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y decree of the P President resident of the Russian Fed deration, from Octo ober 1, 2019, the electronic ectronic visa a issuance for foreign reign citizens is p provided rovided no later than four c calendar days before ore the expected date of e entry into the Russian Fed deration for a period d of up to 30 calend dar days with h a permitted stay of no more than 8 days in the country y.
INTER RESTING FACTS ABOUT ST. PETERSBURG: P ™ 7KH :RUOG 7UDYHO $ZDUGV WKH PRVW SUHVWLJLRXV DZDUG LQ WKH ¿HOG of to ourism, was given to St. Petersburg. The city on the Neva River is re ecognised as the leading destination for tourism in Europe. ™ Therre are more than 800 bridges in St. Pe etersburg (twice as many as in Venice), e 218 of which are exclusively pedestrian. edestrian. ™ The Lakhta Centre is the highest skyscraper per in Europe ™ One of the deepest subways in the world is also built in the Northern Capital: the average depth is 70-80 metres! s! ™ Toda o ay the Hermitage Museum boats overr 3 million exhibits. If you spen nd at least a minute on each exhibit, th hen the whole of them can be seen n in 13 years.
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SOMMARIO FEBBRAIO | MARZO 2020 www.emotionsmagazine.com
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SVIZZERA LA REGIONE DEL LEMANO
EMOTIONS
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SOMMARIO
KAZAKHSTAN
LA TERRA DELLA GRANDE STEPPA Un luogo di grande fascino.
SVIZZERA
LA REGIONE DEL LEMANO Dalle suggestioni del Lago di Ginevra alle vestigia romane.
MAURITANIA photo by Ettore Brezzo
Direttore Responsabile Teresa Carrubba tcarrubba@emotionsmagazine.com Ideazione logo Ilenia Cairo
VIETNAM
IL TURISMO E' LA NUOVA SFIDA Paese con il fiume dei 9 draghi.
MAURITANIA
IL RUMORE DEL SILENZIO Morbide le forme di questo Paese che sembra di velluto.
Collaboratori Anna Alberghina Luisa Chiumenti Giuseppe Garbarino Pamela McCourt Francescone Mariella Morosi
redazione@emotionsmagazine.com
Fotografi Anna Alberghina Ettore Brezzo Teresa Carrubba Marina Cioccoloni
KALEIDOSCOPE
RAffLEs HOtEL LE ROyAL
RAffLEs GRAND HOtEL D’ANGkOR
FRANCIA
REGIONE MIDI PIRENEI Tolosa, Albi e Moissac: viaggio nel paese della cuccagna.
Progetto grafico e impaginazione Elisabetta Alfieri e.alfieri@emotionsmagazine.com
LIBRIEMOTIONS
Responsabile Marketing e Pubblicità Enrico Micheli e.micheli@emotionsmagazine.com Pubblicazione Rivista Online DMXLAB Srl Editore Teresa Carrubba Via Tirso 49 -00185 Roma Tel e Fax 068417855 Pubblicazione registrata presso il Tribunale di Roma il 27.10.2011 – N° 310/2011 Copyright © – Tutto il materiale [testi e immagini] utilizzato è copyright dei rispettivi autori e della Case Editrice che ne detiene i diritti.
Navi da crociera nella Baia di Halong, Vietnam
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FEBBRAIOMARZO
S C R I V I A M O
A R T I C O L I
P E R
S U S C I T A R E
E M O Z I O N I
TERESA CARRUBBA
EDITORE, DIRETTORE RESPONSABILE
Lontani dalle date del turismo tout court, i viaggiatori pensano a mete da riflessione, senza fretta e con la sana ansia di esplorare nuove terre. Perdersi tra le volubili dune della Mauritania è come trovarsi in intimità con se stessi, ovattati dall’ocra dell’infinita sabbia che trova magnifico contrasto nei colori accesi delle piroghe del mercato del pesce a Nouakchott, la capitale. O tra le rocce che, infiltrate dai diversi minerali, virano dal bianco al giallo al rosso in morbide scanalature erose nelle montagne del Kazakhstan, attraversato dalla Via della seta, tra siti archeologici come sauran, l'antica capitale dell'Orda Bianca Mongola e Otrar, una città fantasma. L’acqua, invece, è la linfa vitale del Vietnam, specie quella dei grandi fiumi come il saigon e il Mekong dove si svolge la vita quotidiana, su barche di bambù, mezzo di trasporto e di commercio, e in case palafitte. tornando alle nostre civiltà, merita un viaggio il Lago di Ginevra che offre, oltre alle bellezze della natura, spunti culturali come il villaggio in cui visse Charlie Chaplin, Vevey, o le vestigia romane rappresentate da mosaici di gran pregio, a Boscéaz. Infine un’idea anche per un fine settimana lungo nella regione francese dei Midi Pirenei, dove città come tolosa, Albi e Moissac offrono un panorama di raffinata architettura settecentesca e delimitano un triangolo in cui, nel XVI secolo, fiorì il commercio del pastel, erba autoctona, considerato il migliore di Europa, esportato ovunque e ricercato soprattutto dalle corti rinascimentali per tingere di blu le stoffe regali.
tcarrubba@emotionsmagazine.com
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LA REGIONE DEL
LEMANO DALLE SUGGESTIONI DEL LAGO DI GINEVRA ALLE VESTIGIA ROMANE
testo di tEREsA CARRuBBA foto di tEREsA CARRuBBA e ARCHIVIO
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SVIZZERA
A VELE SPIEGATE CON LA NAVE DEI PIRATI DI OUCHY
Charlie Chaplin. La sua bella casa bianca immersa in un rigoglioso parco di Corsier-sur-Vevey, sul Lago di Ginevra, ora è diventato un museo. E’ l’omaggio di Vevey al grande attore e regista londinese che qui ha vissuto gli ultimi 25 anni, nella quiete del lago, insieme a vecchi artigiani che hanno tramandato la loro abilità ai giorni nostri, nei segreti di piccole botteghe. Qui, nel 1867, il farmacista Henri Nestlé inventò il latte in polvere per i neonati; è qui, ancora oggi, la sede madre dell’omonima multinazionale ed è qui l’Alimentarium – il museo dell'alimentazione che racconta la storia dell’azienda ed accoglie pubblico ed esperti del settore. Qui ancora, a Vevey, il museo storico, il museo Jenisch e quello delle macchine fotografiche. Tanta storia in un piccolo paese rivierasco, grazioso ed elegante, vivace meta di turisti, sosta interessante per chi, con il battello di linea, fa il
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CHATEAU D'OUCHY, LOSANNA
giro costiero del Lago di Ginevra. I più partono da Losanna, anzi, dal porto di Ouchy il quartiere più suggestivo della città. Qui al porto una scuola di vela affitta imbarcazioni per effettuare gite sul lago, mentre chi preferisce il pedalò potrà noleggiarlo nella baia situata vicino al Musée Olympique. Ma il modo più suggestivo e divertente per scoprire il lago è la minicrociera sul battello d'epoca che conduce lungo la sponda orientale del Lemano. E’ l’antico battello a vapore La Suisse, rimesso in forma dopo un restauro durato più di un anno e mezzo. Oppure con la Vaudoise, la nave dei pirati di Ouchy rimasta intatta e perfettamente funzionante, che oggi, a vele spiegate come una volta, si allontana in direzione di Ginevra e della sponda francese. La crociera costeggia il litorale mostrando un paesaggio quasi mediterraneo con ville d’epoca, giardini fioriti e vigneti terrazzati fino a lambire la riva. Piccoli pontili di legno segnano le soste del battello di linea con l’insegna dei vari paesini, e si affollano di curiosi cittadini in attesa dei turisti che avranno scelto di fermarsi.
CATHEDRALE DE NOTRE-DAME, LOSANNA
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porti delineati dalle barche ormeggiat Sulle pendici della costa, casette basse e e su un paesaggio se
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te e le darsene delle scuole nautiche. colorate come si conviene a un lungolago empre piĂš campestre
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VIGNETI TERRAZZATI DI LAVAUX
LA REGIONE DEL LEMANO, O CANTONE DI VAUD
è l’emblema della svizzera. Le vette delle Alpi con i loro maestosi ghiacciai, le tranquille rive del lago, la catena montuosa del Giura 14
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coperta da fitti boschi, i vigneti terrazzati, la campagna verdeggiante del Vaud settentrionale e della Broye. Punto strategico di grandi reti stradali e ferroviarie europee, la Regione utilizza l'aeroporto internazionale di Ginevra, dal quale si può raggiungere il Lemano in 40 minuti di treno fino a Losanna. Ma questa regione della svizzera non è solo natura, è anche altro. Il patrimonio storico, la vasta proposta di attività sportive e culturali, un’infrastruttura turistica moderna e di qualità. Nell'elenco 2009 di forbes traveler 400, che recensisce i quattrocento migliori hotel del mondo sono stati selezionati alberghi di lusso con centro sPA come il Beau-Rivage Palace di Lausanne, il Lausanne Palace, il Montreux Palace ed il Grand Hotel du Lac a Vevey, tutti nella Regione del Lemano. Lusso a parte, il Lemano è anche meta vacanziera per famiglie in alberghi ristrutturati con notevoli agevolazioni per i bambini che non pagano il soggiorno fino ai 9 anni di età. senza contare le escursioni attive organizzate, per esempio quelle verso le fattorie delle Alpi per osservare la lavorazione del formaggio L’Etivaz AOC.
YVERDON-LES-BAINS
LOSANNA, FONDATA SU TRE COLLI, È COME UNA SAN FRANCISCO SVIZZERA
Giungiamo di fronte a Pully, con il porto nuovo delineato dalle barche ormeggiate e le darsene delle scuole nautiche. Sulle pendici della costa, casette basse e colorate come si conviene a un lungolago e su un paesaggio sempre più campestre. Scorrono davanti a noi Paudex e Lutry, paesini tranquilli come è tranquilla tutta questa sponda del lago. Da qui si intravede il percorso del treno con la ferrovia panoramica, a due passi dall’acqua. Poi i piccoli centri abitati lasciano il posto ai grandi vigneti a terrazza, protetti di gradino in gradino da lunghe bordure di muretti a secco. Ecco che si apre il vigneto di Lavaux, così pregevole da far parte del Patrimonio mondiale dell’UNESCO. Poi di nuovo il paesaggio muta, di nuovo villaggi rivieraschi dalle casette colorate, porticcioli da diporto e banchine affollate da turisti. Sino a doppiare Vevey e, poco dopo, le prime case di Montreux. Di solito, la minicrociera finisce qui e si
ritorna a Losanna, sbarcando al porto di Ouchy, al tramonto. Qui, a quest’ora, il suggestivo lungolago si anima, ristoranti e caffè cominciano ad affollarsi per un aperitivo o per la cena. Ouchy vanta alcuni tra i migliori alberghi di Losanna, come il Beau Rivage Palace, un cinque stelle superior, considerato negli ultimi 150 il più bell’albergo svizzero. Nato nel 1861, epoca di cui l’hotel conserva tutto il grandioso fascino, il Beau Rivage ha ospitato nomi illustri come Coco Chanel, Mary Pickford, Gary Cooper, i duchi di Windsor, l’imperatore Hirohito e Nelson Mandela. Ancora oggi l’hotel offre il suo lusso raffinato negli ambienti, nel servizio, nell’eccellenza della cucina e nella Cinq Mondes Spa, nata nel 2005 e qualche anno dopo nominata il migliore centro Cinq Mondes al mondo. Proprietà del Beau Rivage è anche il raffinato albergo adiacente Anglelterre & Residence. Losanna, all’interno del Cantone Vaud di cui è capitale, è considerata la quarta città dello stato per estensione e numero di abitanti, dopo Zurigo, Ginevra e Basilea. I tre colli sui quali venne fondata: Cité, Le Bourg e Saint-Laurent, movimentano il territorio facendo della città svizzera quasi una San Francisco, con percorsi in salita e discesa. Un modo curioso per visitare la città. EMOTIONS
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il modo più suggestivo e divertente per scoprire il lago è la minicrociera sul batt d'epoca che conduce lungo la sponda orientale del Lemano. E’ l’antico battello a va La Suisse, rimesso in forma dopo un restauro durato più di un anno e mezzo. Oppure con la Vaudoise, la nave dei pirati di Ouchy
CASTELLO DI CHILLON VEYTAUX, NEI PRESSI DI MONTREUX
tello apore
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Lungo le rive dei laghi, il Canton Vaud venne abitato in tempi preistorici. In seguito, la tribù celtica degli Elvezi popolò l'area che venne sconfitta dalle truppe di Cesare nel 58 a.C. e i Romani si insediarono nella regione. Le città di Vevey (Viviscus) e Losanna (Lausonium o Lausonna) sono solo due delle molte fondate dai romani. Nel 27 a.C. lo stato di Civitas Helvetiorum venne fondato attorno alla sua capitale, Avenches (Aventicum), depositaria di una straordinaria eredità dell’epoca romana. Avenches ha un fascino indiscutibilmente romano. Il centro del borgo con le sue arcate e le sue numerose facciate in raffinato stile gotico e rinascimentale. Il fiore all’occhiello di Avenches è il bellissimo anfiteatro romano, oggi proprio al centro dell’abitato e accanto ad uno dei più bei castelli rinascimentali del Cantone di Vaud. L’anfiteatro promuove ogni anno un festival dell’opera, un festival di rock ed altri eventi culturali. L’annesso Museo romano vanta una collezione di oggetti gallo-romani di valore tra cui una preziosa copia del famoso busto in oro dell’imperatore Marco Aurelio. Da qui parte un circuito che porta alle principali vestigia archeologiche e alle curiosità dell’epoca romana.
LE VESTIGIA ROMANE NEL LEMANO
ORBE-BOSCEAZ I MOSAICI ROMANI
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Orbe, importante crocevia dell'arco alpino al tempo dei Romani, è anche una delle tappe della via francigena per il pellegrinaggio verso Roma. La città è citata a questo titolo da sigerico, nel 990 d.C., sotto il nome di LV urba (numero di tappa a partire da Roma). E proprio ad Orbe si trova l’insieme più bello di mosaici romani del nord delle Alpi, precisamente nella località di Boscéaz. Vestigia uniche di una fastosa villa gallo-romana, costruita verso il 170 a.C. con più di 100 stanze e distrutta dalle invasioni, sono otto mosaici protetti in padiglioni. Quattro di essi rappresentano motivi geometrici e trompe-l’oeil ed altri quattro delle scene narrative: il Labirinto del Minotauro, teseo che abbandona Arianna addormentata, ulisse che chiama Achille al combattimento e le divinità romane che simboleggiano i sette pianeti e i sette giorni della settimana. tra il 1986 e il 2004, la località di Boscéaz ha svolto il ruolo di cantierescuola per gli studenti dell’università di archeologia di Losanna. Questi scavi hanno riportato alla luce un nono mosaico, il mithraeum, tempio dedicato al culto di Mythra e le terme. Di epoca romana anche le terme della vicina yverdon-les-Bains, già in quel periodo noto centro commerciale. Nell’area storica la sua grande piazza è circondata dal tempio, dalla sede del Comune e dal castello che per un periodo è stato sede di ricerca per Johann Heinrich Pestalozzi, educatore e riformatore del sistema scolastico, ma anche filisofo e politico. Il moderno Centro termale di yverdon-les-Bains, oltre alle sue tre piscine termali, di cui una interna, vanta di una zona wellness con jacuzzi esterna, bagno giapponese, bagni di vapore, sauna finlandese, tilarium e doccia tropicale. In questa sorgente del benessere non si offre solo consulenza medica di alto livello, ma anche il comfort del Grand Hôtel des Bains con accesso diretto ai bagni termali.
AVENCHES, ANFITEATRO ROMANO
LOSANNA È SEDE DAL 1994 DEL CIO
Chi non ama la fatica, però, può spostarsi facilmente con gli efficientissimi mezzi pubblici, primo tra tutti la metropolitana che merita una speciale menzione visto che qui viaggia con sistema automatizzato, cioè senza conducente! In cima a Losanna sorge un quartiere nuovo che vale la pena visitare, nominato Flon dall’omonimo fiume. Già zona industriale dismessa, dopo una fortunata remise en forme architettonica, oggi il Flon è un quartiere trendy, molto in voga soprattutto tra i giovani, con ristoranti, locali, negozi ed aree espositive. Parlando di giovani, molto importante a Losanna è anche il polo universitario, secondo per prestigio alla famosa scuola di danza Rudra Bejart, fondata dal grande coreografo francese Maurice Bèjart. Dal Grand Pont, da cui si gode una magnifica vista dall’alto della città, si scorgerà anche il monumento più interessante di Losanna: la Cathedrale de Notre-Dame, un sontuoso compendio di pure linee gotiche. Anche gli spazi interni sono di enormi proporzioni, una scelta dovuta al fatto che per più di un millennio la città è stata sede episcopale. Da vedere anche la cima
della torre campanaria, dalla quale si gode una fantastica vista sull’abitato e sul territorio limitrofo. Nella stessa area si trova il Musee Cantonal de Beau Arts all’interno del Palais de Rumine, un bel palazzo costruito in stile italiano, dove sono esposte decine di dipinti di artisti svizzeri e non, e il fascinoso castello di Beaulieu, fiancheggiato dal Palais, sede delle maggiori manifestazioni della città. In un’ala del castello è esposta la più famosa collezione di Art Brut del mondo. Altri bei musei della città sono la Fondazione dell'Hermitage, il Musée de l'Elysée, dedicato agli appassionati di fotografia, e il Museo della Pipa. Ma merita una menzione speciale il Museo romano di Losanna-Vidy, con reperti di epoca romana presentati in un suggestivo allestimento che riproduce l’ambiente degli scavi. Lungo la riva del lago, il Musee Olimpique racconta la storia delle Olimpiadi dai greci ai giorni nostri. In questo ambito, a livello internazionale Losanna riveste un ruolo di primissimo piano essendo sede dal 1994 del CIO (Comitato Olimpico Internazionale), l’organizzazione non governativa creata da Pierre de Coubertin nel 1894 e presieduta dal belga Jacques Rogge.
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IL RUMO
SONO COSÌ MORBIDE LE FORME DI QUESTO PA SOFFICI E DELICATE LE DUNE SI PERDON E LE ROCCE DI ANTICHE MONTAGNE CHE NAS 20
testo di GIusEP foto di EttO FEBBRAIOMARZO
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ORE DEL
AESE CHE POTREMMO DEFINIRLO DI VELLUTO; NO ALL’INFINITO, STRETTE TRA IL MARE SCONDONO LA POCA ACQUA DEL TERRITORIO
PE GARBARINO ORE BREzzO EMOTIONS
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UN DESERTO DI 5300 KM DI PROFONDITA’
Come per tutti i luoghi dove la natura ha per sua identità primaria il monotematico colore della terra, si trovano forti contrasti nelle vesti colorate e nei dipinti policromatici realizzati sulle piroghe del mercato del pesce a Nouakchott, la capitale della Mauritania, una città dove regna la più pericolosa indisciplina automobilistica del mondo, qui si passa col rosso, si entra contromano in strade a doppia corsia, si gira senza freccia per imboccare sensi unici e via così, sfidando la fortuna e il senso logico. Il caos della capitale, anche se non è paragonabile ad altre città africane per numero abitanti e traffico automobilistico, fa da contraltare con la calma del Sahara occidentale, una presenza inquietante lungo le sponde affacciate sull’oceano, un deserto che tutto pervade con i suoi 5300 chilometri di profondità. Qui la vita quotidiana è ancora in parte scandita dagli antichi riti del mercato dei dromedari locali noti con il nome di nave del deserto, una particolare razza selezionata nei secoli per essere robusta, fiera ed affidabile. Fin dall’epoca degli antichi egizi erano utilizzati come mezzo di
trasporto per attraversare le sconfinate lande desertiche dove era necessario consumare poca acqua e cibo. Per questo la razza di dromedari locali può resistere fino a sette giorni senza bere e diverse settimane senza cibo. Il mercato del pesce di Nouakchott è sicuramente il luogo di partenza di tutte le escursioni della Mauritania, qui è possibile capire la vitalità del Paese, riempirsi gli occhi dei colori delle piroghe, ascoltare le vivaci discussioni delle trattative per l’acquisto del pesce appena pescato, un modo per affrontare il deserto e il suo silenzio immenso. Le piste carovaniere attraversano in lungo e in largo la Mauritania, una tra queste quella che dal villaggio di Moudjéria, nella regione del Tagant nel sud-est della Mauritania, porta verso il passo di Khang Acheft, un’altra passa dal villaggio di Nuib, sulle tracce della famosa gara Parigi-Dakar. Qui i colori delle dune virano dal bianco delle sabbie coralline a quelle rosa, dai colori cangianti a seconda della luce del sole. Le dune sono il panorama più intenso di questi luoghi, le più famose sono quelle vicine al villaggio di Timinit nell’Adrar, o quelle di di Azoueiga, ma la scoperta di luoghi unici è sempre dietro l’angolo. EMOTIONS
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CHINGUETTI CAPITALE STORICA E CULTURALE DEL PAESE
E’ il caso della guelta di Matmata a 25 km a est di Nbeika, famoso per i suoi fossili viventi, un punto di acqua permanente, un lago incastonato, o forse è meglio dire intrappolato, tra i canyon di roccia e l’oued di Krà en Naga. Qui vivono diverse decine di coccodrilli, abitanti eterni di questa pozza rimasta a ricordare che un tempo il Sahara era una terra rigogliosa e ricca di acqua e animali. Non per nulla sulle rocce del deserto si trovano spesso incisioni con animali oggi scomparsi. Ma lungo questo percorso le uniche sculture che possiamo incontrare sono accanto al monolite di Ben Amera, una roccia che si erge dalla sabbia desertica e definito il terzo al mondo per dimensione e il cui nome ricorderebbe un adulterio. Secondo la
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leggenda un certo Ben Amera rientrando da un viaggio scopre il tradimento della moglie Aisha, decide di ripudiarla insieme ai figli; spinti nel deserto si trasformeranno in roccia. Nel 1999 per festeggiare l’arrivo del terzo millennio, il governo chiese a 20 artisti provenienti da tutto il mondo, di scolpire sulle rocce alla base di Ben Amira a rappresentare fratellanza e pace. Simbolo della storia della Mauritania è la moschea di Chinguetti, capitale storica e culturale del paese, un tempo importante città carovaniera con il nome di Abeir e ricca di ben dodici moschee, oggi spettro di se stessa e che sopravvive circondata dal deserto come città santa dell’Islam. Ricca di manoscritti risalenti anche al 700 d.c., questi sono stati salvati anche grazie all’antropologo italiano Attilio Gaudio, il quale ha avviato una serie di iniziative per la loro salvaguardia.
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Il mercato del pesce di Nouakchott è sicuramente il luogo di partenza di tutte le escursioni della Mauritania, qui è possibile capire la vitalità del Paese, riempirsi gli occhi dei colori delle piroghe, ascoltare le vivaci discussioni delle trattative per l’acquisto del pesce appena pescato, un modo per affrontare il deserto e il suo silenzio immenso
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LE TENDE MUARE, DI FORMA RETTANGOLARE, RICCHE DI SIMBOLOGIE SONO L’ANIMA DI QUESTO POPOLO
A nord est di Chinquetti si trova Oudane, letteralmente “via dei sapienti”, una città che vide nei berberi la sua fondazione nel lontano 1147. E’ forse la più suggestiva città mauritanese, sede di una antica università e di 23 biblioteche, anche se la parte antica di questo abitato è quasi completamente abbandonato e distrutto. Ogni tanto fanno capolino le tende Muare, di forma rettangolare e dimensioni variabili in base alla destinazione e alla famiglia che la
abita. Queste tende sono ricche di simbologie e sono l’anima di questo popolo legato al deserto. L’ingresso o geble deve sempre essere orientato a est ed è paragonato alla bocca dell’uomo, mentre il fondo si chiama tell, ha il naturale orientamento a ovest ed è identificato con la schiena dell’uomo. L’ingresso principale è riservato ai familiari mentre gli ospiti entrano da destra guardando la tenda; in questo modo le persone all’interno saranno rivolte verso l’entrata e la luce sarà rivolta verso i visitatori. Tutti gli altri lati della tenda sono abitati dai ginn, gli spiriti che convivono con la famiglia. Naturalmente gli spazi interni sono divisi tra uomini, lato sarg a est e donne, lato sahel a ovest. Qui, dove tutto sembra immenso e senza confini, è una tenda a dare il senso dell’ordine, con il suo velo di tessuto a contrastare l’avanzata inarrestabile del deserto. EMOTIONS
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dove la natura ha per sua identitĂ primaria il monotematico colore della terra, si trovano forti contrasti nelle vesti colorate e nei dipinti policromatici realizzati sulle piroghe del mercato del pesce a Nouakchott
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PALAIS DE LA BERBIE AD ALBI
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VIAGGIO PAESE DELLA
TOLOSA, ALBI E MOISSAC
CUCCAGNA testo di LuIsA CHIuMENtI
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PLACE DU CAPITOLE A TOLOSA
LA REGIONE MIDI PIRENEI
Tolosa, capoluogo della regione Midi Pirenei e “porta settentrionale dei Pirenei” è una città piena di vita, già capitale della Linguadoca, oggi al quarto posto nella graduatoria delle città medie di Francia. Si estende su una vasta pianura sottolineata dal corso della Garonne e vive nel suo fervido sviluppo attuale, animata e cosmopolita, tutti i contrasti tipici di un difficile accordo fra passato e presente. Ma nel suo centro storico gli eleganti palazzi rinascimentali e le chiese romaniche cercano armonia, con i tipici mattoni dal bel colore rosato, con i moderni quartieri, le fabbriche di aeroplani (si pensi al Caravelle, al Concorde, e poi anche l’Airbus qui costruiti), i campus universitari e i centri scientifici, dall’elettronica alle varie tecnologie moderne. La vecchia Tolosa si incentra su Place du Capitole, laddove una croce occitanica in bronzo che rappresenta l’emblema della città è stata
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incastonata sul pavimento della piazza che brulica di gente fino a tardi e che deve il suo nome al Capitole, il Municipio, La maestosa facciata del Capitole, dove i consoli, eletti dalla borghesia, si riunivano per governare la città, alterna elegantemente i colori della pietra, dei mattoni, e del marmo, bell'esempio di architettura urbana settecentesca. Nel cortile, sopra il portale rinascimentale si erge una delle rare statue di Enrico IV realizzata quando era in vita, nel 1607. E se le sale di rappresentanza del primo piano straordinariamente decorate, ci portano nella grande “Storia”, ecco che, nella piazza, fra i numerosissimi locali, siamo gioiosamente accolti da un continuo viavai internazionale, specie sotto i portici ottocenteschi, dove si aprono i dehors dei caffè, dal Grand Café Albert al Café des Arcades, al Bibent. Un fervore cosmopolita che rende vivacissima l’atmosfera che anima la piazza in ogni ora del giorno e in quasi tutte le stagioni. In particolare notiamo il ristorante Le Bibent che offre piatti prelibati, serviti con grande classe, nel suo nuovo restyling che mostra all’interno una bella combinazione di storia e design raffinato ed elegante, in un ambiente che è sempre stato punto d'incontro molto frequentato a Tolosa e che oggi i recenti restauri hanno di nuovo
TOLOSA, ALBI E MOISSAC
CATTEDRALE DI ST ETIENNE A TOLOSA
LA GIOIOSA VITALITA’ TRA I VECCHI QUARTIERI
esaltato in un insieme davvero affascinante. Al bordo della piazza ecco si intravede anche Le Grand Balcon, l’hotel a 5 stelle situato a 100 metri da Place du Capitole, con la metropolitana Capitole e le Galeries Lafayette rispettivamente a 3 e 5 minuti di cammino. La sua caratteristica più saliente è quella di vantare un affascinante arredamento Anni ‘30 a tema aeronautico. Ma dove bere qualcosa anche in altri quartieri? Ecco il Bar du Matin, situato di fronte al parcheggio sospeso in cemento della Place des Carmes, sempre pieno di intellettuali immersi nella lettura del giornale, abitanti del quartiere, giovani trendy e vecchi clienti che si ritrovano ogni mattina, per parlare dei fatti del giorno, ma anche di arte e di filosofia. Tolosa comunque va colta nella sua gioiosa vitalità, a mano a mano, passeggiando a piedi, attraverso i suoi vecchi quartieri e i suoi vicoli pedonali. Appaiono così i bei cortili rinascimentali, facenti parte di un patrimonio architettonico classico, ma anche gli antichi edifici
industriali ristrutturati e le numerose vetrine per lo shopping di vario genere. E spostandoci poi verso il “Quartiere latino” eccoci alla Rue du Taur, ai cybercaffè e ai fastfood frequentati dai numerosissimi studenti dell’antica università tolosana, delle cui origini (XIII secolo) restano il collegio dell'Esquille, con il bel portale di pietra che si affaccia sulla Rue du Taur, dell’architetto Nicholas Bachelier. Ma se un altro tripudio architettonico si scorge nella basilica di Saint-Sernin, capolavoro dell'arte romanica, ecco sul lungofiume, la Prairie des Filtres, il parco più vissuto dai Tolosani per passeggiare o pescare o imbarcarsi per un bel giro sulla Garonne. Attraversata poi la Garonne si può scoprire il quartiere Saint-Cyprien, un villaggio con le sue piazze come quella dell'Estrapade, i suoi mercati coperti in ferro e vetro e i suoi stretti vicoli. E proprio a Tolosa, alcuni anni or sono, un Convegno ha riportato alla luce un elemento di grande interesse per quanto attiene alla possibilità di usufruire delle capacità coloranti di un vegetale, che fino al secolo XVIII veniva usato con grande successo per materiali d’arredamento ed anche ad uso dei più raffinati costumisti e stilisti. EMOTIONS
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Albi, l’affascinante “Città episcopale”, iscritta nell’elenco dei Siti Patrimonio dell’Umanità
LA CATTEDRALE DI SANTA CECILIA AD ALBI
TOLOSA, ALBI E MOISSAC
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SI COLTIVA QUEST’ERBA SPECIALE “ISATIS TINTORIA”
Si tratta di un materiale certamente molto antico se viene riportato anche nei diari dei pellegrini che, attraversando questo territorio e puntando sul meraviglioso centro monastico di Moissac, tappa di quel cammino, si recavano a Santiago di Compostela, i quali vedevano in esso un vero e proprio “mito” , esprimendosi con frasi di questo tipo:.. « ho potuto visitare personalmente le terre del Paese della Cuccagna!» Siamo nei pressi di Albi, l’affascinante “Città episcopale”, iscritta nell’elenco dei Siti Patrimonio dell’Umanità, nel cui territorio tuttora si coltiva quest’erba speciale, una piccola pianta, la “isatis tintoria” le cui foglie, seccate e lavorate, dopo un lungo periodo e vari procedimenti, sono in grado di dare l’intenso colore “blu di pastel”, che nel Rinascimento fece appunto di Albi una città ricchissima esportando tessuti trattati con il “pastel”, il miscuglio (denominato appunto “cocagne”), ricavato da quell’erba, che dava al materiale un bellissimo colore blu intenso. Da qui il nome di “Paese della cuccagna” dato a quel territorio che veniva presto indicato quale “triangolo d’oro”, compreso fra Albi, Tolosa e Carcassonne, in cui, nel XVI secolo, fiorì il commercio del pastel, considerato il migliore di Europa, esportato ovunque e ricercato soprattutto dalle corti rinascimentali per tingere le stoffe regali. Tolosa si impose particolarmente come cuore del traffico, approvvigionando di “guado” tutta l'Europa. Vi si installarono tutti
SAINT PIERRE ABBAZIA MEDIEVALE A MOISSAC
quelli che sarebbero diventati i più celebri commercianti tintori della storia, accumulando fortune straordinarie e costruendovi castelli e palazzi finché le guerre di Religione da un lato e l'arrivo dell'indaco importato dalle Indie dall’altro, non fecero cadere il sud tolosano nel declino. Castelli come quelli di Montgeard e Fajac de la Relenque, o di Magrin, dove si trova il museo del Pastel, oppure i centri di Lavaur, Gaillac e Albi, dove nel 1864 nacque il pittore Henri Toulouse-Lautrec, sulle rive del Tarn, sono alcune delle località più note in un itinerario attraverso questa produzione così particolare. Oggi a Lectoure, piccolo centro del sud-ovest, il pastel è tornato di moda e continua ad essere estratto artigianalmente per tingere lane e foulard di seta. Esiste anche la “Strada storica del Pastel” nel Paese della Cuccagna: 200 chilometri in 19 tappe che è possibile ripercorrere toccando i centri più importanti della storia del Pastel e gli hotel particuliers. Soprattutto a Tolosa, a testimonianza dei tempi d’oro, sono rimasti 20 “hotels pasteliers”, esempio unico in Francia di edifici con torri di mattoni rosa e sculture in pietra bianca che arricchiscono le strade antiche. Nel “Paese della Cuccagna”, il paesaggio incantevole e le storiche architetture si fondono in un’atmosfera irreale, lontana nel tempo, in cui difficilmente si inserisce la contemporaneità, ma è la storia stessa che sa farsi attualità coinvolgendo il visitatore quando innalza gli occhi verso il culmine della cattedrale di Albi o segue il percorso del fiume Turn, che si segue dall’alto del giardino lussureggiante che avvolge il Museo di Toulouse Lautrec.
TORRE MEDIEVALE A PLACE DU CAPITOLE TOLOSA
TOLOSA, ALBI E MOISSAC
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MOISSAC, LA GARONNE
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TOLOSA, ALBI E MOISSAC
UN PUNTO DI RIFERIMENTO GASTRONOMICO MOZZAFIATO E INEVITABILE
E una cena, in una sera d’estate, al tramonto vi può accogliere al Ristorante Le Parvis, situato sulla Place Sainte-Cecile, nei pressi della Cattedrale di Albi. Inserito in una dimora degli anni ‘30, ne mantiene l’atmosfera di abitazione privata, ma, sia con i vari menu sia à la carte, la raffinatezza del ristorante potrà offrire anche agli ospiti più esigenti le specialità più tradizionali, molto ben presentate da uno staff gentile e preparato, che, collaborando con la proprietaria e sua figlia, aiuta nella scelta dei vari piatti della cucina francese. E un lieve sottofondo musicale si può apprezzare, sotto gli ultimi raggi del sole al tramonto, dalla terrazza panoramica che accoglie gli ospiti in estate. Da qui lo sguardo spazia dalla maestosa cattedrale che svetta verso il cielo alle tipiche vivacissime stradine. E che dire del raffinatissimo Ristorante L'Esprit du Vin, situato nel cuore storico di Albi, recentemente indicato come Patrimonio Mondiale dell'Umanità dall'UNESCO? Il locale è oggi un punto di riferimento gastronomico mozzafiato e inevitabile. La cucina gourmet, che unisce gusto e originalità, è offerta in due stanze, una più intima e contemporanea, l'altra una tradizionale cantina con soffitto a volta in mattoni. Notevole anche il locale di David Enjalran, il quale, tornato nella sua città natale lasciata da bambino, ha realizzato ad Albi il sogno di esperienze gastronomiche che volle installare dal 2004 nelle ex scuderie lungo le banchine vecchie della città episcopale.
www.france.fr CATTEDRALE DI ALBI
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CANYON NEL PARCO NAZIONALE ALtYN EMEL
KAZAKHS
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IL KAZAKHSTAN, IL NONO PAESE AL MONDO PER ESTENSIONE, VIENE NORMALMENTE CONSIDERATO POCO PIÙ DI UN GRANDE SPAZIO VUOTO AL CENTRO DELL'ASIA. EPPURE SI TRATTA DI UN LUOGO DI GRANDE FASCINO CHE È STATO PERCORSO IN LUNGO E IN LARGO DA NOMADI, ESERCITI E CONDOTTIERI testo e foto di ANNA ALBERGHINA
STAN: LA TERRA DELLA GRANDE
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dANZE tRAdIZIONALI
CAttEdRALE dI ZENkOV, ALMAtY
INVERNI CON 50 GRADI SOTTOZERO
La vecchia capitale, Almaty, un'oasi sulla Via della Seta ai piedi della catena del Tien Shan, è il centro commerciale e culturale del Paese. Ma le mete più interessanti si trovano fuori dai grandi centri abitati: il Parco Nazionale Altyn Emel, con i suoi canyon dai colori fantasmagorici, lascia letteralmente a bocca aperta. Attraverso i millenni, l'erosione ha scolpito i fianchi della montagna, dipingendoli di bianco, rosso e ocra. La “duna che canta” sorge all'improvviso nel cuore della steppa e quando soffia il vento, emette un ronzio simile al motore di un aeroplano. Non mancano, poi, i siti archeologici come Sauran, l'antica capitale dell'Orda Bianca Mongola e Otrar, una città fantasma, lungo la Via della Seta dove ancora sembra di udire gli echi di antiche battaglie. Turkistan, infine, ospita lo spettacolare Mausoleo fatto edificare da Tamerlano alla fine del 14esimo secolo, in memoria dello sceicco Sufi Khoja Ahmad Yasavi, vissuto nell'11esimo secolo, che aveva trasformato la città nel più importante centro culturale della regione. Tuttavia, ciò che più colpisce di questo strano paese è il contrasto tra il suo passato nomade e l'avveniristica capitale. Astana appare agli occhi dei visitatori come una città ultramoderna, dalle torri d'oro e di vetro, ricca di capolavori architettonici, strutture futuristiche e grattacieli. Fondata nel 1830 con il nome di Armolinsk da un gruppo di cosacchi siberiani, ha assunto nel 1961 quello di Akmola. Dal 1997
al 2019 ha preso il nome di Astana (capitale in lingua kazaka) e il 23 marzo 2019 è stata rinominata Nursultan, con decreto parlamentare, su istanza del nuovo Presidente Kassym-Jomart Tokayev, in onore del Presidente uscente Nursultan Nazarbayev. E' situata nel Kazakhstan centrale, sul fiume Ishim, nel bel mezzo della steppa semi-desertica che copre la maggior parte del territorio kazako. Una città in continua espansione che sembra uscire da un film di fantascienza: cemento, vetro e acciaio dominano l'orizzonte ma non mancano i viali alberati e i giardini. La costruzione dei nuovi edifici è stata accompagnata da massicci investimenti e dalla firma di importanti architetti con una vistosa impronta simbolica. Palazzi, musei e monumenti sono pieni di riferimenti reverenziali al Signor Presidente che tanto somigliava ad un sovrano assoluto. Ad uno sguardo superficiale, parrebbe che in Kazakhstan sia tutto perfetto! Appena una ventina d'anni fa, prima di diventare il salotto buono del Kazakhstan, Astana era una cittadina di provincia, nota più che altro per la rigidità dei suoi inverni, durante i quali le temperature possono scendere fino a 50 gradi sottozero. Con 6 mesi all'anno di ghiaccio e neve, è la seconda capitale più fredda del mondo dopo Ulan Bator, in Mongolia. Il suo destino cambiò nel 1997, quando si decise di farne la capitale del paese perché più centrale e meno colpita dai terremoti rispetto ad Almaty. Ovviamente fu anche cambiato il nome della città, perché quello originale, Akmola cioè “tomba bianca”, rischiava di essere di cattivo auspicio. Meglio Astana, dunque, “la capitale”. EMOTIONS
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LA tORRE dORAtA, NuRSuLtAN
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PONtE SuL FIuME IShIM, NuRSuLtAN
PALAZZO PRESIdENZIALE dALLA tORRE BAYtEREC, NuRSuLtAN
I proventi del petrolio, di cui il Kazakhstan è ricchissimo, sono riusciti a trasformare un paesino in quella che è stata ribattezzata “la Dubai della steppa”. L'attuale palazzo presidenziale (Ak Orda), grande ed imponente, ricorda la Casa Bianca, con un solenne colonnato all'ingresso e una grandissima cupola azzurra che termina con una guglia dorata su cui svettano un'aquila e un sole con 32 raggi come nella bandiera del Kazakhstan. Uno dei simboli della città è la Torre Bayterec. Alta quasi 100 metri, bianca, termina con una sfera dorata di vetro da cui si gode uno splendido panorama. Per quanto assomigli molto ad un trofeo sportivo, la torre Bayterec rimanda, in realtà, a una leggenda locale, quella del mitico uccello Samruk, che depose sulla cima di un pioppo un uovo d'oro, che racchiudeva il segreto della felicità.
UNIONE DELLE DIVERSITA’
khAN ShAtYR, NuRSuLtAN
All'interno della sfera di vetro c'è un calco dorato della mano di Nazarbayev su cui si può appoggiare la propria mano guardando a est verso il palazzo presidenziale. Un altro dei simboli di Astana è una piramide di vetro e acciaio con un nome che dà i brividi: il “Palazzo della Pace e dell'Armonia”. Questo gioiello fu progettato da Norman Foster, il celebre architetto britannico. La piramide simboleggia l'unione delle diversità, non solo religiose ma anche nazionali e culturali. Un concetto di vitale importanza per un paese multietnico come il Kazakhstan. Foster ha anche firmato il futuristico Khan Shatyr, un edificio di vetro a forma di yurta, costruito con materiali innovativi in grado di resistere alle spaventose escursioni termiche, che ospita un centro commerciale, un luna park e una spiaggia. Altrettanto grandiosi: la moschea Nur Gasyr, una tra le più grandi dell'Asia e l'aeroporto internazionale, a forma di aquila, disegnato dall'architetto giapponese Kisho Kurokawa. EMOTIONS
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PALAZZO PRESIdENZIALE, NuRSuLtAN
ciò che più colpisce di questo strano paese è il contrasto tra il suo passato nomade e l'avveniristica capitale che appare agli occhi dei visitatori come una città ultramoderna, dalle torri d'oro e di vetro, ricca di capolavori architettonici, strutture futuristiche e grattacieli. Fondata nel 1830 con il nome di Armolinsk da un gruppo di cosacchi siberiani, il 23 marzo 2019 è stata rinominata Nursultan MOSChEA NuR AStANA, NuRSuLtAN
tORRE BAYtEREC, NuRSuLtAN
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PAdIgLIONE dELL'ExPO, NuRSuLtAN
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CACCIAtORE CON LA SuA AquILA, SOFIEVkA
Nell'estate del 2017, Astana ha ospitato l'Expo, dedicato al tema delle “Energie del futuro”. Vi parteciparono circa 115 paesi, tra cui l'Italia e 22 organizzazioni, tra cui l'ONU, per una platea di 7 milioni di visitatori. Il Padiglione del Kazakhstan era situato nella grande sfera di vetro (100 metri di altezza e 80 di diametro) che batte il record mondiale delle costruzioni sferiche. Si resta affascinati dal design futuristico dell'edificio, progettato dallo studio americano Adrian Smith e Gordon Gill, e costruito per presentare ai potenziali investitori, la visione del futuro del Kazakhstan oltre il petrolio e il gas naturale. I padiglioni, ormai svuotati, ospitano, oggi, un nuovo Centro Finanziario Internazionale. Il paese aspira, così, a diventare il crocevia economico tra la Cina, la Russia e l’Europa, accaparrandosi i flussi commerciali che viaggeranno lungo le rotte della nuova via della seta. A un'ottantina di chilometri da questa futuristica metropoli è
possibile ritrovare le vestigia di un'antica tradizione. Nel villaggio di Sofievka vive una famiglia di cacciatori. Ma non si tratta di una caccia qualunque: Arman sta allenando una nuova aquila, catturata da poco. Mi accorgo subito che tra l'uccello e il cacciatore si è già instaurato un rapporto profondo, di passione ma anche di rispetto, la capacità di capirsi a vicenda, con un cenno o un semplice sguardo. L'aquila, che deve essere rigorosamente femmina, perché più aggressiva, viene addestrata da giugno a settembre e sottoposta ad una dieta di carne di lupo e di volpe rossa. La stagione di caccia, invece, va da ottobre ad aprile. Durante il gelido inverno kazako, i cacciatori cavalcano nella steppa pronti a librare in aria le loro aquile. Maestose e letali, con un peso di 12 chili ed una apertura alare di 2 metri, piombano sulle prede, in genere conigli, lepri, volpi o gatti selvatici. All'aquila andrà la carne, al cacciatore la pelliccia. Si tratta di un'usanza vecchia di millenni ma oggigiorno è piuttosto uno sport che tiene in vita la memoria di un passato destinato a scomparire. Un viaggio in Kazakhstan rappresenta, dunque, una buona occasione per esplorare la “terra della grande steppa”, un luogo tanto contraddittorio quanto affascinante, sospeso tra le yurte della tradizione nomade e gli avveniristici grattacieli della capitale. EMOTIONS
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IL TURISMO E' LA NU
VIETNAM
UOVA SFIDA!
VIETNAM È UNA PAROLA ANCORA DIFFICILE DA PRONUNCIARE, TROPPO LEGATA AL CONFLITTO PIÙ LUNGO E CRUENTO DEL SECONDO DOPOGUERRA. OGGI, 45 ANNI DOPO, LA REPUBBLICA SOCIALISTA DEL VIETNAM, UNIFICATA E POPOLATA DA GIOVANI, SI È IMPOSTA DI DIMENTICARE E OFFRE AL TURISMO LE SUE RISORSE NATURALI E ARTISTICHE testo di MARIELLA MOROsI foto di MARINA CIOCCOLONI e ARCHIVIO EMOTIONS
L'ACQUA LINFA VITALE DEL VIETNAM
Alla bellezza, ancora una volta, è affidato il ruolo di rendere migliore il mondo, e ce n'è tanta, in questo Paese del Sud Est Asiatico che si affaccia sul Mar Cinese Meridionale e che confina con la Cina, il Laos e la Cambogia. Foreste, fiumi e colline terrazzate coltivate a risaia si alternano a templi arcaici, a pagode, a siti Patrimonio Unesco e a villaggi rurali. L'acqua è la linfa vitale del Vietnam: quella del mare che lo lambisce per tutta la lunghezza e quella dei grandi fiumi, dei laghi e delle paludi, dalla capitale Hanoi, attraversata dal Fiume Rosso fino al sud, alla città di Ho Chi Minh, che tutti continuano a chiamare Saigon. Qui la geografia è disegnata dal fiume Saigon e dal Mekong, che si divide in 9 rami principali e infiniti canali prima di disperdersi in mare. E' immensa l'area del Delta di questo "fiume dei 9 draghi" in cui la terra si confonde con l'acqua e che vanta una straordinaria ricchezza biologica, animale e vegetale. Qui si nasce e si muore su barche di bambù e in case su
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palafitte, spesso attrezzate con piccoli orti e pollai. L'abbondanza del pesce è più che una risorsa per la popolazione che ci vive, spesso senza mai toccare la terra ferma. La presenza straniera è soprattutto evidente per le multinazionali alberghiere che stanno costruendo hotel di lusso e campi da golf lungo la costa e nelle zone più belle, e anche il vicino gigante cinese non è da meno. La trasformazione in atto nel Paese è una ragione in più per visitarlo. E' lanciato verso la modernità ma con ancora tanti problemi sociali da risolvere, come lavoro, istruzione e assistenza medica. I tour operators propongono vari itinerari ma lo start di un'esperienza di viaggio non comune può partire dalla capitale Hanoi, per apprezzarne la bellezza ma anche per riconoscere le cicatrici della guerra nelle persone e nelle cose. Tappa d'obbligo è il Mausoleo di Ho Chi Minh, dove lo "zio Ho" l'eroe nazionale che ha guidato il Vietnam verso l'indipendenza e l'unificazione, dorme nella sua teca di cristallo, tra l'omaggio di lunghe file di visitatori.
photos by Marina Cioccoloni
Una volta l'anno il suo corpo imbalsamato viene portato a Mosca per un restyling. Perfettamente conservata e visitabile anche la sua casa, con i libri e l'arredamento originali. Non lontano ci sono la Pagoda a un solo pilastro, unica nel suo genere, e Thang Long, la cittadella imperiale, fondata nell'XI secolo sotto la dinastia Lý, per tredici secoli la capitale del regno del Dai-Co-Viet. Nella città vecchia, di fronte alle vie dedicate ai mestieri, c'è il Lago della Spada Restituita usata dall’Imperatore per combattere contro la dinastia Ming. Attraverso il Ponte del Sole Nascente si arriva poi al Tempio della Montagna di Giada, multireligioso, taoista, animista e confuciano allo stesso tempo. All'interno di un parco c'è il Tempio della Letteratura, raro esempio di architettura dell’anno Mille, sede della prima Università
DUE MILA ISOLE CALCAREE
vietnamita. Ma Hanoi è anche una città vivace e proiettata al futuro, tra i grandi alberghi e le micro attività dei venditori ambulanti di cibo. Bastano un fazzoletto a terra e qualche arancia o banana per aprire un esercizio, oppure una cesta di verdura appoggiata a una bicicletta. Si mangia dovunque e a qualsiasi ora, accoccolati all'aperto su bassi sgabelli, così come avviene nel resto del Paese. La Baia di Ha Long è un'altra tappa d'obbligo e forse il luogo più famoso e Patrimonio dell'Umanità. Vi si trovano circa 2 mila isole calcaree a cono, con centinaia di grotte da esplorare in kayak o con piccole barche. Il nome significa "il drago che scende in mare" perché - dice la leggenda - mentre i vietnamiti combattevano contro i cinesi, l'immenso bestione accorse in loro aiuto e sputò tantissimi gioielli, che si trasformarono negli isolotti, creando una barriera contro i nemici. Tappa della fede, poi, a Quang Binh, alla chiesa cattolica La Vang dove nel 1798 apparve la Vergine Maria. EMOTIONS
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E' immensa l'area del Delta di questo "fiume dei 9 draghi" in cui la terra si confonde con l'acqua e che vanta una straordinaria ricchezza biologica, animale e vegetale
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HANOI TRA GRANDI ALBERGHI E AMBULANTI
Ma i ricordi evocativi del passato bellico tornano sempre, come al 17esimo parallelo, una linea tracciata sulla carta che per anni ha marcato il margine di separazione tra il nord e il sud. E’ la zona demilitarizzata, segnata dal fiume Ben Hai che corre dal confine laotiano al mare. Cosa è stata la guerra lo dimostra anche la città imperiale di Huè, ai piedi della catena dei monti Truong Son, bombardata e ricostruita nei dettagli, dai padiglioni ai giardini che rispecchiano il cromatismo delle maioliche. Ad ispirare gli architetti che la progettarono fu certamente la Città proibita di Pechino ma il suo museo ne racconta l'identità e le storie di sovrani e mandarini, di bellissime principesse e di eunuchi durante il regno dei 13 imperatori della dinastia Nguyen. Di superba e preziosa fattura sono le loro tombe, lungo il Fiume dei Profumi. Un altro monumento, ma opera della natura, lascia senza parole: la Paradise Cave, nel parco nazionale di Phong Nha-Ke Bang. E' una grotta spettacolare, la più vasta e più
alta del mondo. Ci si arriva con una percorso di 4 km nella foresta o salendo 519 gradini di roccia. Un'altra sosta da non trascurare è Danang, la città dalle belle spiagge, con il suo museo archeologico con 300 sculture Cham, in terracotta e in pietra, dal VII al XV secolo, con le influenze della cultura Khmer. Gli indigeni Cham del Vietnam, dal primo secolo d.C. vivevano uno stile di vita indiano nella cultura e nella lingua. Ho Chi Minh è la città più grande del Vietnam ed ha 12 milioni di abitanti. Moderna e centro di attività commerciali, ha molto da mostrare al visitatore: la Pagoda Xa Loi, vasta 3.000 mq e centrale del buddismo con le colossali statue, la Basilica cattolica di Notre Dame, costruita durante il periodo del protettorato francese insieme ad altri sontuosi edifici pubblici, il Palazzo dell'indipendenza e l'Ufficio postale centrale. E' un viaggio speciale, quello in Vietnam, ma l'accoglienza in tutte le strutture alberghiere è confortevole, i costi sono estremamente convenienti per i nostri standard e la popolazione è sempre ben disposta verso il turista. Ma è sempre meglio affidarsi ad un tour operator locale. Uno dei migliori, il più premiato dai viaggiatori internazionali per i servizi al top è "Vietnam Adventure Tours". EMOTIONS
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LA PARADISE CAVE NEL PARCO NAZIONALE DI PHONG NHA-KE BANG UNA GROTTA SPETTACOLARE LA PIÙ VASTA E PIÙ ALTA DEL MONDO
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photo by Marina Cioccoloni
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Raffles Hote
Pamela McCour
Albergo storico di la capitale cambogiana con ambienti lussuosi e un’ac
www.raffles.com/
Raffles Hotel Le Roya del 1929, ebbe l’onore omaggio allo stile fran millenarie Khmer. Di u l’attigua State Wing è Rouge quando l’hotel Disposte intorno all’o sono 175 le camere e il Generale Charles de Kennedy. Negli intern magnifica scala di legn Il Café Monivong è co
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el Le Royal
rt Francescone
i Phnom Penh un fascino d’altri tempi, ccoglienza senza pari
/phnom-penh/
al sorge non lontano dal Palazzo Reale e, all’inaugurazione e di ospitare il Re Sisowath Monivong. L’architettura è un nco-coloniale di fine ‘800 con richiami alle tradizioni un’eleganza senza tempo l’Heritage Wing originale, mentre stata costruita nel 1966 dopo gli anni di terrore dei Khmer riaprì come Raffles Hotel Le Royal. mbreggiato cortile con due piscine bordate da alberi secolari suite, molte delle quali portano i nomi di ospiti illustri come e Gaulle, lo scrittore Somerset Maugham e Jacqueline ni i mobili d’epoca e le suppellettili sono originali come la no scuro. osmopolita con una sala luminosa e tavoli all’aperto sulla
terrazza. Qui la giornata inizia con la prima colazione a buffet, mentre a pranzo e a cena i ricchi menu à la carte propongono specialità internazionali e cambogiane. Dal pomeriggio l’Elephant Bar, il punto di ritrovo più celebre della città, si anima per il tè pomeridiano e per gli aperitivi come il Femme Fatale creato per Jacqueline Kennedy. Nel Restaurant Le Royal le tonalità tenui, gli specchi e il candelabro scintillante fanno respirare un’atmosfera di grande raffinatezza, e si cena accompagnati dalle note di un pianoforte a coda. Il menu gueridon, conferito da un decreto del Palazzo Reale, è un omaggio alla grande cucina reale Khmer. La Spa, lontana dal frastuono della città, è un tempio del benessere dove dedicarsi alla cura del corpo e della mente scegliendo tra un ricco ventaglio di trattamenti olistici in un ambiente ovattato e raffinato. EMOTIONS
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KALEIDOSCOPE Risplende di un fascino d’antan Raffles Grand Hotel D’Angkor che sorge prospiciente la Residenza Reale e accanto al Museo Nazionale nello storico quartiere francese di Siem Reap, la città dei templi di Angkor Wat. Ultimo baluardo dell’età d’oro dei Grandi Viaggi, dal 1932 l’albergo è un’oasi di gran lusso, e recenti lavori di ristrutturazione hanno creativamente insinuato tonalità e tecnologie contemporanei senza incomodare la sua grandiosità ed eleganza classica. Nei giardini alla francese, con prati verdi e angoli reconditi, domina la
Raffles Grand H
Pamela McCou
grande piscina della stessa forma e dimensione della piscina reale di Srah Shrang costruita nel 12° secolo ad Angkor Wat. Nelle camere macchine Segafredo e pavimenti che brillano di luce secolare, nei bagni ceramiche italiane, e negli spazi privati e pubblici l’illuminazione ricercata mette in rilievo antichi splendori come l’ascensore originale in legno, funzionante oggi come ieri. Le due grandi ville private accanto alla piscina sono dotate di due camere da letto, un ampio salone e una cantina e accolgono ospiti
L’albergo è un’oasi di gran lusso, e recenti lavori di ristrutturazione hanno creativamente insinuato tonalità e tecnologie contemporanei senza incomodare la sua grandiosità ed eleganza classica 70
FEBBRAIOMARZO
www.raffles.com/siem-reap/
Hotel D’Angkor
urt Francescone
d’eccezione e capi di stato, mentre le Raffles Suite King hanno una zona giorno, due bagni e terrazze private dalle quali accedere direttamente alla piscina. La terza villa accanto alla piscina ospita la Spa con sei sale, sauna e Jacuzzi e offre agli ospiti un rifugio dove vivere serenamente il tempo tra relax e benessere. Il luminoso Café D’Angkor dà il benvenuto al nuovo giorno con una ricca colazione a buffet - famosa la Champagne Breakfast - e durante il giorno e la sera propone specialità internazionali e locali anche sul patio accanto
alla piscina. Stilistiche, prelibate e ispirate alla gastronomia millenaria reale delle dinastie Khmer le proposte culinarie dell’Executive Chef Angela Brown nel ristorante 1932, e la lista dei vini spazia tra 400 bottiglie pregiate provenienti dal Vecchio e dal Nuovo Mondo.
LIBRIEMOTIONS
Nick Edwards, Anna Kaminski, Shafik Meghji, Sorrel Moseley-Williams
Cile
FELTRINELLI EDITORE
Il Cile è un Paese sudamericano come nessun altro. Circondato dalle possenti Ande, dal Deserto di Atacama e accarezzato dagli instancabili surfisti del Pacifico, questa lunghissima striscia di terra offre luccicanti saline e vulcani innevati, vasti ghiacciai e rigogliosi vigneti, spiagge incontaminate e città bohémien. Questa guida descrive tutto ciò che di meglio offre il Cile senza dimenticare di raccomandare al lettore di esplorare le foreste pluviali dell’Isola di Chiloé e andare allo scoperto di tutti i siti in cui giganteggiano le statue moai. Valparaíso è una straordinaria città arroccata sul mare, avvolta in un groviglio di colline scoscese che circondano un’ampia baia -. È d’obbligo visitare una delle tre case in cui visse Pablo Neruda, illustre cileno e sublime poeta: la Chascona a Santiago, la Sebastiana a Valparaíso o la Isla Negra. Pregiatissimi souvenir cileni sono i gioielli realizzati con lapislazzuli, la pietra blu estratta in tutto il paese e venduta nei mercatini dell’artigianato locale.
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Federico Longo
A RUOTA LIBERA diario di un ciclista urbano EDIZIONI ULTRA
a cura di Mariella Morosi
La bicicletta è un mezzo rispettoso ma che esige rispetto, e nelle città assediate dalle auto e dal caos del traffico talvolta è una sfida che presenta qualche rischio. Bisogna fare i conti con gli automobilisti aggressivi o poco sensibili ai principi della buona creanza che intralciano il placido scorrere delle due ruote. E' questo il tema del libro dello scrittore Federico Longo "A ruota libera" appena pubblicato dalla casa editrice Ultra, che tratta proprio - come recita il sottotitolo "Diario di un ciclista urbano"- dei pericoli sempre in agguato nelle strade cittadine. Eppure il gusto delle due ruote si sta diffondendo rapidamente anche in Italia. C'è una crescita esponenziale di chi le sceglie per andare al lavoro o in gita, per trascorrere le vacanze en plein air. Nonostante molto spesso la ciclabilità nelle nostre città sia stata a lungo ignorata o persino ostacolata, è indubbio il nuovo coinvolgimento di soggetti imprenditoriali, associativi e istituzionali impegnati in direzione della nuova forma di mobilità e di green economy. La narrazione di Federico Longo, ciclista urbano da sempre, è leggera, piacevole e velata di ironia, ma coglie appieno la difficoltà di vivere una passione e talvolta una necessità in un mondo che va troppo in fretta.
Isabel Allende
Lungo petalo di mare FELTRINELLI EDITORE
Alla fine della Guerra civile spagnola, il giovane medico Víctor Dalmau e un’amica di famiglia, la pianista Roser Bruguera, sono costretti, come altre migliaia di spagnoli, a scappare da Barcellona. Attraversati i Pirenei, a Bordeaux, fingendosi sposati, riescono a imbarcarsi a bordo del Winnipeg, il piroscafo preso a noleggio da Pablo Neruda per portare più di duemila profughi spagnoli in Cile - il “lungo petalo di mare e neve”, nelle parole dello stesso poeta -, in cerca di quella pace che non è stata concessa loro in patria. Lì hanno la fortuna di essere accolti con generosa benevolenza e riescono presto a integrarsi, a riprendere in mano le loro vite e a sentirsi parte del destino del paese, solo però fino al golpe che nel 1973 fa cadere il presidente Salvador Allende. E allora, ancora una volta, si ritroveranno in esilio, questa volta in Venezuela, ma, come scrive l’autrice, “se si vive abbastanza, i cerchi si chiudono”.
HIDE
away
An adventure and retreat with a difference. St. Martins, central Europe’s first lodge, has an air-conditioned photo hide where you can discover the wildlife of the Seewinkel and capture it on camera without being seen.
www.stmartins.at Tel.: +43 2172 20500 7132 Frauenkirchen Im Seewinkel 1 AUSTRIA
The Lodge of