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ErboristEria
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lug./ago. 2013
issn 1721-5676
SAPERE E FARE dossier TRADIZIONE E INNOVAZIONE dA sAViGLiANo
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5 meeting point
Al Porto Vecchio di Marsiglia in difesa della lavanda Nell’anno di Marsiglia Capitale Europea della Cultura, i produttori di Lavanda della Provenza invitano il pubblico a passeggiare tra i filari di un campo in piena fioritura, ricreato a due passi dal Porto Vecchio. Un invito al quale hanno risposto, dal 28 giugno al 7 luglio, oltre 100.000 visitatori. Simbolo del territorio e del paesaggio provenzale, risorsa economica, culturale e turistica insostituibile per la regione, la des Alpes à la Provence Lavanda non è per questo meno vulnerabile. È un momento difficile: le piantagioni deperiscono, le cause (oltre all’azione riscontrata del citoplasma di Stobur), e 28 JUIN soprattutto i rimedi, non sono del tutto conosciuti. Inoltre, 7 JUILLET le recenti disposizioni comunitarie sulle sostanze chimiche e l’istituzione del REACH creano nuove difficoltà ai produttori di all’olio essenziale, fitocomplesso particolarmente variabile. La filiera - in cifre 16.000 ettari di lavandino, 3.500 ettari di LA LAVANDE S’INVITE SUR LE VIEUX-PORT lavanda, 2.000 addetti e circa 30.000 operatori dell’indotto se balader, se cultiver, se relaxer, s’engager… www.culturelavande.fr - è in allarme,. L’ultimo giorno della manifestazione i coltivatori hanno raccolto fondi per lo studio dei rimedi al calo produttivo, con cui sosterranno l’attività dei diversi laboratori di ricerca attivi nel comprensorio francese. “… la lutte continue …” . Per saperne di più: www.culturelavande.fr
CULTURE
LAVANDE
Torna A seminar la buona pianta Dopo il successo dello scorso anno in Vallarsa si prepara la seconda edizione di A seminar la buona pianta: non un festival, bensì una passeggiata collettiva, dove le persone sono protagoniste nel loro rapporto con le piante, simbolo di una natura che cresce attorno a noi e che nell’espressione di poeti e artisti diventa paesaggio, rappresentazione, mito. Andare oltre la scienza e scoprire le piante attraverso la letteratura, la musica e l’arte per comprendere meglio l’intimo rapporto che lega natura e cultura. Prima di tornare in montagna nelle settimane di agosto, l’iniziativa si sposta sul mare, a Senigallia, con la creazione di A SEMINAR LA BUONA PIANTA un giardino botanico dedicato ai cinque continenti. Poi, ancora in Trentino, con un fitto programma di escursioni guidate, laboratori botanici, lezioni di fitoterapia, rassegne speciali al Museo Etnograifco e al Museo di Arte Moderna di Trento e Rovereto. E le letture, gli incontri con artisti e scrittori, i momenti di musica. E l’angolo dei disegnatori satirici scesi in difesa dell’ambiente. Il programma su www.labuonapianta.it ERBORISTERIA
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7 indice
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apertura 5
Meeting point
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Editoriale
mercato 10
Filo diretto aziende In vetrina, le novità: Esi, Helan, Specchiasol,
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Anteprima fiere Sana Academy 2013
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Ingredienti cosmetici
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pagine professionali 16 19 20 23
Cronache cosmetiche Dossier Tradizione e Innovazione Sapere e fare, review della Tavola Rotonda di Savigliano Passato e futuro delle officinali, nei giorni del fascino delle piante, di Elisabetta Farina Innovare e tramandare:, il binomio che porta il progresso a cura di Demetrio Benelli
L’erboristeria è considerata una attività legata al passato per il ruolo che hanno le conoscenze sulle piante officinali tramandate dalla tradizione. Ma non può esserci innovazione dove non c’è tradizione. Una dinamica che si esprime ancora oggi nella pratica professionale e produttiva del nostro settore
ambienti e territori 33
33
Iniziative sul campo Sulle vie dei profumi: il progetto Essenza del Territorio di Marialuce Reyneri di Lagnasco e Mirna Irene Colpo
scienza e tecnica 28
Controllo qualità Approcci innovativi all’identificazione delle piante officinali e degli estratti, di Claudia Bonardi
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Spazio fitoterapia Principi attivi vegetali e iperlipidemia di Marcello Monti
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Review Fitoterapia e nutrizione. Dati ed evidenze della ricerca
cultura 44
La formazione di una rete di giardini e orti officinali per ricreare un percorso ideale tra siti storici della campagna piemontese, e permettere al pubblico di riscoprire i profumi e i sapori di un territorio che nella tradizione erboristiche può ritrovare proprie radici profonde
Le piante e l’uomo I fondamenti della moderna etnobotanica di Mauro Ballero ERBORISTERIA
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8 colophon www.erboristeriadomani.it mensile nato nel 1978 - numero 379 - Luglio / Agosto 2013
Abbonamenti Italia: Euro 70,00 (standard), Euro 50,00 (professionale), Euro 35,00 (studenti), Estero: Euro 99,00 Codice IBAN IT 57 S 06230 01629000043376351 CARIPARMA, Agenzia 1, Milano (intestato A Oriente! srl) Pubblicità inferiore al 50% Direttore responsabile Demetrio Benelli * direzione@erboristeriadomani.it Impaginazione e web Giuliano Tagliabue * grafico@erboristeriadomani.it Autori Mauro Ballero, Claudia Bonardi, Mirna Irene Colpo, Elisabetta Farina, Marcello Monti, Paolo Poggi, Marialuce Reyneri di Lagnasco,
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SAPERE E FARE dossier TRADIZIONE E INNOVAZIONE dA sAViGLiANo
controllo qualità metodi innovativi etnobotanica i fondamenti progetti essenza del territorio
Mirna Irene Colpo (pagine 33, 37) Marialuce Reyneri di Lagnasco (pagina 35,) Si ringrazia la famiglia Chialva e il Museo della Menta di Pancalieri per le immagini storiche del Dossier Tradizione e Innovazione
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Iscrizioni Elenco Periodici della Cancelleria: Trib. Mi n. 264 del 26-6-1978. Registro Nazionale della Stampa: (L 416/1981) in data 28-10-1982 con il n. 467
Crediti Anna Schoenstein Copertina Spazio fitoterapia (pagina 46)
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Erboristeria domani è un marchio di Sogecos spa
Altre immagini: Creative Commons Stampa Associazione Padre Monti via Legnani 4, 21047 SARONNO www.associazionepadremonti.it
Pubblicità e abbonamenti Erboristeria domani, piazza Wagner 1, 20145 MILANO Tel. + 02 87063916
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pagina 39 Specchiasol www.specchiasol.it
Redazione Paolo Poggi, Anna Schoenstein
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9 editoriale
Sapere e fare Tradizione, come evoluzione, è un termine che ci viene naturale pensare al passato: come qualcosa che è stata una volta, ma adesso non c’è più. Non è così, né per l’una né per l’altra: sono processi di cui per noi è facile vedere gli effetti delle fasi passate, mentre ci è difficile percepirli nel momento in cui li stiamo vivendo, quando, come è avvenuto per tutti, attraversano la nostra vita. Sì, stiamo parlando di fenomeni che appartengono a sfere del tutto distinte, ma la similitudine, per quanto impropria, è calzante. Ed è forse la chiave di lettura, preziosa, che sul tema della tradizione, e del suo non-opposto, l’innovazione, possiamo ricavare dai contributi che gli esperti hanno portato quest’anno alla tavola rotonda del Corso di Laurea in Tecniche Erboristiche di Savigliano, a cui dedichiamo gran parte di questo numero. C’è un punto di vista molto professionale e pratico, che ci giunge da chi racconta l’esperienza raccolta sul campo – è il caso di dirlo – stagione dopo stagione, mettendo a punto le proprie tecniche di coltivazione, modificando, adattando (ancora un concetto evoluzionistico) i propri attrezzi di lavoro. Uno sforzo continuamente perseguito, nei decenni passati, anche per liberare dal lavoro manuale qualcuno che in famiglia avrebbe potuto essere più prezioso in casa, o che, per la sua età, aveva già molto faticato. C’è il punto di vista moderno, ma ugualmente esperienziale, di chi ha già le conoscenze e i mezzi per identificare in modo univoco un campione vegetale dal DNA, ma al tempo stesso sa di dovere garantire i suoi risultati con i soli metodi ancora riconosciuti ufficiali. C’è l’ammirazione per gli autori classici per le dotte scritture con cui commentavano le proprietà delle piante. Una osservazione, però: essi non facevano che registrare le affermazioni dei loro testimoni, annotare gli usi, le indicazioni: in sostanza il loro fu un lavoro documentario, una ricerca sul campo, come si direbbe ora. Questi autori non potevano - e non concepivano di poterlo fare - interrogarsi ricercando le cause dei poteri delle piante che raccntavano nelle loro opere. E c’è la consapevolezza che i saperi e le tradizioni sono relativi, nascono da complessi sistemi di relazioni culturali, che vanno studiati, conosciuti e compresi nel loro insieme per arrivare al dato di evidenza terapeutica, per quanto empirica. Cosa possibile solo accentando di mettere il proprio sistema di valori a confronto con quello di altri popoli o altre civiltà. Tutti questi punti di vista ci sono stati offerti in una giornata di studio, e ci è sembrato utile metterli a disposizione, in modo più o meno esteso, anche ai nostri lettori. Con due ulteriori osservazioni pratiche: la prima, che su queste tematiche si sta giocando anche un possibile nuovo approccio alla regolamentazione dei botanicals in Europa (vedere qui, e nel numero precedente, la valenza del concetto di “uso tradizionale”). Secondo, che ripercorrendo queste esperienze, come qualcuno propone di fare in carrozza lungo le vie dei sapori e dei profumi, è possibile ritrovarle a portata di mano. ERBORISTERIA
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10 filo diretto aziende
Da ESI DONNALIFE® per l’equilibrio della donna
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a menopausa è un periodo di transizione, che attualmente caratterizza in media il 40% della vita della donna (dai 45-55 anni sino agli 80) ed è contraddistinto da una completa alterazione del quadro ormonale. Sono proprio i cambiamenti dell’assetto ormonale la causa dei sintomi e dei problemi tipici della menopausa, che si presentano in modo soggettivo, ma che riguardano gran parte della popolazione femminile. Piccoli gesti possono ridurre questi sintomi: limitare l’assunzione di caffeina, alcol e cibi piccanti, svolgere attività fisica, consumare alimenti contenenti soia, praticare tecniche di rilassamento, soprattutto all’arrivo delle vampate di calore, assumere integratori specificamente formulati per alleviare i problemi che accompagnano la menopausa. Dalla ricerca ESI nasce Donna Life®, un integratore a base di Isoflavoni da Soia e Trifoglio (apporto totale 80 mg) ed estratto di Cimicifuga, con Magnesio e Vitamina B6. La Soia ed il Trifoglio contengono isoflavoni, fitoestrogeni che hanno una conformazione simile a quella dell’estradiolo, l’ormone femminile la cui concentrazione diminuisce con la menopausa. Per bilanciare tale riduzione, può essere utile integrare l’alimentazione con estratti della Soia e del Trifoglio. Il Ministero della Salute italiano autorizza l’impiego di 80 mg di Isoflavoni negli integratori alimentari. La Cimicifuga, come dimostrato da numerosi studi clinici, riduce notevolmente i disturbi neurovegetativi della donna in menopausa, perché aiuta a limitare i livelli ematici dell’ormone che provoca le vampate di calore. Il Magnesio e la Vitamina B6 contribuiscono al normale funzionamento del sistema nervoso e riducono stanchezza ed affaticamento. La capsula in cui sono contenuti i principi attivi di Donna Life® sfrutta la speciale tecnologia Retard® brevettata da ESI: contiene 4 compressine a rilascio ritardato e differenziato, per garantire all’organismo la possibilità di un utilizzo graduale e completo dei nutrienti. Inoltre, la capsula è NATURCAPS®, ovvero è costituita da una fibra vegetale ottenuta dalla fermentazione della tapioca, quindi completamente naturale, priva di coloranti e adatta anche a vegetariani e vegani. Donna Life® è in confezione da 30 capsule Naturcaps Retard®. Si consiglia l’assunzione di 1 Naturcaps® al giorno. Il prezzo consigliato al pubblico è di Euro 19,50. Info: www.esitalia.com ERBORISTERIA
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11 filo diretto aziende
ZANZHELAN GEL ROLL-ON: protezione naturale, giorno e notte anche per i bambini
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a caratteristica formulazione in gel, senz’alcool e priva di ammoniaca, specifica contro i più comuni tipi di zanzara, efficace sia di giorno che di notte, Zanzhelan di Helan è disponibile ora anche in versione roll-on. I principi attivi particolarmente idratanti ed emollienti, quali l’Aloe vera gel e gli estratti dai fiori di Calendula e capolini di Camomilla, sono efficaci nell’alleviare il prurito causato dalle punture delle zanzare e lenirne le irritazioni. La preparazione offre una protezione particolarmente dolce e delicata anche alla cute più sensibile quale quella dei bimbi. Piacevole nell’uso lascia la pelle fresca e reidratata. La specifica confezione roll-on permette di spalmare omogeneamente e con facilità tutte le parti del corpo che si vogliono proteggere sino a completo assorbimento e di ripetere l’applicazione più volte. Senza alcool, privo di ammoniaca. Senza conservanti. Le spiccate proprietà insetto repellenti l’olio di Andiroba, sono dovute all’elevata percentuale di derivati furanico-terpenoidi in grado di allontanare gli insetti ematofagi, in particolare le zanzare del tipo culex, aldes, anofele, pinus e simili, togliendo loro l’impulso di mordere e succhiare il sangue. L’olio essenziale di Citronella è conosciuto largamente per la sua proprietà “insettorepellente”. Il suo profumo infonde “sensazioni” di freschezza e rende particolarmente attivi quando ci si sente stanchi e “accaldati”. Ha anche un’azione deodorante e leggermente astringente. Infine l’olio di Neem, oltre alle proprietà terapeutiche è una importante fonte di prodotti naturali usati in agricoltura come insetticidi e pesticidi, e tiene lontani gli insetti che lo riconoscono responsabile di un’azione fortemente negativa sulla loro produzione ormonale e, quindi, sulla loro crescita. Info: www.helan.it
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12 filo diretto aziende
VIVALVEN 5 da SPECCHIASOL: la risposta naturale per il benessere e la leggerezza delle gambe
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’insufficienza venosa e la conseguente problematica varicosa sono in continuo aumento nei paesi occidentali e colpiscono il 40% della popolazione, soprattutto femminile. I disturbi correlati sono: sensazione di pesantezza, prurito, formicolio, gonfiore e dolenzia alle gambe e alle caviglie. Oltre a questi sintomi possono comparire inoltre sulle gambe alterazioni cutanee, capillari visibili, vene varicose e ulcerazioni. Per ritrovare il benessere delle gambe occorre correggere, ove possibile, i comportamenti a rischio, rinforzare le pareti venose e trattare i disturbi. In associazione ad alcune importante regole comportamentali (moderata attività fisica, utilizzo di scarpe e indumenti non stretti, riduzione del peso corporeo, attenzione alle posture con gambe accavallate e all’eccessiva permanenza in ambienti caldi), l’assunzione di specifici estratti vegetali dalle benefiche proprietà volte a favorire la funzionalità del microcircolo, contribuisce a conferire alle gambe una sensazione di benessere e leggerezza. La letteratura scientifica riconosce a specifici ingredienti ed estratti di piante officinali importanti proprietà utili a favorire il benessere del microcircolo e per questo utilizzate per uso interno o localmente, in particolare: la Centella (aumenta la sintesi di collagene e migliora il trofismo vascolo-connettivale e il tono e l’elasticità delle pareti venose), il Meliloto (migliora il ritorno venoso e la circolazione linfatica, ha proprietà antiedemigene e antinfiammatorie), il Mirtillo Nero (che riduce la permeabilità capillare e ne aumenta la resistenza), l’Ippocastano (aumenta il tono venoso), il Rusco (azione venotonica), l’Amamelide (azione emostatica e astringente) e il Giglio Bianco (ha azione antiossidante e proprietà cosmetiche lenitive). Sono queste le componenti attive (insieme a Vitamina C e Picnogenol®) di Vitalven 5 di Specchiasol, capsule e gel. Info: www.specchiasol.it
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La fitoterapia a Sana Academy 2013 Una fitta agenda di seminari, workshop e convegni costituisce la proposta educational della prossima edizione della manifestazione bolognese: momenti di aggiornamento a ingresso libero, promossi da SANA 2013 in occasione della venticinquesima edizione. Il ruolo dell’erborista nel contesto dell’iniziativa di Bolognafiere è messo in risalto dei temi che verranno trattati nei corsi, e dall’appuntamento rinnovato con i Sana Awards Benessere, i premi per le erboristerie eccellenti.
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l binomio piante officinali - alimentazione curativa è relativamente recente dal punto di vista della ricerca, ma è un tema che suscita un crescente interesse, soprattutto tra gli erboristi. E’ bene sapere, per esempio, che la cicoria selvatica, così come le erbette amarognole che soprattutto al sud vengono tradizionalmente usate a tavola, magari per aromatizzare una frittata, sono un toccasana per l’apparato gastrointestinale. L’amaro, invece, è meglio sorseggiarlo all’inizio di un pasto, perché preparerà l’organismo a digerire meglio: a fine pasto, nonostante sia per molti un’abitudine, il bicchierino di amaro non ha effetti, anzi, potrebbe
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Sana. Gli incontri fanno parte della sezione Salute e Benessere di SANA ACADEMY, il programma di corsi di formazione e aggiornamento professionale, a ingresso libero, promossi da SANA 2013, il Salone Internazionale del Biologico e del Naturale, la cui venticinquesima edizione si terrà a Bologna da sabato 7 a martedì 10 settembre. Il primo seminario è in programma martedì10 settembre, dalle 10.30 alle 13, e tratterà di “Piante e cibi per la salute e la buona funzionalità digestiva: le piante officinali con maggior supporto scientifico e quelle promettenti”. La prospettiva da cui si partirà è quella delle piante medicinali “usate nella tradizione per i disturbi gastrointestinali, cioè quelle tra le più comuni in tutto il mondo – spiega Valussi – e utilizzate storicamente nella dieta mediterranea, soprattutto dai contadini delle regioni del Sud Italia”. Sono le cosiddette “erbet-
addirittura appesantirci. Ancora, l’aglio non può mancare in una dieta anticolesterolo, e protegge anche le nostre arterie. Sono solo alcuni dei tanti benefici che le piante medicinali, ma anche quelle non propriamente tali, possono apportare a patologie croniche sempre più frequenti, come i disturbi cardiovascolari o quelli legati all’apparato digerente. Al di là dell’utilizzo degli estratti, che, sì, sono consigliati, ma che solitamente si assumono per periodi relativamente brevi, è bene che specialisti e non conoscano anche gli effetti di lunga durata causati dall’assunzione frequente di prodotti a base di queste piante, soprattutto a tavola. Di questo tema ed altro ancora tratteranno i due seminari curati da Marco Valussi, fitoterapeuta e ricercatore della EHTPA (European Herbal & Traditional Medicine Practitioners Association), già noto al pubblico di
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Marco Valussi, fitoterapeuta e ricercatore della EHTPA (European Herbal & Traditional Medicine Practitioners Association) sarà il docente dei seminari dedicati alla fitoterapia
te selvatiche, cresciute con poco nutrimento e dunque amare – prosegue Valussi – usate per molte pietanze. Sono i “parenti poveri” di tarassaco, carciofi e aspa-
ragi, oppure le piante aromatiche e piccanti”. Ebbene, il legame tra queste piante e il nostro apparato gastrointestinale è molto più stretto di quan-
to si possa pensare. E la loro importanza è proporzionale alla grande diffusione che i disturbi gastrointestinali hanno in tutte le società moderne. “I cibi amari – spiega Valussi – tendono a stimolare la secrezione di succhi gastrici. Quando si ingerisce un cibo amaro, l’organismo lo cataloga immediatamente tra le molecole tossiche e
Sana Award Benessere: sul podio le erboristerie che sanno innovare
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on l’edizione 2013 di SANA, il Salone Internazionale del Biologico e del Naturale, torneranno anche i premi tradizionali assegnati dalla manifestazione fieristica, l’unica in Italia dedicata esclusivamente ai prodotti alimentari biologici certificati, e leader nel nostro Paese per il settore della cosmesi naturale e biologica, dell’erboristica, degli integratori e delle piante officinali. Tra questi premi, tornerà SANA Award Benessere. Mantenersi in forma e in salute “al naturale”, curarsi con i prodotti derivati da piante officinali e usare cosmetici ottenuti da ingredienti naturali: è un nuovo stile di vita che si sta affermando con forza. Al centro di questo trend, e protagoniste della sua affermazione, si trovano le erboristerie, una tipologia del mondo del commercio tipica solo del nostro Paese. Proprio alle erboristerie è dedicata la terza edizione del premio SANA Award Benessere, nato con l’obiettivo di mettere in luce le erboristerie che dimostrino capacità di innovazione e che si siano attrezzate per affrontare la nuova domanda, riuscendo così a intercettare le sempre nuove esigenze dei consumatori. Le erboristerie selezionate riceveranno un encomio nel corso di un evento dedicato al premio. La venticinquesima edizione di SANA 2013 si terrà al quartiere fieristico di Bologna da sabato 7 a martedì 10 settembre. SANA è organizzato da BolognaFiere in collaborazione con Federbio, con il patrocinio di EXPO 2015 di Milano e il supporto di IFOAM. Tutte le informazioni su www.sana.it.
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15 anteprima fiere
ha una reazione di rigetto”. Se però si assume qualcosa di amaro in piccole quantità, si mette in moto un meccanismo gastrico virtuoso: “L’organismo infatti affronta questo cibo in modo diverso. – spiega Valussi - Mentre i cibi dolci vengono assimilati velocemente per non disperdere zuccheri, quelli amari vengono trattenuti per un tempo maggiore nello stomaco, che li riduce ai minimi termini prima di digerirli, e dunque vengono meglio digeriti. Pertanto questi cibi sono più pronti a essere assorbiti, grazie ai succhi gastrici che allenano l’organismo alla digestione”. In sostanza il nostro apparato gastrointestinale di fronte ai cibi amari è come se andasse “al rallenty”, un toccasana per chi soffre di disturbi legati alla digestione. “Tutti coloro che si occupano professionalmente di questi temi, ma in generale chiunque – sostiene il docente – avrebbero bisogno di essere educati all’uso delle piante officinali per l’alimentazione curativa, un pezzo di ricerca relativamente recente e molto importante. Oltre tutto l’alimentazione corretta è fondamentale nelle malattie croniche, per le quali gli effetti benefici si hanno su un lungo arco di tempo”. Dunque molte piante sono in realtà cibi funzionali o cibi medicinali. Dopo
un’analisi degli strumenti bibliografici e metodologici utili per la ricerca in questo campo, nel seminario di SANA Academy si analizzeranno gli effetti gastrointestinali di spezie, piante amare e piccanti, e si individueranno le piante con maggior sostegno scientifico come la genziana, il tarassaco, il carciofo, lo zenzero, il peperoncino, il pepe, la lavanda, la menta, la melissa, la camomilla, l’angelica. Il secondo seminario è in programma, sempre martedì 10 settembre, dalle 14.30 alle 16.30, e tratterà di “Piante medicinali e sistema cardiovascolare: possibili ambiti e limiti di intervento. Le piante con maggior evidenza scientifica”. Alcuni tra i rimedi farmacologici più efficaci per i disturbi cardiovascolari derivano infatti dalle piante medicinali. Queste piante, però, non possono essere utilizzate a causa della loro elevata potenza e tossicità, ma ce ne sono altre utilizzabili che si sono dimostrate efficaci per trattare disturbi lievi dell’apparato cardiovascolare, quelli in sostanza provocati soprattutto dall’assunzione di colesterolo “cattivo”, cioè ossidato. “L’obiettivo è ridurre l’ossidazione del colesterolo – spiega Valussi – proteggere le arterie e agire sui trigliceridi”. C’è una pianta su tutte, non tossica, con uno spettro di attività molto ampio: l’aglio. Che è anche tra le piante con maggiore
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supporto sperimentale e clinico, insieme al biancospino, al tè verde, alla vite rossa, al mirtillo, allo zenzero, all’oliva, all’omega 3-olio di pesce e ai policosanoli, zuccheri presenti in varie piante tra cui la canna da zucchero. “Cercheremo di descrivere i disturbi trattabili – conclude il fitoterapeuta – per poi analizzare le classi di piante più interessanti”. I corsi di formazione e aggiornamento professionale di SANA ACADEMY sono a ingresso libero e per i 25 anni del Salone saranno ancora più ricchi rispetto al passato, sia sotto il profilo dei temi trattati, sia per il numero di incontri. I programmi offerti a espositori e visitatori sono due: uno è dedicato alla salute e cura della persona (uso di prodotti derivati dalle piante officinali, cosmesi naturale, naturopatia e omeopatia), con un’attenzione specifica rivolta alle erboristerie; l’altro dedicato all’alimentazione biologica, che spazierà dalla ristorazione alla caffetteria, dalla gelateria e pasticceria alla ristorazione collettiva bio.
Il programma completo e le preiscrizioni on line, con tutte le informazioni, sono su il sito di SANA da quest’anno completamente rinnovato: www.sana.it. n (Silvia Zamboni)
16 cronache cosmetiche
Ancora sulla chimica verde Nelle note a seguire la citazione di alcuni processi ‘via chimica verde’ per l’ottenimento di alcuni prodotti di vasto uso industriale. Il furfurale è un composto organico derivato da vari sottoprodotti dell’agricoltura. Quello ottenuta da biomasse come emicellulose, è soggetto a foto-ossidazione. Il risultante idrossifuranone, ottenuto con rese elevate, è sottoposto ad acetilazione con alcoli grassi. Usando NaHSO3, si ottengono tensioattivi per addizione di un gruppo solfonato ad un carbossile insaturo o carbonil composti. Secondo quanto riferito in un recente articolo su Green Chemistry, i composti risultanti presentano proprietà detergenti paragonabili a quelle di convenzionali tensioattivi di questo tipo ed in certi casi anche con una più bassa CMC (concentrazione micellare critica) ed un valore di biodegradabilità conforme ai test OECD-301F. Da Hong Kong, notizia della potenziale produzione di un interessante prodotto quale è l’acido succinico, partendo da residui della lavorazione da forno (pane, pasticceria). Detti residui, dopo idrolisi si presentano come massa ricca in glucosio, di FAN (free amino nitrogen) individuali aminoacidi e piccoli peptidi ed infine di proteine. Questa pasta idrolizzata, in presenza di magnesio carbonato, viene usata come base di fermentazione a mezzo Actinobacillus succinogenes con il risultato dell’ottenimento di acido succinico (da 25 a 32 g/L -1), che, a seguito successivi processi di distillazione e cristallizzazione viene trasformato in prodotto in forma cristallina ad elevata purezza (96-98%). Un altro esempio di ottenimento di un prodotto importante dalla lavorazione di residui di lavorazione. Anche l’acido citrico ottenuto da un
nuovo processo ecosostenibile. La nota da J of Sci Food Agric. Per la produzione industriale di questo importante acido organico si ricorre in genere ad un processo di fermentazione di melasso tramite Aspergillus niger; più rara, in quanto enormemente più costosa, la produzione via naturale da limoni (che ne contengono dal 5 all’8%). Nuova via per il suo ottenimento, partendo da un substrato rinnovabile, costituito da biomasse agro-industriali e con basso costo energetico. Come potenziali biomasse per l’estrazione sono state prese in considerazione scarti di mele, residui lavorazione birra, residui lavorazione limoni, biomasse di muschi in decomposizione, ecc., tramite processo di fermentazione con Aspergillus niger. Ancora una volta, queste biomasse agro-industriali sono stata individuate come possibili fonti, economiche e riproducibili, per l’ottenimento di prodotti di alto interesse industriale.
Processo avanzato per la produzione di licopene Le proprietà antiossidanti del Licopene, sfruttate in cosmesi, altre di ordine farmacologico e quale supplemento nutrizionale (ad es. anticancerogena) sono ben note, per cui è in atto una costante ricerca al fine di riuscire a mettere a punto processi di estrazione di questo apprezzato ingrediente dalla massa naturale (pasta di Pomodoro) che lo contiene. Ne citiamo uno, sicuramente interessante, descritto in un recente numero di Journal of Agricultural Fod Chemistry. Si è cercato di ottenere il licopene da masse di buccia tramite un processo di chimica verde che non prevede impiego di solventi, ma una lisi basata su un cambio di pH e l’azione di un enzima. I cromoplasti contenenti il licopene vengono precipitati tramite acidificazione del mezzo, quindi isolati per centrifugazione. A questo punto il contenuto in licopene isolato dai cromoplasti risulta superiore di almeno 10 volte a quello ottenuto da bucce non trattate (dal 3 al 5% sul peso della massa secca trattata). Si arriva ad un ulteriore aumento in concentrazione del licopene ottenuto tramite un secondo trattamento enzimatico usando un cocktail di proteasi. Questa fase catalitica elimina proteine non desiderate, legate ai cromoplasti ma non essenziali per la loro stabilità. Il prodotto finale del processo descritto porta ad un contenuto in licopene dall’8 al 10% (in peso su base massa secca trattata), il che rappresenta una resa di 30 volte superiore rispetto a quella ottenibile con sistema normale. ERBORISTERIA
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17 cronache cosmetiche
Novità sui profumi naturali alla moda nel beauty care Quali sono, secondo gli intenditori, i profumi ‘squisitamente ‘naturali’ oggi maggiormente richiesti nella realizzazione di preparati cosmetici e di igiene personale? Ne hanno discusso produttori e tecnici profumieri in un recente Fragrance Workshop (Chicago); riferiamo brevemente su alcune loro interessanti relazioni in merito.
Produzione biotecnologica di ingredienti attivi dell’Arnica montana L’Arnica (Arnica montana L) gode lunga tradizione come interessante pianta officinale, in ragione del suo ricco contenuto in principi attivi a varia funzionalità (in particolare polifenoli e derivati terpenici), sia sfruttabili in campo terapeutico, sia cosmetico. In molti paesi risulta come ‘pianta protetta’ in quanto il suo stock naturale è a rischio per ragioni varie e le cultivar esistenti non potrebbero garantire il consumo richiesto dal mercato. In Svizzera è allo studio un progetto, ‘ArnicActive Cell’, finanziato dall’Università, inteso a sviluppare tecniche di coltura cellulare per rigenerazione e produzione biotecnologica degli ingredienti attivi della pianta. Si ritiene che usando metodi di fertilizzazione in vitro come micro-propagazione e coltura in sospensione, sia possibile ottenere lattoni sesquiterpenici e polifenoli eguali a quelli naturali della pianta. Uno scopo preciso del progetto è anche quello di mettere a punto un processo il quale sia economicamente accettabile ai fini di una produzione su scala industriale dei prodotti. Quando le risorse della natura sono scarse, i metodi biotecnologici sono in grado di offrire opportunità interessanti alle quali è lecito ricorrere. I principali vantaggi rappresentati dalla coltivazione di piante officinali in bioreattori, è che si opera in ambiente sterile e con condizioni di lavorazione ben definite e controllate, il prodotto ottenuto è standardizzato in qualità, indipendentemente dalle condizioni del suolo, dal clima, dal tempo di raccolta e di stoccaggio. Senza, poi, intaccare gli ormai scarsi stock naturali.
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Da una idonea profumazione, adatta al tipo di prodotto, ai tempi ed alla moda, può anche dipendere il successo presente e futuro di un preparato cosmetico. Questo vale tanto per i prodotti di bellezza quanto per i preparati per l’igiene personale. Sono state identificate una decina di fragranze che sembrano attualmente molto richieste e molto gradite dai consumatori, per le quali si ritiene anche un successo duraturo. L’essenza di Litchi (Litchi chinensis) gode al momento di grande accoglienza in preparati a funzione deodorante corporea; quella di Aҫai (Euterpe oleracea), è inclusa in una vasta e differenziata gamma di preparati cosmetici’ ed apprezzata, oltre che per la sua nota profumata, anche per la sua attività antiossidante. Il frutto della passione (Passiflora sp.) che aveva perduto posizioni in anni precedenti, ha riguadagnato terreno nel 2012. Dal Rovo selvatico (Rubus fruticosus), una nota che, per quanto spesso considerata di uso stagionale, ha visto incrementare la sua popolarità in saponi e prodotti da bagno in genere, così come per questo genere di preparati posizione ben salda mantiene la fragranza di mandarino (Citrus nobilis), gradita anche in deodoranti. Per la nota Limone (Citrus medica) il richiamo è, dicono gli esperti, per preparati che danno la sensazione di energia, di vigore. Lo zenzero (Zingiber officinale) viene enunciato come un ingrediente che ha guadagnato presenza in deodoranti. L’odore ‘al cocco’, oltre che mantenere la sua solida posizione nei saponi da toeletta ha fatto registrare forte crescita in preparati per ìgiene personale in genere. Il Noni (Morinda citrifolia), a noi risulta che abbia un odore pungente e sgradevole, certamente non apprezzato nel mondo occidentale; per contro, pare che sia in crescita il suo apprezzamento nei paesi dell’Est. De gustibus… Nella relazione di parla anche di Pomodoro (come ingrediente per cosmetici) che offre benefici effetti alla pelle, ma qui non riusciamo a collegare con il concetto di profumazione materia del convegno.
18 cronache cosmetiche
Sulla sicurezza dei nanomateriali
Sul mercato globale di prodotti naturali Secondo una recente indagine di TMR (Transperency Market Research), una importante market company che fornisce informazioni di mercato globale e servizi, si ritiene che il mercato globale di prodotti per il personal care abbia raggiunto nel 2012 la cifra di 7,6 Md di $, e ci si attende per il 2018 la cifra globale di 13,2 Md di $, pari ad un incremento del 9,6%. Questi risultati sono attribuibili alla costante crescita nei consumi sia di preparati sia per l’estetica ed il benessere corporeo sia dei prodotti di igiene; altri fattori che hanno contribuito a questo successo sono da identificarsi in un aumentato numero dei canali di distribuzione ed allo sviluppo di nuovi prodotti. Dal 2011 che dominano come vendite nella domanda globale sono i prodotti per il trattamento della cute, con un dato globale attorno il 32%, seguiti dai prodotti per capelli ed altri cosmetici in genere. L’incremento per questi tre settori è anche giustificabile dal fatto che nel mercato degli specifici prodotti naturali sono ormai saldamente entrate con la loro produzione numerose grandi aziende multinazionali. Il Nord America è la zona che ha fatto registrare in questi ultimi due anni il maggiore valore vendita (circa il 35% sul globale), e con la previsione di crescita, dal 2012 al 2018 di oltre il 10%. Anche per la zona asiatica ci si attende un marcato incremento (almeno il 9,7%) dal 2012 al 2018, grazie ad una costante aumento del numero dei consumatori, al cambio di stile di vita ed una crescente consapevolezza della validità e conseguente domanda per questo genere di articoli. Giappone e Cina rappresentato il 64% del mercato globale di questa zona. Esistono altre regioni, come India, Brasile, Messico (e ancora la Cina), le quali sono nelle condizioni di offrire una ancora assai ampio sviluppo di mercato per quanto concerne i prodotto naturali. Nello studio sono identificati anche vari fattori che possono influenzare la crescita di mercato, quali strategie di marketing, regolamentazioni, opportunità, ecc. Questi fattori possono, di volta in volta e da regione a regione, determinare vari trends e quindi un impatto sulla crescita. ERBORISTERIA
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Leggiamo che la Commisione Europea ha recentemente invitato l’SCCS (Scienfic Committee for Consumer Security) ad esprimere la sua opinione scientifica circa la sicurezza di impiego di alcuni nanomateriali di comune impiego in campo cosmetico. Il primo di questi nanomateriali è il nero carbone, utilizzato in vari preparati cosmetici come colorante a concentrazioni diverse (da 0,001% in prodotti per la pelle, sino al 10% in preparati per il trucco, tipo eyeliner e matite per occhi). La CE ha richiesto se questo prodotto in forma nano può essere ritenuto sicuro all’impiego in cosmesi e, quantomeno determinare delle precise concentrazioni d’uso nelle diverse applicazioni. Il secondo prodotto considerato è l’ossido di zinco nano, per il quale esistono varie regolamentazioni da anni circa le concentrazioni d’uso (sino al 25% nelle creme solari, quale pigmento protettivo). In altri prodotti per i quali può verificarsi inalazione (es, in preparati aerosol) l’uso del prodotto potrebbe essere ritenuto a rischio. Si richiede per questo pigmento una più precisa definizione, oltre che delle concentrazioni adottabili per i vari preparati, anche delle dimensioni delle nanoparticelle, sia per l’ossido tal quale, sia per particelle rivestite. La terza richiesta è, infine, relativa al biossido di titanio nano. Anche in questo caso, scavalcando precedenti regolamentazioni, in considerazione di nuove forme finissime del prodotto e di informazioni sul loro comportamento (potrebbe penetrare la cute), si invoca una nuova linea guida quali- e quantitativa sul suo impiego in preparati topici diversi. Per più dettagliate informazioni consultare Notiziario SISTE, 7/8, 2013. n
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19 dossier tradizione e innovazione
Sapere e fare Piante officinali: tra tradizione e innovazione per uscire dalla crisi Review dalla Tavola Rotonda di Savigliano
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’erboristeria è considerata una attività legata al passato per il ruolo importante che hanno le conoscenze sulle piante officinali tramandate dalla tradizione. Ma tradizione non è l’opposto di innovazione: al contrario, i due termini sono complementari. Non può esserci innovazione dove non c’è tradizione.Una dinamica che si esprime ancora oggi nella pratica professionale e produttiva del nostro settore
20 dossier tradizione e innovazione
Passato e futuro delle officinali, nei giorni del fascino delle piante
L’incontro che da oltre dieci anni permette agli iscritti al Corso di Tecniche Erboristiche di incontrare a Savigliano il mondo della professione, delle imprese e delle istituzioni si è inserito quest’anno nel calendario degli avvenimenti scientifici e culturali che hanno celebrato in Italia e all’estero l’importanza del rapporto tra l’uomo il regno vegetale di Elisabetta Farina
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l 18 maggio scorso si è celebrata la seconda edizione del Fascination of Plants Day, cioè il “Giorno Internazionale del Fascino delle Piante”, organizzato in moltissimi paesi del mondo sotto il coordinamento dell’EPSO, l’Organizzazione Europea delle Scienze delle Piante. Il Corso di Laurea in Tecniche erboristiche dell’Università di Torino, con sede a Savigliano, ha aderito alla proposta della Società Botanica Italiana di organizzare tale manifestazione anche in Italia. Le iniziative in programma, di carattere scientifico, didattico e divulgativo sulle potenzialità delle piante, sono iniziate il17 maggio e si sono concluse con l’annuale Tavola Rotonda il 20 maggio nell’affascinante sede dell’Auditorium Crusà Neira nel centro storico di Savigliano. Tema della tavola rotonda sono state le piante officinali viste tra la tradizione, l’innovazione e le prospettive per uscire dalla crisi. Infatti, anche se in questi ultimi anni il mercato delle piante officinali e rispettivi derivati presenta ancora un costante incremento, dovuto soprattutto alle forti aspettative che il consumatore ripone in tali prodotti, è comunque indispensabile cercare nuove soluzioni e nuove applicazioni per poter offrire un prodotto innovativo, cercando però di non dimenticare le tradizioni di cui l’Italia in questo campo è ricca.
L’intervento di apertura di Stefania Dalfrà ha posto subito l’attenzione alle normative italiana ed europea in merito alle potenziali applicazioni delle piante officinali nelle diverse tipologie di alimenti ed integratori, finalizzato alla tutela e all’informazione del consumatore. L’uso di prodotti volti ad integrare la dieta (gli integratori alimentari) è in continuo aumento, e la Direttiva del Parlamento Europeo 2002/46 ha indicato l’importanza di un’adeguata legislazione che disciplini a livello comunitario la commercializzazione di questi prodotti, in precedenza sottoposti a legislazioni eterogenee nei diversi stati membri. In Italia, dopo il via libera della Commissione europea e la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, il Decreto 9/2012 del Ministero della salute, contenente l’elenco delle sostanze e dei preERBORISTERIA
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La prof.ssa Patrizia Rubiolo, presidente del Corso di Laurea inTecniche Erboristiche dell’Università di Torino, apre i lavori della undicesima tavola rotonda. Sotto, a fianco e nella pagina seguente alcune immagini dell’Auditorium Crusà Neira di Savigliano
21 dossier
La scheda dell’incontro 20 maggio 2013
Piante officinali: tra tradizione e innovazione le prospettive per uscire dalla crisi
Promosso da Università degli Studi di Torino, Dipartimento di Scienza e Tecnologia del Farmaco, Corso di laurea in tecniche erboristiche Comune di Savigliano parati vegetali ammessi negli integratori alimentari, è entrato a far parte delle norme che regolano il settore. Dalle normative, con gli interventi di Mauro Ballero e Antonio Guerci, l’approfondimento è passato all’etnobotanica e all’etnofarmacologia che si occupano rispettivamente dell’uso e della percezione delle specie vegetali all’interno di una o più società umane e delle medicine tradizionali, utilizzate dalle popolazioni indigene, costituite da minerali, parti di animali e vegetali. Queste discipline, al confine tra l’antropologia culturale, la botanica e la farmacologia, hanno riscosso un crescente interesse nel panorama sanitario internazionale: il Programma Medicina Tradizionale dell’OMS nasce come risposta alle esigenze di rinnovato interesse verso le terapie popolari e di identificazione ed eventuale utilizzazione, all’interno dei servizi sanitari nazionali, di quanto esse possano validamente offrire. La voce delle aziende, grazie agli interventi di Franco Chialva, Claudia Bonardi e Sergio Fulceri, ha inserito il tema dell’innovazione, quale elemento determinante nel moderno processo industriale erboristico. Le tre esperienze hanno tracciato un percorso storico, iniziando da alcune immagini delle coltivazioni e produzioni degli inizi del Novecento, per giungere sino alle attuali ricerche sul DNA, quale criterio valido nella identificazione delle piante officinali. Il mes-
Saluto delle Autorità e Conferimento delle Borse di Studio Uso tradizionale, integratori e claims, la posizione italiana e quella europea Stefania Dalfrà, DG Sicurezza degli Alimenti e della Nutrizione, Ufficio IV Alimenti Particolari e Integratori Ministero della Salute
Etnobotanica: un’antica pratica, una nuova disciplina Mauro Ballero, Docente di Biologia Vegetale e Botanica Farmaceutica, Dip. Scienze della Vita e dell’Ambiente, Università di Cagliari
Etnofarmacologia tra empirismo e scienza
Antonio Guerci, Cattedra di Antropologia, Dip. Scienze della Formazione, Museo di Etnomedicina A. Scarpa, Università degli Studi di Genova segue
22 dossier Innovazione nella coltivazione delle piante officinali
Franco, Chialva, chimico , coltivatore Piante Officinali a Pancalieri
Approcci innovativi alla identificazione delle piante officinali e degli estratti
Claudia Bonardi, Responsabile Laboratorio Botanico, INDENA
Tradizione e innovazione nel moderno processo industriale erboristico
Sergio Fulceri, Aboca
Progetto di Valorizzazione Essenza del Territorio: una rete per le vie sabaude dei profumi e dei sapori Marialuce Reyneri, Coordinamento Generale Progetto Essenza del Territorio Associazione Conservare x Innovare Mirna Irene Colpo, Coordinamento Comitato Scientifico e Valorizzazione Progetto Essenza del Territorio, Associazione Conservare x Innovare
Moderatori:
Elisabetta Farina, Direttore Rivista FarmCom, Farmacie Comunali di Torino Demetrio Benelli, Erboristeria domani
Segreteria Scientifica:
Patrizia Rubiolo, Presidente e docente del Corso di Laurea in Tecniche Erboristiche Maria Laura Colombo, Vice Presidente e docente del Corso di Laurea in Tecniche Erboristiche
Per informazioni: segreteria.tecniche-erboristiche@unito.it Le presentazioni possono essere scaricate dal sito del Corso di Laurea http://www.farmacia-dstf.unito.it
saggio univoco emerso ha ribadito che la produzione è basata sul connubio tradizione e innovazione che deve essere la regola delle aziende. La chiusura della tavola rotonda è stata affidata agli architetti Marialuce Reyneri e Mirna Colpo attualmente impegnate nel progetto “Essenza del territorio. Una rete per le vie sabaude dei profumi e dei sapori”, che per le sue specifiche finalità ben si inserisce nel tema della tavola rotonda. Il progetto propone una rete di beni culturali e paesaggistici aventi un forte legame con il territorio: una rete di paesaggi, giardini e coltivi che si distinguono per la coltivazione di erbe aromatiche, di piante officinali e di colture orto-frutticole di antica tradizione. Viene proposto un sistema integrato tra il patrimonio culturale e l’economia locale, attraverso il recupero di alcuni beni paesaggistici e architettonici, destinati a diventare poli di attrazione culturale e turistica sul territorio, in modo che nel valorizzare se stessi, diventino vetrina di promozione di prodotti e imprese locali. Mai cessare, quindi, di sperimentare ed innovare ma senza rinunciare alla tradizione, poiché da essa trae giovamento la qualità dei prodotti e del territorio in generale. n
23 dossier tradizione e innovazione
Innovare e tramandare:
il binomio che porta il progresso L’interazione tra tradizione e innovazione è la dinamica che rende ancora attuali conoscenze e pratiche tramandate anche da millenni. Negli interventi della tavola rotonda gli aspetti scientifici, storico-culturali, tecnico applicativi nei quali si realizza oggi questa interazione. Mentre il termine “uso tradizionale” assume un peso sempre maggiore nel processo regolatorio europeo, e i territori riscoprono i profumi e i sapori della propria storia a cura di demetrio benelli
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u alla fine del ‘700 che Bernardino Galliari - pittore e appassionato botanico - introdusse la menta all’Orto Botanico di Torino. Le piante provenivano dall’Inghilterra, si trattava di Menta (bianca) (Menta x piperita nm pallescens). Diversi decenni dopo, nel 1865 Chiaffredo Gamba a Pancalieri, e Pietro Primo a Cavour , distillano per la prima volta la Menta piperita: dopo qualche anno l’attività di distillazione diventerà un industria, con la distilleria di Melchiorre Oddone e Domenico Ulrich (la costruiscono nel 1968) e quella di Giovanni Varino (la sua distilleria è del 1870)”. Quando parla della storia della menta nel distretto di Pancalieri, Franco Chialva – fitochimico esperto di oli essenziali di fama internazionale e coltivatore di piante officinali per tradizione di famiglia - la popola sempre di persone con un nome e un cognome. Quella della produzione dell’olio essenziale di menta è una delle tradizioni più caratteristiche del Piemonte officinale, e costituisce un primato - per qualità - a livello mondiale. La coltivazione e la distillazione organizzata nell’impresa agraria è un attività, come spiega il Franco Chialva, che ha oltre un secolo: se ripercorriamo la sua storia, vediamo che rappresenta un processo di trasformazione e avanzamento ininterrotto, che attraversa continue trasformazioni. Ogni passo avanti compiuto entra nella pratica consolidata, e diventa il punto di partenza per una nuova esperienza. Questa dinamica che lega tra loro tradizione e innovazione - due componenti fortemente presenti nella vita pratica delle imprese e degli operatori del comparto erboristico -non è data quindi tanto dalla contrapposizione di questi due termini, ma piuttosto dalla loro interazione. Ed è questo tema cha ha costituito l’oggetto dell’approfondimento scelto quest’anno dal Corso di Tecniche Erboristiche dell’Università di Torino per la tradizionale Tavola Rotonda. Una giornata di incontro e di confronto tra i protagonisti del corso – studenti e docenti – e rappresentanti del mondo della ricerca, delle imprese e delle istituzioni, che anche quest’anno anno si è svolta in corrispondenza della festosa manifestazione Quintessenza che la città di Savigliano dedica da molti anni alle piante aromatiche e officinali locali.
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Bernar Menta Botani
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24 dossier tradizione e innovazione u Le scienze “etno” Il rapporto tra le piante e l’uomo costituisce una delle sorgenti universali di conoscenza empirica e teorica. Da esso dipende la risposta a due esigenze fondamentali, nutrizione e salute, e ne sono testimonianza, oltre al sapere diffuso che caratterizza le popolazioni di tutto il mondo, anche le opere scritte e i sistemi medici e filosofici che si sono formati fin dall’antichità. L’aspetto importante, alla luce dell’interazione tra tradizione e innovazione di cui abbiamo parlato qui sopra, è il fatto che queste conoscenze rappresentano ancora oggi una fonte di dati e di esperienze insostituibile, di immediata utilità per orientare e integrare l’approccio scientifico allo studio delle piante officinali. Ma perché questo avvenga, è necessario mettere in campo strumenti adatti ad interpretare su diversi piani le informazioni raccolte, con un approccio multidisciplinare: è necessaria, cioè, la pratica dell’antropologia culturale. Nello schema qui accanto, illustrato nella sua relazione dal Antonio Guerci, antropologo dell’Università di Genova, è possibile cogliere il flusso delle competenze attraverso le quali deve passare un dato sull’impiego tradizionale di una pianta medicinale per giungere ad una sua valutazione farmacologica, anche al fine di un suo ritorno a favore della comunità che l’ha generato, ad esempio in un programma di sviluppo. La botanica, l’etnobotanica, è il filo conduttore di questo percorso, al tempo stesso strumento di indagine e metodo di raccolta e di classificazione dei dati. ERBORISTERIA
Sopra: metodologia in etnofarmacologia (schema del prof. Antonio Guerci,Università degli Studi di Genova); sotto, i dati sul potenziale futuro di principi attivi vegetali (schema del prof. Mauro Ballero, Università di Cagliari)
Il potenziale degli attivi vegetali: le cifre Piante stimate presenti nella biosfera: 300 / 350mila specie Piante finora analizzate: 6.000 specie Molecole vegetali biologicamente attive in commercio: circa 500 Molecole vegetali potenzialmente utilizzabili in futuro: 12.000 Mauro Ballero, botanico dell’Univrsità di Cagliari, nel suo excursus storico su questa disciplina ne colloca la data di fondazione come scienza moderna nel 1895, ad opera del botanico della Università della Pennsylvania John W. Harshberger. Ma poi dimostra - passando in rassegna le origini storiche dello studio delle funzioni salutari delle piante ad opera dei grandi medici dell’antichità, fino alla Scuola Salernitana, e il grande impulso proveniente dalla scoperta delle specie esotiche lungo la Via della Seta e con l’approdo nelle Americhe - che è possibile tracciare il ruolo della botanica in tutti i successivi sviluppi della chimica, della farmacologia e della medicina. domani
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E arriva a mostrare, come il potenziale Tavole dal Codex delle sostanze biologicamente attive Badianus, l’erbario che in futuro le piante potranno offrire azteco composto originariamente alla medicina è ancora praticamente del nel 1552 in lingua tutto integro, essendone state estratte tlatelolco da e studiate fino ad oggi solo una piccola Martín de la Cruz parte (ved. riquadro nella pagina pre- e fu poi tradotto in latino da Juan cedente): come dimostra la continua Badiano. scoperta di nuovi principi, attivi anche contro le malattie più gravi e insidiose che ancora colpiscono vaste fasce di popolazione del pianeta (come l’infuso di Artemisia annua, in grado di agire fino a cento volte più efficacemente di ogni altro farmaco contro “il più feroce terrorista del pianeta”: il Plasmodium falciparum, l’agente della malaria, che ogni anno uccide da 1 a 3 milioni di persone nei paesi in cui la malattia è ancora diffusa).
psilocibina psilocina
Inocybe sp.
Psilocybe sp.
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Gli effetti psichedelici delle sostanze oltre alle r sulle percezioni possono avere effetti "enteoge sensazioni di contatto Carico profondo con la realtà i di Menta distillazione disposizio esterna, un atteggiamentoallacontemplativo, interiore, allucinazioni Secondo uno studio del 2010, i funghi mostrano un grande potenziale nella cura dell grappolo
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u Innovazione e tradizione nella pratica di chi produce Il terreno sul quale si realizza giorno per giorno la dinamica tradizione / innovazione è quello del lavoro e della produzione nel comparto erboristico. Chi coltiva, che come ci ha spiegato Franco Chialva è alla ricerca continua di un miglioramento degli strumenti che impiega per condizionare il terreno e la materia prima vegetale, rivede regolarmene l’organizzazione dei compiti del personale impegnato sul campo, sostiene la selezione stessa delle piante per la loro produttività. Nell’industria erboristica, il settore forse più avanzato tecnologicamente – e che negli ultimi anni progredisce a un ritmo sempre più intenso – è quello dell’analisi e del controllo di qualità. In questo settore l’innovazione metodologica e tecnologica è oggi rapidissima, e determina al tempo stesso una rapida trasformazione della visione che è possibile avere del preparato: di qui, di riflesso, è logico attendersi nel prossimo futuro una accelerazione della innovazione anche della fase formulativa e di concezione del prodotto, che sia integratore alimentare o cosmetico. “L’autenticazione delle materie prime vegetali con l’analisi del DNA è un work in progress che offre nuovi e potenti strumenti da affiancare ai tradizionali metodi di controllo qualità” - ha spiegato Claudia Bonardi, responsabile del Laboratorio Botanico di Indena. L’uso dei protocolli del DNA fingerprint apre la strada all’impiego di questa tecnica nel controllo di qualità delle materie prime vegetali e dei derivati, assicurando qualità e sicurezza al prodotto finale”. Ripercorrendo le tappe del progresso farmaceutico dalle sue origini fino alla caratterizzazione di singole molecole, al loro isolamento, e alla successiva modificazione o riproduzione per sintesi - Sergio Fulceri, di Aboca giunge a valutare che “le singole molecole, sia quelle inventate dall’uomo, che quelle copiate in natura, non riescono più a soddisfare tutte le esigenze che la società attuale esprime in materia di salute e cura. Nuove prospettive si stanno aprendo con l’applicazione di discipline biotecnologiche validate con un percorso che è appena all’inizio, ma il cui progresso sarà molto rapido. La biologia molecolare e le piattaERBORISTERIA
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forme “omiche” (genomica e fitogenomica) sono metodologie che consentono di verificare l’espressione genica su culture cellulari di fitopreparati sia singoli che composti. Permettono, con costi relativamente bassi, di capire, a livello predittivo, come un prodotto può agire contemporaneamente su più funzioni fisiologiche e con quali meccanismi d’azione. La caratterizzazione chimica del fitocomplesso oltre che con l’uso di marker singoli, può essere fatta oggi ricorrendo all’analisi di una più ampia fetta del metaboloma tramite spettrometria di massa, seguita dall’interpretazione del dato su base tridimensionale per mezzo di analisi statistica (Analisi Multivariata). L’analisi tramite spettrometria di massa dà, inoltre, la valenza delle strutture molecolari componenti del prodotto . La velocissima evoluzione che si sta avendo in queste tecnologie – conclude Fulceri - consentirà di conoscere e capire le diverse attività e\o tossicità (compresa la mutagenesi) delle piante, parti di piante, loro frazioni, sia singole che in miscela ed i dosaggi correlati”. Il giusto riconoscimento del valore della tradizione In campo medicinale, la storicità della tradizione d’uso di una pianta officinale ha già trovato un importante riconoscimento sul piano normativo con l’introduzione nell’Unione Europea dei Medicinali Vegetali Tradizionali avvenuta con la Direttiva 2004/24/CE. La stesso dato di esperienza tradizionale non trova ancora uguale valenza quando il derivato vegetale viene utilizzato in campo alimentare. Stefania Dalfrà, della Direzione generale per l’igiene e la sicurezza degli alimenti e la nutrizione del Ministero della Salute ha aperto la tavola rotonda illustrando proprio la posizione italiana sul valore della tradizione d’uso nella prospettiva legislativa comunitaria sugli integratori alimentari. Il quadro normativo sui botanicals è notoriamente molto articolato, ma tuttavia persistono a livello comunitario delle questioni di fondo ancora non risolte.
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27 dossier tradizione e innovazione “Gli effetti elencati nelle nostre linee guida – ha spiegato Stefania Dalfrà - si basano su tutte le evidenze disponibili e sull’uso tradizionale. L’uso tradizionale è garanzia non solo della sicurezza di un ingrediente, ma è anche la base per giustificare l’effetto fisiologico per il quale il prodotto è proposto”.
Il nostro ministero ha predisposto diversi atti, anche molto recenti, per assicurare un elevato livello di tutela dei consumatori, come il DM 9 luglio 2012 (G.U. n. 169 del 21/07/12) “Disciplina dell’impiego negli integratori alimentari di sostanze e preparati vegetali” che disciplina l’impiego degli estratti vegetali negli integratori, con il relativo elenco, l’ Allegato 1, che individua le specie botaniche ammesse per l’Italia Il decreto è stato poi integrato dalle Linee Guida, che costituiscono il riferimento per gli effetti fisiologici applicabili per la notifica, in attesa della definizione dei claims che saranno ammessi per i botanicals a livello comunitario.
u Ambiente e territorio La giornata di studio si è conclusa con un progetto, che in qualche modo terrà viva l’attenzione per la tradizione officinale di Savigliano, intrecciandola con uno sguardo nuovo sulla valorizzazione ambientale e culturale del comprensorio. Il programma Essenza del Territorio: vie sabaude profumi e sapori – progettato e presentato al convegno da Marialuce Reyneri e da Mirna Irene Colpo - si occuperà del recupero di alcuni siti particolarmente carichi di storia, provvedendo, con la consulenza scientifica del La sede di Tecniche Erboristiche Corso di Tecniche a Savigliano Erboristiche, a reimpiantare i giardini e gli orti officinali che in quei luoghi erano anticamente presenti. Una attività che siamo certi contribuirà ulteriormente a sensibilizzare tutto il distretto delle Langhe , già così ricco di esperienze e pratiche legate alla tradizione erboristica. n
Le immagini storiche di coltivazione, raccolta e trasformazione riprodotte in queste pagine appartengono al Museo della Menta di Pancalieri e alla collezione della famiglia Chialva, che ringraziamo (nella foto grande qui a sinistra tutta la famiglia Chialva in distilleria nel 1948) PAGINE PROFESSIONALI - ERBORISTERIA
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Approcci innovativi all’identificazione delle piante officinali e degli estratti
Parallelamente alle analisi utilizzate per i protocolli ufficiali di controllo, i laboratori specializzati stanno sviluppando nuovi metodi di identificazione basati sull’analisi molecolare, che utilizzano le informazioni del codice genetico: metodologie che nella prospettiva di una loro prossima omologazione porteranno notevoli vantaggi sia qualitativi che economici
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29 controllo qualità
di Claudia Bonardi, INDENA Botanical QC/QA
L
Focus Equiseto
L’Equisetum arvense L., utilizzato sin dall’antichità per le proprietà rimineralizzanti in quanto ricco in silicati e silicio. Pianta spontanea pressoché ubiquitaria, può essere talvolta confusa durante la raccolta per una o più specie affini, in particolare nota la specie Equisetum palustre L., specie tossica per la presenza di alcaloidi. Per tale motivo la monografia 04/2012:1825 ‘Equisetum stem’ della Pharmacopoea Europea riporta dei test specifici per l’identificazione e distinzione delle due specie. (Fig.1 e Fig.2)
Figura1: Riconoscimento botanico microscopico dell’Equisetum arvense L(sopra) rispetto a Equisetum palustre L. (sotto).
Figura 2: Confronto TLC dell’Equisetum. arvense L. rispetto Equisetum palustre L.
e materie prime vegetali (MPV), all’ingresso del processo produttivo Indena spa, sono sottoposte a un protocollo di controllo di qualità, volto a identificare a livello qualitativo la materia prima, determinare a livello quantitativo il contenuto in principi attivi e a verificare l’assenza di agenti contaminanti al fine di garantire la qualità, la sicurezza ed efficacia d’uso. La verifica della qualità della MPV si svolge in accordo a procedure stabilite da organismi internazionali (EMA, EFSA), pubblicazioni scientifiche e soprattutto in conformità a monografie specifiche della Farmacopea Europea. Nell’ambito del processo del controllo di qualità deve essere identificata la MPV e assicurata l’assenza da adulteranti o sofisticanti. Il riconoscimento viene effettuato con metodiche botaniche e chimiche. Il riconoscimento botanico si caratterizza per l’identificazione macroscopica e microscopica, ricercando nella droga le strutture caratteristiche della specie in analisi. Il controllo chimico è effettuato con tecniche cromatografiche o spettrofotometriche che permettono di verificare la presenza di specifici principi attivi, come la cromatografia su strato sottile TLC o la cromatografia liquida HPLC. Nel corso degli ultimi anni si è ritenuto opportuno sviluppare nuovi metodi d’identificazione basati sull’analisi molecolare, metodi che utilizzano le informazioni del codice genetico del DNA per riconoscere in modo univoco il genere, la specie e la varietà della MPV, in matrici processate e anche in estratti. Si è iniziata, per questo, una duratura collaborazione con il Parco Tecnologico Padano di Lodi e in particolare la Piattaforma genomica.
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Questo nuovo approccio all’autenticazione delle MPV è un lavoro innovativo e in divenire, che offre nuovi e potenti strumenti da affiancare ai tradizionali metodi di controllo qualità. Numerose le specie già investigate, quali Taxus, Silybum, Echinacea, Equisetum, Illicium, Actaea, Panax, e per le quali si sono sviluppati metodi ormai impiegati internamente di routine per l’identificazione delle MPV e in taluni casi anche degli estratti. Lo sviluppo di nuovi metodi si basa su un preciso lavoro botanico d’identificazione, per il quale è indispensabile partire da materiale botanico certificato, quali i campioni d’erbario opportunamente identificati. I metodi di autenticazione impiegano tutti la tecnica di PCR per l’amplificazione del DNA e differenti approcci analitici. Le metodologie ad oggi più impiegate sono quelle basate sull’utilizzo di specifici marcatori altamente polimorfici denominati SNP (Polimorfismo a Singolo Nucleotide) e SSR (Ripetizione Singole Sequenze). In particolare gli SNP permettono di mettere in evidenza diversità a livello di un singolo nucleotide tra specie e varietà differenti e inoltre sono applicabili a matrici degradate quali campioni essiccati ed estratti. Le applicazioni dell’analisi molecolare nell’ambito delle piante officinali sono numerose, i metodi sviluppati permettono di identificare in modo preciso e
univoco la specie d’interesse, valutarne la purezza, identificando e quantificando la presenza di eventuali adulteranti, talvolta anche di valutare l’origine della MPV o di supportare progetti di selezione di specie ad alta titolazione in principi attivi. Numerosi sono i metodi applicati di routine da Indena spa nell’analisi d’identificazione della MPV, in particolare per le MPV che risultano di difficile identificazione e per le quali è nota la possibilità di adulterazione o sofisticazioni con differenti specie commercializzate. u Metodo molecolare per l’identificazione del Taxus spp.
Il metodo sviluppato impiega i marcatori molecolari di tipo SNP per l’identificazione di specie e varietà del genere Taxus. Sono stati selezionati e sequenziati quattro geni candidati (TXS, DBAT, GAPDH, CCOX) in un set di campioni di riferimento di Taxus. Il DNA genomico è stato isolato da foglie e radici processate, le analisi di DNA fingerprint sono state ottimizzate dai ricercatori del PTP per essere applicate a matrici trattate anche ad alte temperature. L’analisi bionformatiche della sequenza del DNA hanno permesso di identificare un pannello di 11 marcatori SNP nei due geni selezionati TXS e DBAT in grado di identificare in modo univoco tutte le principali specie e varietà di Taxus (Figura 3).
Figura 3: Sequenza di DNA di una porzione del gene DBAT da Taxus baccata e Taxus x media, evidenziata la posizione di 2 differenti marcatori SNP
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31 controllo qualità
u Metodo molecolare per
l’identificazione dell’Illicium spp.
Il metodo molecolare di DNA fingerprint sviluppato consente di identificare differenti specie di Illicium spp., in particolare identifica e differenzia l’Illicium verum Hooker fil. (Anice stellato) da Illicium anisatum L. (Anice stellato giapponese). Si sono identificati polimorfismi, all’interno delle sequenze di geni target, in grado di determinare la contaminazione da I. anisatum in campioni di I. verum. Scelta una regione del frammento specifico della regione ITS 1-5.8S-ITS2., amplificata e sequenziata, la regione è risultata idonea alla distinzione delle due specie. In particolare sono stati individuati 5 marcatori SNP che consentono in routine la distinzione di I. anisatum da I. verum. u Metodo molecolare per l’identificazione dell’Actaea spp.
Il protocollo messo a punto consente la distinzione di Actaea racemosa L. (syn. Cimicifuga racemosa L.) dai possibili adulteranti di origine cinese e americana. è stata selezionata e sequenziata una regione del frammento specifico del gene ITS. Le analisi dei dati di sequenza del DNA hanno permesso di identificare un sub-set di marcatori SNP, che consente l’univoca identificazione dell’A. racemosa e di distinguere questa dalle comuni specie sofisticanti (Figura 4).
Figura 4: Pannello di SNP individuati come identificativi delle specie d’interesse di Actaea (Cimicifuga)
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32 controllo qualità
Figura 5: Delezione di 16 paia di basi che differenzia l’E. arvense da E. palustre
u Metodo per la determinazione quantitativa
la presenza di E. palustre in campioni di E. arvense (Figura 5).
Per sviluppare il metodo si è provveduto al sequenziamento della regione trnL-ITS-trnF del cloroplasto. Disegnata una coppia di primers fluorescenti in grado di amplificare un frammento di DNA di lunghezza diversa nelle due specie, tale frammento è in grado di consentire la differenziazione tra le due specie. In particolare l’Equisetum arvense L. presenta una delezione di 16 paia di basi in gradi di differenziarla in modo certo da Equisetum palustre L.. Le due specie danno origine ad un picco specifico, il rapporto dell’area sottesa sotto ciascuno dei due picchi é stata utilizzata per la quantificazione relativa delle due specie. Il metodo sviluppato consente di quantificare in routine
u Conclusione Le analisi di fingerprint DNA, come visto, si sono dimostrate potenti strumenti per l’autenticazione delle MPV lavorate dall’Indena. Impiegate nel controllo di qualità, si affiancano e talvolta potenziano le analisi classiche e ufficiali di tipo botanico e chimico. In prospettiva le analisi possono rappresentare un punto di forza nella certificazione delle MPV ed estratti, entrando magari a far parte dei controlli di routine, riconosciuti anche a livello legale. n
di Equisetum palustre in campioni di Equisetum arvense
Equisetum maximum ERBORISTERIA
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33 iniziative sul campo
Sulla via delle essenze
un network unirà le esperienze officinali sulle terre dei Savoia
Nel Parco del Castello di Racconigi, visita con carrozze e cavalli (foto M.I. Colpo).
di Marialuce Reyneri di Lagnasco e Mirna Irene COLPO Associazione CULTURALE Conservare per innovare - CXI
La formazione di una rete di giardini e orti officinali per ricreare un percorso ideale tra siti storici della campagna piemontese e permettere al pubblico di riscoprire i profumi e i sapori di un territorio che nella tradizione erboristica può ritrovare proprie radici profonde
I
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Piemonte e dalla Liguria: solo sedici sono stati i beneficiari finali, dopo aver superato due fasi di selezione e l’iniziativa in oggetto è risultata essere tra i prescelti. Il progetto propone una rete di beni culturali e paesaggistici aventi un forte legame con il territorio: una rete di paesaggi, giardini e coltivi che si distin379 (2013/4)
l progetto “Essenza del territorio. Una rete per le vie sabaude dei profumi e dei sapori” è stato proposto dall’Associazione Conservare per Innovare - CXI, in collaborazione con l’Associazione Le Terre dei Savoia, in occasione del bando di concorso promosso nel corso del 2012 dalla Compagnia di San Paolo: “Le risorse culturali e paesaggistiche del territorio. Una valorizzazione a rete”. Al bando hanno partecipato più di 180 gruppi di lavoro con proposte provenienti dal
34 iniziative sul campo
Schizzo di progetto (Mirna Irene Colpo, Marialuce Reyneri di Lagnasco) Il Giardino delle Essenze del Castello di Lagnasco (CN) con individuazione delle scelte progettuali
guono per la coltivazione di erbe aromatiche, di piante officinali e di colture orto-frutticole di antica tradizione. Viene proposto un sistema integrato tra il patrimonio culturale e l’economia locale, attraverso il recupero di alcuni beni paesaggistici e architettonici, destinati a diventare poli di attrazione culturale e turistica sul territorio, in modo che nel valorizzare se stessi, diventino vetrina di promozione di prodotti e imprese locali. Le iniziative previste dal progetto sono localizzate nel cuore agricolo del Piemonte, in quella fertile pianura del Regno Sabaudo, che vanta un backERBORISTERIA
ground storico-culturale ed economico di rilievo, e che vede il suo fulcro nel complesso della Reggia di Racconigi, sede per due secoli dell’azienda agricola della “Real Casa”, fondata da Carlo Alberto nei primi decenni dell’800, in un clima di grandi sperimentazioni agricole, che portarono a rendere autosostenibile la grande proprietà, determinando scambi economici, culturali e sociali con tutte le principali corti reali europee dell’epoca. Il progetto prevede interventi di restauro, valorizzazione e gestione su quattro beni individuati nel territorio preso in esame. domani
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35 iniziative sul campo
1) Parco archeologico di Augusta Bagiennorum, corte interna della “Cascina Ellena”: Realizzazione di Giardino della Casa romano
Schizzo di progetto (Mirna Irene Colpo, Marialuce Reyneri di Lagnasco)The Ornamental Kitchen Garden ubicato nel sito archeologico di Augusta Bagiennourm (Bene Vagienna, CN) con individuazione delle scelte progettuali
L’intervento prevede la realizzazione di un giardino della casa romano, ispirato a modelli coevi (I-II sec) di Pompei e Roma, inserendo al suo interno specie botaniche rilevate attraverso i campioni paleobotanici del sito archeologico di Augusta Bagiennorum. Il progetto è stato redatto in collaborazione con Maria Cristina Preacco, responsabile dell’area archeologica per la Soprintendenza per i Beni Archeologici del Piemonte, Rosanna Caramiello, responsabile delle ricerche archeo- botaniche del sito, e Annamaria Ciarallo, esperto biologo ambientale, già Responsabile del Laboratorio di Ricerche applicate della Soprintendenza Speciale ai Beni Archeologici di Napoli e Pompei.
A sinistra: La Cascina Ellena e l’Anfiteatro romano (foto M.L Reyneri). Qui sotto: Progetto preliminare per la realizzazione del Giardino della Casa romano (The Ornamental Kitchen Garden). Progettisti: Mirna Irene Colpo, Marialuce Reyneri di Lagnasco
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36 iniziative sul campo
2) Castelli di Lagnasco, Giardino della Manica di Ponente. Realizzazione di Giardino delle Essenze
Castelli di Lagnasco: giardino della manica di ponente. Estratto progetto preliminare per la realizzazione di un Giardino delle Essenze. Progettisti: Mirna Irene Colpo, Marialuce Reyneri di Lagnasco
L’intervento prevede l’introduzione di un giardino delle essenze nella zona del parco dei Castelli rimasta esclusa dai precedenti interventi. Il nuovo giardino prevede il mantenimento di alcuni elementi vegetazionali di impianto ottocentesco, il recupero del tracciato dell’antico canale che verrà riproposto come percorso pedonale, integrati con aiuole per la coltivazione di erbe aromatiche, di piante officinali e di colture orto-frutticole, ripropo-
nendo il tema del giardino con scopi produttivi, caratteristico del periodo rinascimentale e ben documentato nell’affresco cinquecentesco di Pietro e Giovanni Angelo Dolce, presente all’interno della manica di levante. Il progetto è svolto in collaborazione con Maria Laura Colombo della Facoltà di Tecniche Erboristiche dell’Università di Torino con sede a Savigliano (Cuneo).
3) PARCO DEL CASTELLO DI RACCONIGI Realizzazione di interventi di manutenzione straordinaria nell’area del parco
Per il Parco Reale di Racconigi si prevede un programma di manutenzione straordinaria delle aree a verde. Gli interventi riguardano la conservazione del Giardino delle Foglie, giardino progettato dall’arch. Paolo Pejrone; la ripiantumazione dell’aiuola antistante la Serra neogotica presso la Margaria, facente parte del Giardino dei Principini; la revisione della segnaletica informativa principale presente nel Parco. La proposta di intervento verrà definita insieme all’arch. Giuse Scalva, Direttore del Castello di Racconigi per la Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le Provincie di Torino, Asti, Cuneo, Biella, Vercelli.
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37 iniziative sul campo
4) PALAZZO SOMS DI RACCONIGI Recupero funzionale e realizzazione del Polo per la Conoscenza e la Promozione delle Erbe Officinali L’intervento prevede la riqualificazione completa del Palazzo dell’ex cinema SOMS di Racconigi, al fine di adibirlo a Polo per la conoscenza e la promozione delle erbe officinali. Verranno realizzate strutture espositive, didattiche e divulgative, percorsi olfattivi, laboratori, dedicati a favorire la nascita di un brand di settore in Piemonte e la conoscenza dei prodotti da parte degli operatori professionali e dei turisti. Il palazzo avrà quindi anche un ruolo di “vetrina” per la promozione dell’intero percorso proposto dall’iniziativa. A completare il quadro si propone un progetto di valorizzazione che, al fine di far emergere il forte carattere identitario radicato sul territorio dell’iniziativa, si avvarrà di due programmi di promozione e valorizzazione aventi l’obiettivo di incrementare la fruibilità e la conoscenza dei luoghi: “Cantierando l’ESSENZA”, una programmazione di visite-studio, laboratori tematici, workshops e incontri pubblici nei siti interessati dagli interventi e facenti parte della rete, condotti dall’Associazione Culturale Conservare per Innovare - CXI; “EsSENZA WEB”, un sistema di fruizione digitale, dotato di un portale web connesso con la piattaforma www. visitterredeisavoia.it e una Mob-App georeferenziata per smartphone e tablet, che suggerirà percorsi di conoscenza del territorio, con il coinvolgimento della molteplicità dei soggetti economici presenti, approfondimenti culturali insieme ai dati sulla ricettività turistica ed ai percorsi enogastronomici. L’intero progetto rientra in un piano
Vista ingresso Castello di Lagnasco, Manica di Levante (foto M.I. Colpo).
integrato di sviluppo con l’obiettivo di assicurare la sostenibilità del sistema a livello territoriale, creando un percorso parallelo di accompagnamento reciproco tra l’economia locale, la vocazione agricola storica del territorio ed il patrimonio culturale, con l’obiettivo di creare uno scambio/dialogo tra l’architettura del paesaggio e l’ imprenditoria. Si prospetta così la realizzazione di quello che si configura come una sorta di Piano di Sviluppo Territoriale, con al centro un ruolo di rinnovata affermazione della Residenza Sabauda di Racconigi e del territorio circostante. Per promuovere e sviluppare questo settore culturale e produttivo, sono state avviate diverse iniziative, stringendo alleanze in loco e oltralpe, con l’obiettivo di dare vita ad un “distretto transfrontaliero dei senteurs et saveurs”. Tra questi progetti segnaliamo: POR FESR 2007/2013 Regione Piemonte. Asse III “Riqualificazione territoriale” - Attività III.1.1 “Tutela dei beni ambientali e culturali”, Sistema integrato delle Residenze Reali, dei Castelli e delle attività produttive di “eccellenza regionale”; con l’obiettivo di realizzare un modello di fruizione esperienziale e dinamica degli attrattori culturali in sinergia con le realtà produttive locali. OFFICINA AROMATARIA. Fondo Europeo di Sviluppo Regionale, Programma Alcotra 2007 – 2013; iniziative di cooperazione europea Italia-Francia, promosse da Le Terre dei Savoia, per la valorizzazione dei prodotti artigianali naturali per il benessere e la cura della persona e dei prodotti alimentari dell’area transfrontaliera mediante strategie di marketing innovative. I tempi previsti per la realizzazione di tutte le iniziative del progetto “Essenza del territorio. Una rete per le vie sabaude dei profumi e dei sapori” sono di circa tre anni: da gennaio 2013 a dicembre 2015. Enti del raggruppamento: Associazione Culturale Conservare per Innovare - CXI (Ente capofila) Associazione Le Terre dei Savoia Comune di Racconigi Comune di Lagnasco Ente di gestione del Parco naturale del Marguareis Partner di progetto: Ministero per i Beni e le Attività Culturali - Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Piemonte Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le Provincie di Torino, Asti, Cuneo, Biella, Vercelli Comune di Bene Vagienna n
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38 spazio fitoterapia
Princípi attivi vegetali e iperlipidemia di Marcello Monti
ll controllo dell’assetto lipidico è forse la principale leva per la prevenzione di gravi malattie cardiovascolari. Conosciamo i fitopreparati di convalidata attività anti-iperlipidemica, e i loro van taggi rispetto ai farmaci convenzionali. Questo lavoro è però dedicato alla varietà sempre più ampia di nuovi derivati vegetali, oggetto di studi di recente pubblicazione. Per molti dati rilevati a partire dall’uso tradizionale o da indicazioni dell’analisi fitochimica e farmacologica, sono stati resi noti studi clinici promettenti e di rilevante interesse applicativo ERBORISTERIA
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39 spazio fitoterapia
P
u Estratti da piante nel trattamento della iperlipidemia
Scopo di questa nostra breve relazione è di offrire una ragionata esamina di quelle che sono le più recenti acquisizioni per quanto concerne l’impiego di sostanze naturali (principi attivi vegetali) nel trattamento del sopracitato disturbo. Lungi da noi il pensiero di ricorrere ad una pedissequa elencazione di piante la cui droga si è visto essere in grado di proporre ingredienti attivi adatti allo scopo e la cui attività, da conoscenze empiriche è passata ad essere confermata da ricerche scientifiche moderne. Di queste ne citeremo solo alcune, tra le più emblematiche, giusto a scopo puramente esemplificativo. Riferiremo invece di una serie di citazioni relative a ricerche, studi ed applicazione di preparati a base principi attivi vegetali, acquisiti da recente documentazione apparsa su qualificate riviste scientifiche ed in particolare su una di queste, Phytotherapy Research, che ultimamente ha dedicato ampia attenzione proprio a questo genere di studi. Di interesse sarà, in particolare la descrizione, di volta in volta riportata, dei veri meccanismi fisiologici sui quali tali estratti interferiscono. Inizieremo quindi con il citare alcune piante di ormai consolidato impiego, grazie alla scientificamente confermata loro attività anti-iperlipidemica. Il Carciofo (Cynara scolymus L.) è una di queste. Si ritiene che l’attività di suoi estratti di ridurre livelli alti di lipidi nel sangue sia dovuto ad acidi dicaffeil-chinici, come la cinarina, oltre a lattoni sesquiterpenici e flavonoidi (luteina). Il maccanismo di azione viene spiegato come inibizione dell’ossidazione delle LDL e come incrementata escrezione del cole-
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sterolo. Quella dell’aumento della secrezione biliare costituisce la sola via di eliminazione del colesterolo. Si ritiene siano le saponine gli agenti che meglio favoriscono tale attività. All’Aglio (Allium sativum L.) ed alle sostanze solforate della sua droga (allicina ajone, ecc.) è attribuita una azione sugli enzimi coinvolti nella biosintesi dei lipidi, così come ad una sua azione che aumenta l’attività della lipasi nei tessuti adiposi. La gomma Gugul, una resina che si estrae da Commiphora mukul, una pianta tropicale, ai fini di diminuire il tasso di lipidi nel sangue agisce con un meccanismo che, seppure non ancora completamente spiegato, si ritiene consista anche in questo caso, come visto col Carciofo, in un aumento della secrezione biliare del colesterolo e nell’aumento del livello di HDL nel sangue. Una pianta che ha goduto ultimamente di larga attenzione ai fini di valutarne la sua efficacia anti-iperlipidemica è sicuramente il Fieno greco, o Trigonella (Trigonella foenum graecum L.). A questa pianta, recentemente è stata riconosciuta anche una attività ipoglicemizzante. Secondo vari ricercatori, si ritiene sia l’aminoacido libero idrossi-leucina a sviluppare questa attività di ridurre di oltre il 33% il livello di trigliceridi del sangue. Ma non è la sola sostanza a sviluppare questo effetto delipidizzante, attribuibile anche ad altre sostanze bioattive presenti nella droga come galattomannani, altri aminoacidi, saponine, flavonoidi, nonché mucillagini. Queste ultime, in particolare, si ritiene che determinino un ispessimento del muco che riveste il tratto intestinale, impedendo quindi l’assorbimento di sostanze nutritive con conseguente riduzione, non solo di zuccheri, ma anche dei lipidi.
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er lipemia (o anche lipidemia) si intende il contenuto di lipidi nel sangue che, in individui sani dovrebbe oscillare tra 500 e 850 mg/100 mL di siero e che è costituito da colesterolo (160-200), trigliceridi (50-170), acidi grassi liberi (10-20), fosfolipidi (150-250). L’analisi ed il controllo dell’assetto lipidico è di fondamentale importanza ai fini della prevenzione delle malattie cardiovascolari. Con il termine iperlipidemia si intende quindi un condizione fisiologica caratterizzata da un livello eccessivamente elevato di lipidi nel sangue, di solito causato da una mancanza di lipasi lipolitica o da un difetto nella conversione delle LDL (lipoproteine a bassa densità) in HDL (lipoproteine ad alta densità) le quali, nel gergo popolare si identificano rispettivamente in “colesterolo cattivo” e “colesterolo buono”. Si incontra anche il termine dislipidemia, un denominazione più specifica che indica alterazione della concentrazione di lipidi nel sangue. Il termine è generico, per cui è più corretto usarlo al plurale (dislipidemie) dato che esso fa riferimento a diverse patologie che differiscono per causa scatenante, trattamento terapeutico e conseguenze dello stato di salute. Ancora due parole su una definizione: lipasi, enzimi idrolasi che determinano la scissione di gliceridi in glicerina ed acidi grassi. Presenti nel pancreas e intestino, si ritrovano anche in numerosi vegetali (frutti e semi oleosi). Convenzionali farmaci anti-iperlipidemici hanno non sempre una attendibile efficacia e spesso possono ingenerare effetti tossici collaterali. Di qui il ricorso anche a derivati naturali di accertata loro efficacia e la cui sicurezza di impiego è certamente maggiore.
40 spazio fitoterapia
u Le recenti ricerche
Anche in questo caso, tra le tante citazioni, ne riporteremo solo una serie esemplificativa. Si riferisce di uno studio clinico inteso a valutare l’efficacia antiobesità ed anti-iperlipidemica della droga di Scutellaria (Scutellaria baicalnesis), una pianta nota e sfruttata nella medicina tradizionale orientale (cinese in particolare) nel trattamento di ipertensione, iperlipidemia, stati infiammatori ed altro. A seguito somministrazione di estratto si è potuto verificare una notevole attività antiobesità (riduzione del peso) ed anti-iper-trigliceridemia. La capsaicina è un alcaloide, chimicamente è la vanillinamide dell’acido isodecenoico. Dotata di forte sapore pungente, si trova nei frutti del Capsico (Capsicum annuum L.). In uno studio si è investigato al fine di verificare i suoi effetti sul catabolismo dei lipidi operando su adipociti differenziati. Si è visto che l’ingrediente fa diminuire il tasso lipidico intracellulare, operando in maniera dose-dipendente. Il rilascio di glicerolo (conseguente a lipolisi) nel mezzo aumenta sensibilmente col trattamento, così come viene incrementata l’espressione di geni coinvolti nel catabolismo lipidico tipo l’enzima lipasi, la carnitin-palmitoil transferasi, ecc. Anche l’Annatto (Bixa orellana L.) è una pianta nota nella medicina popolare tradizionale per l’effetto ipolipidemico della droga. È stato studiato questo effetto partendo da un estratto etanolico e da uno esanolico ottenuto dai semi della pianta, caratterizzati dal contenere carotenoidi (bixina, norbixina), composti steroidei, flavonoidi, ecc. Al test su ratti dislipidemico/indotti il trattamento con gli estratti dai semi della pianta ha evidenziato una rilevante riduzione dei livelli di trigliceridi, colesterolo totale, lipoproteine a bassa densità (LDL), incrementando invece quelle ad alta densità HDL). Praticamente i due estratti sono in
Morus alba L. grado di diminuire i lipidi nel plasma senza indurre effetti tossici collaterali. Sono stati effettuati test clinici su pazienti iperlipidemici, operando con un estratto da Salvia (Salvia officinalis L.), tramite somministrazione in capsule di 500 mg di sostanza attiva ogni 8 ore, per due mesi. Anche in questo caso si è potuto riscontrare che l’estratto vegetale abbassa il tasso lipidico (colesterolo totale, trigliceridi e LDL) nel sangue senza abbassare le lipoproteine ad alta densità (il colesterolo buono) e l’attività di enzimi fisiologici quali transaminasi. Agli estratti ottenuti da foglie del Gelso (Morus alba L.), sono attribuite varie funzionalità biologiche quali rinfrescanti, lassative, astringenti, ecc. Proposito di uno studio è stato quello di verificarne le sue proprietà e i suoi effetti ipolipidemici operan-
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do su pazienti non diabetici con moderata dislipidemia. A una serie di pazienti (23) è stata somministrata tre volte/g per 12 settimane una razione di 280 mg (in tavoletta) di estratto. Già dopo 4 e 8 settimane di trattamento si è potuto notare un significativo decremento del tasso di trigliceridi (dal 10 al 12%) ed alla fine dell’esperimento una marcata diminuzione di trigliceridi, di LDL e di colesterolo totale (5, 14 e 6% ca. rispettivamente), mentre era aumentato del 20% ca. il valore in HDL (colesterolo buono). La luteolina è un flavone (5,7,3’,4’tetraidrossiflavone), presente in molte droghe vegetali (Reseda luteola, da cui il nome, Arnica, Ginestra tintoria, ecc.). Dal punto di vista del suo interesse alimentare è presente in sedani, finocchi, carote, peperoni. Interviene in numerosi processi fi-
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41 spazio fitoterapia
siologici, ad esempio, riduce l’attività di enzimi (lipossigenasi) coinvolti nello sviluppo di processi infiammatori. È stato studiato l’effetto anti-iperlipidemico della luteolina operando su modelli cellulari di steatosi indotta da palmitato. Ricorderemo che per steatosi si intende una patologia cellulare legata all’accumulo intracellulare di trigliceridi, che può comportare anche seri danni, sino alla necrosi delle cellule. Lo studio ha dimostrato che la luteolina riduce l’accumulo di trigliceridi indotti dal palmitato deregolando l’attività di alcuni geni trascrizionali che partecipano al processo. L’ingrediente attivo, inoltre, diminuisce la produzione di ROS (specie di ossigeno reattive) limitando quindi fenomeni perossidativi indesiderati e dannosi. Gingerolo (un idrossi-metossifenil decanone) è uno dei componenti piccanti della droga dello Zingiber zerumbet, una pianta della famiglia delle Zingiberaceae, come il più noto Zingiber officinale, ovvero lo Zenzero. Si è studiato il suo effetto ai fini di inibire adipogenesi su cellule 3T3-L1. Queste, sono cellule lineari usate nelle ricerche biologiche sul tessuto adiposo. Incrementano la sintesi e l’accumulo dei trigliceridi. Si è visto
Bibliografia
che il gingerolo effettivamente sopprime l’adipogenesi e l’accumulo di goccioline lipidiche citoplasmatiche operando secondo un complesso di meccanismi che coinvolgono vari fattori trascrizionali limitandone, per alcuni, l’attività ed attivandola per altri. Una idonea associazione di due estratti vegetali, da Uva (Vitis vinifera L.) e da Tè verde (Camellia sinensis Kuntze) con l-carnitina sarebbe in grado di migliorare iperlipidemia e stati di obesità indotte da dieta ad elevato contenuto lipidico. Note le due piante citate per la loro elevata potenzialità antiossidante, diremo brevemente della carnitina. Si tratta di un vitaminoide (B11), a struttura quaternaria (g-trimetil-ammino-b-idrossibutirrato). È una sostanza fisiologica che viene sintetizzata a partire da lisina e metionina; aumenta il metabolismo ossidativo dei grassi. Una sua carenza provoca alterazioni di tale metabolismo con accumulo ematico e tessutale di trigliceridi e acidi grassi. La forma metabolicamente attiva è quella rappresentata dall’isomero levogiro (L-carnitina). L’associazione in esame si è visto che inibisce vistosamente l’incremento del peso corporeo indotto dalla die-
O: Efficacy of mulberry leaf tablets
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ta iperlipidica; agendo in maniera dose-dipendente sopprime anche il tasso di lipidi nel sangue, come colesterolo, trigliceridi, lipoproteine a bassa densità. Il trattamento è in grado anche di ricondurre a livelli normali stati di steatosi epatica, deregolando, inoltre, il livello di transaminasi. Mollugina, un fitoidrochinone isolato dalle radici di Rubia cordifolia, una pianta del genere Rubia (da noi note come Rubbie), a riconosciuta attività antinfiammatoria, antimutagenica, antitumorale, è stato valutato ai fini di determinarne il suo effetto sulla vitalità delle cellule, apoptosi ed antiadipogenesi su cellule preadipociti 3T3-L1. L’effetto inibente la vitalità delle cellule è risultato maggiore su preadipociti differenziati piuttosto che su preadipociti 3T3-L1; si è visto che a concentrazioni elevate (4060 µm) ingenera apoptosi, mentre a concentrazioni più basse (20 µm) sopprime la differenziazione di adipociti (e quindi l’accumulo di massa grassa) senza esercitare citotossicità. Ci fermiamo qui, fidando di aver presentato un sufficiente numero di attestati probanti l’efficacia del trattamento per vie naturali del disturbo a titolo della nostra nota. n
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Fitoterapia e nutrizione
dati e evidenze dalla ricerca di Marcello Monti
trattamenti terapeutici u Estratti di lampone ad effetto anti-aterogenico
Rubus coreanus è una specie di Lampone, come ben dice il nome, tipico della Corea, peraltro, sia come aspetto sia come proprietà praticamente simile a quello da noi comune, noto come Rubus idaeus. Questa pianta fa parte di quelle adottate nella medicina locale tradizionale per le sue proprietà antinfiammatorie e utili nel trattamento di disturbi di ordine vascolare. In un test, operando su cavie trattate con dieta super-lipidica (HFD) si è cercato di studiare il meccanismo secondo cui l’estratto esplica una riconosciuta attività anti-aterogenica. Per aterosclerosi, lo ricordiamo, si intende un disagio infiammatorio progressivo caratterizzato da una irregolare distribuzione di depositi lipidici nell’interno di grosse e medie arterie. Il progredire di questo disturbo può condurre a trombosi ed attacchi di cuore. Un elevato contenuto di LDL (low density lipoprotein) nel plasma favorisce l’insorgere e l’avanzamento del disturbo. Si è visto che in cellule macrofage, trattate coll’estratto e poi stimolate con LPS (lipopolisaccaridi) diminuisce il livello di geni mediatori infiammatori (quali TNF-α, IL-1β e iNOS) così come l’espressione di specie di ossigeno reattive (ROS) e l’attivazione di NF-kB (anche questi geni responsabili della formazione di responsi infiammatori). Praticamente
l’effetto dell’estratto è spiegato con una diminuzione del livello lipidico e di perossidi e diminuzione di geni infiammatori, con conseguente riduzione di lesioni aterosclerotiche.(1) u Miele nel trattamento di ferite Molte persone, compresi medici ed altri scienziati, ritengono che il Miele rappresenti, dal punto di vista terapeutico (antibatterico, efficace sull’apparato respiratorio ed altro), un rimedio folkloristico. Addirittura si crede che con l’avvento degli antibiotici e di altre avanzate strategie professionali, l’uso del miele nel trattamento di ferite sia ormai da ritenersi obsoleto. Le cose non stanno così ed esistono, per contro, moderne ricerche scientifiche che ne attestano una validità terapeutica comprovata. Una recente ricerca su miele ottenuto dai fiori di una pianta australiana, nota come Manuka (Leptospermum scoparium, una vistosa pianta arbustiva apprezzata anche come pianta ornamentale da giardino), ha dimostrato che il prodotto esplica una marcata attività antibatterica sulla maggior parte dei batteri di rilevante significato clinico e, molto importante anche il fatto rilevato che il miele opera in sinergia quando utilizzato in combinazione con antibiotici. Il miele ottenuto dalla sopra citata pianta ha rivelato efficacia antimicrobica anche nel confronto di ceppi Staphyloccocus aureus meticillin-resistenti. In molti ospedali, in varie regioni del mondo, si fa regolare impiego del
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miele quale disinfettante nel trattamento sanitizzante di ferite. Miele ‘medical grade’ e preparati a base di miele facili ad usarsi, sono correnti nell’EU dal 2004. (2) u Artocarpo, l’albero del pane, ad azione anticonvulsiva
L’Artocarpo (Artocarpus heterophyllus); della famiglia delle Moraceae, è anche conosciuto come ‘albero del pane’ in ragione del grosso frutto, edule e gustoso, a forma ovale, oblunga che si sviluppa sui suoi rami. Il frutto è una miniera di ingredienti attivi, da zuccheri ad aminoacidi, da acido ellagico ad acido betulinico, ecc. cui corrispondono attività antibatteriche, antinfiammatorie, antiossidanti. In particolare contiene lectine (proteine) cui viene ascritta una funzione antimelanogena, quindi interessanti in campo cosmetico. Ricerche condotte utilizzando un estratto metanolico da foglie della pianta hanno evidenziato (test su topini) una marcata attività anticonvulsiva esplicata dalla droga della pianta, in maniera dose-dipendente, paragonabile a quella di un comune farmaco (Diazepam), un tranquillante della categoria delle diazepine quando utilizzato in dosaggio di 5 mg/kg p.c. (3)
u Emblica dalle mille proprietà salutari
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u Melissa attiva il sistema immunitario
Il sistema immunitario è un Insieme di reazioni e meccanismi biologici naturali che svolgono un’azione di difesa dell’organismo. Tale difesa è resa possibile grazie alla presenza in circolo di alcune cellule ed altre sostanze deputate a questa funzione, che rappresentano le unità ‘combattenti’ del sistema. Il sistema immunitario, come il resto dell’organismo, subisce una involuzione con l’invecchiamento, per cui i suoi meccanismi diventano meno completi e meno pronti a reagire. Certi ingredienti attivi (estratti vegetali, b-glucani, ecc.) applicati per via topica possono mo-
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L’Emblica (Phyllanthus emblica L.), è una pianta della famiglia delle Euphorbiaceae, nota come ‘amla’ nei paesi asiatici e nella medicina ayurveica ove da secoli trova largo impiego. Solo da pochi anni ha risvegliato interesse nel mondo occidentale ed oggi è riconosciuta come una sorgente naturale tra le più ricche di principi attivi antiossidanti. Il gruppo principale di ingredienti attivi cui attribuire tale attività sono certamente una serie di tannini a basso peso molecolare (emblicanine e peduncolagine). Nella droga del frutto sono presenti anche altri polifenoli, flavonoidi (rutina e querceti-
na) zuccheri, sali minerali, proteine, vitamina C. Ma, secondo la medicina ayurvedica e attestati validanti di moderne ricerche scientifiche, quella antiossidante, seppur la principale, non è l’unica attività funzionale da ascrivere alla droga della pianta. Iniziando dagli effetti della vitamina C presente in abbondanza nel succo fresco del frutto della pianta (ne contiene ca. 1 g/100 mL): favorisce la sintesi del collagene (quindi restitutiva cutanea), incrementa la circolazione sanguigna, agisce anche nel metabolismo del ferro aumentandone l’assorbimento ed il trasferimento nel sangue (terapia dell’anemia). L’emblica si è rivelata un efficace antiacido quando assunta in miscela con latte o miele; agisce da detossificante, impedendo il deposito di tossine rinforzando il fegato e quindi purificando il sangue. Estratti di emblica si sono rivelati efficaci nel trattamento di infezioni delle vie urinarie e genitali. Abbiamo citato solo alcune delle più importanti funzionalità terapeutiche che sono descritte in una ponderosa review sulle conoscenze tratte dalla medicina tradizionale e confermate da moderne ricerche relativamente a questa pianta. (4)
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dulare, stimolandola, la difesa immunitaria della pelle. La droga della Melissa (Melissa officinalis L.), ricca in flavonoidi, tannini, acidi polifenolici (caffeico, clorogenico), mucillagini, ecc., è sfruttata per le sue attività dermopurificante, decongestionante, antimicrobica, antiossidante. In uno studio si sono verificate le proprietà immunomodulanti di un estratto etanolico dalle parti aeree della pianta. Si è potuto riscontrare che somministrazione orale di composto contenente 30 mg/kg pc inibisce in modo significativo reazioni ipersensibilizzanti ed incrementa l’indice di fagocitosi. Inoltre aumenta notevolmente la conta di leucociti, linfociti e neutrofili, cellule queste coinvolte nella risposta immunitaria. Grazie al loro intervento, il corpo umano si difende da attacchi di microrganismi come virus e batteri e da corpi estranei che entrano nel suo interno. (5) u Dal Messico piante attive contro il diabete
Nella cura del diabete mellito-2, per quanto il trattamento con terapie allopatiche rimanga il più seguito, negli ultimi anni ha destato interesse anche la riscontrata potenziale attività di certi estratti vegetali ai fini di contrastare tale grave disturbo. Un’èquipe di ricercatori messicani ha sviluppato una serie di studi su alcune piante, tra cui Rubiaceae (Hintonia sp), Apiaceae (Ligusticum sp.) e Asteraceae (Brikckellia cavanillesii) da tempo note alla locale medicina popolare per il trattamento di varie malattie. Per i vari estratti dalle citate piante è stata riscontrata la loro attività anti-glucosidasi. Inibendo l’azione di questo enzima che scinde zuccheri, si riduce la liberazione di glucosìo libero da carboidrati complessi e quindi si ritarda e riduce il suo assorbimento, controllando così stati di iperglicemia. (6)
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u Un peptide contro virus dell’herpes
ranza nel combattere tale male. In un’ampia review la descrizione di oltre 40 composti di origine marina e loro derivati la cui potenzialità anticancerogena è da tempo riconosciuta. Tra questi – ne citeremo solo alcuni – alcaloidi analoghi delle egelasina, contenuti in spugne marine; antrachinoni, analoghi della doxorubicina (un antibiotico antineoplastico della famiglia delle antracicline) isolati da mangrovie; vari peptidi monociclici isolati da funghi marini e da spugne; derivati della piperazina; sfingolipidi, isolati da spugne marine; steroidi, isolati da un corallo (Spongodes sp.); tannini (floroglucinoli), isolati da un’alga bruna (Ecklonia cava); terpeni, tra cui la ben nota astaxantina, ecc. Come si vede, anche il regno marino è una ricca fonte di vari importanti ingredienti attivi di vasto interesse terapeutico, in parte già validato, in parte ancora da scoprire. (8)
L’Herpes simplex virus (HSV), è un patogeno umano che causa lesioni primariamente sulle mucose orali e genitali. Per quanto buoni successi si siano registrati col trattamento con ACV (Acyclovir, un farmaco antivirale, un derivato aciclico della guanosina), continua per l’HSV una sua larga diffusione ovunque; purtroppo tale virus rimane un punto di partenza per lo sviluppo di un virus ben più più terribile, l’HIV (human immunodeficiency virus), vale a dire il virus dell’AIDS. Non si è mai arrestata la ricerca di prodotti più efficaci ed anche più sicuri (esenti da effetti secondari) al fine di contrastare l’HSV. Una strategia terapeutica, al momento non del tutto sviluppata, è l’impiego di molecole peptidiche. Queste possono essere modellate su proteine virali, oppure derivate da peptidi antimicrobici. Ogni peptide che è in grado di interrompere interazione tra membrane di cellule virali è da considerarsi un potenziale nuovo farmaco antivirale. Sono ormai note, a seguito di vari studi in materia, correnti strategie e conoscenze circa lo sviluppo di peptidi sia di origine naturale (vegetale compresa) sia sintetica utili al combattere infezioni da HSV. (7)
u Attivi naturali marini anticancerogeni
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u Altre droghe vegetali ad attività antiulcera
Alcune piante note nella medicina tradizionale africana per il loro uso estemporaneo nel trattamento di ulcere (Ziziphus abyssinica, Acacia nilotica e Balanites aegyptica), sono state studiate sperimentalmente al fine di validarne o meno tale proprietà. Le tre erbe sono state impiegate singolarmente ed in associazione sinergica, operando su modelli (ratti) con ulcera gastrica indotta da etanolo e da indometacina. La prima delle tre piante citate sopra, a dosaggio di 300 mg/kg pc, è quella che ha sviluppato la maggiore attività (inibizione del 79%) su ulcera indotta da etanolo, mentre la miscela delle tre droghe ha rivelato il maggiore effetto inibente (oltre 50%) su ulcera indotta da indometacina. I test scientifici starebbero a dimostrare l’importanza nell’impiego di questi derivati naturali nel combattere ulcere gastriche in alternativa ad antinfiammatori non steroidei, con effetto gastroprotettivo più pronunciato e più sicuro da effetti indesiderati collaterali. (10) u Carciofo anticolesterolo Circa la riconosciuta attività ipocolesterolemizzante del Carciofo (Cynara scolymus L.), si sa che la sua droga (flavonoidi, fenolo-acidi, tannini, acidi organici, saponine steroidee, ecc.) agisce sul ricambio del colesterolo, sul metabolismo dei lipidi, evitando un sovraccarico dei grassi correlato a formazione di colesterolo, scaricandoli nel siero e favorendo una loro rapida combustione nell’organismo. Intento di uno studio è stato di valutare l’effetto che supplementazione con estratto da foglie della pianta può indurre su modelli lipidici. Lo studio è stato condotto su soggetti affetti da leggera ipercolesterolemia
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Quella del cancro è una delle malattie che rappresenta tuttora uno dei maggiori problemi inerenti la salute umana, nonostante gli sforzi di una continua ricerca intesa a debellare questo terribile disagio, con la conseguente scoperta di nuove utili molecole da piante, animali e minerali. Negli ultimi anni un significativo sviluppo ha registrato la ricerca di molecole ad attività anticancerogena di origine marina e da organismi marini sono state isolate molecole che oggi rappresentano una rinnovata spe-
u Potentilla gastroprotettiva Potentilla fulgeng, della famiglia delle Rosaceae, è una specie del numeroso genus Potentilla (da noi la più nota è forse Potentilla erepta, o Tormentilla). Si tratta di una specie di vasta conoscenza nel campo medicinale soprattutto per la sua dimostrata efficacia nel trattamento di ulcere peptiche, ulcere della bocca, ecc. In uno studio è stato valutato il comportamento protettivo di un estratto etanolico da radici di tale pianta nel trattamento di ulcere gastriche. Il trattamento (su topini) è stato condotto su ulcera gastrica indotta da etanolo e da aspirina, ed ha rivelato che l’estratto vegetale oggetto dello studio induce un notevole incremento nel pH gastrico, diminuisce il livello di istamina, inibisce l’attività di HK-ATPase, un enzima primario responsabile dell’acidificazione gastrica ed aumenta il livello di antiossidanti naturali protettivi (SOD, CAT, GSH), diminuendo nel contempo l’attività di LPO (perossidazione lipi-
dica), contribuendo così alla limitazione di lesioni gastriche. (9)
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per otto settimane. I risultati dei test hanno evidenziato un significativo calo di LDL (lowdensity lipoprotein) cioè a dire il colesterolo ‘cattivo’ e, per contro, un incremento del colesterolo ‘buono’ (HDL, cioè high-density lipoprotein), nei soggetti trattati rispetto ai campioni placebo. Di conseguenza, alle ben note funzioni stimolanti l’appetito e digestive sfruttate in campo liquoristico, a quelle diuretiche ed epatoprotettive generali, sfruttabili nella terapia di sindromi più o meno riconducibili ad una insufficienza funzionale del fegato, alla droga del carciofo è da ricondurre anche un ruolo nel trattamento di moderata ipercolesterolemia. (11)
antiossidanti, antinfiammatori u Biodisponibilità di antinfiammatori
Nella gommoresina della Boswellia (Boswellia serrata Roxb), una pianta nota da secoli nella medicina tradizionale e ayurvedica, la frazione più interessante è certamente quella costituita da una serie di triterpeni pentaciclici noti come acidi boswellici, dotati di forte attività a fini anti-infiammatori. Tale funzione è spiegata come una conseguenza della loro azione inibente l’attività dell’enzima 5-lipossigenasi, responsabile della produzione di leucotrieni, ben noti mediatori chimici nel processo flogistico in diverse patologie infiammatorie, sia acute, sia croniche. Il complesso di acidi boswellici ha rivelato di possedere una inaspettata capacità di migliorare la sintomatologia caratteristica di stati infiammatori e di malattie artritiche paragonabile a quella di tradizionali farmaci non steroidei (tipo il fenilbutazone). Il trattamento con questi derivati naturali rappresenterebbe quindi un rimedio terapeutico privo di effetti collaterali tipici dei trattamenti con
tradizionali farmaci antinfiammatori, specialmente se la cura dovesse essere protratta per lungo tempo. Peraltro, studi farmaco-cinetici hanno evidenziato che l’assorbimento sistemico degli acidi boswellici è basso. Si tratta quindi di modulare formulazioni che li contengono al fine di aumentarne la biodisponibilità. È stato realizzato un preparato costituito da una gommo-resina di Boswellia standardizzata racchiuso in forma liposomale a base lecitina di soia e l’assorbimento di questo ingrediente è stata paragonato a quello di un estratto non formulato. La concentrazione degli acidi boswellici costituenti la droga della pianta è stata determinata nel plasma ed in vari tessuti (cervello, muscoli, occhi, fegato e rene) e si è potuto verificare che l’ingrediente formulato è assorbito dalle 3 alle 7 volte nei vari tessuti e plasma (e di addirittura 35 volte nel cervello) a seconda dei vari acidi, rispetto all’estratto non formulato. L’estratto della pianta così formulato rappresenterebbe quindi un mezzo più razionale ai fini dello sfruttamento delle proprietà antinfiammatorie dei principi attivi della pianta, col risultato di una formulazione più efficace. (12) u Mirtillo difende da stress ossidativi
Vaccinium angustifolium, da noi noto come Mirtillo ulginoso, presenta proprietà analoghe a quelle del più comune Vaccinium myrtillus o Mirtillo nero. Agli estratti di Mirtillo sono oggi scientificamente riconosciute funzioni astringente, antinfiammatoria, antisettica, diuretica, vasoprotettiva. Queste specie del genus Vaccinium sono ricche sorgenti di polifenoli, quali flavonoidi, acidi fenolici, tannini e antocianine, tutti composti a ben riconosciuta attività antiossidante e quindi in grado di ridurre danni in-
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dotti da stress ossidativi su macromolecole come proteine, DNA, lipidi. In uno studio si è valutato l’effetto del consumo (in bevande) di estratti della pianta e si è visto che l’assunzione riduce vistosamente il livello di danni su DNA indotti da perossidazione e aumenta la resistenza dell’organismo a questo rischio perossidativo. Lo studio ha anche investigato l’effetto di regolare consumo di estratto di Mirtillo, oltre che verificando marker indicatori di stress ossidativi, anche quanto concerne lo sviluppo ed il controllo di stati infiammatori e della funzione endoteliale in soggetti con fattori di rischio di disagi cardiovascolari. (13)
alimentari, integratori nutrizionali
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u Sorgo, un legume adatto ai celiaci
Si ritiene che responsabile dell’insorgere di quel disturbo noto come ‘morbo celiaco’ cioè insofferenza al glutine, sia la gliadina, una proteina componente del glutine di molti cereali (Grano, Orzo, Segala, ecc.). Da un altro legume, il Lupino, per contro si ottiene una farina che non contiene glutine, per cui preparati ottenuti da questa, (si fa riferimento a preparati da forno, particolari tipi di pane o dolci, di pasta, ecc.) possono essere liberamente consumati dai celiaci. Anche dai semi della grossa pannocchia del Sorgo (Sorghum vulgare, sin. Sorghum bicolor), sempre della famiglia delle Graminaceae, è ottenibile un farina utilizzabile dai celiaci. Studi immunochimici hanno rivelato questa evidenza, che il Sorgo non contiene peptidi tossici per questa categoria di pazienti. Soluzioni idroalcoliche contenenti kafirine (del gruppo delle prolamine, cioè proteine semplici ad elevato contenuto in prolina), derivate da differenti varietà di Sorgo, comprendenti linee pure ed ibridi, sottoposte a vari test (ELISA, SDS-PAGE, tipici per l’identificazione di proteine) ed analisi HPLC, si è visto che non contengono peptidi gliadina-simili. Per cui, il Sorgo, che sinora ha costituito un valida alternativa al Mais nella produzione di granella e di foraggio in aree aride, non irrigate, è da considerarsi un
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u Farina di Orzo nel pane La popolazione del Marocco è certamente, a livello mondiale, la maggiore consumatrice di Orzo. Ed è proprio dal Marocco che arriva uno studio sul potenziale impiego di farina da Orzo (Hordeum vulgare L.), come parziale alternativa a quella da grano, nella produzione del pane. Nel chicco dell’Orzo sono contenuti ingredienti di sicuro e notevole interesse dal punto di vista nutrizionale, come β-glucani, fibre solubili e vitamina E (tocoferoli). Ricorderemo che i β-glucani sono una estesa serie di polimeri di derivazione biotecnologica (da lieviti e funghi). Ad essi si riconosce la proprietà di stimolare il sistema immunitario di difesa grazie alla loro capacità di attivare i macrofagi che procedono all’eliminazione di sostanze o fattori causanti il danno cutaneo. b-Glucani sono presenti anche in droghe di piante (es., Avena sativa e, qui vediamo, anche nell’Orzo). Della importante funzione delle fibre a livello intestinale e delle proprietà antiossidanti dei tocoferoli, ci sembra qui inutile dissertare. Le valutazioni hanno rivelato che
una inadeguata aggiunta (sopra il 10%) di farina di Orzo alla massa da panificare peggiora le proprietà sensoriali del prodotto dopo cottura, in ragione del fatto che la farina di Orzo contiene un glutine debole e non elastico. Rimane peraltro la considerazione che una adeguata aggiunta conduce ad un significativo incremento nell’impasto di principi attivi (citati all’inizio della nota), interessanti dal punto di vista dietetico-nutrizionale. (14)
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ingrediente da sfruttarsi anche nel campo dietetico-alimentare, qual elemento specifico per i celiaci. (15) u Emulsioni colloidali per preparati alimentari
La forma fisica di un preparato alimentare è spesso molto complessa in quanto si tratta di una mescola assai disomogenea di numerosi ingredienti che assumono diversa forma e diversa struttura a seguito processi meccanici (tipo impasto) e termici (come cottura). L’approccio alla scienza dei colloidi per la formulazione di preparati per cibi è basata sull’assunto che i più importanti attributi del preparato (aspetto, reologia, stabilità, ecc.) sono determinati dalla distribuzione spaziale e dall’interazione di varie entità strutturali (particelle, bolle, cristalli, ecc.) organizzati in varie maniere strutturali (strati, complessi, aggregati, ecc.). Recenti progressi hanno determinato, anche nel campo alimentare, il ricorso a polimeri, proteine, polisaccaridi, al fine di ottenere sistemi dispersi tipo emulsioni, emulsionigel, emulsioni aerate, praticamente strutture colloidali omogenee e stabili, di certo maggiormente apprezzabili anche dal punto di vista non solo funzionale ma pure estetico. (16) u Giuggiolo, un frutto
altamente benefico
Ziziphus jujuba Mill. è il nome botanico, per noi è il Giuggiolo, una pianta di origina asiatica ma una volta comune anche da noi, Oggi se ne è perduto, praticamente il consumo. Ed è un vero peccato, in quanto la frazione attiva della droga della pianta è costituita da un insieme di principi funzionali di elevato interesse: vitamina C, flavonoidi, acidi triterpenici, polisaccaridi, acidi organici, ecc. Recenti studi fitochimici hanno confermato apprezzabili effetti biologici dovuti a questi ingredienti: antiossidanti, antinfiammatori, epatoprotet-
tivi, immunostimolanti, antiobesità, anticancerogeni. Oltre che predirne, pertanto, impieghi in campo terapeutico, è facile arguire quanto può risultare importante a fini salutistici, il consumo di questo frutto nella dieta giornaliera tradizionale. (17) u Dell’Asparago: buona anche la parte bianca
La parte bianca dell’Asparago (Asparagus officinalis L.), (quella inferiore, che rappresenta almeno, il 30-40% del gambo), si butta. È stato, peraltro, scoperto che anche questa parte è ricca in vari componenti fitochimici a sfruttabile attività biologica. In uno studio, ad esempio, si è potuto verificare che le saponine della parte bassa dello stelo dell’Asparago agiscono come potenziali inibitori nella crescita e metastasi di tumori. Queste saponine sopprimerebbero la vitalità delle cellule cancerogene in maniera dose-dipendente. I risultati di vari studi confermerebbero
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la possibilità di impiego di saponine da Asparago nel trattamento terapeutico di manifestazioni tumorali ma anche, e soprattutto, quali validi additivi in supplementi salutistici in preparati dietetico-alimentari. (18) u Cancro e dieta mediterranea Le previsioni sono che, negli anni a venire, in Europa, i casi di decesso per cancro tenderanno a diminuire ma, peraltro tenderà ad aumentare nel suo complesso il numero di colpiti soprattutto come conseguenza dell’invecchiamento della popolazione. Il target per la prevenzione del cancro in Europa rimarrà quello di una dieta salutare e di un controllo dell’obesità, oltre ad un decremento nel fumare. Modello di dieta salutistica nelle regioni europee è la ‘dieta mediterranea’, che è basata sul consumo abbondante e variegato di cibi vegetali, elevato consumo di cereali, olio di oliva come preponderante lipide, basso consumo di carne rossa e moderata assunzione di vino.
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La dieta mediterranea è correlata ad un ridotto rischio di disagi di ordine cardiovascolare e cancro. I meccanismi biologici ai fini della prevenzione del cancro associati alla dieta mediterranea sono strettamente connessi al favorevole effetto indotto di un bilanciato consumo di acidi grassi essenziali omega-3 e omega-6,
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ad un elevato ammontare di fibre, ed all’azione antiossidante dei vari importanti principi attivi a questo fine (polifenoli) presenti nella frutta, nei vegetali, nell’olio di oliva e nel vino. Un altro fattore importante della dieta mediterranea è quello relativo ad un moderato consumo di vino, suggerito principalmente in occasione dei pasti.
Questo ‘modello’ di bere aumenta la longevità, riduce i rischi di disagi cardiovascolari e certamente non favorisce eventuali rischi di ordine cancerogeno. Da tenere in considerazione, inoltre, che un bere ‘pesante’ è associato a fenomeni di cattiva digestione, disagi nei tratti superiori delle vie respiratorie, danni al fegato. (19) n
8 Sawadogo R, Schumaker M, Teiten M et al: A survey of marine natural compounds and their derivatives with anti-cancer activity reported in 2011 – Molecules, 18(4) 3641-3673, 2013 9 Laloo D, Prasad S, Hemalathe S et al: Gastroprotective activity of ethanolic extract of Potentilla fulgens Wall - J of Ethnopharmac 146(2) 433-444, 2013 10 Ogwah M, Etuk E, Bello S et al: Comparative study of antiulcerogenic activities of three Nigerian medicinal plants: a preliminary evaluation - J of Medic Plants Res 7(9) 490-495, 2013 11 Rondanelli M, Giacosa A, Opizzi A et al: Beneficial effects of artichoke leaf extract supplementation on increasing HDLcholesterol in subjects with primary mild hypercholesterolaemia: a double-blind randomized, placebo-controlled trial – Int J Food Sci Nutrit 64(1) 7-15, 2013 12 Hϋsch J, Bonnet J, Fricker G et al: Enhanced absorption of boswellic acid by a lecithin delivery form (Phytosome®) of Boswellia serrata – Fitoterapia, 84(1) 89-98, 2013 13 Riso P, Klimis-Zaca D, Del Bo C et al: Effect of wild blueberry (Vaccinium angustifolium) drink intervention on markers of oxidative stress, inflammation and endothelian function in human
with cardiovascular risk factor – Eur J of Nutrit 52(3) 2013 14 El Yamlahi A, Ouhssine M: Utilization of barley (Hordeum vulgare L.) flour with common wheat (Triticum aestivum) flour in bread-making - Annals of Biol Res 4(2) 119-129, 2013 15 Pontieri P, Mamone G, De Caro S et al: Sorghum, a healthy and gluten-freee food for celiac patients as demonstrated by genome, biochemical and immunochemical analysis – J Agric Food Chem 61(10) 25652571, 2013 16 Dickinson E: Stabilisins emulsion-based colloidal structures with mixed food ingredients – J Sci Food Agric 93(4) 710-713, 2013 17 Gao Q, Wu C, Wang M: The Jujube (Ziziphus jujube Mill) fruit: a review of current knowledge of fruit composition and health benefits – J of Agric Food Chem 61(14) 3351-3363, 2013 18 Wang Y, Liu Y, Zhao J et al: Saponins extracted from byproducts of Asparagus officinalis L. suppress tumor cell migration and invasion through targeting RhoA GTPase signaling pathway – J of Sci Food Agric 93(6) 1492-1498, 2013 19 Giacosa A, Barale R, Bavaresco L et al: Cancer prevention in Europe: the Mediterranean diet as a protective choice – Eur J Cancer Prev 22(1) 90-95, 2013
SCIENZA E TECNICA P.O. - ERBORISTERIA
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di Mauro Ballero, docente di Biologia Vegetale e Botanica Farmaceutica, Dip. Scienze della Vita e dell’Ambiente, Università di Cagliari
I fondamenti della moderna
etnobotanica Qualcosa unisce gli antichi autori greci a chi oggi studia le piante australiane, la scoperta delle Americhe con i villaggi del Gennargentu. L’etnobotanica, una scienza viva. ERBORISTERIA
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51 le piante e l’uomo
L
’etnobotanica viene oggi intesa come vera disciplina nell’ambito dell’etnobiologia che coinvolge a pieno titolo diversi campi scientifici quali: la mineralogia, la zoologia, l’entomologia, la micologia, l’ ecologia, la botanica, la medicina e la farmacologia. Il suo percorso scientifico inizia nel 1895 grazie a John W. Harshberger un botanico della Università della Pennsylvania che per primo affrontò queste problematiche con una visione ed un approccio logico e scientifico. Se il termine moderno nasce in questa data, l’etnobotanica come campo del sapere o come modalità del conoscere era certamente ben radicato in passato. Con l’evoluzione della specie i primi uomini applicando alcune basi biologiche “da etnobotanici” , hanno dovuto costruirsi un sapere empirico basato attraverso un impiego istintivo ed un uso intelligente e su esercizi di “prova ed errore”. Seguendo questo ragionamento possiamo oggi accettare gli antichi erbari o testi sulle piante medicinali come i primi esempi di letteratura Botanica, in quanto raccolgono la testimonianza sui tentativi di ordinare le piante in modo sistematico. In questo senso possono essere interpretate come vere farmacopee le autorevoli fonti sulle tradizioni mediche più strutturate, come la cinese, l’ayurvedica, la medicina greco-romana ed islamica, i testi medioevali europei. u Il rapporto con il mondo vege-
tale
u Le conoscenze antiche
Nel Papiro di Ebers, datato 1550 anni a.C. su calcoli basati sul calendario eliaco sulla ciclicità della stella Sirio (Sopedet) di 365,24 giorni e oggi conIppocrate servato a Lipsia, si trovano diverse Corpus hippocraticum: 230 piante : Ιπποκράτης: esistono soltanto formulazioni fitoterapiche a testimo- due cose: scienza ed opinione; la nianza della grande conoscenza in prima genera conoscenza, la seconda ignoranza questo campo degli Egizi, definiti da Erodoto non solo dei sanissimi perché capaci di risolvere ogni infermità ma anche fetidi per il gran uso di aglio e cipolla. Tra le Glycyrrizha glabra Ricinus communis molteplici indicazioni egizie la mandragora era impiegata per estinguere ogni Atropa belladonna infiammazione e provocare il sonno come il salice si usava come antidolorifico (di straordinaria attualità!). La cultura greca influì sull’etnobotanica in maniera decisiva, fondamentalmente con Ippocrate che utilizzava un solo farmaco per ogni patologia perché secondo la sua filosofia in natura esiste un rimedio per ogni male. Questo medico cita il ricino come “purgante fastidioso” o la liquirizia nelle “infiammazioni di stoma-
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Le peculiarità delle piante o dei funghi sono state sempre sfruttate non soltanto dal lato puramente economico, alimentare o farmaceutico ma anche da quello antropologico con fini meramente speculativi accompagnati, per rafforzarne l’efficacia, da osservazioni favolose e spesso irreali. Ciò metteva i depositari della conoscenza, sciamani, sacerdoti etc. in uno stato di dominanza rispetto alla ignoranza della comunità. è Il caso dell’utilizzo della Amanita muscaria in Europa, dei funghi psiloci-
binici o del mescal nell’ America Centrale. Pensiamo all’importanza che ebbero i funghi nell’antichissima Grecia quando Perseo, trovandosi stanco ed assetato, si poté rifocillare con dell’acqua raccolta all’interno del cappello di un fungo; per questo motivo decise di fondare in quel posto una nuova città che chiamò Micene (μύκης mýkēs = fungo), dando vita alla splendida civiltà micenea. Lo studio dei funghi psilocibinici - ben conosciuti da diverse popolazioni per gli effetti psichedelici (delirio, allucinazioni visive e olfattive, stato onirico, depersonalizzazione, atteggiamento contemplativo, disposizione alla pace interiore) sul SNC delle sostanze che li compongono oltre alle ripercussioni sulle percezioni hanno effetti enteogenici con sensazioni di contatto profondo con la realtà interiore ed esterna - con l’approfondimento farmacologico ha portato all’isolamento di farmaci antidepressivi per il loro effetto serotinergico o contro la emicrania a grappolo.
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co” (ulcere???). Un convinto seguace di questa teoria fu Teofrato, considerato il Padre della Tassonomia Botanica, famoso per la suavità del suo eloquio (secondo Aristotele) che impiegava il gigaro contro l’asma, l’aloe per le ulcere della bocca, il colchico per mitigare i grossissimi dolori degli arti (gota???). Altro sostenitore di Ippocrate fu Aulo Cornelio Celso medico romano, autore De Artibus Medica ove vengono inserite anche le piante curative importate dalla Gallia quali il chelidonio per estinguere piaghe antiche, il vischio per il mal caduche e l’aconito come antinevralgico. Contrario alla Teoria di Ippocrate fu Galeno poichè ed utilizzava una mistura di principi attivi (preparazione galenica) ma costosissima e destinata ai ricchi al contrario delle formulazioni semplici. u Il pensiero orientale
Il Pen Tsao Kang Mu è certamente un testo importantissimo, una vera e propria farmacopea, perché fin dal 1596 a.C. vengono citante tante piante ascrivibili ancora oggi alla medicina cinese tra cui l’angelica, la bardana, il biancospino, il loto, il ginko e il rabarbaro (pianta sacra
ai mongoli) per regolarizzare le funzioni epatiche l’efedra per le De M Dioscorid patologie bronchiali e per ogni del quale… male del SNC. Antichissima ed raccolto anch’essa orientale è Medicina conosciu Ayverdica, ancora oggi molto Aniciae seguita. Si basa sui Vada o testi principes sacri e consta di oltre 2600 rimetrascrive di la maggior parte di natura fitoterapica, come la curcuma per disintossicare il fegato, l’incidenza bassa dei tumori del colon retto in India si pensa sia imputabile alla curcumina, la noce moscata è il rimedio per cento malattie, lo zenzero toglie il senso di nausea e vomito ed PedàniosSopra: Dioskourìdes (Anazarbe, circa 40 – 90 a.C.) una tavola dal allevia la tosse, il pepe stimola la digestioCodice di Giuliana Anicia, ne ed il metabolismo. edizione bizantina del L’Etnobotanica araba era imperniata su Dioscoride. A fianco: ricette di Pen Tsao Kang veri e propri erboristi dotati di una conMu, testo cslassico della creta conoscenza delle più comuni piante Medicina CInese medicinali, delle loro qualità curative e dei loro procedimenti di preparazione. Queste figura si incontrano tuttora nei suq delle città, un po’ come venditori di rimedi per tutti i mali, un po’ trafficanti delle più svariate cose, un po’ indovini ma un po’ alchimisti. Gli arabi introdussero un gran numero di rimedi naturali da (1596 a.C.) essi correntemente impiegati: la senna, la canfora, il muschio, la mirra, il tamarindo, la noce moscata, i chiodi di garofano, gli stessi arabi conoscevano gli effetti anestetici della Cannabis.
Pen t’sao kang mu
Da lla S c uola Salernitana alla ricerca moderna
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Per il rinascimento e lo sviluppo delle Arti della Salute, dopo l’oblio del crollo della cultura greca e romana, fu fondamentale la Scuola Medica Salernitana che rivitalizzò la tradizione ERBORISTERIA
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Shen Nung (Contadino D
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etnobotanica latina basandosi su quella oltre 1300 le piante conosciute e impieorientale. Nell’ Opus Pandectarum Medi- gate dalle tribù amazzoniche, basti ricorcinae scritto da Matteo Silvatico nel 1526 dare il curaro solo come esempio passato sulle erbe e sul loro utilizzo in campo e più recente l’acai una piccola bacca, medico, il 43% di citazioni è riferita a pian- quanto di meglio ci si possa aspettare da Plasmodium falciparum, is the worst terrorist in the world! te della tradizione araba, il 28% alla tradi- un nutraceutico: la più alta quantità di zione greca e il 24% alla tradizione latina. polifenoli antiossidanti, vitamine, mineArtemisia annua tea - a revolution in the history grassi of tropical medicine Tra queste Il gelsomino si cita per stimolarali, proteine vegetali, Omega 3, 6 re la psiche, Il pungitopo come diuretico e e 9, e steroli antinfiammatori. Each year 300 million people suffer from malaria, andabofavorire l’eliminazione del cloruri Dalla tradizionale etnobotanica degli between 1 and 3 million people die of malaria. The Con la scoperta delle Americhe giunge in rigeni australiani giunge molto imporrediscovery of the plant Artemisia annua is therefore a Europa il Codex Badianus un manoscritto tante e valido l’ Homalanthus nutans una matter of joy in the world of tropical medicine. azteco che descrive le proprietà medi- euforbiacea contenente prostratina, un Artemisinin, extracted from the plant, acts 10 to 100 cinali di varie erbe e piante usate dalle derivato del forbolo, attiva come antivitimes more quickly than all other known malaria popolazioni autoctone. Fu composto nel rale e antitumorale. Recenti riferimenti medicines. 1552 in lingua tlatelolco da Martín de sulla medila Cruz e poi tradotto in latino da Juan cina vietnaBadiano. In esso vengono citate le piante, mita e del gli utilizzi e le preparazioni per una serie Laos ci trainfinita di patologie. Così conoscemmo il s m e t t o n o Cacauaxochitll (o dolce cacao!) non solo una imporalimento degli dei ma anche farmaco tantissima atzeco tra i più importanti, il mais o ancor informaziomeglio la corteccia della china. ne dell’etNel 1568 Pier Andrea Mattioli, medico nomedicisenese, pubblicò un Erbario Figurato, un na locale: l’uso dell’artemisia annua, in trattato di Medicina Pratica, a testimo- associazione con altri principi naturali, per nianza del risveglio della cultura scienti- combattere il Plasmodium falciparum: is fica: il “Di Pedacio Dioscoride Anazarbeo the worst terrorist in the world! Libri cinque Della historia, et materia medi- Elementi etnobotanici possano estrapocinale tradotti in lingua volgare italiana larsi anche dal nostro teramplissimi discorsi, et comenti, et dottissi- ritorio nazionale come è Arzana me annotationi, et censure del medesimo successo con l’isolameninterprete” più comunemente conosciuto to dell’arzanolo e dei come i Discorsi di Pier Andrea Mattioli santinolidi una serie di Inda sull’opera di Dioscoride, medico greco derivati fluoroglucinoArzan (40-90 a.C.), tuttora di estrema validità. lici estratti dall’elicriso, Nell’ affannosa corsa verso nuove mole- pianta comune in Sarde…. cole di origine naturale l’ etnofarmacolo- gna ed utilizzata nell’etgia si rivolse con giustificata attenzione nomedicina di Arzana, antir a diverse etnie tra loro distanti non solo comune abbarbicato geograficamente ma per usi, costumi e sulle prime propaggini tradizioni. La medicina degli indiani ame- del Gennargentu, come In alto: il più promettente ricani ci regalò, tra l’altro, l’amamelide antinfiammator io ed antimalarico Artemisia annua. Arzanol, an anti-infla contro emorragie, diarrea, tumefazioni, antidolorifico. Lo stesso Qui sopra: Arzana, sulle pendici del Gennargentu:. infiammazioni o l’ echinacea come sti- effetto riscontrato nelle phloroglucinol alphamolante del sistema immunitario, piante prove in vitro e in vivo di questa cateitalicum ssp. microphyllum entrambe molto utilizzate dalla medicina goria di composti di estremo interesso Prod, 2007 ecclettica degli USA. farmacologico in fase di studio. L’aspetUna grande risorsa farmacologica ci giun- to moderno di una Scienza antica quale se dalla foresta amazzonica dove sono l’etnobotanica. n cultura - ERBORISTERIA
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fitocosmesi il libro Un volume che colma una lacuna nel panorama della pubblicistica tecnico-scientifica sulle piante officinali: un manuale di riferimento per tutte quelle persone che per ragioni di studio, professionali o anche per pura curiosità vogliono saperne di più e avere dati certi sull’impiego delle piante e dei loro derivati in cosmesi. Scritto con la passione, l’intelligenza e il mestiere di chi ha vissuto i cambiamenti dell’industria cosmetica e in particolare l’affermarsi di una tendenza, quella dell’applicazione di derivati naturali, in continua e dinamica trasformazione. Uno strumento di immediata utilità per tutti gli operatori e gli studiosi della piante medicinali e officinali, utile a tutti: al ricercatore e al tecnico formulatore, all’addetto alla produzione, all’imprenditore o al professionista a contatto con il pubblico, e al consumatore stesso.
di Paolo Poggi edizione a cura di ERBORISTERIA Formato 17x24, rilegatura cartonata.
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pagine544 Prezzo di copertina: € 60,00 Prezzo speciale abbonati: € 48,00 Contributo spese di spedizione: € 6,00 erboristeria domani Tel.+39 02 87063916 piazza Wagner 1, 20145 MILANO (I) - Tel. 024818684 - info@erboristeriadomani.it
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Dalle aziende
materie prime, specialità, principi attivi, formulazioni e processi industriali
Fosfolipide condizionante per capelli
Al recente in Cosmetic 2013 (Parigi), la Lucas Meyer (in Italia Caldic), ha presentato un condizionante per capelli a base naturale. Il prodotto, Phytenso™ (INCI = Phospholipids (and) Glycine Soya (Soyabean) oil), sfrutta le proprietà tipiche dei fosfolipidi che, come noto partecipano ad importanti funzioni biologiche, in particolare alla formazione di strutture, formando stati idrofobici e si ritrovano frequentemente interposti nel doppio strato proteico delle cellule. Il prodotto è da considerarsi un efficace ingrediente naturale da utilizzarsi in alternativa a più aggressivi relaxer di sintesi nel trattamento di capelli aridi, in disordine, intricati, non facilmente pettinabili, in quanto impartisce morbidezza e distendibilità. Rende così la chioma facilmente maneggiabile, pettinabile e pronta ad eventuali ulteriori trattamenti come colorazione. Il prodotto è certificato Ecocert.
Estratto da Agave attiva la sintesi dell’acido ialuronico
Agave angustifolia marginata
Pregiati burri naturali per cosmesi
Naturochim (in Italia LCM) ha recentemente immesso in mercato una interessante serie di lipidi naturali a consistenza burrosa ad elevato grado di purezza, indicati per utilizzazione in campo cosmetico e dermofarmaceutico. La denominazione della serie di oli è Premium organic… butter ove, ai puntini, si inserisce il nome dello specifico vegetale da cui il burro è ricavato, e cioè Cocco, Avocado e Albicocca. Si tratta di burri ottenuti da oli vegetali che mantengono al 100% il naturale originale contenuto attivo dell’olio di partenza tra cui, molto importante l’intera frazione dell’insaponificabile tipico degli oli trattati. I nuovi prodotti, incorporati in formula cosmetica impartisco protezione, morbidezza, e levigatezza alla pelle e sono dotati di buona
MERCATO - ERBORISTERIA
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Prohyal+® (INCI = Yeast extract) è un prodotto di derivazione naturale, ottenuto dalle foglie di un’agave messicana (Metschnikowia agaves), di recente inserimento sul mercato da parte di Silab (Fr). Il nuovo ingrediente è in grado di attivare l’espressione di ialuronan sintasi e quindi promuovere meccanismi naturali che favoriscono la produzione di acido ialuronico, indispensabile per il mantenimento del buon stato di idratazione della cute ma, che nell’organismo decresce con l’avanzare dell’età. Test in vitro hanno dimostrato che l’in-
grediente, in dosaggio d’uso del 2%, incrementa significativamente l’espressione di ialuronan-sintasi (di oltre il 600%) e la sintesi dell’acido ialuronico di oltre il 200%. È stata valutata in vivo l’efficacia di Prohyal+® in confronto con quella dell’acido ialuronico. Dopo 28 gg di applicazione (2 volte il giorno), rispetto al placebo l’ingrediente ha reso più morbida e liscia la pelle, riducendone i rilievi ed ha indotto una attenuazione del volume delle rughe di oltre il 14 % in almeno il 70% dei volontari. L’effetto dell’ingrediente attivo derivato dall’agave è risultato paragonabile a quello sviluppato da un trattamento con un preparato di confronto contenente 0,13% (come sostanza secca) di acido ialuronico. Il nuovo prodotto è quindi da ritenersi un valido ingrediente da incorporare in preparati idratanti, antiaging.
56 produzione ingredienti cosmetici
penetrazione. In ragione del loro debole e non sgradevole odore (cosa non sempre rilevabile quando si parla di lipidi vegetali) non interferiscono quindi sulla profumazione del preparato finito. I nuovi burri sono indicati per ogni genere di preparazione cosmetica, sia destinata al trattamento cutaneo, sia dei capelli.
Astringente, deodorante a base naturale
Di recente presentazione, da parte di Alban Muller, Amiderm EH (ICI = Glycerin (and) Water (and) Hamamelis virginiana bark/leaf extract (and) Quercus infectoria gall extract (and) arginine (and) leucine). Si tratta di un ingrediente il cui effetto a fini cosmetici si basa sul potere astringente dei tannini contenuti negli estratti di Hamamelis e nella Quercia tintoria, loro principali componenti. Il prodotto esercita un’azione anti-ureasi che previene la degradazione dell’urea in ammoniaca, il tipico odore fastidioso quando si suda, stabilizzando il pH naturale della pelle e mantenendone quindi protezione contro irritazione e sviluppo di cattivi odori. La funzione del prodotto si esplica su pelli soggette a forte sudorazione, specie sviluppabile in zone umide del corpo, per cui è indicato nella realizzazione di cosmetici per l’igiene della persona, quali deodoranti, prodotti per il bambino, prodotti per igiene intima.
Nuovo attivo antiaging di origine marina
Di recente immissione in mercato, da parte di Lipotec, un nuovo ingrediente di origine marina, nome commerciale Seacode™, ottenuto con processo biotecnologico, che viene presentato come efficace agente anti-rughe. Secondo test in vitro, il prodotto è in grado di attivare la sintesi di proteine dermiche essenziali, quali il collagene-1 e quindi contribuire a migliorare le proprietà della struttura cutanea, la cui deteriorazione con l’avanzare dell’età lascia visibili segni come perdita di elasticità e tono e comparsa di rughe.
Il nuovo ingrediente attivo di origine marina, ottenuto tramite bioprocesso, contiene sostanze polimeriche extracellulari da Pseudoalteromonas bacteria. Batteri, alghe e funghi che popolano l’estremo ecosistema marino presentano, in responso a stress ambientali, una potenziale attività di sintetizzare e secernere numerosi prodotti funzionali, complesse biomolecole la cui disponibilità oggi resa possibile da avanzati processi biotecnologici ne consente l’impiego a livello industriale, impiego che si è rivelato di interesse anche in applicazioni in campo cosmetico. Test di efficacia antirughe dell’ingrediente hanno mostrato che una crema contenente un 2% di sostanza attiva è in grado di ridurre le rughe di circa il 16% ed il 25% rispettivamente dopo 1 e 4 settimane di applicazione.
Polifenoli della quercitina antiossidanti
Tra i vari nuovi principi attivi presentati da Solabia (in Italia, Variati), a ‘in Cosmetics 2013, da menzionare Resistress® , un complesso biobotanico costituito da derivati polimerizzati di quercetina. La quercetina (3,5,7,3’,4’- pentadiidrossiflavone) è uno dei più noti e diffusi flavonoidi reperibili in natura ed utilizzati in farmacologia e cosmesi. è dotato di marcate proprietà antiossidanti ed antinfiammatorie. Il nuovo prodotto, che si basa sulle funzioni di questo ingrediente naturale, rappresenta un valido ausilio alla cute per resistere a stress ossidativi e responsi infiammatori. Considerando che i polifenoli sono principalmente usati per le loro proprietà antiossidanti ma, nel contempo, scarsamente considerati per la loro capacità di stimolare markers biologici, la compagnia francese ha sviluppato una biocatalisi enzimatica trasformando i polifenoli in un unico nuovo complesso di ‘derivati della quercetina polimerizzati’. Il nuovo preparato si è rivelato efficace (test in vivo) nello stimolare la comunicazione cellulare e l’attività di cheratinociti e fibroblasti ai fini della rigenerazione degli strati superficiali cutanei.
Proteina vegetale protegge i capelli
I capelli, sottoposti giornalmente a stress ambientali, oltre che a trattamenti condizionanti chimici e meccanici, si danneggiano, diventano secchi, aridi. Tri-K (in Italia A-Erre & Co), suggerisce un suo nuovo prodotto quale valido ausilio al fine di riparare capelli danneggiati e restituire loro forza e resistenza. Il prodotto suggerito è Quinoa Pro EX (INCI = Hydrolized Quinoa). Si tratta di un idrolizzato da proteina estratta da Chenopodium quinoa, un’erbacea della famiglia delle Chenopodiaceae, la stessa cui appartengono lo spinacio e la barbabietola. È una pianta nota per le sue marcate proprietà nutrizionali (proteine, sali minerali, fibre solubili). Il derivato proteico, filmando sui capelli, agisce da ritentivo di umidità e offre il suo contenuto in aminoacidi a fini riparativi di danni sullo stelo nel quale penetrano, agendo quindi anche in profondità. La funzione penetrante nello stelo dei capelli dell’ingrediente è stata valutata con microscopio a fluorescenza il quale ha rilevato la presenza di AA nell’interno dello stelo, sotto la corteccia. Su capelli trattati con l’idrolizzato, si è potuto riscontrare anche una migliorata e prolungata ritenzione del colore. n
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