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IPPOTERAPIA ED EQUITAZIONE RICREATIVA PER DISABILI

DI TINO NICOLOSI

“Gli occhi sono lo specchio dell’anima” scrive Cecilia Ahern, l’irlandese che a soli 20 anni firmò un bestseller tradotto in 50 paesi del mondo.

Questa frase ogni giorno viene inconsciamente applicata nella vita quotidiana di tantissime famiglie di tutto il mondo, quando attraverso quello sguardo passionale, perso ed a volte sofferente, una madre guarda il proprio figlio con le sue fragilità e difficoltà.

Ci interroghiamo continuamente sull’energia che un essere umano trasmette al mondo che lo circonda e queste vibrazioni non sono riservate esclusivamente a persone comuni, ma prevalentemente vi sono persone che attraverso gli stessi occhi con cui vediamo il mondo vivono la realtà delle cose con una sensibilità superiore a noi stessi.

Parliamo del mondo della Disabilità. Attraverso quegli occhi vi si trova il coraggio, la forza e la determinazione di gridare al mondo “io esisto e ho la capacità di insegnarVi il vero valore della vita” indipendentemente dai limiti fisici o mentali.

Negli anni il mondo della disabilità è sempre stato sostenuto sia dalle istituzioni che dalle società internazionali, ma quello che vogliamo raccontare è una storia che possa sempre più sensibilizzare le persone ad avere una visione più amplia delle normali metodologie con cui si affronta il tema disabilità.

Parliamo dell’equitazione ricreativa per

disabili. Tantissime sono le problematiche del mondo della disabilità ma altrettanto efficaci sono gli strumenti con cui possiamo alleviare queste persone dalla normale routine giornaliera. È ormai constatato che il cavallo semplicemente con la sua presenza dona una sensazione di benessere psico-fisico.

Negli anni sono state messe a punto delle tecniche e dei giochi che portano beneficio ai diversamente abili, questo perché non vi deve essere solo una conoscenza del cavallo in se ma soprattutto una conoscenza delle diverse disabilità e delle diverse reazioni ed emozioni che lo stesso avvicinamento può procurare.

Proprio per questo vi è una distinzione fondamentale da sottolineare e cioè la distinzione tra Ippoterapia ed Equitazione Ricreativa per Disabili.

Nella prima, come suggerito dalla parola stessa, vi troviamo delle metodologie ed uno staff di professionisti medici che attraverso le sedute in campo applicano e seguono una “Terapia” attraverso il cavallo; nella seconda, come suggerito dalla parola stessa “ricreativa”, troviamo delle metodologie ed uno staff di soli istruttori che hanno come finalità principale quello di avvicinare, far giocare ed a volte far sportivamente competere il disabile attraverso il cavallo.

Sono nettamente due approcci diversi e indubbiamente cambiano le figure che orbitano intorno al disabile.

Nell’ippoterapia troviamo medici, psicomotricisti e neurologi, nell’equitazione ricreativa per disabili troviamo istruttori ed assistenti (non sanitari) che hanno il compito di applicare attraverso metodologie efficaci l’avvicinamento del disabile al cavallo dipendentemente dalla disabilità cui si viene a confronto.

L’ippoterapia non ha una storia lontana nella storia dell’uomo, nasce in Francia nel 1965 grazie a studiosi francesi che capirono l’importanza del cavallo come mezzo conduttore di serenità psico-fisica e solo nel 1976 arrivò in Italia per poi essere applicata in oltre 20 paesi del mondo come strumento efficace per tutte le disabilità.

L’ENGEA sin dalla sua nascita ha creato il dipartimento di “Equitazione Ricreativa per Disabili” e da oltre 24 anni forma gli istruttori per applicare metodologie finalizzate al benessere del diversamente abile.

A Milano il 24 settembre si è tenuto presso la Chiesa Rossa il Festival dell’Abilità, manifestazione che da tantissimi anni sostiene, promuove e divulga la sensibilità per questo bellissimo mondo che è diventato sicuramente un mondo da cui imparare tantissime lezioni di vita e trovare lo spunto per fermarsi e comprendere se i nostri occhi lo stanno veramente guardando sotto il giusto aspetto oppure lo stiamo semplicemente e superficialmente guardando senza colori.

Il mondo della disabilità insegna a guardare ogni aspetto della propria quotidianità come l’arcobaleno dopo un temporale.

La nostra missione è quella di far vivere quei colori al massimo della loro bellezza e regalare la stessa bellezza a persone speciali che non hanno assolutamente nulla da invidiare al resto del mondo ma anzi hanno da insegnare a tutti una visione diversa delle cose. Lo faremo insieme, lo faremo attraverso il cavallo.

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