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L’AFRICA IN TECHNICOLOR

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PAESAGGI LUNARI

PAESAGGI LUNARI

© RUE DES ARCHIVES / RDA

Dall’Africa degli avventurieri e degli esploratori sognata da Hollywood a quella ispirata ai racconti dei griot, partite per un favoloso viaggio attraverso il continente nero.

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008 LA REGINA D’AFRICA (UGANDA/REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO) John Huston, 1951, Gran Bretagna/ Stati Uniti

14 y L’Africa dei Grandi Laghi nel 1914. Strano posto per un improbabile incontro, quello tra un giramondo alcolizzato, Charlie Allnut, che trasporta merci sul fiume con un vecchio battello, e un’attempata zitella puritana, Rose, sorella di un pastore anglicano. Interpretato da due mostri sacri di Hollywood, Katharine Hepburn e Humphrey Bogart, questi personaggi agli opposti si coalizzeranno per affondare una nave cannoniera tedesca. I due attori si intesero a meraviglia durante le riprese e riuscirono a trasformare un copione inizialmente drammatico in una commedia magistralmente diretta da John Huston, che colse di sorpresa persino lo stesso regista. ‘Bogie’ dovrà a questo film l’unico Oscar vinto in carriera quale miglior attore protagonista.

æ John Huston, che soffriva di mal d’Africa (come Hemingway, andava a caccia di elefanti, salvo poi pentirsene), ci teneva a girare sul posto. Ciò significa che dovrete seguirlo in un intricato percorso che dall’Uganda vi porterà nell’ex Congo Belga, oggi Repubblica Democratica del Congo. La bagnarola pilotata da Bogart naviga sul Fiume Ruiki, nel profondo della giungla congolese, e sul Lago Alberto, al confine tra i due stati. Momento clou di questa odissea picaresca è lo scontro tra le due imbarcazioni, non lontano dalle Cascate Murchinson, situate nell’omonimo parco nazionale. Malgrado si verifichino ancora sporadici scontri ai suoi confini, da quando è ritornata la pace l’Uganda è meta di un numero crescente di turisti facoltosi, che vengono a osservare gorilla e scimpanzé nelle foreste montane del paese.

009 MOGAMBO (UGANDA/KENYA/ TANZANIA) John Ford, 1953, Stati Uniti

y Tratta da una pièce teatrale, questa commedia sentimentale si è trasformata, sotto l’epica regia di Ford, in un inno alla natura. L’intrigo doveva essere scabroso, ma la cornice esotica lo rendeva meno diabolico agli occhi dei censori di Hollywood. Eloise (Ava Gardner), un’americana in vacanza in Kenya, ha un flirt con una guida di safari interpretata da Clark Gable, ma il loro rapporto è scombussolato dall’arrivo di una coppia di inglesi, Donald e Linda Nordley (Grace Kelly). Durante una rischiosa spedizione in un territorio abitato da gorilla, Linda cadrà tra le braccia del virile cacciatore… Il safari sull’altopiano proseguirà tra numerosi litigi, ma la futura principessa di Monaco ebbe realmente un legame di diversi mesi con Gable, di 30 anni più vecchio.

Oulé, il giovane protagonista del film L’Enfant lion, ha la straordinaria capacità di parlare agli animali, un dono che si rivelerà assai utile durante le sue avventure

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L’ENFANT LION (MAROCCO/NIGER/COSTA D’AVORIO/ZIMBABWE)

Patrick Grandperret, 1993, Francia

y Un sogno di bambino. Esperto di riprese acrobatiche, Patrick Grandperret ha portato sul grande schermo l’Africa dei racconti e delle leggende che lo affascinavano da piccolo. Ispirato al romanzo Sirga la leonessa di René Guillot, il film narra la storia di Oulé, figlio del capo Moko Kaouro, e di Sirga, figlia di Ouara, la regina dei leoni, che gli spiriti della boscaglia uniranno fino a farne gemelli destinati a vivere l’uno per l’altra. æ Questa epopea infantile sospesa tra realismo e fiaba ricorda una caccia al tesoro. La troupe talvolta ha improvvisato sul campo, in funzione delle scene. Quella del mercato di schiavi è stata girata in Niger. Il villaggio è stato costruito in Costa d’Avorio, gli animali selvatici sono stati filmati in Zimbabwe, ed è nei dintorni di Marrakech, in Marocco, che è stato trovato l’edificio utilizzato come palazzo del Principe. Al regista sono occorsi tre anni per individuare le location e portare a termine la lavorazione. Ripercorrere questa fiaba significa confrontarsi con i miti e i costumi di un’Africa che sta scomparendo, quella delle comunità agricole della boscaglia.

Meryl Streep mentre bracca i grandi felini della savana nel film La mia Africa

æ John Ford, che sapeva come esasperare i produttori con ritardi e costi di lavorazione, portò il cast in diversi luoghi, dalla famosa pianura del Serengeti, al confine tra il Kenya e la Tanzania, fino al Monte Kenya e al Kilimanjaro. Altre scene in esterna furono girate sul Fiume Kagera, in Uganda, dove si trovano spettacolari cascate. Cinefili pantofolai astenersi, non è un itinerario di completo riposo.

011 HATARI! ( TANZANIA) Howard Hawks, 1962, Stati Uniti

16 y Gli studios si aspettavano un grande film d’avventura nelle savane africane, ma Hawks presentò loro una commedia burlesca, furbescamente concepita intorno a un cast composito (dal grande John

Wayne, che rifiutò la controfigura nelle scene di caccia, al debuttante Gérard Blain). Approfittando delle tensioni in seno alla troupe, Hawks faceva riscrivere il copione ogni mattina. In lingua swahili, Hatari significa ‘Attenzione, pericolo’. Ma il pericolo per i protagonisti di questo film fu quello di cadere nel ridicolo. In Africa una giovane donna dirige una riserva di animali selvatici che rifornisce gli zoo. La sua piccola attività entra in crisi con l’arrivo di una fotografa, l’ingenua di turno, che ostacola il lavoro dei cacciatori e si infatua di tre elefantini che vuole adottare a tutti i costi…

æ Le riprese, nei dintorni di un campo allestito in Tanzania ai piedi delle nevi del Kilimanjaro, durarono quasi cinque mesi. La Land Rover utilizzata per catturare gli animali percorre le piste sul lato tanzaniano del Serengeti National Park. Ma la maggior parte delle riprese venne effettuata nella più piccola delle riserve del paese, l’Arusha National Park, e sul suo vulcano, il Meru, tuttora in attività. Per chi ha fiato, la scalata ricompensa di ogni fatica: questo monte incandescente, che supera i 4500 m di altitudine, regala sensazionali panorami sulla regione.

012 LE MONTAGNE DELLA LUNA (KENYA) Bob Rafelson, 1990, Gran Bretagna/ Stati Uniti

y Aden, 1854. In questo porto mercantile dell’impero vittoriano, situato nella parte meridionale dell’odierno Yemen e popolato da avventurieri e trafficanti, Richard Burton, giramondo, poetastro,

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Sydney Pollack, 1985, Stati Uniti

y Tratto dall’omonimo romanzo autobiografico di Karen Blixen, questo film ripercorre la vita di un’aristocratica danese che poco prima della Grande Guerra si trasferisce in Kenya, all’epoca colonia britannica. Trascurata da un marito assente, la giovane donna deve occuparsi da sola della piantagione di famiglia. Finisce così per innamorarsi del paese e di un cacciatore tanto affascinante quanto sfuggente. Interpretato da una coppia di attori allora all’apice del successo, Meryl Streep e Robert Redford, questo affresco romantico fu premiato con ben sette Oscar. æ Uffici turistici e agenzie di viaggi hanno sfruttato il filone e propongono itinerari pensati per ricreare le atmosfere del film, anche se non tutti vi porteranno nei luoghi dove si sono svolte le riprese. La savana che fa da sfondo alla storia si mostra in tutto il suo splendore nella Shaba National Reserve e nella Masai Mara National Reserve, nel Kenya sud-occidentale. Le più belle scene di caccia hanno come cornice l’Isola di Crescent, sul Lago Navaisha. La dimora in cui visse la vera Karen Blixen, in un sobborgo di Nairobi, è oggi un affascinante museo che restituisce bene l’atmosfera dell’epoca. Ma la tenuta vista al cinema è un ranch appartenuto al ricco mercante d’arte francoamericano Daniel Wildenstein. Coronation Street, la via principale della Nairobi coloniale, è stata invece ricreata a Langata, alla periferia della capitale kenyota.

etnologo e traduttore di testi erotici, conosce John Hanning Speke, un arrivista. Di ritorno a Londra, i due decidono di risolvere un mistero che appassiona da lunghissimo tempo la Royal Geographical Society: l’individuazione delle sorgenti del Nilo…

æ Il regista ha riportato in vita la Londra dell’epoca, con le sue case vittoriane e i suoi dock, a Liverpool, ma gli attori che interpretano i due esploratori si sono realmente confrontati con le insidie dell’Africa orientale. Si vedono l’Arcipelago di Lamu, in Kenya, e l’antico mercato fondato da commercianti arabi e persiani a Stone Town, la parte vecchia di Zanzibar, che conserva tuttora la sua architettura tradizionale. L’avventura prosegue nella regione di Nairobi, quindi sul Lago Turkana e sull’immensa distesa d’acqua del Lago Vittoria, una delle presunte sorgenti del Nilo Bianco.

014 YEELEN – LA LUCE (MALI) Souleymane Cissé,1987, Mali

y Cissé, cineasta del Mali, ha impiegato quattro anni per girare questo film atemporale, radicato nella cultura dei bambara, che trae la sua bellezza dai racconti dei griot, i custodi della tradizione orale nell’Africa occidentale. Il giovane Nianankoro deve essere iniziato al sapere dei suoi antenati ma il padre, che vede insidiata la propria autorità, si rifiuta e minaccia di ucciderlo. Il bambino, su consiglio della madre, fugge nel deserto e, dopo aver superato una serie di ostacoli, viene accolto da uno zio che gli permetterà di diventare adulto. Con questo lungometraggio Cissé è stato il primo regista africano premiato al festival di Cannes, vincendo il Premio Speciale della Giuria.

questo film avvolto in una splendida luce, ma si riconosce la terra dei bambara, nella parte sud-occidentale del paese, confinante con quella dei peul. Il bambino percorre, nelle sue peregrinazioni, l’arido territorio del Sahel. L’Africa rappresentata nella pellicola non è quella fantasticata dagli occidentali, bensì la terra del sacro, delle società ignote e dei riti, in particolare quelli delle confraternite komo. Una delle scene più toccanti, una silhouette che si allontana sotto il sole al tramonto, è un omaggio a uno degli attori del film, morto all’inizio delle riprese.

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