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22 MAGGIO 2009 N°1
benvenuto TERNIMAGAZINE! pag 6 il fatto:
pag 8/9 politica:
pag 10 commercio:
pag 17 l’inchiesta:
Quando la terra trema
Egemonia politica...
Subito un nuovo piano
Traffico al capolinea
WEB&BOOKS Srl 05100 Terni via C. Guglielmi 27 tel 0744 404111 webbusiness@virgilio.it www.editweb.info
3 Editoriale editoriale
Nasce:
“ TERNIMAGAZINE Alla ricerca della vera identità del comprensorio ternano, in tutte le sue espressioni
T
erni, città dalle molteplici tradizioni economiche, culturali, sociali, sportive, associative, di aggregazione, oltre che politiche, ha sempre “sofferto” un rapporto di “sudditanza” e “inferiorità nel contesto degli organi di informazione, soprattutto per quanto riguarda la carta stampata. In merito ai quotidiani, e ad altri fogli di natura “pseudoculturale” lo spazio dedicato a Terni e ai ternani è sempre molto ridotto e condizionato da scelte che si operano altrove: Firenze, Roma, Perugia, e magari a pagina 34-35, a volte poco spazio, contraddistinto dalla scarsa attenzione ai problemi più urgenti e comunque alla peculiarità del ternano, della sua tradizione, delle sue radici, della sua identità, alla vita tanto dinamica della città, nelle molteplici attività culturali, di svago, di arte, sport, spettacolo e nelle caratteristiche dei personaggi più popolari la cui storia e i cui profili sfuggono ai più. Problemi sentiti dai ter-
la Stoccata
nani, come il traffico, i parcheggi, la salute, l’ambiente, il mondo del lavoro, il commercio, l’industria, lo sviluppo economico, le infrastrutture e le grandi opere, l’Università, la casa, la scuola, spesso vengono messi da una parte e assistiamo alla solita grigia passerella di soggetti, sempre quelli, ad articoli che sembrano a volte essere più collegati a giochi di potere e di palazzo, ai vari interessi di bottega, che non al vero humus del ternano. Stancamente talvolta si alternano veline a solite, periodiche minestre riscaldate. Ma soprattutto vi è scarsa presenza di “giornalismo investigativo”. Terni Magazine, è invece un periodico fatto da ternani per i ternani che capillarmente, dalle scuole agli ospedali, dalle fabbriche alle parrocchie, dalle associazioni, al mondo dello sport a tutte le forme di espressione vive nei territori dei popolosi quartieri, informerà i cittadini su questo cuore che batte, condividendo preoccupazioni e momenti di gioia, spensieratezza, e problemi concreti di ogni giorno. Non mancheranno gli approfondimenti sui principali fatti di cronaca. Informando, denunciando abusi e prevaricazioni, proponendo, dando voce, foto-
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...non si sa più distinguere in un foglio di carta come si valuta una notizia, balzando di palo in frasca, con una disinvoltura, che fa davvero venir la nostalgia di quelle lunghe partite a biliardo trascorse nei fumosi bar di quartiere Italia, Borgo Bovio, Quartiere Polymer, Piazza della Repubblica. Il tal circolo. Palle rosse, verdi e gialle che senza apparente senso girano all’ipazzata. “Dalle palle vaganti di ogni tipo e ideale, libera Nos Domine”, cantava nei lontani anni settanta il “vate” di Pavana. Una preghiera laica, che pochi hanno accolto. Che la notizia torni ad essere notizia...
grafando, analizzando, approfondendo. E offrendo tutta una serie di rubriche ricche di appuntamenti, eventi, spettacoli, mostre, musei, mercati, sagre, feste, con un occhio attento alle varie etnie. Terni magazine, pubblicato dalla dinamica nuova casa editrice ternana Web & Books, è guidato da un professionista che rappresenta più di ogni altro la storia del giornalismo ternano: Giancarlo Padula, Premio Astro Nascente in qualità di scrittore con all’attivo una trentina di opere. Redattore di Paese Sera, tra i fondatori di Radio Galileo, nel nucleo fondatore de Il Corriere dell’Umbria di cui diventò capo cronaca, fondatore de La Gazzetta di Macerata, poi nel gruppo Espresso- La Repubblica. E’ con lui una squadra di giovani giornalisti e aspiranti giornalisti alcuni dei quali provenienti da uno stage durato 6 mesi, dinamici, giovani, intraprendenti, puntuali, che “sanno stare sulla notizia” . Terni magazine viene distribuito gratuitamente nelle edicole accompagnato da una locandina, in tutti i punti vendita dei giornali e laddove maggiormente si incontrano le persone, bar, pub, librerie, posti ristoro ecc. E’ caratterizzato da una grafica moderna e accattivante, fresca e innovativa, in una dimensione a portata di tutti e con un corpo tipografico leggibile da tutti. A Terni magazine, il giornale che “non si vende”, una sola cosa starà sempre a cuore: Terni e i ternani. Le loro giuste aspirazioni, la voglia di riscatto e di identità, una Terni capace di imbastire e programmare il proprio futuro fuori dalle solite logiche di potere e dalle sudditanze storiche.
TERNI MAGAZINE
Web&Books
10/10/2009
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posta
Lettere al Direttore Giovanni da Terni Gentile direttore, ho 53 anni e sono un impiegato dell'Agenzia delle Entrate. In primo luogo vorrei complimentarmi con il vostro giornale. Mi sembra una voce fuori dal coro. I problemi della città vengono affrontati solo quando proprio non si possono evitare perché accade qualcosa di clamoroso, ad esempio l'ambiente e l'inchiesta giudiziari sull'inceneritore dell'Asm. Mi auguro invece che voi sappiate affrontarli nella loro complessità, approfondendo, considerando aspetti generalmente trascurati e così via. In particolare, mi meraviglia l'unanime consenso al sistema di videosorve-
glianza in via di realizzazione. Certo, a tutti piacerebbe una maggior sicurezza contro la piccola criminalità, che però a Terni non è poi così preoccupante, ma, al di là della spesa non irrilevante, io avverto una sorta di depistaggio dell'attenzione: la nostra sicurezza non è minacciata dai piccoli delinquenti, bensì dal drammatico impoverimento delle famiglie, dalla disoccupazione, dallo sfaldamento dei servizi pubblici, dalla sanità alla scuola, da una disgregazione sociale che non sappiamo a che punto arriverà. C'è poi un altro aspetto che in tutto il mondo industrializzato viene dibattuto e qui allegramente taciuto: il pericolo di un controllo sociale sempre più intrusivo, che già si avvale di una panoplia di strumenti, dalle intercettazioni telefoniche al monitoraggio della navigazione in rete, dall'integrazione degli archivi informatici dei nostri dati alla tracciabilità dei consumi attraverso le carte di credito.
Antonio da Terni
Adriana da Terni
Caro direttore, non c’è scampo. Ovunque si osservano i manifesti della pubblicità elettorale. Chiedo a lei che utilità hanno i manifesti affissi ai muri, quando si è in odore di elezioni, con le facce gagliarde e toste dei candidati da votare e quegli insulsi slogan elettorali dove fortunatamente viene omesso il copywriter. La fantasia risulta essere latitante. Dall’aprile del 1948 votiamo per il nostro Parlamento, per i nostri politici, e i nostri muri pullulano di frasi fatte. Mi affaccio dalla finestra e vedo una distesa di facce. Inoltre se questa è “Comunicazione visiva” a mio parere essa appare veramente scadente. Le facce ieri erano diverse, meno rassicuranti. A me quei manifesti fanno l’effetto contrario, mi inibiscono e mi viene in mente Totò e il suo: “VOTA ANTONIO” ripetuto come un disco rotto.
Gentile direttore, vorrei innanzi tutto complimentarmi per la vostra bella iniziativa editoriale, a Terni c’era proprio bisogno di una ventata d’aria nuova, i problemi della città sono tanti e risaputi da tutti i cittadini, primo fra tutti quello della salute. Le polveri, l’inquinamento, ma anche sul fronte dell’assistenza sanitaria non è che le cose vadano meglio. Lunghissime file d’attesa per sottoporsi ad esami che invece hanno carattere d’urgenza, come gli “elettrocardiogrammi da sforzo”, una frantumazione degli uffici e delle prestazioni, tra la struttura ospedaliera di Terni, gli ambulatori di via Bramante, la struttura ospedaliera di Amelia, compresi gli uffici amministrativi. E tutto ciò a causa delle politiche clientelari degli strapoteri che hanno governato l’Umbria dal dopoguerra ad oggi. Non parliamo poi delle opportunità lavorative.
Scrivete le vostre mail a: posta.ternimagazine@gmail.com
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L‘ D
Non siamo in “vendita”
a quando nel 1964 negli Stati Uniti è diventato un vero e proprio genere, il giornalismo investigativo si caratterizza per l’accuratezza della verifica delle fonti e per la capacità di svelare, circostanze ignote all’opinione pubblica e, talvolta agli stessi poteri pubblici. Cosa significa giornalismo investigativo: “Indagine del reale, pubblico svelamento dei nessi causa-effetto, individuazione degli attori della vicenda umana e delle intenzioni o delle circostanze che ne hanno sollecitato le mosse. Che è poi ciò che attribuisce al giornalismo la sua imprescindibile funzione democratica di controllo e bilanciamento del potere, sia questo pubblico o privato, religioso o laico e quali ne siano gli attributi: il diritto-dovere di informare correttamente e compiutamente l’opinione pubblica, perchè questa possa altrettanto compiutamente assumere le proprie scelte disponendo di tutte le coordinate del discorso pubblico”. Tollerato e disinnescato dal neo conformismo, di un modo di intendere la professione in cui latitano il coraggio o la voglia di dettare la propria agenda e in cui l’informazione scolora e si avvilisce in comunicazione. Il giornalismo investigativo è il guardiano del potere, l’esatto opposto di ciò che si verifica a Terni, e dunque di denuncia dei suoi abusi, di indagine penetrante dei suoi meccanismi (etimologicamente, il termine inglese scoop evoca l’atto dello scavo). Il giornalismo investigativo è quello capace di scavare e documentare, autonomamente, circostanze sino a quel momento del tutto ignorate dall’opinione pubblica, e talvolta agli stessi poteri pubblici. E’ un giornalismo che deve necessariamente essere governato soltanto dall’accertamento autonomo dei fatti, quali che siano le conclusioni cui portano, libero dal pregiudizio e soprattutto da due zavorre: il tempo e il risultato. Il cronista investigativo è nella fase iniziale una “rete a strascio”., G. Pa
TERNI MAGAZINE
10/10/2009
TERNI MAGAZINE
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Sommario
in questo numero
3 4 6-7 8-9 10 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22/23 24 25 26 27 28 29 30 31 32
Editoriale Lettere al Direttore Il Fatto Politica Industria&Commercio Economia&Lavoro L’ intervista Finestra sul cortile Salute&Ambiente L’ inchiesta Associazioni Terni dimenticata Attualità Etnie Cultura Viaggi Tempo libero Terni magazine Tradizioni Benessere Occhio sulla Capitale Dove, come, quando L’ evento Sport
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il fatto
Quando la terra trema Le terribli scosse all’Aquila raccontate da Roberto Bordoni giornalista on the road
R
oberto Bordoni, è un operatore dell’informazione ternano, da anni impegnato nel giornalismo televisivo con la SNAP che ha sede presso il Centro multimediale della città, nelle ex Officine Bosco. E’ stato uno dei primi giornalisti che è giunto nelle zone dell’Aquila colpite dal disastroso terremoto. Questa la sua drammatica testimonianza. “Conosco il terremoto e con gli anni ho imparato, per quanto possibile, a farci i conti. Ma quella scossa delle 3 e 32 del 6 aprile mi era sembrata fin troppo strana e inquietante. La lunga onda sussultoria era così simile ai ripetuti movimenti del 1997 in Umbria. Veniva da lontano, insomma. Su Internet il primo lancio d’agenzia lo leggo dopo 10 minuti e arriva dagli USA: parla di 6,8 della scala Richter, 80 km a nord di Roma. Penso subito all’Aquila per via dello sciame che la affligge da mesi. Telefono a Paolo, un mio caro amico e collega che abita lì, anche se ora risiede a Roma. Mi dice che i suoi sono fuori casa e hanno notizie di crolli nel centro storico. Niente di più. Chiamo amici e colleghi di Rieti, di Roma, di Chieti. Lì c’è solo tanta paura e gente in strada. Risento Paolo e mi dice che a l’Aquila il traffico è impazzito. Ormai è chiaro che il terremoto ha colpito duro proprio lì. Alle quattro e mezzo metto in allerta le mie troupe, 3 per il momento. 10 minuti dopo sono tutte già partite per l’Abruzzo. Le notizie, frammentarie, dei primi morti si hanno verso le 5: quattro all’Aquila, due a Onna, uno a San Demetrio. A quel punto comincio a pensare che sotto le macerie ce ne saranno centinaia. E purtroppo è andata così. Alle 7,30 parto anche io. Alle 9,00, mentre lo scenario descritto dalle radio e delle tv comincia ad essere di devastante distruzione, giungo a piazza d’Armi, ai piedi della salita che porta in via XX settembre e al centro storico. I Carabinieri bloccano quell’accesso; le ambu-
lanze passano a centinaia e il suono lancinante delle loro sirene è il terribile segnale della tragedia che l’Aquila sta vivendo. Lavoro con i ragazzi al seguito di Mediaset. Il Tribunale è lì davanti e sembra un gigante ferito a morte; le mura storiche e una bella palazzina ottocentesca che mi stanno a non più di 20 metri sembrano dover cadere da un momento all’altro. Le scosse continuano, una al minuto, qualcuna è forte perché l’asfalto ti fa ballare le gambe; sono al lavoro e per questo, forse, ci faccio meno caso. Dal centro, centinaia di persone, giovani, anziani, famiglie intere, scendono con valigie e sacchi piene di vestiti. Auto semidistrutte da cornicioni e calcinacci, eppur funzionanti, sfrecciano in strada come se non fosse rimasto altro da fare che fuggire lontano. Il pomeriggio arriva anche un acquazzone. Un’ora di pioggia battente. Come se anche il cielo volesse piangere assieme alla gente de l’Aquila. Poco dopo le 23,00 alle 1 e 15, tre scosse fortissime. Alle 3,00 finisco di lavorare e vado a dormire in macchina. Alle 9,00 di nuovo al lavoro. Non mi muovo da via XX Settembre, dove si scava tra le macerie di una palazzina completamente crollata e dalla disgraziata Casa dello Studente che si trova a poche centinaia di metri e che è già la tomba di nove giovani studenti universitari. Siamo a pochi metri da un grosso edificio degli anni ’50, gravemente lesionato. Alle 19 e 45 arriva la scossa più violenta dopo quella distruttiva del giorno prima. 5,3 Richter: dura una vita, il palazzo che ho di fronte cigola e perde ancora pezzi…sento che sta per crollare. Poi tutto si ferma. Un silenzio innaturale ci circonda prima che il nuovo e straziante andirivieni di sirene riprenda il vigore del giorno precedente. La stazione ferroviaria è venuta giù, al centro nuovi crolli. Si parla di altre due vittime ma arriva la smentita. Solo qualche giorno
dopo ho saputo che invece era vero: due donne erano andate a cercare di recuperare qualcosa tra le macerie di casa. La scossa del giorno dopo le ha uccise. All’Aquila sono rimasto per i successivi 15 giorni da quel tragico 6 aprile. Ho dormito in albergo e mangiato al ristorante, anche se le giornate di lavoro sono state lunghe e spesso incessanti. Non ero un terremotato, insomma, anche se tutto dentro
Senza versare una lacrima, con una lucidità impressionante ci ha detto che forse sarebbe stato meglio che sotto alle macerie di casa ci fosse rimasto. La gente de l’Aquila è di pelle dura, montanara, temprata dal freddo e dalla sua stessa storia; ce la farà a superare la tragedia, anche se non è facile dire quando e come. Non sarà facile rimettere in piedi quello straordinario centro storico che conosco bene per
al terremoto. Un conto è vederlo, un conto è viverlo. Un conto impressionarsi delle macerie, un conto sapere che quelle, solo pochi giorni prima, erano la tua casa e che là sotto, se proprio doveva andare peggio di così, ci hai perso un parente, un amico, la fidanzata. Ho incontrato un vecchio di 78 anni che viveva da solo ed era felice ma che dal 6 aprile aveva perduto tutto. Cercava qualcuno che gli desse un paio di mutande di lana, quelle lunghe, perché nella tendopoli le coperte non riuscivano a proteggerlo dal freddo. Non le aveva trovate ed era disperato. Ho pensato a quel proverbio che dice di chi rimane in braghe di tela. Quel poveraccio non aveva più neanche quelle.
averlo vissuto e percorso per quindici lunghe serate d’agosto di dieci anni fa, in occasione di un’altra esperienza professionale. La sensazione che lì è tutto da rifare: buttare via quello che è rimasto, cercare di salvare solo il necessario, l’indispensabile, e poi ricostruire tutto daccapo. Almeno sui tempi, non c’è da essere così ottimisti come qualcuno vorrebbe far credere. E poi l’economia, l’università. Come potranno rimettersi in moto in tempi accettabili? Ce la faranno, certo che ce la faranno. Ma nessuno può dire quando potranno asciugarsi la fronte dal sudore e cominciare a srotolare le maniche delle loro camicie. R. B.
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15/05/2009
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Per non
dimenticare Il ricordo del cronista, a 30 anni dal terremoto in Valnerina
Norcia 3 dicembre 1980. Lascio il comune dietro alle mie spalle e raggiungo a Norcia il primo nucleo di prefabbricati dove è stato anche allestito il centro di coordinamento della Regione. Qui tutta la gente si prepara ad affrontare un altro inverno, a circa due anni di distanza dal terribile terremoto del 1979. Rispetto ad allora ci sono i prefabbricati. E la storia si è ripetuta mercoledì 22 Aprile, una scossa di magnitudo 3.6 alle 14.32, danni fortunatamente solo a cose. Una giovane donna mi fa entrare: “Nel vedere le immagini in televisione del sisma che ha colpito l’Irpinia (23 novembre 1980)”, racconta Fiorella Passarini, “mi sono passati i brividi per tutto il corpo: ho ripensato a quella notte qui in Valnerina. Sono rimasta scioccata. Man mano che vedo queste immagini ripenso a quella notte: dormivo, il boato mi ha svegliata, come in un incubo. Non mi rendevo conto di cosa stesse succedendo: mille pensieri mi si sono accavallati nella mente, in quei momenti il primo pensiero che viene in mente è che è finita. Un gruppetto di persone fuori dall’uscio del prefabbricato sta tagliando legna per riscaldarsi. Bianca Massarini, una donna anziana, è la prima a parlare: “Io abitavo a Case Sparse, il terremoto ha distrutto tutto, quando ho visto quella povera gente del Sud mi ha preso un blocco allo stomaco”: “Per me anche qui non è finita, interviene Massimo Belli che sta tagliando la legna. Ricorda di quando lui, in piena notte colto dal terremoto era fuggito seminudo nella campagna mentre la casa dove abitava gli crollava alle spalle. Roberto Cocciarelli è un giovane, vive con la moglie in un altro prefabbricato: “Quello che abbiamo provato noi è niente al confronto di quel che è successo al Sud. Ricordo però con terrore quella notte qui in Valnerina, io e mia moglie aiutammo due persone anziane che
abitavano sotto a noi a fuggire: in strada accendemmo un fuoco. Stiamo piangendo per quel che è successo in Campania e Basilicata. Io ricordo che una sera pioveva, eravamo in trenta sotto un tendone, quella povera gente ora dovrà arrangiarsi fin quando avrà modo di ripararsi come si deve”. Giovanni Ricci, sta ancora aggiustando qualche mobile che è riuscito a mettere in salvo quella notte del terremoto. “io sono invalido, quando la terra ha tremato sono stato l’ultimo a fuggire per colpa di questo piede che non funziona”. Dai comignoli dei prefabbricati esce il fumo delle stufe accese: non c’e anima viva in giro. Provo a bussare a qualche uscio. Esce una donna molto anziana, Olivia Grandolini, indossa uno scialle sulle spalle: “Sono tre mesi che mi è morto il marito. Quella notte eravamo a letto, ci alzammo di corsa e proprio in quel momento una valanga di calcinacci cadde sul letto, facemmo appena in tempo. Dentro queste baracche si crepa di caldo e d’inverno si gela, anche se ci sono le stufe, dice Aldo Frascetti”. Raggiungo San Marco, un’altro de centri colpiti dal sisma del 1979. Sulla strada tortuosa che conduce al paese si sta abbattendo una tormenta di neve. Raggiungo il piccolo agglomerato di prefabbricati. Il paesaggio tutt’intorno è irreale, Poco più in alto in un paesetto abbarbicato alla montagna, semidistrutto, tra il vento e la neve sembra un fantasma. Non c’e’ anima viva, qui a mille metri d’altezza, poi compare una giovane donna, Piera. “A San Marco il terremoto del ’79 ha fatto tre morti, sono stati momenti terribili. Ricordo che eravamo andati a letto da poco. Io mi sono alzata di corsa, ho chiamato i miei vicini di casa, ma non risposero, erano morti, gli era caduta addosso una parete. Qui ci stiamo preparando ad un secondo inverno da baraccati. G.Pa.
Il piano di emergenza
per Terni
Il Prefetto concorre, insieme alle diverse componenti del Servizio nazionale di protezione civile e in raccordo con il Dipartimento della protezione civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri, ad assicurare la tutela della integrità della vita, dei beni, degli insediamenti e dell'ambiente dai danni o dal pericolo di danni derivanti da calamità naturali. Al verificarsi di un evento, più o meno grave, il Prefetto garantisce il tempestivo avvio dei primi soccorsi, adottando i provvedimenti urgenti ed assicurando l'impiego delle forze operative per la gestione dell'emergenza, con particolare riguardo ai vigili del fuoco e alle forze dell'ordine. Quando la situazione è più complessa e richiede interventi coordinati delle diverse componenti del sistema di protezione civile, a livello provinciale viene attivato, presso la Prefettura-U.T.G., un "Centro di coordinamento dei soccorsi" (CCS), quale struttura provvisoria per il tempo dell'emergenza, con funzioni di raccordo ed armonizzazione delle misure che fanno capo ad amministrazioni ed enti diversi. In relazione alle esigenze concrete, sempre con finalità gestionali, il Prefetto può anche attivare uno o più "Centri operativi misti" (COM), di livello comunale o intercomunale. Per la gestione dell'evento, in Prefettura si attiva anche una sala operativa dove affluiscono tutti i dati e le informazioni relative all'evento calamitoso. I cittadini possono contribuire segnalando le notizie di cui sono a conoscenza. Secondo il principio della leale collaborazione e considerato che gli interventi di protezione civile richiedono l'apporto di diverse componenti, di livello statale, regionale, provinciale, comunale ed anche dei privati, il Prefetto svolge un fondamentale "ruolo di cerniera", con funzioni di impulso e di garanzia della presenza dello Stato sul territorio. La Prefettura U.T.G. esercita anche funzioni in materia di difesa civile. Quest'ultima, con la difesa militare, è parte integrante della difesa nazionale e consiste nell'insieme delle attività civili svolte dalle pubbliche Amministrazioni e dagli Enti, istituzioni e organizzazioni anche private, al fine di salvaguardare la sicurezza dello Stato e l'incolumità dei cittadini, di tutelare i beni e assicurare le capacità di sopravvivenza economica, produttiva e logistica della Nazione, in occasione di una grave crisi interna o internazionale, anche causata da attacchi terroristici. Per la gestione delle situazioni emergenziali, il Prefetto elabora piani provinciali di difesa civile e si avvale dell'attività della sala operativa costituita presso la Prefettura-UTG. La difesa civile persegue, altresì, lo scopo di assicurare i contributi che le Amministrazioni civili possono essere chiamate a prestare in occasione di cooperazione per la gestione delle crisi internazionali, nell'ottica della sicurezza e della stabilità internazionale. Il Prefetto svolge anche un'altra importante funzione in materia di sicurezza civile: il disinnesco degli ordigni bellici rinvenuti sul territorio provinciale. In tale ambito, con il concorso tecnico-operativo del Ministero della Difesa, attiva gli interventi specialistici ed adotta ogni provvedimento idoneo ad assicurare la salvaguardia e l'assistenza della popolazione. Tra i compiti operativi della Prefettura U.T.G. figura inoltre il trasporto aereo urgente degli ammalati gravi o delle persone da sottoporre a trapianto. Il Prefetto, infine, predispone i piani di emergenza esterna per le industrie a rischio di incidente rilevante e quelli per la messa in sicurezza di siti nucleari.
TERNI MAGAZINE
15/05/2009
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POLITICA
Egemonia politica Com’è cambiata la fisionomia di chi ha governato la città.
B
isogna augurarsi che il prezioso tessuto della società civile ternana riesca a collaborare con una nuova leva di amministratori sia per tamponare le continue e sempre pù frequenti emergenze sia per misurarsi incisivamente con questioni da tempo in itinere ma ancora lontane dalla soluzione: il rilancio della produttività del territorio, la rivitalizzazione del compendio Bosco, la realizzazione delle piattaforme logistiche e di un centro plurifunzionale per sottrarre alla gomma la maggior parte del trasporto merci, il completamento della Orte-Civitavecchia, il recupero del progetto di superstrada Terni-Passo Corese e una vera rivitalizzazione del polo universitario, integrato con il tessuto economico locale. Un vigoroso colpo di reni è a portata di mano, ma non più rimandabile. Dalla Liberazione all'autunno del '92 Terni è stata ininterrottamente amministrata dalle sinistre, con un ampio consenso e una sostanziale sintonia con la popolazione. I dissensi erano stati soltanto due. All'inizio degli anni settanta la resistenza degli abitanti del vecchio quartiere Matteotti verso il trasferimento nel nuovo complesso, che ormai compare come esempio di architettura contemporanea in tutti i manuali. Ma la gente, per lo più famiglie di operai e pensionati delle acciaierie, abituate ad avere intorno piccoli orti, in linea con le origini contadine, visse la vicenda come una deportazione. Tra la fine degli anni settanta e i primi anni ottanta ci fu invece un lungo conflitto con aggregazioni giovanili che rivendicavano spazi autogestiti per svolgere attività culturali e sociali. Occuparono ripetutamente l'ex Palazzo della Sanità, ribattezzandolo "Palazzo Primavera". Nome poi ripreso dall'amministrazione comunale, beffardamente, perché all'epoca rispose con sgomberi senza tanti complimenti. Alessandro, uno degli occupanti, pensa oggi che "quella linea di
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chiusura corrispondeva all'indifferenza per le condizioni di vita di fasce giovanili che cominciavano ad essere penalizzate dalla crisi della grande industria e dalla precarietà del lavoro". Nel '77 il loro malessere cominciò a manifestarsi con la diffusione di massa delle tossicodipendenze da eroina. In precedenza il consumo di sostanze psicotrope era stato sporadico e limitato a ristrette cerchie di giovani che viaggiavano, ascoltavano musica inglese e si interessavano delle culture alternative d'oltre
poltica e portarono al primo divorzio tra la città e le giunte di sinistra. Nelle elezioni amministrative del '93 venne infatti eletto sindaco Gianfranco Ciaurro, a capo di una maggioranza di centro-destra. Le giunte Ciaurro non brillarono e nel '99, prima della fine del mandato e principalmente a causa della litigiosità interna, lasciarono il posto a Paolo Raffaelli. Ma la riconquista di Palazzo Spada non fu facile e richiese il sacrificio di un seggio alla Camera dei Deputati. Non c'erano proprio altri nomi spendibili. "Raffaelli partì bene - prosegue
Nelle elezioni amministrative del '93 venne infatti eletto sindaco Gianfranco Ciaurro, a capo di una maggioranza di centro-destra. Le giunte Ciaurro non brillarono e nel '99, prima della fine del mandato e principalmente a causa della litigiosità interna, lasciarono il posto a Paolo Raffaelli. Ma la riconquista di Palazzo Spada non fu facile e richiese il sacrificio di un seggio alla Camera dei Deputati. Non c'erano proprio altri nomi spendibili. oceano, a cominciare dalle produzioni della Beat generation. Comunque non si trattò di una parentesi episodica ma del primo rivelarsi di uno scollamento tra i partiti storici del movimento operaio e la loro tradizionale base di massa, che si aggravò durante gli anni ottanta fino ad esplodere nella tangentopoli locale nell'autunno del '92. "A quel punto - constata Carlo, insegnante di filosofia in pensione - emerse fragorosamente ciò che i comuni cittadini già percepivano da tempo: politici ed amministratori si occupavano, anche commettendo gravi reati, della propria carriera e di spartire prebende, assicurandosi la rielezione con uno sfrontato uso del clientelismo". Le inchieste giudiziarie e i relativi arresti dei personaggi pubblici più in vista spazzarono via un'intera generazione di classe
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Carlo - suscitando nuove speranze che negli anni successivi furono in gran parte deluse". Luigi, un operaio delle acciaierie in pensione e militante della CGIL deluso, non risparmia le critiche. "Innanzitutto c'è ormai una distanza siderale dai cittadini. Parlare con il sindaco è letteralmente impossibile, ma è difficile ottenere anche un colloquio da un assessore e comunque con una lista d'attesa molto lunga. Poi devo dire che, in questi anni di ridimensionamento della base occupazionale delle acciaierie ma anche delle industrie chimiche e oggi con i primi morsi della crisi, le istituzioni locali non hanno per nulla rappresentato una sponda per la popolazione in difficoltà, come mi sarei aspettato. Ti dirò che si danno molto più da fare la Chiesa e la Caritas. E bada che non sono un credente". Giuliano, impiegato delle poste,
porta il discorso sull'ambiente e ricorda "la figuraccia fatta con la vicenda dell'inceneritore dell'ASM. E' venuta fuori una grande mancanza di rispetto per la salute dei cittadini e dei lavoratori. Addirittura uno scioccante disprezzo per la loro vita. Pensa, con una modesta spesa si sarebbero potute realizzare soluzioni di protezione e invece quei poveri diavoli hanno dovuto lavorare per anni a contatto con le polveri di risulta dell'incenerimento, riempiendo con le mani dei semplici sacchi, così... come se fosse stata farina di grano in un forno. Altro capitolo dolente è il disinteresse per le periferie: bisogna aspettare mesi per sostituire una lampada o riparare una buca, e ci si riesce dovendo ricorrere a qualche conoscenza. Guarda come sono ridotte le strade dei quartieri!". Laura, impiegata al Catasto, se la prende con il nepotismo. Anche nel suo stesso partito ci sono stati i mal di pancia, sono occorse molte votazioni perché non si riusciva a raggiungere la maggioranza... E ancora, non credo che siano infondate le voci secondo cui in molte delle direzioni in cui si articola l'amministrazione si trovino i figli dei dirigenti per il personale. Stesso andazzo per le profumate consulenze, quasi sempre superflue dato che ci sono già tra i dipendenti le professionalità per svolgere quei compiti. Insomma si può legittimamente parlare di parentopoli"? Credo proprio di sì. Anche Paola, che gestisce un chiosco di souvenir alla cascata delle Marmore, ha da lamentarsi. "Ci hanno sloggiato dal piazzale e trasferito in questa struttura che chiamiamo il cimitero. Non è vero che sembra un cimitero? Inoltre non si è tenuta in nessun conto la scomodità per i turisti e gli affari sono molto diminuiti. Come se non bastasse, questi box lasciano filtrare l'acqua dal tetto e dalle pareti. Davvero è poco piacevole, specie in inverno! Gli amministratori non hanno mai voluto ascoltarci, vanno per la
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>>>ridotta a clientelismo e parentopoli loro strada o si danno latitanti accampando malanni, quando un’ influenza, quando un mal di schiena. Una volta un assessore che avevamo messo con le spalle al muro e non aveva argomenti per risponderci obiettò che stava male! Poi ci sono i favoritismi. A volte la Cascata viene aperta in giorni imprevisti. Imprevisti per tutti ma non per qualcuno ammanicato con la politica. Così quello guadagna e noi restiamo a bocca vuota. Questa è la realtà concreta di tanti discorsi sul turismo come nuova risorsa". E' raro incontrare qualcuno soddisfatto. Carlo aggiunge: "non si capisce come Raffaelli risulti il sindaco più amato dai cittadini. Anche lo spettacolo che il centro-sinistra sta dando in vista delle elezioni per il comune e la provincia è indecoroso. Sono mesi che i soliti noti si scannano per le poltrone. Nessuno che parli di contenuti, di programmi, dei problemi della città. E il problema è aggravato dalla difficoltà di vedere un'alternativa credibile, almeno dal mio punto di vista. Con l'approfondirsi della crisi saranno dolori! Terni è penalizzata sotto molti profili, dallo smantellamento o ridimensionamento delle fabbriche che tradizionalmente creavano occupazione e stabiltà sociale alla debolezza strutturale delle medie e piccole imprese. Certo, di fronte a questi problemi sono necessari interventi su scala nazionale, di governo, ma è anche vero che sarebbe utile una maggiore incisività del governo locale. Rispetto al turismo, all'università e così via. Malgrado i tanti proclami, pesa ancora la subalternità a Perugia e il nostro territorio continua ad essere trascurato. La crisi renderà più drammatici questi limiti e queste contraddizioni. Ma nel palazzo non si pensa a questo, si pensa a bilanciare gli interessi in seno alla maggioranza ma anche con l'opposizione. Che magari è stata talvolta urlata ma in concreto mai determinata. Hanno pensato bene di farla parteci-
pare allo stesso sistema di potere!". L'immagine di Terni restituita da cittadini di media informazione e cultura non è certo incoraggiante, il giudizio
crisi, strisciante e tuttavia drammatica nei nostri territori ben prima del 2008, il declino dello Stato Sociale, la sempre maggiore scarsità di risorse economi-
sul ceto politico locale è impietoso, i problemi sono tutti sul tavolo, ma sembra che la speranza possa essere riposta solo nella capacità della società civile di trovare in prima persona le risposte, al di là della crisi irreversibile della rappresentanza. Per fortuna si tratta di una realtà viva e articolata. Comprende associazioni cattoliche e laiche, centri sociali di giovani ed anziani, associazioni imprenditoriali e professionali, istituzioni di base che sono riuscite a conservare e rafforzare il legame sociale, malgrado i colpi della
che, le trasformazioni urbanistiche che hanno portato, analogamente alla maggior parte delle città italiane, alla terziarizzazione del centro storico e alla realizzazione di quartieri dormitorio, con la distruzione delle tradizionali reti di solidarietà imperniate sulla famiglia e radicate nei luoghi dell'abitare e l'irruzione di manifestazioni di malessere quali tossicodipendenze, alcolismo, delinquenza giovanile e via di questo passo. Enrico Cardinali
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isogna augurarsi di collaborare con una nuova leva di amministratori per il rilancio della produttività del territorio, la rivitalizzazione del compendio “Bosco”, e del polo universitario integrato con il tessuto economico locale
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industria&commercio
“Subito Un nuovo piano per il commercio
La parola agli operatori del settore
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a Confcommercio di Terni, per bocca del suo direttore Leandro Porcacchia, che conosce la situazione del commercio cittadino da molti anni,propone un esame della difficile situazione attuale. Individua in due aspetti negativi le principali difficoltà dei negozianti del centro: il caro affitto dei negozi e la cronica mancanza di parcheggi a ridosso del centro cittadino. Alcune strade sono spesso completamente deserte poichè sono ormai paralizzate dalla difficile mobilità delle persone che si vogliono recare in alcune zone centrali. Il direttore fa inoltre notare che ci sono attualmente circa settanta negozi che hanno cessato la loro attività,basta passeggiare in via Roma, via Garibaldi, via Angeloni e nella stessa Corso Tacito, dove si notano saracinesche chiuse o negozi in ristrutturazione che non si sa a chi andranno in futuro: Zara, Coin? Nomi noti della grande distribuzione, che nella zona in periferia di Maratta hanno aperto attività
di grandi superfici di vendita con abbondanza di merci, le quali attraggono utenze di clienti a discapito del centro cittadino, che tuttavia asserisce la Confcommercio, resta sempre la zona più importante delle attività della nostra città. Le agenzie immobiliari come ad esempio la Gabetti, pensano al riguardo, che alcune attività si trasformeranno in uffici a piano terra a vantaggio di una maggiore visibilità e comodità per i cittadini. Cosi come ora in campagna elettorale per l’ elezione del nuovo sindaco, i negozi liberi del centro si trasformano in uffici e punto di incontro per candidati e consiglieri comunali, almeno fino al mese di giugno 2009. Considerazioni sul commercio cittadino e sulla sua utenza: problemi nuovi e vecchi. Questa prima inchiesta sulle caratteristiche e le necessità del commercio cittadino nasce da interviste e colloqui con un consigliere comunale, rappresentanti della CONFESERCENTI, COLDIRETTI, e dall ‘ espe-
rienza trentennale di alcuni commercianti del centro storico. Svilire il centro con la mancanza di parcheggi o luoghi di incontro a favore dei grandi centri commerciali in periferia è un errore notevole. Spesso in città più grandi della nostra,e con vaste zone chiuse al traffico,si può
Superconti. Chi non ricorda con simpatia il mercato della frutta e verdura di piazza Solferino? È stato subito in totale contrasto con la struttura di cemento di Piazza del Mercato che non è mai decollata completamente e che con gli anni si è andata svuotando lentamente di com-
però arrivare nel cuore della città grazie a parcheggi sotterranei o a più piani che sono stati costruiti in settori adiacenti o dentro l’area del centro di queste città, con la possibilità di avere almeno una via aperta al traffico per consentire l’ arrivo nei centri storici ai turisti. Nella nostra Terni il problema dei parcheggi e stato sempre affrontato in ritardo, rendendo ad unico senso strade che erano a doppio senso di circolazione, senza una vera politica comunale che agevolasse gli utenti. Consumatori abitudinari provenienti da città limitrofe come Rieti, Todi, Spoleto, Amelia,Viterbo, Orte, sono stati progressivamente allontanati da Terni per una politica del traffico che non ha tenuto conto dell’ importanza dei loro acquisti, che erano una risorsa per tutta la città: commercianti, commesse, addetti ai servizi,una ricchezza che fin dagli anni ‘70 è stata fatta notare inutilmente agli assessori della nostra città. Troppo in ritardo si è agito con il parcheggio sotterraneo di via Guglielmi che dovrebbe essere pronto nel 2010, dopo anni di difficoltà per tutte le persone che volevano accedere nel nostro centro cittadino. La Coldiretti e la Confesercenti fanno inoltre notare la spinosa questione del mercato coperto, ora praticamente quasi chiuso e con una ristrutturazione affidata ad un grosso imprenditore cittadino:
mercianti e agricoltori diretti. Il tutto a favore del mercato settimanale del mercoledì che prima si svolgeva in via Guglielmi e ora si tiene presso lo stadio cittadino,questo riscuote un successo sempre crescente specialmente in questi periodo di crisi economica. Perché non poteva avere la stessa notorietà un mercato simile fatto ogni giorno? Perchè costringerlo in un ambiente chiuso e non lasciarlo all’ aperto? Cosa che avviene invece un po’ in tutte le altre città Italiani e Europee: i loro centri cittadini hanno un piacevole mercato che si alimenta anche con novità stagionali durante il periodo natalizio, nei periodi estivi, nel periodo pasquale, e che hanno un’utenza di tutto rispetto. Questo anche in vista delle nuove normative che autorizzano la vendita diretta da parte di aziende agrarie e altri produttori ai consumatori, specialmente per generi di frutta, verdure, carni. Dove potrebbe attuarsi questa legge a Terni, quando manca una collocazione certa dei commercianti del settore? La proposta degli operatori del mercato coperto di una loro struttura stabile a Largo Don Minzoni,alla luce di questa novità legislativa, sembrava essere di buon senso. Ma è stata purtroppo bocciata a favore di una tendostruttura fissa a Largo Manni. Stefano Spanò
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Anche a Terni La crisi si fa sentire
Adriano Garofoli Scompare un pilastro dell’industria ternana La malattia lo aveva messo alla prova per anni ma lui, il “principe” dell’industria, Adriano Garofoli, l’aveva combattuta con forza ed estrema dignità. Una lotta incessante, fino all’ultimo respiro, quella di un uomo che nella vita aveva saputo creare un impero non solo nel settore metalmeccanico ma anche in quello della comunicazione. Con la sua scomparsa, avvenuta il 5 maggio, si è segnata la perdita di “un imprenditore che ha caratterizzato, come ricordato dal sindaco Paolo Raffaelli, con presenza e personalità incisive la vicenda dell’ultimo trentennio dell’imprenditoria”. Adriano Garofoli, presidente di Unioncamere Umbria, dal 1959 era amministratore dell'azienda di famiglia la “Garofoli SpA”- Costruzioni Metalmeccaniche fino ad arrivare a posizionarla tra le migliori aziende nazionali del settore. Negli anni il gruppo era cresciuto fino ad attivare le Garofoli Componenti Srl, la Garofoli Iberica di Madrid, la Nuova Teleterni Radio Tv. Nella sua carriera ha ricoperto la carica di presidente dell'Associazione Industriali di Terni, della Federazione regionale degli Industriali dell'Umbria, dell'Uniocamere Umbria, della Ternana Calcio. Era Vice presidente di Umbria Export e Consigliere di amministrazione del Consorzio Aree Industriali di Terni, Narni e Spoleto. “Se ci fossero stati tanti imprenditori come lui – sottolinea il presidente dell’Associazione Industriali, Umbro Bernardini – allora forse adesso non ci troveremmo in questa situazione. Avevamo due caratteri decisi e ad entrambi non è mai mancato il ‘vizio’ di dire ciò che pensavamo, ma sempre con estrema lealtà e con affetto”. Unanime anche il ricordo del presidente della provincia, Maria Rita Lorenzetti, e di quello della Provincia, Andrea Cavicchioli. “E’ stato un punto di riferimento per la nostra città e per l’intera regione”. Un operato, il suo, che ha spaziato dall’industria allo sviluppo turistico dell’Umbria, con un occhio sempre teso alla sua grande, passione, quella politica. Da sempre e orgogliosamente vicino alla Democrazia Cristiana di Franco Maria Malfatti, negli ultimi mesi della sua vita, Garofoli, che come ricordato dal figlio Paolo “vedeva una città morta e priva di collegamenti, priva di un progetto”, aveva intrapreso il progetto di cambiare il volto politico della città. Aveva messo in campo tutte le sue energie per portare a Terni il professor Baldassare, oggi candidato sindaco della Pdl. “La mia candidatura – ha affermato il professor Baldassarre – la devo proprio a lui, un grande uomo che ha costruito la più grande azienda metalmeccanica dopo l’Ast. Vinceremo la nostra battaglia anche in suo nome”. Poi gli altri grandi amori, oltre alla famiglia e agli adorati nipoti, il presidente Garofoli li nutriva per la Ternana Calcio, della quale come detto fu anche alla guida della società subito dopo l’indimenticabile Giorgio Taddei, e per Teleterni, emittente locale che acquisì negli anni Ottanta. Adriano Garofoli la traghettò fino ai vertici dell’emittenza regionale, abbracciando l’intera Umbria ed ottenendo negli anni enormi risultati. Un uomo dalle mille risorse e dalla grande capacità di appassionarsi e appassionare tutti i suoi collaboratori nei vari settori. “La lealtà aveva per papà – ha dichiarato il figlio Paolo in un’intervista ad un quotidiano locale – un peso fondamentale e penso che questo suo carattere e questi suoi principi li abbia testimoniati in ogni cosa che ha fatto , fino all’ultimo impegno politico. Papà ha fatto tanto battaglie per gli altri, più che per sè. Lo voglio dire oggi, che Adriano Garofoli non c’è più”. Web & books
Terni, meravigliosa isola degli acquisti? Mentre tutti gioiscono perché Terni, dopo Napoli, è la città dove conviene di più fare la spesa, ecco arrivare la variazione dei prezzi al consumatore. Insomma, un giorno si gioisce della classifica, l’altro ci si domanda questo o quello con le percentuali varie. Certo, questa è l’economia, ma in buona sintesi, i cittadini sono sempre più in crisi e le cose, dall’alimentari al superfluo, costano sempre un pochino di più. Secondo quanto reso noto dal Comune di Terni, nel mese di aprile, la variazione dei prezzi registrata a Terni è stata di + 0,2% rispetto a marzo, mentre quella tendenziale annua è di + 1,2%. Questo il dato principale che emerge dalla rilevazione mensile dei prezzi al consumo effettuata per l’Istat dai Servizi Statistici comunali. A livello nazionale l’inflazione registrata ad aprile è stata superiore, sia pure di poco, rispetto a quella ternana: + 0,3% su base mensile e + 1,3% su base annua. Sulla base dei dati Istat di febbraio e marzo prima l’Osservato-
rio dei Prezzi del Ministero per lo Sviluppo Economico, esaminando un paniere di 34 prodotti alimentari ed una serie di beni e servizi di largo consumo, e successivamente il quotidiano “Sole 24 Ore”, incrociando i prezzi di 20 prodotti di prima necessità con i consumi medi pro-capite delle famiglie, avevano rilevato come Terni sia la seconda città più conveniente in assoluto tra tutte le grandi e medie realtà italiane. “La crisi finanziaria globale, che investe anche la nostra regione”, ha messo in evidenza il sindaco Paolo Raffaelli in qualità di presidente dell’Anci, “richiede una vigilanza particolarmente attenta nei confronti di quelle attività finanziarie ai limiti della legalità che possono facilmente sfociare nell’usura ai danni soprattutto delle famiglie in difficoltà e delle piccole e piccolissime imprese sottocapitalizzate. E’ questa una frontiera particolarmente delicata che le Autorità di governo e gli apparati dello Stato debbono presidiare con estrema attenzione in tutto il territorio umbro”. S. G.
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l’intervista
Una vita per la ricerca
Parla Elisabetta Manfroi del Dipartimento di Neuroscienze dell’Azienda Ospedaliera di Terni
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lisabetta Manfroi, è una genetista e si occupa di citogenetica dei tumori cerebrali nel Dipartimento di Neuroscienze dell’Azienda Ospedaliera di Terni. Coltiva le cellule di tumori cerebrali come il meningioma o il glioma e poi valuta le modificazioni numeriche e strutturali dei cromosomi in queste cellule. A questi cambiamenti può essere associato un valore prognostico e per quanto riguarda i gliomi questo potrebbe riguardare anche la scelta della chemioterapia. Nell’ambito della ricerca sui meningiomi si aspetta di trovare ancora altre anomalie cromosomiche che possano essere ulteriormente associate ad una prognosi. Una ricerca molto stimolante che la appassiona molto. Nel giro di pochissimi anni la ricerca è andata così avanti, il DNA è stato studiato in tutti i modi possibili ma sicuramente c’è ancora tanto da scoprire. Proprio in questi giorni da parte di team di ricercatori internazionali di cui fanno parte anche italiani, l’ultima scoperta che riguarda ancora il DNA spazzatura, quella parte di Dna che sembra non codificare nessuna proteina, chiamato perciò “Dna spazzatura”, e che è tutt'altro che inutile. Ma allora perché ce lo siamo portato dietro in tutti questi millenni di evoluzione? Questa domanda sicuramente se la sono posta i ricercatori di tutto il mondo e l’ultima risposta è che questo DNA spazzatura non solo spazzatura non è ma sembra anzi rispondere ad un preciso programma genetico implicato in malattie genetiche e cancro e serva per attivare o spegnere l’attività di alcuni geni. Chissà quanto altro si scoprirà. Una delle ultime ricerche appassionanti riguarda l’Epigenetica, quella parte della Genetica che studia come i geni possono essere regolati anche senza cambiamenti nella sequenza del DNA ma tramite processi chimici ed in questo discorso c’è da dire quanto l’ambiente ed anche le nostre abitudini alimentari possano influire. Un po’ come dire che il codice genetico è il libro ma ognuno di noi pur avendo in mano lo stesso libro(i geni) può interpretare il testo in maniera leggermente diversa,provare delle emozioni diverse da individuo ad individuo leggendo la stessa trama. Non siamo solo geni. Basti pensare ai gemelli monozigoti, con un patrimonio genetico identico ma spesso così diversi per abitudini,carattere e magari con predisposizione per una stessa malattia di cui uno solo però si ammalerà. Interessantissima l’Epigenetica e molto interessante è anche il rapporto tra Epigenetica e tumori, argomento che sta impegnando moltissimi ricercatori in tutto il mondo.
Che significa essere ricercatrice a Terni? “Essere ricercatrice a Terni è come essere ricercatrice in una qualsiasi altra città in cui operano illustri professionisti sia nell’ambiente Universitario che Ospedaliero. A tale proposito devo dire che l’Azienda O s p e d a l i e r a “S.Maria” di Terni nella quale lavoro e che è in collaborazione con l’Azienda Sanitaria Locale, pur avendo a disposizione ridotte risorse economiche riesce ad essere competitiva e al passo coi tempi introducendo anche validi protocolli di ricerca nei vari settori della medicina grazie alle scelte innovative del nostro Direttore Generale dott.Gianni Giovannini Che significa, più in generale essere una donna ricercatrice? “Sicuramente avere una marcia in più, come però tante altre donne che lavorano in altri campi,con tutti gli impegni extralavorativi giornalieri portando nel proprio lavoro un’intuizione che è propriamente femminile e una capacità organizzativa di chi ogni giorno deve conciliare tante cose.Ormai la presenza femminile si è imposta in tanti luoghi di lavoro anche a livelli dirigenziali pur se talvolta bisogna lottare in po’,ma ,come dicevo prima, le donne hanno veramente una marcia in più: ormai gli uomini l’hanno capito e ci apprezzano anche per questo. Mi viene in mente una battuta terribile sulle donne letta su un libro di cui credo volontariamente ho dimenticato il titolo: ”Le donne sono come gli insetti, girano per casa e danno fastidio”. Beh adesso sicuramente giriamo meno per casa, andiamo a lavorare, spesso con grandi soddisfazioni e grandi traguardi! La Terni del futuro, su quali basi porrà le sue radici? “Credo siano state messe le basi anche per una ricerca mirata al consolidamento della tradizione operaia della città: con l’attività dell’ISRIM l’istituto di ri-
cerca e formazione sui materiali speci per tecnologie avanzate, oltre all’attiv universitaria della Facoltà di Ingegne con ricerche nel campo delle nanotecno gie. Terni potrà e dovrà essere un rife mento per la ricerca in vari campi maniera concreta,offrendo la possibilità lavoro a giovani laureati che vivono nostro territorio, che non aspettano al che di essere messi alla prova ed inizi con il loro entusiasmo e la loro prepa zione a lavorare per qualcosa di concr nella propria città. Credo che per pri cosa nell’ambito della ricerca non solo m dica sia fondamentale lasciare spazio nostri laureati e ce ne sono tanti nel n stro territorio non solo con la prospett di dare lavoro a giovani capaci e prom tenti ma soprattutto darlo a persone c poi rimangano a Terni, senza la necess di fuggire magari all’estero per non do rinunciare al loro sogno di diventare ric catori o,peggio ancora, costretti a fare lavoro completamente diverso rispetto a propria laurea. Certo le risorse economi in questo momento di crisi non sono mo e spesso si deve far ricorso a sovvenzion menti da parte di Fondazioni che per f tuna puntualmente portano il l cospicuo contributo economico affinché ricerca non si arresti ma anzi vada ava proficuamente. Grazie anche a loro cre che Terni si potrà inserire a ragione tra città al passo con i tempi nel campo de ricerca. Secondo lei, Terni potrà diventare un punt riferimento per la cura delle malattie neuro generative, grazie alla presenza della banc delle cellule staminali? “Potrà essere un momento importante p la città ma credo che ci sia ancora mo strada da fare. Linda Rei
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la finestra sul cortile
“Che roba Contessa... Contestato il calendario sexy realizzato dal Circolo del quartiere Polymer
"Che
roba Contessa all'industria di Aldo, han fatto uno sciopero quei quattro ignoranti,......”Suonava così uno degli inni “storici” del PCI. La cantava Paolo Pietrangeli cantautore politico dei tempi che furono, poi convertito a Mediaset. Assonanza di nomi e situazioni assai differenti, nel vedere Vittorio Contessa, ex dirigente della Fillea CGIL regionale, ex presidente della Camera del Lavoro di Narni, ex sindacalista CGIL del SUNIA (Sindacato inquilini assegnatari), attuale Presidente del Consorzio di Bonifica Del Tevere-Nera, sdraiato su un lettino mentre una avvenente e giovanissima improvvisata infermiera, dai capelli neri, con il camice aperto, il petto in evidenza, e la gamba scoperta con calza bianca, sta per prelevargli il sangue. Il contesto? Un calendario, realizzato dal Circolo della Polymer. Un calendario che viene definito “ironico” dal Presidente del suddetto circolo, Gianluca Nasi, 42 anni, impiegato della Montedison. In copertina i volti delle 12 ragazze ternane, scelte in una rosa di 80 nel corso di una “rigorosa” selezione. Gennaio: una ragazza dai capelli rossi vestita da sposa, porta in mano una rete con alcun palloni da “pallavolo”. Titolo: “La pallavolo è… passione”. Febbraio. Titolo: “La pesca è… pazienza…” Una ragazza bionda in tenuta da pescatrice, con canna in mano, un seno visibile e calzoncini appena calati su un fianco dal quale si nota un tanga rosso. Dietro tre uomini: un giovane al centro, due anziani ai lati, gli occhi di uno di questi sono fissi sul tanga. Marzo. Titolo: “… il tiro a volo è… precisione, dipende dal bersaglio..” Una ragazza dai capelli neri, in primo piano, occhi verdissimi, sguardo ammiccante, fucile in mano, abito
cortissimo, seno prorompente. Steso in terra un uomo, forse “impallinato”. Aprile. Titolo: “La mountain bike è…. concentrazione, distrarsi è pericoloso”. Una bici nella fratta, un casco per terra, e la ragazza, dai lunghi capelli neri, con un bustino celeste, cortissimo, pantaloncini bianchi corti, si mette a mano davanti alla bocca. Maggio. Titolo: “…Il calcio è attaccamento alla maglia…. e non solo…..” Una ragazza dai capelli neri, in
stani, con un vestitino bianco corto, si piega, sta per raccogliere la pallina, racchetta in mano, dietro un ragazzino che inginocchiato, punta lo sguardo sotto la gonna. Luglio. Titolo: … “Il tempo libero è relax, viaggiare con noi è confortevole..” Una ragazzetta in costume color blu è raggomitolata dentro una valigia”. Agosto. Titolo: “….lo sci è …attesa… ehi…siamo in Agosto..” Altra giovane, moretta, indossa la parte superiore di un costume bianco con perline, una tuta verde è a aperta e calata su un fianco. Settembre. Titolo: “…..Il ciclismo è sacrificio, per vincere non basta solo quello che
nella foto del calendario: il Presidente del Consorzio di Bonifica Tevere-Nera, Vittorio Contessa
primo piano, sul campo, indossa una maglietta gialla, pantaloncini blu, due braccia maschili spuntano da dietro, una mano alza la maglietta, l’altra abbassa, ma non più di tanto i pantaloncini., spunta un tanga blu. Giugno. Titolo: “…..Il tennis …tempismo…che bambino reattivo….”. Una giovane, lunghi capelli ca-
vedi!!”, Una ragazza dai capelli neri, è sulla bici, sta pedalando, indossa un costume bianco, dorso scoperto, e calzoncini bianchi, in grande evidenza la parte posteriore. Ottobre. Titolo: “La caccia è coraggio..” Giovane bionda con maglietta verde, cintura con cartuccera, sulla vita, pantaloncini corti leggermente appoggiati su un fianco scoperto. Abbastanza scollata, tiene al guinzaglio un
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cane. Dietro spunta il muso di un cinghiale. Novembre. Titolo: “..Il trekking è una scelta, ma dove va???” Una ragazza mora in reggiseno nero e pantaloncini corti blu, cammina su una strada di campagna. Costei si è aggiudicata i titolo di “Miss Solidarietà”, per aver distribuito il maggior numero di calendari. Poi è stata eletta anche “Miss Calendario”, si tratta di Ilaria Masciotti. 20 anni. Il titolo se l’è conquistato insieme alla coetanea, nel corso di una festa di gala che si è svolta presso la Sala Flaminia il 20 dicembre del 2008, organizzata dal Circolo della Polymer. Costo del calendario 5 euro. Con parte del ricavato gli organizzatori hanno pagato le spese di stampa, il rimanente è stato devoluto in beneficenza alla Casa di Aladino, una struttura che promuove l’autonomia delle persone con disabilità. E per fare beneficenza si deve mortificare l’immagine della donna ancora una volta ridotta ad esclusivo uso sensuale? Candidamente Gianluca Nasi, afferma che “si tratta di ‘un calendario ironico’ che tende a mettere in evidenza tutte le aree di interesse, soprattutto a carattere ricreativosportive del Circolo Pol y m e r ” . Compreso quello dei donatori di sangue impersonificati da Vittorio Contessa. In maniera un po’ meno ironica, l’hanno presa la stragrande maggioranza delle donne e delle giovani ternane, le quali sostengono che questa iniziativa è inqualificabile, infermiere comprese, di cui si altera e distorce l’immagine. Inoltre ricordiamo che è stata recentemente approvata una legge contro le molestie sessuali.
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G. Pa
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salute&ambiente
Termovalorizzatore ... la storia infinita
Impianti come quello dell'ASM bruciano non solo rifiuti solidi urbani ma anche rifiuti ospedalieri pericolosi, carcasse di mucca pazza, farine animali, ogni tipo di plastica
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Giovanni Raggi in prima linea nella lotta all’inquinamento
iovanni Raggi, Presidente provinciale dell'Unione Nazionale Mutilati e Invalidi del Lavoro, ha dedicato la vita all'impegno per la sicurezza dei lavoratori (fronte caldo in queste settimane) e la salute dell'intera cittadinanza, resistendo a testa alta a intimidazioni e ostracismo. Si deve a lui il primo impulso alla bufera giudiziaria che da oltre due mesi sta investendo l'ASM. Nell'agosto del 2005 conobbe due lavoratori del termovalorizzatore di Maratta affetti da forme molto gravi di cancro: un tumore al tubo digerente e un linfoma nonHodgkin, che dalla base della lingua sta procedendo a colonizzare il cervello. professionale della malattia. Raggi non era uomo da fermarsi alla punta dell'iceberg: richiese alla direzione dell'ASM e all'ARPA i dati. l'Agenzia Nazionale per la Protezione Ambientale. L'ANPA prescriveva il 24/06/2002 il controllo radiometrico di tutti gli automezzi conferenti i rifiuti, tramite l'installazione di sistemi di rilevamento fissi (portali) all'ingresso dell'impianto. Indicava necessario, fino alla realizzazione di tale dispositivo di monitoraggio: 1) L'effettuazione di rilevamenti sulla radioattività di campioni prelevati dai prodotti di incenerimento (quelli con cui si carica il forno) e dal materiale di risulta. 2) Controlli sul livello di contaminazione superficiale in corrispondenza di po-
stazioni in cui era prevedibile la PERMANENZA PROLUNGATA di lavoratori. Valori limite di radioattività nelle ceneri, mentre, disperso nell'aria in una zona non meglio identificata, si trovava cromo esavalente (potente cancerogeno) con valori del 10 % rispetto alla soglia limite. Di fronte al paradosso dell'oste che parla del vino suo, il presidente dell'UNMIL chiese al Dipartimento di Igiene e Prevenzione dell'ASL N.4 se dal 2000 al 2006 avesse mai effettuato indagini sull'impianto di Maratta. La risposta fu che l'ASL non aveva mai condotto indagini. Giovanni Raggi, indignato, ripete ancora e ancora: “come mai?!?! E dov'erano il sindacato e le rappresentanze elette per vigilare sull'applicazione della legge 626 sulla sicurezza?!?! Dalla Magistratura all'ASL n.4. E dire che si trattava di segnalazioni drammatiche: al piano terra, nella zona esterna tra il fabbricato forni e l'ingresso del fabbricato turbina, era presente in concentrazione pericolosa cromo esavalente insolubile, sostanza classificata come “carcinogeno riconosciuto per l'uomo”. “Il tecnico accertò che lo scarico delle polveri avveniva utilizzando sacconi collegati alla tramoggia senza l'adozione di alcuna misura tecnica o procedurale atta a ridurre la polverosità ambientale derivante dall'imperfetta tenuta del sistema e dalla movimenta-
zione dei sacconi. Si è ritenuto, pertanto, che tale carenza potesse costituire violazione alle norme di tutela della salute dei lavoratori; di conseguenza (i tecnici del Dipartimento di Igiene e Prevenzione dell'ASL) hanno impartito le seguenti prescrizioni: 1.Istituire entro 15 giorni il registro degli Esposti ad agenti cancerogeni, allertare il Medico Competente e for-
nire ai lavoratori esposti la necessaria informazione e formazione. 2.Assicurare entro 40 giorni, con opportune misure tecniche, che tutte le operazioni di trattamento delle polveri di risulta avvengano a ciclo chiuso. Provvedere poi a una nuova campagna di campionamenti ambientali in collaborazione con il RLS. 3.Sino all'avvenuta esecuzione il contravventore dovrà curare che i lavoratori indossino i previsti dispositivi di protezione delle vie respiratorie.” “Sono”, continua Giovanni Raggi , “le parole del Responsabile dei tecnici: rimaste lettera morta!!! Tuttavia ciò che mi ha spinto a rivolgermi alla magistratura non è, o non è principalmente, il desiderio che qualcuno “paghi”. Non sono rancoroso, ciò che mi interessa è diffondere tra i cittadini la consapevolezza della pericolosità degli inceneritori, dell'esistenza di alternative, come il trattamento meccanico-biologico, peraltro di gran lunga meno costoso, e della possibilità di mobilitarci per ottenere che le istituzioni tornino indietro e imbocchino per lo smaltimento dei rifiuti vie rispettose della salute di tutti, e penso soprattutto alle nuove generazioni. Nemmeno credo che in questa direzione possa funzionare l'allarmismo...ma la conoscenza sì. In questi anni si sono susseguite le dichiarazioni rassicuranti di diversi personaggi pubblici per far dimenticare le fondatissime preoccupazioni della gente. Invece non bisogna nascondere che i termovalorizzatori come quello dell'ASM bruciano non solo rifiuti solidi urbani ma anche rifiuti ospedalieri pericolosi, carcasse di mucca pazza, farine animali, ogni tipo di plastica e così via. Proprio quelli a tecnologia più avanzata, che funzionano a temperature maggiori rispetto al passato, fino a 1000 – 1500 °C, liberano nell'aria agenti inquinanti, diossine e metalli pesanti, capaci di raggrupparsi in leghe del tutto casuali. E. C.
Case protette
L’
Buoni risultati
occhio vigile del volontariato arriva nelle strutture destinate alla Terza Età. La verifica e il miglioramento della qualità nei servizi rivolti agli anziani. E’ questo, infatti, il duplice obiettivo che dall’anno 2002 guida i monitoraggi di Cittadinanzattiva - Tribunale per i Diritti del Malato sulle Residenze Protette di Terni e della provincia. A dare fattivamente il via all’attività di tipo osservazionale, è stata una specifica Convenzione stipulata con l’Azienda Sanitaria Locale n°
4, con cui sono state stabilite modalità e finalità del progetto. Nel periodo compreso tra il 2007 e il 2008, l’osservazione ha riguardato 15 strutture ubicate a Terni e nella provincia, sono stati intervistati 102 ospiti e 22 familiari. L’analisi è stata supportata da quattro questionari distinti per contenuto e destinati al Direttore Sanitario (sull’organizzazione e la quantità dei servizi offerti) ai residenti (sulla qualità percepita) ai parenti degli ospiti (su qualità percepita offerta complessiva della struttura) e ai volontari del Tdm per Specifici
parametri (luminosità, funzionalità arredi, comfort arredo, gradevolezza, presentazione pasti, arredo tavoli, menù a scelta) permettono di valutare le attività e le aree che ospitano gli utenti nei vari momenti della giornata, con un grado di giudizio che varia da sufficiente, buono a ottimo. Quello che emerge è un quadro sostanzialmente positivo per la gran parte dei settori di indagine. In tutte le strutture monitorate esiste una procedura specifica per l’inoltro di un reclamo e i tempi di risposta vanno da immediato fino ad un massimo di 15 giorni riscontrato in una sola struttura. Tutte le Residenze sono in possesso di un protocollo di accoglienza e orientamento all’organizzazione. 14 su 15 si basano su un programma socio – ricreativo personalizzato e tutte hanno un metodo assistenziale su
misura. Carente risulta invece la formazione per le cure palliative (la effettuano solo 4 Rp su 15) e soltanto 13 su 15 hanno dei protocolli di integrazione con il territorio. Il rapporto servizi igienici/posti letto è sufficiente in tutte le strutture osservate. Il rapporto posti letto con materassi antidecubito/numero assistiti allettati, è sufficiente nella maggior parte dei casi con punte di criticità in 4 Residenze: 10/20, 12/20, 5/20, 3/20. La disponibilità di una camera singola è pari a 11 su 15. La frequenza del bagno completo è settimanale in 7 strutture su 15 e al bisogno in tutti gli altri casi; in 14 strutture su 15 è presente un televisore per ogni camera. La palestra attrezzata per attività riabilitativa, è presente in 9 strutture su 15. Vanessa Berlenghini
l’inchiesta Appuntamento a Terni sul trasporto pubblico e sull’uso corretto dell’auto
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Traffico al capolinea
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sullo sforzo di dimezzare, come stabilito dall'Unione europea, gli incidenti mortali. Bartolini punta il dito su alcuni problemi scottanti: Le zone di caos, da via Bramante alla marattana, da via Narni a Borgo Bovio e così via. La carente, a suo avviso, gestione delle Zone a Traffico Limitato, a comiciare dalla segnaletica inadeguata. La situazione dei parcheggi, in cui manca l'equilibrio tra zone blu e quelle bianche, anche in violazione del Codice della Strada. E, infine, il più grave: la questione delle multe. “Basti pensare che negli ultimi 3 anni ce ne sono state 200.000 nel solo comune di Terni.” Analoga consapevolezza esprime Claudio Visaggio,
prire a Terni un dibattito sul traffico ci sembra doveroso, anche se si tratta di un argomento spesso affrontato dagli organi di informazione, per le implicazioni sull’ambiente, sulla viabilità, sul discorso legato a mezzi di trasporto. L'on. Mario Bartolini, Presidente dell'ACI di Terni, è sicuramente tra le persone che possiedono uno sguardo lucido e competente sulle questioni del traffico. Questioni quantomai prioritarie se si considera il quotidiano strazio degli ingorghi, dei parcheggi e delle multe. Ma anche perché l'Umbria è tra le n un importante converegioni con il più gno ad Orvieto si discuterà alto rischio di incidenti mortali sulla della mobilità sostenibile nei strada. Bartolini centri storici individua gli aspetti principali nella mobilità sostenibile, sicuche gestisce lo storico negozio di rezza, salvaguardia ambientale e via della Stazione. Comprensinel rapporto tra trasporto pubbilmente dal suo punto di vista, blico e privato. Vagliati dal ce l'ha con l'annoso problema punto di vista della qualità della delle ZTL. “Noi commercianti”, vita. Annuncia l'avvio di un proafferma, “vediamo esempi negetto triennale dell'ACI e delanche così lontani di istituzioni l'ATC, chiamato appunto locali molto più elastiche e ca“Mobilità sostenibile, sicurezza paci di recepire le sollecitazioni stradale e trasporto pubblico”, a piccoli ma importanti cambiafinanziato dalla Regione e concordato con la Provincia e i suoi 33 comuni. Un “autobus didattico” effettuerà in ciascun territorio un incontro di informazione e formazione su questi temi nelle scuole, un secondo con il sindaco, la giunta e i capogruppo consiliari intorno alle politiche del traffico e un altro con la popolazione, preparato da una lettera del sindaco a ogni famiglia. Ci anticipa poi un convegno nazionale a Orvieto, “Mobilità sostenibile nei centri storici a vocazione turistica”, spiegando che la scelta di Orvieto è in relazione non soltanto con le sue ricchezze artistiche ma anche con l'essere capofila dell'associazione mondiale delle 350 “città slow”.E ancora, all'inizio di settembre, un convegno a Terni sul trasporto pubblico e sull'uso corretto dell'auto privata, per fare il punto
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menti rispetto, in primo luogo, agli orari. Qui ci scontriamo con posizioni ideologiche e aprioristiche, devo dire non solo del comune ma anche di una parte della stampa locale. Vorrebbero un centro incontaminato e fanno guerra alle automobili, mentre sappiamo tutti che il traffico non è l'unica né la principale causa
d'inquinamento: ci sono anche le industrie, il riscaldamento e via di questo passo. E, anche sposando valori ambientalisti, siamo certi che sia corretto proteggere il centro come un gioiello, spostando rumore e gas di scarico nelle zone limitrofe, che sono poi quelle dove vive la maggior parte della popola-
zione? Prosegue “dovunque in Europa vediamo parcheggi di attestamento, magari realizzati in verticale, meno costosi ed ingombranti. Ecco, avremmo proprio bisogno di due siti del genere, sparattutto per le esigenze dei clienti che vengono da fuori. Finora, invece, non si è fatto altro che favorire l'esodo delle attività commerciali verso le periferie. Io penso a un ente fieristico, come ce ne sono tanti, a un grande centro polifunzionale. Qui, in 2 chilometri quadrati, sono concentrate 1.200 aziende, tra negozi, servizi, alberghi e ristoranti. (1 Continua) E. C.
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associazioni
Un amore gratuito
Iniziative di beneficenza sportive, culturali e musicali
L’Associazione Francesco Schiarea in prima linea per aiutare i bambini che vivono situazioni difficili
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Dall’amore per Francesco a quello per i bambini più svantaggiati. È l’Associazione Francesco Schiarea, nata nel 2007, che sostiene iniziative di beneficenza, sportive, culturali e musicali, rivolte a bambini ed adolescenti che vivono situazioni difficili. Come una missione speciale, la storia di Francesco, dopo la sua morte, inizia a palesarsi a tutto il resto del mondo. Nasce a Terni il primo settembre del 1978 e un mattino di 29 anni dopo, è quel resto del mondo che lo saluta inaspettatamente. Dal dolore della perdita di Francesco, lo zio Fausto annuncia la nascita dell’Associazione Francesco Schiarea, “nata perché questo grande dolore non rimanga tale”, come tengono a dire i familiari, “ma per far sì che si tramuti in un aiuto concreto e fattivo per quei giovani che vivono situazioni di disagio e che Francesco tanto amava e rispettava”. Con il progetto “Piccolo Amico, fai volare un desiderio, aiutiamo i nostri ragazzi a vivere i loro sogni”, l’associazione Francesco Schiarea, in collaborazione con la Direzione dei Servizi Sociali del Comune di Terni, dà un sostegno a tutti quei bambini e ragazzi della città che si trovano in condizioni di disagio sociale, economico e relazionale. L’obiettivo è quello di fornire un aiuto tangibile per contribuire ad un’armonica crescita dei bambini e dei ragazzi del territorio. “Il sostegno ai minori”, spiega il presidente dell’Associazione, Moreno Schiarea, “si concretizza attraverso l’assegnazione di contributi che possano consentire di rispondere a piccoli ma importanti bisogni quotidiani come, per esempio, l’acquisto di materiali o attrezzature per lo studio,
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per lo sport, per la musica, per il tempo libero, il pagamento di iscrizioni alle attività sportive, ricreative, musicali, l’acquisto di abbonamenti per l’autobus. Il ruolo dei servizi sociali, invece, sarà quello di svolgere un’azione di filtro, per garantire che vengano rispettati i reali bisogni dei minori e dei nuclei familiari di appartenenza”. Un mondo che diventa a parte quando si guarda indietro, alla vita di Francesco e a tutto quello che ha saputo dare. Calciatore da piccolo, chitarrista da adolescente, politico e universitario negli anni della maturità ed operatore sociale nelle cooperative che offrono servizi sia terapeutici, sia riabilitativi alle persone che versano in gravi difficoltà di salute. “Francesco era sempre attento ai bisogni e alle sofferenze degli altri”, continua suo padre, che veste anche i panni del presidente, “era solito dire che non è necessario andare tanto lontano a cercare chi ha bisogno di aiuto”. Il logo dell’Associazione parla chiaro e tondo. Diventa un pò la parola chiave dei progetti dell’associazione e riassume la vita di Francesco. Il bambino che fa l’aeroplano rappresenta la sua spensieratezza e la sua gioia di vivere. Il pallone che finisce nella rete è un gol da segnare. È l’obiettivo da raggiungere, in questo caso, dare senza ricevere nulla in cambio. L. R.
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terni dimenticata
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Tulipano:
la storia infinita
Il progetto risale al 1976 ma lui crebbe maestoso negli anni ’80. Il Tulipano, mostro di cemento da 75 mila metri cubi, che l’omonima società ebbe il via libera a costruire dal Comune di Terni. Un gigante che, per supplire alla sua bruttura, prometteva di essere centro vivo per la città. Un centro congressi, doveva essere, un inutilizzato imponente, è diventato. Ormai quasi non si nota più se non quando giovanotti lo utilizzano come enorme lavagna dalla quale lanciare qualche messaggio d’amore. Il complesso, in un primo momento, era costituito da un'alta torre centrale ed edifici piu' bassi a essa collegati, ha sempre vissuto a seconda degli umori delle varie amministrazioni e delle condizioni economiche delle società che di volta in volta, dopo il fallimento della prima, si sono accaparrate la struttura rimasta costantemente vuota se non per le strutture adiacenti. Il piano terra, infatti, ha visto l’apertura di vari negozi e di un albergo. Vita breve per tutto, visto che ad oggi resiste a stento solo la struttura alberghiera. Qualche tempo fa, con gloria pomposa, è stato comunicato alla cittadinanza che il complesso edilizio dell'ex Tulipano, a Ponte Le Cave, sara' riconvertito per essere destinato a centro residenziale, direzionale e commerciale, e assumera' la denominazione 'Le terrazze di Terni'. Tutto questo dopo un incontro a Palazzo Spada tra i rappresentanti della proprieta' e dell'amministrazione della societa' Sirio, facente parte del gruppo Pulcini di Roma, e i vertici del Comune. Oggi il Tulipano o “Le terrazze di Terni” che dir si voglia, godono di un po’ di luce giusto quando ci batte il sole visto che continua ad essere deserto, senza l’ombra di un operaio, con i negozi chiusi ed un albergo con relativi dipendenti, in crisi. "Il ‘Tulipano’ - disse il sindaco Raffaelli - può finalmente ripartire perché il Comune, con il costante supporto della Circoscrizione, ha attivamente operato per una valorizzazione dell’immobile che permettesse di superare l’impasse del fallimento tutelando tuttavia il primario interesse pubblico. Ora si creano le condizioni per un progetto di recupero e di valorizzazione capace di tenere insieme residenze, commerci, attività ricettive, attività direzionali, servizi pubblici e privati." Queste parole risalgono al 2007, come passa il tempo e come pagine indelebili di una storia non proprio edificante, rimangono i trionfalismi, i negozi chiusi, i disoccupati e un mostro di cemento ad oggi, almeno pare, dimenticato. Sara Gargagli
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attualità
Grideranno le pietre Originale forma di ecumenismo collegata all’arredo urbano
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uando ero in missione nelle Marche, come giornalista intendo, ho avuto la fortuna di conoscere un vescovo, “con la stola e il grembiule” come l’avrebbe descritto il compianto Tonino Bello, autore di numerosi libri e fondatore del movimento “Beati i costruttori di pace”. Tarciso Carboni, per molti anni vescovo di Macerata, e prematuramente scomparso a causa di un incidente stradale che si verificò sulla piana di Montorso, mentre si recava con altri sacerdoti, alla seduta della Conferenza Episcopale Italiana a Palermo , non perdeva mai l’occasione, in incontri pubblici e privati, celebrazioni, e cerimonie di annunciare Gesù Cristo morto e risorto per i peccati del singolo e degli uomini. In due parole: evangelizzava, come auspica l’apostolo Paolo, annunciava cioè la Buona Novella, quello che in termini tecnici si chiama “Kerigma”, parola greca che significa “annuncio” nei momenti opportuni e non opportuni. Nel trascorso periodo della Quaresima, a dire il vero martedì 7 aprile, all’inizio di quella che i credenti chiamano “settimana santa”, che preannuncia la Pasqua, abbiamo visto nuovamente sedere il sindaco uscente Paolo Raffaelli, accanto all’inseparabile “compagno” di tanti percorsi e scelte urbanistiche, monsignor Vincenzo Paglia, Ve-
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cosa, cioè la centralità della preghiera a Sibiu. Non va dimenticato che l’ecumenismo non è una questione di diplomazia: è, innanzitutto, un unirsi alla preghiera stessa di Gesù, quella dell’ultima cena in cui dice che tutti siano una cosa sola. In questo senso resta centrale nel cammino ecumenico la preghiera fatta assieme: è un fatto assolutamente straordinario e in passato davvero difficile. È vero che non c’è stato un dibattito teologico, ma c’è stata la realtà dell’incontro ecumenico. Sibiu è uno dei pochissimi eventi mondiali dove tutti i cristiani di tutte le chiese si sono ritrovati e l’incontro è in se stesso un fatto positivo. Il fatto che questo incontro sia stato declinato in un pellegrinaggio alle fonti delle proprie scovo di Terni, ma anche presiidee, delle proprie decisioni e dente della Commissione della delle proprie tradizioni, prima a Cei per l’Ecumenismo e il diaRoma poi a Wittemberg poi a logo, presidente della FederaSibiu sta indicare che più ci avzione Biblica Cattolica e viciniamo a Cristo e più ci avviconsigliere spirituale della Cociniamo tra noi. Questa è la munità di Sant’Egidio. Cosa ha sostanza dell’ecumenismo”... annunciato ai ternani? Che il Ma anche le pietre possono selciato di piazza San Franceesprimere questo concetto di sco, sarà completamente rinnoecumenismo? Sembra proprio di vato con pietre provenienti da sì, infatti, spiegano gli architetti tutto il mondo: questo, secondo Paolo Leonelli e Mario Struzzi Paglia sarebbe un segno di forte dello Studio “Sl” al quale è stata ecumenismo. Eppure, non molto appaltata l’opera di riqualificatempo fa alla Terza Assemblea zione della piazza, ci sarà l’uso alternato di materiali di origine ital i a n a : mila euro Trachite-Zovonite, provenienti dai Colli per la riqualificaEuganei; Pietra zione della piazza Mazzero di Gravina San Francesco con proveniente dalla località Grotte Tarallo; preziosi selci Pietra Rosa di Assisi cavata nelle cave loecumenica europea di Sibiu in cali, uniti a materiali di origine Romania, dal 4 al 9 settembre mondiale: Pietra di Gerusadel 2007proprio in tema di eculemme della Cava di Betlemme menismo a una domanda di Yang Shan Granite proveniente Maria Chiara Sabato, della rividal Brasile; Granito “Damarian sta delle Acli “Aesse” che chiePlateau” proveniente dalla Nadeva a sua eminenza: mibia”. Costo? 550 mila euro. Europa, immigrazione, dialogo Chi paga? La Carit. E pensare interreligioso: in Sibiu non sono che San Francesco si spogliò state affrontate le problematiche nudo sulla piazza principale teologiche ed etiche che dividella città, lasciando le cose di dono le chiese. Qual è la proquesto mondo dando scandalo spettiva dell’ecumenismo dopo davanti al padre e ai capi reliSibiu? Paglia rispondeva: “Angiosi e politici di Assisi zitutto vorrei sottolineare una Dal Vangelo secondo Luca, ca-
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pitolo 19, versetti 39-40: “...alcuni farisei tra la folla gli dissero: <Maestro, rimprovera i tuoi discepoli>. Ma egli (Gesù Cristo ndr) rispose: “Vi dico che se questi taceranno grideranno le pietre…” Nel senso che non si puo’ imbavagliare chi annuncia la verità. Versetto estremamente eloquente. Anche perchè negli itinerari dello “spirito” italiani, c’è da tempo Calvi dell’Umbra dove da anni l’opera il presunto stigmatizzato Fra Elia, rinnegato dai francescani e messo sotto osservsazione dallo stesso Paglia anche perchè il “convento” di questo “frate guaritore” è meta di pellegrinaggi di migliaia di fedeli dall’Italia e dall’estero. Ma di questo parleremo in un’altra occasione. G.Pa
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I Ternani ? Cittadini meravigliosi
Sondaggio nella comunità rumena che conta 3000 persone
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ono migliaia di Rumeni, centinaia di albanesi, e poi tanti tunisini, marocchini, indiani, cinesi e rappresentanti di diverse etnie che vivono da anni integrati nella nostra città, con la voglia di essere soggetti attivi e compartecipi dello sviluppo, non essere di peso né tanto meno voler rappresentare un pericolo sicurezza. “Ci sentiamo in primo luogo italiani e poi ternani” ,dicono la gran parte di loro, “e siete tutti invitati alle nostre feste” . Tremila sono i rumeni che vivono nella nostra città, sentiamo Viola che lavora in un negozio di generi alimentari. Proviene da una città del sud della R o m a n i a : BRAILA , sede di importanti cantieri navali lì costruiti poiché l’ insediamento è sulle rive del fiume Danubio . Dai cantieri navali è stato costruito un enorme canale che immette le navi sul Danubio , le imbarcazioni proseguono poi la loro navigazione fino alla foce del fiume che si getta nel mar Nero . Chiediamo a Viola il motivo del suo arrivo in Italia: “Ho perso il lavoro con la crisi economica del mio paese , susseguita alla fine del regime dittatoriale di Cesauescu . Lavoravo in una fabbrica di camiceria per donna , la cui proprietaria era un imprenditrice italiana, la manifattura purtroppo è fallita tempo fa “. Cosa è accaduto dopo il fallimento della fabbrica in cui lavoravi?” “Mi ero sposata da
poco e mio marito lavora tuttora nei cantieri navali, anche se il suo lavoro è stato ridotto dalla crisi economica .Cosi ho deciso di cercare un altro impiego in Italia , andando ad abitare per i primi tempi da mia sorella che già si trovava nella vostra nazione. Ho lasciato mio marito e un figlio piccolo presso i miei genitori e sono venuta con un altra amica, subito nella città di Terni”.
Come è stato il primo impatto con la città e il mondo del lavoro ? “ Ho trovato subito gente disponibile e gentile”. Difficoltà con la lingua Italiana? “Non molte, parlavo già abbastanza bene il francese e nel giro di un mese o due mi facevo capire bene con la vostra lingua”. Riuscite a conservare le vostre abitudini e tradizioni culturali nel nostro paese? “Questa è una cosa difficile, per esempio la nostra Pasqua ortodossa è la settimana dopo la vostra, ma mentre la domenica è già festiva per tutti , il lunedì è lavorativo e non possiamo ri-
spettare la dedicazione all’Angelo. Tuttavia quest’ anno per la prima volta andrò alla Messa di Pasqua , il giorno 18 alle 21, poiché ho conosciuto un prete rumeno di rito greco ortodosso che celebra nella chiesa di Sant’ Alò qui a Terni”. Interviene il marito di Viola venuto a trovarla per la loro settimana festiva il suo nome è Piotre ; dice che ama l’ Italia anche se può venirla trovare solo due volte l’ anno : “Anche il mio lavoro nei cantieri navali è in difficoltà per la crisi economica mondiale. Costruiamo navi commerciali come pescherecci e petroliere . Adesso i nostri cantieri sono stati acquistati da una società norvegese con una compartecipazione anche della Corea del sud e spero che riescano a mantenere il livello di occupazione attuale . Comunque se mia moglie Viola riuscisse a trovarmi un lavoro , verrei anche a vivere qui da voi , portando nostro figlio . Trovo dappertutto rispetto e cordialità nei rapporti umani e lavorativi inoltre il costo delle abitazioni e degli affitti nel vostro paese è inferiore ai prezzi del nostro”. Qui in città , la comunità rumena è la più numerosa e conta oltre 3000 persone, che ci dite a proposito di tanti problemi legati al mondo dei rumeni e alla sicurezza? “Nel nostro Paese è assolutamente sconosciuta una permissività giuridica come nel vostro Stato, le pene sono certe e siamo favorevoli al fatto che le persone rumene colpevoli di reati cosi gravi nel vostro stato, scontino la pena nella nostra nazione d’ origine, ad esempio per altri rumeni che vogliono venire a lavorare onestamente in Italia>>. S. Spa.
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cultura scuola università
“IO VI RACCONTO LO SQUALLORE... Il “riesumato” Claudio Lolli uno dei nomi “di punta” delle politiche culturali del Comune
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ecchia piccola borghesia, per pur piccola che tu sia, non so ancora se fai più rabbia, pena, schifo, o malinconia….” Qualcuno aveva già spalancato gli occhi stupefatto. Come nel film “2001 Odissea nella spazio”: Fuori dallo spazio e dal tempo. Qualcun altro si è semplicemente tappato le orecchie. Altri hanno cercato di mandar giù un “momet”. Altri ancora, pochi irriducibili, hanno rispolverato l’eskimo lasciato in soffitta insieme ad altri feticci sessantottini, (pre e post), e hanno rimosso lo spesso strato di polvere dai solchi di quei cimeli che si chiamano longplayng, “padelloni” o “33 giri” hanno riesumato versi e note che ormai sembravano appartenere a incubi lontani: “Aria di festa oggi nel Viet-nam, e forse in tutto il mondo. Aria di morte oggi a casa mia, e forse in tutto il mondo…..”. E infine, come calandosi in una scena surreale di un film di felliniana memoria, avrebbero visto spuntare lui: il fantasma dell’ultimo cantautore “comunista” : Claudio Lolli, uno dei maggiori protagonisti mancati della rassegna Arci (solitio Camuffo)-Assessorato alla Cultura del Comune di Terni, “Circuito del Club 2009”. (Attenzione: Francesco Guccini che con Claudio Lolli non c’entra nulla, non è mai stato comunista, ne’ tanto meno anarchico, e quando indignato scrisse “Primavera di Praga”, contro l’invasione dei carri armati sovietici in Polonia, in memoria dell’immolazione di Jan Palac, i “compagni” ternani che seguivano gli eventi politici, culturali, musicali e di costume di quegli anni, rimasero in apnea. Attoniti. “Ma come puo’ essere…che il “maestrone” di Pavana Pistoiese abbia pututo scrivere un testo così reazionario?!...) Lolli? Sì proprio lui. E che avrebbe da dire? Qualcosa di nuovo? Macchè. Il tempo si è fermato come d’incanto. Chi ha letto l’ultimo libro di Maxence Fermine ,(l’autore della trilogia dei colori: “Neve”, “Il violino nero”, “L’apicultore”), “Il labirinto del
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tempo”? Che il lettore provi e immedesimandosi nel contesto, sperimenti. Insomma Lolli, che ci racconti? “Io vi racconto lo squallore, di una vita vissuta ad ore, di gente che non sa più far l’amore…io vi racconto settimane, fatte di angosce sovrumane…..” Dunque non è cambiato niente da allora? Possibile? Niente, è tutto fermo. Stasi. Pero’ sembra che sia sensibile al problema dei Rom, quasi al pari di uno dei fondatori della Comunità di Sant’Egidio che spesso compare usi quotidiani locali. E lui canta: “Ho visto anche degli zingari felici, corrersi dietro, far l’amore e rotolarsi per terra…”. Avete mai visto degli zingari felici??? E’ chiaro che qui non si discute
niane”. Anzi, la situazione si è logorata nel tempo. Cadute i “muri” e le ideologie, i pretesti del “comunismo dal volto umano”, di umano in questa Terni cosi’ “apparente”, è rimasto molto poco. Crollato il “granitico monolitico”, sono morti anche la passione, l’amore, l’ardore, e ben che peggio la solidarietà. Certi politici ternani arroccati ai poteri più o meno “palesi” paventano arroganza e cinismo, interesse personale, di bottega. I protagonisti delle politiche culturali ternane delle ultime tornate, sono sempre gli stessi, quelli di un tempo ormai segnato dalla storia. Dagli eventi. E se alle vecchie sezioni del Pci, ancora presiediate e con lo stesso nome di un tempo, e anche della Dc, si sono sostituite nel “controllo” del territorio le parrocchie, i storici della città: ecchi linguaggi quartieri Italia, Borgo Bovio, in un mondo che sta Villaggio Villaggio Polymer, sono ricambiando rotta piegati su se stessi, al più tra una casa di riposo e lo stabi-
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Claudio Lolli artista. Questo dovrebbe essere scontato. Ma il messaggio. Eppure paradossalmente egli rappresenta in questa inoltrata primavera ternana 2009, il polso della situazione. Eccio le tardive celebrazioni, tributi e omaggi alla memoria di quello che è sicuramente un pilastro della canzone d’autore italiana: Fabrizio De Andrè. Super osannato (meritatamente) in centinaia di occasioni in lungo e in largo per l’Italia, in occassione del decennale della scomparsa, l’11 gennaio del 1999. Ma si sa a Terni siamo abituati a perdere i treni. “E corre, corre, corre, la locomotiva…………..” Sapevate che Guccini e De Adrè contrariamente a quanto si pensasse e dicesse, erano amici? Stessa generazione, avrebbero addirittura dovuto fare un tour insieme nel 1967- ‘68. Così il 25 aprile, anniversario della Liberazione, si è persa un’altra occasione, quella di liberarci di un vecchio modo di pensare e di fare le solite politiche culturali “nicoli-
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limento, campeggia un grigio night di periferia con tanto di entreneese. Cambiano nome, certe formazioni politiche, ma ne distingui i contorni e ne riconosci i figuri a decine decine di metri, sono stati camaleonticamente abili a indossare a cambiar pelle, ma non fegato.. Non si esce dalle maglie di una gestione del denaro pubblico in quelle che vengono definite “sperimentazioni” o “robe d’avanguardia….” Non si vuol qui ricordare il clou della rassegna teatrale culminata con una “performance” che ha visto il palcoscenico del Teatro Verdi trasformarsi in “latrina”. Si discute molto sui ruoli della politica, o meglio della vita amministrativa e di chi la gestisce in dialogo, anzi in strettissima collaborazione con il “pastore” della Chiesa locale e di rimando, di presunte ingerenze, interferenze, sconfinamenti. Due sono i punti: Questione culturale, questione politica. E’ indubbio che il ve-
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scvo Paglia che guida la diocesi di Terni-Narni-Amelia, sia anche promotore di eventi culturali di spessore, come la rassegna dei popoli e delle religioni ma da qui a presentare un film anticristiano come qwuello di Battiuatio ce ne passa. Non sarebbe forse più opportuno promuovere come fa la Diocesi di Vicenza, una settimana biblica? Più nel merito della Nuova Evangelizzazione come auspico per primo Karol Woitila ad Haiti nel lontano 1983? Clamorosa la recente partecipazione e premiazione del grande artista catane il cui spessore artistico è indiscutibile cosi’ come inequivocabili sono le sue prese di posizione anticattoliche e anticristiane, tutto preso da frenesie “sufistiche”, lampi di “New Age” , e purtroppo anche messaggi sublinimali rilevate in alcune sue opere dal Centro Culturale San Giorgio di Ferrara, specializzato in questo genere di ricerche. La sua m,usica comunque a Terni Magazine iace. Politica: chiamare a raccolta le forze sociali, politiche, culturali, la cosiddetta “società” viva terzana per un Forum che coinvolga tutti i soggetti attivi al fine di impostare un dibattito, proporre progetti e idee per lo lo sviluppo della città che segna stancamente il passo in tutti i settori produttivi: dall’industria, al commercio, dall’agricoltura, all’artigianato, dalla piccola e media impresa al terziario, fino al ruolo delle Università, del Polo Ospedaliero, delle grandi infrastrutture, è sintomo evidente di una gestione secolare della Istituzione Chiesa locale, che va ad incidere ogni giorno profondamente e concretamente sulla vita del cittadino ternano. Ex struttura delle suore Orsoline docet. Insomma se non si è della parrocchia di Raffaelli-Berrettini (ma non come semplici parrocchiani, qualcosa di più), o non si è della parrocchia del vescovo Paglia, (molto più indicato alla guida pastorale di parrocchie e anime), si è esclusi da ogni possibile progetto. Perché ad esempio non affidare a manager competenti, scelti su criteri di capacità nel merito delle varie questioni legate alla politica culturale e della tutela e sviluppo dei beni culturali, del patrimonio artistico, la gestione della politica che dovrebbe fare della cultura un volano che concorre alla crescita della
Terni del Terzo millennio? E il ruolo delle future ridimensionate circoscrizioni? Si ha l’impressione che davvero Terni abbia completamente perso, nel corso degli anni la sua identità. Con il crollo delle ideologie. Con il tramonto del mito di “Terni città operaia”, con l’offuscamento dei vetusti intellettualismi che hanno portato al degrado e all’appiattimento, all’asservimento, anche i migliori propositi, si rende necessario aprire una nuova fase storica, politica, culturale. Fuori e lontana dai soliti schemi di potere. Scevra da influenze dei sempre più invadenti e fortemente presenti poteri palesi, occulti e/o trasversali. E’ necessario dar vita ad una nuova primavera ternana. Che scendano in campo forse nuove, soggetti nuovi, aria fresca. G.Pa
Un nuovo album per i
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Light Silent Death
Viaggio tra i gruppi emergenti ternani Il complesso si sta preparando anche per diverse esibizioni dal vivo In questo spazio dedicato alla realtà musicale ternana questa settimana parliamo di un gruppo emergente, i Light Silent Death, un progetto che nasce in una calda estate del 2006 da Simone Zampetti e Francesco Porchetti, rispettivamente il bassista e il cantante della band. Dopo un periodo iniziale dedicato al rifacimento di cover nello stile del gothic rock, raccontano i due fondatori, si è delineata l’intenzione di comporre la nostra musica. Il risultato di un lavoro che ha coinvolto anche Francesco Briotti alle tastiere, Marco Delle Fate e Francesco Bronzini alle chitarre è un discodemo che si chiama “20 years of obscuration” ed è composto da quattro brani di cui uno strumentale. “Come accade per tutte le formazioni emergenti e non solo, la registrazione della demo è stata fatta a livello “domestico” avvalendosi di un computer, alcuni software per l’elaborazione dei suoni e di una batteria digitale poiché non disponevamo ancora di un vero batterista. Tutti gli altri stru-
menti sono rigorosamente veri”! Il genere in cui si riconosce la loro musica è il death melodico sperimentale che ha le radici nei “dark tranquillity inflames”. L’ultima acquisizione nell’organico della band è Luca Paparelli alla batteria completando così un quadro di musicisti che provengono da esperienze con gruppi già affermati come T.e.r. e Human cluster. Chiediamo loro quali sono i prossimi obiettivi della band: “stiamo lavorando alla creazione di un nuovo cd di 10 tracce che includerà i pezzi della demo che verranno rimasterizzati. Inoltre ci stiamo preparando per alcune esibizioni dal vivo tra cui quella più vicina è il 24 aprile a Narni Scalo (per maggiori informazioni visitare il sito www.myspace.com/lightsilentdeath). Dopo il disco andremo nella direzione di trovare un’agenzia di promozione, per la quale abbiamo già un orientamento di scelta, e un etichetta che ci produca e distribuisca. Nonostante abbiamo creato da poco un profilo della band su My space gli ascolti dei nostri brani sono stati davvero numerosi; A proposito: visitateci e lasciate commenti sulle songs: per noi è importante sapere cosa ne pensate”. Francesco Bussotti Music Box Education Via XI Febbraio,39/41 Terni
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Week end nel ternano tra relax e buona tavola
agriturismo
ristorazione
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pesso si pensa all’ agriturismo come proposta esclusiva per turisti provenienti da altre regioni. Oggi invece, sempre di più, si desidera godere di un po’ di relax anche in una struttura non troppo lontana dalla propria residenza, per non aggiungere al proprio, lo stress di un inutile spostamento in auto. Gli operatori del settore, infatti, hanno saputo convertire la propria offerta da ambiente rurale, fedele alle sole tradizioni gastronomiche locali, a vero e proprio centro benessere. E’ sempre più facile, infatti, trovare in Umbria aziende che sono in grado di offrire, oltre alla buona cucina e ad ambienti arredati in modo raffinato nel più fedele stile povero e contadino, veri e propri angoli di paradiso, dove lasciarsi alle spalle ogni tipo di collegamento con la quotidianità lavorativa e familiare. C’è voglia di “coccolarsi”, di isolarsi dal mondo e rigenerare il proprio corpo e la propria mente. La provincia di Terni è ricca di centri di questo tipo, e anche se è difficile trovarne casualmente sulla propria strada, proprio per il posizionamento volutamente e necessariamente isolato, è possibile averne informazioni e note caratteristiche grazie a questa rubrica. Nostri operatori, settimanalmente, visiteranno strutture agrituristiche, alberghiere e ristoranti, per poter fornire al lettore informazioni preziose per trascorrere piacevoli week end o serate senza sorprese. Allora vediamo subito cosa ci segnalano questa settimana:
Agriturismo Marinella Amelia (TR) Località: Amelia (terni) Tipologia: Agriturismo Posizione: Collina Trattamento offerto: Solo pernottamento - Pernottamento e prima colazione - Mezza pensione - Pensione completa Sistemazione: Appartamenti Camere Posti letto: 22 Periodo di chiusura: Sempre aperto Restrizioni alla prenotazione: Nessuna Servizi: Ristorante Servizi per disabili Prodotti tipici Piscina Trekking Parcheggio Noleggio biciclette Animali ammessi Breve descrizione Antico casale ristrutturato nel rispetto della tradizione e della natura, circondato da ulivi secolari e dalla dolcezza della campagna umbra. Offre alloggio in camere, una riservata piscina e un ristorante con pasti ispirati alla tradizione umbra preparati con i prodotti aziendali.
Agriturismo
Ristorante agrituristico
Trenta Querce
Il Moggio Pié di Moggio (RI)
Trenta Querce Azienda Agricola ed Agrituristica Voc. Cerreto, 144
Il Ristorante Agrituristico Il Moggio si trova a Piè di Moggio, perfettamente a metà strada tra Terni e Rieti, percorrendo la SS 79 al Km 19+0,12.
Lugnano in Teverina (TR)
05020 Lugnano in Teverina (TR) Fax 0744 902390 Mobile 3397653710 Maria Barbara Conti, agronoma specializzata in enologia, ha realizzato con l’Azienda Agricola Trenta Querce il suo desiderio di vivere e lavorare a contatto con la Natura. La sua aspirazione è che il vostro soggiorno al “Trenta Querce” oltre ad essere un momento di vacanza e di evasione dalla routine quotidiana, rappresenti un incontro con la Natura destinato a lasciarvi un ricordo importante nel tempo e, magari ad aprire in voi, come è successo a lei, un nuovo modo di guardare, scoprire e vivere la Natura. “Trenta Querce” è proprio nel mezzo di un territorio felice che gli Etruschi e i Romani, campioni di civiltà e di saggezza, scelsero più di duemila anni fa per coltivare la terra o per vivere, proprio come voi, una vacanza rilassante.
La cucina si ispira alla tradizione Umbro-Sabina, rivisitata in chiave creativa e particolarmente attenta ad un uso moderato dei grassi e dei prodotti, tutti tassativamente certificati 100%biologico© poichè le materie prime sono genuine e di prima qualità, nel rispetto della stagionalità e con attenzione al territorio. Vengono proposti anche un menù degustazione carni allevate e lavorate in loco e un menù vegetariano. La cantina dispone di una selezione di birre e vini tipici Umbro-Sabini, con un occhio di riguardo per la produzione della Tenuta Agricola La Palazzola di Stefano Grilli (www.lapalazzola.it). Il tutto è offerto in un ambiente curato e accogliente, con un servizio rapido e attento alle esigenze dei clienti.
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tradizioni
P roverbi
Ricette
Chi l’ha detto che i piatti leggeri non sono gustosi? www.primipiattileggeri.it
-Cavallo nun alzassi troppo la criniera che l’erba nun cresce tutto l’anno.
Per te, una settimana di ricette per primi piatti leggeri ed assolutamente gustosi!
-Quello che se magna co gusto nun fa sta mai male.
Spaghetti con pomodoro, olive ed alici Ingredienti: spaghetti trafilati al bronzo, alici sott’olio, passata di pomodoro, aglio, olive nere snocciolate, olio extravergine d’oliva, sale, peperoncino. Preparazione: unire in una pentola le alici (tagliuzzate), le olive nere (tagliate a dischetti), l'aglio sbucciato, l’olio, il sale, il peperoncino, la passata di pomodoro, un poco d’acqua. Scaldare a fuoco alto e terminare la cottura con la fiamma al minimo e con il coperchio leggermente socchiuso. Scolare la pasta al dente, condire e ... accompagnare con un bel vino rosato fresco!
-Quanno lu gallu canta a spadollu, se ritroa col u culu a mollu.
Bucatini con le panocchie Ingredienti: bucatini trafilati al bronzo, olio extravergine d’oliva, aglio, panocchie (cicale di mare), pomodoro, prezzemolo, vino bianco, peperoncino, sale. Preparazione: mettere in padella l’olio, le panocchie tagliate a quattro pezzi, il vino bianco, il sale, il peperoncino. Mettere sul fuoco e far evaporare il vino a coperchio socchiuso, aggiungere successivamente il pomodoro. Scolare la pasta al dente, condire e profumare con le foglioline di prezzemolo. Stappare una bella bottiglia di bianco e ... Buon appetito! Spaghetti con speck e pomodorini Ingredienti: spaghetti trafilati a bronzo – speck -pomodorini – cipolla, olio extravergine d’oliva peperoncino - sale. Preparazione: in una pentola unire le fette di speck tagliate a striscioline, i pomodorini, la cipolla tritata finemente, l’olio, il peperoncino, il sale ed un poco d’acqua per la cottura. Scaldare a fuoco alto e terminare la cottura con la fiamma al minimo e con il coperchio leggermente socchiuso. Cuocere la pasta al dente, scolare, condire ed accompagnate con un bel vino rosso.
-Quanno Cesi mette lu cappellu o piove o fa tempo bello. -L’omo è fatto pe lavorà poco, sinnò strippa. -Quanno piove d’agosto, piove miele e piove mosto. -Fa del male e pensace…fa del bene e scordatene.
Vernacolo Poesie dialettali di
SPINO BIANCIFIORI L’URDIMU VITTURINU Se che sa da vedè; a li tempi d’oggi, angora vò giranno ‘sti “legnacci”. Robba da paci! Ah vitturì! Te scanzi o non te scanzi? Lu vidi se che ‘ngorgu ch’hai creatu? Stò firmi l’otobussi, li furguni, le macchine e perfino li peduni. E aggiornate se vòli circolà! Arza li tacchi! Tirete più llà! Vatte a ripone, tu e ‘stu cavallacciu. Fra ‘sti’impropèri e andre parolacce, in tèsta sarabanda di rimore, lu vitturino (urdìmu armastu ‘n tèsta città nostra) non se scompone. Se tira ‘n po’ più avandi, e loccu loccu, fa ‘n cumbrimendu a la bestiola sia; manna ‘n ‘curbittu a tuttu ‘ stu progressu e svorda a siccu, verzu ‘ n’andra via. Un’andra via? Ma quale? Indò s’argira è smpre ‘lla sonata. ‘N ce sta più postu ormai pé la “carrozza”, da li circhiuni che vò sborbottanno, lu mandice ch’è tuttu rattoppatu, e lu cavallu mezzu ‘mpurmunitu Lu vitturinu, ce lo sa che ormai, issu e lu legnu, so diventati pezzi da museu; ma forze angora sende nustargia
(come ‘stu core) di quilli tempi pieni dall’igria, e strigne forte, fra le mani sia, ‘nzieme a le briije l’urdima riga de ‘na puisia che mano a mano, Terni butta via. POEMA OPERAIU E’ Lungu cend’anni ‘stu candu d’amore ch’è fattu di giorni de ‘ n sulu colore bruciati a tre turni tra furni e siviere pe’ ‘n pane macchiatu di sangue e sudore. E’ lungu cend’anni ma è verde de core ‘stu candu che a Terni non sa de dolore, e scrie co’ le piaghe su un nastru d’acciaiu le righe de ‘ n sacru poema operaiu. LU FIORE PIU’ BELLU Sopre lu mardarellu ci sta’n fiore ch’ha canzunatu tande primavere. Su l’occhi dorgi, quanno che sorride, ce leggi angora oggi le più belle. E su la pelle, ‘ncartapecurita, quelle più brutte che ce da la vita. Lu stelu ‘n po’ per giornu S’è curvatu; non tantu pè lu tempu ch’è passatu, ma pe’ lu troppu amore e pe’ le pene che demo sempre a chi ce vòle bene. Ma non se trova Immagine più bella, anghe se tutta bianga è la corolla, e n’fazzulittu niru j’annisconne, fra tande rughe quelle più profonne. Per questo Ago pregatu “primavera”, e j’ago dittu su quistu mardu, arveni, arveni angora, e’ nzieme a la speranza e a le viole arporta come sempre tandu sole, pe’ ‘lluminà più a lungu ‘sta puisia di ‘n fiore ch’arzumija a mamma mia!
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BENESSERE
BENESSERE Consigli utili
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ome riconoscere e scegliere un buon olio extravergine d’oliva L’olio extravergine d’oliva è una delle eccellenze italiane di cui possiamo trarne vanto. E’ importante infatti sapere, che c’è una grande differenza con l’olio che proviene da altri Paesi. Non solo, le qualità organolettiche presenti sono molto differenti. La qualità dell’olio che usiamo in casa è un fattore importantissimo per il nostro benessere e per la nostra salute. Bisogna infatti ricordare che l’olio viene usato sempre, con tutti e tutti i giorni. L’olio viene utilizzato per condire ogni alimento, ci si condisce ciò che mangia il bambino, l’anziano e/o un malato. Infatti, uno degli alimenti consigliati per le persone debilitate è il riso con un filo d’olio. Quindi, usare in casa un olio di cattiva o scarsa qualità è un’azione scriteriata ed insensata. Come fare bene la spesa Una strana tendenza di noi esseri umani, è quella di associare al benessere il concetto di quantità. Più si possiede e più si è ricchi? Ma chi l’ha detto?! L’assurdo è che questo modo distorto di pensare è associato anche al cibo. Cosa fa la maggior parte della gente? Quando si aggira per le corsie del supermercato, aguzza gli occhi per individuare i prodotti a prezzo minore e riempie di questa merce il carrello della spesa. Risultato: viviamo nell’epoca in cui le persone sono più obese e peggio nutrite.Non sarebbe una buona idea acquistare meno alimenti, ma di maggiore qualità? Oggi con internet puoi conoscere le caratteristiche dei prodotti di una determinata marca e decidere se acquistarla al posto di un’altra.Ti crei un tuo memorandum su prodotti, produttori, politiche aziendali, referenze. In questo modo, quando vai a fare la spesa sai già quali marche scegliere e quali prodotti comprare. Cresciamo così nella cultura della sana alimentazione. Ricorda che notoriamente, chi parte per spendere meno, spende male e spende di più. Come ricaricarsi nel tempo libero C’è molta gente che butta letteralmente via un quinto del
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proprio tempo. E sai come?Trascorrendo passivamente le ore dopo cena. Lo so che si torna a casa stanchi la sera e dopo aver cenato si ha voglia solo di rilassarsi, succede anche a me! Ma, personalmente mi sono accorto di una cosa: se il sabato programmo l’intera settimana successiva, compresi i dopo cena, mentalmente sono ben predisposto ad occuparmi di qualcosa, anziché lasciarmi attrarre dal divano. Ricordati che il riposo è un processo attivo, non passivo. In pratica, ci riposiamo facendo l’esatto opposto di ciò che facciamo nel lavoro. È chiaro che se hai famiglia farai coincidere gli interessi di tutti ed ottenere così un ulteriore opportunità per comunicare e fare gruppo. Organizza le tue ore dopo cena!Metti in pratica, basta iniziare. Prova e vedrai aumentare velocemente il benessere tuo e della tua famiglia! Come programmare efficacemente il proprio tempo. Molte persone sono attente al centesimo e sprecano gran parte del loro tempo facendo cose assolutamente inutili. Altri invece trascorrono la loro vita lavorando ed accumulando denaro, dimenticando l’antica verità:
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una generazione accumula, una mantiene e una dissipa tutto. Oggigiorno, in molti lamentano di essere stressati per la mancanza di tranquillità. Allora ti dico: inizia da domani a programmare il tuo tempo! Comincia mettendoti in tasca un taccuino ed una penna. Annota durante il giorno i tuoi im-
pegni e le attività che svolgi. Riporta anche il tempo che impieghi. Fai un bell’elenco iniziando dalla prima cosa che fai la mattina, all’ultima prima di addormentarti. Dopo soli sette giorni sarai in grado di capire come ottimizzare le tue giornate, recuperando il tempo attraverso una diversa gestione degli impegni. Ti accorgerai in questo modo di attività inutili e di altre delegabili. In breve tempo sarai in grado di recuperare diverse ore della giornata, che potrai dedicare con sano egoismo a te! E credimi, non esiste una sola ragione al mondo che deve impedirti di usare il tuo tempo come vuoi tu! Come moderare il consumo di alcolici. Quello di cui non mi privo mai a pranzo e a cena, è un bel bicchiere di vino. A volte, in base alle pietanze, scelgo anche una bella birra! Cosa sarebbe il mondo senza questi sublimi nettari! semplice, ma efficace! Primo Luciano Di Emilio
Occhio sulla capitale Orari Musei Roma Musei Capitolini (museo archeologico,moderno) Piazza del Campidoglio 1 00186 Roma Orario Martedì-domenica 9.0020.00; 24 e 31 dicembre 9.0014.00 (la biglietteria chiude un'ora prima) Giorni chiusura Lunedì, 25 dicembre, 1 gennaio, 1 maggio Centrale Montemartini (museo archeologico) Via Ostiense 106 - 00154 Roma Orario Martedì-domenica 9.0019.00; 24 e 31 dicembre 9.0014.00 (la biglietteria chiude mezz'ora prima) Giorni chiusura Lunedì, 25 dicembre, 1 gennaio, 1 maggio Mercati di Traiano - Museo dei Fori Imperiali (museo archeologico) Via IV Novembre 94 - 00187 Roma Orario martedì - domenica 9.00-19.00 (la biglietteria chiude un'ora prima), 24 dicembre e 31 dicembre 9.00 - 14.00 Giorni chiusura Lunedì, 1 Gennaio, 1 Maggio, 25 Dicembre Museo dell'Ara Pacis (museo archeologico) Lungotevere in Augusta (angolo via Tomacelli) - 00100 Roma Orario Martedì-domenica 9.0019.00; 24 e 31 dicembre 9.0014.00 (la biglietteria chiude un'ora prima) Giorni chiusura Lunedì, 1 gennaio, 1 maggio e 25 dicembre Museo Barracco (museo archeologico) Corso Vittorio Emanuele 166/A - 00186 Roma Orario Martedì-domenica 9.0019.00; 24 e 31 dicembre 9.0014.00 (la biglietteria chiude mezz'ora prima) Giorni chiusura Lunedì, 1 gennaio, 1 maggio e 25 dicembre Museo della Civiltà Romana (museo archeologico) Piazza G. Agnelli, 10 - 00144 Roma - Il Planetario si trova nello stesso edificio che ospita il Museo della Civiltà Romana Orario Martedì-Venerdì 9.0014.00; sabato, domenica e festivi 9.00-19.00 (la biglietteria chiude un'ora prima). Giorni chiusura Lunedì, 1 Gennaio, 1 Maggio, 25 Dicembre Museo delle Mura (museo archeologico)
Via di Porta San Sebastiano 00100 Roma Orario Martedì-domenica 9.0014.00 (la biglietteria chiude mezz'ora prima) Giorni chiusura Lunedì, 1 gennaio, 1 maggio e 25 dicembre Villa di Massenzio (museo archeologico) Via Appia Antica 153 - 00179 Roma Orario Martedì-domenica 9.0013.30 (la biglietteria chiude mezz'ora prima) Giorni chiusura Lunedì, 25 dicembre, 1 gennaio, 1 maggio Museo Roma (museo di arte moderna) Piazza San Pantaleo, 10 00186 Roma Orario Martedì-domenica 9.0019.00, 24 e 31 dicembre 9.0014.00 (la biglietteria chiude un'ora prima) Giorni chiusura Lunedì, 1 gennaio, 1 maggio e 25 dicembre Museo Napoleonico (museo di arte moderna) Piazza di Ponte Umberto I, 1 00186 Roma Orario Martedì-domenica 9.0019.00; 24 e 31 dicembre 9.0014.00 (la biglietteria chiude mezz'ora prima) Giorni chiusura Lunedì, 1 Gennaio, 1 Maggio e 25 Dicembre
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STRANI CERCHI SULL’ERBA DAVANTI AL CIMITERO DI TERNI: VANDALISMO O NUOVI RITI? E’ notizia di pochi giorni fa quella del ritrovamento di strani cerchi nei pressi dei cimiteri nella zona del Ternano. Strani cerchi, e pacchetti di sigarette inchiodati ai tronchi degli alberi? Un codice? Vandalismo? Rituali? E’ difficile stabilirlo ma certamente la vicenda assume i contorni inquietanti del simbolismo rituale, anche se piuttosto particolare. Si, perchè se il cerchio è un simbolo comune all’interno dei vari rituali esoterici - essendo un simbolo antichissimo quanto la storia dell’uomo, a significare il costante e infinito percorso dell’anima nei vari livelli della conoscenza. Ma non solo. Nell’alchimia, il cerchio è simbolo di rigenerazione e di eternità (è l’Uroboros, il serpente che si morde la coda); nei rituali magico/esoterici è simbolo di protezione e di iniziazione. Quello che stupisce sono i pacchetti di sigarette inchiodati agli alberi. In certe culture africane e asiatiche si usa, nei riti magici, appendere bamboline o statuette agli alberi, a volte esse possono essere puntellate con spilloni d’argento o di altro materiale. Personalmente questa è la prima volta che leggo di pacchetti di sigarette attaccati agli alberi. In ogni caso la notizia spinge a diverse riflessioni, una su tutte, quella delle sette rituali che proliferano nel nostro Paese in maniera sempre più preoccupante. Cosa sono le sette rituali? Il rito nelle scienze sociali individua un insieme di atti o pratiche normativamente codificati, la cui violazione fa incorrere nella sanzione da parte di coloro che sono predisposti a controllare la conformità del rituale (il gruppo di amici, il collegio docenti, una setta religiosa, ecc.). Più in generale, negli studi antropologici e sociologici, il rito rientra in quell'insieme di pratiche e di conoscenze che formano i modelli culturali di una data società e svolgono una funzione di trasmissione dei valori e delle norme, di istituzionalizzazione dei ruoli, di riconoscimento dell'identità e di coesione sociale. Il rituale in sè, pertanto, non è una pratica negativa, anzi appartiene ai nostri modelli comportamentali da sempre. L’uomo, in quanto “animale sociale”, usa il rito per dare ordine a certi suoi bisogni e istinti. Vi sono purtroppo anche altre tipologie di rituali, quelle che, non riconoscendo la società civile quale modello da rispettare, si pongono al di fuori. Un esempio sono le sette cosiddette “satani-
che”, una parola che evoca immagini infernali e peccaminos. In realtà c’è molto di più dietro questa definizione, come più volte Massimo Introvigne, uno dei massimi esperti italiani del settore, ha sottolineato nei suoi studi. Le sette oggi si sono evolute, diversificate, e in molti casi hanno totalmente deviato dalle pratiche che le hanno originate. In tempi moderni si sono creati nuvi modelli di settarismo, dove il rituale, e coloro che lo praticano, sono divenuti strumento di altri e più “pratici” interessi. E’ di questi “borderliners”, soggetti ai margini di una società molto tecnologica e poco “socievole”, che il settarismo si nutre e si evolve. L’Umbria è una regione che in passato ha fatto parlare di se per via di ritrovamenti di cerimonie rituali in varie zone. Il terreno collinoso e l’abbondanza di boschi rappresentano il luogo ideale per gruppi di individui che non vogliono farsi notare. Resti di oggetti e simboli vengono scoperti di tanto in tanto in casali abbandonati, in antiche chiese, o nei cimiteri. Questi ultimi, dimora dei defunti, sono per certie tipologie di sette luoghi prediletti dove perpetrare le loro cerimonie. Tracciare un cerchio vicino a tali luoghi potrebbe essere collegato all’eternità dello spirito che, a differenza del corpo, non è soggetto dalla legge tempo. In ultima analisi, è onestamente difficile tracciare un’associazione simbolica tra il cerchio e un pacchetto di sigarette inchiodato a un albero. La sensazione è che si tratte dell’ennesima deviazione moderna e confusa di pratiche rituali a sfondo esoterico. Gruppo indip. di Studio e Ricerca www.thexplan.net lacommissione@thexplan.net Diego Antolini
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EVENTI SPETTACOLI…A TERNIe dintorni DAL 20 AL 27 MAGGIO Terni: martedì 26 maggio 2009 ore 21.00, Cristiana Pegoraro (pianista) all’auditorium di Palazzo Gazzoli presenta “Innovazioni tecniche e compositive” Ludwig van Beethoven: Sonata Op. 79; Sonata Op.49 n.1; Sonata Op.27 n.2 Chiaro di Luna; Sonata Op.27 n.1 Quasi una Fantasia; Sonata Op.101. Terni: fino al 27 maggio dalle ore 19.00 “Box of Emotions”, Galleria Daco, via del tribunale 9, wineARTfood. Amelia (Tr) Festa del patrono San Giuseppe. Dal 22 al 31 maggio 2009 Nella frazione di Fornole si svolge la Festa del Patrono San Giuseppe. Info: tel. 0744.981453. Amelia (Tr) XXXV maggio organistico amerino. Dal 3 maggio al 7 giugno 2009 La Rassegna del Maggio Organistico Amerino, che quest’anno giunge alla sua 35° Edizione, è uno dei più importanti Festival Internazionali d’Organo e di Musica antica. Amelia (Tr) ogni ultima domenica del mese dal 25 gennaio al 27 dicembre 2009 Antiquariato sotto le Mura, il mercatino dell’Antiquariato, del Modernariato e del Collezionismo, si svolge in Piazza XXI Settembre e in Viale dei Giardini. Una buona occasione per chi ama e chi è alla ricerca di oggetti rari. Ingresso libero. Info: tel. 0744.981453.
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DOVE COME QUANDO Spoleto(Pg) Sabato 23 Maggio 2009 alle ore 18 L’Associazione l'Orfeo promuove l'incontro Il vero Figaro, ossia dissacrazione del mito del factotum. Il convegno si terrà presso il Centro culturale POLId'ARTE (via Duomo 27 - piazza 0743 Tel. Signoria).Info: 260337. Spoleto(Pg) 22 e 29 maggio alle ore 17.00 si terrà presso Palazzo Mauri la Lectura Dantis Spoletana. La voce recitante di Pietro Biondi leggera' Il Paradiso - dal Canto XIII al Canto XXIII. Relatore, Gabriele Marra. Info: Tel. 074321.86.20. Orvieto (Tr) Venerdì 22 maggio 2009 L’Istituto Storico Artistico Orvietano, organizza una conferenza di Maurizio Damiani su Giuseppe Valadier – I restauri del Duomo e l’architettura ad Orvieto, alle ore 17.30 presso Palazzo Soliano. Info: tel. 0763.391025. Orvieto (Tr) Sabato 23 maggio 2009 alle ore 9.00 La IX Edizione del Premio Internazionale per i Diritti Umani: Città di Orvieto si svolge presso la Sala dei 400 del Centro Congressi di Palazzo del Popolo. Info: tel. 0763.3061 Orvieto (Tr) Il 23 e il 24 maggio 2009 In Via della Costituente si tiene il Mercatino dell’artigianato con i seguenti orari: il sabato dalle ore 15.00-24.00; la domenica dalle ore 8.00-20.00. Info: tel. 0763.341772 – 349.3156502. Orvieto (Tr) Il 24 maggio 2009 In Via della Cava, tradizionali festeggiamenti religiosi e civili in occasione della festività della Madonna della Cava con Cavajoli in festa. Info: tel. 0763.340963. Orvieto (Tr) 22, 23 e 24 maggio 2009 Mūsiké Tékhnē: il festival didattico rivolto a ragazzi, adulti e gruppi musicali provenienti da tutto il territorio nazionale. Presso il Centro Musica si terranno le lezioni di: strumento, lezioni di musica d’insieme, gruppi di lavoro e seminari.
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Domenica 24 maggio 2009 al Teatro Mancinelli si terrà il concerto finale. Info: tel. 0763.393127 Montasola (Ri) 27-28 maggio sagra della fregnaccia. La fregnaccia, tipico dolce di Montasola, comune della provincia di Rieti, è fatto con acqua e farina e può essere degustata accompagnata da zucchero o formaggio. Montalto di Castro (Vt) 26/28 maggio sagra dell’ asparago verde. Si può gustare l’asparago insieme alla tipica cucina maremmana. Tuscania (Vt) 22/24 Maggio Nitriti di Primavera - . Presso il Campo Ippico Cesetti di Tuscania si terrà la decima edizione della Fiera Nazionale del cavallo italiano “Nitriti di Primavera”. La manifestazione è tra le più importanti sul territorio italiano per quanto riguarda i cavalli, l’allevamento e l’equitazione. Carbognano (Vt) 26 maggio Festivita’ di Carbognano: festa del Santo patrono San Filippo Neri. Cascia(Pg) 22 maggio Al via le celebrazioni Ritiane. E' il caso dei giovedì di Santa Rita, una particolare devozione nata quasi trecento anni fa e mai interrotta. Il corteo in costume storico partirà da Via del Pago fino a raggiungere la Basilica dedicata alla Santa. Tel. 0743/71401 Cascia (Pg) 21 maggio alle ore 16.00 Presso il Museo di S. Antonio di Cascia, sarà inaugurata la III edizione della Mostra collettiva FLEURS opera d’amore. Inserita nelle manifestazioni ufficiali in onore di Santa Rita, la mostra e' allestita nella città, le opere sono collocate in differenti siti: Museo-Chiesa di S. Antonio, Il Roseto, il percorso meccanizzato delle Scale Mobili, il Giardino della Biblioteca, alcune sale del Palazzo Comunale e il Museo Civico di Palazzo Santi. Tel. 0743/71401. a cura di Mariana Ribeca
l’evento
Campus internazionale
A Ferentillo
per gli amanti della musica dal 21 al 31 luglio
N
el cuore verde dell'Italia è nato un campus internazionale aperto a tutti gli appassionati sia dilettanti che professionisti della musica. In un momento in cui il mondo è dominato da incertezze e rassegnazione il nostro obiettivo è quello di agire, di proporre, di creare un’occasione in cui la condivisione riesca ad andare oltre le paure verso l’altro. Crediamo che la forza principale dell’arte sia proprio questa e abbiamo scelto la musica per provarlo e provarci. Questo è un progetto realizzato da giovani per i giovani, (non solo di età, ma chi sente di avere uno spirito giovanile), e si propone come un momento di vacanza,di conoscenza, scoperte, creazioni, scambi, di musica d’Insieme. Il progetto è a cura del “Gruppo informale MusicAttiva”. Il Campus si svolgerà dal 21 al 31 luglio 2009, a Ferentillo (Terni), nel Centro di Educazione Ambientale ricavato da un ex convento immerso nella natura. La sistemazione è in camerate, e la cucina, provvista di prodotti locali, ma aperta alle ricette tipiche del luogo di provenienza dei partecipanti, sarà gestita a turno, collettivamente. Il tutto accompagnato, di giorno, da una splendida vista della vallata della Valnerina, e di notte da miliardi di stelle, ancor più brillanti senza le luci della città. E’ aperto a tutti coloro che suonano uno strumento musicale anche solo per passione. Sono accettati anche piccoli gruppi già formati e con un proprio repertorio. E' richiesta inoltre una buona capacità di adattamento e voglia di conoscenza. Lingue parlate: italiano e inglese. La quota di partecipazione è pari a euro 250,00 comprendenti di vitto, alloggio e trasporti (viaggi di arrivo e partenza esclusi). Il campus si potrà effettuare con un minimo di 8 e un massimo di 15 iscritti. Per agevolare il lavoro verrano formati dei gruppi ai quali verranno assegnati dei brani,in base alle proprie attitudini e preferenze, da preparare
insieme. Gli ultimi due giorni saranno dedicati ai concerti finali, nel quale tutti i gruppi avranno l'occasione di esibirsi. Grande spazio verrà dedicato alle uscite nel territorio umbro, in particolare nella provincia di Terni, e alla conoscenza dei maggiori compositori e musicisti ternani. Tutte le attività si svolgeranno nel pieno rispetto dell'ambiente, colui che veramente ci ospita. . Informazioni: tamara.m2006@libero.it Marghe.seme@alice.it Associazione culturale Cinderela 0744 461878 0744 424753 339 3718916
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sport&natura
Rugby:
uno sport antico come l’uomo
che passione!
L
a passione per il rugby a Terni si è accesa nel lontano 1936, quando Luigi Massoli, bolognese di nascita e allora impiegato alla fabbrica d’ armi, provò a contagiare con il suo entusiasmo i ragazzi del posto. Al suo appello risposero diversi giovani, tra i quali in particolare Aristide Proietti; è con lui che Massoli, dopo un primo tentativo fallito, riuscì ad iscrivere la squadra di Terni al campionato interregionale: eravamo nel 1939 e la compagine si chiamava Club Rugby GIL. La neonata squadra riuscì a classificarsi all’ esordio al secondo posto, dietro all’ Aquila. L’ attività agonistica del Club Rugby GIL fu costretta a fermarsi in seguito allo scoppio della seconda guerra mondiale. Soltanto nel 1969 la palla ovale riprese a rotolare sui campi di Terni, sempre su iniziativa di Aristide Proietti: la nuova squadra, il “rugby fiamma”, partecipò in quell’ anno al campionato di serie C. La prima iscrizione ad un campionato nazionale avviene nella stagione 2006 – ’07, all’ interno dell’ attività svolta dalla Polisportiva San Giovanni Bosco: la guida tecnica è affidata a Mario Pariboni. Il crescente seguito ed i successi ottenuti in ambito professionistico portano il team a ritagliarsi uno spazio autonomo all’ interno della vita sportiva
)
Tiro con l’arco ternana, avendo nel frattempo trovato anche uno sponsor nel gruppo Central Motor. Al vertice della società c’ è il presidente Alessandro Betti, affiancato nella gestione da Tommaso Foschi in rappresentanza del nuovo sponsor. Un ruolo importante è svolto anche da Cesare Mattea, coordinatore del settore Propaganda Mini Rugby; il settore giovanile della Central Motor Terni Rugby può contare sugli Juniores dell’ under 15, 17 e 19. L’ attenzione al vivaio è dimostrata anche dai rapporti che la società intrattiene con le scuole medie inferiori e superiori della provincia e dall’ organizzazione dell’ importante Trofeo SantoValentino. Per chi fosse interessato ad avviare il proprio figlio a questa disciplina, non deve far altro che recarsi il martedì e il giovedì alle 17 e 30 al campo sportivo dei ferrovieri in via Piemonte. Un importante riconoscimento dell’ attività svolta nel corso del tempo è arrivato anche dal consiglio comunale.
Andrea Dominici
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i capita di vedere di tutto in arcieri evoluti, a volte anche rasentando i pilastri della moderna tecnica di tiro. Ma poi ci accorgiamo che il gesto viene svolto sempre allo stesso modo quasi senza sforzo e che soprattutto il risultato e la prestazione sono elevati. E' chiaro che in questo caso centinaia di migliaia di frecce hanno sviluppato nell'arciere un controllo inconscio ed una percezione motoria che rendono l'esecuzione quasi sempre uguale e per giunta in ogni condizione. Da questa osservazione si intuisce che il gesto tecnico è formato da un insieme di momenti che ognuno di essi è in progressione e viene svolto impegnando sempre allo stesso modo i distretti muscolari e nervosi preposti. Sicuramente in una prima fase evolutiva il gesto non appare fluido, questo è dovuto ai numerosi controlli effettuati consciamente dall'arciere e, probabilmente, anche per una condizione fisica non brillante. E' opportuno sottolineare, quindi, quanto è importante conoscere la struttura del gesto tecnico: per il neofita rappresenterà uno schema chiaro di esecuzione che consente di sviluppare quei meccanismi di automatizzazione che produrranno una buona fluidità, economia di risorse mentali e fisiche e di conseguenza migliori raggruppamenti. I meccanismi di automatizzazione liberano l'atleta da tutti quei controlli necessari nella prima fase evolutiva limitandoli in seguito a due tre punti cruciali a vantaggio di una maggiore fluidità del gesto evitando, quindi, inutili e dannose interferenze muscolari.
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ASPETTI PSICOLOGICI NEL TIRO CON L'ARCO
Il tiro con l'arco proprio per le sue caratteristiche è uno di quegli sport in cui è considerata rilevante l'assistenza psicologica sia per gestire l'ansia dell'atleta che per migliorare le capacita prestative. Lo sviluppo e l'ottimizzazione delle risorse mentali comporta un processo di formazione lungo, pianificato, flessibile e adattato alle richieste individuali, come avviene in eguale modo per le capacita condizionali, coordinative, tecniche e tattiche. La capacità di controllare gli stati d'ansia nella situazione stressante di gara è una delle necessità più impellenti dell'atleta. L'ansia non deve essere, comunque, considerata un elemento sempre negativo; infatti questa sino a un determinato livello (soglia d'ansia) è addirittura positiva, utile, aiutando l'organismo a prepararsi nel modo migliore per far fronte all'impegno. Abbiamo quindi una attivazione, o arousal, ottimale che può essere identificata con quella parte utile dell'ansia, e che consente una preparazione ottimale dell'azione. e delle sue modificazioni durante le prestazioni. Danilo Momoli
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10/10/2009
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Ippica: Una simbiosi tra uomo e animale Si trova a Narni, in una zona particolarmente favorite per le condizioni climatiche ed ambientali, il centro ippico più attrezzato dell’ Umbria. Nato nel 2001 su iniziativa del giovane talento Gianluca Quondam Gregorio, il “Club Ippico Regno Verde” propone una struttura di primo livello per tutti gli appassionati di questo sport: l’ impianto è infatti composto da eleganti e comode scuderie per l’ alloggio dei cavalli a pensione e di proprietà; è fornito di una giostra automatica per sei cavalli, di un maneggio coperto, di due campi per l’ allenamento e per le gare in sabbia, di un campo in erba di 7000 mq per gran premi e concorsi internazionali. Sono poi presenti paddock per fattrici e puledri e box comodi ed accoglienti per ospitare i cavalli degli atleti provenienti da fuori regione. Il club ippico è nato nel 1999 come scuderia privata, ma dopo soltanto un anno e mezzo Gianluca e il padre Franco hanno deciso di dare vita ad un centro equestre specializzato, capace di fungere da scuola di equita-
zione e di ospitare importanti competizioni italiane ed internazionali. All’ inaugurazione dell’ impianto, avvenuta il 28 giugno 2001, l’ allora presidente Franco Quondam Gregorio ha tenuto a sottolineare quella che è l’ importanza di questa disciplina e la sua capacità di porre in un rapporto armonioso l’ uomo con l’ ambiente e gli animali: “Praticare l’ equitazione una volta era per tanti un sogno, mentre oggi è, nel panorama sportivo nazionale, una disciplina di rilevante importanza, visto il sempre crescente indice di gradimento riservato alle discipline equestri. Ritengo l’ equitazione uno sport che valorizza il rapporto uomo – animale – ambiente, che trova nel nostro paese un sempre maggiore radicamento in considerazione dell’ accresciuta presenza di centri ippici, divenuti ormai una realtà che fa parte delle nostre zone extra – urbane. Gianluca, vice – presidente del centro e istruttore federale, tiene a precisare in modo particolare che “il club svolge attività di promozione e divulgazione degli sport equestri, e per questo è impegnato nella formazione di atleti competitivi ai vari livelli”. Nell’ ambito di questi obiettivi l’ ippica viene esercitata come istruzione di base e come attività agonistica di salto a ostacoli; il corso tenuto dall’ istruttore federale si rivolge ai bambini dagli otto anni in su, con lezioni tenute ogni giorno dalle 16 alle 20. Ad affiancare in questa esperienza Gianluca ci sono anche la madre Giuseppa Fichera, presidente del centro, e Monica Murtinu, campionessa italiana istruttori del 2006. Ogni anno si svolge all’ interno dell’ impianto l’ importante Trofeo Master, al cui vin-
citore viene assegnata in premio un’ autovettura offerta dalla Central Motor SPA, sponsor del club ippico: il concorso avviene in due tappe, nell’ ultimo week – end di Agosto e di Settembre e quest’ anno prenderà avvio l’ ottava edizione. Inoltre, trenta giovani atleti agonisti cresciuti all’ interno del circolo partecipano ogni fine settimana a gare nazionali disputate in ogni parte d’ Italia. L’ esperienza messa a disposizione da Gianluca è senz’ altro di primo livello. Originario di Catania e cresciuto grazie ai consigli di Arnaldo Bologni, uno dei più forti cavalieri italiani, l’ istruttore federale vanta un palmares di tutto rispetto: la sua carriera è infatti stata impreziosita dalla medaglia d’ oro ai giochi mondiali militari del 1995, dal titolo italiano militare del 1994, dalla medaglia d’ argento ai campionati italiani young riders del 1995 e dalla medaglia di bronzo al campionato italiano juniores del 1994. A. D.
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