Newsletter n° 8 settembre 2015

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2015 N° 8

Piazza Loreto, 3 Lavis

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Una bella immagine, una mattina dall'Ortles dei ragazzi del GAL

In tutta Europa rifioriscono i nazionalismi, mentre i "pigs" stanno subendo gli effetti devastanti “dell'austerity competitiva" che rischia di dare il colpo di grazia al sogno di un'Europa federale e unita. Nel centenario della grande guerra tornano a galla i pericolosi richiami "della terra e del sangue" e i territori di frontiera come il nostro rischiano di invischiarsi in vecchie e logorate logiche identitarie, che dovrebbero essere superate. Una delle identità' che ha caratterizzato il nostro "meticciato alpino" che è stata effettivamente negata per molto tempo, torna prepotente. Il tentativo di una rivincita della parte "austriacheggiante" lo stiamo osservando anche in questi giorni attraverso l'iniziativa di piantare, sulle vette delle montagne, croci in ricordo solo di una parte dei caduti della grande guerra. La scelta degli Schuetzen è effettivamente una sfida pericolosa, che guarda ben poco al dialogo e alla collaborazione fra gruppi che un secolo fa erano su fronti opposti e sembra voler dire "adesso tocca a noi tornare in vetta riprendere una visibilità, che ci e' stata negata in passato" (che probabilmente fa anche comodo elettoralmente a qualcuno). La riflessione che viene da porsi è che forse a un secolo dalla guerra che ha massacrato troppi esseri umani trentini e non, sarebbe meglio cercare di far tornare le montagne, scenario di quegli scontri, un luogo di confronto e condivisione. Oggi più che mai servono momenti di cooperazione per costruire immaginari che mettano al centro il "cosmopolitismo riflessivo", elemento mancante di una globalizzazione che in questi decenni ha consolidato solo gli interessi di classi globali che


stanno portando avanti "una lotta di classe dall'alto". Nel frattempo milioni di persone cercano di sopravvivere a conflitti, che rischiano di riecheggiare pesanti errori già commessi in passato. (Jacopo Zannini, su www.trentino-suedtirol.ilfatto24ore.it) Ho voluto riportare questo articolo, che condivido in pieno, al fine di sottolineare la pericolosità di certi atteggiamenti revanscisti, spacciati per “azioni di pacificazione” che (secondo l'autore dell'articolo ed anche del sottoscritto) sono intesi dai più (sarà la diversa mentalità ed il modo di vedere le cose da punti di vista diversi, forse) come paglia sul fuoco, purtroppo sempre vivo, dei nazionalismi esasperati e dei razzismi ideologici. Il fatto di voler ricordare le vittime trentine ingiustamente dimenticate nel computo post-bellico per il solo fatto d'esser sudditi di un sovrano e cittadini di una nazione ormai inesistente (ma ribadendo la loro “asburgicità” come fossero tutti parenti della casa regnante) è un fatto che può sembrare assai ininfluente o, tutto sommato, positivo nell'era dell'Euro e delle frontiere abbattute. Proprio i sogni infranti delle nuove generazioni attorno ad un'Europa unita nelle sue diversità ma con solide radici nella comune cultura grecolatina hanno dato sfogo alle rivendicazioni di tutte quelle forze che fanno della divisione e dello sfruttamento del malcontento comune il terreno in cui piantare le loro idee egoistiche e reazionarie, molto simili a quelle che portarono allo scoppio del conflitto. Anche la scelta dei governi europei di puntare prima di tutto su un'Europa unita monetariamente prima che legislativamente (con leggi cioè comuni almeno nelle loro accezioni generali) ed il fallimento della stesura di una Costituzione Comune Europea ha portato, al primo accenno di crisi, al crollo del castello di carte costruito sulle sabbie della moneta unica e delle frontiere commerciali abbattute. Si sono cominciati a ricostruire muri divisori fisici e virtuali (vedi Polonia) per lasciare gli altri aldilà, nell'Europa dove non batte il sole,


per così dire. Le montagne, che nella fatica tutti uniscono e che 100 anni fa si sono viste spaccate e prese di mira dall'odio e dai proiettili, guardano ancora attonite i barconi affluire sulle vicine spiagge, le croci erette per ricordare diversità che si dovrebbero cancellare, i ducetti arruffapopolo incitare all'odio ed alla violenza lo straniero ed il diverso per mascherare la loro incapacità di risolvere veramente i problemi. Sulla porta di un rifugio c'era scritto: “La montagna è una maestra muta che crea discepoli silenziosi” (Goethe). Io credo che se le montagne potessero parlare urlerebbero di rabbia e dolore ed il rumore della loro impotenza sovrasterebbe qualsiasi altro. Probabilmente la scuola della montagna è riservata a pochi ed incompresi individui che, da buoni discepoli, subiscono l'assordante e debordante rumore del “nullismo europeo” in religioso silenzio. A settembre ricominciano le scuole e le ultime gite dell'anno, confidando nel bel tempo che ha accompagnato il feriale agosto di noi tutti anche se molti hanno passato il mese delle ferie curando la campagna e preparando raccolte e vendemmie, che si preannunciano soddisfacenti (ma non vorrei profetare a vanvera). Il 6 settembre i ragazzi dell'Alpinismo Giovanile si ritroveranno in Alto Adige -Sudtirol per il consueto Raduno Regionale Annuale sopra una foto di quello dell'anno scorso a Fiavè). Maggiori info appena le riceveremo dalla sede centrale (in questo ambito dobbiamo dire che le comunicazioni da parte dell'Organismo Centrale dell'Alpinismo Giovanile sono a volte latitanti e poco puntuali). Il 27 settembre invece una lunga ma crediamo appagante escursione tra la Val di Sole e la Val di Non, nel Parco Nazionale Adamello-Brentan attorniando Cima Uomo(2543) con i nostri passi.

Dal Web Oltre alla pagina di “incoming” (la home page) del sito dove, oltre al benvenuto, potete subito dare un'occhiata agli appuntamenti della sezione (e non solo), al meteo e quant'altro tenete d'occhio anche la pagina “Mondo Sat” per scoprire sia appuntamenti culturali di altre sezioni (ormai prendere la macchina per una serata di cinema o cultura a Povo o a Salorno non comporta un gran dispendio di forze ed economia) che interessanti proposte escursionistiche di uno o più giorni. Altra pagina “consigliata” quella degli “Altri Eventi”, perchè non si vive di solo montagna. Nel mese scorso ho inviato una mail contenente una pubblicità di un nostro socio e sponsor (l'iniziativa è stata solo mia, il socio in questione non aveva chiesto nulla al riguardo). Oltre ai ringraziamenti del socio, che ho apprezzato, mi è giunta la lamentela di un altro socio che mi ha invitato a non inviargli alcuna pubblicità nelle mail. Visto il limitatissimo, se non nullo numero di mail pubblicitarie fini a sé stesse che inviamo ai soci (si può definire pubblicità anche mandare l'invito ad un evento a pagamento organizzato da altra sezione o ente?) credo proprio che, pur facendo il possibile per non inviare reclame a chi non ne vuole, se riceverò inviti o informazioni promozionali da parte di nostri sponsor (vedi pagina attigua) le proporrò senz'altro ai soci che, leggendone la dicitura in apertura (News dai nostri Sponsor) potranno decidere di non aprirla neppure cestinandola. Come ho risposto al ringraziamento del nostro socio nonché sponsor l'intenzione della newsletter e della mailing list e' anche quella di fare conoscere, ai lavisani e non solo, le realta' commerciali del paese che, oltretutto danno il loro contributo alle associazioni. Sto caricando sul sito (appariranno a breve nella sezione “Nativi Digitali”) diversi programmi che potranno essere utili nelle vostre “escursioni” in rete. Unico neo: sono file compressi e lo scarico richiede tempo e pazienza. Sulla pagina c'è, in PDF la lista dei programmi e la descrizione. Poi, sempre piano piano,


le tracce GPX (da inserire nei navigatori Gps Garmin ma non solo) dei sentieri SAT e di alcune gite col link magari alle foto corrispondenti. Anche per questo mese credo sia tutto. Alla prossima! P.S. Credo sia doveroso ricordare anche chi in montagna ha lasciato la vita, specialmente se questo era una persona da molti conosciuta e stimata. Questo mese d'agosto e la settimana scorsa in particolare mi ha fatto perdere due amici, che in montagna avevano sempre trovato la loro dimensione, pur nella loro lontananza caratteriale e geografica. Orlando Panizza ed Oliviero Bellinzani sono i loro nomi. Permettetemi di unirmi al cordoglio delle loro famiglie anche da questa pagina (l'ho già fatto sui vari social network) e di salutarli per l'ultima volta, anche a nome vostro. Addio ragazzi, grazie per ciò che ci avete dato e….volate alto!

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