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Naturando, mettendo a frutto l’esperienza di tanti anni di ricerca sulle sostanze vegetali, ha selezionato 4 piante che si sono dimostrate un valido aiuto per favorire il metabolismo degli zuccheri. Ecco che nasce GLUCOSYN, il complemento alimentare che utilizza la sinergia degli estratti secchi di Gimnema, Cannella, Gelso bianco e Patata americana in grado di contribuire con efficacia a ridurre i livelli di zucchero nel sangue.



INDICE

ERBORISTERIA

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APRILE 2012

domani

Mercato 10 16

18 22

In vetrina Le novità, le linee, le iniziative delle aziende Post-show Cosmoprof 2012: Bologna si conferma capitale della bellezza Dalle aziende Materie prime, specialità, principi attivi In vetrina A Roma Cosmofarma 2012 guarda al futuro

Strategia per la filiera 9 24

36

Editoriale Agenda Savigliano: Quintessenza e la 10° Tavola rotonda Incontri, formazione, congressi Cronache cosmetiche

40 Il termine “depurativo” riassume gli effetti che si possono ottenere sugli organi emuntori grazie a opportuni trattamenti erboristici. Pur non trovando un riscontro scientifico il termine assume una rilevanza pratica per l’erborista al fine di instaurare una comunicazione efficiente e chiara con il cliente

Scienza e tecnica 28

40

Monografie Dolce come un fico di Paolo Poggi Fitoterapia Indagine sul significato del termine depurazione tra scienza e tradizione di Elisa Carnevale, Costanza Giunti e Stefano Bona

Cultura 48

62

Etnobotanica Burkina Faso: la foresta che rinasce di Stefania Schembari Piante: miti e leggende Il Mandorlo di Paolo Poggi

48 Un’associazione italiana impegnata nella promozione del turismo responsabile si è fatta carico, insieme alle comunità locali, di realizzare un ambizioso progetto: la creazione di un giardino botanico che potesse diventare una preziosa riserva di biodiversità, un laboratorio di tecniche colturali e un area di rigenerazione della foresta

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LibraMed regola il picco glicemico contro sovrappeso e obesità

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Libramed, grazie al suo complesso brevettato Policaptil Gel Retard®, agisce controllando i picchi glicemici, riducendo l’accumulo dei grassi e il senso di fame. Grazie a questo meccanismo d’azione Libramed, in associazione ad una dieta equilibrata e ad una regolare attività fisica, favorisce la riduzione del peso e della circonferenza ombelicale.


EDITORIALE

Destini incrociati “Questo ragazzo è uno dei più bravi” ricorda Stefania mentre ci mostra le foto che illustreranno l’ampio reportage che ospitiamo in questo numero sul Giardino Botanico Tibaldi in Burkina Faso. Stefania si riferisce a una delle guide che si dedicano alla cura del giardino e ad accompagnare i visitatori illustrando le piante medicinali che lo stanno ripopolando, i loro usi tradizionali e il loro possibile impiego moderno. Il suo ricordo rappresenta già un successo rispetto a uno degli obiettivi di questo progetto, forse quello meno evidenziato nelle relazioni tecniche, ma probabilmente uno dei più importanti: assicurare un passaggio di conoscenze dalle generazioni più anziane ai giovani riguardo la conoscenza delle piante locali, dei loro meccanismi di sopravvivenza in un ambiente a volte davvero aspro, e della loro potenzialità per curare le malattie, assicurare alimentazione, igiene e benessere a chi vive in questi territori rurali. La soddisfazione espressa dal volto di M. Ablasé, pensiamo dovuta in parte al fascino della divisa che indossa, richiama quella appena celata di una altra persona ritratta più avanti, in costume tradizionale, Taseré Ouédraogo, erborista e guaritore, che mostra un pianta raccolta da poco e di cui conosce bene le capacità curative. L’esperienza che raccontiamo, e che si svolge in un paese nel cuore dell’Africa, ha molti elementi in comune con il nostro lavoro qui. Forse più di quanti possiamo pensare. Il passaggio delle ultime generazioni che nelle nostre campagne conoscevano le erbe sta avvenendo rapidamente anche da noi, e forse non ci rendiamo conto che sono tante le conoscenze che stiamo perdendo. La flora selvatica della nostra penisola è un’altro patrimonio unico al mondo che il nostro paese dovrebbe salvaguardare, al pari di quello storico e culturale. E anche noi abbiamo bisogno di giovani preparati, che imparino a conoscerlo e

Demetrio Benelli direttore responsabile

prendersene cura. Ne parleremo a Savigliano, nella giornata di studio – aperta a tutti – che si terrà a metà di maggio. Una iniziativa utile, che corona dieci anni di incontri che il Corso di Tecniche Erboristiche dell’Università di Torino ha promosso, e che quest’anno, come vedrete in queste pagine, tratterrà proprio di biodiversità e di progetti sostenibili. Che dobbiamo imparare a sostenere anche qui da noi, magari dopo avere fatto una visita ai colleghi burkinabé con i viaggi di Mowgli.

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VETRINE

Cellulene con complessi vegetali contro gli inestetismi della cellulite Aboca torna protagonista nel trattamento della cellulite con una linea salutistica composta da due prodotti efficaci e sicuri: il Concentrato fluido, ad azione sistemica e la BioPomata ad azione topica. Cellulene Concentrato fluido integratore alimentare, con estratto liofilizzato di Centella asiatica, è un drenante specifico per uso interno, 100% naturale e senza conservanti, che aiuta a rimuovere i liquidi in eccesso dai tessuti, facilitandone l’eliminazione dall’organismo. Cellulene BioPomata è un cosmetico biologico certificato specifico ad azione nutriente per la pelle e lipolitica a base di Centella asiatica e Caffeina naturale. Cellulene BioPomata è adatta per favorire il massaggio donando una leggera e piacevole sensazione caldo/freddo. Modo d’uso Cellulene Concentrato fluido: Si consiglia di assumere un misurino (15mL) diluito in un bicchiere d’acqua una volta al giorno, preferibilmente lontano dai pasti. Il prodotto può essere anche diluito in mezzo litro di acqua da bere nell’arco della giornata. Modo d’uso Cellulene BioPomata: Applicare una volta al giorno massaggiando fino a completo assorbimento, con movimenti circolari dal basso verso l’alto sulle zone interessate, in particolare fianchi, cosce, glutei e addome. Per un’azione sinergica si consiglia l’uso combinato di Cellulene Concentrato fluido e BioPomata. La linea Cellulene di Aboca è disponibile in Farmacia e nelle Erboristerie Fiduciarie Aboca. Per ulteriori dettagli consultare il sito www.aboca.it

Verum DeliLax, azione delicata sul fisiologico transito intestinale La nuova formula di Verum DeliLax sciroppo, integratore alimentare, si caratterizza per la sinergica associazione della Fibra solubile da amido di Mais con Manna naturale da Frassino, Tamarindo e Prugna. In particolare, la Fibra solubile da amido di Mais agisce sulle feci aumentandone il volume e migliorandone la consistenza mentre la Manna naturale da Frassino liofilizzata e l’estratto liofilizzato di Tamarindo, con la loro azione osmotica, richiamano acqua nell’intestino. L’attività dei componenti è completata dal succo concentrato di Prugna che, oltre a rendere gradevole l’assunzione del prodotto, apporta componenti sinergici di valido aiuto nei casi di transito intestinale rallentato. La formulazione in sciroppo risulta facilmente dosabile e ben accettata anche dai più piccoli. Verum DeliLax sciroppo è un prodotto specifico per coloro che necessitano di un’azione delicata sul transito intestinale, adatto per un uso giornaliero e consigliato per donne in gravidanza e bambini. Modo d’uso: 10 mL di sciroppo per i bambini sopra i 3 anni e di 20 mL di sciroppo per gli adulti, diluito in mezzo bicchiere d’acqua. Verum PlantaFibra è disponibile in Farmacia, Parafarmacia ed Erboristeria. Per ulteriori dettagli consultare il sito www.plantamedica.it 10 ERBORISTERIA DOMANI Aprile 2012


Glucosyn, l’aiuto per il metabolismo degli zuccheri di Naturando

LA LINEA

Quando nel sangue è presente un alto livello di zucchero (oltre i 106 mg/dL), questo può danneggiare le cellule delle pareti dei vasi sanguigni. È quindi necessario per tutti, non solo per i diabetici, evitare cibi ricchi di zuccheri semplici e di grassi saturi e transaturi. Il limite massimo di glucosio, tollerato a digiuno e considerato normale, è compreso tra 70 e 100 mg/dL. Valori superiori segnalano uno scarso controllo del metabolismo degli zuccheri e possono nel tempo aumentare il rischio di sviluppare diabete, sindrome metabolica e malattie cardiovascolari. Insieme all’attività fisica l’alimentazione rappresenta un caposaldo per contrastare problematiche varie dovute all’eccesso di zucchero nel sangue. Nel caso di soglie elevate di zucchero nel sangue, invece, occorre rivolgersi allo specialista che darà precise indicazioni sulla dieta da seguire. Nell’area del metabolismo glucidico Glucosyn di Naturando è il complemento alimentare che utilizza la sinergia di quattro estratti vegetali in grado di contribuire con efficacia a ridurre i livelli di zucchero nel sangue. Nell’ambito di un sano stile di vita, con una dieta equilibrata e un adeguato esercizio fisico, Glucosyn costituisce una risposta naturale, efficace e sicura per favorire il metabolismo degli zuccheri nel sangue. Utile per controllare il metabolismo glucidico, riporta alla norma i livelli di glucosio nel sangue. Glucosyn agisce grazie alla sinergia tra i 4 estratti vegetali che lo compongono, sostanze di grande valore scientifico: Gimnema Estratto secco titolato al 25% in acido gimnemico. La molecola dell’acido gimnemico ha la struttura simile a quella del glucosio ma decisamente più grande. È in grado di legarsi ai recettori deputati all’assorbimento del glucosio nell’intestino, legame necessario per fare in modo che il glucosio venga assorbito e passi poi nel sangue. Questo legame del recettore con l’acido gimnemico, impedisce l’assorbimento del glucosio e quindi riduce la quantità di glucosio che passa nel sangue. Cannella Viene utilizzata la corteccia sotto forma di estratto secco. L’estratto di Cannella è in grado di potenziare l’attività dell’insulina aumentando l’utilizzazione del glucosio e riducendo quindi i livelli di questo zucchero nel sangue. Gelso bianco Vengono utilizzate le foglie sotto forma di estratto secco. L’estratto di foglie di Gelso bianco contiene sostanze in grado di inibire l’enzima alfa-glucosidasi riducendo così l’assorbimento del glucosio. Patata americana Si utilizza il tubero sotto forma di estratto secco. Questo principio vegetale esplica due importanti azioni. La prima è relativa all’aumento della sensibilità all’insulina favorendo così la riduzione di glucosio circolante nel sangue. La seconda è relativa al miglioramento dello stato metabolico in soggetti con elevati livelli di glicemia. Ogni compressa contiene: Gimnema estr. sec. (200 mg), acido gimnemico apportato (50 mg), Cannella estr. sec. (170 mg), Gelso bianco estr. sec. (150 mg), Patata americana estr. sec. (125 mg). Si consiglia l’assunzione di 1-2 compresse al giorno da assumere 15-30 minuti prima dei pasti. Per saperne di più, numero verde: 800 254142 Info: www.naturando.it

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VETRINE

Stevia Midy, edulcorante naturale da Esi La Stevia è una pianta appartenente alla famiglia delle Asteraceae ed è tradizionalmente impiegata dalle popolazioni del Sudamerica e già utilizzata in molti Paesi come alternativa allo zucchero per il suo potere dolcificante I principi attivi che caratterizzano la pianta e che conferiscono il sapore dolce sono lo stevioside ed il rebaudioside A. Il loro utilizzo come additivi alimentari è stato recentemente autorizzato per la quantità massima giornaliera in 4 mg per ogni kg di peso corporeo, ovvero 280 mg al giorno per una persona di 70 kg. Grazie a questi componenti, la Stevia ha un potere dolcificante circa 200-300 volte superiore al saccarosio, per cui una piccola quantità dolcifica quanto un cucchiaino di zucchero, fornendo zero calorie. ESI propone Stevia Midy, il dolcificante che contiene solo pura Stevia, 10 mg per compressa, senza altri edulcoranti aggiunti. La sua particolare formulazione consente la dissoluzione della compressa in pochi secondi. Stevia Midy è l’ideale per la dieta ipocalorica dei consumatori alla ricerca dei prodotti naturali. La confezione è in dispenser, che, pratico ed igienico, grazie al particolare meccanismo a molla, eroga una sola compressa per volta. La confezione contiene 100 compresse. Info: www.esitalia.com

Mandorle dolci e Argan, per la mamma Helan Sono tradizionalmente note le proprietà nutrienti e dermoprotettive dell’olio di Mandorle dolci che lo hanno reso un toccasana per i più svariati impieghi cosmetici,sia per gli adulti che per la delicatissima cute dei più piccini. L’aggiunta del pregiatissimo olio di Argan in questa preparazione della Linea Mamma di Helan ne completa l’azione rigenerante grazie all’elevatissima quantità di acidi grassi insaturi (omega-3 e 6), importanti costituenti delle membrane cellulari, e alla ricchezza di vitamine, fondamentali per lo sviluppo e la crescita delle cellule di sostegno della cute. Ha un’azione molto efficace per la ricostituzione della barriera cutanea e per favorire l’elasticità dell’epidermide. Incrementa l’idratazione della pelle secca, che tende facilmente a desquamarsi, regalandole morbidezza e tono. Caratteristiche di cui si apprezzano i vantaggi soprattutto in gravidanza. L’olio di Mandorle dolci è noto per le sue proprietà emollienti, addolcenti, nutrienti e lenitive, è ricco di acidi grassi essenziali e di nutrienti che stimolano il rinnovamento cutaneo e grazie alla presenza di numerose sostanze antiossidanti attenua i segni dell’invecchiamento ostacolando l’azione distruttiva dei radicali liberi sulle cellule e rallentando la disidratazione assicurano una ottimale idratazione cutanea. L’olio di Argan contiene un’elevatissima quantità di acidi grassi insaturi e di vitamina E ed altri anti-ossidanti, come flavonoidi e tocoferoli, che gli conferiscono proprietà idratanti, nutritive e protettrici. In particolare protegge l’epidermide e ne rallenta la disidratazione e la cheratinizzazione (da carenza fisiologica degli acidi grassi), svolgendo un’azione emolliente, idratante, restitutiva e protettiva. Un delicato massaggio a fior di pelle riscalda moderatamente l’Olio di Mandorle dolci e Argan di Helan, scioglie le tensioni muscolari e allontana la fatica. Particolarmente leggero e scorrevole è il prodotto ideale per reidratare la pelle con un’azione completamente naturale. Se ne consiglia l’applicazione su addome, seno, fianchi e cosce. Info: www.helan.it 12 ERBORISTERIA DOMANI Aprile 2012


Nasce nel bosco la nuova linea de L’erbolario

LA LINEA

La nuova linea de L’Erbolario nasce dalle sensazioni prodotte da una passeggiata lungo sentieri ombrosi, a raccoglier more mature e profumate da cespugli in fiore e ad avvolgersi negli aromi muschiati e freschi del bosco d’estate. La componente aromatica, e i principi attivi dei piccolo frutti del bosco, More, Lamponi e Mirtilli, sono infatti alla base della formulazione della nuove acque aromatiche e dei nuovi profumi, del bagnoschiuma e delle creme fluide della Linea Acqua di More. Il profumo (anche nella sua forma solida) evoca le componenti fruttate, ma anche le note verdi foglia e i muschi del bosco. Il Bagnoschiuma (con estratti di Mora, Mirtillo e Lampone, tonificanti e idratanti) affida l’azione detergente a tensioattivi ricavati dagli aminoacidi dell’Avena e dagli idrolizzato proteico di Mandorle dolci, che mentre lavano, distendono infatti sulla cute un sottilissimo film protettivo e anti-disidratante. La Crema Fluida per il corpo abbina l’estratto fluido di Mora e l’estratto oleoso di semi di Mora artica, che grazie alla loro ricchezza rispettivamente in acido gallico e antocianosidi e in tocoferoli, carotenoidi, fitosteroli e acidi grassi polinsaturi, tributano infatti al prodotto le sue spiccate doti antiossidanti. Ugualmente prezioso per la bellezza e per lo splendore dell’epidermide si rivelerà poi il contributo degli estratti di Lampone e Mirtillo nero, che qui svolgono ottimamente la loro attività protettiva, e degli oli di Oliva e Babassu, perfetti per ben nutrire ed elasticizzare l’epidermide. Info: www.erbolario.com

Erbacolor di Floreal, nuova linea all’Argan

LA LINEA

La nuova Linea Capelli all’Olio di Argan Bio Erbacolor è la risposta più innovativa e naturale al desiderio di avere capelli sani e lucenti. La Linea si compone di tre prodotti: Shampoo Illuminante con Olio di Argan e Semi di Lino per donare idratazione e brillantezza; Balsamo Illuminante con Olio di Argan, Sesamo e Limnanthes alba per ristrutturare e condizionare al meglio i capelli; Fluido Lucidante con Olio di Argan, Vitamina E e Filtro UV per capelli da elasticizzare e illuminare. L’Intera Linea Argan è prodotta dai Laboratori Erboristici Floreal, che garantiscono la creazione di un prodotto 100% italiano utilizzando estratti vegetali Bio certificati ECOCERT. Inoltre la loro formulazione è priva di SLS, SLES, parabeni e PEG. I tre prodotti, infine, sono stati tutti sottoposti al Nickel Test dall’ARPALAZIO di Roma e contengono profumazioni ipoallergeniche. Presenti a Cosmofarma, Pad. 8 Stand D 24 Info: www.floreal-cei.it Aprile 2012 ERBORISTERIA DOMANI 13


VETRINE

Polvere di riso colorata da Lepo Polvere a base di amido di riso, estratto di ippocastano e ceramidi vegetali, 100% naturale. Dal colore passepartout sabbia naturale e dalla texture multifunzione, è adatta a tutte le carnagioni. Uniforma perfettamente il colorito, toglie ogni traccia di lucido, opacizza la zona T e, allo stesso tempo, mantiene idratate le zone aride del viso, lasciando la pelle estremamente levigata e morbida. Info: www.lepo.it

L’Erbolario apre a Linate il negozio in franchising numero 100 Apre all’Aeroporto Internazionale di Linate a Milano, il centesimo negozio monomarca in franchising firmato L’Erbolario. Il nuovo punto vendita, ubicato all’area Imbarchi Terminal A1 – A16, ha una dimensione di 50 mq: uno spazio dove fare shopping e acquistare un regalo o una coccola profumata per sé prima della partenza sarà un piacere. L’apertura del negozio di Linate si inserisce in un ambizioso progetto di affiliazione che l’azienda lodigiana ha lanciato nel 2004 e che oggi festeggia l’apertura del centesimo punto vendita entrando per la prima volta nel prestigioso contesto aeroportuale milanese. Altamente strategico per l’azienda lodigiana, il nuovo punto vendita si rivolge ad un pubblico che viaggia per lavoro senza dover rinunciare al piacere di fare acquisti. Attraverso la formula del franchising L’Erbolario offre la possibilità ai suoi affiliati di portare nella loro città un modo di essere, antico per tradizioni ed esperienza, ma allo stesso tempo moderno ed attuale. La volontà è quella di aprire punti vendita

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COMPANY NEWS

in posizioni di passaggio, in città con almeno 20.000 abitanti, in vie commerciali di antica tradizione ed in moderni ed accoglienti centri commerciali. Tre sono i segreti della formula vincente del franchising dell’Erbolario: oltre alla scelta delle migliori location commerciali e a un layout dei negozi da poco completamente rinnovato, l’azienda punta soprattutto su una eccellente preparazione delle consulenti alle vendite, formate direttamente presso la sede di Lodi. Il tutto valorizzato da un’efficace comunicazione in store e da un adeguato merchandising. Info: www.erbolario.com


LA LINEA Aeris, tre risposte naturali per favorire l’eliminazione dei gas intestinali L’apparato digerente contiene numerosi gas sia di provenienza fisiologica dovuti all’ingestione di aria durante l’alimentazione e alla fermentazione di cibi, sia di origine patologica a causa di squilibri della flora batterica intestinale per infezioni batteriche o per stress. L’eccesso di gas causa il meteorismo che si manifesta con gonfiori addominali, che possono essere combattuti con una dieta che eviti i cibi meteorigeni (latte e latticini freschi, cipolle, rape, verze, cibi grassi, bibite gassate) e con l’assunzione di estratti di piante ad azione carminativa favorenti l’espulsione dei gas, anche in associazione al carbone vegetale dal noto potere adsorbente. Per questo Specchiasol presenta una linea novità, Aeris, composta da tre distinte referenze, adatte tra differenti modalità ed esigenze di utilizzo. Aeris Capsule, novità Specchiasol, è un integratore alimentare, dall’equilibrata formulazione a base di carbone vegetale finemente micronizzato in associazione ad estratti secchi ed oli essenziali di piante officinali dalle spiccate proprietà carminative utili per combattere i gonfiori addominali. Il bilanciato contenuto in carbone purissimo e la sua associazione ad altre piante dall’azione specifica consentono di evitare o di limitare fortemente la stitichezza e il malassorbimento intestinale, tipici effetti indesiderati dovuti ad una assunzione eccessiva di carbone. Ingredienti funzionali sono Carbone vegetale, Finocchio (Foeniculum vulgare Mill.) semi e.s. titolato allo 0.25% in olio essenziale, Melissa (Melissa officinalis L.) sommità e.s. titolato al 4% in acido rosmarinico, Manganese gluconato, Finocchio (Foeniculum vulgare Mill.) olio essenziale, Anice (Pimpinella anisum L.) olio essenziale, Limone (Citrus limon Burm. F.) olio essenziale, Coriandolo (Coriandrum sativum L.) olio essenziale. Di norma si consiglia l’assunzione di 2-3 capsule al giorno, dopo i pasti principali. Aeris Tisana, confezione da 20 buste filtro, unisce la praticità d’uso unita al piacere di sorseggiare una tisana dopo i pasti, al posto del caffè: un benefico e piacevole infuso a base di piante officinali note dalla tradizione erboristica per le loro apprezzate proprietà carminative utili per combattere il meteorismo. Gli ingredienti sono Anice verde (Pimpinella anisum L.) frutti 25%, Coriandolo (Coriandrum sativum L.) frutti 25%, Cumino (Cuminum cyminum L.) semi interi 25%, Finocchio (Foeniculum vulgare Mill.) frutti 25%. Le coliche gassose interessano fino al 25% dei neonati, nella maggior parte dei casi compaiono tra la seconda settimana ed il 3-4° mese di vita e si verificano soprattutto nelle ore del tardo pomeriggio-sera. In modo minore si manifestano anche nei bambini più grandi. Esse rappresentano motivo di allarme e preoccupazione per molti genitori che, davanti al pianto inconsolabile del proprio figlio spesso non sanno come comportarsi. La natura, offre degli estratti vegetali noti per alleviare i sintomi delle coliche e del meteorismo, che svolgono un’azione calmante, contribuendo alla riduzione degli spasmi intestinali e all’eliminazione dei gas. Aeris Gocce, contiene tre estratti di piante ad azione “antigas”, da somministrare prima e/o durante la crisi: Camomilla, Melissa, Carvi. Ingredienti funzionali sono Camomilla (Matricaria chamomilla L., maltodestrina) capolini e.s. titolato allo 0,3% in apigenine totali, Carvi (Carum carvi L.) frutti e.s., Melissa (Melissa officinalis L.) foglie e.s. titolato al 4% acido rosmarinico, Camomilla (Matricaria chamomilla L.) capolini estratto molle. Con edulcorante di origine naturale (Steviol glicosidi). Info: www.specchiasol.it

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POST-SHOW

Cosmoprof 2012: ancora una volta Bologna capitale mondiale della bellezza Il mercato globale della cosmesi si incontra ancora una volta nelle quattro giornate bolognesi, alla ricerca di termini di confronto e di spinte innovative per affrontare il difficile momento congiunturale. Bologna si conferma la piazza irrinunciabile per gli operatori del settore di tutto il mondo per orientare le decisioni future: naturale e visioni sostenibili le scelte più convincenti in questa fase

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a quarantacinquesima edizione di Cosmoprof si è chiusa in un clima di positivo sguardo al futuro. Le 175.703 presenze nei quattro giorni di apertura confermano i dati da primato mondiale di una delle più grandi manifestazioni italiane e internazionali: evento di riferimento per gli espositori esteri, che sono cresciuti quest’anno del 5%, e per i visitatori internazionali che sono stati oltre 40.000. I dati della composizione internazionale delle esposizione: 2.320 gli espositori provenienti da oltre 70 paesi, e cinque nuovi Country Pavillion: Messico, California, Brasile, Paesi Bassi e Romania che portano a 20 il numero delle collettive di paesi produttori presenti. “Con questi risultati Cosmoprof Worldwide Bologna conferma il suo ruolo di appuntamento leader mondiale del settore – afferma Duccio Campagnoli, Presidente di BolognaFiere e SoGeCos società organizzatrice della manifestazione “un obiettivo raggiunto con concretezza e impegno che dà ancor più spinta al progetto di BolognaFiere di ripartire da questa edizione per puntare a essere la più grande piattaforma internazionale dell’industria della cosmetica e del benessere, e per un supporto ancor più forte del Made in Italy. Quest’anno Cosmoprof ha confermato ancora la possibilità per Bologna di ospitare grandissimi eventi – ha concluso Campagnoli - e questo ci indica la necessità di lavorare perché il quartiere fieristico di Bologna e la città vengano sempre più riconosciuta tra le grandi mete e le più grandi sedi fieristiche internazionali”. Soddisfazione da parte delle imprese aderenti all’Associazione degli Industriali italiani della cosmesi (Unipro) 16 ERBORISTERIA DOMANI Aprile 2012


e del Presidente Fabio Rossello che dice “Questo è un Cosmoprof concreto: durante la Fiera l’industria ha risposto con innovazione e coraggio alle richieste dei buyer internazionali che da tutto il mondo hanno visitato Bologna. Questa nuova edizione di Cosmoprof ci dà grande ottimismo per il futuro grazie all’impegno del Gruppo BolognaFiere e per la sinergia tra la nostra associazione e l’organizzazione della manifestazione”. Le sostanze naturali e le tendenze della cosmesi ecologica e sostenibile sono state anche quest’anno protagoniste di molti aspetti della manifestazione, dal padiglione Green, ai diversi momenti di confronto e approfondimento. Unipro ha presentato una indagine sull’evoluzione del punto vendita erboristeria, canale che si conferma come cuore pulsante di comparto cosmetico che complessivamente tiene, ma che solo nelle realtà della erboristeria e della farmacia vede una crescita di valore. Due momenti di analisi delle varie aree strategiche del mercato del cosmetico biologico a livello globale, e della potenzialità espressa dalla nutri cosmesi hanno impegnato un panel di esperti e di rappresentanti del mondo delle imprese specializzate, degli organismi di certificazione e di marketing strategico di tutta Europa, con il coordinamento e la supervisione di Amarjit Sahota, direttore del centro di ricerca inglese Organic monitor. n

RINNOVAMENTO AL VERTICE PER COSMOPROF

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u indicazione del Consiglio d’Amministrazione di BolognaFiere è stato nominato un nuovo Cda per la società che organizza tutte le manifestazioni di BolognaFiere nel campo della cosmesi, della bellezza e della farmaceutica (Cosmoprof Hong Kong e Las Vegas, Cosmofarma, EstethiWorld e IoSPosa). Il presidente di BolognaFiere Duccio Campagnoli ha assunto anche la presidenza di SoGeCos, assiemenel consiglio d’amministrazione a siedono Dino Tavazzi, persona con comprovate esperienze di amministratore di società, e Angela Laganà responsabile del settore cosmesi e chimica di Unindustria Bologna.

Campagnoli ha spiegato le ragioni del nuovo assetto societario: “Una scelta che segna un’ulteriore tappa nel processo di riorganizzazione nel quale siamo impegnati, vogliamo infatti realizzare, attraverso una maggiore integrazione e sinergia tra le realtà del Gruppo, una maggiore efficienza. Questa scelta rappresenta la volontà di investire ancora di più con il nuovo piano industriale di BolognaFiere nel ruolo di leadership internazionale nel settore della cosmesi, una posizione che vogliamo rafforzare ancora di più per rappresentare una grande piattaforma dell’intera filiera, dalla cosmesi alla farmaceutica, alla nutrizionistica per il benessere fino alle tecnologie per il packaging”.

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PRODUZIONE

Dalle aziende

Materie prime, specialità, principi attivi, formulazioni, processi industriali Polimero multifunzionale per emulsioni cosmetiche a varia viscosità La Lubrizol (in Italia, Biochim) ha recentemente introdotto in mercato un nuovo polimero sintetico che presenta possibilità applicative in una vasta gamma di preparati cosmetici. Novemer EC-2 Polymer (INCI = Sodium Acrylates/Behenet-25 methacrylate crosspolymer (and) Hydrogenated polydecene (and) Lauryl glucoside) è presentato in forma liquida (al 20% di sostanza attiva) per cui si presenta facile all’impiego, sia in processi a caldo sia a freddo, e consente, in funzione della dose di impiego (da 1 a 6%) l’ottenimento di emulsioni sia a bassa viscosità sia a viscosità elevate. Funziona da ispessente, emulsionante, stabilizzante e sospendente in fase oleosa. Il prodotto è caratterizzato da una elevata tolleranza agli elettroliti, in un ampio intervallo di pH, da 5,5 a 11 e consente la realizzazione di prodotti dotati di gradevoli proprietà sensoriali. Ai fini di ben regolare la viscosità finale del prodotto, l’ingrediente è possibile ad aggiungesi in ogni fase del processo.

Peptide da Avocado antiaging Per idrolisi enzimatica della polpa sgrassata del frutto di Avocado (Persea gratissima L.), è stato ottenuto un peptide a basso peso molecolare, concentrato che, dopo essiccazione e polverizzazione è stato veicolato su maltodestrina, con l’ottenimento di una polvere fine idrosolubile e pertanto pratica nella manipolazione ed impiego. Il prodotto, realizzato dalla Expascience Laboratoires, Fr (In Italia Variati), denominato Effipulp (INCI = Hydrolyzed Avocado protein (and) maltodextrin), quando incorporato in preparati cosmetici, si è rivelato in grado di stimolare la sintesi endogena dell’acido ialuroni18 ERBORISTERIA DOMANI Aprile 2012

co, agendo così come restituivo e reidratante di pelle matura o stressata. Inoltre, l’attivo è risultato efficace nel ridurre l’accumulo di proteine ossidate (di oltre il 44%) la cui presenza può condurre a manifesti segni di invecchiamento cutaneo; questo è spiegabile in quanto il peptide aumenta fortemente l’espressione di tioredoxina, proteina che fa parte di un sistema enzimatico riducente. Il peptide da Avocado, attivando la sintesi del collagene e di proteine strutturali quali la filaggrina (indispensabile ai fini di aggregazione dei filamenti di cheratina in microfibrille), e della transglutaminasi (un enzima che catalizza la formazione dei legami tra i gruppi amidici e carbossilici degli aminoacidi), assicura una migliorata coesione della struttura extracellulare dello strato corneo e di conseguenza una sua maggiore resistenza. Un test effettuato con una crema contenente lo 0,6% di ingrediente attivo (applicata due volte il giorno, per 56 gg) ha concorso ad un aumento di oltre il 200% della sintesi dell’acido ialuronico. La valutazione è stata effettuata quantificando la variazione del volume epidermico con tecnica OCT (Optical coherence tomography) e con rilevamenti ad


alta risoluzione dell’immagine. Mentre una crema placebo non ha fatto rilevare alcun effetto, la crema col peptide conduce ad un aumento di circa il 6% del volume epidermico.

Aprile 2012 ERBORISTERIA DOMANI 19

attribuita anche una marcata efficacia anti-UVA. L’ingrediente è presentato a contenuto standardizzato in verbascoside, un metabolita secondario (un fenilpropanoide) in grado di proteggere la pelle da danni indotti da raggi UVA in ragione della sua capacità Derivato da Pesca ad azione protettiva antiossidante, fotoprotettiva e chelante. La Silab ha recentemente presentato in mercato un Questo nuovo principio attivo è ottenuto secondo nuovo ingrediente cosmetico rappresentato da un un processo bioteconogico noto come HTN Bioteestratto da foglie di Pesco che sviluppa funzione stichnology, una tecnologia che permette di ottenere molante delle cellule con funzione riparativa e protetcolture di cellule staminali vegetali senza comprotiva. metterne la natura e preservandone la biodiversità. Vitagenyl (INCI = Prunus persica leaf extract), è quindi da La produzione di staminali vegetali non ha niente a considerarsi a tutti gli effetti un agente antiaging che che vedere con qualsiasi manipolazione genetica: è si basa sul concetto di una semplice produormesis, cioè responsi zione tramite colture biologici positivi a cellulari. Consente di basse dosi di agenti produrre sostanze rare stressanti proteggono in natura (come ad da ulteriori futuri stress. es., i fenilpropanoidi), L’estratto è ricco in αsenza compromettere glucani purificati che i delicati equilibri ecostimolano l’espressione logici. di vitageni, un gruppo La pianta da cui l’indi geni coinvolti nella grediente è estratto, omeostasi delle cellule di origine asiatica, che codificano proteiè nota come pianta ne resistenti a stress ornamentale e nella tipo HSPs (heat shock medicina popolare, proteins), tioredossina e per la sua efficacia sirtuina-1. antibatterica, antinPrunus persica Impiegato in dosaggio fiammatoria, rigenedell’1%, il principio rante cutanea. attivo si è visto che è in grado di incrementare HSP-72 Oltre al citato verbascoside il derivato biotecnolodel 22% e HSP-32 del 31%, oltre che incrementare del gico contiene anche altre molecole a riconosciuto 17% l’azione antiossidante della proteina tioredossieffetto antiossidante, antinfiammatorio e protetna e del 30% quella della sirtuina-30; a questa azione tivo cutaneo, quali isoverbascoside, martinoside e corrisponde una marcata rigenerazione delle cellule leucosceptoside A, oltre ad aminoacidi, fitosteroli e cutanee. Si è potuto inoltre verificare che l’estratto stipolisaccaridi che contribuiscono al conferimento di mola la vitalità dei fibroblasti e migliora sensibilmente proprietà idratanti. l’effetto antiestetico di pelle inveccchiata, riducendo Il preparato agisce secondo tre diversi meccanismi vistosamente le rughe in volume ed in profondità. di fotoprotezione: contro stress ossidativo indotto da UV, contro infiammazioni e contro attività delle Antiossidante da cellule staminali MMP indotte da raggi UV. È stato confermato (test vegetali con DPPH, difenilpicrilidrazile) che l’ingrediente è L’IRB (Istituto Ricerche Biologiche) ha presentato a in più efficace quale bloccante i radicali liberi, e quindi Cosmetics in Barcellona un derivato da cellule stamiantiossidante, di rutina e resveratrolo, con una funnali di Buddleja davidii , denominato Buddleja Davidii zione antinfiammatoria dovuta al verbascoside che, stem G (INCI = Glycerin (and) Buddleja Davidii Meriin maniera dose-dipendente, diminuisce l’espressiostem cell culture (and) xanthan gum) al quale, oltre ne di citochine pro-infiammatorie; induce anche un alle già note e sfruttate proprietà protettive, viene marcato effetto inibente la collagenasi.


PRODUZIONE

Dal Melograno un protettivo del collagene Cosmetochem International ha sviluppato un nuovo agente attivo antiaging partendo dai fiori del Melograno, i cui ingredienti attivi tra cui, in particolare, vitamina C e polifenoli, sono ben noti per la loro funzione antiossidante ed antinfiammatoria. Agli estratti da fiore di Melograno si riconosce anche la proprietà di promuovere la sintesi del collagene e di limitarne la degradazione inibendo l’attività delle MMP. Le metallo-proteinasi della matrice (MMP) sono enzimi i quali, nel loro insieme sono in grado di degradare praticamente tutti i componenti della sostanza intercellulare della giunzione dermo-epidermica. In condizioni normali, l’attività di queste MMP viene controllata da antagonisti fisiologici specifici (TIMP), mentre sotto effetto di radiazioni solari la loro attività aumenta notevolmente. Il nuovo preparato, nome Colla-Gain (INCI = Maltodextrin (and) Alcohol (and) Punica granatum flower extract (and) Sodium ascorbyl phosphate) unisce l’azione nota degli attivi del fiore della pianta a quella del derivato della vitamina C nell’agire quale antiossidante e rinforzante della struttura collagenica. Ne consegue un rinforzarsi della matrice extracellulare, che mantiene la sua tonicità, densità e consistenza, con una notevole riduzione dell’aspetto rugoso della superficie della pelle. L’attivo è inoltre efficace quale protettivo da danni indotti da fotoesposizione. Questi effetti sono stati valutati tramite test in vivo, dopo applicazione di crema contenente l’ingrediente attivo, determinando la densità della pelle con analisi ad ultrasuoni, ed il suo aspetto estetico con valutazione profilometrica.

Punica granatum L. 20 ERBORISTERIA DOMANI Aprile 2012

Crocus sp.

Attivi da Crocus stimolanti la comunicazione cellulare Come può un ingrediente cosmetico stimolare la sintesi del collagene e dell’elastina negli strati più profondi del derma? Questi ingredienti, infatti, non possono penetrare più di tanto nella cute, per cui non sono in grado di raggiungerne gli strati più profondi. La comunicazione tra le cellule (nel caso quelle dell’epidermide e del derma) è un importante meccanismo per superare questa limitazione. Questo “dialogo” che è cruciale ai fini di rendere più giovanile l’aspetto, è indotto da fattori di crescita la cui attività viene peraltro indebolità con l’avanzare dell’età. Come conseguenza, la matrice extracellulare perde la sua densità, il suo tono ed elasticità. Mibelle Biochemistry (in Italia AVG), ha realizzato un attivo vegetale antiaging, DermCom (INCI = Crocus chrysanthus bulb extract (and) Acacia Senegal Gum (and) water) con proprietà stimolante la comunicazione cellulare. L’estratto da Croco, si è visto che è in grado di stimolare i cheratinociti a rilasciare molecole che attivano la sintesi di elastina e collagene nei fibroblasti. Studi genetici hanno rivelato che l’estratto induce la secrezione di fattori di crescita nei cheratinociti che sono responsabili della comunicazione tra le cellule dell’epidermide e del derma. Praticamente, le funzioni esplicate dal nuovo ingrediente naturale si potrebbero riassumere quali: rinforzanti della produzione di collagene ed elastina, stimolanti di fattori di crescita attivi sula pelle, rinforzanti e rinnovanti la resistenza e la fermezza della pelle. ■



ANTEPRIMA

A Roma Cosmofarma 2012 guarda al futuro Apre nella capitale l’appuntamento professionale del mondo della farmacia, per la consueta alternanza tra Bologna e Roma. I dati della manifestazione ne confermano il ruolo cardine nelle dinamiche del mercato, in un momento di grandi svolte e cambiamenti dello scenario nazionale della farmacia. Grande attesa, come ogni anno, per la presentazione delle innovazioni in tema di prodotti naturali

L

a più grande manifestazione italiana dedicata al mondo della farmacia ritorna a Roma, dal 4 al 6 maggio 2012. Con l’ultima edizione del 2011, tenutasi a Bologna, Cosmofarma Exhibition ha raggiunto traguardi impensati, in netta controtendenza rispetto ad altre manifestazioni del settore e nonostante la congiuntura economica non favorevole. I risultati del 2011 sono incoraggianti: 20.874 visitatori pari al +19,6% della precedente edizione, +36,7% le presenze dall’estero, 1.000 metri quadri espositivi in più rispetto al 2010. Cosmofarma Exhibition può dunque sottolineare la sua leadership: sviluppo del business e visitazione di alto livello qualitativo si sono rivelati fondamentali per le aziende, mentre la modernizzazione di contenuto e il respiro sempre più internazionale hanno rappresentato il vero imprinting innovativo della manifestazione, con uno sguardo rivolto all’estero.

22 ERBORISTERIA DOMANI Aprile 2012

Roma, con la sua struttura fieristica altamente all’avanguardia, a cui si affiancano sale meeting ed efficientissimi spazi polifunzionali, è la location privilegiata della prossima edizione. Cosmofarma 2012 usufruirà di nuovi padiglioni all’interno del quartiere fieristico romano: i padiglioni 5 e 6 saranno dedicati al farmaceutico/parafarmaceutico/sanitario, il 7 e il 9 riservati ai servizi per la farmacia, parte dei padiglioni 6 e 8 per il cosmetico naturale, alimentare dietetico e il padiglione 8 dedicato al dermocosmetico. Il centro convegni, attrezzatissimo, dispone di 10 sale congressi per rispondere alle più diverse esigenze di comunicazione. La parte congressuale è infatti sempre in crescendo a Cosmofarma, testimonianza della sua importanza a tutto tondo per quanto concerne l’aggiornamento commerciale, scientifico e culturale dei visitatori. L’anno scorso tra gli stand si è respirato un clima positivo grazie a una generale soddisfazione da parte degli espositori e un livello di visitazione qualitativamente molto alto. Si è assistito a un ritorno delle farmacie italiane più importanti e di importanti buyer


internazionali. Nel calendario dei convegni, dei corsi ECM e delle presentazioni che si alterneranno a Cosmofarma, verrà dato ampio risalto al convegno istituzionale Fofi e Federfarma e, come di consueto, verranno assegnati i premi della Fenagifar al miglior giovane farmacista del 2012, oltre che i prestigiosi Care Award dedicati alle migliori campagne di comunicazione commerciale relative all’autome-

dicazione responsabile, alla prevenzione delle malattie e alla tutela della salute. Segnaliamo qui sotto, come di consueto, i momenti del programma di diretto interesse per i nostri lettori. Da Roma, dunque, Cosmofarma guarda alla prossima manifestazione con rinnovato ottimismo. Info:www.cosmofarma.com n

COSMOFARMA 2012 EVENTI E CONVEGNI IN TEMA DI PRODOTTI NATURALI E FITOTERAPIA VENERDI 4 Ore 14.00 - 16.00 PAD. 10, CENTRO CONVEGNI SALA DOMIZIA Corso ECM organizzato da FEDERSALUS “Gli integratori alimentari: le norme e i botanicals e altre peculiarità del settore” Dr. M. Fiorani, Vice Presidente FederSalus: “Struttura e scenario ed evoluzione degli integratori” Dr.ssa S. Dalfrà, Ministero della Salute: “L’inquadramento normativo degli integratori alimentari ed i botanicals” Dr. B. Scarpa, Ministero della Salute: “La coesistenza e distinzione integratori/farmaci” Prof. M. Serafini, Università di Roma La Sapienza: “La gestione degli estratti vegetali in UE” Ingresso: gratuito. Crediti: in fase di accreditamento Per info e iscrizioni: tel. 06.54221967 SABATO 5 Ore 11.00 -14.00 PAD. 8, STAND D26-E25 WELEDA Presentazione a cura di WELEDA “Pure sensazioni dalla natura: i quattro nuovi trattamenti corpo Weleda” Le esperte Weleda daranno dimostrazione dei quattro nuovi trattamenti corpo su piccoli gruppi a rotazione Ingresso: gratuito Per info: www.weleda.it Ore 14.00 - 19.00 PAD. 10, CENTRO CONVEGNI SALA HORTENSIA Corso ECM organizzato da FOFI, SIFAP, FONDAZIONE CANNAVÒ “I disturbi dell’anziano la risposta fitoterapica” La sicurezza clinica in fitoterapia -

Le soluzioni fitoterapiche nell’anziano Preparazioni a base di piante: ruolo e possibilità operative del farmacista preparatore Dr. Fabio Firenzuoli, Medico-Prof di Fitoterapia Clinica e Fitovigilanza, Università di Firenze, Direttore Centro di riferimento per la Fitoterapia della Regione Toscana Dott. Pierandrea Cicconetti, farmacista territoriale, Anzio L’esperto risponde Questionario a risposta multipla Ingresso: �40 Crediti: in fase di accreditamento Per info e iscrizioni: tel. 02.744013, sifap@tin.it, www.sifap.org/Eventi DOMENICA 6 Ore 10.00 - 13.00 PAD. 10, CENTRO CONVEGNI SALA DOMIZIA Selezione “Miss Benessere Specchiasol Edizione Speciale 2012”. La vincitrice accederà di diritto alle Pre-finali Nazionali del Concorso Nazionale Miss Italia. “Miss Italia e Specchiasol condividono una filosofia di vita incentrata sui temi della reale bellezza, coniugata al benessere, alla naturalezza dei propri comportamenti, alla sostenibilità ambientale e all’attenzione al giusto valore del prodotto” Ingresso: gratuito Per info: www.missitalia.it Ogni giorno: TEAFORTE “Afternoon Tea” Un momento di relax, una pausa tra un convegno e un business meeting. A tutti i visitatori, alle h. 17.00, verranno serviti i tè di altissima qualità di TEAFORTE. Per info: www.teaforte.it

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AGENDA

21 MAGGIO 2012 - 10° GIORNATA DI STUDIO DI SAVIGLIANO

SOLIDARIETÀ, SOSTENIBILITÀ E BIODIVERSITÀ: le nuove frontiere per il mondo dell’erboristeria

Torna a maggio il tradizionale appuntamento di aggiornamento professionale e di confronto promosso dal Corso di Tecniche Erboristiche della Facoltà di Farmacia di Torino, nella sua sede di Savigliano, anche quest’anno in concomitanza con Quintessenza, la popolare manifestazione che nel week end porterà nella cittadina piemontese i colori e i profumi delle erbe coltivate e raccolte sul territorio cuneese. Il tema scelto quest’anno riguarda i presupposti etici e scientifici che in tutto il mondo orientano lo sviluppo del settore naturale, e che oggi pongono responsabilità importanti anche alla nuova generazione di erboristi

Q

uando arriva Quintessenza, quest’anno il 19 e 20 maggio, le vie della cittadina di Savigliano si riempiono dei profumi e dei colori delle erbe coltivate e raccolte in tutto il territorio della Bassa Langa, fino alle valli che scollinano verso il mare di Savona e di Imperia. La Lavanda è una protagonista, ma con una certa soggezione verso la Menta che nei territori di pianura è la più preziosa che ci sia al mondo. Ma non mancano vivai con piantine aromatiche di tutti i generi, oltre a frutti dimenticati che soprattutto verso la Liguria vengono ancora

coltivati e raccolti, e che qui vengono presentati al naturale o trasformati in marmellate, conserve, liquori. Uno per tutti, il chinotto, ve lo ricordate? Qui è possibile trovarlo, proveniente dalla valli del Finalese. Oppure il prugnolo, anch’esso usato, come il sambuco, per fare dei liquori molto speciali. Una rassegna che non potrebbe essere introduzione migliore al tema scelto quest’anno per l’approfondimento proposto dal Corso di Tecniche Erboristiche di Savigliano: la biodiversità e la sostenibilità nei futuri progetti di

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impresa per il comparto delle piante officinali. Una giornata di studio rivolta in primo luogo agli studenti– alla comunità allargata composta dagli iscritti in corso e da quanti lo hanno frequentato e si sono laureati in passato – ma anche a tutti gli operatori e alle imprese interessate a conoscere importanti esperienze dirette e i concetti etici e scientifici che sono oggi alla base di legge e regolamenti internazionali. Un tema sul quale si stanno confrontando autorità e ricercatori di tutto il mondo.


I temi in discussione La conservazione e la gestione della flora e della fauna è un impegno che ogni cittadino della Terra deve sentire come prioritario. L’Italia possiede, nel panorama europeo, un patrimonio di biodiversità tra i più significativi: la varietà di ambienti presenti, la posizione centro-mediterranea e la vicinanza con il continente africano, la presenza di grandi e piccole isole, la storia geografica, geologica, biogeografia e dell’uso del territorio hanno fatto sì che in Italia si verificassero le condizioni necessarie ad ospitare numeri consistenti di specie animali e vegetali. Nel complesso in Italia

è presente oltre un terzo delle specie animali distribuite in Europa e quasi il cinquanta per cento della flora europea su una superficie di circa un trentesimo di quella del continente. In ambito europeo, è bene ricordare che il recente Regolamento (UE) n. 101/2012 della Commissione del 6 febbraio 2012 ha modificato il regolamento (CE) n. 338/97 del Consiglio relativo alla protezione di specie della flora e della fauna selvatiche mediante il controllo del loro commercio, su tutto il territorio europeo. In tale Regolamento sono compresi organismi vegetali ed animali

appartenenti a qualsiasi habitat e continente. Si può quindi dedurre che l’impiego a fini erboristici di piante, animali e loro derivati può essere attuato soltanto in accordo con Organi di controllo nazionali (Corpo Forestale dello Stato) e sovranazionali (CITES), anche in ottemperanza a precise clausole economiche e contrattuali da stipulare con le popolazioni residenti nelle Nazioni più disagiate (Brevetti legati alla traditional knowledge). Molte Aziende si stanno già correttamente orientando su questi principi, riuscendo ad abbinare al profitto un commercio sostenibile dei loro prodotti.

IL PROGRAMMA LUNEDÌ 21 MAGGIO 2012, ORE 9 Solidarietà, sostenibilità e biodiversità: le nuove frontiere per il mondo dell’erboristeria Sala Polifunzionale , P.za del Popolo 12038 Savigliano CN La Convenzione di Washington C.I.T.E.S. e la sua ricaduta normativa su fauna e flora di uso officinale, cosmetico ed alimentare Luisa Corbetta, Corpo Forestale dello Stato - Servizio Centrale CITES

Case study on Centella asiatica in Madagascar Julien Chupin, Ricercatore CIRAD Parigi Prunus africana corteccia: la raccolta sostenibile è possibile? Renato Iguera, Responsabile acquisti piante medicinali Indena spa

Interazione tra il mondo brevettuale e la Traditional Knowledge Claudia Finetti, CTF - Proprietà Intellettuale Barzanò &-Zanardo

Il progetto Vis naturae - Convento di San Francesco: un tentativo a Cairo Montenotte (in provincia di Savona) di agricoltura sostenibile, in associazione con visite didattiche, laboratori artigianali e punti vendita caratteristici Giuseppe Boveri, Coordinatore Associazione Energie Rinnovabili Vallebormida - Cairo Montenotte

Sustainable exploitation of Biodiversity :coordination between the supply chain and the territory of production.

Rispetto dell’uomo, della natura e della società nell’etica d’impresa: l’esperienza Weleda

Stefano Riva, Amministratore Delegato Weleda Italia Moderano: Marinella Trovato, Presidente SISTE e Demetrio Benelli, Direttore Erboristeria domani. Come ogni anno, la giornata verrà aperta dalla consegna delle cinque borse di studio offerta dalla Cassa di Risparmio di Savigliano agli studenti che le avranno meritate. La partecipazione è gratuita. Per informazioni, e per ogni esigenza relativa a come raggiungere la sede del convegno, è possibile rivolgersi alla Segreteria Organizzativa (Sabina Fornetti e Silvia Barreri) ai seguenti contatti: tel. 011 670 8339, e-mail: segreteria.tecnicheerboristiche@unito.

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AGENDA

La tavola rotonda di Savigliano: una esperienza lunga dieci anni

Q

uesto è il decimo anno consecutivo in cui il Corso di Tecniche Erboristiche di Savigliano apre le sue aule ad incontri con il mondo professionale e produttivo. Il primo obiettivo è stato quello di offrire agli studenti del corso momenti di approfondimento di tematiche tecnicoscientifiche e regolatorie di particolare importanza nelle varie fasi di sviluppo del mercato, e di permettere loro di conoscere personalmente esperti e rappresentati del mondo imprenditoriale e produttivo al quale presto dovranno affacciarsi.. Ma, viceversa, le giornate sono state anche occasione per le imprese del settore presenti sul territorio, ma non solo, di entrare in contatto diretto con i nuovi erboristi, con chi li sta formando, e con il mondo universitario, anche per possibili collaborazioni e specifici progetti di ricerca e di formazione. L’iniziativa è stata resa possibile fin qui dalla sensibilità e dall’impegno della Amministrazione comunale e dell’Ente Manifestazioni di Savigliano, e dal sostegno della Cassa di Risparmio di Savigliano (che da dieci anni offre cinque borse di studio ai migliori studenti del corso).

I temi a confronto Autunno 2002 Normative Europee nel campo dei prodotti erboristici per il benessere e la salute dell’uomo

Autunno 2007 Aspetti critici del controllo qualità delle piante officinali e del prodotto finito. Risvolti salutistici

Autunno 2003 Incontro nazionale FIPPO, produttori piante officinali Seminario aggiornamento normativo

Autunno 2008 Alimenti funzionali e integratori alimentari: attualità, sicurezza e prospettive per la salute

Autunno 2004 Erboristeria: presente e futuro Autunno 2005 La declinazione delle piante officinali quali integratori alimentari, fitocosmetici e farmaceutici

Autunno 2009 Contaminati ambientali e residui di xenobiotici nelle piante officinali e negli integratori alimentari Autunno 2010 Le potenzialità professionali del laureato in Tecniche Erboristiche

Autunno 2006 Non solo erboristeria dalla coltivazione al punto vendita, le molte valenze di una pro- Primavera 2011 fessione: la parola ai laureati in tecniche Sarà naturale la cosmesi del futuro? erboristiche - e alle imprese - sulle prime esperienze lavorative nella filiera erboristica Primavera 2012 Solidarietà, sostenibilità e biodiversità: le nuove frontiere per il mondo dell’erboristeria 26 ERBORISTERIA DOMANI Aprile 2012


OLIO VEGETALE BENESSERE E BELLEZZA NATURALE

Corsi Dalla teoria alla pratica: incontri Istituto Prosa del 2012 Gli incontri più che delle conferenze sono delle occasioni di incontro e di lavoro su tematiche prestabilite. L’incontro tipo avrà una presentazione breve (circa 30 minuti) a cui seguirà la discussione e delle parti pratiche. Il percorso vuole essere un contributo per favorire una gestione autonoma della nostra salute. Un tentativo di sperimentare nella quotidianità che “qualcosa è possibile”. Gli incontri come momento da cui partire o a cui arrivare attraverso una ricerca, un approfondimento, una attività della Associazione. In concreto esiste la possibilità di approfondire e/o ricercare, per chi fosse interessato ad uno o più degli ambiti oggetto degli incontri, all’interno dell’attività della associazione. La partecipazione agli incontri è libera e gratuita. Tra gli incontri dei prossimi mesi, segnaliamo: Erboristeria: l’esperienza dei semplici (mercoledì 9/05/12). Il patrimonio dell’erboristeria tradizionale si basa su cose semplici ed efficaci. Nell’incontro si affronterà l’impiego di rimedi semplici, facilmente reperibili e gestibili con ampi spettri d’azione, utili in famiglia.

Dietoterapia cinese: la riscoperta dei sapori, (mercoledì 30/05/12) Natura, sapore ed azione degli alimenti e la loro combinazione: esperienza cinese, applicazione occidentale. Massaggio cinese dei bambini, (mercoledì 10/10/12) Una tecnica semplice ed efficace, utilizzata per trattare ad esempio malattie da raffreddamento, disturbi del sonno o digestivi dei bambini, ecc. I Omeopatia: storie (mercoledì 24/10/12) Un incontro su esperienze diverse, su la preparazione dei rimedi, le diverse diluizioni, le triturazioni, il loro impiego: un percorso pratico. Alimentazione: dalla critica alla pratica, (mercoledì 21/11/12) Un viaggio tra necessità di mercato e gestione attuale del tempo e dei fornelli. Le serate si terranno tutte di mercoledì con inizio alle 18.30, presso la sede dell’Istituto a Spinea. Istituto Prosa: www.propulsionesalute.it

Laboratori Biokyma s.r.l. Anghiari (AR) - (39) 0575 749989 www.biokyma.com

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MONOGRAFIE

DOLCE COME UN

FICO

Il frutto dell’antichità, dalla Bibbia alla Grecia classica. Ma ancora uno dei più amati sulle nostre tavole, una pianta che presiede con autorevolezza i nostri litorali. L’impiego salutistico sconfina in quello fitoterapico, per la ricca gamma di fitoenzimi contenuti. L’uso cosmetico è ancora allo studio, e bisogna respingere qualche cattivo consiglio

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DI PAOLO POGGI

u Nella storia

e ritenuto frutto degno di nutrire oratori e filosofi (a conferma, in altro testo leggiamo che Platone ne era ghiottissimo). Sempre nell’antica Grecia, il Fico godeva di tale reputazione da essere considerato un frutto di prima necessità e in quanto sacro era considerato un sacrilegio esportarlo, anzi questa

pratica era addirittura proibita. Gli Induisti ed i Buddisti ritenevano che il Fico, se mangiato giovasse al sangue ed al pensiero, alla parola e all’amicizia. Plutarco, scrittore e filosofo greco (46-127 d.C.), che visse peraltro tanti anni a Roma, narrando le origini di questa città ricorda la storia di Romolo e Remo, i due gemelli

frutto di un amore illegittimo della vestale Rea Silva con il dio Marte. In ragione di tale causa, i due infanti furono destinati a morire, ma un servo pietoso anziché ucciderli li depose in un cesto di vimini che, trascinato dalla corrente del Tevere, ad un certo punto finì in un’ansa del fiume e qui si impigliò nei rami bassi di una pianta di Fico. È in questo luogo che la Lupa li trovò e li allattò. In relazione a tale evento, a Roma il Fico fu poi considerato un albero fausto, tanto che una sua pianta venne interrata sul Foro Romano (lo narrano sia lo stesso Plutarco, sia Plinio) in quanto ritenuta di buon auspicio. Ogni qual volta, per età o per malattia o altra causa la pianta moriva, veniva immediatamente rimpiazzata con una nuova. Gli antichi libri di scienze botaniche ci hanno tramandato altri diversi e curiosi usi dei derivati della pianta del Fico, in particolare del lattice delle foglie. Ippocrate, famoso medico greco (460-377 a.C.), tradizionalmente considerato il padre della medicina, riferisce che il latte di Fico veniva utilizzato quale alternativa al caglio animale ai fini di far rapprendere il latte per fare il formaggio. Di tale impiego parla anche il filosofo Aristotele (IV sec. a.C.). Ancora una nota attinente gli antichi Greci, che usavano un depilatorio fatto con gomme vegetali, polpa di cetriolo e latte di Fico. Abbandonando epoche così an-

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Il Fico è certamente una delle piante più antiche oggi esistenti. Ricercatori dell’Università di Harvard di recente hanno scoperto in Israele, in un sito archeologico nella bassa valle del fiume Giordano, un reperto risalente ad almeno 10.000 anni fa: un ammasso carbonizzato costituito da una manciata, una decina, di frutti di Fico. Ma, se leggiamo la Bibbia dobbiamo andare più indietro nel tempo e rimaniamo stupefatti. Sentite: “...dopo la Creazione... Adamo e sua moglie erano tutte e due ignudi, ma non ne avevano vergogna in grazia della loro sacralità originale” (Genesi, 2,25) e più avanti: “...ma, dopo aver trasgredito l’ordine del Signore e aver mangiato il frutto proibito dall’albero... si aprirono allora gli occhi di tutti e due e si avvidero che erano nudi. Quindi, cucite insieme delle foglie di fico, se ne fecero delle cinture...” A questo punto si dovrebbe dedurre che il Fico esisteva addirittura prima dell’uomo! A meno che – ed è questa l’ipotesi più attendibile - il “botanico” che ha così sentenziato si sia sbagliato e che le famose foglie usate da Adamo e Signora per coprirsi le nudità appartenessero ad un altro genere di pianta che nulla ha a che fare col Fico. Comunque, il Fico, è più di una volta citato nel Vecchio Testamento, come pianta e frutto simbolo di abbondanza e di fertilità. Nell’antica Grecia era conosciuto


MONOGRAFIE

Dolce come un fico

tiche e passando al Medioevo, troviamo ancora tante ed utili informazioni sulle proprietà terapeutiche del Fico; citiamo quella di uno tra i naturalisti più accreditati del tempo – ed anche più divertenti, aggiungiamo noi per come si esprimeva nei suoi scritti – il senese Andrea Mattioli (15011578) il quale della nostra pianta, recita: “...i fichi maturi freschi sono nocivi allo stomaco e solvono il cor-

po, fanno sudare e fanno nascere brozze (rigonfiamento pruriginoso, n.d.r) per la persona, cacciano la sete e spengono il caldo. I secchi nutriscono il corpo e mollificano il ventre, ...guariscono il dolore dei denti, bagnandovi dentro la lana e mettendola nella concavità di quelli...” Chiaramente a quel tempo non esisteva il “cotton-fioc”, per cui un battufolino di lana serviva al caso...

PRINCIPI ATTIVI DEL FICUS CARICA PRINCIPIO

ATTIVO

FRUTTO

FRESCO

FRUTTO ESSICCATO (NON COTTO)

g/100 g

g/100 g

ZUCCHERI

15 - 20

65 - 70

PROTEINE

1,2 – 1,3

3,05 – 4,0

GRASSI

0,1 – 0,2

1,3 – 1,7

UMIDITÀ

75 - 85

20- 25

mg/100 g

mg/100 g

ACIDO

ASCORBICO

12 - 13

VITAMINA A MUCILLAGINI OLIGOLEMENTI -K - CA -P - FE

180 35 22 1

– – – –

190 50 25 3

700-1000 1430 - 150 70 – 80 3-5

SOSTANZE FENOLICHE (FLAVONOIDI: RUTINA) FITOENZIMI - PROTEASI - LIPASI - DIASTASI - FICINA (NEL

LATTICE)

FUROCUMARINE (NEL LATTICE) - PSORALENE - BERGAPTENE CUMARINE - UMBELLIFERONE ACIDI

ORGANICI

FIBRE

1,2 – 2,2

30 ERBORISTERIA DOMANI Aprile 2012

5-6

Del genere Ficus, della famiglia delle Moraceae, esistono oltre 600 specie che, generalmente, sono tipiche delle regioni tropicali e temperate calde. Ficus carica, il Fico comune, quello mediterraneo per intenderci, è sicuramente la specie più “nordica” del genere. Il termine latino ficus deriva dal greco sykon, voce a sua volta si ritiene ricavata da un termine orientale; la parola “specifica” carica si fa invece derivare da Caria, una regione dell’antica Anatolia (oggi Turchia orientale), uno dei paesi originari della pianta. Si ritiene infatti che le prime coltivazioni di Fico si debbano far risalire alle prime civiltà agricole della Mesopotamia, Palestina, Egitto; più tardi apparvero le prime coltivazioni nei paesi dell’area mediterranea. Non staremo certamente a disquisire sulla morfologica della pianta, invero troppo nota perché si debba qui descrivere. Ricorderemo invece che trattasi di una pianta xerofila, cioè in grado di sopportare condizioni di siccità prolungata in quanto riesce a mantenere un giusto equilibrio idrico tra acqua assunta e acqua dispersa grazie ad una particolare adattabilità fisiologica e morfologica. Qualcosa è invece opportuno riferire circa il frutto. Quello che “si raccoglie e si mangia”, polposo, ghiotto, dolce, di colore verde-chiaro e leggermente venato a completa maturazione, non è in effetti il vero frutto, ma una grossa infiorescenza carnosa, detta siconio. I veri frutti sono invece i piccoli granuli o acheni che si sviluppano all’interno di detto siconio e che poi si trasformano nei piccoli semi. Peraltro è la polpa dolce e succulenta che circonda i piccoli acheni la parte commestibile del Fico.

Fonti:Veberic ed al, 2007 (vedi bibl.) USDA (U.S Departm.of Agricolture)

u Botanica


ANANAS CELL

Più efficacia naturale. Meno spazio agli inestetismi cutanei della cellulite.

Quando la pelle si presenta “a buccia d’arancia”, e cioè con un aspetto meno omogeneo nella zona di cosce, fianchi, glutei e braccia, ogni donna sa di dover adottare una tattica appropriata per affrontare il problema degli inestetismi cutanei della cellulite. Un ottimo punto di partenza sono uno stile di vita sano e una dieta equilibrata. In concreto, è importante guidare l’organismo a ritrovare la sua naturale armonia, che si riflette anche nell’aspetto di una pelle più liscia e compatta. Uno specifico ausilio su cui contare è la Linea di integratori Ananas Cell Erbamea. Le virtù dell’Ananas, tre volte alleato della bellezza.

A.D. Angelo Sganzerla

Nella formula delle Compresse sono concentrati gli estratti secchi di Ananas e Centella, dalla

capacità tonificante ed elasticizzante, associati al potere antiossidante degli estratti di Tè verde e Semi d’Uva e a quello depurativo di Betulla, Ribes nero e Olio essenziale di Limone. Nel Fluido concentrato a base di succo d’Ananas, oltre agli estratti di Ananas, Centella, Verga d’oro e Semi d’Uva, arricchisce la formulazione un estratto di bacche di Mirtillo per favorire la fisiologica funzionalità del microcircolo. Nelle bustine filtro della Tisana biologica lavora un pool di componenti certificati biologici per combattere gli inestetismi della cellulite e riscoprire una naturale tonicità e compattezza cutanea: Ananas, Spirea olmaria, Tarassaco e Ribes nero, coronati da un piacevole gusto di Menta piperita e Karkadè.

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MONOGRAFIE

Dolce come un fico

Ricorderemo anche che il Fico fruttifica due volte: a primavera inoltrata, inizio estate, sulle gemme dell’autunno precedente si sviluppano i fioroni, commestibili, buoni, ma certamente meno gustosi dei veri fichi che maturano invece a estate inoltrata.

I FITOENZIMI

A

nimali e vegetali hanno un pool enzimatico comune. Peraltro esiste un complesso di enzimi che è peculiare delle piante e ne riflette le differenze rispetto a quelli di origine animale, ad esempio, gli enzimi della fotosintesi clorofilliana, della lignificazione, o quelli che concorrono all’idrolisi di macromolecole vegetali, tipo amido, cellulosa, ecc. Nel finto frutto del Fico, come abbiamo visto, sono presenti vari enzimi ed in particolare: - Proteasi - (sono idrolasi) che attaccano i legami peptidici trasformando le proteine progressivamente in molecole più semplici: peptoni, polipeptidi e aminoacidi. Di questo tipo di enzimi sono particolarmente ricchi, oltre il lattice di Fico e della Papaja, il malto dì Orzo ed il Frumento. La ficina, che nel testo abbiamo riferito essere presente nel lattice del fico, è una proteasi. - Lipasi - (sono esterasi) che idrolizzano i trigliceridi in glicerolo

u I principi attivi del Fico

A fini officinali, del Fico sono utilizzati sia il falso frutto (quello che abbiamo visto chiamarsi “siconio”), sia le foglie, sia le gemme. In queste parti sono contenuti enzimi digestivi (proteasi, lipasi, diastasi), zuccheri (in particolare glucosio, 50%), acido ascorbico e vitamina A, sali minerali (potassio, calcio, ferro, fosforo) e mucillagini. Nella polpa si ritrovano anche saponosidi triterpenici e nel lattice (che sgorga sia delle foglie sia dal picciolo del finto frutto non maturo) un altro fitoenzima, la ficina (una proteasi). Nel lattice di Fico sono poi presenti furocumarine (psoralene e bergaptene), oltre una cumarina (umbelliferone). Le foglie contengono flavonoidi, acido caffeilchinico a funzione antiossidante e acidi organici. Dei vari tipi di sostanze componenti la droga degli estratti di Fico e delle loro specifiche proprietà riferiremo più dettagliatamente nei capitoli a seguire. Qui di seguito invece, per comodità del lettore, li ripresenteremo raccolti in una tabella, anticipando subito che i valori (in % dei vari ingredienti) che abbiamo riportati sono da intendersi come valori medi estrapolati da diverse fonti. Ove il valore non è segnato, diremo subito che ciò consegue al fatto che i valori non erano segnati nelle tabelle consultate o, se segnati, erano talmente discordanti da non poterne fare una scelta attendibile.

u Proprietà farmacologiche

Di un gruppo di principi attivi tra i più interessanti, certamente, della droga delle parti aeree della pianta, gli enzimi, abbiamo riferito in un riquadro a parte, alla cui lettura rimandiamo. Abbiamo ivi riferito di quale sia la loro principale funzione: coadiuvante la digestione. L’importanza a questo fine dei fitoenzimi del Fico è rilevante: infatti, è ben noto che l’attività biologica degli enzimi è legata all’integrità della loro struttura tridimensionale che viene compromessa irrimediabilmente (denaturazione) a temperature su-

32 ERBORISTERIA DOMANI Aprile 2012

e acidi grassi. Quelle presenti nei frutti e nei semi oleosi (olive, nocciole, arachidi, ecc.) vanno sotto il nome di fitolipasi. - Diastasi - è il nome del primo enzima scoperto (Payen, 1833): trasforma l’amido in zucchero. E’ rimasto come termine generico per indicare gli enzimi che idrolizzano l’amido in maltosio ed altri zuccheri ed è attribuibile a tutte le amilasi (idrolasi) che possono frammentare i carboidrati. Questi enzimi rivestono un ruolo fondamentale ai fini di una migliore utilizzazione degli alimenti che ingeriamo: decomponendoli (zuccheri complessi in zuccheri più semplici, proteine complesse in corpi proteici a piccola molecola, gliceridi in glicerolo e acidi grassi, ecc.) ne favoriscono una più facile e pronta assimilazione. In pratica, essi potenziano e rinforzano l’attività di enzimi analoghi contenuti nella saliva e nei succhi enterici e pancreatici, oppure compensano una loro carenza. periori ai 60°C (cioè, praticamente quando si cuociono i cibi). Il Fico ha la prerogativa di essere consumato fresco, per cui tale rischio di demolizione dei suoi fitoenzimi non si incontra e questi rimangono completamente biodisponibili. Nelle terapie naturali il Fico è stato utilizzato in casi di patologie gastriche quale regolatore della secrezione e della motilità gastrico-duodenale. In particolare, assai efficace a questi fini è ritenuta la ficina, un enzima proteolitico con funzione assai simile a quella della papaina e della bromelina. Estratti da gemma si sono rivela-


è difficile ricordare almeno qualcuna delle più tipiche utilizzazioni in questo campo. Un macerato glicerico da gemmoderivati ha trovato impiego quale efficace antinfiammatorio ed antispasmodico, non solo per uso esterno, ma anche per assunzione, contro bruciore dello stomaco, colon irritato. Così come un preparato in forma di gocce ottenute dalla macerazione di gemme, da assu-

verruche. Il latte presenta infatti marcate proprietà proteolitiche (lo abbiamo visto dianzi) e caustiche, per cui a tali fini funziona; comunque l’uso è sempre raccomandato con le dovute cautele. Un’altra ben nota applicazione estemporanea è quella che prevede cottura dei Fichi, in acqua o latte, quindi applicare l’impasto caldo su parti dolenti quali ascessi, foruncoli, verruche. Decotti di polpa sono stati utilizzati anche per disturbi dei denti e delle gengive (gengive sanguinanti).

u I fichi secchi

mere come tonificante (per ritrovare il “ritmo”, ovviamente quale energizzante grazie all’elevato contenuto zuccherino). In certi paesi orientali (India) è in uso ancora oggi masticare, mentre si cammina, foglie di Fico contro l’itterizia, oltre che per allontanare disturbi di fegato e della milza. Una delle applicazioni estemporanee più note e da secoli praticata è senz’altro quella del latte di Fico (secreto dal falso frutto acerbo o dalle foglie) su efelidi per schiarirle, o per eliminare duroni, porri,

Di come preparare, di come lavorare e conservare i Fichi secchi parleremo diffusamente in un articolo a seguire in questo numero di ED. Qui ci limiteremo pertanto ad alcune indicazioni di carattere tecnico-scientifico per quanto concerne le loro proprietà ed il loro possibile sfruttamento in campo applicativo farmacologico e topico. I Fichi, una volta essiccati, perdono circa tre quarti della loro acqua, per cui si concentra il contenuto zuccherino di almeno 4 o 5 volte rispetto al frutto fresco. Dalla tavola allegata possiamo infatti verificare che da un 12-15% di zuccheri nel frutto fresco, si può arrivare ad un titolo in carboidrati del 50% e oltre nell’essiccato. Lo stesso dicasi per quanto riguarda il loro contenuto in minerali e per quanto concerne il contenuto in fibre, molto importanti come regolatori delle funzioni intestinali. È quindi evidente, che a fini dietetici, nutrizionali, energetici, il Fico essiccato è da considerarsi un concentrato del

Aprile 2012 ERBORISTERIA DOMANI 33

ti rilassanti del sistema nervoso e costituiscono un ottimo rimedio in caso di colite generica, colite spastica e colon irritabile. Un decotto di foglie di Fico si è rivelato la forma galenica tradizionale utilizzabile contro il diabete. Sono stati condotti studi clinici sull’uomo che hanno confermato tale funzionalità. Con studi in vitro ed in vivo sono stati verificati e confermati effetti ipoglicemizzanti il cui meccanismo di azione, peraltro, non è stato ancora chiarito. Così come sono stati clinicamente validati (test su modelli animali) effetti ipolipidemizzanti, si ritiene per azione dei flavonoidi contenuti nelle foglie (come la naringenina, un triidrossiflavone, che inibisce enzimi che favoriscono la secrezione del colesterolo). A preparati contenenti estratti da foglie e polpa del finto frutto è stata attribuita anche attività antinfiammatoria, legata alla capacità dei principi attivi della pianta (cumarine, acidi fenolici, flavonoidi, ecc.) di diminuire notevolmente la sintesi di sostanze ad attività pro-infiammatoria e vasocostrittiva. La polpa del finto frutto del Fico, in relazione al suo elevato contenuto in zuccheri è da considerarsi una importante fonte energetica, facilmente e rapidamente assimilabile. Alla polpa del finto frutto sono anche riconosciute proprietà blandamente lassative, nonché emollienti interne ed antinfiammatorie dovute al contenuto in mucillagini. Le varie proprietà farmacologiche dei principi attivi del Fico sono state sempre sfruttate nella medicina popolare estemporanea. Non


MONOGRAFIE

Dolce come un fico

frutto fresco; un poco come “una fiala-urto” rispetto ad una lozione normale quando si parla di preparati cosmetici. Decotti di Fichi secchi sono utilizzati nella terapia estemporanea popolare: con funzione emolliente interna, leggermente lassativa, oltre che energetica. Tali decotti sono utilizzabili anche contro infiammazioni delle vie respiratorie (mal di gola) ed urinarie, per lenire infiammazione di gengive arrossate o sanguinanti, ecc.

u Impieghi cosmetici

Anticipiamo subito che, nella nostra ricerca atta alla raccolta di materiale utile a stendere questo articolo, non abbiamo avuto grande fortuna nel reperire notizie attinenti l’uso dei derivati del Fico in applicazioni topiche cosmetiche. Anche diverse importanti aziende operanti nel settore produttivo dei derivati naturali da noi consultate non ci hanno potuto proporre alcunché. Mentre diverse notizie da cui attingere qualche utile informazioni le abbiamo desunte da materiale pubblicitario e tecnico-

informativo di qualche azienda operante nel settore erboristico. Notizie peraltro scarne e, con eccezione di un paio di casi, neppure ben documentate e validate. Un’azienda propone un gel cosmetico realizzato con polpa del Fico, da utilizzarsi come “maschera rinfrescante, mineralizzante, in grado di eliminare impurità e cellule morte”. Da un’altra azienda un preparato simile viene proposto quale levigante la pelle, che “illumina favorendo la microcircolazione”. Un’azienda leader nella produzione di apparecchiature per trattamento estetico con impiego di calore o vapore, ecc., propone un impacco con gel cosmetico di polpa quale coadiuvante ad azione vitaminizzante, mineralizzante, emolliente, in particolare indicato su pelli sensibili e delicate. Il gel opererebbe in sinergia di azione con l’applicazione di calore e vapore, con risultante trattamento rilassante e rigenerante. Abbiamo incontrato anche una documentazione illustrante un preparato a base di gemme di Fico

presentato in forma microincapsulata, per un lento e più razionale rilascio. Veniva indicato in preparati a funzione snellente. Altro impiego di preparati a base polpa in creme e lozioni dopobarba, con funzione lenitiva, addolcente, anche in questo caso in particolare per pelli sensibili, facili all’arrossamento dopo l’azione di rasatura. Quello che, invece, ci ha fatto rabbrividire, è l’aver letto su alcune documentazioni (su Internet), dell’impiego del latte di Fico in preparati a funzione abbronzante. È vero, il latte di fico contiene sostanze, le furocumarine, dotate di proprietà fotosensibilizzanti, cioè in grado di amplificare l’azione dei raggi UV , ma anche in grado di legarsi ai substrati cutanei (compreso il DNA). Tale uso risulterebbe pertanto estremamente irritante e pericoloso. Una delle aziende che “presentano” la ricetta, cerca di salvarsi in angolo suggerendo: “operare con cautela, prodotto utilizzabile sono su pelli, forti, resistenti”. No, questo non basta, non utilizzare affatto! ■

uBibliografia

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34 ERBORISTERIA DOMANI Aprile 2012



CRONACHE COSMETICHE

Derivati vegetali in tricocosmesi Il nostro discorso di revisione della letteratura tecnica sull’attuale ricerca di derivati vegetali quali utili ingredienti nel trattamento conservativo e riparativo dei capelli, è iniziato nel precedente fascicolo di questa rivista (n. 367, marzo) alla cui lettura rimandiamo. Ai fini della ristrutturazione non solo superficiale ma anche interna dello stelo dei capelli, è risultato pure utile l’impiego di adatti polipeptidi i quali, in ragione di un loro struttura e di un particolare peso molecolare non esplicano funzione filmogena e quindi, a differenza ad esempio, di oli siliconici, non impediscono il passaggio e quindi la penetrazione di ingredienti attivi nell’interno del capello. Non poche le comunicazioni relative a formulati contenenti principi attivi vegetali cui si ascrivono proprietà attivanti non solo il mantenimento della vitalità dei capelli ma, addirittura un effetto stimolante la loro ricrescita. Non mancano, nella recente documentazione scientifica, citazioni di nuovi brevetti e studi che si rifanno non a vecchie ‘ricette’, ma a formulazioni perfezionate, migliorate ai fini di una sempre loro maggiore accettabilità e funzionalità. Ci riferiamo, in proposito a studi e brevetti che utilizzano lozioni realizzate con estratti da erbe per esplicare varie funzioni sui capelli; ne citiamo una ad esempio: una formulazione (contiene estratti da ortica, rosmarino, betulla, bardana, ed altri) idonea ad un trattamento dei capelli al fine di rilassarli, distenderli senza causare alcun danno alla loro struttura. Della funzione attivante la circolazione dei capillari del cuoio

capelluto e quindi incrementante l’apporto di principi attivi nutrienti allo stelo del capello da parte dei ginsenosidi del Ginseng (Panax ginseng) se ne parla da decenni. Si ribadisce tale funzionalità anche in una recentissima ricerca, la quale non si limita a ricordare l’effetto ma si spinge oltre, studiandone a fondo il meccanismo di azione (rigene-

Artocarpus blancoiea razione grazie alla proliferazione di cellule della papilla dermica, prolungamento della fase anagen, ecc., ecc.) Comunicazioni scientifiche hanno anche confermato la validità, ai fini ristrutturanti della cheratina dei capelli, di derivati da alghe contenenti fucoidani, polisaccaridi solforati. Così come sono di attualità varie segnalazioni di impiego di attivi vegetali atti alla realizzazione di formulati che riducono o prevengono

36 ERBORISTERIA DOMANI Aprile 2012

un prematuro imbianchimento dei capelli, basandosi su nuovi concetti e nuovi meccanismi biologici di azione. Citiamo, ad esempio, l’impiego in tali formulazioni di principi attivi, quelli contenuti nella droga di Artocarpo (Artocarpus blancoi) e quelli del Lampone (Rubus idaeus), la cui funzione è quella di attivare le Myo-X. Le Myo-X (Myo sta per myosin) sono proteine-motore, cioè sostanze che funzionano come attivatori di certe funzioni biologiche, compresa quella del trasferimento della melanina dai melanociti ai cheratinociti, cioè da ‘contenitori’, chiamiamoli così, che si trovano in strati più profondi della pelle ad altri che si trovano in strati più superficiali. Pure recente lo studio del comportamento di idrolizzati proteici esposti a radiazioni UV e quale effetto poteva avere tale trattamento: i risultati starebbero a dimostrare che l’irraggiamento UV può essere usato ai fini di modificare la funzionalità di cheratine idrolizzate per impiego cosmetico. Questo solo un piccolo saggio dell’attuale vivo decorso della ricerca scientifica per quanto concerne lo studio e la messa a punto di sempre nuovi preparati a base naturale con indirizzo specifico al settore tricologico e con particolare riguardo ai prodottì a funzione conservante e ristrutturante dei capelli. Alcuni lettori, alla fine della nostra esamina sull’argomento ‘attivi naturali nel trattamento dei capelli’ potrebbero obiettare, giustamente, che nella rassegna abbiamo trascurato la segnalazione di tensioattivi naturali (o, quantomeno, di derivazione naturale) e di poli-


meri naturali (condizionanti, ispessenti, a varia funzione reologica in genere) anche questi utili ai fini della conservazione di capelli sani e della ristrutturazione di capelli danneggiati. In effetti si tratta di

prodotti oggi di largo impiego e di sempre intensa ricerca migliorativa in tricocosmesi. Non ci siamo certamente dimenticati di queste due categorie di prodotti, solo che, dato la vastità della materia,

aggregando a quanto già scritto anche la loro descrizione, il servizio sarebbe diventato troppo lungo. L’argomento sarà, ovviamente, materia per una nuova relazione in merito.

Prodotti ecosostenibili in principi attivi antiossidanti ed antiradicalici ritenuti. Come potere assorbente e deassorbente si è visto che il carbone attivo granulare è più efficace; peraltro con l’altro ingrediente sperimentato si recupera un quantitativo doppio, come quantità totale, in derivati fenolici rispetto al carbone. Da parte sua, poi, il carbone attivo ha dimostrato una più specifica capacità assorbente nei confronti dell’idrossitirosolo (tre volte di più dell’altro prodotto). Su entrambe le polveri

assorbenti è stata comunque rilevata una quantità di polifenoli tale da mostrare una marcata attività antiradicalica (102 mg/mL-1 per Azolla e 199 mg/mL-1 per il carbone attivo). Moorea è una piccola isola, un atollo, che si trova nell’Oceano Pacifico, vicino a Tahiti. Al centro dell’isola sorge un lago, con acque poco profonde e fortemente salate; sul fondale del lago si crea un accumulo di sostanze organiche di origine microbica che formano una massa che gli indigeni conoscono come ‘kopara’. Questa massa non è altro che un ecosistema costituito da strati lamellari prodotti da microrganismi esente dai depositi organici. Per proteggersi dal sole, dal pH, dalla forte salinità, la massa produce exopolisaccaridi (contenenti Mg, K, Ca, Na). Isolando dalla massa i microrganismi producenti gli exopolisaccaridi, è stato possibile, con un ‘processo verde’ ottenere dei derivati di elevato interesse cosmetico per la loro marcata funzione stimolante il rinnovo cellulare, la regolazione del bilancio idrico cutaneo, la protezione dei tessuti per un migliorato stato della funzione barriera.

Aprile 2012 ERBORISTERIA DOMANI 37

A questo argomento di attualità, la ricerca dell’ecosostenibile, ci pare di avere ormai, da un certo tempo, dedicato un angolino della nostra rubrica. Procediamo quindi con la segnalazione di altri materiali di potenziale interesse industriale ottenuti da fonti rinnovabili. Questa volta si tratta di materiale di recupero da acque reflue da lavorazione di olive macinate, che rappresentano uno dei materiali di polluzione più importanti in tutta l’area del bacino mediterraneo. Da queste acque di scarto lavorazione, è possibile recuperare la frazione polifenolica la cui importanza è ben nota per le sue proprietà antiossidanti in particolare. Sono state studiate due possibili sostanze assorbenti e rilascianti questi derivati polifenolici contenuti in dette acque residue di lavorazione, una sostanza denominata Azolla (sistema di felci acquatiche essiccate e polverizzate ad elevato potere assorbente, ad es di CO2, che trova uso nel trattamento di acque di polluzione) ed un carbone attivo granulare. È stato valutato il potere di assorbimento di entrambe le sostanze ed il loro contenuto


CRONACHE COSMETICHE

Il consumatore crede al cosmetico che contiene principi attivi Il consumatore, è ormai assodato, crede di più al cosmetico che contiene principi attivi che lo rendono funzionale ed indirizza le sue scelte su questa categoria di preparati. È questa, in sintesi, la risultanza espressa in una recente indagine espletata dalla Kline & Co, una della più importanti aziende a livello mondiale nel marketing-research. Il consumatore che acquista un cosmetico, si aspetta che questo fornisca i risultati di efficacia declarati dalla sua presentazione, cioè quelli ascrivibili alla funzionalità dei principi attivi che esso contiene: se questi ci sono, e nella giusta dose, è chiaro che devono soddisfare le mie esigenze. Il consumatore ha acquisito conoscenza in materia, sa ormai come spendere meglio i suoi soldi per l’acquisto di questa categoria di prodotti, la sua scelta cade su quelli che offrono maggiore garanzia di efficacia e funzionalità in ragione di quanto essi contengono. E, di conseguenza, sono proprio le aumentate vendite di questi prodotti funzionali che fanno lievitare i valori di vendita totale nel comparto dei preparati cosmetici. Secondo gli estensori della ricerca, il mercato USA di cosmetici e toiletries è aumentato del 3,5% nel 2011, rispetto al 2,5% dell’anno precedente, annullando così, in due anni quella che era stata la defaillance del 2009. I dati della ricerca confermano come il consumatore, oggi, sia disposto a pagare di più un prodotto che offre più evidenti benefici effetti; come conseguenza, il produttore è nelle condizioni di offrire

prodotti a maggiore validata efficacia e a ben definita funzionalità (antiaging, antiacne, protettivi solari, snellenti, ecc.) anche se più cari. Si mantiene peraltro, un ben distinto livello di prezzi tra quella categoria di prodotti definiti ‘luxury’ e quelli che sono stati definiti ‘subpremium’. Anche i secondi contengono i prodotti speciali attivi che caratterizzano la spiccata funzionalità dei primi, anche se in concentrazione attiva minore. Si è creato, cioè, per una certa categoria di prodotti un rapporto prezzo/efficacia. Il consumatore – continua la nota – è oggi più educato nella scelta del cosmetico a lui consono per una particolare utilizzazione, è più informato, sa meglio leggere l’etichetta, ha maturato una certa conoscenza di quello che il preparato contiene. Per lui, certi ingredienti cominciano ad essere indesiderabili, preferirebbe non vederli più nella formulazione (la nota fa due esempi: i siliconi e i parabeni). Certi altri ingredienti, per contro sono diventati per lui familiari, ne è a lui nota la funzionalità (anche qui gli esempi: l’acido

38 ERBORISTERIA DOMANI Aprile 2012

ialuronico, le proteine, il collagene, le vitamine, il coenzima Q, per non dire dei derivati naturali). Tra questi prodotti funzionali preferiti dal consumatore, la parte del leone la fanno certamente i preparati antiaging (oltre il 60% ed ancora in costante crescita) seguiti, ma notevolmente distanziati, dai prodotti per il trattamento dei capelli (15,7% in USA e 9,1% In Europa, sul mercato totale). Seguono, nell’ordine, gli antinfiammatori, gli antiacne, i protettivi solari, gli schiarenti cutanei e i preparati a funzione snellente. In costante crescita, ovvio, anche la richiesta di prodotti contenenti principi attivi naturali. Del concetto di ecosostenibilità, di utilizzo di prodotti ottenuti da fonti rinnovabili è ormai conscio anche il consumatore. Ci si attende per questa categoria di prodotti, da qui al 2015 una ulteriore crescita di almeno il 4% in USA e del 5% in Europa. Quindi, per concludere, è questo il concetto attuale del consumatore: il prodotto deve essere naturale ed il più funzionale possibile. ■



FITOTERAPIA

DI ELISA CARNEVALE*, COSTANZA GIUNTI** E STEFANO BONA* * Università degli studi di Padova - DAFNAE - Agripolis ** Qualiterbe s.r.l - Località La Rotta, 122/a - 58017 Pitigliano (GR)

INDAGINE SUL SIGNIFICATO DEL TERMINE DEPURAZIONE, TRA SCIENZA E TRADIZIONE 40 ERBORISTERIA DOMANI Aprile 2012


Il termine “depurare”, pur non trovando un riscontro scientifico, è in realtà un termine utilizzato quotidianamente da erboristi e naturopati ed è inoltre presente sulle confezioni di molti prodotti venduti attualmente in erboristeria. L’attributo “depurativo” che viene attribuito a tali prodotti è un termine che riassume gli effetti che si possono ottenere sugli organi emuntori grazie a opportuni trattamenti erboristici. Questi sono tutti effetti che vengono indicati con termini medico-scientifici, non sempre di facile comprensione da parte del consumatore. Il termine depurazione assume quindi una rilevanza pratica per l’erborista al fine di instaurare una comunicazione efficiente e chiara con il cliente. Sul prossimo numero proseguiremo questa indagine riferendoci alle piante officinali normalmente consigliate

I

zione dell’organismo, e in particolar modo di attivazione dei tessuti e degli organi ad attività emuntoriale, per l’escrezione aspecifica di fattori tossici. Secondo gran parte delle medicine non convenzionali, la depurazione rappresenta una sorta di apripista dei rimedi più specifici da assumere per la cura di un particolare disturbo. In sostanza, le pratiche depurative renderebbero l’organismo più recettivo, ovvero capace di innescare processi di autoguarigione. È difficile, se non del tutto impossibile, trovare studi scientifici a sostegno dell’attività depurativa, attribuita a un gran numero di piante medicinali, che ne dimostrino l’efficacia e il meccanismo d’azione. Lo stesso Leclerc (1976) a riguardo dei rimedi depurativi, sosteneva la necessità di precisarne il significato, essendo questo un termine che “non dice molto”, poiché non ne viene attribuito un effetto terapeutico solidamente confermato. Nonostante questo, l’autore ne afferma contemporaneamente la rispettabilità proprio per la loro tradizione antica. Definisce infatti i depurativi come “baluardo della salute circondato dalla considera-

zione delle masse”. La ricchezza di materiale che è possibile trovare nella tradizione, dagli antichi ai giorni nostri, può andare a giustificare, quindi, l’importanza e la validità del termine “depurazione”, ma soprattutto ne giustifica e ne spiega la mancanza di un significato terapeutico preciso, vista l’ampiezza del suo significato. Per depurazione si intende infatti un effetto a più livelli, determinando un benessere generale su tutto l’organismo, difficile quindi da tradurre in un’unica attività terapeutica. Come precedentemente detto, un rimedio depurativo agisce sul nostro organismo, andando a stimolare la funzionalità degli organi adibiti all’escrezione, o più precisamente definiti come organi emuntori.

u Gli organi emuntori

Il metabolismo cellulare trasforma e sintetizza sostanze proteiche, zuccheri, grassi etc. Come tutti i processi chimici anch’esso comporta la produzione di scarti inutilizzabili che possono diventare nocivi se non vengono eliminati. Queste sostanze insieme alle sostanze tossiche esogene, si diffondono nel liquido interstiziale e rag-

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l termine depurare, sebbene molto popolare non risulta rintracciabile in alcun testo di medicina moderna mentre vengono trovati spesso i suoi opposti: intossicare, tossicosi, tossicologia; tutti termini atti ad indicare stati patologici ascrivibili all’azione di agenti endogeni o esogeni, che possono danneggiare in maniera reversibile o irreversibile gli esseri viventi. È possibile trovare però, il termine detossicazione, che indica “ il complesso di tutti quei meccanismi con i quali l’organismo modifica e allontana sostanze derivate dal metabolismo di prodotti endogeni o esogeni, sia introdotti con gli alimenti, sia farmaci o derivati batterici ”. (A.A. V.V., Enciclopedia Medica Italiana, 1975) Nei manuali e nei trattati di fitoterapia, il termine depurare è invece ampliamente utilizzato: “È detta depurativa, infatti, una pianta che aiuta l’organismo a eliminare le scorie attraverso i reni, il fegato, gli intestini, la pelle”. (Belaiche, 2003) Nella tradizione erboristica la depurazione assume quindi, un significato molto ampio, ossia di promozione del funzionamento ottimale dei sistemi di detossifica-


FITOTERAPIA

Indagine sul significato del termine depurazione

giungono il sangue che le trasporta fino ad alcuni organi adibiti alla funzione depurativa. Filtrando il sangue essi raccolgono le sostanze che andranno a formare gli escreti (Guyton e Hall, 2006). Gli apparati-organi emuntori che svolgono questa funzione sono: l’apparato digerente, in particolare fegato e intestino; l’apparato renale, l’apparato respiratorio e la pelle. Attraverso l’intestino (emuntorio intestinale) le sostanze di rifiuto vengono eliminate con le feci. Il fegato grazie alla sua funzione biligenetica, permette l’eliminazione dei prodotti del catabolismo e sostanze xenobiotiche attraverso la bile. Nei reni (emuntorio renale) si ha la formazione dell’urina, nella quale si riversano sostanze inutili, dannose o in eccesso, e quindi da eliminare. Nella pelle (emuntorio cutaneo) sono presenti le ghiandole sudoripare, attraverso le quali vengono escrete sostanze come l’urea, l’acido urico, i fosfati, i sali di sodio, di potassio, di calcio e di magnesio presenti anche nell’urina. Attra-

verso le ghiandole sebacee vengono eliminate invece sostanze maggiormente lipofile come ormoni, metalli pesanti e alcuni antibiotici. A livello dei polmoni (emuntorio polmonare), con l’atto della espirazione viene eliminata l’anidride carbonica, prodotto di scarto del metabolismo cellulare.

u Emuntorio intestinale

Quando si parla di depurazione da parte dell’emuntorio intestinale, si fa riferimento alla escrezione gastrointestinale ed epatica. L’escrezione gastrointestinale o fecale è, insieme a quella renale, la principale via di eliminazione di prodotti del catabolismo cellulare e di sostanze xenobiotiche non volatili. (Dorigo, 2006) I prodotti di scarto del metabolismo, numerosi farmaci o loro metaboliti si ritrovano in notevole quantità nelle feci. Questi possono avere una duplice provenienza, ossia essere secreti dall’organismo attraverso due vie: - dalla mucosa gastrica o intestinale, fenomeno sostenuto da processi di diffusione o di trasporto

specializzato. Questa via riguarda anche le sostanze che non vengono completamente assorbite; - dalle vie biliari: via di escrezione a opera del fegato. Il fegato viene definito organo emuntore per eccellenza proprio perchè svolge due diverse importanti funzioni sulle sostanze endogene ed esogene presenti nell’organismo: metabolismo ed escrezione.

u Escrezione biliare

Una delle tante funzioni del fegato è secernere la bile. La bile svolge due importanti compiti: nella digestione e nell’assorbimento dei grassi a opera degli acidi biliari contenuti al suo interno, e nell’escrezione di molti importanti prodotti di scarto presenti nel sangue (Galli et al, 2007). Le sostanze da eliminare vengono riversate dalla membrana dell’epatocita nella bile, mediante fenomeni di trasporto attivo, in quanto riguarda molecole non diffusibili attraverso la membrana cellulare, o per la presenza di gruppi polari o perché dotate di elevate dimensioni molecolari (superiori ai 300- 500 Da).

LA “DEPURAZIONE” ANTICA

È

risaputo che fin dai tempi più antichi per purificare l’organismo da sostanze tossiche venivano consigliati digiuno, salassi e purghe. Nella teoria Ippocratica – Galenica degli umori si intende per depurazione di un umore corporeo, la modifica o l’allontanamento di sostanze alterate, presenti all’interno dell’organismo, le quali sono responsabili di un affezione e del suo relativo sintomo. (Iozzi S., 1991) Il filosofo e medico Avicenna (1052) definisce la purificazione come un processo attraverso il quale viene mantenuta la forza vitale. Egli inoltre fa riferimento alla necessità che l’aria inspirata sia pura e priva di sostanze nocive,

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condizione fondamentale per il mantenimento della salute. Va a toccare così un problema di grande attualità e causa di un incremento di malattie correlate: l’inquinamento ambientale. L’effetto benefico sugli organi emuntori, delle piante medicinali che vengono definite come depurative, era già riconosciuto da grandi personaggi storici come Plinio il Vecchio, Dioscoride, Galeno, Santa Ildegarda di Bingen. Tutt’oggi la depurazione, spesso associata al drenaggio, è il fondamento di diverse medicine non convenzionali, come l’omotossicologia e la medicina funzionale regolatoria, dove è considerata una vera e propria “filosofia”.


La bile viene secreta a livello dei canalicoli biliari, presenti tra gli epatociti, e passando attraverso dotti di calibro progressivamente maggiore, viene prima accumulata nella cistifellea e poi riversata in maniera intermittente nel lume intestinale. A livello del duodeno lo xenobiotico può essere eliminato dall’organismo attraverso le feci oppure può essere riassorbito a livello intestinale e tornare in circolo, dando luogo a un riciclo enteroepatico. L’escrezione biliare rappresenta un’efficientissima via di eliminazione solo nella misura in cui lo xenobiotico non venga riassorbito, ma soggetto a escrezione fecale. Con il riciclo enteroepatico infatti, la sostanza dal tenue può ritornare al fegato per via portale. Per tali sostanze l’escrezione dall’organismo può essere un processo lunghissimo, discorso importante se si ha a che fare con inquinanti e tossine fungine. È possibile che si verifichi un’ inibizione della escrezione biliare. Ciò determina la permanenza di sostanze tossiche o inutili all’interno del fegato che possono andare a compromettere la sua funzionalità e l’insorgere di un danno cellulare. L’incapacità della bile di fluire dal fegato al duodeno, prende nome di colestasi (Guyton e Hall, 2006) che può essere causata da diversi fattori, come la presenza di calcoli biliari o un eccessivo consumo di grassi e bevande alcoliche (Pizzorno e Murray, 2001).

u Il fegato e il processo di detossificazione

zione (reazione di fase II), dando origine a composti con un gruppo acido dissociato a pH fisiologico, e quindi, non più in grado di attraversare le membrane. Da un punto di vista farmacocinetico le reazioni di fase I possono portare alla formazione di: metaboliti attivi con attività uguale o diversa dal composto di origine, metaboliti inattivi, o anche metaboliti tossici. Le reazioni di fase II conducono invece a inattivazione dello xenobiotico. Durante le reazioni di fase

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Il fegato svolge un ruolo chiave in gran parte dei processi metabolici, (Guyton e Hall, 2006) primo fra tutti la detossificazione. Esso neutralizza una vasta gamma di so-

stanze chimiche sia endogene che esogene, attraverso una serie di reazioni, dette di biotrasformazione che servono a rendere le stesse molecole più facilmente eliminabili, convertendole cioè in composti più polari (Galli et al, 2007): la sostanza subisce una prima reazione di funzionalizzazione (reazione di fase I) che introduce o espone un gruppo funzionale, che ne va ad aumentare l’idrosolubilità della molecola e la rende idonea a subire la successiva reazione di coniuga-


FITOTERAPIA

Indagine sul significato del termine depurazione

I inoltre vengono prodotti radicali liberi, generati dalla trasformazione degli xenobiotici. In caso di elevati livelli di esposizione a sostanze tossiche si ha la formazione di una quantità di radicali liberi, tali da determinare la scomparsa del glutatione, il più importante antiossidante endogeno, coinvolto nelle reazioni di coniugazione nel processo di detossificazione. Come conseguenza, si ha il blocco dei processi di fase II che dipendo-

no dal glutatione. In questo caso si possono causare dei danni molto seri, finanche la carcinogenesi.

u Emuntorio renale

I reni permettono l’eliminazione delle sostanze xenobiotiche e dei metaboliti endogeni attraverso l’urina. L’escrezione renale è considerata la principale via di eliminazione in quanto attraverso il rene passano in un minuto 650 ml di plasma e il volume del filtrato

glomerulare è pari a 120-130 ml al minuto. La velocità e l’entità dell’eliminazione urinaria di una sostanza sono governati da tre meccanismi: A) FILTRAZIONE GLOMERULARE: è un processo unidirezionale in cui le sostanze passano dal sangue al tubulo contorto prossimale. Tale processo non richiede energia e la sua forza motrice è rappresentata dalla pressione idrostatica nei capillari glomerulari, e dipende dalla permeabilità dei capillari stessi, i quali possiedono un endotelio finestrato. Le sostanze presenti nel plasma vengono filtrate a velocità inversamente proporzionale al loro peso molecolare. Ne consegue che le molecole a elevato peso molecolare e che si trovano legate alle proteine, in condizioni fisiologiche, rimangono in circolo. B) SECREZIONE TUBULARE: meccanismo con cui composti endogeni e sostanze xenobiotiche vengono attivamente escreti dal sangue nel tubulo prossimale. A differenza della filtrazione, la secrezione tubulare coinvolge, seppure in misura variabile, la quota di molecole legate alle proteine plasmatiche. C) RIASSORBIMENTO TUBULARE: meccanismo dovuto alla diffusione passiva o al trasporto attivo di sostanze, presenti nell’ultrafiltrato glomerulare, dal lume tubulare ai capillari che circondano i tubuli renali. Le sostanze nutritive sono completamente recuperate e l’acqua viene riassorbita per il 99%. In generale le sostanze che presentano un’elevata lipofilia sono passivamente riassorbite, mentre i composti ionizzati non sono in grado di essere riassorbiti attraverso la

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mente maggiore se l’urina invece che acida è alcalina. Per questo nel trattamento della calcolosi renale vengono spesso prescritti regimi alimentari e sostanze acidificanti delle urine, molto spesso associate a diuretici. I calcoli renali possono essere di diversa natura. Quelli di maggior incidenza sono: calcoli di fosfato di calcio, strettamente in relazione alla reazione alcalina delle urine e può essere una manifestazione costante negli individui in cui l’alimentazione sia a base vegetale. Si dovrà variare l’alimentazione aumentando i cibi acidificanti come per esempio la carne. Calcoli di ossalato di calcio: la terapia deve mirare a eliminare dalla dieta cibi ricchi di ossalato di calcio (spinaci, pomodori, fragole, tè, ca�è, cacao). Inoltre la precipitazione dell’ossalato di calcio nelle urine viene resa difficile mantenendo la reazione

urinaria leggermente alcalina. Calcoli di acido urico, derivanti da un accumulo nelle urine di acido urico. L’acido urico è un prodotto di degradazione degli acidi nucleici e in particolare delle purine esogene ed endogene.

u Emuntorio cutaneo

La barriera più immediata interposta tra individui e ambiente è la cute, con le sue strutture e i suoi annessi. Delimitando la superficie corporea essa è a diretto contatto con tutto ciò che l’organismo considera come estraneo. Il sistema cutaneo è costituito da tre strati (A.A. V.V., Trattato di anatomia umana, 2006): l’epidermide, il derma e l’ipoderma. Ha inoltre i cosiddetti annessi cutanei, costituiti da peli, capelli, unghie, ghiandole e terminazioni nervose. L’epidermide è la parte più superficiale della pelle, quella che ci mette

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membrana della cellula tubulare. La composizione dell’urina è molto importante (Galli et al, 2007): infatti, a volte nell’urina, compaiono sostanze che segnalano la presenza di determinate patologie. Risulta necessario, quindi, fare un riferimento alle nefrolitiasi o calcolosi renale (Guyton A.C., Hall J.E., 2006), essendo questa una patologia molto frequente e segno di un mal funzionamento dell’emuntorio renale. Il calcolo urinario è un aggregato solido di varia forma e struttura, che si deposita all’interno del rene, ma che può poi spostarsi nelle vie urinarie o nella vescica. La sua formazione è solitamente dovuta a una mancata eliminazione di sostanze minerali che avviene per mezzo delle urine. Poiché i calcoli renali sono, per lo più, poco solubili in ambiente alcalino, la possibilità che si formino è considerevol-


FITOTERAPIA

Indagine sul significato del termine depurazione

a contatto con l’ambiente che ci circonda grazie alle sue terminazioni nervose. È priva di vasi sanguigni e linfatici. L’epidermide è costituito a sua volta da quattro strati, di cui il più profondo è lo strato basale, direttamente a contatto con il derma, dove si trovano le cellule che si riproducono e si differenziano, prevalentemente in cheratinociti. Man mano che si riproducono le cellule morte si spingono verso gli strati superficiali formando il cosiddetto strato corneo. Esso è la porzione più esterna dell’epidermide che, per la sua struttura, offre resistenza agli agenti esterni, scarsa permeabilità all’acqua e difese dalle proliferazioni microbiche. Lo strato basale produce anche i melanociti, cellule che producono melanina, un pigmento che ha la funzione di proteggere dalle radiazioni ultraviolette. Il derma è formato da tessuto connettivo, riccamente vascolarizzato. Ha la funzione di nutrimento dell’epitelio sovrastante. Nel derma si trovano le ghiandole sudoripare, sebacee, i bulbi piliferi, i vasi sanguigni, linfatici e le terminazioni nervose. L’ipoderma è un tessuto ricco di connettivo e di cellule che, infiltrate di grassi, prendono il nome di adipociti, i quali costituiranno una riserva di energia, ma non solo: anche sito di deposito e accumulo per molte sostanze altamente lipofile, molte delle quali possono essere farmaci e sostanze tossiche. La funzionalità escretoria, a livello dell’emuntorio cutaneo, viene svolta principalmente dalle ghiandole cutanee che si suddividono in: GHIANDOLE SUDORIPARE: sono ghiandole esocrine che partecipano alla regolazione della temperatura corporea, median-

te l’emissione del sudore. Hanno struttura glomerulare e si trovano principalmente nel derma. Esse si distinguono in due tipi, il primo sono le ghiandole eccrine presenti su tutta la superficie corporea. Queste sono costituite da un tubulo escretore che raggiunge l’epidermide e sbocca all’esterno attraverso un poro da cui fuoriesce il sudore. Producono un secreto prevalentemente acquoso e partecipano attivamente ai processi di termoregolazione e all’omeostasi idrica e salina. Il sudore eccrino è composto per il 99% da acqua e per l’1% da soluti di cui 3/4 da sostanze inorganiche (prevalentemente cloruro di sodio) e per 1/4 da urea, acido urico, creatinina e acido lattico, in caso di sforzi fisici rilevanti. Il suo pH può variare da 5 a 7,5. Il secondo tipo è costituito dalle ghiandole apocrine. Queste sono più grandi, localizzate principalmente nella regione ascellare e ano-genitale, il cui tubulo escretore sbocca sul follicolo sebo-pilifero. Queste ghiandole sono piccole e inattive durante l’infanzia. La loro funzionalità inizia durante la pubertà. Il sudore apocrino è alcalino, più ricco di sostanze organiche quali glucidi, lipidi, protidi e contiene anche varie sostanze inorganiche come il ferro. Proprio per la sua composizione (più ricca di materiale organico rispetto al sudore eccrino) ha un odore più intenso e sgradevole. GHIANDOLE SEBACEE: piccoli organuli esocrini che si trovano su tutta la superficie cutanea, tranne nelle regioni palmari, plantari e nelle mucose. Si trovano in maggiore quantità a livello del viso e del cuoio capelluto. Possono essere indipendenti oppure annesse a una ghiandola sudoripara e a un

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pelo, a un’altezza di poco maggiore rispetto al follicolo pilifero. Da queste ghiandole diparte un tubo che si apre a forma di imbuto verso l’esterno e dove viene riversato il secreto, cioè il sebo. Questa sostanza, composta prevalentemente da colesterolo e acidi grassi, serve a rendere morbida la pelle e a idratarla, evitando così che essa si secchi e si crepi.

u Emuntorio polmonare

L’escrezione attraverso l’emuntorio polmonare (Dorigo, 2006) interessa principalmente le sostanze che, a temperatura corporea, si trovano allo stato gassoso (per esempio, farmaci anestetici generali, alcol etilico). Tra i principali fattori che determinano il malfunzionamento dell’apparato respiratorio vi è l’inquinamento atmosferico (Pizzorno e Murray, 2001). Uno studio americano del 1994 (Davis et al, 1994), dimostrò un aumento dell’incidenza dell’asma in tutto il mondo, soprattutto nei bambini, nelle generazioni nate dopo il 1940, a causa dell’aumento di sostanze chimiche immesse nell’ambiente. Quando sostanze estranee, gas tossici, particelle o goccioline di liquido si depositano o sono adsorbiti nel tratto respiratorio, si scatenano reazioni di difesa che possono essere di tipo aspecifico, nel caso in cui si abbiano reazioni a sostanze di diverso tipo, come per esempio le sostanze irritanti, o specifico come nel caso in cui intervengano reazioni immunitarie (Galli et al, 2007).

u Meccanismi di difesa aspecifica

Questi sono meccanismi presenti fin dalla nascita che assicurano una buona protezione contro i danni causati da un’ampia varietà


di agenti che possono essere inalati. L’epitelio delle vie aeree è infatti ricoperto da un film sottile che consiste in uno strato acquoso e uno strato mucoso sovrastante. Lo strato mucoso, ha la funzione di mantenere costantemente umida la superficie interna della vie aeree, dal naso ai piccoli bronchi, umidificare l’aria inspirata e catturare pulviscoli e microrganismi, assicurando una continua pulizia delle vie aeree: tutte le particelle che respiriamo assieme all’aria, compresi virus, batteri, spore fungine, polveri, pollini, ecc, vanno, infatti, a depositarsi sullo strato mucoso che viene spinto, dal movimento delle ciglia vibratili presenti sulle cellule epiteliali, verso il cavo orale dove è ingerito ed eliminato attraverso il tratto gastrointestinale. L’epitelio delle basse vie respiratorie (regione polmonare) non è dotato di ciglia e quindi la pulizia degli alveoli e delle vie aeree terminali dipende primariamente dall’azione delle cellule del sistema immunitario. Nel caso di infiammazioni del tratto respiratorio aumenta la produzione di muco. Tale eccesso va a ostacolare la circolazione di aria nelle vie aeree, e rende più

uBibliografia

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difficoltoso il lavoro delle cellule cigliate, per cui la pulizia delle vie aree ne risulta ritardata e insufficiente. Accade così che i batteri, che normalmente introduciamo con l’atto respiratorio, hanno un tempo di permanenza nell’albero respiratorio prolungato, favorendo il loro adattamento, l’adesione alle pareti delle vie aeree, la loro moltiplicazione e la produzione di eventuali sostanze tossiche.

u Meccanismi di difesa specifica

Il polmone possiede un ben sviluppato sistema immune che può originare, nei confronti di antigeni inalati, risposte sia umorali che cellulo-mediate. Questo tipo di difesa è acquisito nel tempo ed è stimolato dalla costante esposizione a una varietà di materiali antigenetici presenti nell’aria. Le reazioni possono evidenziarsi come broncocostrizione e malattie croniche polmonari.

u Depurazione degli organi emuntori

Quando il nostro sistema di detossificazione, attuato dagli organi emuntori, è sovraccarico, i

whites in the United States from 1973 through 1987, good news and bad news., JAMA, Oct: 408-412 Dorigo P., 2006, Farmacologia generale, ed CEDAM, terza edizione, p 114-116; 113; Galli C.L., Corsini E., Marinovich M., 2007, Tossicologia, Milano, Piccin, seconda edizione, p 79-80; 52-75; 7779; 254-256 Guyton A.C., e Hall J.E., 2006, Fisiologia medica, Milano, ed Zocchi L, Elsevier, undicesima edizione, p 808;

metaboliti tossici, i farmaci o i prodotti del catabolismo cellulare si accumulano, accrescendo contemporaneamente la sensibilità ad altre sostanze chimiche, alcune delle quali normalmente non dannose. Tale accumulo può portare all’alterazione dei normali processi metabolici e lo scatenarsi di patologie anche gravi. (Pizzorno e Murray, 2001) L’uso di rimedi depurativi diventa quindi di fondamentale importanza per prevenire l’insorgere di tali situazioni e favorire il fisiologico mantenimento dello stato di benessere. Le piante medicinali a cui viene attribuita un’attività depurativa, hanno quindi lo scopo di stimolare o ripristinare la funzionalità degli organi emuntori. Diventa inoltre un momento molto importante da effettuare sia prima di una terapia, sia essa di sintesi che non convenzionale, per preparare l’organismo, per recuperare l’equilibrio alterato, per renderlo più pronto a reagire alla terapia, e sia dopo, per ridurre gli effetti collaterali della terapia stessa. n

p 859- 862; 313-315; 988-989 Iozzi S., 1991, Fitopratica la cura con le erbe, i consigli e le ricette inedite della medicina tradizionale erboristica, Firenze, ed Giunti, p. 73 Leclerc H., 1976, Prècis de Phytothèrapie - therapeutique par les plantes françaises, Parigi, Ed Parigi, p.79 Pizzorno J.E. e Murray T.M., 2001, Trattato di medicina naturale, ed Red, vol 1, p 475- 486; 357-369; 83; 367-369; 486-488

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ETNOBOTANICA

BURKINA FASO: LA FORESTA CHE RINASCE

Piccolo esemplare di Baobab del giardino Ettore Tibaldi

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DI STEFANIA SCHEMBARI

I Una associazione italiana impegnata nella promozione del turismo responsabile nei paesi dellAfrica sub-sahariana si è fatta carico,insieme ai rappresentanti delle comunità locali, e con il sostegno della cooperazione italiana, di realizzare un ambizioso progetto ideato da EttoreTIbaldi: la creazione nei area dei villaggi Tanlili di un giardino botanico che potesse diventare una preziosa riserva di biodiversità, un laboratorio di tecniche colturali tradizionali e innovative, e un area di rigenerazione della foresta in mezzo alla savana. La testimonianza di una impresa compiuta in pochi anni, raccontata da chi ha contribuito a realizzarla, con una proposta per i nostri lettori che volessero andare a conoscerla di persona

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l territorio del Burkina Faso comprende tre ambienti naturali molto diversi tra loro. A nord, al confine con il Mali e il Niger, siamo in piena fascia saheliana, la vasta regione semidesertica che costituisce il lembo meridionale del Sahara, caratterizzata da dune di sabbia e piogge molto scarse. A sud, al contrario, si trova un suolo umido e ricco di vegetazione, simile a quello dei paesi confinanti, Costa d’Avorio, Ghana, Togo e Benin. Il centro del paese è invece occupato da una savana poco boscosa: la vegetazione è rada e le piogge sono stagionali. Esiste infatti una stagione secca dal mese di ottobre fino ad aprile e una stagione delle piogge da maggio a settembre. Quest’ultima però diventa sempre più breve, a causa dei cambiamenti climatici che coinvolgono tutto il pianeta. A partire dagli anni ’70 infatti sono iniziate le prime ricorrenti siccità. Le terre coltivabili sono divenute via via più rare e numerosi spazi alberati ed erbosi si sono ridotti, fino a scomparire del tutto in alcuni casi. Le cause di questo processo sono molteplici. Prima fra tutte, la precarietà delle piogge degli ultimi due decenni ha inferto un grave colpo alla vegetazione, soprattutto arborea. Secondo il Ministero dell’Ambiente e delle Acque (1996), le coperture forestali regrediscono ogni anno di circa 105.000 ettari. Durante la stagione delle piogge le precipitazioni colpiscono il suolo in modo violento, arrivando a creare sulla superficie una sorta di crosta impermeabile. Questo accade quando la formazione vegetale tipica di questa fascia climatica (savana di tipo arbustivo, principalmente) viene a scompari-


ETNOBOTANICA

Burkina Faso: la foresta che rinasce

La scomparsa della vegetazione, abbinata alle pioggie intense conferisce al terreno il tipico aspetto impermeabile e compatto ▲

re, lasciando scoperto il manto del terreno, ancora ricco di biomassa e fertile, ma permeabile e non più trattenuto, che viene facilmente

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e frammenti di foglie. Esse costituiscono un forte attacco alla pratica della pacciamatura, utilizzata in permacultura depositando uno strato di materiali organici posti sul terreno, per proteggerlo dagli effetti del clima locale. Essa regola la temperatura del terreno limitando shock termici (giorno/notte), contiene l’evaporazione dell’acqua e mantiene l’umidità del terreno, limitando la disidratazione indotta dal vento. Arricchisce il terreno di sostanze organiche e nutritive attraverso la degradazione del materiale della pacciamatura, infine protegge contro il dilavamento del terreno dovuto all’erosione delle piogge. Infine l’impatto sul territorio degli insediamenti umani e dell’allevamento di animali esercita una forte pressione sull’ambiente

dilavato via dalle forti piogge estive, portando in superficie lo strato sottostante, impermeabile. La terra diventa così incapace di assorbire acqua e quindi generare nuova vita. Inoltre, il vento caldo, secco e polveroso che soffia forte durante la stagione secca - l’Harmattan, un aliseo che soffia tra la fine di novembre e la metà di marzo, da nord-est a sud-ovest e quindi dal Sahara verso il Golfo di Guinea porta la sabbia dal deserto verso la savana e in mancanza di barriere naturali questa si deposita sui terreni fertili. Altro fattore di dissesto è rappresentato dalle popolazioni di termiti. Si trovano soprattutto nelle zone più calde, dove alcune specie costruiscono grandi nidi nel terreno, nutrendosi in particolare di legno


SONG TAABA: L’UNIONE DEI VILLAGGI

C

i troviamo a circa 60 km da Ouagadougou, nella provincia di Oubritenga (di cui è capoluogo Ziniaré), sul territorio del Comune di Zitenga, luogo molto importante per il regno Mossi. I villaggi dell’Unione di Tanlili sono popolati prevalentemente da questa etnia, composta da agricoltori, con una piccola minoranza di allevatori Peul anticamente nomadi ma diventati stanziali negli ultimi decenni. I Gruppi di Villaggio sono oggi i veri protagonisti della vita sociale, rispettano le tradizioni ma si sono formati anche per favorire specifiche attività innovative: l’orticoltura, il commercio, l’allevamento, in senso più dinamico e adattato alle mutate e difficili condizioni ambientali. Da dieci anni Amidou Ouédraogo e M. Khalifa, tra i responsabili di UNGTV è iniziata anche l’attività di alfabetizzazione, limitata dapprima a trenta persone, oggi dedicata ogni anno sertificazione e per sviluppare un’agricoltura sostenibile a centinaia di soggetti, tra cui molte donne. Tutte le attività e rispettosa dell’ambiente al fine di migliorare vari aspetti dei Gruppi di Villaggio sono coordinate da un ufficio, chiadella vita della popolazione agricola. Nel 2003 l’UNGVT ha mato Unione dei Gruppi di Villaggio. La storia dell’Union ricevuto, insieme ad altre entità, il “Premio di Slow Food Namanegbzanga des Groupements Villageois de la zone de per la biodiversità”. Tanlili (UNGVT) corre parallela a quella del suo presidente e fondatore, Hamidou Ouedraogo. Nato nel 1945 a Tanlili, emigrò per lavoro, nel 1963, in Costa d’Avorio dove osservò con molto interesse alcuni gruppi cooperativi. Ritornato nel villaggio natale nel 1977 cercò di fare propria l’utile esperienza osservata nel paese confinante. Decise così di organizzare un gruppo di lavoro di dieci contadini, con l’obiettivo di prestare il proprio servizio nei terreni altrui. Cinque anni più tardi il gruppo, che nel frattempo si era allargato a 35 persone e si era battezzato Song Taaba (in moré, la lingua dei Mossi, “aiutiamoci fra noi”), coltivava in proprio i terreni e si era dato un’organizzazione precooperativa già sufficiente a migliorare il tenore di vita di tutti i soci, aiutando soprattutto i più poveri a sopravvivere E proprio l’UNGVT è stata una dei principali beneficiarie nei periodi di siccità. Nel 1989 i Gruppi di Villaggio coinvolti del progetto di cooperazione “Turismo Responsabile in dall’associazione diventano quattro e nel 1990, con la fonBurkina Faso”. Attualmente è possibile conoscere e visitare dazione della UNGVT il progetto si allarga oltre i confini di questa realtà da vicino: è qui che è stata organizzata la Casa Tanlili. dell’ospite, struttura ricettiva per turisti e visitatori che Coop Lombardia, con la consulenza tecnico-scientifica vogliono passare una o più notti in un villaggio africano. I dell’Università di Milano, aveva avviato qui nel 1990 le giovani dell’UNGVT hanno ottenuto il brevetto di guide e sue attività di cooperazione, focalizzandosi nell’ambito accompagnano i visitatori in itinerari alla scoperta della vita dell’agroforestazione con azioni per la lotta contro la denei villaggi e della cultura locale.

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ETNOBOTANICA

Burkina Faso: la foresta che rinasce

(roghi nella savana, taglio abusivo della legna) provocando il degrado, se non l’estinzione, delle risorse naturali. Si tratta dunque di una terra difficile da coltivare e da proteggere. Tuttavia l’attività prevalente nel paese è proprio l’agricoltura, praticata dall’80% della popolazione attiva: è un’agricoltura di “sussistenza” condizionata dalla mancanza di acqua, dove il compito dell’uomo è coltivare in modo che il terreno possa assorbire più acqua e diventare più fertile. In un paese in cui i pozzi sono l’unica fonte di approvvigionamento idrico, solo circa la metà della popolazione ha un facile accesso all’acqua potabi-

le, e ancora meno nei villaggi periferici. Per limitare il degrado dei suoli e ricostituire la copertura vegetale sono in corso numerose iniziative

TECNICHE DI AGRICOLTURA TRADIZIONALE Lo zaï è una tecnica tradizionale di coltivazione dei terreni tipica della zona di convergenza di Mali, Niger e Burkina Faso, abbandonata e riutilizzata dopo lunghi periodi di siccità da parte della popolazione a nord del Burkina Faso (Yatanga). Tale tecnica è rimasta a lungo tempo considerata aneddotica da parte dei ricercatori, ma è stata ora riscoperta e inserita all’interno delle tecniche di conservazione del suolo e delle acque (CES). Durante la stagione secca vengono scavate delle buche di 30-40 cm di diametro e 10-15 cm di profondità, a distanza di 80 cm l’una dall’altra, utilizzando la daba (zappa con manico corto). La terra estratta viene posta tutto attorno alle buche, fungendo da barriera anti-erosione. La preparazione tempestiva del terreno permette di trattenere nelle buche di semina la sabbia, il limo e la materia organica che verrà portata dall’Harmattan. Il terreno non

lavorato intorno alle buche funge invece da impluvio e permette quindi di aumentare la quantità di acqua trattenuta nei fori di impianto. Poco prima delle prime piogge il contadino deporrà in ogni buca alcune manciate di materia organica seccata al sole. Questa attirerà I tipici crateri dello zaï le termiti che in questo caso svolgeranno un’azione utile localizzata, molto utilizzata nelle alla crescita del seme. Le gallerie zone aride in quanto riduce al mida esse scavate, vere e proprie nimo l’uso di acqua e fertilizzanti. strutture biogeniche ricche di Consiste nel bagnare solo una escrementi e minerali, agevolepiccola frazione di terreno, ma non ranno l’infiltrazione dell’acqua e le foglie, utilizzando acqua a basse la formazione di sacche d’acqua in portate e bassa pressione. L’acqua profondità che saranno sfruttate gocciola lentamente verso le radici dalle radici appena formate. della pianta; L’evaporazione è ralL’irrigazione a goccia, o microirrilentata in modo significativo, così gazione, è una forma di irrigazione come la crescita di erbe infestanti.

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condotte dai servizi tecnici della pubblica amministrazione, dalle ONG e dalle associazioni locali.

u Il giardino botanico “Ettore Tibaldi”

Il giardino richiede cure continue per assicurare la vegetazione sul suolo asciutto.

L’idea si fece strada cinque anni fa dopo un lungo confronto con i contadini locali. Ettore Tibaldi, docente di zoologia all’Università di Milano, e uno dei principali animatori dei progetti della cooperazione internazionale italiana legati alla valorizzazione delle tradizioni alimentari dei paesi in via di sviluppo, aveva immaginato il Giardino Botanico come luogo per la tutela della biodiversità, dove potessero trovare spazio e essere conservate essenze vegetali autoctone, di cui molte in via di estinzione, ancora oggi utilizzate dalla popolazione soprattutto nell’ambito della medicina tradizionale. Avrebbe potuto essere anche un laboratorio didattico in cui mostrare le buone pratiche di sfruttamento del suolo: le tecniche di coltivazione del terreno che permettono di disperdere meno acqua, e che in combinazione con l’uso di compost permettono di incrementare la fertilità dei campi. Non solo i produttori locali, ma i tecnici agrari provenienti da tutto il paese avrebbero potuto osservare e conoscere queste tecniche per poterle poi diffondere efficacemente nei propri territori. Tibaldi aveva avuto modo solo di abbozzare il progetto, quando scomparve nel 2008. Ma dell’idea decise di farsi carico Mowgli, una associazione no-profit di Milano impegnata nello sviluppo di azioni volte al sostegno del turismo responsabile in Burkina Faso, e grazie all’intervento di Coop Lombardia e della Fondazione Cariplo il sogno poté essere realizzato.

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ETNOBOTANICA

Burkina Faso: la foresta che rinasce

Si tratta dunque di un progetto che combina finalità differenti e che può essere considerato il cuore delle azioni che hanno permesso di migliorare la gestione del suolo all’interno del territorio dell’UNGVT, anche per la funzione che riveste come vivaio per le azioni di rimboschimento che hanno interessato molte colline. Il giardino, che copre una superficie di circa 4 ettari, è suddiviso in quattro parti. Una prima parcella è occupata da alberi da frutto di origine locale e da piante medicinali. Per quanto riguarda i primi, è stata rivolta particolare attenzione alle specie sel-

vatiche già praticamente scomparse o in via di estinzione. Molti giovani non hanno nessuna esperienza di queste varietà che un tempo erano importanti fonti alimentari nell’economia di raccolta dalla flora spontanea. Le piante medicinali vengono invece conservate con cura, utilizzando tecniche che le aiuteranno a sopportare le difficoltà climatiche e a crescere in buone condizioni. La parcelle sono curate in modo di consentire raccolte parziali per la realizzazione di preparazioni medici-

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nali e permettere la pratica di cure tradizionali. Senza questa attenzione si rischierebbe di far perdere per sempre alle future generazioni l’opportunità di conoscere e sfruttare le proprietà medicinali di tali specie. All’interno di quest’area è stato ideato un percorso di visita che i visitatori possono compiere autonomamente, grazie anche a opuscoli esplicativi contenenti anche informazioni sugli usi di ciascuna specie nella tradizione locale. In alternativa, è possibile visitare il giardino accompagnati da guide specializzate, grazie all’attività di formazione effettuata da uno dei partner del progetto di Turismo Responsabile. La seconda area è dedicata alla dimostrazione di diverse tecniche colturali (zaï e demi-lunes), cui sono associate pratiche di conservazione dell’acqua (irrigazione a goccia) e del suolo (dighette). Queste sono caldamente raccomandate dal Ministero dell’Agricoltura per migliorare l’adattamento delle tecniche colturali al fatto che la stagione agricola diviene sempre più breve e le piogge più rare. All’interno di questa parcella esiste inoltre un piccolo vivaio riservato alla proliferazione di piante arbustive e arboree. Queste rimangono all’interno dell’area recintata


fino al raggiungimento della grandezza giusta per essere trapiantate nel terreno. Una pratica recentemente introdotta e particolarmente interessante, legata alla filiera di produzione biologica delle essenze prodotte nel vivaio, riguarda la lavorazione dei semi di Neem (Azadirachta indica) per la produzione di pesticidi vegetali, attività che viene effettuata con un gruppo di donne del villaggio di Tanlili supportato da una formazione specifica. Una terza parcella è dedicata al maggese (jachère), ossia alla messa a riposo stagionale del suolo, pratica che è in via di abbandono a causa del crescente bisogno di spazi coltivabili. Per assicurare la copertura vegetale adeguata ai campi nella fase di riposo, sono state ripopolate specie erbacee in via di estinzione o già scomparse a causa della rarefazione delle porzioni a maggese. All’interno di questa parcella sono state predisposte inoltre alcune fosse di compostaggio (fosses fumières), il cui prodotto (un concime organico biologico) sarà utilizzato in tutto il Giardino Botanico per assicurare la fertilità del suolo. La RNA, ossia la rigenerazione naturale assistita, è importante dal punto di vista dimostrativo, poiché si tratta della modalità di gran lunga più economica per recuperare la copertura vegetale. Essa interagisce in modo favorevole con le altre modalità di difesa del suolo e di conservazione dell’acqua (lo zaï e le demi-lunes, le dighette in pietra o in erba, ecc.)

In alto: una verifica tecnica durante le fasi del censimento delle specie. Nelle altre foto, alcuni momenti di una visita, con le guide della associazione UNGTV

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ETNOBOTANICA

Burkina Faso: la foresta che rinasce

L’ultimo blocco è riservato all’agroforestazione, coltivato in parte a Moringa oleifera e in una parte più grande a diverse produzioni annuali, secondo la tecnica della rotazione delle colture, e con l’utilizzo di varietà migliorate.

u La ricerca etbotanica

Come si è visto, al fine di garantire la gestione sostenibile delle risorse naturali nella zona del villaggio di Tanlili, è necessario portare avanti

delle azioni di protezione e riforestazione. Tuttavia, questa gestione non può essere fatta senza la conoscenza dello stato delle specie e senza il coinvolgimento e l’effettiva responsabilizzazione delle popolazioni interessate. E’ in questo contesto che si inserisce la Ricerca Etnobotanica condotta sul territorio dei villaggi dell’UNGVT. Com’è noto inoltre gran parte delle conoscenze in Africa sono

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trasmesse soltanto per via orale. Il sapere tradizionale riguardante gli usi delle piante è quindi custodito dagli anziani e purtroppo, vista la tendenza dei giovani ad abbandonare le campagne, rischia di essere perduto per sempre. In un territorio dove ancora oggi la medicina tradizionale è diffusissima, si è pensato di fissare le conoscenze riguardanti alcune delle specie presenti sul territorio, molte delle quali tra l’altro sono in via di scomparsa. All’interno delle attività del progetto di sviluppo di turismo responsabile è stata quindi realizzata una ricerca etnobotanica alla quale hanno collaborato una giovane dottoressa forestale italiana Valeria De Paoli, l’antropologo Claudio Cadei e la responsabile dell’Ambiente della Provincia di Ziniaré, Mariam Bovamba. Per quanto riguarda la metodologia, sono state effettuate due serie di interviste con tre persone per ciascuno dei ventidue villaggi dell’UNGVT: il capo villaggio o un anziano con carisma riconosciuto dalla popolazione. Le interviste sono state eseguite sulla base di una serie di domande che miravano a capire quali piante fossero in via di estinzione e qual è il loro utilizzo nella vita quotidiana. Dopo la prima serie di incontri è stato identificato un certo numero di piante ricorrenti nei racconti degli anziani, sulle quali si è focalizzata l’attenzione durante la seconda serie di interviste. Lo studio ha permesso di approfondire le conoscenze riguardo a cinquanta specie locali. L’obiettivo generale è stato dunque creare un inventario delle specie arboree nel territorio dell’Unione e stabilire una carta di identità per ciascuna delle cinquanta specie più importanti. I dati raccolti riguardano le se-


guenti informazioni sulle diverse specie: - il nome locale in moré, e il nome in francese; - l’esistenza di racconti, leggende o storie; - gli usi nella medicina tradizionale: se la specie viene utilizzata per la preparazione di medicamenti e per la cura di quale malattia; - l’utilizzo per rituali, cerimonie, feste: per quali tipi di rituali (sacrifici, maschere, strumenti musicali, ecc.) e con quali modalità di utilizzo; - l’uso alimentare (cibi e bevande) e per quali tipi di alimenti; - l’uso agro-forestale: se la specie è utilizzata in agricoltura o per l’agro forestazione e in che modo; - l’uso della legna: se la specie viene utilizzata per la costruzione di case o altre strutture o per la fabbricazione di utensili o oggetti vari; - l’uso nelle attività di artigianato o di produzione: se la specie rientra tra queste attività, qual è la sua utilità (tintura, saponificazione, foraggio o legna da ardere); - la presenza della specie nel villaggio: se la specie è presente nel villaggio o nei villaggi vicini, qual è il suo stato di presenza attuale; - la frequenza di utilizzo: in famiglia/ in casa, la pianta è indispensabile nella vita quotidiana o viene cercata raramente, qual è la frequenza d’uso nella famiglia dell’intervistato, se la pianta è indispensabile per molte attività/è utilizzata qualche volta o solo in alcuni periodi dell’anno/viene utilizzata raramente; - i cambiamenti rispetto al passato: se sono state rilevate differenze nella diffusione rispetto al passato, se la specie è scomparsa, comparsa, se il numero è diminuito o è aumentato o altre differenze. In generale, si è rilevato che le piante presenti di uso tradizionale, rappresentate ora nel Giardino Bo-

tanico Tibaldi, vengono utilizzate per gli usi più svariati: l’alimentazione, la colorazione dei tessuti, la produzione di saponi, come fertiliz-

zanti, come legname per diversi tipi di costruzione. E, naturalmente, per usi rituali e la cura delle malattie. ■

Tra le attività del progetto, una ricerca etnobotanica, con interviste a anziani e erboristi locali, ha permesso di censire decine di specie ad uso locale

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ETNOBOTANICA

Burkina Faso: la foresta che rinasce

KARITÈ (TAANGA): BOTANICA, USI E TRADIZIONI NELLA REGIONE TANLILI A titolo di esempio per i nostri lettori, presentiamo in queste due pagine la scheda realizzata nell’ambito della ricerca botanica svolta dal Progetto su una delle essenze più preziose e dal grande potenziale economico: il Karitè. Per ulteriori informazioni sulle piante oggetto della ricerca: d.alleva@mowgli.it Nome botanico: Vitellaria paradoxa Famiglia: Sapotacee Nome moré: Taanga Nome italiano: Karité Categorie di protezione: specie vulnerabile (Monografia Nazionale sulla Biodiversità del Burkina Faso, 1999), che beneficia di misure di protezione speciali (MECV, 2004). Distribuzione: regione sudanese Precipitazioni: 400-900 mm/anno Terreno: terreno ricco di humus; tipica delle aree coltivate. Vitellaria paradoxa predilige terreni argillo-sabbiosi e sabbiosi, qualche volta i suoli sabbio-argillosi e raramente i terreni argillo-limacciosi, sabbio-limacciosi e ghiaiosi (DOUAMBA, 2006). Aggregazione: gregaria, da 50 a 100 piante per ettaro in età di fruttificazione (BONKOUNGOU, 1987).

Fiori: infiorescenza con 30 o 40 fiori alle estremità dei rami spessi, di colore bianco crema, molto profumati e melliferi. Frutti: i frutti sono drupe ovoidali glabre o pubescenti da 4 a 5 cm di lunghezza, pesano circa 25 g e contengono un solo seme, la “noce di karité”, immerso in una polpa carnosa e dolce. Foliazione: mesi di maggio e giugno Fioritura: marzo, aprile, maggio Fruttificazione: giugno, luglio, agosto Utilizzi nell’area di Tanlili: Foglie: il macerato consente di diagnosticare gli edemi del corpo (sébgo in moré): entrambe le mani vengono impregnate e lavate, e se l’acqua diventa collosa è una manifestazione del sebgo; questo si cura lavandosi con le foglie in decotto. Le foglie vengono usate nella trasformazione di concimi organici. Le foglie in decotto contribuiscono alla preparazione di un prodotto che tratta le infezioni alla mammella (biismoogo in moré). Le foglie pestate in un mortaio in macerato (acqua calda) curano le malattie infantili (kaame in Moré): la madre si siede su due gambe di legno per fare un clistere al bambino e lo lava 3 o 4 volte se si tratta rispettivamente di un bambino o di una bambina. Fiori: contengono nettare che attira le api; di qui la classificazione della specie tra le piante mellifere.

Tronco: raggiunge i 9, 12 e fino ai 15 m di altezza.

Frutti: i frutti acerbi con l’aggiunta delle foglie in decotto posizionati dentro la casa allontanano le zanzare.

Corteccia: fessurata a pelle di coccodrillo; se intagliata, lascia colare un lattice.

Polpa: viene consumata cruda dagli esseri umani e dagli animali.

Foglie: intere, oblunghe allungate (da 15 a 25 cm) con bordi ondulati, sono coriacee, lucide con punta arrotondata.

Semi: i semi vengono trasformati in burro; il burro si utilizza per la produzione di sapone.

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Il burro viene usato per un rito annuale (il kinkirga) presso il capo o il più anziano del villaggio: consiste nel preparare il kinsé (foglie bollite di Kadaba farinosa) con i fagioli, che saranno accompagnati da burro. Una parte verrà posta nel luogo del sacrificio e l’altra parte sarà consumata dai membri della famiglia. Il kinkirga viene effettuato all’inizio della stagione delle piogge (maggio-giugno). Il burro viene utilizzato inoltre per fare un rito annuale a beneficio dei gemelli: gli elementi che accompagnano il burro sono le frittelle di fagioli (samsa), i ceci (souma), il sesamo (siini) e la salsa di fagioli (beingue zindo). Il burro viene utilizzato poi per preparare un piatto chiamato “Nioné” a base di acetosa e ceci in caso di morti o funerali (toodo o kouré); questa pietanza viene preparata il giorno prima. Corteccia: il decotto viene utilizzato per preparare il couscous con la farina di miglio (Setaria italica) o di sorgo rosso per curare le allergie. Il decotto cura i dolori gastrici, la diarrea e le micosi (sèmomedé) nei bambini mediante clistere. La corteccia, aggiunta a quella di roanga, in decotto cura la diarrea mediante applicazione sul retto utilizzando un

pezzo di stoffa; cura anche le micosi (sèmomeddé). Tronco: è utilizzato per produrre mortai e abbeveratoi. Alberi caduti: il legno è utilizzato per accendere il fuoco e per costruire tetti, tettoie, granai.

“Il tradimento” Secondo un racconto dell’area di Tanlili: Taanga (il Karitè) e Kalgnaanka (il Cappero) erano molto amici perché subivano la stessa sorte a causa del loro utilizzo da parte dell’uomo, e come si suol dire: “chi si somiglia, si piglia”. I due amici si misero a pensare come risolvere la loro triste situazione. Purtroppo, e pensa e pensa e il tempo passò. Kalgnaanka andò a trovare Gonpagnandga per chiedergli le sue spine per difendersi dall’uomo, senza dir nulla all’amico Taanga. Taanga nel frattempo si accorse che il suo caro amico Kalgnaanka non subiva più gli uomini quanto lui. Allora chiese spiegazioni a Kalgnaanka che raccontò come aveva fatto a liberarsi. Taanga ci rimase malissimo e decise di porre fine alla loro amicizia: Kalgnaanka gli aveva giocato proprio un brutto tiro!

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ETNOBOTANICA

Burkina Faso: la foresta che rinasce

TURISMO RESPONSABILE IN BURKINA FASO: UNA META RAGGIUNTA

U

na crescente sensibilità e il desiderio di conoscenza delle comunità locali, della loro cultura e delle loro problematiche, la presa di coscienza del valore del viaggiare come accrescimento culturale personale e come attività che può essere utile allo sviluppo economico sostenibile: è il nuovo mondo del turismo responsabile. E sono queste le condizioni di base per cui si è pensato con ottimismo a un progetto di sviluppo turistico in Burkina Faso che potesse contri-

buire efficacemente a un miglioramento delle condizioni sociali ed economiche della popolazione. Il progetto, nato nell’ottobre del 2009 e terminato nel marzo del 2012 ha incluso azioni mirate alla valorizzazione del territorio del Burkina Faso, mettendo in rete le prime esperienze di attività turistiche di villaggio. Queste sono state realizzate attraverso la formazione alle guide e con la gestione di piccole strutture ricettive di villaggio costruite grazie al progetto. All’in-

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terno di questa cornice rientra anche il Giardino Botanico Ettore Tibaldi che si può visitare accompagnati da una guida locale. Il biglietto d’ingresso al giardino, il costo della guida e del pernottamento e i pasti consumati presso la “Maison de l’Amitié” di Tanlili rappresentano una parte del sostentamento del Giardino Botanico. ■


In viaggio con Mowgli Ora è possibile partire in maniera responsabile alla scoperta del Burkina Faso aggregandosi a piccoli gruppi di viaggiatori in date di partenza prestabilite o progettando il proprio viaggio nelle date e con itinerari personalizzati con un gruppo di 4-6 persone. Grazie alla conoscenza approfondita che MOWGLI ha del territorio burkinabé, è possibile creare tour personalizzati per gruppi di persone interessate ad aspetti specifici del paese. PROGRAMMAZIONE 2012

TOUR SCOPERTA Un programma alla scoperta dell’area sud occidentale del paese, sulle tracce delle etnie mossi, bobo, lobi e gan. Non mancherà l’incontro con la musica burkinabé, conosciuta in tutto il mondo, e l’esplorazione di angoli di natura sorprendenti. DURATA 11 giorni – possibilità estensione di 7 giorni: Sahel o Tour dell’est. PARTENZE 28/5 – 7/6 – 6/8 – 27/12 QUOTA da € 2.100

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BURKINA E BENIN Musiche tradizionali e riti vudù Dal festival multietnico burkinabé di Koubrì “La lune du Sahel” al “Festival Internazionale del vudù” a Ouidah, in Benin: un viaggio attraverso le musiche, le danze e le tradizioni più vibranti di questo scorcio di Africa nera. DURATA 16 giorni PARTENZA 27/12 QUOTA da € 2.020

SCONFINATO SAHEL Viaggio nei grandi spazi naturali del Burkina: nel Sahel per incontrare i peuls, i songhais e i touareg e poi nella Tapoa, a sud-est, all’interno del meraviglioso Parco d’Arly, che si trova ai piedi della falesia di Gobnagou. DURATA 13 giorni PARTENZE 14/5 – 12/11 QUOTA da € 2.290 Informazioni e prenotazione dei viaggi: viaggiare@mowgli.it www.mowgli-italia.org Tel. 02 70634800

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PIANTE: MITI E LEGGENDE

Il Mandorlo in fiore Al Mandorlo (Prunus amygdalus), si attribuiscono origini antichissime, addirittura risalenti all’età del bronzo (3000-2000 a.C.). La pianta è più volte citata nella Bibbia: “...prendete nei vostri sacchi dei prodotti più squisiti di queste regioni: balsamo, miele, adragante, laudano, pistacchio e mandorle e fatene dono a quell’Uomo...” (Genesi, 43:11) Resti di nocciole di mandorle pare siano stati identificati in reperti rinvenuti nella tomba di Tutankamon (1300 a.C.). Lo scienziato e medico romano Castore Durante, nel suo volume scientifico Il Tesoro della Sanità (1679), fornisce dei semi del Mandorlo una colorita ed insolita descrizione: “… nutriscono assai, ingrassano, aiutano la vista, moltiplicano lo sperma, purgano il petto, … – e, ancora – “… mangiandone quando sono secche sono di tarda digestione e dimorando nello stomaco fanno dolere la testa”. Nella mitologia greca, il Mandorlo è correlato all’attesa del compimento di una speranza ed è indice di costanza. Antichi riti e pratiche di magia includevano un elisir d’amore fatto con fiori di Mandorlo da offrire in dono all’oggetto del proprio desiderio. Il califfo mussulmano Abd al-Rahman III fece piantare dei mandorli tutto attorno il suo suntuoso palazzo nei pressi di Cordova per restituire il sorriso, alla vista della meravigliosa fioritura delle piante, all’amata consorte Azahara, che soffriva di nostalgia. La pianta, rigogliosa e spettacolare nella sua fioritura, è oggi diffusa in tutti i paesi dell’area mediterranea, in Italia soprattutto nel meridione, Sicilia e Calabria. All’arrivo della primavera, attorno ai templi di Agrigento, sembra di scorgere campi coperti di neve: sono mandorleti in fiore. La vista di un Mandorlo in fiore agli inizi della primavera è talmente suggestiva – un’esplosione di fiori bianchi, leggermente rosati al centro, aggrappati ad un groviglio di sottili rami ancora spogli di foglie – che non poteva non essere scomodata una leggenda per spiegare le origini di questa pianta. Fillide, giovane figlia di Sitone, re della Tracia, ama, riamata, Acamante, figlio di Teseo. I due giovani si 62 ERBORISTERIA DOMANI Aprile 2012

erano incontrati durante una sosta della sua nave in quei luoghi. Infatti, il giovane era un guerriero arruolato nell’armata greca diretta verso Troia. E ora deve ripartire con gli altri Achei per la guerra e lasciare sola l’amata fanciulla cui promette di ritornare e di attenderlo. Passa tanto tempo, dieci anni e più e Acamante non si fa più vivo. Ormai la fanciulla non spera più di rivedere il giovane innamorato, la sua nave non figura tra quelle che sono rientrate in patria dopo la vittoriosa guerra. Pensa che si sia dimenticato di lei, oppure, ancora più nefasto presagio, che sia morto. È sola, triste, si lascia morire dalla disperazione. La dea Atena, commossa da questo esempio di tragico amore, trasforma Fillide in un albero, il Mandorlo. Ma Acamante non era morto, i lunghi dieci anni di guerra lo avevano tenuto lontano, inoltre – narra sempre la leggenda – pare che durante il viaggio di ritorno avesse incontrato altri disagi, tra cui la perdita di rotta con la sua nave. Ed ecco che ritorna a cercare l’amata fanciulla. Viene a conoscenza della di lei tragica fine. Allora si reca nel luogo ove gli viene indicato si trova il mandorlo. Lo trova, è un albero spoglio. Disperato ne abbraccia il tronco, piangendo, lo bagna con le sue lacrime. La pianta, per il gesto amoroso fa prorompere dai suoi nudi rami non foglie, ma una splendida, candida, prematura fioritura. Questo abbraccio dei fiori ai nudi rami continua ogni anno, quando l’esplosione della bianca fioritura annuncia il ritorno della primavera ■


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ERBORISTERIA domani mensile nato nel 1978 - numero 368 - Aprile 2012

www.erboristeriadomani.it piazza Wagner 1, I 20145 Milano * info@erboristeriadomani.it tel. +39 02 41273353 Direttore responsabile Demetrio Benelli * direzione@erboristeriadomani.it Impaginazione e web Giuliano Tagliabue * grafico@erboristeriadomani.it Autori Stefano Bona, Elisa Carnevale, Costanza Giunti, Paolo Poggi, Stefania Schembari Un ringraziamento al direttore di Mowgli, Daniele Alleva Foto e disegni Anna Schoenstein (copertina, pag, 28, 29, 62) Giuliano Tagliabue (pag. 26), Reportage Burkina Faso: Stefania Schembari e Daniele Alleva Iscrizioni Elenco Periodici della Cancelleria: Trib. Mi n. 264 del 26-6-1978. Registro Nazionale della Stampa: (L 416/1981) in data 28-10-1982 con il n. 467

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