Newsletter n° 9

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2015 N° 9

Piazza Loreto, 3 Lavis

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La Marzola dalla Vigolana e, sulla dx., il lago di Caldonazzo

La diatriba tra camminatori e ciclisti, di cui al link qui sopra trovate alcune sfaccettature dell'ultima puntata (rispettivamente tra la Sat di Arco, tramite il suo Presidente Miori, e Ingarda, la società a partecipazione pubblica e privata che gestisce gli eventi turistici nell'Alto Garda), è ormai annosa ed ha toccato vari aspetti del rapporto tra queste due categorie sportive. Proviamo ad enumerare le ragioni degli uni e degli altri. Per i camminatori (Sat e Cai principalmente) la fruizione dei sentieri dovrebbe, ed il condizionale è d'obbligo, essere improntata alla mobilità dolce che non necessariamente escluderebbe chi in montagna ci va con la bici; i sentieri, siano essi percorsi da bici, gambe o quant'altro, hanno bisogno di costante manutenzione per evitare che la natura da una parte e la meteorologia dall'altra ne compromettano la strutturazione; ci sono diversi tipi di sentieri e su questi ci sono vari tipi di terreni e non tutti sono in grado di sopportare il carico dato dall'uomo in sella al mezzo meccanico che, oltre al peso, fa gravare sul terreno anche la velocità data al mezzo che, a lungo andare scava profondi solchi per arrivare, in condizioni di gelo e pioggia, a vere e proprie fratture; la pratica del downhill (negli ultimi anni divenuto di moda e punto focale della questione), oltre che essere regolamentata secondo le regole della sicurezza per chi lo pratica, richiede tracciati appositi che non possono essere condivisi per ovvie ragioni con chi si muove a piedi, adeguamenti alla sicurezza sicuramente invasivi in un contesto boschivo e, come molti consorzi turistici chiedono,


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