EMOTIONS MAGAZINE - OTTOBRE - NOVEMBRE 2022 - ANNO 12 N 54

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E3 M O T I O N S www.emotionsmagazine.com O T T O B R E | N O V E M B R E 2 0 2 2 SOMMARIO LA VALLE DELLO SPITI UNA TERRA ARIDA NEL BEL MEZZO DELL'HIMALAYA 8INDIANO

UNA SONTUOSA REGGIA NELLA CAMPAGNA INGLESE

QUASI INACCESSIBILE CHE TRASCENDE LE

LUOGO Ouarzazate Le BerBère PaLace •HOteL un’oasi di lusso berbera immersa in un giardino ricco di colori e tradizioni

Monaco buddista, Spiti Foto di Anna Alberghina

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raBat StOry •HOteL bellezza, buona cucina e poesia in uno dei uno dei più lussuosi alberghi marocchini Pubblicazione Rivista Online
STORIA E FASCINO DELLA CITTÀ BLU COBALTO
LIBRIEMOTIONS SOMMARIO LA CITTÀ USCITA DA UNA FAVOLA FIAMMINGA
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Gr and a urTu o

grandtour.catalunya.com

L’estate è finita ma non la voglia di viaggiare, di scoprire nuovi orizzonti. anzi, viaggiando “controcorrente” si vive l’avventura con maggior respiro, senza l’ansia di luoghi affollati Non si corre questo pericolo lungo sponde dei canali che attraversano Utrecht, la suggestiva città olandese che sembra uscita da una fiaba e dove la civiltà si esprime anche nel silenzio, appena sfiorato dal fruscio di decine di biciclette eppure una città movimentata dalla vivacità dei moltissimi giovani che frequentano la famosa università di utrecht, considerata tra le più prestigiose del mondo, da cui sono usciti ben 10 Premi Nobel. Di tutt’altra natura, il silenzio dell' “Himalaya indiano, un deserto di alta quota punteggiato da villaggi in miniatura di casette bianche” e quello della valle dello Spiti che si apre tra tibet e India. Da qui si ammirano le sacre vette coperte da ghiacciai perenni mentre si vive in pellegrinaggio verso santuari buddhisti. atmosfera sonnolenta, quasi ipnotica, in un paese del Marocco, Chefchaouen, dove il blu cobalto che copre quasi tutto, facciate, scalini, pavimenti, sembra svolgere un’azione apotropaica contro gli influssi maligni, anche se le ipotesi storiche sono più prosaiche Protetta o no, chefchaouen pare comunque un mondo a parte, intimo e accogliente, difficile da dimenticare. Ma le proposte di emotions sono variegate e passano dai viaggi avventurosi, ai luoghi singolari fino alle tracce storiche del potere e del lusso Ne è un nobile esempio il “Blenheim Palace” una sontuosa reggia nella campagna inglese”, fatta costruire da John churchill, il primo Duca di Marlborough. Gli arredi preziosi degli interni del Palazzo non si contrappongono alla ricchezza del parco con un giardino all’italiana, commissionato all’architetto francese achille Duchene, con fontane ed opere d’autore utrecht, Olanda

U S C I T A R E
T E R E S A C A R R U B B A EDITORE, DIRETTORE RESPONSABILE
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E M O Z I O N I
DI aNNa aLBerGHINatesto e foto
8 OTTOBRENOVEMBRE
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10 OTTOBRENOVEMBRE donna con perak

SPITI VIVERE SUL TETTO DEL MONDO

Bloccato da neve e ghiaccio per metà dell'anno, ospita piccoli monasteri buddhisti, precariamente appollaiati sulle falesie rocciose, che spiccano sullo sfondo delle vette innevate

mmaginate una terra arida nel bel mezzo dell'Himalaya indiano, un deserto di alta quota punteggiato da villaggi i n m i n i a t u ra d i c a s e t t e b i a n c h e , d a l t e t t o p i a t t o , r i c o perto di legna e sterco messo a seccare per farne com bustibile Un luogo quasi inaccessibile che trascende le barriere del tempo. Bloccato da neve e ghiaccio per metà dell'anno, ospita piccoli monasteri buddhisti, precariamente appollaiati sulle fale sie rocciose, che spiccano sullo sfondo delle vette innevate dove migliaia di bandierine di preghiera svolazzano allegramente Sto parlando della selvaggia valle dello Spiti, dal tibetano Spiti: 'Paese di Mezzo' per la sua posizione strategica tra Tibet e India. Chiusa al turismo dal 1953 a causa della guerra e delle tensioni indo cinesi

dell'epoca, la valle è stata riaperta solo nel 1993 Via collaterale dell’antica ' Via della Seta' godeva, un tempo, della presenza di im portanti scambi commerciali e culturali. Oggi, invece, è ancora tra scurata dal turismo internazionale che privilegia altre, più conosciute, regioni himalayane alla ricerca di un pezzetto di Shangri La V i a g g i a r e q u i r i m a n e i n d u b b i a m e n t e u n a d e l l e g ra n d i av ve n t u r e a s i a t i c h e e , c e r t o , l ’ H i m a l ay a n o n h a b i s o g n o d i p r e s e n t a z i o n i C o n i l s u o r i c c o p a t r i m o n i o a r t i s t i c o e d i l s u o i n c o n t a m i n a t o e c o s i s t e m a d ’ a l t a q u o t a , l o S p i t i è i n g ra d o d i c a t t u ra r e l ’ i m m a g i n a z i o n e a n c h e d e i v i a g g i a t o r i p i ù e s p e r t i C o n f i n a c o n i l T i b e t a d E s t e i l L a d a k h a N o r d e c o n s e r v a f o r t i s o m i g l i a n z e e c o l o g i c h e e c u l t u ra l i c o n i s u o i v i c i n i

tempio di Bhima k ali a Sarahan, himachal pradeSh
E11 M O T I O N S UN LUOGO QUASI INACCESSIBILE CHE TR ASCENDE LE BARRIERE DEL TEMPO
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Bandiere votive nako, himachal pradeSh VIVERE SUL TETTO DEL MONDO
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SPITI
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La popolazione è seguace del Buddhismo Vajrayana e gli antichi mo nasteri, risalenti all’XI secolo, sono importanti centri di ricerca ed ospitano le scuole che accolgono centinaia di giovani monaci. Ma questo piccolo Eden è anche la dimora estiva dei pastori semino madi che entrano nella valle con le loro mandrie di yak, pecore e capre allo sciogliersi delle nevi e se ne vanno alle prime avvisaglie del gelo invernale

La porta di accesso è Shimla, capoluogo dell’Himachal Pradesh, una vivace località collinare, immersa in una secolare foresta di cedri, che conserva ancora molti edifici in stile Tudor. Il suo fascino antico continua ad incantare i visitatori, così come incantò gli Inglesi e quasi non sembra si trovi davvero in India La cultura cambia gra dualmente, da Indù a Buddhista, man mano che si sale di quota. La vegetazione si dirada, la nebbia si alza e l’aria si fa più frizzante La strada zigzaga all'infinito verso il villaggio di Nako, uno sparuto gruppetto di case in pietra e mattoni di fango a 3.660 metri sul li vello del mare, dove si respira un ’atmosfera medievale Ammini strativamente parte del Kinnaur ma culturalmente parte dello Spiti buddhista, Nako si sviluppa intorno a un piccolo lago sacro nella cornice di imponenti vette rocciose disseminate di stupa Le quat tro cappelle del Nako Gompa, risalenti all’XI secolo, conservano pregevoli affreschi murali e statue lignee

La cultura cambia gradualmente, da Indù a Buddhista, man mano che si sale di quota
aBitanti di k alpa kinnaur, himachal pradeSh ruote di preghiera a nako, himachal pradeSh
SPITI
padam pal ace rampur, himachal pradeSh
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lo Stupa di kiBBer
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il monastero di Tabo è noto per essere la più antica enclave buddhista ininterrottamente operante nell’Himalaya

Fondato alla fine del X secolo e protetto dall’Archeological Survey of India come tesoro storico nazionale, il monastero di Tabo è noto per essere la più antica enclave buddhista ininterrottamente operante nell’Himalaya. Accoglie opere di inestimabile valore: dipinti, statue, manoscritti e un gran numero di affreschi che raccontano le storie del pantheon buddhista Purtroppo le strutture in legno stanno in vecchiando e le pitture si stanno pian piano deteriorando. Dopo il terremoto del 1975, il monastero fu ricostruito e nel 1983 fu creata una nuova Du kang o Sala delle Assemblee. È qui che il 14esimo Dalai Lama tenne le cerimonie del Kalachakra nel 1983 e nel 1996 Sopra il monastero, si intravedono le grotte, scavate nella parete rocciosa, utilizzate, un tempo, dai monaci per la meditazione. Il mo nastero, da sempre importante centro di apprendimento, è attual mente sede della Scuola Serkong che ospita centinaia di giovani studenti. Unirsi ai monaci, all’alba, per la preghiera del mattino è un ’esperienza indimenticabile che riesce ad appagare, per un breve momento, il nostro bisogno di spiritualità. Il Dhankar Gompa è un suggestivo complesso costruito su di uno sperone roccioso che domina la confluenza dei fiumi Spiti e Pin a

giovani monaci BuddiSti, taBo monaStero BuddiSta
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3 894 metri di quota Indubbiamente uno degli scenari più spetta colari per immaginarvi un monastero, in grado di affascinare anche chi è del tutto privo di predisposizioni mistiche Dhang significa sco gliera e kar significa forte, dunque Dhankar fa parte della tradizione tibetana dei monasteri forte Affacciato sulla cittadina di Kaza ad un'altezza di 4 116 metri di quota, il monastero di Key è il più grande della valle. Il Gompa è un agglomerato irregolare di stanze basse e stretti corridoi Le minu scole camere di preghiera sono interconnesse da passaggi bui, scale tortuose e piccole porte. Centinaia di lama ricevono la loro forma zione religiosa nel monastero che è famoso per i suoi bellissimi mu rales, thangka, manoscritti rari, immagini in stucco. I singolari strumenti a fiato vengono utilizzati in occasione delle feste religiose a cui hanno partecipato, negli anni, migliaia di devoti da tutto il mondo. I buddisti credono che la semplice presenza alle elaborate cerimonie abbia il potere di liberarli dalla sofferenza e possa con ferire loro la beatitudine dell’Illuminazionecampane votive, himachal pradeSh

SPITI
VIVERE SUL TETTO MONDO
20 OTTOBRENOVEMBRE il te dopo l a preghiera, taBo SPITI
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tamBuro cerimoniale a nako, himachal pradeSh chorten, valle dello Spiti
22 OTTOBRENOVEMBRE monaStero di key

Ma viaggiare nello Spiti non vuol dire solo ammirare sacre vette co perte da ghiacciai perenni e compiere un pellegrinaggio nel san tuario della fede buddhista, significa, soprattutto, toccare con mano la dura realtà di popoli che sfidano quotidianamente un ambiente così ostile da richiedere un continuo adattamento fisico e mentale. Un viaggio, dunque, fatto anche di incontri con gente semplice, di poche parole, che vive la sua spiritualità in modo concreto, con una tenacia di cui non siamo più capaci. Ebbene sì, l’Himalaya è ancora luogo di rivelazione di valori umani che l’Occidente ha trascurato o, forse, dimenticato ma nelle valli himalayane è, oggi, in atto il con fronto fra la cultura tradizionale montana e una modernizzazione che viene dall’esterno, essenzialmente spinta dal turismo e che vanta risultati alquanto modesti. L’adozione di un nuovo modello di sviluppo economico porta a dolorose trasformazioni che stridono con la forte impronta della civiltà tradizionale Tutti i villaggi che erano raggiungibili solamente a piedi, anche i più sperduti, sono ora serviti da una strada sterrata; sui tetti delle case, accanto allo sterco degli animali, svettano parabole satellitari e pannelli solari; in molte località è anche arrivata l'energia elettrica. Tuttavia nulla ha ancora modificato la bellezza e la maestosità dei paesaggi Auguriamoci che l’arrivo del “ progresso ” non porti alla distruzione della cultura originaria e al degrado del territorio ma incoraggi, piuttosto, la ri cerca di una sintesi con evoluzione positiva

Un viaggio, dunque, fatto anche di incontri con gente semplice, di poche parole, che vive la sua spiritualità in modo concreto, con una tenacia di cui non siamo più capaci turiSte indiane in aBito tradizionale a manali
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alta valle dello Spiti VIVERE SUL TETTO DEL MONDO
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26 OTTOBRENOVEMBRE O L A N D A IL FASCINO UTRE DI tereSa carruBBatesto Dfoto
DI tereSa carruBBa e arcHIvIO
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O L A N D A

IL FASCINO ONIRICO DI UTRECHT

Sembra uscita da una favola fiamminga, Utrecht, con i ghirigori della sua architettura dai frontoni triangolari c h e s ve t t a n o o l t r e l ’ e d i f i c i o s f i d a n d o u n c i e l o t e n u e con i mattoni rossi e i candidi stucchi decorativi Un fa scino immortalato nel tempo che ben si accorda con il silenzio che aleggia nell’aria. Tra le strade senza traffico dove si percepisce ap pena il fruscìo di alcune biciclette tra passanti discreti e felpati e dove può capitare che un gruppo di turisti segua la sua guida cam minando indisturbato al centro della via Nell’intrico dei languidi canali alberati su cui scivolano senza rumore barche di ogni tipo

d a l l e q u a l i s i a p p r e z z a l a m a g n i f i c a a r c h i t e t t u ra m e d i ev a l e , t a r dogotica e rinascimentale di Utrecht e la sua vivacità nei nume r o s i l o c a l i a p e l o d ’ a c q u a , s u l l a b a n c h i n a , f r u t t o d i u n s a p i e n t e restauro di antichi magazzini usati nel Medioevo per scaricare le merci di un fiorente sistema commerciale, facilitato dall’ingegnosa canalizzazione che percorreva tutta la città. Oggi l'Oudegracht, il canale vecchio, e il Nieuwegracht, il canale nuovo, sono un pre z i o s o m o l t i p l i c a t o r e d e l t u r i s m o c h e r i m a n e c o m u n q u e s o b r i o e n o n i nv a s i vo U t r e c h t f u l a p r i m a s e d e ve s c ov i l e e c e n t r o e c c l e siastico dei Paesi Bassi settentrionali

Le strade senza traffico dove si percepisce appena il fruscìo di alcune biciclette tra passanti discreti e felpati
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Sono proprio i giovani la fonte del magnifico contrasto di Utrecht, una città che rievoca i dipinti del Seicento ma la cui vivacità riempie i numerosi caffè all’aperto delle piazze

Qui nacque e visse l’unico Papa olandese, Adriano VI, eletto nel 1522, anche se la sua missione durò solo un anno. E qui sorse un gran numero di monasteri e chiese, ma la diocesi venne di fatto sospesa a causa della Riforma dopo l'iconoclastia del 1566. Fu al lora che le chiese passarono alle comunità protestanti o vennero adibite a scopi non religiosi I cattolici si riunivano nelle cosiddette “schuilkerken”, chiese nascoste, come la cappella di Santa Ger trude e la chiesa Mennonita Solo nell’Ottocento si ricominciò a costruire chiese cristiane, tra cui la chiesa di Sant’Agostino, la chiesa di San Willibrordo e la cattedrale di San Martino. La con versione di ex chiese cattoliche ad uso prosaico ha offerto ad Utrecht delle realtà singolari come il caffè ristorante Olivier, che della chiesa Maria Minor ha conservato i simboli originali come il magnifico organo, gli arredi sacri e le statue dei santi nelle nicchie

All’inizio mette un po ’ a disagio lasciarsi andare alle prelibatezze della cucina olandese in un luogo così imponente e con tutti i segni della sacralità, ma a sera tarda, quando il locale si affolla in modo esuberante di giovani chiassosi con in mano un boccale di birra, tutto sembra rientrare nei canoni della mondanità E sono proprio i giovani la fonte del magnifico contrasto di Utrecht, una città che rievoca i dipinti del Seicento ma la cui vivacità riempie i numerosi caffè all’aperto delle piazze, i piccoli locali lungo i canali, l’imman cabile mercato dei fiori del sabato mattina, un vero tripudio di pro fumi e di colori, e la piazza del Duomo, eletta per consuetudine a luogo d’incontro Giovani locali, ma anche provenienti da altre città per via della famosa Università di Utrecht, considerata tra le più prestigiose del mondo, da cui sono usciti ben 10 Premi Nobel e che conta 65 000 studenti

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34 OTTOBRENOVEMBRE UTRECHT
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IL FASCINO ONIRICO DI UTRECHT

Le l a u r e e ve n g o n o f e s t e g g i a t e i n g ra n d e s t i l e n e l l o A c a d e m i e g e b o u w , m a g n i f i c o e d i f i c i o i n s t i l e r i n a s c i m e n t a l e a d i a c e n t e a l D u o m o , a c u i è s t a t o i n t e g ra t o i l K a p i t t e l z a a l d ove n e l 1 7 1 3 l e p o t e n z e e u r o p e e f i r m a r o n o l a p a c e d i U t r e c h t , c h e s e g n ò l a f i n e d e l l a G u e r ra d i S u c c e s s i o n e S p a g n o l a . M a U t r e c h t è a n c h e a l t r o . E ’ , p e r e s e m p i o , l a c i t t à d e l l a r i c o nve r s i o n e d e g l i e d i f i c i c o n p a r t i c o l a r e a t t e n z i o n e a l l e c l a s s i m e n o a b b i e n t i . U n e s e m p i o è c o s t i t u i t o d a l l e B eye r s k a m e r e n , n e l L a n g e N i e u w s t ra a t , u n a vo l t a o r f a n o t r o f i o , t ra s f o r m a t o d a l n o b i l e A d r i a e n B eye r e d a s u a m o g l i e M a r i a v a n Pa l l a e s i n a b i t a z i o n i p e r i p ove r i , o g g i c a s e d i r i p o s o p e r a n z i a n i P o i S p r i n g w e g ; t r a i l D u e c e n t o e i l C i n q u e c e n t o e r a u n c o m p l e s s o d i c a s e , p a n i f i c i , b o t t e g h e e s t a l l e u t i l i z z a t i d a p e r s o n e c h e l a v o r a v a n o p e r u n c o n v e n t o . Q u a n d o q u e s t o f u c h i u s o n e l 1 5 8 0 , C o r n e l i s v a n M y r o p , p r e t e d e l D u o m o d i U t r e c h t , t ra s f o r m ò i d i v e r s i e d i f i c i i n p i c c o l i a p p a r t a m e n t i a s s e g n a n d o l i a i p ove r i Q u e s t i e d i f i c i s i t r ov a n o n e i p r e s s i d e i c o s i d d e t t i “ S e t t e V i c o l i ” d o v e t a l e R i b b i u s P e l e t i e r, p r o p r i e t a r i o d i u n a f a b b r i c a d i s i g a r i , c o s t r u ì t ra i l 1 8 4 0 e i l 1 8 6 0 l e a b i t a z i o n i p e r i s u o i o p e ra i , p i c c o l e m a c o m o d e U n g e s t o d e l l ’ a l t r u i s m o d i P e l e t i e r t r a m a n d a t o a n c h e a s u a f i g l i a A n n a l a q u a l e f e c e p a r t e d e l p r i m o p a r t i t o s o c i a l i s t a S . D. A . P n e l S e n a t o

b a t t e n d o s i p e r l ’ i n t r o d u z i o n e d e l l a d o n n a n e l m o n d o d e l l avo r o . O g g i i S e t t e V i c o l i s o n o a n c o ra u n a s i n g o l a r i t à d i U t r e c h t ; l e c a s e t t e , o ra a b i t a t e d a p r i v a t i , r i m a n g o n o d i g n i t o s e e d i s c r e t e p u r r e n d e n d o p a r t e c i p i i ra r i p a s s a n t i d e l l a l o r o i n t i m i t à f a m i l i a r e g ra z i e a n i n n o l i e o g g e t t i c a r i e s p o s t i s u l d av a n z a l e d e l l e f i n e s t r e . U n s e g n o d i o s p i t a l i t à e d i a c c o g l i e n z a e s p r e s s o a n c h e d a c u o r i o c o r o n c i n e d i f i o r i a p p e s i a l l a p o r t a d ’ i n g r e s s o Tu t t av i a , l ’ e m b l e m a d i U t r e c h t r i m a n e i l D o m t o r e n , l a To r r e d e l D u o m o , t ra l e p i ù b e l l e d e i Pa e s i B a s s i , o l t r e c h e l a p i ù a l t a , c o n i s u o i 1 1 2 m e t r i C o s t r u i t a t r a i l 1 3 2 1 e i l 1 3 8 2 è d o t a t a d i u n c a r i l l o n , m o l t o a m a t o d a l l a p o p o l a z i o n e l o c a l e , c h e i l s a b a t o o f f r e p i a c e vo l i c o n c e r t i L a To r r e d o m i n a l a c i t t à e l a s u a c i m a , v i s i b i l e d a o g n i s c o r c i o , e m e r g e d a l l o s k y l i n e d i U t r e c h t q u a s i a d i m p o r r e l a s u a s i m b o l o g i a . E q u e l s u o n o i p n o t i c o d e l c a r i l l o n p e n e t ra n e l s i l e n z i o , t ra i v i c o l i , n e l l e c a s e e n e l l a m e n t e a c c e n t u a n d o l ’ a t m o s f e ra f i a b e s c a e s o g n a n t e d e l l a c i t t à . U n s u o n o c h e d a g l i i n i z i d e l N ove c e n t o f u m o l t o p r e s e n t e n e l l e v i e g ra z i e a g l i o r g a n i d i s t ra d a , s o n t u o s e c o s t r u z i o n i m e c c a n i c h e c h e s p r i g i o n av a n o m u s i c a “ l e t t a ” d a u n a s c h e d a p e r f o ra t a . U n a t ra d i z i o n e d e g n a d i u n ve r o a r t i g i a n a t o a r t i s t i c o ra c c o l t o n e l M u s e u m S p e e l k l o k d ove s i v i e n e p r o i e t t a t i i n u n f a n t a s t i c o m o n d o m u s i c a l e g e n e ra t o d a m o n u m e n t a l i o r g a n i d a s t r a d a , o r o l o g i c o n c a r i l l o n , p i a n o l e e c a s s e a r m o n i c h e

L’emblema di Utrecht rimane la Torre del Duomo, tra le più belle dei Paesi Bassi, oltre che la più alta, con i suoi 112 metri
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40 OTTOBRENOVEMBRE M A R O L A CIT TÀ BL CHEFCH
DI PIerGIOrGIO PeScaLI e arcHIvIO
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CHEFCHAOUEN

Dopo il 1920, con l’occupazione spagnola, la città si aprì completamente ai cristiani modellandosi urbanisticamente come la vediamo oggi l 2 gennaio 1492 la città di Granada, ultimo avamposto islamico del califfato di al Andalus, cadde nelle mani degli spagnoli ponendo fine alla Reconquista. Isabella di Casti glia e il marito Ferdinando d’Aragona entrarono nell’Al hambra e il loro antico alleato, Muhammad XII “Boabdil”, dopo essersi visto rifiutare gli aiuti richiesti al sultano d’Egitto e a quello di Fes, si arrese ponendo fine a quasi otto secoli di permanenza araba in Spagna. Il 31 marzo 1492, col Decreto dell’Alhambra si ordinò che tutti gli ebrei non convertitisi entro il 31 luglio di quell’anno dovessero es sere espulsi. Dei 300mila ebrei, circa 200mila si convertirono (o fe cero finta di farlo) al cattolicesimo, mentre circa 100mila furono

coloro che fuggirono dalla penisola iberica per trovare rifugio tra i territori dell’impero ottomano, in città italiane, come Venezia dove si radunarono in quello che ancora oggi è chiamato il Ghetto o tra i territori del Maghreb Molte comunità giudaiche, assieme ai mo riscos, musulmani spagnoli, emigrarono stabilendosi nelle regioni appena al di là dello stretto di Gibilterra. Fu così che attorno ad una minuscola kasbah ad uso militare, fondata nel 1471 da Ali ibn Ra shid al Alami per contrastare l’espansione portoghese, si sviluppò una medina con i suoi souk, le moschee e le sinagoghe Ali ibn Ra shid al Alami era un discendente di una famiglia sufi che faceva ri salire le sue origini al profeta Maometto e, prendendo le redini della lotta contro i portoghesi, si autonominò guida del jihad

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CITTÀ
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e a l q u a r t i e r e R i f a l A n d a l o u s , n o n s i f e r m ò d o p o l a R e c o n q u i s t a , m a c o n t i n u ò a l m e n o f i n o a l l ’ i n i z i o d e l X V I I s e c o l o q u a n d o F i l i p p o I I I e s p u l s e c i r c a 3 0 0 m i l a m o r i s c o s d a l l a S p a g n a L’ a r c h i t e t t u r a a n d a l u s a g r e n a d i n a i n i z i ò a f o r g i a r e l ’ u r b a n i s t i c a c o n l e t i p i c h e c a s e i m b i a n c a t e a d d o s s a t e l e u n e a l l e a l t r e . F u r o n o , a d e s e m p i o , g l i a n d a l u s i a r e a l i z z a r e i m u l i n i l u n g o i l t o r r e n t e R a s E l M a c h e o g g i o s p i t a n o r i s t o r a n t i n i , b a r c h e v e n d o n o s u c c h i d i f r u t t a e l e c u i v a s c h e i n e s t a t e s o n o a s s a l t a t e d a b a g n a n t i i n c e r c a d i r e f r i g e r i o E f u r o n o a n c o r a g l i a r a b i i b e r i c i a d a r e n o m e e f o r m a a l l a p i a z z a O u t a H a m m a m c o s t r u e n d o i p r i m i b a g n i t u r c h i L’ u l t i m a f a s e d e l l o s v i l u p p o d i q u e l l o c h e o g g i è i l c e n t r o s t o r i c o d i C h e f c h a o u e n , l a a b b i a m o a l l a f i n e

L’architettura andalusa grenadina iniziò a forgiare l’urbanistica con le tipiche case imbiancate addossate le une alle altre
46 OTTOBRENOVEMBRE A c c a n t o a R a s h i d s i f o r m ò u n e s e r c i t o d i m u j a h i d i n e a l t e m p o s t e s s o l e s i m p a t i e v e r s o i r i f u g i a t i a n d a l u s i e s p r e s s e d a R a s h i d a l A l a m i p o r t a r o n o a t r a s f o r m a r e C h e f c h a o u e n i n u n a d e l l e c i t t à p i ù s p a g n o l i z z a t e d e l M a r o c c o , t a n t o c h e a n c o r a o g g i l a l i n g u a i b e r i c a è a m p i a m e n t e u t i l i z z a t a d a i s u o i a b i t a n t i L’ a f f l u s s o d i a n d a l u s i , i n i z i a t o n e l 1 4 9 2 e c h e d i e d e o r i g i n
d e l X V I I s e c o l o q u a n d o g i u n s e r o g l i u l t i m i m o r i s c o s e d e b r e i c h e s i s t a b i l i r a n n o n e l q u a r t i e r e S o u k N e l 1 7 6 0 M o h a m e d E l A r a b i R a i s s o u n i c o n c e d e a g l i e b r e i u n q u a r t i e r e ( m e l l a h )
LA CITTÀ BLU COBALTO

La città divenne meta obbligata sulla via del pellegrinaggio verso la sepoltura del santo e per questo varcare le sue porte per i non musulmani era proibito

p e r s f u g g i r e a g l i a t t a c c h i c h e s u b i v a n o d a p a r t e d e l l e t r i b ù m o n t a n a r e K h m a s L e a r t i o r a f e d i c u i g l i e b r e i e r a n o m a e s t r i , c o n t r i b u i r a n n o a s v i l u p p a r e u n n u o v o t i p o d i e c o n o m i a n e l l a c i t t à . N o n d i m e n o , i l d e c a d i m e n t o p o l i t i c o d e l M a r o c c o , l ’ a v a n z a r e d e l c o l o n i a l i s m o e u r o p e o e l e g u e r r e t r i b a l i c h e t r a v a g l i a r o n o l a v i t a p o l i t i c a e s o c i a l e d e l X V I I I s e c o l o , p o r t a r o n o C h e f c h a o u e n a d u n a d e c a d e n z a a c u i p e r ò s i c o n t r a p p o n e v a u n c a r i s m a d i s a n t i t à d o v u t a a d u e f a t t o r i : l ’ e s s e r e s t a t a f o n d a t a d a u n d i s c e n d e n t e d i r e t t o d i M a o m e t t o e s o r g e r e a p o c a d i s t a n z a d a l l a t o m b a d e l s a n t o M u l a y A b d a l S a l a m I b n M a s h i s h a l A l a m i . L a c i t t à d i v e n n e q u i n d i m e t a o b b l i g a t a s u l l a v i a d e l p e l l e g r i n a g g i o v e r s o l a s e p o l t u r a d e l s a n t o e p e r q u e s t o v a r c a r e l e s u e p o r t e p e r i n o n m u s u l m a n i e r a p r o i b i t o a l m e n o f i n o a g l i a n n i Ve n t i d e l X I X s e c o l o

E47 M O T I O N S
48 OTTOBRENOVEMBRE
E49 M O T I O N S
50 OTTOBRENOVEMBRE

Il nila, la pittura blu che caratterizza i dur (le case) e i druba (i vicoli) di Chefchaouen, ha come materiale principale l’ossido di cobalto

I l p r i m o o c c i d e n t a l e a v i s i t a r e C h e f c h a o u e n f u C h a r l e s F o u c a u l d c h e v i a r r i v ò i l 3 l u g l i o 1 8 8 3 s c r i v e n d o c h e ( A r r i v a m m o a C h e f c h a o u e n , n d r ) « a l l e s e i d e l m a t t i n o : a q u e l l ’ o r a i l p r i m o r a g g i o d i s o l e , l a s c i a n d o i m a s s i d e g l i a l t i p i c c h i c h e a b b r a c c i a n o l a c i t t à n e l l e l o r o o s c u r i t à , i l l u m i n a i p i n n a c o l i d e i m i n a r e t i L’e f f e t t o e r a i n c a n t e v o l e . ( … ) . C h e f c h a o u e n , l a c u i p o p o l a z i o n e h a u n g r a n n u m e r o d i s h a r i f, è n o t a p e r l a i n t o l l e r a n z a : a n c o r a o g g i l a p o p o l a z i o n e ra c c o n t a l a t r i s t e s t o r i a d i u n o s f o r t u n a t o s p a g n o l o c h e , c i rc a 2 0 a n n i f a , v o l e v a e n t r a r e n e l l a r e g i o n e : a n c h e g l i e b r e i , c h e q u i s o n o t o l l e r a t i , s o n o s o g g e t t i a i p e g g i o r i t r a t t a m e n t i A l d i f u o r i d e l l o r o m e l l a h , n o n p o s s o n o u s c i r n e s e n z a e s s e r e a s s a l t a t i c o n p i e t r e . I n t u t t i i t e r r i t o r i d e g l i A k h m a s , a c u i a p p a r t i e n e l a c i t t à , t u t t i c o l o r o c h e m i p a s s a v a n o a c c a n t o s i a c c o s t a v a n o d i c e n d o ’A l l a h i h a r r a q b o u k , i a e l I h o u d i ’ ( P o s s a D i o b r u c i a r e i n e t e r n o i l p a d r e c h e t i h a g e n e r a t o , e b r e o ! ) o q u a l c h e i n s u l t o d e l g e n e r e C h e f c h a o u e n h a 3 4 m i l a a b i t a n t i i n c l u s o u n a d o z z i n a d i f a m i g l i e e b r a i c h e » . S o l o d o p o i l 1 9 2 0 , c o n l ’ o c c u p a z i o n e s p a g n o l a , C h e f c h a o u e n s i a p r ì c o m p l e t a m e n t e a i c r i s t i a n i e m o d e l l a n d o s i u r b a n i s t i c a m e n t e c o m e l a v e d i a m o o g g i , p a v i m e n t a n d o a n c h e i s o u k , c o s t r u e n d o i m p i a n t i i d ra u l i c i e f o g n a r i , s c u o l e o s p e d a l i A l t e m p o s t e s s o i l t u r i s m o i n i z i a a d i v e n t a r e u n a v o c e s e m p r e p i ù p r e p o n d e r a n t e n e l l ’ e c o n o m i a c i t t a d i n a , i n p a r t i c o l a r e p e r l a c o l o r a z i o n e b l u c h e c a r a t t e r i z z a i d u r ( l e c a s e ) e i d r u b a ( i v i c o l i )

I l n i l a , l a p i t t u r a b l u c h e c a r a t t e r i z z a C h e f c h a o u e n , h a c o m e m a t e r i a l e p r i n c i p a l e l ’ o s s i d o d i c o b a l t o D a t o c h e l a t i n t e g g i a t u r a e r a t r a d i z i o n a l m e n t e r i s e r v a t a a l l e d o n n e , c h e p e r m o t i v i r e l i g i o s i n o n p o s s o n o s a l i r e s c a l e a p i o l i , i l c o l o r e c o p r e l e f a c c i a t e d e l l e a b i t a z i o n i s i n o a d u n ’ a l t e z z a d i d u e m e t r i c i r c a V i s o n o d i ve r s i i p o t e s i s u l c o l o r e b l u : a l c u n i a f f e r m a n o c h e è u n a n t i s e t t i c o ( i n r e a l t à l a d i s i n f e s t a z i o n e n o n è d a t a d a l p i g m e n t o , m a d a l l a c a l c e ) , a l t r i s p i e g a n o c h e i l b l u d o v r e b b e p r o t e g g e r e d a l l e z a n z a r e , a l t r i a n c o ra c h e i l c o l o r e s i a s t a t o i n t r o d o t t o d a g l i e b r e i i b e r i c i p e r d i s t i n g u e r e l e l o r o c a s e d a q u e l l e d e i m u s u l m a n i N e s s u n a d i q u e s t e , p e r ò , è v a l i d a A n z i , s e m b ra o r m a i a s s o d a t o c h e i l c o l o r e s i a d i ve n u t o c a ra t t e r i s t i c o s o l o d o p o i l X I X s e c o l o q u a n d o i l f ra n c e s e L o u i s J a c q u e s T h e n a rd i nve n t ò i l p r o c e d i m e n t o c h i m i c o c o n c u i t ra t t a r e l ’ o s s i d o d i c o b a l t o .

O g g i C h e f c h a o u e n c o n t i n u a a d e s s e r e u n a c i t t à a f f a s c i n a n t e n o n o s t a n t e n e i p e r i o d i d i m a g g i o r a f f l u s s o t u r i s t i c o p a s s e g g i a r e s e n z a m e t a t r a i s u o i q u a r t i e r i r i s u l t i d i f f i c o l t o s o . I n q u e s t o c a s o , p e r r i t r o v a r e l o s p i r i t o d e s c r i t t o d a Fo u c a u l d , n o n r e s t a c h e s a l i r e v e r s o l a M o s c h e a s p a g n o l a a l l ’ a l b a o a l t r a m o n t o g o d e n d o s i q u e i p r i m i o u l t i m i r a g g i d i s o l e c h e « a b b r a c c i a n o l a c i t t à n e l l e l o r o o s c u r i t à , i l l u m i n a i p i n n a c o l i d e i m i n a r e t i » a l c a n t o d e g l i a l t o p a r l a n t i c h e i n t o n a n o i l Ta k b i r : A l l a h a k b a r .

E51 M O T I O N S
LA CITTÀ BLU COBALTO
52 OTTOBRENOVEMBRE LA CITTÀ BLU COBALTO
E53 M O T I O N S
54 OTTOBRENOVEMBRE LA CITTÀ BLU COBALTO
E55 M O T I O N S
56 OTTOBRENOVEMBRE R E G N O U N I T O

Blenheim

DI PaMeLa MccOurt FraNceScONetesto
E57 M O T I O N S
Palace UNA SONTUOSA REGGIA NELLA CAMPAGNA INGLESE

Blenheim Palace

58 OTTOBRENOVEMBRE

L a p i ù g r a n d e c a s a p r i v a t a d e l R e g n o U n i t o , c h e d i e d e i n a t a l i a l g r a n d e s t a t i s t a W i n s t o n C h u r c h i l l e o g g i è l a d i m o r a d e l 1 2 e s i m o D u c a e d e l l a D u c h e s s a d i M a r l b o r o u g h , s o r g e a m e z z ’ o r a d a l l a c i t t à u n i v e r s i t a r i a d i O x f o r d e p o c o p i ù d i u n ’ o r a d a L o n d r a

l 1 3 a g o s t o 1 7 0 4 , i l g i o v a n e J o h n C h u rc h i l l , i l p r i m o D u c a d i M a r l b o r o u g h , s c o n f i s s e l e t r u p p e f ra n c e s i a l l a B a t t a g l i a d i B l i n d h e i m , f ra n t u m a n d o p e r s e m p r e i l s o g n o d e l R e L u i g i X I V d i r e g n a r e s u t u t t a l ’ E u r o p a To r n a t o a c a s a C h u r c h i l l r i c eve t t e d a l l a R e g i n a A n n a L a M a g i o n e e l ’O n o r e d i Wo o d s t o c k c h e e ra i n u n o s t a t o d i t o t a l e r ov i n a , i n s i e m e a 2 4 0 m i l a s t e r l i n e p e r c o s t r u i r e u n a n u ov a g ra n d e c a s a i n onore dei suoi successi Il giovane non tardò a costruire sul vasto t e r r e n o l a s u a m o n u m e n t a l e r e s i d e n z a , B l e n h e i m Pa l a c e , p e r c e lebrare la supremazia degli inglesi sui francesi. Il progetto, ideato d e l l ’ a r c h i t e t t o J o h n Va n b r u g h , f u u n t r i o n f o d i m a g n i f i c e n z a a r

c h i t e t t o n i c a t a l e d a r i v a l e g g i a r e l o s p l e n d o r e d i Ve r s a i l l e s I s p i ra t o a l l o s t i l e b a r o c c o i n g l e s e e c o n l ’ i n t r o d u z i o n e d i i n n ov a t i ve c o nve n z i o n i c o n t e m p o ra n e e d i s i m m e t r i a e f o r m a l i t à , f u p r o p r i o l a f a s t o s i t à d e l p r o g e t t o a p o r r e i l p a l a z z o a l c e n t r o d e g l i i n t r i g h i p o l i t i c i c h e h a n n o eve n t u a l m e n t e p o r t a t o i l d u c a a l l 'e s i l i o e i n f a n g a t o l a r e p u t a z i o n e d i Va n b r u g h D a l l a m a e s t o s a f a c c i a t a a g l i s p l e n d i d i g i a r d i n i e d a i m a g n i f i c i s a l o n i a l p a r c o , c h e è c o n s i d e ra t o i l c a p o l a v o r o d e l p a e s a g g i s t a C a p a b i l i t y B ro w n , B l e n h e i m ( i l n o m e n a s c e d a u n e r r o r e d i t ra s c r i z i o n e d e l t o p o n i m o g e r m a n i c o B l i n d h e i m ) è u n m o n u m e n t o a l l a s t o r i a , e n t ra t o n e l l ’ e l e n c o d e l Pa t r i m o n i o d e l l ’ U m a n i t à d e l l ’ U N E S C O n e l 1

E59 M O T I O N S
9 8 7 Blenheim Palace I Una delle dimore aristocratiche inglesi più grandiose e meglio conservate

Blenheim Palace

60 OTTOBRENOVEMBRE
E61 M O T I O N S

È un monumento alla storia, entrato nell’elenco del Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO nel 1987

E ’ l a p i ù g ra n d e c a s a p r i v a t a d e l R e g n o U n i t o e u n a d e l l e d i m o r e a r i s t o c ra t i c h e i n g l e s i p i ù g ra n d i o s e e m e g l i o c o n s e r v a t e , i l l u o g o d ove W i n s t o n C h u r c h i l l d i s s e d i ave r p r e s o l e d u e d e c i s i o n i p i ù felici della sua vita: quella di nascere e quella di chiedere la mano a l l ’ a d o ra t a m o g l i e C l e m e n t i n e . Pe r l a g ra n d i o s a G r e a t H a l l , c h e s i a r t i c o l a i n t r e o r d i n i d i a r c h i a t u t t o s e s t o , Va n b u r g h h a s c e l t o g r o s s i b l o c c h i d i p i e t ra m o n t a t i a s e c c o m e n t r e i l s o f f i t t o è s t a t o a f f r e s c a t o d a S i r J a m e s T h o r n h i l l N e l l e d u e o p u l e n t e D r a w i n g Rooms, una verde e l’altra rossa, lo sfarzo degli arredi e della tap p e z z e r i a f a d a c o r n i c e a q u a d r i e r i t ra t t i d i a l c u n i d e i p i ù g ra n d i p i t t o r i d e l l ’ e p o c a q u a l i R e y n o l d s , S a r g e n t e Va n D y c k , m e n t r e i g ra n d i a ra z z i a p p e s i a l l e p a r e t i d e l l e S t a t e R o o m s , ra f f i g u ra n o l e c a m p a g n e e l e v i t t o r i e d e l p r i m o D u c a d i M a r l b o r o u g h c o m p r e s a l a p i ù f a m o s a , q u e l l a d i B l i n d h e i m A c o m p l e m e n t a r e l ’ a r t e l e s t a n z e s o n o a r r e d a t e c o n m o b i l i d i g ra n d i p r e g i o , a r g e n t i p r e ziosi e collezioni di ceramiche e vetro, mentre nella Long Library, o r i g i n a r i a m e n t e c o n c e p i t a c o m e u n a g a l l e r i a d ’ a r t e e l u n g a 5 4 metri, ci sono due statue in marmo bianco, una della Regina Anna e l ’ a l t ra d e l p r i m o D u c a J o h n C h u r c h i l l

62 OTTOBRENOVEMBRE

Blenheim

E63 M O T I O N S
Palace

Blenheim Palace

64 OTTOBRENOVEMBRE
E65 M O T I O N S

Blenheim Palace

E ’ p o s s i b i l e v i s i t a r e l e s t a n z e p r i n c i p a l i u t i l i z z a t e d a l l a f a m i g l i a M a r l b o r o u g h , d a l p r i m o d u c a a o g g i , e a m m i ra r e l a nurs ery , d ove l e t a t e s i p r e n d ev a n o c u ra d e i g i ov a n i l o r d e l a d y f i n o a g l i a n n i ' 9 0 , e i b e l l i s s i m i d i p i n t i d i a r t i s t i c o m e R e y n o l d s , K n e l l e r, S a r g e n t e S t u b b s E d è i n q u e s t e s t a n z e n o b i l i c h e s o n o s t a t i o s p i t a t i V I P

d e l p a s s a t o e d e l p r e s e n t e , t ra c u i C h a r l i e C h a p l i n , B i l l C l i n t o n e S y l v e s t e r S t a l l o n e Pe r c o m p l e t a r e l a c o n o s c e n z a d e l p a l a z z o s i p u ò f a r e i l D o w n s t a i r s To u r c h e o f f r e u n o s g u a r d o s u l l a v i t a d e l p e r s o n a l e d e l p a l a z z o n e l c o r s o d e i s e c o l i Pa s s e g g i a n d o a t t ra ve r s o l a r e t e d i c o r r i d o i , s i p u ò a p p r e z z a r e l ' i c o n i c o s i s t e m a d i c a m p a n e c h e s e r v i v a n o p e r c h i a m a r e l a s e r v i t ù , e a l c u n e a r e e a n c o ra o g g i u t i l i z z a t e d a l p e r s o n a l e d e i M a r l b o r o u g h , t ra c u i l a c u c i n a . L’o p u l e n z a d e g l i i n t e r n i c o n t ra s t a c o n i l m a g n i f i c o p a r c o d i 2 . 1 0 0 e t t a r i c h e c i r c o n d a l ’ e d i f i c i o . I l g ra n d e p a e s a g g i s t a L a n

In queste stanze nobili sono stati ospitati
VIP del passato e del presente, tra cui Charlie Chaplin, Bill Clinton e Sylvester Stallone
66 OTTOBRENOVEMBRE

c e l o t “C a p a b i l i t y ” B r o w n , l ’ i d e a t o r e d e l g i a r d i n o a l l ’ i n g l e s e , a m av a e n f a t i z z a r e g l i e l e m e n t i n a t u ra l i d e l p a e s a g g i o . C a n c e l l a n d o l ’ i m p r o n t a d i Va n b u r g h c h e avev a c r e a t o u n g i a r d i n o f o r m a l e a l l a f ra n c e s e , B r o w n h a a r g i n a t o i l f i u m e c h e a t t rave r s av a il parco, creando un lago artificiale con cascate e grandi spazi con e l e m e n t i a r m o n i o s i c o m e g l i a l b e r i i n f o r m a l m e n t e d i s p o s t i p e r i n v o g l i a r e l ’ o c c h i o v e r s o l 'o r i z z o n t e . N e l 1 8 8 2 i l n o n o D u c a d i M a r l b o r o u g h c o m i s s i o n ò a l l ’ a r c h i t e t t o f ra n c e s e A c h i l l e D u c h e n e i l g i a r d i n o a l l ’ i t a l i a n a c o n u n a a ra n c i e ra e a l c e n t r o d e l q u a l e s i

t r o v a l a b e l l i s s i m a Fo n t a n a d e l l a S i r e n a d e l l o s c u l t o r e a m e r i c a n o Wa l d o S t o r y A l l ’ i n g r e s s o d e l p a r c o s o r g e l a C o l o n n a d e l l a V i t t o r i a , a l t a 4 1 m e t r i , c o n i n c i m a u n a s t a t u a d e l p r i m o d u c a c h e i n d o s s a u n a t o g a r o m a n a e c o n u n a m a n o p o r g e l a V i t t o r i a A l a t a A c o m p l e t a r e i l p a r c o u n a r b o r e t u m , u n l a b i r i n t o i l s e c o n d o p i ù g ra n d e a l m o n d o u n g i a r d i n o s e g r e t o , u n r o s e t o e l a B u t t e r f l y H o u s e c o n e s e m p l a r i d i f a r f a l l e p r ove n i e n t i d a o g n i c o n t i n e n t e

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Arrivare nel nulla di Ouarzazate, la “città alle porte del deserto” e trovarsi catapultati in un ’oasi di lusso berbera immersa in un giardino ricco di colori e tradizioni e scene da film È quello che un ospite dell’hotel Le Berbère Palace si troverà di fronte andando ad alloggiare in questo sontuoso albergo costruito nel 1991 rispettando i canoni dell’architettura delle locali kasbah che costellano il territorio circostante. Sparso su una superficie di sette ettari, dotato di 250 camere, 5 ristoranti ed una meravigliosa piscina con gazebo, Le Berbère Palace accoglie i clienti nel perfetto stile dell’ospitalità locale Le stanze, allineate lungo un giardino di aranceti, oltre ad avere un salottino dispongono di grandi bagni con vasca e doccia separate Il personale sempre disponibile, la pulizia impeccabile, l’arredamento elegante e raffinato che non scade mai nella pacchianeria in cui

troppo spe uno dei mi del Berbèr lusso, collo pochi pass Ouarzazat deserto (in chilometri cinematog Studios do di spade, Il Obelix. Lo scenografie

68 OTTOBRENOVEMBRE O u a r z a z a te L e B e r b è r e Pa l a c e H 68 Testo e Foto di Piergiorgio Pescali KALEIDOSCOPE Le Berbère Palace Hotel Quartier Mansour Eddahbi, Ouarzazate, 45000, Morocco Tel. +800-8585-2345 www.le-berbere-palace.hotel-rn.com

H o te l

sso decadono le strutture moderne, fanno di questo hotel gliori a livello nazionale. Un punto decisamente a favore re è anche la posizione: a differenza di molti alberghi di ocati lontano dai centri cittadini, questo si trova invece a i dal centro di Ouarzazate, la “Hollywood marocchina”. e, infatti, oltre ad essere considerata la porta d’entrata del n realtà il deserto vero e proprio inizia a Mhamid, 300 più a est), ospita due degli studios più importanti della rafia mondiale: i CLA Studios e l’Atlas Cooperation Film ve sono state girate scene di lungometraggi come Il trono gladiatore, Lawrence d’Arabia, diverse serie di Asterix e stesso hotel ha nelle sue sale memorabilia, mobili e intere e di film, come una delle bighe utilizzate in Ben Hur o la sala

del trono di Ramesse, il faraone biblico La scenografia è quella usata nel film "I 10 comandamenti" diretto da Robert Dornhelm (2006). Decine di attori, registi, produttori e sceneggiatori che sono venuti a Ouarzazate a girare scene di film da loro diretti o interpretati ha trovato ospitalità tra le mura de Le Berbère Palace: Angelina Jolie, Monica Bellucci, Cate Blanchett, Robert Redford, Penelope Cruz, Orlando Bloom, Brad Pitt, Martin Scorsese, Ridley Scott, Nicole Kidman, Mick Jagger Gli ospiti dell’hotel hanno anche possibilità di fare numerose escursioni nei dintorni: la famosa kasbah di Aït Benhaddou si trova a 45 minuti d’auto, mentre l’oasi di Fint è a soli trenta minuti Raggiungibile con una bella e comoda passeggiata a piedi è la kasbah di Taourirt, che a sera viene illuminata con luci multicolori.

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Se bellezza, buona cucina e poesia possono trovare un punto triplo in cui tutti gli elementi caratteristici di ciascuna di queste arti convivono armoniosamente tra loro, lo Story Hotel di Rabat ne è la sintesi. Situato nel quartiere delle ambasciate della capitale del Marocco, ad una quindicina di minuti d’auto dal centro, questo boutique hotel di lusso non lascia nulla al caso Nel 2019, quando la compagnia privata Abu Dhabi Capital Group LLC ha chiesto allo studio di architettura MHNA di ristrutturare villa Diyafa (“ospitalità” in arabo) per ricavarne uno dei più lussuosi alberghi marocchini, i titolari, Marc Hertrich e Nicolas Adnet, hanno pensato di prendere spunto da Abu al Hasan Ali ibn Nafi, detto Ziryab, il poeta e musicista islamico del IX secolo che nell’822 si trasferì da Baghdad nella corte omayyade a Cordoba sotto la protezione del sultano Abd al Rahman Qui Ziryab fondò una scuola musicale che, a differenza di quanto accadeva nella capitale dell’impero arabo, faceva della sperimentazione il suo cavallo di battaglia meritandosi la fama di “ Lo Story R stanze luss non lascian in cui i l’abbiname l’ospite co andalusa e si ritrova n canali d’irr centrale co al giardino cui rilassar mentre ne rumeno Va cultura and R a ba t S to r y H o te l Testo e Foto di Piergiorgio Pescali Story Hotel Quartier les Ambassadeurs, 10220 Rabat Morocco Tel. +212 (538) 050800 www.story-rabat.com/

fondatore delle tradizioni musicali della Spagna islamica”

Rabat ha fatto della sperimentazione il suo stile: le 27 suosamente allestite, le enormi 10 suites e la Villa Emiri no nulla al caso: ogni stanza è arredata con un gusto unico tessuti, gli oggetti soprammobili, l’arredamento, ento dei colori sono scelti con cura così da accogliere ome fosse a casa propria. Il connubio tra l’atmosfera e la cultura islamica personificata dalla filosofia di Ziryab nel Seguiya, il canale d’acqua che nel Maghreb indica i rigazione agricoli e che nello Story Hotel collega la hall on la piscina e la Spa completa di hammam affiancandosi . Nella struttura principale, la biblioteca offre un luogo in rsi con una terrazza che si affaccia sul giardino esterno, ella lounge Majlis quattro enormi quadri dell’artista adim Cretu ritraggono cavalli, altro collegamento con la dalusa La sublimazione dei sensi passa anche attraverso

il gusto e Ziyab rivoluzionò, oltre che la musica, anche la tavola spagnola introducendo le buone arti della tavola e il galateo. Se, in linea con l’uso visigoto, prima ci si abbuffava di fronte a tavole su cui si accatastavano cibi cucinati alla stessa maniera, Ziyab diede una sequenza alla presentazione delle portate sulla tavola: alle zuppe doveva seguire pesce o carne per terminare con frutta e dessert Come Ziryab, anche il ristorante dello Story Hotel, Le Safran utilizza lo stesso stile di sperimentazione: appena gli è possibile lo chef Youssef Zeroual, chef dell’anno 2021 secondo la World Gastronomic Organization, viaggia nella valle Ourika, sulle montagne dell’Atlas, per cercare le migliori spezie e ingredienti da utilizzare nella sua cucina. Come Ziryab aggiunse una quinta coppia di corde al liuto (sino ad allora formato solo da 4 coppie di corde) che si facevano corrispondere all’anima dello strumento, anche Zeroual ha aggiunto il giusto pizzico di spezie alle sue creazioni per fornirle dell’anima necessaria

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La scelta editoriale di porre in copertina e nella controcopertina due belle immagini di Ettore Roe sler Franz si pone davvero come un ottimo incipit alla lettura del testo E’ infatti assai significativo vede re dinanzi a noi una “Roma come era ” e poi, oggi, una “Roma come è”, e chiedersi con l’Autrice, se tutti quei tagli e quelle distruzioni siano stati compiuti per il bene di quella che era destinata a divenire Capita le. Ecco così che, a mano a mano, “Sogno notturno a Roma” ci conduce in un percorso assai particola re, che va da piazza Venezia e ritorna, dopo un am pio giro, a via dei Fori Imperiali Cinque personag gi, nemmeno tutti “umani” attraverso dialoghi e di gressioni storiche osservano quei “vuoti urbani” che vennero “creati nella convinzione di “risanare Roma e farne una città moderna” Vediamo ad esempio quella grande area intorno al Campidoglio che oggi non esiste più ed invece aveva un grande pregio sia storico che artistico, includendo nel suo perimetro antichi rioni, quali Campitelli, Pigna, Trevi, Monti, con tutti i relativi collegamenti con il resto della città che invece con le distruzioni, vennero cancellati ineso rabilmente. Puntuale, per quanto complessa nella sua ideazione più politica che paesaggistica, appa re così la descrizione della nascita della via dei Fori Imperiali che, inaugurata nel 1932 da Musso lini, aveva spazzato via un intero rione, “incuneato, senza soluzione di continuità tra i contigui Monti e Campitelli”, allorché non si tenne conto, oltre al di sagio urbanistico, architettonico e paesaggistico, an che del disagio sociale che si creava allontanando gli abitanti di quella zona centrale della città per tra sferirli in lontane borgate periferiche quali: Primavalle, Val Melaina e Tor Marancia Ed eccoci ancora ad ana lizzare, attraverso le immagini che l’autrice riesce a creare con le sue parole, le trasformazioni urbani stiche e paesaggistiche che la città ha subito nel tem po, perché anche il lettore in certo modo possa chiedersi se siano state giuste o meno per la moderna città che in realtà avrebbe dovuto forse continuare a “vivere” le importanti stratificazioni sulla quale i se coli l’avevano edificata in modo tanto unico ed ec cezionale L’esposizione letteraria, che prende in esa me gli anni compresi fra il 1871 e il 2021, è così or ganizzata secondo successivi itinerari, veri e propri “quadri” che si propongono al lettore proprio per es sere, in certo modo, maggiormente capiti a cura di Luisa Chiumenti

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B R I

E M O T I O N S

«Voglio aggiungere vita ai giorni e non giorni alla vita»: parole molto semplici che l’autore fa apparire nel la controcopertina del volumetto, che si offre subito al lettore, come un susseguirsi di idee, impressioni, considerazioni, che ognuno potrebbe mettere “ a cor redo” del volgere graduale della propria esistenza

«Guardare, osservare, cogliere i mutamenti della natura», e ancora: dare importanza all’”ascolto”, perché senza di esso «noi non siamo, né impariamo a parlare», perché in realtà “sentire” è molto diverso dall’ “ascoltare” questi e molti altri sono i suggeri menti che si colgono in ogni pagina del volumetto Egli ci presenta il volgere delle varie età della vita, come lo svilupparsi di una giornata fruttuosa che avanza nel tempo, dal sorgere del sole al tramonto, traghettandoci da una riva all’altra del nostro per corso vitale, con una pienezza di contatti con tutto ciò che in quel momento corrisponde alle aspetta tive caratteristiche di quel determinato passaggio E colpisce ancora in questo testo una sorta di inno alla luce, «il primo dono gratuito per chi viene al mon do» e che permette, di «vedere la terra e il mare, gli al beri e tutte le creature», costituendo «il più bel racconto da leggere e contemplare» Il testo si presenta allora, con una scrittura agile e stimolante, quasi come “gui da” al godimento e alla valorizzazione che la vita in se stessa merita, passo dopo passo, per la molte plicità delle immagini, dei rapporti, dei contatti, che si creano di continuo «Camminare nella solitudine del la natura o tra la gente in città, è sempre un ’avventura straordinaria» e si può condividere con Enzo Bianchi, la definizione che Machado ha lasciato con il suo in teressante concetto per cui «Camminando si apre cammino» Stupiscono altresì alcune osservazioni dei rapporti intensi che ognuno può avere con il pros simo anche sconosciuto, con un semplice scambio di sguardi che, camminando apre un mondo che, in una “fiumana di vita” compone quella grande uma nità fatta di miliardi di uomini e di donne. Nella sua qualità di giornalista e scrittore, Enzo Bianchi, fon datore della Comunità Monastica di Bose, di cui è stato Priore fino al 2017 sa offrire al lettore, un vero e proprio “inno alla vita”, scaturito anche dalla sua stessa formazione religiosa e culturale, che lo ha por tato a studiare la spiritualità cristiana e il dialogo del la Chiesa con il mondo contemporaneo a cura di Luisa Chiumenti

Annarosa Mattei Enzo Bianchi LA VITA E I GIORNI Sulla vecchiaia IL MULINO EDIZIONI
76 OTTOBRENOVEMBRE
SOGNO
(1871 2021) LA LEPRE EDIZIONI
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