG) Middlesbrough (ENG) Galatasaray (TUR)
Melbourne Heart Dinamo Mosca (RUS) Basilea (SUI) JEF United (JPN) FC Twente (NED) Everton (ENG) Gold Coast United Blackburn Rovers (ENG) Blackburn Rovers (ENG) AZ Alkmaar (NED) Antalyaspor (TUR) Sassuolo (ITA) Hull City (ENG) Norimberga (GER) Palermo Nagoya Grampus (JPN) Galatasaray (TUR) FC Twente (NED)
Bresciano
Neill
Moore
Culina
Grella Cahill Kennedy
Conosciuto in Italia per il fallo da rigore su Grosso che regalò la vittoria all’Italia negli ottavi di finale degli ultimi Mondiali, Lucas Neill ha al suo attivo 15 anni di frequentazione del campionato inglese dove ha militato presso Millwall, Blackburn Rovers, West Ham ed Everton per lasciare la Premiership a gennaio trasferendosi al Galatasaray. Neill ha debuttato nei Socceroos nel 1996 a 18 anni e mezzo e nel 2005 è stato protagonista del vittorioso spareggio contro l’Uruguay che ha permesso all’Australia di partecipare a Germania 2006. Ha indossato per la prima volta la fascia di capitano il 7 ottobre 2006 contro il Paraguay e nelle qualificazioni per Sudafrica 2010 è stato il pilastro della difesa australiana che ha concesso solo 4 reti agli avversari in 14 partite..
CHI È DENTRO E CHI È FUORI
Polemica per l'esclusione di Rhys Williams dai 23 australiani che disputeranno la Coppa del Mondo. Il CT Pim Verbeek ha accusato il Middlesbrough di aver distrutto le possibilità del terzino di disputare il torneo, impiegandolo nonostante un risentimento pelvico che il giocatore si è trascinato per tutta la stagione appena terminata, e si è detto deluso per non averlo potuto convocare. Oltre a Williams, Verbeek ha tagliato Shane Lowry, Tommy Oar, James Holland e il portiere Eugene Galeković. IL COMMISSARIO TECNICO
Schwarzer Wilkshire
IL CAPITANO
Chipperfield
Kewell
L’olandese Pim Verbeek è alla sua prima esperienza come Commissario Tecnico in una fase finale della Coppa del Mondo, dopo le due apparizioni come secondo allenatore di Hiddink e di Advocaat sulla panchina della Corea del Sud. Dopo un breve passaggio come responsabile della squadra coreana con il terzo posto nella Coppa d’Asia del 2007, è stato scelto, grazie al connubio di tattica olandese e conoscenza del calcio asiatico, per guidare l’Australia per la prima volta impegnata nelle qualificazioni mondiali nella Confederazione Asiatica. Dopo Sudafrica 2010 lascerà la panchina australiana per diventare il responsabile delle nazionali giovanili del Marocco.
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Numero 0 • Giugno 201 0 LA PROMESSA E IL CAMPIONE
IL CAMPIONATO NAZIONALE
1
Squadra
ALeague
Pt
Sydney FC 48
2
Melbourne Victory 47
4
Wellington Phoenix 40
3
Gold Coast United 44
Albo d'oro
Squadra
Sydney FC
Melbourne Victory Newcastle Jets
2 1
Ultimo
20092010 20082009 20072008
Perth Glory 39
GIRONE D - Australia
Primo anche in regular season, è il Sydney Football Club ad aggiudicarsi l'A-League, il 6 Newcastle Jets 34 massimo campionato australiano, di questa 7 North Queensland Fury 32 stagione. Per la squadra del New South 8 Central Coast Mariners 30 Wales si tratta del secondo titolo: vinsero il 9 Brisbane Roar 30 primo nella stagione inaugurale della lega nel 2006. A un solo punto di distanza 10 Adelaide United 29 hanno concluso i Melbourne Victory, che si Sydney FC Campione (playoff) sono quindi qualificati insieme al Sydney per la fascia alta dei play-off. In fascia bassa hanno lottato Gold Coast United, Perth Glory, Newcastle Jets e i neozelandesi del Wellington Phoenix, unica squadra non australiana a partecipare al campionato. Al termine del complesso sistema di playoff si sono trovate di nuovo faccia a faccia le prime due della regular season: dopo l'1 -1 maturato durante il tempo regolamentare e dopo i due tempi supplementari passati a reti inviolate, sono stati i rigori a consegnare il titolo al Sydney. Capocannoniere del torneo è stato il nazionale neozelandese Shane Smeltz, in forza al Gold Coast United. Smeltz è stato l'unico a segnare più di due gol in una partita, e l'ha fatto in due occasioni: una tripletta nella vittoria 5-1 sul Brisbane Road e un poker nella seconda giornata contro i North Queensland Fury, superati per 5-0. In tutto Smeltz ha messo a segno 1 9 reti, dieci in più del migliore marcatore australiano del torneo, Archie Thompson dei Melbourne Victory, escluso dalla nazionale da Pim Verbeek, che definì scandalosa la sua performance contro l'Indonesia. Thompson detiene il record delle reti segnate in una partita internazionale, segnando 1 3 gol nel 31 -0 dell'Australia sulle Samoa Americane. 5
Harry Kewell è riconosciuto come il miglior testimonial all’estero del calcio australiano: esploso a 17 anni, nello spazio di un mese ha esordito nelle fila dei Socceroos e nella Premier League con il Leeds, per poi essere protagonista, l’anno successivo, dello sfortunato spareggio contro l’Iran per la qualificazione a Francia 1998. In 11 anni nella Premiership ha dovuto convivere con molti infortuni, ma con la sua capacità di interpretare tutti i ruoli del fronte d’attacco è stato capace di occupare un posto da protagonista sia nel Leeds sia nel Liverpool. Nelle ultime due stagioni ha scelto le atmosfere meno usuranti del campionato turco dove, con la maglia del Galatasaray ha messo a segno 23 reti in 57 apparizioni. Padre italiano emigrato in gioventù in Australia, madre croata, Mark Bresciano ha costruito tutta la sua carriera calcistica proprio in Italia dove, come esterno di centrocampo, ha militato per 10 anni tra Empoli, Parma e Palermo. Dopo aver vinto la tentazione dei dollari arabi, rinunciando all’ultimo momento ad un contratto dell’AlNasr dove lo voleva il nuovo allenatore Zenga, Bresciano sarà pedina fondamentale nello scacchiere dell’Australia, con cui in 9 anni ha collezionato 54 presenze con 11 reti. Mark Schwarzer è stato l’eroe della qualificazione dell’Australia all’ultima edizione della Coppa del Mondo, quando nello spa reggio contro l’Uruguay parò due calci di rigore regalando la sorprendente qualificazione ai Socceroos. Seppure con minore clamore, è stato protagonista anche questa volta: un altro rigore parato in Cina ha contribuito al passaggio alla fase finale dove la difesa dell’Australia ha incassato una sola rete in otto incontri. Alle soglie dei 38 anni, Schwarzer sta vivendo il miglior momento della sua carriera: dopo un lungo girovagare in Europa da due anni difende la porta del Fulham nella cavalcata che ha portato gli inglesi fino alla finale dell’ultima Europa League.
GIRONE D - Serbia
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2006 2002 1 998 1 994 1 990 1 986 1 982 1 978 1 974 1 970 1 966 1 962 1 958 1 954 1 950 1 938 1 934 1 930
Primo turno *** Non qualificata ** Ottavi di finale ** Sospesa dalla FIFA ** Quarti di finale * Non qualificata * Primo turno * Non qualificata * Secondo turno * Non qualificata * Non qualificata * 4° posto * Quarti di finale * Quarti di finale * Primo turno * Non qualificata * Non qualificata * 4° posto *
Esordio internazionale: 23 dicembre 1 994, Porto Alegre
Brasile - Jugoslavia 2-0 * dal 1920 al 1992 compete sotto l'egida della nazionale della Jugoslavia ** dal 1992 al 2003 mantiene la denominazione di Jugoslavia *** dal 2003 al 2006 compete come Serbia e Montenegro
Palmares:
Mondiali: decima partecipazione, due quarti posti. Europei: due secondi posti (1 960*, 1 968*). Olimpiadi: un oro (1 960*), tre argenti (1 948*, 1 952*, 1 956*) e un bronzo (1 984*). Più presenze in nazionale: Savo Milošević (1 02) Miglior marcatore:
Savo Milošević (37) Stjepan Bobek (38*)
1 3 giugno 201 0 - Loftus Versfeld, Pretoria Serbia - Ghana (h. 16:00) 1 8 giugno 201 0 - Nelson Mandela Bay, Port Elizabeth Germania - Serbia (h. 13:30) 23 giugno 201 0 - Mbombela, Nelspruit Australia - Serbia (h. 20:30)
Numero 0 • Giugno 201 0
La Serbia, come sempre in ogni competizione e per ogni generazione di calciatori, compresa l’era della Jugo slavia unita, può tutto e il contrario di tutto, riuscendo a prendere sei gol o a vincere partite impossibili con la stessa naturale grazia. Il talento rapsodico e ingovernabile della maggior parte della rosa di Radomir Antić quest’anno promette follie e dolcezze ancora più succulente. In porta uno slavo dalla testa ai piedi, sicuro ma allo stesso tempo distratto: Vladimir Stojković nello Sporting Lisbona e nel Wigan ha giocato poco e male, mentre in Nazionale ha sempre avuto il suo posto bello caldo, poco insidiato da Željko Brkić. La difesa è un reparto di eccellenza: VidićSubotić centrali, Ivanović e Kolarov sulle fasce. Se a questi quattro, già assolutamente completi per fisico, tecnica, corsa, potenza e capacità di difendere sull’uo mo e nella zona integrale, aggiungi pure Ivan Obradović del Saragozza, con la sua prudenza a mettere control lo, ed ecco servita una delle difese che meglio potrebbero esprimersi, se rie sce ad amalgamarsi alla perfezione in Sudafrica. Se la difesa c’è, il centrocampo è il famoso reparto dove può nascere tutto e il suo contrario: Stanković regista, Kuzmanović cursore, Krasić sulla fascia
sinistra ad arare e accentrarsi, Tošić a inventare e correre come poche altre mezzeali di tocco riescono. Se il centrocampo gira, quest’anno la Serbia ci farà divertire un sacco. Le azioni sono molto spesso simili e partono proprio dal grande movimento del centrocampo e dalla padronanza tecnica di ogni giocatore di quel repar to. Vidić consegna palla a Stanković che fa muovere Kuzmanović, per attivare le due ali, da una parte Krasić, che si muove molto con il pallone e dall’altra Tošić, che invece svaria senza palla. Se i meccanismi si oliano nel ritiro e nessuno vuole essere primadonna, la Serbia farà paura. Interessanti in questo reparto anche gli apporti che possono dare Gojko Kačar, stellina della Serbia under 21 agli Europei di categoria disputati in Svezia l'anno scorso, e Nenad Milijaš, craque della Stella Rossa di fine decennio, oggi al Wolverhampton. L’attacco è atipico e indecifrabile. I gol dovrebbe farli Marko Pantelić dell’Ajax, che ripiega spesso a centrocampo, o al massimo Nikola Žigić, che con i suoi 2 metri e più apre spazi saporosi. Ad approfittare del lavoro di uno dei due resta Milan Jovanović, assolutamente poco goleador nel fisico e nel modo di giocare, scopertosi invece grande mattatore, prima in nazionale e poi con lo Standard Liegi.
Pianeta Sport • www.pianeta-sport.net NOME Vladimir STOJKOVIĆ Bojan ISAILOVIĆ Anđelko ĐURIČIĆ Antonio RUKAVINA Aleksandar KOLAROV Nemanja VIDIĆ Branislav IVANOVIĆ Aleksandar LUKOVIĆ Ivan OBRADOVIĆ Neven SUBOTIĆ Gojko KAČAR Zoran TOŠIĆ Dejan STANKOVIĆ Nenad MILIJAŠ Milan JOVANOVIĆ Miloš KRASIĆ Miloš NINKOVIĆ Radosav PETROVIĆ Zdravko KUZMANOVIĆ Danko LAZOVIĆ Marko PANTELIĆ Nikola ŽIGIĆ Dragan MRĐA Radomir ANTIĆ
P P P D D D D D D D C C C C C C C C C A A A A
29.07.1983 25.03.1980 21.11.1980 26.01.1984 10.11.1985 21.10.1981 22.02.1984 23.10.1982 25.07.1988 10.12.1988 26.01.1987 28.04.1987 11.09.1978 30.04.1983 18.04.1981 01.11.1984 25.12.1984 08.03.1989 22.09.1987 17.05.1983 15.09.1978 25.09.1980 23.01.1984 22.11.1948
SQUADRA Wigan Athletic (ENG) Zagłębie Lubin (POL) União Leiria (POR) Monaco 1860 (GER) Lazio (ITA) Manchester United (ENG) Chelsea (ENG) Udinese (ITA) Real Zaragoza (ESP) Borussia Dortmund (GER) Hertha Berlino (GER) Manchester United (ENG) Inter (ITA) Wolverhampton Wanderers (ENG) Liverpool (ENG) CSKA Mosca (RUS) Dynamo Kiev (UKR) Partizan Belgrado Stuttgart (GER) Zenit San Pietroburgo (RUS) Ajax (NED) Birmingham City (ENG) Vojvodina
Ivanović
Vidić
Subotić
Kolarov
Krasić
Stanković
Milijaš
Kuzmanović
Žigić
Dejan Stanković non si è mai sentito tanto responsabile di una squadra di calcio come di questa Serbia. Antić lo ha preso in disparte dopo le sue prime partite e gli ha parlato chiaro: “Tu devi farmi girare la squadra in campo e fuori dal campo, devi imporre una personalità che nessuno può e vuole discutere”. All’inizio Stanković ha dovuto lottare molto con gli altri personaggi forti della squadra, Vidić e Krasić in particolare, arrivando persino a riprenderli in partita, ma nelle ultime partite giocate la sua leadership sembra accettata da tutti. In un’atmosfera del genere, oltre a stemperare sul nascere i caratteri forti, vengono fuori e si impongono anche i giocatori meno abituati alle grandi platee e bisognosi di protezione psicologica, come Jovanović.
CHI È DENTRO E CHI È FUORI
Il portiere del Vojvodina Željko Brkić è stato vittima dell'ultimo taglio operato da Radomir Antić, che in precedenza aveva già accorciato la sua lista a ventiquattro giocatori, riservandosi solo spazio di manovra per la scelta dei portieri. In precedenza erano stati tagliati i difensori Slobodan Rajković del Twente e Jagoš Vuković del PSV, i centrocampisti Nemanja Matić del Chelsea e Nemanja Tomić del Partizan, oltre agli attaccanti Miralem Sulejmani (Ajax) e Dejan Lekić (Stella Rossa). IL COMMISSARIO TECNICO
Stojković
Jovanović
IL CAPITANO
Che vuoi dire in 600 battute di uno che ha allenato il Real Madrid nel 1991/92, uno dei Real Oviedo più belli di sempre e ha fatto bisboccia con Jesus Gil all’Atletico Madrid per una sacco di anni, prima di passare per un Barcelona in crisi di identità e mettere a posto un po’ di cose prima della squadra miracolo attuale? Radomir Antić ha sempre voluto e impostato un calcio di passione, simile a quello di Guardiola. Un calcio dove tutti devono sentirsi coinvolti nel gioco e muoversi attivamente per trovare il bene della squadra. Il problema adesso è farlo comprendere a giocatori di grande talento individuale, ma assolutamente negati nel darsi una mano a vicenda.
GIRONE D - Serbia
1 12 23 2 3 5 6 13 16 20 4 7 10 11 14 17 18 19 22 8 9 15 21 CT
Numero 0 • Giugno 201 0
GIRONE D - Serbia
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Numero 0 • Giugno 201 0 LA PROMESSA E IL CAMPIONE
IL CAMPIONATO NAZIONALE
1
Squadra
Super Liga
Pt
Partizan Belgrado 78
2
Stella Rossa Belgrado 71
4
Spartak Zlatibor Voda 49
3
OFK Belgrado 50
Albo d'oro
Squadra
Ultimo
Partizan Belgrado
11 20092010
Obilić
1
Stella Rossa Belgrado
6
20062007 19971998
A dominare la SuperLiga Srbije, il massimo campionato di calcio serbo, è stato il 6 Jagodina 43 Partizan Belgrado che, all'undicesimo 7 Javor Ivanjica 38 scudetto, si conferma la squadra più titolata 8 Rad Belgrado 37 della nazione ex-jugoslava. A trascinare la 9 Metalac GM 35 squadra di Belgrado in vetta sono state le 28 reti complessive segnate dal brasiliano 10 Smederevo 34 Cléo e dal senegalese Lamine Diarra, 11 Borac Čačak 34 quest'ultimo massimo realizzatore nella 12 BSK Borča 33 storia del torneo con quaranta segnature. 13 Čukarički Stankom 32 Al secondo posto è arrivato, staccato di 14 Hajduk Kula 30 sette punti, lo Stella Rossa di Belgrado, 15 Napredak Kruševac 29 l'altra squadra storica della capitale serba, a cui manca il titolo dal 2007, forte del 16 Mladi Radnik 25 lavoro svolto dal nazionale Dejan Lekić. A capeggiare la classifica marcatori è stato un altro dei giocatori convocati da Antić, Dragan Mrđa del Vojvodina di Novi Sad, che con 22 realizzazioni ha segnato cinque reti in più di chiunque altro. Secondo un altro serbo, il giovane Andrija Kaluđerović del Rad Belgrado: a ventidue anni ha appena fatto il suo esordio per la nazionale maggiore e ha disputato il torneo olimpico di calcio del 2008, pur non essendo stato incluso nei 23 per la Coppa del Mondo. Retrocesse in Prva Liga Srbije il Napredak Kruševac e lo Mladi Radnik, che verranno sostituite per la prossima stagione da Inđija e Sevojno Point, che ha raggiunto la promozione all'ultima giornata beffando il Kolubara. 5
Vojvodina 45
Faranno coppia in una delle difese fisicamente più massicce dell’intero lotto mondiale e, già che ci sono, faranno anche le prove per un’eventuale coesistenza possibile in una futura squadra di club (il Manchester United, Rio ha i suoi anni): la coppia VidićSubotić è il giusto mix di esperienza e gioventù che fanno del primo il campione nel ruolo e del secondo la promessa dalle aspettative altissime. Nemanja Vidić è un 1981 che ha già capito come stare al mondo, in un calcio dove la sua stazza poco agile, ma dal grande fondo serve, soprattutto in Premier League. Neven Subotić è un 1988 di origine bosniaca, convocato più volte nelle rappresentative statunitensi, ma potendo scegliere tra Stati Uniti e Bosnia, il 18 dicembre 2008 ha deciso di accettare la convocazione della nazionale serba di cui aveva il passaporto. Insieme formano la coppia centrale quasi perfetta, forte nei contrasti e nelle marcature a uomo, abile nel disporre la difesa per il gioco a zona, pesante il giusto per contrastare il gioco spalle alla porta delle punte contemporanee, bravi nel variare di posizione a seconda degli spostamenti della linea. Il quasi me lo tengo stretto per la difficoltà nell’aggredire i primi due passi delle punte agili, che ha difettato in Vidić fin dall’inizio della sua carriera, su cui Subotić invece sta lavorando intensamente per poter limare questo piccolo, grande difetto. In una difesa serba che si schiererà a tre, in quanto Branislav Ivanović giocherà bloccato, mentre Aleksandar Kolarov spingerà molto in fascia, aiutando Gojko Kačar o Zoran Tošić nell’interdizione per dargli margine di fantasia, Vidić e Subotić saranno i perni della squadra e l’asse principale intorno al quale si sosterrà l’assetto difensivo. Un calciatore ancora giovane, ma già scafato per dire e dare la sua in un Mondiale, e un giovanissimo fisicamente possente, con margini di miglioramento nell’agilità e nella personalità, sono i punti di forza del presente e del futuro della Serbia.
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Ottavi di finale Non qualificata Non qualificata Non qualificata Non qualificata Non qualificata Non qualificata Non qualificata Non qualificata Non qualificata Non qualificata Non qualificata Non partecipante Non partecipante Non partecipante Non partecipante Non partecipante Non partecipante
Esordio internazionale: 21 maggio 1 950, Accra
Costa d'Oro - Nigeria 1 -0 Palmares: Mondiali: seconda partecipazione, una volta agli ottavi (2006). Coppa Africa: quattro volte campione (1 963, 1 965, 1 978, 1 982), quattro secondi posti (1 968, 1 970, 1 992, 201 0), un terzo posto (2008). Olimpiadi: un bronzo (1 992).
Più presenze in nazionale: Abédi Pelé (73) Miglior marcatore: Abédi Pelé (33)
1 3 giugno 201 0 - Loftus Versfeld, Pretoria Serbia - Ghana (h. 16:00) 1 9 giugno 201 0 - Royal Bafokeng, Rustenburg Ghana - Australia (h. 16:00) 23 giugno 201 0 - Soccer City, Johannesburg Ghana - Germania (h. 20:30)
Una tegola si è abbattuta sul Ghana nell’ultima settimana di maggio: Michael Essien, centrocampista del Chelsea e fulcro del gioco delle Stelle Nere, non sarà in grado di partecipare alla Coppa del Mondo. L’infortunio patito al ginocchio nel corso della Coppa d’Africa lo terrà lontano dai campi di gioco fino ad agosto e Milovan Rajevac, il commissario tecnico serbo, a dieci giorni dal fischio d’inizio deve ridisegnare il centro campo, punto di forza della squadra africana. Il Ghana è chiamato a confermare l’ottima impressione de stata quattro anni fa, quando nel gi rone fece terra bruciata di Repubblica Ceca e Stati Uniti. In quell'occasione il Ghana dovette cedere solamente nella partita inaugurale, disputata contro gli azzurri, e alla sua prima parte cipazione di sempre a una Coppa del Mondo, raggiunse gli ottavi di finale, dove fu sconfitta 30 dal Brasile. A sostituire lo sfortunato Essien al fianco di Sulley Muntari e di Stephen Appiah, anche lui in cerca di una ritrovata efficienza, ruoteranno i talenti della nuova generazione che dieci mesi fa è stata incoronata con la Coppa del Mondo under 20, come Andre Ayew, figlio del leggendario Abedì Pelè e capitano dei Satelliti Neri (questo il nome dei giovani del Ghana), o come il più esperto ventunenne Kwadwo
Asamoah, da due anni protagonista allo Stadio Friuli di Udine. La giovane linfa non manca in attacco, dove però il peso specifico sembra inferiore: la fase offensiva ruota intorno a Asamoah Gyan, venti quattrenne attaccante del Rennes, e a Prince Tagoe, ma tutti si attendono l’esplosione dalla panchina del gio vanissimo talento di Dominic Adiyiah, miglior giocatore della Coppa del Mondo under 20 attualmente in forza al Milan, dove ha collezionato tre presenze e una rete. La difesa, davanti all’esperto Kingson, portiere nel Wigan Athletic, è bloccata intorno a John Mensah e a Vorsah, centrali di qualità in giro per l’Europa, mentre sulla fascia destra spinge un altro giovane talento, il ventenne Samuel Inkoom, concorrente di John Paintsil per la maglia da terzino titolare. Serbia, Australia e Germania, nell’or dine, sono le avversarie: un girone all’apparenza non difficile ma che proprio nell’equilibrio rischia di di ventare estremamente complesso e di trasformare la gara finale con i tedeschi in uno spareggio dentro o fuori per entrambe le contendenti. In caso di passaggio del turno, un ottavo di finale con l’Inghilterra o gli Stati Uniti potrebbe rappresentare una occasione stimolante per migliorare la prestazione del 2006.
GIRONE D - Ghana
2006 2002 1 998 1 994 1 990 1 986 1 982 1 978 1 974 1 970 1 966 1 962 1 958 1 954 1 950 1 938 1 934 1 930
Numero 0 • Giugno 201 0
GIRONE D - Ghana
Pianeta Sport • www.pianeta-sport.net 1 16 22 2 4 5 7 8 15 17 19 6 9 10 11 13 20 21 23 3 12 14 18 CT
NOME Daniel ADJEI Stephen AHORLU Richard KINGSON Hans SARPEI John PAINTSIL John MENSAH Samuel INKOOM Jonathan MENSAH Isaac VORSAH Abdul Rahim AYEW Lee ADDY
P P P D D D D D D D D C C C C C C C C A A A A
Anthony ANNAN Derek BOATENG Stephen APPIAH Sulley MUNTARI André AYEW Quincy OWUSUABEYIE Kwadwo ASAMOAH KevinPrince BOATENG Asamoah GYAN Prince TAGOE Matthew AMOAH Dominic ADIYIAH Milovan RAJEVAC
10.11.1989 05.09.1988 13.06.1978 28.06.1976 15.06.1981 29.11.1982 22.08.1989 13.07.1990 21.06.1988 16.04.1988 26.09.1985 21.07.1986 02.05.1983 24.12.1984 27.08.1984 17.12.1989 15.04.1986 09.09.1988 06.03.1987 22.11.1985 09.11.1986 24.10.1980 29.11.1989 02.01.1954
Numero 0 • Giugno 201 0
SQUADRA Liberty Professionals Hearts of Lions Wigan Athletic (ENG) Bayer Leverkusen (GER) Fulham (ENG) Olympique Lyonnais (FRA) Basilea (SUI) Free State Stars (RSA) Hoffenheim (GER) El Zamalek (EGY) Bechem Chelsea Rosenborg (NOR) Getafe (ESP) Bologna (ITA) Inter (ITA) ArlesAvignon (FRA) Al Sadd (QAT) Udinese (ITA) Portsmouth (ENG) Rennes (FRA) Hoffenheim (GER) NAC Breda (NED) Milan (ITA)
IL COMMISSARIO TECNICO Con la partenza di Claude Le Roy dopo il deludente terzo posto ottenuto come paese ospitante nella Coppa d’Africa 2008, l’incarico di Commissario Tecnico è stato assegnato, tra la diffidenza generale, al serbo Milovan Rajevac, discreto difensore arrivato fino alla finale di Coppa Uefa nel 1979 con lo Stella Rossa di Belgrado. Come allenatore Rajevac ha vagabondato tra Svezia, Germania, Cina e Qatar per tornare in Serbia dove ha portato ai preliminari di Coppa Uefa il Vojvodina e il Borac. Sulla panchina del Ghana, ha conquistato in largo anticipo la qualificazione a Sudafrica 2010 con quattro vittorie a reti inviolate nelle prime quattro partite del girone ed ha portato le Stelle Nere ad un secondo posto che mancava dal 1992 nella Coppa d’Africa, vincendo le perplessità di tutti.
CHI È DENTRO E CHI È FUORI
Confermata l'assenza per infortunio di Michael Essien e la presenza del "tedesco" Kevin-Prince Boateng, fuoriuscito dalle nazionali giovanili della Germania in virtù della sua doppia nazionalità, Rajevac ha apportato alcune modifiche alla sua lista preliminare: fuori il portiere Stephen Adams e dentro al suo posto Stephen Ahorlu (entrambi ancora in attesa del debutto in nazionale) e tagliati Eric Addo, Haminu Draman e il difensore dell'Udinese Emmanuel Agyemang-Badu. IL CAPITANO
Kingson Inkoom
John Mensah
Vorsah
Sarpei
Muntari
Asamoah
Appiah
Annan
Gyan
Amoah
Negli ultimi 2 anni ha giocato solo scampoli di partita nelle ultime giornate della serie A nel Bologna, ma ha continuato a guidare sul campo le Stelle Nere fino alla qualificazione a Sudafrica 2010: è la storia di Stephen Appiah, “uno dei maggiori talenti fermato dai troppi infortuni” come ha osservato il grande Pelé. Scoperto a 17 anni dall’Udinese, la sua carriera si sviluppa in Italia fino all’approdo nel 2003 alla Juventus per due stagioni non particolarmente brillanti. Ceduto nel 2005 ai turchi del Fenerbahçe subisce nel 2007 un gravissimo infortunio al ginocchio he lo tiene lontano dai campi da gioco per due anni.
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Numero 0 • Giugno 201 0
IL CAMPIONATO NAZIONALE
OneTouch Premier League
1 2 3 4 5
Squadra
ALTRI PROTAGONISTI
Albo d'oro
Squadra
Ultimo
Aduana Stars 53
Asante Kotoko
21 20072008
Hearts of Oak 47
Ashanti Gold
3
Ashanti Gold 53
Heart of Lions 46
Asante Kotoko 44
Hearts of Oak
Great Olympics
20 20082009 2
19951996 1974
All Stars 44
La storia di Sulley Muntari con la nazionale del Ghana è una storia ricca di momenti di crisi: dopo aver esordito a meno di diciotto anni Muntari, convocato per le Olimpiadi di Atene e rimandato a casa per motivi disciplinari, annuncia non ancora ventenne la sua rinuncia ad indossare la maglia delle Black Stars. Dopo un mese ritorna sui suoi passi e viene reintegrato, ma sei anni dopo, sempre per motivi disciplinari, viene escluso dalla rosa che partecipa alla Coppa d’Africa 2010. Nuove scuse, nuovo reintegro e, dopo una stagione nel corso della quale ha contribuito alla cavalcata vittoriosa dell’Inter in Italia e in Europa, Sulley è a disposizione di Rajevac e sarà uno dei pilastri del centrocampo del Ghana nell’avventura sudafricana dove, se sarà in grado di tenere a freno il suo temperamento che lo porta troppo spesso ad eccedere, metterà al servizio della squadra la sua esperienza internazionale maturata in nove anni tra Italia e Inghilterra.
GIRONE D - Ghana
Vittoria sul filo di lana per gli Aduana Stars che, primi a pari merito con gli Ashanti 7 Berekum Arsenal 43 Gold dopo l'ultima partita della stagione, si 8 King Faisal 42 sono aggiudicati il campionato di massima 9 Chelsea FC 42 divisione ghanese in virtù dei risultati conseguiti negli scontri diretti: un pareggio 10 Kessben 42 fuori casa e una vittoria tra le mura amiche. 11 Real Tamale 40 Si tratta del primo titolo nazionale per 12 New Edubiase FC 39 l'Aduana, che ha trionfato nonostante 13 Liberty Professionals 38 l'attacco meno prolifico del campionato 14 Great Olympics 34 fosse il suo: solo 1 9 reti in 30 partite, che 15 Eleven Wise 31 rende gli Stars i campioni meno prolifici di tutti i tempi a livello mondiale. Per contro è Hasaacas FC 21 16 stata ottima la performance difensiva: il giovane portiere Stephen Adams, escluso all'ultimo minuto dalla nazionale, ha concesso solamente una rete ogni tre partite. Si sono piazzate solo al terzo e quinto posto le tradizionali dominatrici del torneo, gli Hearts of Oak di Accra e l'Asante Kotoko di Kumasi, che dal 1 956 ad oggi si sono aggiudicate complessivamente 41 edizioni su 51 del campionato ghanese. Mahatma Otoo degli Hearts of Oak è stato nominato Most Valuable Player del torneo, dopo che l'anno scorso aveva ricevuto il premio come rivelazione dell'anno della Premier League. A retrocedere nei tre gironi che compongono la divisione inferiore sono state Great Olympics, Eleven Wise e Hasaacas. 6
Fratelli contro: il 26 giugno, quando Ghana e Germania scenderanno in campo, KevinPrince Boateng si troverà opposto a suo fratello Jérôme, convocato nella squadra tedesca. Figli di madre tedesca e padre ghanese, con uno zio exnazionale in Africa e come nonno materno un cugino di Helmut Rahn, protagonista dei Mondiali del 1954, le loro strade, seppure divise, non potevano che essere nel calcio. Solo da poche settimane il cambio di nazionalità di KevinPrince, che in passato ha militato nelle nazionali giovanili tedesche, è stato ratificato dalla FIFA. Praticamente negli stessi giorni, il ventitreenne centrocampista del Portsmouth è diventato il nemico pubblico numero uno per i tifosi tedeschi: in un contrasto di gioco nella finale della FA Cup, un intervento in ritardo ha causato un grave infortunio alla caviglia destra di Ballack, uomo simbolo della Nazionale tedesca, escludendolo dalla Coppa del Mondo.
GIRONE D - Oltre il calcio
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La dedica di una statua che sorge dinanzi allo Stadio Maksimir di Zagabria, rappre sentante un gruppo di soldati, recita: “Ai tifosi della Dinamo Zagabria, che inizia rono la guerra con la Serbia su questo campo il 13 maggio 1990”. La partita che prese luogo nella capitale croata tra i padroni di casa della Dinamo e i Serbi dello Stella Rossa di Belgrado fu l’avvi saglia di quanto sarebbe successo un anno dopo, l’inevitabile crollo della Fede razione Jugoslava, termine di una frana innescatasi all’indomani della morte del maresciallo Tito nel maggio 1980. L’ex partigiano croato era stato il collante di una nazione nata dall’unione di popoli che, fino alla Seconda Guerra Mondiale, si erano massacrati a vicenda. Nelle parole del comunista albanese Mahmet Bekalli: “Non avevamo idea che, insieme a lui, stavamo seppellendo la Jugo slavia”. La spaccatura fu evidente soprat tutto tra Croazia e Serbia, dove due burocrati dell’epoca del comunismo titoi sta presero il potere dopo aver dato una netta svolta nazionalista alla propria poli tica: Franjo Tuđman e Slobodan Milošević. Tuđman, presidente della squadra filojugoslava del Partizan Bel grado ai tempi di Tito, per la sua Hrvatska Demokratska Zajednica (Unio ne Democratica Croata) prese in prestito l’iconografia degli ustaše, i fascisti croati che nella Seconda Guerra Mondiale collaborarono con i nazisti, massacrando i Serbi. Oltre a riportare in auge la šahovnica, la bandiera a scacchi rossi e bianchi degli ustaše, cominciò a farsi chiamare poglavnik, duce, in un chiaro
riferimento al loro sanguinario leader Ante Pavelić. Tuđman veicolò il proprio nazionalismo anche attraverso il calcio quando divenne presidente della Dinamo Zagabria, che poi avrebbe ribattezzato Croatia Zagreb, alienando gran parte del seguito della squadra.
Nel giugno 1989 Slobodan Milošević, appena divenuto presidente della Serbia, tenne un discorso che avrebbe cambiato la storia a Kosovo Polje, la “piana dei Merli” a nord della capitale kosovara Priština, teatro di una storica battaglia tra la Serbia e l’Impero Ottomano avve nuta seicento anni prima. Milošević de nunciò “il genocidio strisciante di cui sono vittime i Serbi nel Kosovo, culla della loro cultura” e affermò, in quella che fu la sua frase di maggior successo, che “nessuno deve permettersi di pic chiare il nostro popolo”. Cavalcando l’onda del nazionalismo, il presidente serbo si rendeva conto di quanto questoa potesse ritorcersi contro di lui, e fece in modo di avere un controllo forte su quello che era considerato il calderone più esplosivo: la tifoseria dello Stella Rossa di Belgrado, squadra politicizzata, antititoista e fortemente nazionalista, i cui ultrà si stavano distinguendo per la violenza delle proprie azioni. L’uomo che prese il controllo dei tifosi dello Stella Rossa, unendo tutti i gruppi rivali in una sola unità disciplinata e determinata, fu Željko Ražnatović, gangster di stampo mafioso e maestro dell’evasione, richia mato in Serbia dal governo per fare il “lavoro sporco”, come ad esempio elimi
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Pianeta Sport • www.pianeta-sport.net nare fisicamente i dissidenti che erano fuggiti all’estero. L’uomo che, qualche anno più tardi, sarebbe salito all’onore delle cronache internazionali come l’effe rato criminale di guerra Arkan. Arkan vietò agli hooligans dello Stella Rossa l’alcool e bandì piccole violenze e van dalismi. In cambio li addestrò e cambiò il loro nome da “zingari” a Delije, “eroi”, rendendoli una vera e propria forma zione paramilitare, capace di creare seri disordini nelle partite contro il Partizan e la Dinamo Zagabria.
in massa nell’unità paramilitare coman data da Arkan, la Srpska Dobrovolijačka Garda (Guardia Volontaria Serba), più nota con il nome di Tigrovi, tigri. Le Tigri di Arkan presero parte alle guerre in Croazia, BosniaErzegovina e Kosovo e divennero tristemente famose per gli efferati crimini di guerra commessi. An che dall’altra parte avvenne un feno meno simile, con gran parte dei Bad Blue Boys partiti per il fronte della guer ra serbocroata, spesso indossando il simbolo della Dinamo sulle proprie uniformi. Dal Maksimir di Zagabria e dal Marakana di Belgrado i combattimenti si erano riversati su tutta la Federazione Jugoslava. Il regno mafioso di Arkan in Serbia pro sperò durante il conflitto, e Ražnatović cercò di acquistare lo Stella Rossa, per farne un monumento alla sua persona. La dirigenza rifiutò di cedere, al che la Tigre, dopo un rifiuto dai kosovari dell’FK Priština, acquistò l’Obilić di Belgrado, squadra che porta il nome di un eroe serbo della battaglia di Kosovo Polje. A suon di intimidazioni a giocatori e dirigenti avversari, l’Obilić venne pro mosso in prima divisione nel 1997 e l’anno dopo fu campione di Jugoslavia (ormai composta solo da Serbia e Montenegro). Il 18 agosto 1999 le nazionali di Jugoslavia e Croazia si in contrarono per la prima volta a Belgrado in un incontro, finito 00, valido per le qualificazioni all’Europeo. Il tifo di Belgrado salutò l’inno croato Lijepa Naša Domovino con l’ostensione di cinquan tamila diti medi alzati, e la curva insultò i giocatori della nazionale avversaria, chiamandoli ustaše nei propri cori. L’ostilità dell’atmosfera raggiunse il cul mine quando, al quinto del secondo tempo, le luci dello stadio si spensero. “Si vedevano solo i raggi infrarossi dei
Quando i croati ripresero il controllo di Vukovar, assediata per 87 giorni dalla Jugoslavenska Narodna Armija, l’Armata Popolare Jugoslava, la rappresaglia colpì la popolazione serba della città, tra cui la famiglia di Siniša Mihajlović, centrocampista dello Stella Rossa e amico intimo di Arkan, poi a Roma, Sampdoria, Lazio e Inter. Nella sua casa, distrutta, furono ritrovate sue foto cui i soldati croati avevano ritagliato gli occhi: un rimando alle crudeltà di Ante Pavelić, che chiedeva ogni mattina ai suoi ustaše di consegnargli un cesto pieno di occhi per provare che il ritmo dei massacri non stesse rallentando. fucili dei cecchini”, ricordò Slaven Bilić, nazionale croato presente allo stadio nonostante un infortunio. Il Marakana eruppe in un “Criminali rossi! Criminali rossi!” rivolto a Milošević e al suo regi me, che iniziava a scricchiolare dopo la guerra in Kosovo. Mentre la leggenda di Arkan, assassinato cinque mesi più tardi da un commando di fronte all’In tercontinental Hotel di Belgrado, soprav visse alla Tigre, la popolarità del presi dente serbo era crollata. Proprio il Mara kana, lo stadio dove Milošević aveva arruolato tramite Arkan una parte im portante del suo esercito, segnò la fine
della sua dittatura: la curva gli si ritorse contro e cominciò a intonare alle partite gli slogan Slobo odlazi, “Slobodan vat tene”, e Slobo spasi Srbiju i ubi se, “Slobodan, salva la Serbia e ammazzati”. Dopo esser stato sconfitto alle elezioni da Vojislav Koštunica, Milošević si rifiutò di riconoscere il risultato delle urne. Il 5 ottobre 2000 a Belgrado, nelle dimo strazioni della Bager Revolucija, la “Rivoluzione dei Bulldozer” che fece infine crollare il regime, in prima linea nei combattimenti c’erano di nuovo le maglie dello Stella Rossa.
GIRONE D - Oltre il calcio
Il momento in cui le tensioni nazio nalistiche eruppero sul campo fu proprio il fatale 13 maggio 1990, al Maksimir di Zagabria, una settimana dopo la ce lebrazione del decennale della morte di Tito: i Bad Blue Boys della Dinamo e i Delije si fronteggiarono in una battaglia i cui connotati e la cui organizzazione fanno pensare più a una guerriglia premeditata da entrambe le fazioni che a uno scontro tra tifosi. Per proteggere un giovane tifoso dalle manganellate della Milicija, la Polizia Federale Jugo slava, il capitano dei croati Zvonimir Boban sferrò un calcio a un poliziotto, diventando istantaneamente un eroe nazionale. Il bilancio degli scontri fu di 138 feriti e 147 arresti. Boban rischiò un fermo da parte della polizia e perse l’occasione di essere convocato con la Jugoslavia a disputare il Mondiale di Italia ’90. Gli scontri tra i Delije e i Bad Blue Boys furono solo un preludio di quanto sarebbe avvenuto durante la primavera dell’anno seguente: quando il 29 maggio 1991 lo Stella Rossa vinse la Coppa dei Campioni, battendo ai rigori l’Olympique Marsiglia, Slovenia e Croazia avevano già dichiarato la propria indi pendenza, portando la Jugoslavia alla guerra civile che l’avrebbe distrutta. Solo alcuni mesi dopo i Delije si arruolarono
Numero 0 • Giugno 201 0