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CRISTIAN E FURIA
IN DUE NELL'AVVENTURA
DI ALESSANDRA PIRRO
È il primo di luglio. In Sardegna soffia il vento di ponente, che per fortuna non gira a maestrale, perché qui, di fronte alle Bocche di Bonifacio, quando tira forte da Nord Ovest non fa sibilare solo le scotte delle barche a vela, ma travolge ogni cosa con tutta la sua potenza che sa di terra e mare.
La Sardegna, per chi non lo sapesse, è anche regione di cavalli, con una tradizione fortemente radicata. Stasera sono nel maneggio de Li Nibbari, a Santa Teresa di Gallura, per salutare gli amici Anna Teresa e Maurizio, rinomati allevatori e titolari da molti anni dell’attività, Giovannella e tutte le ragazze che si distinguono gareggiando nell’endurance in giro per l’Italia. Chiamare questo luogo “maneggio” lo ritengo assai riduttivo perché qui non si insegna solo ad andare a cavallo: è piuttosto un circolo nel quale si incontrano e si confrontano culture diverse e personaggi trasversali, provenienti da qualunque posto del mondo, il luogo dove ti siedi a tavola con il contadino e allevatore fiero conservatore dei segreti del suo mestiere e l’astrofisico alla ricerca perenne dei buchi neri e delle nuove galassie. Insieme si conversa, si mangia si canta, senza barriere, sovrastrutture, arricchendo ognuno la propria conoscenza con la condivisione, soddisfacendo la curiosità e ascoltando i racconti di altri modi di vivere, a volte anche anticonvenzionali.
Stasera la cena è per un’iniziativa benefica e il contributo raccolto verrà destinato all’acquisto di un deambulatore sedia-mare che consentirà alle persone con disabilità temporanea o permanente, siano essi residenti o turisti, di camminare su terreni difficili come sabbia e ghiaia. Ci sono il sindaco con la giunta comunale e tanti liberi cittadini e “seguaci” del promotore dell’iniziativa Cristian Moroni, fondatore dell’Associazione di Volontariato “Cristian e Furia ODV”.
Ma chi è... costui, anzi chi sono questi due che hanno viaggiato lentamente per quasi due anni disegnando il perimetro della nostra penisola fino ad arrivare fin qui attraversando il Tirreno? Lui, un ragazzo che a 5 anni ha iniziato con i pony al parco di Villa Borghese, nel cuore di Roma; lui che poi si è trasferito con la famiglia a Santu Lussurgiu, paese di origine, per iniziare con asini e cavalli anglo arabi sardi.
Uno così si capisce già che è un predestinato... un eletto per diventare un eterno ragazzo, o meglio, un uomo-fanciullo con il cuore puro, l’eroe invincibile della saga fantasy dall’aspetto e la corporatura di un vichingo, con al collo la medaglietta con la croce di San Benedetto, lui, il protagonista che migliora il mondo con la sola forza disarmante della fratellanza e della carità nella fiction di prima serata; lei, invece è Furia, la sua cavalla “maremmana migliorata” di 18 anni, l’altra sua metà del cuore, la compagnia ideale per stare in armonia con sé stesso e con gli altri. Loro due insieme, così iconici da rappresentare la favola possibile e anacronistica in un tempo in cui i valori soccombono al pressapochismo, in cui i sentimenti sono una diminutio anzichè un dono innato. Tutto semplice? No, perché a noi si mostra, passatemi il termine, il prodotto finito. Questo loro cammino quasi salvifico, documentato quotidianamente da Cristian che monta da solo immagini e musica regalandoci panorami unici ed emozioni allo stato puro, assume un significato sí spirituale, ma anche meramente terreno. La tentazione di non fermarmi all’apparenza, all’immagine di personaggio/attore bello e misterioso che inevitabilmente finisce per appicicarti addosso la comunità della rete, mi ha spinta a farmi concedere una piccola intervista a cui si è volentieri sottoposto.
1) Cristian, comincio con una banalità, ma non posso non chiederti il perché di questa scelta. Ho chiuso con la vita precedente perchè mi stava stretta: avevo accumulato anni di insoddisfazione nel mio lavoro ed ero stanco della mia quotidianità. La routine mi stava uccidendo. Quindi mi sono messo a studiare come cambiare il mio futuro. Sono cresciuto a cavallo e questa cosa dovevo metterla a frutto. Perciò ho pianificato questo viaggio, che nella mia mente doveva essere molto più strutturato e sicuro. Ma poi, per mancanza di sostegno, ha mutato pelle e si è trasformato in un cammino solitario molto più spartano e avventuroso. L’aver dato un taglio netto col passato mi ha regalato l’opportunità di vivere una seconda vita: la mia nascita ora si data al 24 maggio del 2021... Quindi adesso posso dire che ho solo due anni!
2) Come hanno reagito i tuoi parenti ed amici?
Parenti, amici e conoscenti mi prendevano in giro deridendomi. Nessuno credeva in noi, ero da solo a credere in me stesso. Ma sapevo che avevo ragione.
3) Da quanto tu e Furia siete l’uno parte dell’altra?
Io e Furia siamo insieme da 13 anni.
4) Come assecondate i vostri bisogni primari, cioè chi vi dá da dormire da mangiare, da bere quando viaggiate? Il mio pensiero primario è sempre per lei. Per sfamarla mi procaccio dei pascoli e chiedo il permesso di poterla lasciar libera di mangiare. Per sfamare me stesso mi porgo con cortesia a chi incontro: in un panificio chiedo pagnotte invendute, in frutteria prodotti rovinati, altrove scatolame prossimo alla scadenza. Mi sono reso conto di quanto speco alimentare esista nel nostro Paese. Poi spesso mi capita di venire invitato a cene organizzate. Per dormire non mi formalizzo: dormo ovunque perché ho la mia tenda e posso montarla nei campi, nei casali, nei cortili. L’importante e che io e Furia siamo sempre vicini. Poi capita che molti maneggi ci ospitino, quindi, in quel caso, dormo nelle Club Houses. Se non c’è questa opportunità, dopo la camminata quotidiana, comincio a ragionare, o meglio, a “fiutare” un luogo sicuro per la notte, che sia recintato, antifuga, antifurto. E qui possono andar bene i giardini di case in rovina, gli spazi verdi delle scuole medie o elementari, le fabbriche in disuso, luoghi recintati in cui ci siano strutture perimetrali sicure e in muratura. Chiedo in giro se c’è presenza di pastori o allevatori e chiedo loro se mi danno un po’ di fieno. Per fare quello che faccio ho bisogno di dormire bene e dormo bene solo se Furia è al sicuro. Poi, quando mi sveglio, in estate amo cercare tubi dell’acqua, li appendo al ramo di un albero e con acqua fredda e saponetta di Marsiglia mi rigenero, per poi ricominciare il cammino. Abbiamo percorso 8mila chilometri con andatura sempre al passo, e il mio bene prioritario è per Furia, che non si stanchi, che non abbia mai nemmeno l’ombra di una fiaccatura, tanto che i ranch, i circoli ippici di tutta Italia si congratulano con noi. Ogni giorno, mi metto a testa bassa, ringrazio il Signore di avere la salute e, con il mio cellulare, organizzo le cene di beneficenza che tengo di luogo in luogo. Ma l’obiettivo giornaliero è sempre quello di portare Furia al sicuro con cibo e acqua.
5) Quanto coraggio ci vuole ad affrontare ogni sfida quotidiana avendo con sé un animale che necessita attenzione prima di te stesso?
I pericoli ci sono sempre. Per affrontare un viaggio di due anni come il nostro ci vuole tanto coraggio, preparazione, spirito di adattamento e cento occhi!
6) Ti sei mai imbattuto in uomini o animali che vi abbiano messi in pericolo?
Per evitare problemi con animali e persone, devi conoscere molto bene te stesso ed essere sicuro di te e delle tue capacità di valutazione nelle varie situazioni.
7) Qual è il tuo posto del cuore?
Ancora non lo so, ma so che presto o tardi ci sarà un posto che “mi sceglierà”. Per ora continuerò a viaggiare con Furia.
8) Cosa vuoi insegnare a tutti noi?
Il mio messaggio è destinato soprattutto ai giovani: seguite il vostro istinto! Se sentite dal profondo del vostro cuore che potete fare “quella cosa” e il solo pensarla vi rende felici, allora non esitate. Fatela senza ascoltare nessuno, ascoltate solo voi stessi, né amici, né parenti, né genitori: andate dritti al vostro obiettivo!
9) Come vedi il tuo futuro?
Non guardo al futuro. Vivo giorno per giorno perché grazie al mio istinto e al mio cuore sono riuscito a conquistare uno stile di vita meraviglioso.
Lui è Cristian e lei Furia, in due per dare luce e speranza, per mostrare agli increduli di cosa è capace la parte buona dell’anima.
Foto di Cristian Moroni