La Guida a Sudafrica 2010

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Capitale: Roma Popolazione: 58,1 (193 ab/kmq) Lingua: italiano

Numero 0 • Giugno 201 0

milioni Il Canto degli Italiani

Unificata il 17 marzo 1861.

Fratelli d'Italia / L'Italia s'è desta / Dell'elmo di Scipio / S'è cinta la testa. / Dov'è la Vittoria? / Le porga la chioma / Ché schiava di Roma / Iddio la creò. // Stringiamci a coorte / Siam pronti alla morte / Siam pronti alla morte / repubblica L'Italia chiamò. / Stringiamci a coorte / Siam pronti alla morte / Siamo pronti alla morte / L'Italia chiamò.

GIRONE F

Ordinamento: parlamentare Capo di stato: Giorgio Napolitano PIL procapite: 29.100$

Paraguayos, ¡República o Muerte! Capitale: Asunción Popolazione: 6,3 milioni (15,5 A los pueblos de América, infausto / Tres centurias un cetro oprimió / Más un día soberbia ab/kmq) surgiendo / "¡Basta!" dijo y el cetro rompió. / Nuestros padres lidiando grandiosos / Lingua: spagnolo, guaranì ilustraron su gloria marcial / Y trozada la augusta diadema / Enalzaron el gorro triunfal // Paraguayos, ¡República o Muerte! / Nuestro brío nos dio libertad / Ni opresores ni siervos Indipendente dalla Spagna dal alientan / Donde reinan unión e igualdad

15 maggio 1811.

Ordinamento: repubblica presidenziale Capo di stato: Fernando Lugo PIL procapite: 4.000$

Paraguaiani, Repubblica o Morte!

Le genti delle Americhe, ahiloro, furono oppresse per tre secoli da uno scettro, ma un giorno magnifico si alzarono, dissero "Basta!" e distrussero lo scettro. I nostri padri, grandiosi nella battaglia, mostrarono la loro gloria marziale e, dopo aver distrutto l'augusto diadema, alzarono l'elmo trionfale. Paraguaiani, Repubblica o Morte! Il nostro spirito ci ha dato libertà, e non esistono oppressori nè schiavi dove regnano unione e uguaglianza.


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Numero 0 • Giugno 201 0

Capitale: Wellington Popolazione: 4,1 milioni (15,1 ab/kmq) E Ihoā Atua / O ngā iwi mātou rā / Āta whakarongona / Me aroha noa // Kia hua ko te pai Lingua: inglese, māori Aotearoa/God defend New Zealand

/ Kia tau to ata whai / Manaakitia mai / Aotearoa // God of Nations at thy feet / In the bonds of love we meet / Hear our voices we entreat / God defend our free land // Guard Pacific’s triple star / From the shafts of strife and war / Make her praises heard afar / God Indipendente dal Regno Unito defend New Zealand. dal 25 novembre 1947. Terra della Lunga Nuvola Bianca/Dio Difenda la Nuova Zelanda

Ordinamento:

monarchia

Dio delle Nazioni, ai tuoi piedi ci incontriamo, uniti nell'amore. Ascolta le nostre voci, ti parlamentare preghiamo, Dio, difendi la nostra libera terra. Proteggi la tripla stella Pacifica dalle lance di Capo di stato: regina conflitti e guerre, fai che le sue lodi giungano lontano, Dio, difendi la Nuova Zelanda. Elisabetta II del Regno Unito

Capitale: Bratislava Popolazione: 5,4 (110,2 ab/kmq) Nad Tatrou sa blýska / hromy divo bijú / Zastavme ich bratia / veď sa ony stratia / Slováci Lingue: slovacco Nad Tatrou sa Blýska

ožijú // To Slovensko naše / posiaľ tvrdo spalo / Ale blesky hromu / vzbudzujú ho k tomu / aby sa prebralo.

Un Fulmine sui Tatra

GIRONE F

PIL procapite: 25.500$

milioni

Indipendente dalla Cecoslovacchia dal 1° gennaio 1993. Ordinamento:

Ci sono fulmini sopra ai Tatra, tuoni dal boato selvaggio. Fermiamoli, fratelli, e parlamentare scompariranno e gli Slovacchi rivivranno. Quella nostra Slovacchia è stata troppo tempo Capo di dormiente, ma il lampo del fulmine sta risvegliandola. Gašparovič

repubblica

stato:

PIL procapite: 17.700$

Ivan


GIRONE F - Italia

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2006 2002 1 998 1 994 1 990 1 986 1 982 1 978 1 974 1 970 1 966 1 962 1 958 1 954 1 950 1 938 1 934 1 930

Campioni del Mondo Ottavi di finale Quarti di finale 2° posto 3° posto Ottavi di finale

Campioni del Mondo 4° posto Primo turno 2° posto Primo turno Primo turno Non qualificati Primo turno Primo turno

Campioni del Mondo Campioni del Mondo Non presente

Esordio internazionale: 1 5 maggio 1 91 0, Milano

Italia - Francia 6-2 Palmares:

Mondiali: diciottesima partecipazione, quattro volte campione (1 934, 1 938, 1 982, 2006), due secondi posti (1 970, 1 994), un terzo posto (1 990). Europei: una volta campione (1 968), un secondo posto (2000), un terzo posto (1 988). Olimpiadi: un oro (1 936), due bronzi (1 928, 2004). Più presenze in nazionale: Fabio Cannavaro (1 32) Miglior marcatore: Gigi Riva (35)

1 4 giugno 201 0 - Green Point, Città del Capo Italia - Paraguay (h. 20:30) 20 giugno 201 0 - Mbombela, Nelspruit Italia - Nuova Zelanda (h. 16:00) 24 giugno 201 0 - Ellis Park, Johannesburg Italia - Slovacchia (h. 16:00)

Numero 0 • Giugno 201 0

Non sempre i campioni in carica sono i naturali favoriti per la vittoria finale. In Sudafrica, ad esempio, non sarà così. La nazionale Azzurra, sulla carta, non pare infatti poter partire con le stesse chance di vittoria di squadre attualmente più quotate come Inghilterra e Spagna o, ancora, Argentina e Brasile. Questo è ciò che pensano gli allibratori, ma questo è anche ciò che un po’ tutti si dicono nel leggere le liste dei giocatori convocati alla fase finale del prossimo Mondiale. Difficile, insomma, che possa arrivare la quinta affermazione iridata della nostra storia. Anzi, già l’approdo in semifinale dovrebbe essere salutato come un grande traguardo. Ben sappiamo, però, che è proprio nei momenti di critica e crisi che storicamente la nostra nazionale tende a compattarsi. Allo stesso modo abbiamo già potuto apprezzare, in questo senso, il lavoro svolto da Lippi quattro anni fa, quando seppe amalgamare al meglio un grandissimo gruppo capace di compiere un’impresa insperata. Rispetto ad allora, comunque, questa squadra sembra essere qualitativamente meno dotata. Agli addii di giocatori come Nesta e Totti, indiscutibilmente campioni assoluti, hanno infatti fatto fronte gli innesti di giocatori come Bonucci e Pepe, ragazzi sì capaci e volenterosi ma che oggi non hanno

una propria dimensione internazionale. Allo stesso tempo quello che era stato il trascinatore principe della nostra nazionale in Germania, Cannavaro, non è assolutamente più all’altezza delle prestazioni offerte quattro anni fa. Questa squadra, insomma, dovrà puntare tutto sui pochi campioni rimastigli sperando poi che quei giocatori che andranno a completare la squadra peschino il jolly disputando un Mondiale stile Grosso versione 2006. Perché pensare che Buffon, Chiellini, Pirlo e De Rossi possano vincere da soli questa competizione è probabilmente sognare, più che altro. A preoccupare in maniera particolare, poi, è l’attacco: Gilardino ha già dimostrato di non essere un centravanti capace di dare il meglio di sé “a certe temperature”, Di Natale è sì il capocannoniere del nostro campionato, ma in nazionale non ha mai inciso come nell’Udinese e, in generale, manca comunque una stella assoluta. Sembrano già lontani anni luce, insomma, i tempi in cui tra Del Piero, Inzaghi, Totti e Vieri i nostri CT avevano solo l’imbarazzo della scelta. Detto questo gli Azzurri avranno in ogni caso l’obbligo morale di vincere il proprio girone: Paraguay, Slovacchia e Nuova Zelanda non possono certo impensierire chi solo quattro anni fa sollevava al cielo di Berlino la Coppa del Mondo.


Pianeta Sport • www.pianeta-sport.net NOME Gianluigi BUFFON Federico MARCHETTI Morgan DE SANCTIS Christian MAGGIO Domenico CRISCITO Giorgio CHIELLINI Fabio CANNAVARO Salvatore BOCCHETTI Gianluca ZAMBROTTA Leonardo BONUCCI Daniele DE ROSSI Simone PEPE Gennaro GATTUSO Claudio MARCHISIO Mauro CAMORANESI Angelo PALOMBO Andrea PIRLO Riccardo MONTOLIVO Vincenzo IAQUINTA Antonio DI NATALE Alberto GILARDINO Fabio QUAGLIARELLA Giampaolo PAZZINI Marcello LIPPI

P P P D D D D D D D C C C C C C C C A A A A A

28.01.1978 07.02.1983 27.03.1977 11.02.1982 30.12.1986 14.08.1984 13.09.1973 30.11.1986 19.02.1977 01.05.1987 24.07.1983 30.08.1983 09.01.1978 19.01.1986 04.10.1976 25.09.1981 19.05.1979 18.01.1985 21.11.1979 13.10.1977 05.07.1982 31.01.1983 02.08.1984 12.04.1948

SQUADRA Juventus Cagliari Napoli Napoli Genoa Juventus Juventus Genoa Milan Bari Roma Udinese Milan Juventus Juventus Sampdoria Milan Fiorentina Juventus Udinese Fiorentina Napoli Sampdoria

IL COMMISSARIO TECNICO Dopo una carriera da calciatore spesa in gran parte sulla sponda doriana di Genova, Marcello Lippi iniziò la sua carriera di tecnico proprio nelle giovanili della Sampdoria per poi girovagare per l’Italia prima di consacrarsi come grande allenatore nella seconda metà degli anni novanta, dopo essere approdato alla Juventus. Da tecnico campione del mondo in carica, avrà tutti gli occhi puntati addosso: forte però della fiducia nelle sue idee e di un palmares quanto mai ricco, riuscirà senz’altro a gestire al meglio queste pressioni. Cinque scudetti, due Coppe Italia, quattro Supercoppe Italiane ed una Europea, una Champions ed un’Intercontinentale, oltre al Mondiale tedesco vinto. Se saprà ricompattare il gruppo come quattro anni fa riuscirà a compiere un altro miracolo.

CHI È DENTRO E CHI È FUORI

Dentro Fabio Quagliarella, fuori Giuseppe Rossi e Mattia Cassani: Marcello Lippi doveva scegliere uno tra questi tre nomi e ha optato per l'attaccante del Napoli, lasciando fuori la punta del Villarreal e il difensore del Palermo. Tagliati dalla lista preliminare anche il portiere Salvatore Sirigu del Palermo, il centrocampista Andrea Cossu del Cagliari e l'attaccante Marco Borriello del Milan, mentre Mauro Camoranesi, nonostante un lieve infortunio occorso in allenamento, ha mantenuto il suo posto nella lista. IL CAPITANO

Buffon Zambrotta

Cannavaro

Bonucci

Pirlo Iaquinta

Chiellini

De Rossi Marchisio Gilardino

Di Natale

Cresciuto nelle giovanili della squadra della sua città, Napoli, Fabio Cannavaro esordì in Serie A contro la Juventus a soli 19 anni. E proprio a Torino si sarebbe trovato a giocare molti anni dopo. Tra il suo esordio e lo sbarco in Bianconero passarono undici anni e 422 match ufficiali disputati con le maglie, oltre che del Napoli, di Parma ed Inter. Recordman di presenze in nazionale e di presenze con la fascia di capitano al braccio, Fabio raggiunse l’apice della sua carriera proprio nel corso dell’ultimo Mondiale: decisivo nella conquista dello stesso, infatti, fu premiato con l’assegnazione del FIFA World Player e del Pallone d’Oro.

GIRONE F - Italia

1 12 14 2 3 4 5 13 19 23 6 7 8 15 16 17 21 22 9 10 11 18 20 CT

Numero 0 • Giugno 201 0


GIRONE F - Italia

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1

Squadra

Serie A

Pt

Juventus

Milan 70

Milan

4

Sampdoria 67

6 7 8

Albo d'oro

Inter 82

Roma 80

5

LA PROMESSA E IL CAMPIONE

IL CAMPIONATO NAZIONALE

2 3

Numero 0 • Giugno 201 0

Palermo 65 Napoli 59

Juventus 55 Parma 52

Squadra

Inter

Genoa Torino

Pro Vercelli Bologna

Ultimo

27 2002­2003 18 2009­2010 17 2003­2004 9

1923­1924

7

1921­1922

1975­1976 1963­1964

Che avrebbe vinto l’Inter era scontato. Che l’avrebbe fatto con due soli punti di vantagBari 50 gio sulla seconda, invece, non l’avevano 10 11 Fiorentina 47 previsto in molti. Così come pochi si aspetLazio 46 tavano che a contendere la vittoria sino 12 all’ultimo sarebbe stata la Roma e ancor Catania 45 13 meno, credo, avevano previsto la Samp14 Chievo 44 doria ai preliminari di Champions con la 15 Udinese 44 Juventus solo settima dopo i pesanti inve16 Cagliari 44 stimenti estivi. Bianconeri che quindi ag17 Bologna 42 guantano un posto per la prossima Europa 18 Atalanta 35 League solo grazie al fatto che le finaliste di Coppa Italia sono qualificate: rappresenSiena 31 19 teranno il nostro calcio nella seconda Livorno 29 20 competizione europea per importanza insieme a Palermo e Napoli, due delle realtà in più forte espansione dello stivale. Lasceranno il nostro massimo campionato, invece, Atalanta, Siena e Livorno, che verranno sostituite da Lecce, Cesena, e dalla vincitrice dei playoff: tra le quattro squadre in ballo ve ne sono due, Sassuolo e Cittadella, che sognano di disputare per la prima volta il campionato di Serie A. 9

Genoa 51

Il Bari è stato una delle più belle sorprese dell’ultimo campionato. Tra i trascinatori della compagine pugliese va sicuramente annoverato il giovane centrale difensivo che ha fatto da perno alla retroguardia dei Galletti per tutto il corso del campionato: Leonardo Bonucci. Classe ’87, Bonucci è un difensore che abbina un fisico roccioso a una grande attenzione nell’arco dei novanta minuti. Cresciuto nella Viterbese, squadra della sua città, approda all’Inter solo diciottenne per poi essere dirottato in prestito prima a Treviso e poi a Pisa. Girato al Genoa nell’ambito dell’operazione che portò Motta e Milito a Milano, Leonardo è subito ceduto in comproprietà al Bari, squadra in cui ha trovato l’ambiente giusto per poter sbocciare definitivamente tanto da convincere coach Lippi a portarlo in Sudafrica. Bonucci, se scenderà in campo quest’estate, lo farà comunque con una sicurezza in più rispetto a tanti suoi colleghi di altre nazioni: come ultimo baluardo difensivo nonché come giocatore deputato ad apporre pezze agli errori suoi e degli altri difensori azzurri vi sarà Gianluigi Buffon, monumento del calcio nazionale ed internazionale. Qualcuno, infatti, azzarda che sia lui il miglior portiere della storia del calcio. Io di mio non saprei cosa dire, al riguardo. Di sicuro ringrazio il Signore di avermi fatto nascere come suo contemporaneo, di modo da aver potuto passare anni a rimirarne le gesta in campo. Portiere dal talento straripante e dal grande carisma Buffon iniziò a giocare a calcio come centrocampista, salvo poi trasformarsi in portiere dopo essersi calcisticamente innamorato delle prodezze compiute dal camerunese N’Kono nel corso del Mondiale italiano di vent’anni fa. Dopo quattro anni passati nelle giovanili del Parma, quindi, l’esordio col botto in Serie A alla tenera età di 17 anni: da lì in poi una serie notevole di successi e soddisfazioni, culminate nella vittoria del Mondiale 2006. Vittoria che si spera di ripetere in Sudafrica…


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Primo turno Ottavi di finale Ottavi di finale Non qualificata Non qualificata Ottavi di finale Non qualificata Non qualificata Non qualificata Non qualificata Non qualificata Non qualificata Primo turno Non qualificata Primo turno Non partecipante Non partecipante Primo turno

Esordio internazionale: 1 1 marzo 1 91 9, Asunción

Paraguay - Argentina 1 -5 Palmares: Mondiali: ottava partecipazione, tre volte agli ottavi (1 986, 1 998, 2002). Coppa America: due volte campione (1 953, 1 979), cinque secondi posti (1 922, 1 929, 1 946, 1 949, 1 963), sette terzi posti (1 923, 1 924, 1 925, 1 939, 1 946, 1 959, 1 983). Olimpiadi: un argento (2004). Più presenze in nazionale: Carlos Gamarra (1 04) Miglior marcatore:

José Saturnino Cardozo (24)

1 4 giugno 201 0 - Green Point, Città del Capo Italia - Paraguay (h. 20:30) 20 giugno 201 0 - Free State, Bloemfontein Slovacchia - Paraguay (h. 13:30) 24 giugno 201 0 - Peter Mokaba, Polokwane Paraguay - Nuova Zelanda (h. 16:00)

La Albirroja (“la biancorossa”), con le sue otto partecipazioni, è ormai ospite abituale del banchetto quadriennale che riunisce le migliori nazionali mondiali alla conquista della Coppa del Mondo: presente consecutivamente nelle ultime tre edizioni (questa sarà la quarta), in tre occasioni ha superato lo scoglio del girone di qualificazione accedendo agli ottavi di finale. Si ricorderanno molto chiaramente il Mondiale del 1998 i tifosi spagnoli e bulgari: le loro due nazionali vennero bloccate a sopresa al primo turno dalla Nigeria e, appunto, dal Paraguay. Quattro anni dopo, di nuovo ac­ coppiato con la Spagna, passò il turno a discapito di Sudafrica e Slovenia. Attendendo una vittoria nell’ultima partita del girone contro la Nuova Zelanda e considerando la gara d’esordio contro gli azzurri come una occasione nella quale non si ha nulla da perdere, il Paraguay si giocherà la qualificazione nella partita contro la Slovacchia che sarà fondamentale per dare le corrette dimensioni alle ambizioni del complesso guidato dall’argentino Gerardo Martino. Se­ dutosi sulla panchina della nazionale paraguayana nel 2007, il tecnico ha inizialmente assecondato la tendenza storica al difensivismo e al contropiede per introdurre lentamente una men­ talità più aggressiva che ha dato i suoi

frutti nella fase di qualificazione, quando le vittorie casalinghe contro Brasile e Argentina hanno lanciato il Paraguay ad un ottimo terzo posto nel girone sudamericano. Nonostante la dolorosa rinuncia a Salvador Cabañas, la Albirroja può contare su terminali offensivi di indubbia efficacia come Roque Santa Cruz e il nuovo arrivato Lucas Barrios. A supportare le bocche da fuoco, Martino schiera un centrocampo a quattro dove il tasso di creatività è garantito da Cristian Riveros, che il prossimo anno si trasferirà in Inghilterra nel Sunderland, asse­ condato da Édgar Barreto, giocatore di Reggina e Atalanta, e dal centro­ campista del Wolfsburg, Jonathan Santana. Dietro a loro, come fran­ giflutti opera l’interditore Enrique Vera. L’ultima linea di difesa, che nelle qualificazioni ha concesso agli av­ versari solo 16 reti in 18 incontri, davanti al portiere Justo Villar, in cerca di rivincita dopo i cinque minuti di apparizione a Germania 2006 con tanto di autorete e infortunio, si basa su due rocciosi ed esperti centrali come il capitano Caniza e il trentenne difensore del Boca Juniors, in procinto di trasferirsi all’Atletico Mineiro, Julio César Cáceres. A completare lo schieramento sulle due fasce gli esterni di difesa del Club Olimpia di Asunción, Carlos Bonet e Darío Verón.

GIRONE F - Paraguay

2006 2002 1 998 1 994 1 990 1 986 1 982 1 978 1 974 1 970 1 966 1 962 1 958 1 954 1 950 1 938 1 934 1 930

Numero 0 • Giugno 201 0


GIRONE F - Paraguay

Pianeta Sport • www.pianeta-sport.net 1 12 22 2 3 4 5 6 14 17 21 8 11 13 15 16 20 7 9 10 18 19 23 CT

NOME Justo VILLAR Diego BARRETO Aldo BOBADILLA Darío VERÓN Claudio MOREL Denis CANIZA Julio César CÁCERES Carlos BONET Paulo da SILVA Aureliano TORRES Antolín ALCARAZ Édgar BARRETO Jonathan SANTANA Enrique VERA Víctor CÁCERES Cristian RIVEROS Néstor ORTIGOZA Óscar CARDOZO Roque SANTA CRUZ Édgar BENÍTEZ Nelson VALDEZ Lucas BARRIOS Rodolfo GAMARRA Gerardo MARTINO

P P P D D D D D D D D C C C C C C A A A A A A

30.06.1977 16.07.1981 20.04.1976 26.06.1979 02.02.1978 29.08.1974 05.10.1979 02.10.1977 01.02.1980 16.06.1982 30.07.1982 15.07.1984 19.10.1981 10.03.1979 25.03.1985 16.10.1982 07.10.1984 20.05.1983 16.08.1981 08.11.1987 28.11.1983 13.11.1984 10.12.1988 20.11.1962

Numero 0 • Giugno 201 0

SQUADRA Valladolid (ESP) Cerro Porteño Independiente Medellín (COL) UNAM (MEX) Boca Juniors (ARG) León (MEX) Atlético Mineiro (BRA) Olimpia Asunción Sunderland (ENG) San Lorenzo de Almagro (ARG) Wigan Athletic (ENG) Atalanta (ITA) Wolfsburg (GER) Atlas (MEX) Libertad Sunderland (ENG) Argentinos Juniors (ARG) Benfica (POR) Manchester City (ENG) Pachuca (MEX) Borussia Dortmund (GER) Borussia Dortmund (GER) Libertad

IL COMMISSARIO TECNICO Gerardo Martino è un allievo di Marcelo Bielsa, attuale tecnico del Cile, dato che alla prima esperienza del Loco sulla pan­ china dei Newell’s Old Boys agli inizi degli anni '90, Martino era il suo alter­ego in campo. Seguendo con la stessa maniacalità le orme del maestro, ha iniziato la sua carriera da allenatore in piccoli club argentini prima di trasferirsi in Paraguay, dove ha ottenuto i suoi maggiori successi portando il Libertad e il Cerro Porteño al titolo per quattro volte in cinque anni tra il 2002 e il 2006 e ottenendo il riconoscimento come miglior tecnico del Sud America nel 2007. Ottenuta l’investitura come commissario tecnico della nazionale nel febbraio 2007, ha guidato la Albir­ roja ad una entusiasmante qualificazione per Sudafrica 2010.

CHI È DENTRO E CHI È FUORI

Non ce l’ha fatta ad unirsi ai compagni di squadra Salvador Cabañas, l'attaccante che ha guidato il Paraguay alla qualificazione: colpito alla testa, il 25 gennaio, in una sparatoria avvenuta in un bar di Città del Messico dopo una lite, Cabañas ha lottato per giorni tra la vita e la morte e subito un intervento durante il quale non è stato possibile estrarre il proiettile. A quattro mesi dall’incidente è ancora impegnato nella sua personale lotta per ritrovare la piena funzionalità fisica. IL CAPITANO

Villar Bonet

Cáceres

Caniza

Verón

Vera

Barreto

Santana

Riveros

Barrios

Santa Cruz

A 35 anni è il giocatore in attività con il maggior numero di presenze nella Albirroja e in Sudafrica parteciperà per la quarta volta consecutiva alla fase finale di una Coppa del Mondo: Denis Caniza è il veterano della squadra paraguayana, in cui ha giocato per ben quattordici anni. Dopo aver annunciato il suo addio alla maglia della nazionale alla fine della Coppa del Mondo in Germania del 2006, è stato convinto a ritornare sui suoi passi dal nuovo tecnico Gerardo Martino. Canizas sta per entrare nel ristretto club di coloro che hanno vestito la maglia della propria nazionale in più di cento occasioni: solo secondo nel Paraguay alle 104 presenze di Carlos Gamarra.


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Numero 0 • Giugno 201 0 ALTRI PROTAGONISTI

IL CAMPIONATO NAZIONALE

Primera División ­ Apertura

1 2

Squadra

Pt

Guaraní 49 Cerro Porteño 45

3

Olimpia de Asunción 39

5

Rubio Ñú 38 Nacional 35

4 6

Libertad 38

Albo d'oro

Squadra

Ultimo 2000

Cerro Porteño

38 28

Ap. 2009

Guaraní

10

Ap. 2010

Olimpia Asunción Libertad

Nacional

14 7

Cl. 2008 Cl. 2009

Sportivo Luqueño 25

GIRONE F - Paraguay

Dal 2008 anche in Paraguay come quasi in tutte le altre nazioni sudamericane vengono 8 Sol de América 25 assegnati due titoli distinti (Apertura e 9 Trinidense 19 Clausura). Si è appena concluso il Torneo 10 Club Atlético 3 de Febrero 19 di Apertura che ha visto il ritorno alla vittoria dopo 26 anni del Guaraní di 11 Sport Colombia 17 Asunción, la seconda società più antica del Tacuary 14 12 paese con la sua fondazione nel 1 903, che arriva al traguardo dei 1 0 campionati vinti. La vittoria del Guaraní si è realizzata attraverso il suicidio sportivo del Cerro Porteño che a 4 partite dal termine del Torneo godeva di un rassicurante vantaggio di 5 punti sui rivali: una serie negativa di 3 sconfitte, tra le quali quella nello scontro diretto in casa finito con il punteggio di 3-1 , e un pareggio mentre i rivali conquistavano 1 0 punti ha regalato al Guaraní la vetta della classifica con quattro punti di vantaggio. Solo al sesto posto si è piazzato il Nacional, campione uscente essendosi aggiudicato il Torneo di Clausura nella passata stagione, nella quale il Cerro Porteño si era aggiudicato il suo ventottesimo titolo vincendo l'Apertura. Digiuna ormai da dieci anni l'Olimpia Asunción, la squadra più titolata del Paraguay con 38 scudetti, che manca un'affermazione in campionato dal 2000 e che nel Torneo di Apertura si è posizionata al terzo posto, staccata di sei punti dal Cerro. Miglior difesa del torneo è stata quella del Libertad, che ha concesso solo 1 4 reti, mentre la capolista, con 42 reti segnate, può vantare l'attacco più prolifico della competizione. 7

L’ammorbidimento delle norme FIFA in materia di cambio di nazionalità ha rinfoltito la lista del Paraguay con giocatori che negli ultimi mesi hanno ottenuto la ratifica al trasferimento: tra questi il nome forse più rappresentativo è quello di Lucas Barrios, venticinquenne attaccante argentino che nel mese di marzo ha ottenuto la cittadinanza paraguayana grazie al luogo di nascita della madre ricevendo qualche giorno più tardi la ratifica da parte della FIFA. Cresciuto calcisticamente in Argentina nelle fila dell’Argentinos Junior, Barrios è esploso nella stagione 2008­ 2009 in Cile dove con il Colo­Colo ha realizzato 37 reti in 38 partite di campionato per poi trasferirsi in Germania, nel Borussia Dortmund. In Westfalia ha lasciato il segno con 19 reti stagionali e, appena acquisita la nazionalità paraguayana, è stato convocato dal commissario tecnico Martino per il ritiro premondiale. Ha esordito con la maglia biancorossa il 25 maggio nella amichevole con l’Irlanda andando a segno così come ha fatto nelle due uscite successive. Chi invece guida l’attacco paraguayano da quando era diciottenne ed è ancora sulla breccia dopo 12 anni è Roque Santa Cruz le cui fortune sono, purtroppo, state limitate dall’alto numero di infortuni subiti. Nato nel 1981, Santa Cruz ha debuttato nell’Olimpia Asunción a sedici anni e già nel 1998 e nel 1999, vincendo il titolo con la squadra della Capitale, è stato nominato calciatore paraguayano dell’anno. Talento pre­ cocissimo, si è trasferito nel 1999 alla corte del Bayern Monaco dove a causa degli infortuni non ha mai raggiunto il potenziale atteso: dopo 146 partite disputate e 31 reti in 8 anni, nell’estate del 2007 Roque si trasferisce oltre Manica nei Blackburn Rovers e nella sua prima stagione le sue reti portano la squadra alla qualificazione per la Coppa Uefa. Nell’estate del 2009 si trasferisce al Manchester City dove i numerosi infortuni hanno rischiato di tenerlo fuori dalla fase finale della Coppa del Mondo.


GIRONE F - Nuova Zelanda

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2006 2002 1 998 1 994 1 990 1 986 1 982 1 978 1 974 1 970 1 966 1 962 1 958 1 954 1 950 1 938 1 934 1 930

Non qualificata Non qualificata Non qualificata Non qualificata Non qualificata Non qualificata Primo turno Non qualificata Non qualificata Non qualificata Non partecipante Non partecipante Non partecipante Non partecipante Non partecipante Non partecipante Non partecipante Non partecipante

Esordio internazionale: 1 7 giugno 1 922, Dunedin

Nuova Zelanda - Australia 3-1 Palmares: Mondiali: seconda partecipazione, mai oltre il primo turno. Oceania Nations Cup: quattro volte campione (1 973, 1 998, 2002, 2008), un secondo posto (2000), due terzi posti (1 996, 2004). Olimpiadi: una partecipazione. Più presenze in nazionale: Steve Sumner (1 05) Miglior marcatore:

Vaughan Coveny (30)

1 5 giugno 201 0 - Green Point, Città del Capo Nuova Zelanda - Slovacchia (h. 13:30) 20 giugno 201 0 - Mbombela, Nelspruit Italia - Nuova Zelanda (h. 16:00) 24 giugno 201 0 - Peter Mokaba, Polokwane Paraguay - Nuova Zelanda (h. 16:00)

Numero 0 • Giugno 201 0

La vittoria per 1­0 nell’amichevole del 29 maggio contro la Serbia ha interrotto la serie di sconfitte patite dalla Nuova Zelanda nella fase di avvicinamento a Sudafrica 2010 che sembrava confermare il ruolo di cenerentola internazionale degli All Whites, questo il nome della nazionale neozelandese in contrapposizione ai più famosi e titolati All Blacks che puntualmente strapazzano il resto del mondo del Rugby. La squadra guidata da Ricki Herbert ritorna dopo 28 anni in una fase finale della Coppa del Mondo, ma sulla carta in questi decenni il divario tra il calcio neozelandese e il resto del mondo non è diminuito: a pesare è la scarsissima esperienza internazionale maturata dalla squadra e dai giocatori. Solo il capitano Ryan Nelsen del Blackburn Rovers e l’attaccante Chris Killen del Middlesbrough giocano in squadre di livello internazionale; dopo di loro qualche giocatore di campionati minori e almeno metà della squadra che gioca in Nuova Zelanda o, al massimo, nella A­League australiana come l’attac­ cante Shane Smeltz. A parte Smeltz, capocannoniere della lega australiana, l'esperienza della squadra basa le sue fondamenta su due giocatori che complessivamente hanno totalizzato più di 120 presenze con la maglia degli All Whites: si tratta del difensore Ivan

Vicelich, vecchia conoscenza del cam­ pionato olandese e del centrocampista Simon Elliott, ex­Fulham. Non potendo contare sulla tecnica, il gioco degli All Whites è decisamente fisico: con il più classico dei 4­4­2, i neozelandesi mettono al servizio del collettivo un grande spirito di squadra e una difesa chiusa pronta al sacrificio per difendere la rete di Mark Paston. Al contrario, nelle partite che contano la fase d’attacco è deficitaria: nonostante i fuochi d’artificio nell’amichevole con­ tro l’Italia dove misero a segno 3 reti, i neozelandesi non sono riusciti ad andare a segno nella Confederations Cup dello scorso anno e anche nello spareggio qualificazione contro il Bahrein hanno faticato a realizzare la rete che ha garantito il passaporto per il Sudafrica. Il sorteggio nel gruppo dell’Italia che comprende anche Slovacchia e Paraguay ha fatto ipotizzare a qualcuno la possibilità di un passaggio al secondo turno: gli All Whites esordiranno il 15 giugno contro la Slovacchia per trovarsi di fronte agli azzurri nella seconda giornata e concludere l’avventura con il Paraguay. Un più realistico obiettivo sembra essere quello di fare meglio di 28 anni fa quando i neozelandesi, in gruppo con Scozia, Unione Sovietica e Brasile incassarono 3 sconfitte con 12 reti al passivo e solo 2 all’attivo.


Pianeta Sport • www.pianeta-sport.net NOME Mark PASTON Glen MOSS James BANNATYNE Ben SIGMUND Tony LOCHHEAD Winston REID Ivan VICELICH Ryan NELSEN Andrew BOYENS Tommy SMITH Simon ELLIOTT Tim BROWN Leo BERTOS Andy BARRON Michael McGLINCHEY Aaron CLAPHAM David MULLIGAN Jeremy CHRISTIE Jeremy BROCKIE Shane SMELTZ Chris KILLEN Rory FALLON Chris WOOD Ricki HERBERT

P P P D D D D D D D C C C C C C C C A A A A A

13.12.1976 19.01.1983 30.06.1975 03.02.1981 12.01.1982 03.07.1988 03.09.1976 18.10.1977 18.09.1983 31.03.1990 10.06.1974 06.03.1981 20.12.1981 24.12.1980 07.01.1987 01.01.1987 24.03.1982 22.05.1983 07.10.1987 29.09.1981 08.10.1981 20.03.1982 07.12.1991 10.04.1961

SQUADRA Wellington Phoenix Melbourne Victory (AUS) Team Wellington Wellington Phoenix Wellington Phoenix Midtjylland (DEN) Auckland City Blackburn Rovers (ENG) New York Red Bulls (USA) Ipswich Town (ENG) ­ Wellington Phoenix Wellington Phoenix Team Wellington Motherwell (SCO) Canterbury United ­

Tampa Bay (USA) Newcastle Jets (AUS) Gold Coast United (AUS) Middlesbrough (ENG) Plymouth Argyle (ENG) West Bromwich Albion (ENG)

IL CAPITANO La carriera professionistica di Ryan Nelsen inizia negli Stati Uniti nel 2001, quando viene scelto nel draft della MLS dal DC United. Dopo quattro anni, nei quali emergono le sue doti di solido difensore e di leader, viene ingaggiato nel 2005 dai Blackburn Rovers, nella Premiership inglese. In sei anni alla corte di Mark Hughes e di Sam Allardyce colleziona 143 presenze e 5 reti, diventando titolare fisso e capitano dei Rovers. Il suo debutto in Nazionale avviene nel 1999 contro la Polonia, ma il suo contributo è spesso frenato dagli infortuni che lo portano a saltare molte convocazioni: è però al suo posto di comando, al centro della difesa a tre dei Kiwi, nel vittorioso spareggio contro il Bahrain che qualifica la Nuova Zelanda alla fase finale di Sudafrica 2010.

CHI È DENTRO E CHI È FUORI

La maggiore sorpresa è la presenza del centrocampista e vice capitano degli All Whites, Tim Brown che nell’amichevole del 24 maggio contro l’Australia ha subito la frattura della spalla destra. Operato giovedì 27 con un intervento che in condizioni normali richiede dalle tre alle sei settimane di stop, Brown è già ritornato in palestra per ritrovare una funzionalità sufficiente a dare il suo contributo alla campagna neozelandese mentre Ricki Herbert lo ha confermato nella lista dei 23. IL COMMISSARIO TECNICO

Paston Lochhead

Vicelich

Nelsen

Sigmund

Bertos

Brown

Elliott

Brockie

Killen

Smeltz

Ricki Herbert è uno dei tecnici più giovani che siederanno sulla panchina a Sudafrica 2010: uomo simbolo del calcio neozelandese, ha militato come centrale difensivo nell’unica apparizione dei Kiwi in una fase finale della Coppa del Mondo nel 1982 ed è stato uno dei primi calciatori neozelandesi ad approdare nel campionato inglese, dove ha giocato nei Wolverhampton Wanderers. La guida della nazionale gli è stata affidata nel 2005 con l’obiettivo primario di conquistare, dopo 28 anni, la qualificazione alla fase finale. Dal 2007 allena i Wellington Phoenix, unica squadra professionistica neozelan­ dese, che milita nel campionato australiano.

GIRONE F - Nuova Zelanda

1 12 23 2 3 4 5 6 18 19 7 8 11 13 15 16 17 21 22 9 10 14 20 CT

Numero 0 • Giugno 201 0


GIRONE F - Nuova Zelanda

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1 2 3

Squadra

NZFC

Numero 0 • Giugno 201 0 ALTRI PROTAGONISTI

IL CAMPIONATO NAZIONALE Pt

Auckland City 31

Waitakere United 29 Team Wellington 21

Albo d'oro

Squadra

Auckland City

Waitakere United

4 2

Ultimo

2008­2009 2009­2010

L’unica squadra professionistica del paese, i Wellington Phoenix, milita nella A-League 5 Otago United 18 australiana, con tanto di polemiche YoungHeart Manawatu 16 riguardanti la possibilità o meno di 6 7 Hawke's Bay United 15 partecipare alla Coppa dei Campioni 8 Waikato 10 asiatica, visto che il campionato australiano si gioca sotto l'egida dell'Asian Football Waitakere United Campione (playoff) Confederation, mentre il club è affiliato alla federazione neozelandese che dipende invece dall'Oceanian Football Confederation. Il campionato di calcio neozelandese, invece, gioca a livello semiprofessionistico e raccoglie otto squadre che si affrontano in partite di andata e ritorno nella stagione regolare; le prime quattro classificate accedono ai playoff con semifinali con incontri di andata e ritorno e finale in partita unica. Con i campioni uscenti e primi della stagione regolare, gli Auckland City eliminati nelle semifinali dal Canterbury United con una vittoria esterna per 3-0, la finale per il titolo si è giocata il 24 aprile tra Waitakere United e Canterbury, con la conquista del secondo titolo per il Waitakere United grazie ad una vittoria per 3-1 raggiunta dopo lo svantaggio iniziale. Quella del 2009-201 0 è stata solo la sesta stagione del New Zealand Football Championship: a parte le due stagioni in cui si è aggiudicato il titolo il Waitakere United, a spadroneggiare nella lega è sempre stato l'Auckland City che, dopo aver vinto tre titoli consecutivi nelle prime tre stagioni di esistenza del campionato, ha vinto il quarto scudetto la passata stagione. Il capocannoniere del torneo è stato il nazionale delle Vanuatu Seule Soromon, attaccante del YoungHeart Manawatu che, con undici reti segnate, si è aggiudicato la Scarpa d'Oro battendo Leon Birnie e Greg Draper. 4

Canterbury United 18

Marcello Lippi e Marco Amelia, utilizzato come vice­Buffon, si ricorderanno sicuramente di quel Chris Killen che un anno fa, nell’ultima amichevole prima della Confederations Cup, infilò due reti nella porta azzurra per un sofferto 4­3 agguantato solo nel finale grazie ad una doppietta di Iaquinta. Trattato all’epoca come un Carneade dalla stampa italiana, il predatore d’area degli All Whites, grande colpitore di testa, frequenta da più di dieci anni i manti erbosi dei campionati britannici: in particolare ricordiamo i tre anni al Celtic dove è rimasto chiuso da Jan Vennegoor of Hesselink e la seconda parte dell’ultima stagione al Middlesbrough, con 3 reti in 17 apparizioni. Dopo poco più di un anno ritroverà gli azzurri in Sudafrica: le contromisure dovrebbero essere pronte.

Pallone d’Oro dell’Oceania nel 2007 e nel 2008, Shane Smeltz non ha avuto fortuna nei suoi due anni di carriera in Europa, relegato nelle serie minori del campionato inglese; ritornato nel 2006 in Australia, si è ritrovato protagonista della A­League prima al centro dell’attacco dei Wellington Phoenix e poi nel Gold Coast United dove milita da due stagioni. Dopo aver lasciato il segno nell’amichevole dello scorso anno contro l’Italia, Smeltz ha messo a segno la rete che ha rilanciato le speranze della Nuova Zelanda alla vigilia di Sudafrica 2010, portando gli All Whites ad una non pronosticata vittoria in una amichevole contro la Serbia. Colonna storica della nazionale che andrà in Sudafrica è Ivan Vicelich, difensore centrale trentacinquenne che vanta 66 caps. Vicelich è stato uno dei pionieri del calcio neozelandese quando undici anni fa disputò il primo campionato australiano di una squadra neozelandese, i Football Kingz di Auckland. Nel corso della sua carriera, Vicelich ha militato per sette anni nell'Eredivisie olandese, al Roda JC e all RKC Waalwijk.


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Non qualificata Non qualificata Non qualificata Non qualificata ** Quarti di finale ** Non qualificata ** Primo turno ** Non qualificata ** Non qualificata ** Primo turno ** Non qualificata ** 2° posto ** Primo turno ** Primo turno ** Non qualificata ** Quarti di finale ** 2° posto ** Non partecipante **

Esordio internazionale: 27 agosto 1 939, Bratislava

Slovacchia - Germania 2-0 * dal 1939 al 1944 e dal 1992 in poi compete come Slovacchia ** dal 1944 al 1992 fa parte della nazionale della Cecoslovacchia

Palmares: Mondiali: prima partecipazione

come Slovacchia, otto partecipazioni come Cecoslovacchia con due secondi posti (1 934, 1 962). Europei: non ha mai partecipato all'Europeo come Slovacchia. Campione una volta (1 976) e due volte terza (1 960, 1 980) come Cecoslovacchia. Olimpiadi: una partecipazione come Slovacchia, un oro (1 980) e un argento (1 964) come Cecoslovacchia.

Più presenze in nazionale: Miroslav Karhan (96) Miglior marcatore: Szilárd Németh (22)

1 5 giugno 201 0 - Green Point, Città del Capo Nuova Zelanda - Slovacchia (h. 13:30) 20 giugno 201 0 - Free State, Bloemfontein Slovacchia - Paraguay (h. 13:30) 24 giugno 201 0 - Ellis Park, Johannesburg Italia - Slovacchia (h. 16:00)

La debuttante mascherata, la novizia del grande ballo che ne ha già viste di situazioni del genere. La Slovacchia è l’altra metà della Repubblica Ceca e insieme formavano la Cecoslovacchia, squadra dalla ragnatela massiccia che metteva in difficoltà diverse squadre. L’ultima volta presente tutta unita fu in Italia, quando mezza squadra seguì i passi incantati del pifferaio Roberto Baggio. Arriva a Sudafrica 2010 da neo­eletta, grazie al primato in un girone pieno di spigoli, che ha saputo smussare grazie ad un gioco corale e una capacità di sacrificarsi da parte di tutti i calciatori. Proprio per questo, gli dei del pallone hanno deciso che era degna di una chance di passaggio agli ottavi ed è capitata in un girone che potrebbe anche vincere. Vladimír Weiss padre, forse ricordando la sua temibile Inter Bratislava, gioca alla maniera dei danubiani, con grande possesso palla e accelerazioni tecniche, grazie a calciatori rapidi nei pensieri e abili nel tocco, che riescono a creare occasioni da gol con pochi passaggi utili. Il re di questo gioco è Marek Hamšík, nel Napoli spesso bloccato dalle rapsodie sudamericane di Lavezzi e dai piedi incerti di Gargano. Hamšík­Stoch­Jakubko sono tre calciatori diversi, ma molto simili nell’assetto della squadra di Weiss, capaci di giocare in diverse zone del

campo e di essere presenti in zona gol grazie anche al lavoro di Róbert Vittek, che prende le attenzioni delle difese, ma anche i passaggi comodi delle sue tre mezzepunte. In assenza o compresenza di Vittek, Šesták aggiunge maggiore velocità di punta all’attacco slovacco e può svolgere meglio il ruolo di contropiedista. Per il resto la squadra è imperniata su un portiere di discreto pedigree, Ján Mucha, dopo le buone prove al Legia Varsavia, finalmente all’Everton per capire se ha un futuro in televisione (tra i match che l’Europa vede, intendo), con una difesa bella compatta appresso alla furia diligente di Škrtel. Gli altri sono Radoslav Zabavník, anche lui da poco passato al Mainz, Martin Petráš, al Cesena e in serie A con i romagnoli, Tomáš Hubočan, che dovrebbe accoppiarsi con Škrtel al centro, Marek Čech, dopo i fuggevoli anni di Porto, oggi all’Albion. Gli altri centrocampisti abili e arruolabili sono Zdeno Štrba, un tipo aggressivo che sa rendere la vita difficile, e Vladimír Weiss, non soltanto “figlio di”, ma anche ala di discreta classe che potrebbe cambiare le partite nel loro mezzo. Cosa si può dire di questa squadra? Ha un cammino agevole, un ottavo eventuale alla portata, la forza di chi lo fa una volta nella vita. A tutto deve unirsi la fortuna.

GIRONE F - Slovacchia

2006 2002 1 998 1 994 1 990 1 986 1 982 1 978 1 974 1 970 1 966 1 962 1 958 1 954 1 950 1 938 1 934 1 930

Numero 0 • Giugno 201 0


GIRONE F - Slovacchia

Pianeta Sport • www.pianeta-sport.net 1 12 23 2 3 4 5 16 21 22 6 7 8 10 15 17 19 20 9 11 13 14 18 CT

NOME Ján MUCHA Dušan PERNIŠ Dušan KUCIAK Peter PEKARÍK Martin ŠKRTEL Marek ČECH Radoslav ZABAVNÍK Ján ĎURICA Kornel SALÁTA Martin PETRÁŠ Zdeno ŠTRBA Vladimír WEISS Ján KOZÁK Marek SAPARA Miroslav STOCH Marek HAMŠÍK Juraj KUCKA Kamil KOPÚNEK Stanislav ŠESTÁK Róbert VITTEK Filip HOLOŠKO Martin JAKUBKO Erik JENDRIŠEK Vladimír WEISS

P P P D D D D D D D C C C C C C C C A A A A A

05.12.1982 28.11.1984 21.05.1985 30.10.1986 15.12.1984 26.01.1983 16.09.1980 10.12.1981 24.01.1985 02.11.1979 09.06.1976 30.11.1989 22.04.1980 31.07.1982 19.10.1989 27.07.1987 26.02.1987 18.05.1984 16.12.1982 01.04.1982 17.01.1984 26.02.1980 26.10.1986 22.09.1964

Numero 0 • Giugno 201 0

SQUADRA Legia Varsavia (POL) Dundee United (SCO) Vaslui (ROU) Wolfsburg (GER) Liverpool (ENG) West Bromwich Albion (ENG) Mainz (GER) Lokomotiv Mosca (RUS) Slovan Bratislava Cesena (ITA) Skoda Xanthi (GRE) Manchester City (ENG) Timişoara (ROU) Ankaragücü (TUR) Chelsea (ENG) Napoli (ITA) Sparta Praga (CZE) Spartak Trnava Bochum (GER) Lille (FRA) Beşiktaş (TUR) FK Saturn (RUS) Schalke 04 (GER)

Škrtel

Ďurica Štrba

Stoch

Zabavník Weiss

Hamšík Šesták

Ha saputo rendere contemporaneo il calcio danubiano: quello che non è riuscito agli allenatori dell’altra metà della mela, la Repubblica Ceca ormai in crisi esistenziale, che Fenin e Necid cercheranno di risollevare. Vladimír Weiss gioca con un centrocampo molto mobile e di grande tecnica: per molti allenatori, soprattutto italiani, qualcosa che non si deve fare assolutamente. Eppure Weiss lo fa e ne giova anche la difesa, capace di accorciare bene sui mediani e sfruttare il fuorigioco come arma consapevole. Affida le chiavi della squadra a tre giocatori seguiti dai compagni: Škrtel, Hamšík e Vittek, e dà indicazioni molto semplici ai giovani, Stoch e Weiss in primis. Ha il figlio in squadra, è vero, ma se lo farà giocare poco e quando serve, può non creare fastidi.

CHI È DENTRO E CHI È FUORI

Poteva essere l'ultima occasione per Miroslav Karhan, 96 partite con la maglia della nazionale, anche da capitano. A fermarlo, però, ci si è messa una lesione al tendine d'Achille che ha costretto il centrocampista trentatreenne a rinunciare alla Coppa del Mondo. Weiss ha però incluso tra i 23 anche tre giocatori con lievi infortuni: il difensore del Liverpool Martin Škrtel (piede) e gli attaccanti Filip Hološko del Beşiktaş (frattura alla gamba) e Róbert Vittek del Lille (ginocchio). IL CAPITANO

Mucha Pekarík

IL COMMISSARIO TECNICO

Vittek

Chi non ha ammirato quel Norimberga con i due slovacchi Vittek­Mintál, in gol a più non posso per portare in salvo una squadra debole e sempre con qualche problema economico. Il cuore era slovacco e un ventricolo era Róbert Vittek, un giocatore che sa usare due piedi, apre spazi ai compagni, riesce ad avere un buon gioco spalle alla porta e in area piccola è spesso smarcato e abile nel piazzare la palla dove il portiere non se l’aspetta. Un attaccante rapido nei movimenti e di buon fiuto:, magari in questa Slovacchia le figure mondiali sono altre, ma Vittek quel ventricolo se lo porta appresso anche in Nazionale.


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Numero 0 • Giugno 201 0 LA PROMESSA E IL CAMPIONE

IL CAMPIONATO NAZIONALE

1 2 3 4 5 6

Squadra

Corgoň Liga

Pt

MŠK Žilina 73 Slovan Bratislava 70

Dukla Banská Bystrica 56 FC Nitra 48 MFK Ružomberok 47 FK Senica 43

Albo d'oro

Squadra

MŠK Žilina Slovan Bratislava

5

Inter Bratislava

2

MFK Košice

Artmedia Bratislava

Ultimo

2009­2010 2008­2009 1997­1998 2000­2001 2007­2008

Spartak Trnava 41

Mezzapunta ventiduenne, Marek Hamšík è già una delle pedine fondamentali della nazionale maggiore slovacca, per cui ha già collezionato una trentina di presenze. Cresciuto nello Slovan Bratislava, Hamšík ha dato una netta accelerata alla sua carriera trasferendosi in Italia nel 2004 e esordendo in Serie A a diciott’anni ancora non compiuti con la maglia del Brescia. Nel 2007 è passato al Napoli e ha fatto il suo esordio per la rappresentativa nazionale maggiore, divenendo in breve tempo una colonna di entrambe le squadre e segnando due reti, contro Repubblica Ceca e Irlanda del Nord, durante la campagna di qualificazione alla Coppa del Mondo. Nell'ultima stagione è andato a segno dodici volte con la maglia dei partenopei ed è ora oggetto di interesse da parte di diversi grandi club italiani e inglesi.

GIRONE F - Slovacchia

L'MŠK Žilina si affianca allo Slovan Bratislava come squadra più titolata nella 8 Tatran Prešov 38 storia della massima serie slovacca: cinque 9 MFK Dubnica 36 scudetti a testa conquistati nella breve 10 DAC Dunajská Streda 33 storia della giovane nazione. Lo Slovan 11 MFK Košice 33 Bratislava aveva iniziato la stagione come campione in carica, ma si è dovuto fermare 12 MFK Petržalka 29 a tre punti dallo Žilina, nonostante gli scontri diretti decretassero due vittorie in casa per lo Slovan, sconfitto solo nell'unica gara in trasferta. L'MŠK però è stato più performante nell'arco dell'intera stagione, vincendo 23 partite e vantando il miglior attacco e la miglior difesa del girone, con 59 reti fatte e 1 7 subite contro le 54 fatte e 24 subite dello Slovan, e soprattutto con una media di una rete subita ogni due partite. Cambi di nome per due dei club storici della nazione: l'Inter Bratislava, neopromosso nella massima divisione, ha ritardato nella richiesta di cambio di nome in seguito alla fusione con l'FK Senica, e ha quindi dovuto disputare la stagione con il nome della squadra di quarta divisione con cui si erano uniti, procrastinando il cambio di nome alla prossima stagione. L'Artmedia Petržalka, già due volte campione di Slovacchia come Artmedia Bratislava, ha cambiato invece il suo nome in MFK Petržalka. Il nuovo battesimo non ha portato a realizzazione gli auspici che la dirigenza forse sperava si esaudissero: il Petržalka ha chiuso il campionato all'ultimo posto in classifica ed è retrocesso nella divisione inferiore. 7

È il figlio del selezionatore della nazionale, ma nessuno ha dubbi sul valore effettivo di Vladimír Weiss, già ala nella rappresentativa under 21. Non è solo figlio, ma anche nipote d’arte, e omonimo sia del padre sia del nonno: Vladimír Weiss primo, nato nel 1939, difensore a Bratislava, fu medaglia d’argento alle Olimpiadi del 1964 con la Cecoslovacchia, mentre Vladimír Weiss secondo, classe ’64, ha giocato a cavallo della disgregazione di un paese, collezionando diciannove presenze con la nazionale cecoslovacca unita e poi dodici per la Slovacchia che ora dirige in qualità di commissario tecnico. Lui, Vladimír Weiss terzo, classe ’89 e ventun’anni a novembre, ha lasciato le giovanili dell’Inter Bratislava quattro anni fa per completare la sua formazione presso il Manchester City. Arrivato in prima squadra all’inizio di questa stagione, non trovando spazio è passato in prestito ai Bolton Wanderers per la seconda parte della stagione, contribuendo a mantenere la squadra in Premiership.


GIRONE F - Oltre il calcio

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Numero 0 • Giugno 201 0

Correva l’anno 1950. L’Italia, grazie ai successi ottenuti dalla invincible armada azzurra di Vittorio Pozzo, continuava a fregiarsi del titolo di campione del mon­ do di football ormai da sedici anni conse­ cutivi. Le due coppe Jules Rimet, otte­ nute nel 1934 a Roma e nel 1938 a Parigi, erano state accompagnate dalla vittoria olimpica di Berlino ‘36 e dai successi nelle due coppe internazionali (dr. Gero Cup) del 1930 e del 1935. Questa enorme messe di trionfi aveva fatto della squadra azzurra la prima indiscussa potenza del calcio mondiale targato anni Trenta. Soltanto gli inglesi, chiusi nel loro splendido isolamento, mettevano unilateralmente in discussio­ ne questa supremazia, ma senza prender parte ad alcuna competizione internazio­ nale, eccezion fatta per il Torneo Inter­ britannico ogni anno messo in palio con­ tro Galles, Scozia ed Irlanda. Negli anni Quaranta poi, l’immenso macello di carne umana provocato dalla Seconda Guerra Mondiale, aveva fatto saltare le edizioni del ‘42 e del ‘46 della Coppa Rimet e soltanto con il modesto torneo olimpico del 1948 a Londra erano ricominciate le competizioni calcistiche internazionali di respiro intercontinen­ tale. Il 1950, grazie ai Mondiali orga­ nizzati dal Brasile, segnò dunque il momento della definitiva rinascita dopo ben dodici anni di forzata interruzione. Il Mundial carioca vide inoltre il definitivo addio all’isolazionismo calcistico da parte dell’Inghilterra che sarà poi clamorosa­ mente eliminata al primo turno dagli Stati Uniti grazie al gol segnato da

Joseph Gaetjens nell’immenso Mineiro di Belo Horizonte.

stadio

Alla prima edizione postbellica del Mondiale, fra le grandi squadre nazionali mancarono soltanto la Germania, non ancora riabilitata sportivamente per gli effetti del Processo di Norimberga, e l’Unione Sovietica, fuori dal consesso internazionale per scelta unilaterale. Per entrambe il rientro avverrà due anni più tardi, al torneo olimpico di Helsinki del 1952. Alla fase finale del mondiale suda­ mericano si erano qualificate quelle che per diverse edizioni saranno le classiche 16 formazioni, ma le grandi distanze ed in alcuni casi le ristrettezze economiche delle federazioni nazionali, determina­ rono il forfait di ben tre equipes: Scozia, Turchia ed India. Sarà proprio l’assenza della celeste formazione asiatica, che avrebbe dovuto essere la quarta compo­ nente del gruppo C (assieme a Italia, Svezia e Paraguay), a falsare l’esito fina­ le del girone. Fu questo un altro passo di quella sfortuna “nerissima” che si accanì contro la nazionale azzurra che avrebbe potuto vincere definitivamente la Coppa Rimet o quanto meno accedere al girone finale a quattro per l’assegnazione del titolo. Tutto era cominciato il 4 maggio del 1949 quando il tremendo schianto dell’aereo FIAT G.212 della compagnia aerea ALI contro la collina sulla quale si erge la Basilica di Superga, si era portato via l’intera squadra del Grande Torino di ritorno da Lisbona dopo un match ami­ chevole. Nove, talvolta dieci undicesimi di quella indimenticabile squadra, i cui


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Il problema per l’Italia e per le altre formazioni europee era però quello di coprire la grande distanza della trasferta

brasiliana nel minor tempo possibile. I mezzi non erano che due: l’aereo, che venne immediatamente scartato nel fre­ schissimo ricordo di Superga, e la nave. Il viaggio via mare che attendeva la co­ mitiva azzurra era però lunghissimo. Ci vollero infatti ben diciassette giorni di traversata alla motonave Sises per andare dal porto di Napoli a quello di San Paolo (con brevi scali a Santos e a Rio de Janeiro) dove l’Italia avrebbe esordito nello stadio Pacaembu contro la Svezia il 25 giugno. Furono diciassette giorni d’inferno, talvolta con mare gros­ so, che debilitarono notevolmente i gio­ catori azzurri costretti ad allenarsi sul ponte della nave e a barcamenarsi alla bell’e meglio fra mal di mare, continui piovaschi e temperature afose ed oppri­ menti. Vi lasciamo immaginare quale potesse essere la qualità e l’intensità degli allenamenti che vedevano gli az­ zurri impegnati in match di pallavolo e ping­pong alternati a nuotate in piscina.

Giunti a San Paolo, i giocatori poterono riprendere confidenza con un campo di calcio sul terreno santista del Parque Antarctica dopo quasi venti giorni. La condizione fisico­atletica non poteva es­ sere ovviamente al massimo e non pote­ va essere recuperata neppure in poco tempo, anche se a quell’epoca forse si dava molta meno importanza a queste circostanze. La gara d’esordio con gli svedesi a San Paolo risultò subito deci­ siva (e la seconda in assoluto per nume­ ro di spettatori di tutta la fase elimi­ natoria con un incasso di circa cento milioni di lire dell’epoca), con moltissime chances di qualificazione per la squadra vincente e ridotte al lumicino per la squadra soccombente. Gli azzurri anda­ rono subito in vantaggio con il torinista Carapellese, poi però dovettero subire il ritorno degli indiavolati svedesi che, grazie alla loro migliore condizione atle­ tica ribaltarono il punteggio con i gol mes­si a segno da Jeppson (doppietta per il bomber che sarà poi acquistato prima dall’Atalanta e poi da Napoli e Torino) ed Andersson. Il 3 a 2 finale siglato dallo juventino Muccinelli suonerà quasi come una beffa per una squadra che se avesse avuto qualche giorno in più per riassorbire i catastrofici effetti della traversata atlantica avrebbe certa­

mente imposto al match un esito diver­ so. Gli svedesi infatti non andranno poi oltre il 2 a 2 contro il Paraguay allo sta­ dio Brito di Curitiba, rendendo inutile per gli azzurri il secondo ed ultimo incontro in programma, quello con gli stessi tricolores sudamericani. Questa gara giocata a San Paolo il 2 luglio vedrà un’impennata d’orgoglio dell’Italia che non lascerà scampo ai paraguaiani stesi con un gol per tempo messi a segno ri­ spettivamente da Carapellese e Pan­ dolfini. Il Mundial brasiliano si chiuse qui per gli azzurri, mentre al girone finale ebbe accesso la Svezia che assieme alla Spagna farà da sparring­partner alla coppia sudamericana formata da Brasile e Uruguay. E furono proprio i gauchos ad alzare la Coppa Rimet e ad appaiare l’Italia con due successi mondiali. Il 16 luglio infatti, al Maracanà di Rio de Janeiro, al gol iniziale del brasiliano Friaca risposero Juan Alberto Schiaffino ed Alcides Ghiggia che in tre minuti ribaltarono il punteggio. I due neocam­ pioni mondiali avrebbero in seguito ve­ stito le maglie di Milan, Roma e soprattutto della nazionale italiana in qualità di oriundi: Schiaffino per 4 volte a partire dal 1954 e Ghiggia per 5 volte con esordio nel 1957...

2 luglio 1950 ­ São Paulo, Pacaembu ITALIA ­ PARAGUAY 2­0 (1­0)

Italia: Moro (Torino), Blason (Triestina), Fattori (Inter), Furiassi (Lazio), Remondini (Lazio), Mari (Juventus), Pandolfini (Fiorentina), Muccinelli (Juventus), Cappello (Bologna), Amadei (Inter), Carapellese (Torino). Paraguay: Vargas (Libertad), A. Gonzalez (Olimpia), Céspedes (Olimpia), Gavilán (Libertad), Leguizamón (Olimpia), Cantero (Olimpia), Avalos (Cerro Porteño), López (Nacional), Jara Saguier (Cerro Porteño), López Fretes (Olimpia), Unzaín (Olimpia). Arbitro: Ellis (Inghilterra). Gol: 13’ Carapellese, 63’ Pandolfini.

GIRONE F - Oltre il calcio

nomi ripetuti in sequenza provocano ancora oggi per i romantici del calcio un brivido nella schiena (Bacigalupo, Balla­ rin, Maroso, Grezar, Rigamonti, Casti­ gliano, Menti, Loik, Gabetto, Mazzola, Ossola) avevano composto la nazionale italiana. Una squadra capace di vincere lo scudetto con ben sedici punti di vantaggio sulla più immediata insegui­ trice. Il team azzurro ne uscì dunque praticamente azzerato anche se in Italia non mancavano certamente ottimi gioca­ tori per dar vita ad una selezione competitiva. La commissione tecnica az­ zurra composta da Ferruccio Novo, Roberto Copernico, Vincenzo Biancone ed Aldo Bardelli poteva contare su ele­ menti del calibro di Boniperti, Parola, Amadei, Muccinelli, Pandolfini e via dicendo.

Numero 0 • Giugno 201 0


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