Virus, Umani e la natura violata (Franco Canestrari)

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Coltivare senza avvelenare Poiché, come citato, la prevenzione primaria parte dal cibo, è necessario riflettere sulla qualità di ciò che mangiamo. Non si può ignorare come l’uso della chimica nei campi stia uccidendo futuro, salute e ogni ricchezza; per questo occorre coltivare senza usare veleni, nutrire i campi con concimi naturali: perché la qualità del cibo dipende dalla salute della terra; perché solo così si possono avere alimenti privi di residui tossici. Mangiare cibo biologico - che non contenga sostanze nocive - deve essere un diritto universalmente riconosciuto e alla portata di tutti. È proprio questa la missione di una realtà con cui ho avuto il piacere di confrontarmi, la cooperativa CAMPO, nata nel 1978 per dare risposta ad un quesito ben preciso: come coltivare senza avvelenare la terra e produrre un cibo amico della salute delle persone. Da oltre 40 anni la cooperativa si adopera per lo sviluppo dell’agricoltura biologica in Italia e si pone come obiettivo quello di migliorare la qualità di vita di tutti, non solo di pochi. Un compito di responsabilità sociale, ricco di significati: impegnarsi ogni giorno affinché il cibo non porti con sé veleni, mai più, e sia accessibile a tutti, sempre. Per farlo ha deciso, sin dalle sue origini, di occuparsi di alimenti di base, cibi di uso quotidiano che non mancano mai nella dispensa di casa, così dimostrando che è possibile realizzare pasta, pomodoro, legumi e condimenti secondo il metodo dell’agricoltura biologica e ad un costo comprensibile. Oggi è però necessario fare un passo in più e spostare lo sguardo dal “semplicemente biologico” al “sostenibile”, di cui il biologico è RAPPORTI DI COLLABORAZIONE • 311


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