MAGAZINE giugno - luglio 201o numero 11 anno II
PUBBLICAZIONE MENSILE - GIUGNO - LUGLIO 2010 - Distribuzione: TERNI MAGAZINE
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L’ECONOMIA ALLA RICERCA DI NUOVE ROTTE UNIVERSITÀ Braccio di ferro con Perugia
LOTTA AGLI ALCOLICI Una battaglia vinta
AMBIENTE Aria pesante
L’ARTE DELLA SABBIA Intervista alla Compagnone
“Bisogna prendere speciali precauzioni contro la malattia dello scrivere, perché è un male pericoloso e contagioso”. Abelardo, Lettere a Eloisa
La Web&Books edizioni seleziona opere di scrittori emergenti e non per eventuale pubblicazione. Manda le tue opere, in formato word, all’indirizzo webbusiness@aruba.it completo di scheda informativa sull’autore
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indice il I° Concorso per giovani autori satirici Ternani
E MAGAZIN
MAGAZINE
Concorso Terni Satira
I concorrenti possono inviare i loro lavori (max 3 vignette, formato .tif o .jpg all’indirizzo info@ternimagazine.it)
Il vincitore verrà pubblicato sulla rivista Terni Magazine, ed una selezione dei migliori lavori sul sito www.ternimagazine.it I lavori andranno consegnati tassativamente entro il 30 agosto 2010
EDITORIALE
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Umbria tra conservatorismo politico e riforme strutturali
a politica, intesa come l’esercizio di un potere per amministrare la cosa pubblica ed indirizzare, mediante le leggi, scelte che andranno a condizionare la società in tutti suoi aspetti in nome di un interesse comune superiore, non sempre riesce a rispecchiare le aspettative e le volontà della gente. La democrazia rappresentativa, se non si riforma abbandonando le distorsioni provocate dalla sete di potere che con i suoi giochi pervade la nostra cultura, potrebbe portare al fallimento di un sistema divorando sé stessa. In sostanza, i buoni principi sono solo esteriorità che nascondono privilegi ed interessi privati, esasperazioni ideologiche a discapito dei desiderata e della morale comune. Ed ecco allora che le prebende, la burocrazia inutile, il malaffare, il sovrapporsi di leggi e regolamenti prendono il sopravvento e soffocano la vita delle persone fino a minare le fondamenta del sistema democratico. Non è facile che i poteri trovino un equilibrio e che tutte le istanze trovino pieno accoglimento nelle azioni dei governi locali e centrali, ma non possiamo più assistere inermi nel vedere che la cosa pubblica diventi una casa gestita da furbi o da gruppi che se ne servono come sponda per fare i propri affari, che non si conciliano con un disegno armonico di interesse sociale ge-
nerale. Ci troviamo di fronte una politica omologata da uno stile auto-referenziale che oscura invece di illuminare. Personalismi che prendono il sopravvento, creando vere e proprie cricche di interesse economico o semplicemente ideologiche, in cui si confluisce per condizionare a proprio beneficio i risultati di un’azione amministrativa o legislativa, dimenticandosi il resto
rare per affermarsi, a cui il cittadino si deve rivolgere con timore reverenziale altrimenti non ottiene ciò che gli è dovuto per diritto e nei tempi dovuti. La reazione istintiva ma becera di chi non vuol sottostare a queste forche caudine sono l’abusivismo e il non rispetto di norme astruse, magari con l’aiuto sotterraneo dello stesso potere che trova comunque la strada per
della società. Esempi tipici: le leggi ed i regolamenti urbanistici, edilizi, e fiscali, oramai vere e proprie sciarade di difficile interpretazione che richiedono esegeti ed ermeneuti più che avvocati, geometri od architetti. Per non parlare della mancata diffusione delle notizie che, per trasparenza, il cittadino dovrebbe conoscere su come il comune spende o su cosa concede. Insomma nella politica, più che il concetto di trasparenza, si annida quello di un potere e che vuole oscu-
proteggere il proprio elettore compiacente. La democrazia, che così distorta è divenuta odiosa e costosa, sta divenendo un mostro da abbattere correndo tutti i rischi che ne conseguono. Non rappresenta più, così trasfigurata, ciò che tutti vorrebbero. Il risultato è che o si distruggono i tarli o il legno si polverizza. Come ricominciare? La Lega Nord sta costruendo il suo successo su questi presupposti, e probabilmen-
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te la metà dell’Italia che fa la differenza in economia, sta seguendo questo partito, pur nelle sue distorsioni, nella speranza che raddrizzi la strada; e l’altra metà d’Italia (tra cui ci siamo anche noi) cosa farà? Rimarrà solo a fare barricate per motivi ideologici, geografici ed unitari o riuscirà anch’essa a riformarsi per scongiurare un fallimento alle porte? Questa ipotesi va scongiurata con una solida verifica all’interno dei partiti che dia spazio a ciò che oramai tutti desiderano e che ora non viene rappresentato adeguatamente. Rinnovarsi nelle riforme Qui da noi in Umbria questo diktat si sta trasformando in alleanze regionalmente trasversali tra province con ideologie comuni che fanno massa critica. Si sta agendo per salvare il salvabile rimanendo però uguali a se stessi: garantire la permanenza del proprio potere suddividendo il territorio come più conviene. Pazzesco. Si prospetta un nuovo allineamento dei confini amministrativi, non per ragioni di economia e snellezza burocratica ed equilibri territoriali, ma per logica di controllo politico. Si stanno progettando nuove riserve in cui si spera che la propria “tribù” non muti ideologicamente. Non si lavora per cambiare ma per far rimanere tutto immutato. A. M.
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Lettere al direttore LA POSTA DI TERNIMAGAZINE: Inviateci le vostre lettere a posta@ternimagazine.it
Gentile direttore, mi chiamo Laura e sono una mamma di 39 anni con due bellissime bambine, Moira di 7 e Sara di 4. Le scrivo per segnalarLe la sparizione dei giochi gratuiti alla passeggiata. Fino all’anno scorso ero abituata a portare le mie bambine sull’altalena e sullo scivolo. Ora non c’è più niente. Si parla tanto di mancanza di soldi, di questioni di sicurezza, ma che pericolo c’è nel mandare i propri bambini su di un’altalena? Alla sicurezza pensiamo noi mamme, come è e come deve essere. Vi ringrazio per l’attenzione Laura da Terni
Gentile redazione, rivolgo questa mia lamentela a tutti i gestori di negozi e agli autisti degli autobus. La stagione calda si avvicina, e sappiamo tutti che nella conca l’afa a volte si fa insopportabile. Io ho 64 anni e me ne starei chiusa volentieri a casa, ma la spesa bisogna farla anche d’estate! Appena si entra dentro un negozio o un autobus si viene investiti da una corrente freddissima che ti congela il sudore addosso. Capisco che l’aria condizionata è una necessità se lavorate tutto il giorno al chiuso, ma non vuol dire che dovete tenere temperature da polo nord! Per gli anziani come me questi sbalzi di temperatura sono micidiali. Vi prego di pensare anche a noi! Agata da Terni
Vi scrivo per raccontarvi un episodio capitatomi qualche giorno fa. Ero con la mia bambina a fare la solita passeggiata del sabato in Corso Tacito. Eravamo di fronte al bar all’incrocio con via Benedetto Faustini a consumare un gelato, in piedi, in mezzo al via vai dell’incrocio, quando un Suv incrociando la strada ha rischiato di mettere sotto mia figlia. Per fortuna ho avuto la prontezza di tirarla per la mano. Ora vorrei chiedere: ma è possibile che veicoli di quelle dimensioni possano circolare in Zone a Traffico Limitato, dove corrono bambini? Maurizio da Terni
Vi scrivo per parlare della fantomatica metropolitana di superficie che doveva collegare Cesi con il centro di Terni. Sono stati spesi soldi, sono stati fatti lavori, costruite mini-stazioni, utilizzate i (nostri) soldi delle tasse, e poi? Qualcuno avrà mangiato i nostri soldi un’altra volta. Possibile che i cittadini non chiedano mai conto ai politici di come si spendono i suoi soldi? Se almeno ci spiegassero quali sono i problemi.. invece niente, non se ne parla più. Spero che Ternimagazine, da sempre attento a scovare le magagne della città, possa fornire presto una risposta alle mie domande. Paolo da Cesi Web & Books
L’opinione GLI EX SESSANTOTTINI TERNANI E I LORO “CLONI” CONTINUANO A DETTAR LEGGE E’ scoppiata la polemica su quella che le frange della sinistra estrema ternana hanno definito “intimidazione poliziesca”. “Solidarietà a quanti sono stati destinatari, negli ultimi giorni, dei cosiddetti ‘avvisi orali’ e ‘divieti’ da parte della Questura di Terni per aver partecipato alle manifestazioni contro la Lega Nord e Casa Pound”. La esprime il capogruppo di Rifondazione comunista – Federazione di sinistra a Palazzo Cesaroni Damiano Stufara. La Questura di Terni avrebbe notificato “avvisi orali e divieti, sotto pressione del Ministero dell’interno, tenuto dal leghista Roberto Maroni e del Governo Berlusconi”. Così risponde il gruppo consiliare regionale del Pdl, in una nota firmata da Raffaele Nevi e Alfredo De Sio: “Il Popolo della libertà, che nulla ha a che vedere né direttamente né attraverso le sue strutture giovanili con gli episodi ed i soggetti delle vicende accadute, stigmatizza il tentativo di criminalizzare il governo nazionale ed il Pdl e rileva con preoccupazione come le parole del capogruppo di Rifondazione siano strumentalmente rivolte ad accrescere un clima di scontro fatto di insulti e delegittimazioni che rispediamo per intero al mittente”. In fondo è la storia dell’estrema sinistra ternana che i maniera monotona si ripete negli anni. Sono i reduci del comunismo, ormai morto e sepolto in quasi tutte le parti del mondo, autore di persecuzioni, uccisioni, negazione di ogni fede e credo e di ogni libertà di espressione come ancora oggi avviene a Cuba, sotto la dittatura di Castro. Scoppiò anche a Terni il ’68. Prevalentemente lo cavalcò il Pci. I figli di quella stagione diventano tutti dirigenti locali del Pci e futuri assessori comunali, regionali, parlamentari. Ma sorsero anche formazioni estremistiche aderenti a Potere Operaio, i cui dirigenti di allora sono oggi accomodati e ricchi professionisti. Tra gli altri primeggiava un “fervente” militante di Lotta Continua, oggi sindaco rimbalzato più volte agli “onori” della cronaca. Poi è arrivata l’epoca delle radio libere, ed ecco che alcuni di loro rispuntano stavolta alla guida di Radio Evelyn. Finita quell’ “epopea” ecco sbocciare nuovi “fiori”, nuovi cloni che ruotarono intorno alle macerie della propria esistenza e a quelle del cosiddetto “palazzo primavera”. Cominciò una lunga era di forte conflittualità con gli amministratori locali. Sorsero poi altre generazioni di “ultras” che si costituiscono in centri sociali, ed altri movimenti politici di estrema sinistra. Oggi, si verifica un paradosso: le formazioni dell’estrema sinistra extraparlamentare come Pdci e Rifondazione, in piazza fomentano il disordine sociale, alimentano le tensioni e perseguitano la libertà di espressione, mentre nelle istituzioni regionali e locali, siedono nelle stanze dei bottoni insieme ai “cugini” del Pd. Web & Books
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MAGAZINE GIUGNO - LUGLIO 2010
Editoriale
Pag 03
Lettere e L’opinione
Pag 04
L’INTERVISTA Gabriella Compagnone CRONACA Marcellini
SOMMARIO
Pag 06
Pag 07
ATTUALITÀ Il Fatto
Pag 09
Forum
Pag 11
Inchiesta
Pag 13
Economia
Pag 15
Ambiente
Pag 17
Ricerca
Pag 20
Università
Pag 21
Terni dimenticata
Pag 23
Contromano
Pag 41
Il Personaggio
Pag 43
CULTURA & ARTE Cultura
Pag 44
Umbria Musicall
Pag 45
Fumetto
Pag 46
Economia Basell: c’è ancora speranza
INSERTO: COME, DOVE, QUANDO
Eventi e non solo
pag. 25
RUBRICHE Benessere
Pag 48
Psicologia
Pag 49
La città del futuro
Pag 51
Usi e costumi
Pag 52
Arti e mestieri
Pag 54
Grande fratello
Pag 55
Estetica
Pag 57
Moda
Pag 58
Alimentazione
Pag 59
Sport
Pag 60
Ricette,Vernacolo, Proverbi
Pag 61
Il fatto Alcool e minori
pag. 15 TERNI
pag. 07
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L’INTERVISTA
GABRIELLA COMPAGNONE L’arte della sabbia
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i chiama Gabriella Compagnone, ha solo vent’anni ma le idee molto chiare sul suo futuro. Nata e cresciuta a Terni, potrebbe sembrare, a prima vista, una ragazza come tante: in realtà ha una dote che la caratterizza su tutte le altre, un talento non comune, forse l’unico del genere in Italia. Gabriella sa fare quadri con la sabbia. E non come quelle figure stilizzate che ci si diverte a fare al mare con un bastoncino di legno. Le sue sono vere e proprie opere d’arte. Ogni singolo granello, guidato con dita sapienti, si trasforma in un volto, subito dopo in un animale, e poi ancora in un bambino. E’ questa la magia della Sand Art, come è stata denominata l’originale espressione artistica resa famosa dalla pubblicità dell’Eni: il fatto che le immagini durano al massimo qualche minuto per ricomparire poi sotto altra forma, in un gioco continuo di sovrapposizione e di effimera consistenza. Se in Italia molto probabilmente
la Compagnone è una delle pochissime persone che sanno cimentarsi in queste creazioni, gli altri, nel resto del mondo, si contano sulle dita di una mano. L’artista ternana da quattro anni si cimenta in questa difficile forma espressiva, ma è da qualche mese che è diventata veramente famosa grazie alle sue opere. Insieme al gruppo musicale Note di Sabbia, infatti, ha partecipato alla trasmissione televisiva ideata da Maria De Filippi, Italia’s Got Talent, riuscendo ad accaparrarsi, un quadro dopo l’altro, la meritata finale. Unanimi i consensi e i commenti favorevoli alle esibizioni dei giovanissimi talenti che, solo per un soffio, non sono riusciti a conquistare l’ambita vittoria. Gabriella, come hai scoperto questo tuo talento? Ho frequentato l’istituto d’arte di Terni e un giorno un mio professore di animazione sperimentale ebbe la folgorante idea di farmi conoscere questa forma
artistica innovativa. Ho visto un video su You Tube e sono stata immediatamente conquistata dalla Sand Art. Ho iniziato quindi ad appassionarmi al genere e ad impegnarmi a fondo nella realizzazione dei quadri. L’unico mio problema è che in realtà nemmeno il mio professore poteva aiutarmi, essendo impreparato in materia. Di certo mi ha molto aiutato con consigli tecnici e con suggerimenti però si può affermare tranquillamente che, nel mio caso, ‘l’allievo ha superato il maestro’. Come ti è capitata l’opportunità di partecipare alla trasmissione Italia’s Got Talent su Canale 5? Così per caso. Uno dei ragazzi della band, infatti, aveva inserito molto tempo fa un mio video su You Tube, con la convinzione che qualcuno lo avrebbe notato. E, in effetti, così è stato. Un autore del format si è imbattuto in esso e mi ha contattato. Così è cominciata questa stupenda avventura che mi ha divertito tantissimo e ha permesso alla mia arte di essere conosciuta ed apprezzata dal grande pubblico. Pensi che la Sand Art possa diventare il tuo lavoro futuro? Lo spero molto, perché mi appassiona e mi entusiasma. In realtà però, se potessi scegliere, mi piacerebbe dedicarmi ad una professione legata in qualche modo
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Gabriella Compagnone
al mondo del teatro. Com’è il tuo rapporto con la popolarità? Io sono rimasta me stessa e con i piedi per terra. Anzi. Devo dire che un po’ il mio approccio con il successo mi imbarazza: non mi ci vedo proprio ad interpretare la parte della diva che firma autografi e si fa scattare fotografie con i suoi fans, non rientra nella mia personalità. Fortunatamente però, questo a Terni non succede: mentre infatti dal resto d’Italia mi hanno cercato o contattato per dei lavori, soprattutto dopo la partecipazione in tv, nel mio paese non mi conosce quasi nessuno. Forse è proprio il caso di dire: “Nemo profeta in patria”.
Simona Tenentini
CRONACA
RESISTENZA TRA UMBRIA E LAZIO: POLEMICA SU EPISODI DI ALCUNI PERSONAGGI CONSIDERATI APPARTENENTI ALLA BRIGATA GRAMSCI Marcello Marcellini
Intimidazioni Un grave episodio di intimidazione a Terni nei confronti dell’avvocato Marcello Marcellini, autore dei due libri “I giustizieri” e “Un odio inestinguibile”, (Mursia Editore), sui retroscena delle imprese della Brigata Gramsci tra L’Umbria e il Lazio, nel periodo della Resistenza. Un inquietante graffito è comparso nottetempo “simbolicamente” sul muro della BTC con la minaccia di stampo mafioso: “Marcellini cominci a stancarci…” Come a dire: “La cultura a Terni è roba nostra”, “La storia la facciamo noi”. “Cosa ha fatto di male Marcellini”, si è chiesto tra l’altro in una nota il capogruppo dell’Udc Enrico Melasecche, “avvocato con il pallino per gli studi storici? Ha pubblicato il risultato di ricerche approfondite su quanto di meno esaltante hanno fatto alcune brigate partigiane, in una fase terribile per il nostro Paese in cui la guerra civile ha insangui-
nato anche Terni. Che Marcellini sia persona scomoda è noto ma se non ci fossero persone scomode e coraggiose l’Italia si ridurrebbe ad un gregge belante in un senso e l’Umbria e Terni in un gregge belante in senso contrario. Vivaddio esiste ancora la libertà di esprimere le proprie opinioni ed una Costituzione che la garantisce, salvo ovviamente non scadere nella calunnia. Ebbene una sinistra che a Roma protesta, giustamente, per una legge che rende sempre più difficile il lavoro della magistratura inquirente, ma a Terni ed in Umbria, non garantisce agli altri gli stessi diritti di opinione non ha credibilità né dimostra di essere in grado di meritare di diventare classe di governo in questa situazione politica ingessata”. Una scritta ancora più subdola perché non è accompagnata da alcun simbolo, mentre la matrice è chiaramente comunista. Bisogna ricordare che alla Guerra di Liberazione non hanno contribuito solo quelli con la falce e martello, ma anche cattolici, preti, repubblicani, socialisti, e rappresentanti di tutte quelle forze politiche e culturali che il fascismo aveva messo al bando e che non certo si macchiarono di atroci delitti.
I due volti della Storia Tra la fine di marzo e i primi di aprile del 1944 alcuni battaglioni della Wehrmacht e delle SS Polizei effettuarono una feroce rappresaglia contro la brigata partigiana «Gramsci» che controllava una vasta zona dell’Appennino compresa tra le province di Terni e di Rieti. Dopo una decina di giorni squadre superstiti di partigiani soppressero fascisti o presunte spie. Quale fu la vera ragione di queste uccisioni? E perché la morte di un povero vecchio, ammazzato dai tedeschi durante un pattugliamento, fu fatta passare per la barbara esecuzione di un partigiano per mano di «criminali fascisti»? Quale fu il criterio di giudizio adottato dai magistrati che nel dopoguerra indagarono sugli omicidi? La polemica è prevalentemente scoppiata sull’esito e sulla legittimità di quei processi e di quelle sentenze che assolsero i partigiani accusati di essere stati, in alcuni episodi, autori di sostanziali rese dei conti. Ma occorre tener conto del particolare momento storico: immediatamente a ridosso degli eventi bellici che sconvolsero tante famiglie. Come avvenne per l’Unità d’Italia, fatta passare come un grande fatto epico ed eroico, quando nel Meridio-
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ne fu attaccato un legittimo Regno, senza dichiarazione di guerra: 1 milione di persone uccise, 62 paesi incendiati, rappresaglie da far “invidia” a quelle citate. Eliminazione nella calce viva di migliaia di meridionali nella Fortezza di Fenestrelle in Piemonte a 2000 metri d’altezza. La storia ha sempre due volti. La polemica “Mi rimane difficile”, afferma Marcellini, “cogliere il motivo di queste ingiustificate azioni, minatorie e antidemocratiche, che dimostrano ancora una volta come la libertà di stampa e di ricerca storia siano palesemente violate. Nelle mie pubblicazioni mi sono semplicemente basato sui fatti accaduti.” L’avvocato ternano illumina il campo delle verità nascoste sulle vicende dei partigiani in Umbria e Lazio. Vengono riproposte e rivisitate storie come quella su Maceo Carloni, già presentate da Vincenzo Pirro nel 1999 nella rivista “Memoria Storica”. Le verità inoppugnabili dei processi superano le parzialità degli archivi storici. Assai diversa la visitazione storica dei componenti del Centro sociale Germinal Cimarelli forse già “stanco” del primo libro di Marcellini, insieme ad Arci, FGCI, Rifondazione, PDCI, SeL ed altri. L’accusa In merito a “i Giustizieri”, secondo gli esponenti del “Cimarelli” tornando “al merito e al metodo storico, Marcellini ci dice poco; e quel poco che gli permette di ricostruire in
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CRONACA modo unilaterale e de-contestualizzato la (sua) presunta verità. Ecco allora che dell’uccisione di Luigi Martinelli e Alberto Guadagnoli dell’11 marzo 1944, l’autore ignora, volutamente, alcuni antefatti imprescindibili, come la rappresaglia di Poggio Bustone, che il giorno prima (il 10 marzo 1944) provocò 5 morti, numerosi feriti, incendi e saccheggi. In seguito, tra marzo e aprile – quando Poggio Bustone viene riconquistata, saccheggiata e messa a fuoco da tedeschi e fascisti con un bilancio di 11 persone fucilate, a cui si aggiungono i 18 morti di Morro Reatino (con Costantino Rossi chiuso e bruciato vivo in casa) – i rastrellamenti fascisti conteranno 51 morti a Leonessa, 15 a Rieti, 38 nella zona tra Narni, Otricoli e Calvi, 63 nel Nursino e nel Casciano, e, infine, 25 nella Valnerina, senza contare i deportati che sarebbero stati tra le varie zone almeno 3504. Un colpo feroce inferto alla brigata Gramsci che si decide a preparare una controrappresaglia. Sarà questa a colpire Maceo Carloni, aderente dal 1932 al Pnf e dirigente sindacale fascista, e Augusto Centofanti, ex squadrista un “fascista accanito”, nelle parole del commissario prefettizio (fascista) del paese Francesco Riccardi, la cui testimonianza non sembra interessare Marcellini. Piuttosto l’autore preferisce indugiare sui particolari macabri dell’uccisione, utilizzando solo i documenti che sostengono le tesi delle “sevizie” e omettendo quelli che le negano. Dopotutto, il macabro (o se si vuole, lo spettacolare) va per la maggiore, e chi scrive libri lo sa. Anche nel caso di Giuseppe
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Contieri, finanziere di Macenano, Marcellini compie la stessa operazione fatta di omissioni ed enfatizzazione dell’esecuzione, per dimostrare che anche quest’ultimo fu vittima della furia rancorosa di pochi partigiani contro presunte spie e delatori. In realtà numerose fonti ci indicano un’ostilità popolare diffusa verso la figura autoritaria del Contieri. Vi è un’altra questione di merito che va segnalata, e cioè l’ipotesi – piuttosto rocambolesca – con cui l’autore insinua che negli anni Cinquanta, in una fase di acuta repressione anticomunista, il Pci avrebbe condizionato la magistratura. Marcellini infatti utilizza come fonte di documentazione la cosiddetta storia giudiziaria (e la tradizione orale, purché compiacente) con l’obiettivo, tutt’altro che sottaciuto, di denunciare il non luogo a procedere nei confronti dei reati ascritti ai partigiani che, subito dopo la guerra, vennero ritenuti oggetto di amnistia in quanto considerate “azioni di guerra o di lotta contro il fascismo”. Su questo e su molto altro si potrebbe puntualizzare, ma in fondo quello che ci interessa di queste storielle (o meglio, storiacce) è il loro intento politico – l’altra faccia dell’attendibilità storiografica – e cioè le motivazioni revisioniste di una storia che, in realtà, è stata già scritta dal sangue di chi ha combattuto e creduto nella Resistenza. Abbiamo sempre criticato la monumentalizzazione e le reticenze connesse alla storia della resistenza. Siamo d’accordo con Claudio Pavone quando afferma che “nella Resistenza italiana, convivono in vario
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modo e variamente intrecciati tre aspetti: uno patriottico, rivolto contro il tedesco invasore; uno rivolto contro i fascisti e i collaborazionisti di casa propria; uno rivolto, da parte di ampi settori della classe operaia, contro il padronato”. Sappiamo inoltre che nella lotta partigiana si andarono coagulando e mescolando mai sopiti conflitti rurali, nuove rivendicazioni operaie, criminalità comune, rancori interfamiliari, questioni personali, contrasti ideologici e manovre politiche che sarebbe antistorico definire estranei alla Resistenza. Infatti “la lotta partigiana fu, a tutti gli effetti, una guerra nella guerra per cui appare chiaro il carattere pretestuoso di una certa storiografia che, dopo oltre mezzo secolo, continua a speculare sul carattere violento della medesima; il problema però è, ancora una volta, che tale violenza rimane illeggibile senza un’analisi e un inquadramento storici, prestandosi quindi alle interpretazioni strumentali che hanno per scopo non tanto quello di dimostrare che i partigiani fecero ricorso alla violenza, quanto quello di pervenire all’equazione per cui la “sinistra” è portatrice di violenza, tanto più inumana in quanto commessa contro dei “fratelli”. E’ altrettanto fuori discussione che l’esercizio della violenza e il progressivo dilagare di forme di crudeltà inusuali e irrazionali fu stabilito in primo luogo da scelte strategiche e dalla prassi adot-
tata dalle truppe di occupazione germaniche e dei loro alleati repubblichini. Come afferma Sandro Portelli “i partigiani e la sinistra hanno parlato a lungo, non senza giustezza e non senza retorica, del sacrificio dei partigiani che hanno dato la vita per la libertà, ma molto meno del fatto che i partigiani a loro volta hanno sparato, hanno ucciso, hanno, insomma, fatto la guerra, e che in guerra ci sono le vittime anche dall’altra parte. Non solo: ma che in guerra la morale sfuma, che errori e ambiguità ci possono essere anche dalla parte di chi ha ragione. Siccome noi abbiamo negato tutto questo, adesso a ogni ambiguità, a ogni ombra, il senso comune revisionista nega tutta la Resistenza”. Ecco è proprio questo il punto rispetto al libro di Marcellini: l’uso strumentale, decontestualizzato e politico di eventi e memoria…..
G.Pa.
IL FATTO
Stop alle bevande alcoliche ai minori da esercizi commerciali e distributori automatici
UNA BATTAGLIA VINTA DELLA NOSTRA RIVISTA
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ivieto di consumare all’aperto bevande alcoliche in contenitori di vetro o latta dalle 22 alle 6 del mattino; divieto assoluto, sempre all’aperto, per i minori di anni 16, una fascia di età tutelata anche con il divieto e la somministrazione e la vendita da parte degli esercenti, compresi i distributori automatici. Siamo davvero soddisfatti per questa iniziativa del Sindaco, quella di combattere l’uso e l’abuso di alcolici da parte dei minorenni, e soprattutto la segnalazione di distributori automatici privi di controllo con bevande alcoliche; è stata una battaglia che ha visto Terni Magazine in prima fila, come riportiamo nell’altro articolo, quando segnalammo, nell’ Agosto del 2009, l’istallazione dei citati distributori. Sono questi i punti salienti dell’ordinanza sul contrasto dei fenomeni connessi all’abuso di bevande alcoliche firmata dal sindaco Leopoldo Di Girolamo e presentata dal primo cittadino nel corso di una conferenza stampa, insieme all’assessore al Commercio Maria Bruna Fabbri e dal comandante della Polizia Municipale Federico Boccolini.
“Terni è nei primi posti delle classifiche nazionali in tema di qualità urbana e sicurezza, eppure abbiamo voluto dar luogo a questa ordinanza perché riteniamo che l’abuso di alcolici possa costituire un problema serio non solo in termini di decoro urbano, ma anche, soprattutto, di incolumità personale, con particolare riferimento al mondo giovanile. Con questo provvedimento, così come già fatto per quello riguardante la musica nei locali, abbiamo voluto tenere insieme le ragioni della sicurezza con quelli del diritto alla socialità, fondamentale per la nostra città e in particolare per i suoi cittadini più giovani. Si tratta di una azione che punta alla prevenzione ma
che prevede, chiaramente, anche aspetti sanzionatori”, ha dichiarato il sindaco Leopoldo Di Girolamo. L’ordinanza contempla sanzioni da 80 a 480 euro. E’ una battaglia vinta di Terni Magazine che il 29 agosto del 2009, per alcuni giorni, avviò una campagna di sensibilizzazione sul problema.
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Leopoldo Di Girolamo Sindaco di Terni
In quel periodo il consigliere del PD Riccardo Giubilei presentò un’interrogazione al sindaco Leopoldo Di Girolamo per chiedere di “mettere sotto controllo i distributori automatici di bibite per evitare la somministrazione di alcolici ai minori di 16 anni”. “Tra le bevande”, scriveva Giubilei, “figurano spesso birre e altri alcolici acquistabili introducendo le monete negli apparecchi. La normativa vigente però – ricorda il consigliere del PD – prevede l’esplicito divieto di somministrazione e vendita di bevande alcoliche ai minori di anni 16 (articolo 689 del
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IL FATTO
LA NORMATIVA ITALIANA 1. Codice Penale art. 689. Prevede il divieto di somministrazione di bevande alcoliche ai minori di 16 anni ma non il divieto di vendita. 2. Legge 18.2.1999 n. 45 “Disposizioni per il fondo nazionale di intervento per la lotta alla droga e in materia di personale dei servizi per le tossicodipendenze” Con l’approvazione di questa legge è stata estesa anche ai progetti relativi alla “alcoldipendenza correlata” la possibilità di finanziamento a carico del Fondo nazionale per la lotta alla droga, da presentarsi da parte dei Ministeri interessati e delle Regioni. 3. Legge 30 marzo 2001 n. 125 “Legge quadro in materia di alcol e problemi correlati” Con questa legge sono stati per la prima volta affrontati nel nostro Paese, con un approccio interistituzionale e integrato, i problemi alcolcorrelati regolamentando, in linea con gli orientamenti dell’U.E. e dell’O.M.S., aspetti non solo di ambito sociosanitario, quali la prevenzione, la cura e il reinserimento sociale degli alcolisti, ma anche di ambito sociale e socioculturale, quali la sicurezza del traffico stradale, la sicurezza sui luoghi di lavoro, la pubblicità, le modalità di vendita, la formazione universitaria degli operatori, la disponibilità dei farmaci. La legge 125/2001 ha tra l’altro disposto l’abbassamento del tasso alcolemico legale dallo 0,8 allo 0,5 per mille allineando l’Italia ai valori adottati nella maggior parte degli altri Paesi europei. In attuazione della stessa è stato inoltre adottato l’atto di intesa Stato/Regioni del 16 marzo 2006 (in G.U. n. 75 del 30 Marzo 2006) che individua le tipologie di attività lavorative a rischio per gli infortuni sul lavoro e la sicurezza dei terzi, per le quali è vietata, ai sensi della legge, l’assunzione e la somministrazione di qualsiasi bevanda alcolica. La legge promuove anche la realizzazione da parte del Ministero di campagne nazionali di informazione e prevenzione. La legge prevede l’istituzione della Consulta nazionale alcol a cui partecipano professionisti esperti della cura istituti di ricerca mondo dell’industria e della produzione ed associazioni di auto mutuo aiuto.< 4. Legge 2 ottobre 2007 n. 160 recante: “Disposizioni urgenti modificative del Codice della strada per incrementare i livelli di sicurezza nella circolazione”. L’art. 6 della legge introduce nuove norme volte a promuovere la consapevolezza dei rischi di incidente stradale in caso di guida in stato di ebbrezza. In particolare si prevede che nei locali ove si svolgono spettacoli o altre forme di intrattenimento congiuntamente alla vendita e somministrazione di bevande alcoliche venga interrotta la somministrazione tali bevande dopo le due di notte e venga resa possibile all’uscita dei locali la rilevazione volontaria del tasso alcolemico. La legge 160/2007 ha assegnato al Ministero, tramite apposito decreto, il compito di predisporre apposite tabelle che devono aiutare i frequentatori dei locali a stimare il tasso alcolemico raggiunto e a conoscere i sintomi correlati ai diversi livelli di alcolemia. il Decreto Ministeriale attuativo della legge contiene anche alcune raccomandazioni non vincolanti rivolte ai titolari e gestori dei locali per favorire la lettura, la corretta comprensione e il concreto uso delle informazioni contenute nelle tabelle da parte di un numero quanto più ampio possibile di utenti.
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Codice Penale). Si tratta di una norma di particolare attualità visto il crescente abuso di sostanze alcoliche tra i giovani e i giovanissimi.Per questo Giubilei chiede che l’amministrazione comunale si adoperi affinché anche negli esercizi commerciali con distributori automatici sia inibita la vendita ai minori di anni 16 di alcolici, attraverso l’obbligo dell’esibizione di un documento o della tessera sanitaria, così come previsto per i distributori automatici di sigarette”. (Fonte consultata: D.G. Prevenzione Sanitaria)
Giancarlo Padula
FORUM
UN CENTRO FIERISTICO PER LA CITTÀ DI TERNI Si discute sulla proposta di Terni Magazine
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el numero di Aprile, Terni Magazine aveva rilanciato l’idea, argomentandola ampiamente, per la realizzazione a Terni di un centro fieristico-congressi polifunzionale situato in una zona ben collegata, facilmente raggiungibile e in vista per uno sviluppo alternativo della città che funga anche da volano per le molte eccellenze presenti a Terni e provincia. Sono anni che si parla d’investire sul livello culturale, sull’indole operosa dei propri cittadini e sulle risorse naturali, posizione geografica ed infrastrutture. Gli elementi oggettivi sono: posizione baricentrica in Italia e nel mediterraneo, 50 minuti da Roma in treno, autostrada A1 e superstrada E45 come collegamenti stradali e con il completamento della Terni Rieti verso l’Abruzzo, gli aeroporti di Ciampino, Fiumicino, Perugia ad 1,15 h. via autostrada; collegamenti rapidi con porto di Civitavecchia via superstrada ed Ancona via treno. Il completamento del doppio binario FolignoTerontola ci farà usufruire di treni diretti per il nord senza transito per Roma e
velocizzare il traffico, importante anche per il trasferimento merci via treno che potrebbe sostituire quello via gomma, più inquinante e costoso. Il rinnovo della E45 favorirà i collegamenti con la Romagna; le Marche con il quadrilatero in via di completamento si avvicineranno a Terni sempre di più. Se a ciò sommiamo il carattere accogliente dei ternani, la modernità ed il dinamismo che l’ha sempre contraddistinta nel ricevere con entusiasmo le novità, ci sono tutte le premesse per avviare l’iniziativa che già ha avuto successo in tante altre città d’Europa della stessa dimensione, (BilbaoNantes- Basilea…), con storie industriali analoghe. Alla luce delle considerazioni svolte abbiamo voluto sentire la voce delle molte associazioni di categoria e delle istituzioni interessate della provincia di Terni. Comune di Terni, seduta del Consiglio Comunale del 30 aprile 2010: Approvato all’unanimità l’emendamento per l’assunzione di un mutuo per il palazzetto dello sport polifunzionale anche per centro fieristico proposto sempre da Sel con
l’integrazione, riguardante il centro fieristico, proposta da Udc, Lista Baldassarre, Terni Oltre che per questo ha ritirato un proprio specifico emendamento. Dott. Porcacchia, Presidente Confcommercio Terni: “Confcommercio è stata la prima associazione di categoria ad esprimere l’esigenza del centro fieristico polifunzionale a Terni. Questo, non per rivendicare un primato, ma perché questa esigenza è stata fortemente sentita dagli operatori del commercio e del turismo della provincia di Terni, i quali avvertono che il secondo capoluogo della regione non possa essere orfano di una tale struttura. La collocazione di Terni al centro delle direttrici del centro Italia ne fa la collocazione ideale, potrebbe avere un appeal importante, dal punto di vista congressuale anche per saturazione rispetto a Roma che risulta, anche, carente di infrastrutture. Questo tipo di struttura polivalente e polifunzionale potrebbe vivere tutto l’anno, adattandosi alle diverse esigenze dell’utenza. La tecnologia attuale permette, in pochi giorni o ad-
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dirittura poche ore, di cambiare la struttura, da congresso con 4-5 mila posti a sedere a spettacoli, eventi sportivi, mostre mercato od altri eventi. La città di Terni ne avverte proprio il bisogno, anche prima della trasformazione dell’ultimo grande teatro cittadino in multisala, i posti disponibili, circa 400-500, erano insufficienti. A Terni per 8-9 mesi l’anno non c’è un contenitore che si possa utilizzare, per i grandi eventi c’è lo stadio da giugno ad agosto-settembre, ma poi deve essere riempito. Sarebbe necessaria un’operazione di marketing territoriale pubblica e privata, perché la città di Terni risulta debole sull’appeal turistico, ha le armi spuntate, mentre città ben più piccole come Foligno ne fanno di questo tipo di struttura un punto di forza, sarebbe un elemento fondamentale per la competitività. Noi, per primi, abbiamo individuato come localizzazione ottimale quella del parcheggio ex-officine Bosco e area ex Camuzzi-Gazometri, area in parte pubblica e in parte privata, da attuare con un bando di project finan-
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FORUM
Progetto dell’Expo di Milano
cing creando una struttura polivalente, con attività di servizio, somministrazione e commerciale, i parcheggi sacrificati costruendo in tale zona sarebbero recuperati costruendo piani interrati e a silos sovrastanti per circa 2500 posti auto. Mentre l’altra localizzazione, adiacente e dietro lo stadio Liberati, vedrebbe allungarsi di molto i tempi, vista la necessità di ricollocare il mattatoio comunale e i mercati generali.” Giulio Cesare Proietti, CNA Terni: “ Noi come CNA siamo d’accordo, da anni lo chiediamo. Se ne sente realmente la mancanza, dobbiamo ricorrere per tutti gli eventi a queste tenso-strutture, che sono una soluzione anche costosa. Si potrebbe realizzare il centro fieristico polifunzionale con un progetto di finanza, tramite un concorso pubblico-privato.” Dott. Cipiccia, Presidente Camera di Commercio Terni: “Sono ampiamente e positivamente motivato riguardo alla realizzazione di un centro fieristico a Terni, soprattutto a carattere polivalente in cui ci si possano mostrare le molte risorse di questo territorio. Agricoltura, artigianato, piccola e me-
dia impresa immettono sul mercato e nel commercio nuove qualità di prodotti o mostrano le migliori qualità di quelli tradizionali, attualmente presentate ampiamente, ma singolarmente dai produttori attraverso sinergie individuali. La possibilità simultanea, non solo per chi vuole acquistare, ma anche per coloro che si faranno promotori al di fuori del nostro territorio per propagandare i nostri migliori prodotti sarebbe senz’altro un momento di crescita per il nostro territorio. Abbiamo la necessita di rivolgerci anche a territori limitrofi. Tale progetto deve essere attuato tramite uno strumento sinergico, siamo come Camera di Commercio della provincia di Terni ben disposti ad aprire un tavolo di confronto con i comuni e la Provincia per mettere in atto questa volontà sinergica. E’ necessaria la volontà e la sensibilità verso questo importante progetto.” Confagricoltura Terni: “L’idea di realizzare un centro fieristico - congressi polifunzionale trova in questa Organizzazione di datori di lavoro in agricoltura la più ampia approvazione.
Nantes, Citè du Congress
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Per ciò che attiene il settore agricolo, non vi è dubbio che la Provincia di Terni produce delle eccellenze alimentari notevoli: dall’olio, al vino ai cereali. Queste produzioni però non sono sufficientemente conosciute ed apprezzate per le loro qualità soprattutto in relazione alla mancanza di una campagna divulgativa-promozionale. Indubbiamente un centro fieristico, abbinato a Convegni che evidenzino le qualità nutrizionali e non solo, sarebbe la vetrina ideale per far conoscere le produzioni ternane. La scelta dell’area su cui far sorgere questo complesso, che già di per se dovrebbe costituire una attrattiva se progettato con una estetica accattivante, deve rispondere all’esigenza di essere prossima alla grande viabilità, agli aeroporti di S. Egidio, di Ciampino e di Fiumicino, ma soprattutto prossima a centri ricettivi esistenti o realizzandi. Confagricoltura Terni è a disposizione per tutto ciò che può contribuire ad avviare in modo concreto il progetto di tale opera.” Geom. Giuseppe Flamini, Presidente Confartigianato Terni: “E’ auspicabile la sua realizzazione, bisogna parlare, però, di dimensioni e di location. Deve essere situato in un punto strategico, ben servito da parcheggi e dalla rete stradale. La
Confartigianato propende per decentrarlo rispetto al centro cittadino, ma in una zona a ridosso delle direttrici stradali: superstrada E45 e snodo autostradale Terni-Orte. La localizzazione vicino alla città ipotizzata dall’amministrazione comunale, dietro lo stadio Liberati, sembra impensabile date le infrastrutture di cui è dotata attualmente la zona. Noi abbiamo aperto un tavolo di confronto con l’amministrazione, per un’area di circa 1000 mq posta all’interno di un importante centro direzionale nella zona industriale Maratta Est ben servita da e per Terni. Il relativo progetto, realizzato da privati, su area del comune, è stata assegnata ed è in fase avanzata l’iter per l’urbanizzazione. Tra circa 7-8 mesi partirà il complesso e in 2 anni sarà a disposizione per le iniziative delle imprese artigiane. Inoltre li accanto si libererebbe il centro servizi ora occupato dall’università, ciò farebbe sì di avere un’area espositiva collegata con un’area convegnistica. Bisogna ottimizzare le strutture già presenti sul territorio e lavorare per realizzare, con sinergia pubblica e privata, tale complesso, ma occorre fare presto per non perdere valide occasioni.” Sabrina Viali
INCHIESTA Le statistiche sul lavoro
TERNI PRECARIA
il 54% dei lavoratori privati è impiegato in aziende piccole e piccolissime. Sempre più rari i contratti a tempo indeterminato
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n che stato si trova l’economia Ternana? Siamo andati a spulciare i dati più recenti forniti dalla provincia, ed il risultato è un dato che non può che far riflettere. Anche nella provincia di Terni si registrano degli incerti segni di ripresa, in linea con la tendenza nazionale e globale. Le Imprese Innanzitutto un dato più generale: nella provincia di Terni si registra un totale di 19.409 imprese attive. Di queste, la netta preponderanza è composta da aziende commerciali (28%) e delle costruzioni (15%), seguita da un misero 9% dell’industria. Chi di queste è rimasto più duramente colpito dalla crisi sono le aziende commerciali, quelle fondate prima del 2000 e soprattutto le società di capitali, di dimensioni più importanti e organizzazione più strutturata e quindi meno capace di rinnovarsi per far fronte ai nuovi problemi. Le imprese artigiane, grazie alla piccola dimensione e all’estrema flessibilità, sono invece quelle che hanno reagito meglio alla recessione. Il peggioramento dei conti, comunque, non sempre è coinciso con l’aumento della disoccupazione: se il fatturato è diminuito per il 56% delle aziende, soltanto il 16 % da deciso di ridurre il personale: di queste, chi ha tagliato di più sono le aziende manifatturiere (540 addetti in meno dell’intera provincia), molte di più del settore commerciale sebbene sia proprio quest’ulti-
mo ad aver risentito di più della crisi. La Popolazione: Come in tutti i paesi occidentali, si registra a Terni un’evoluzione demografica che quasi rovescia il rapporto tra bambini ed anziani. I bambini con meno di 15 anni sono passati dal 20,5% del 1970 all’11,6% del 2005. Gli ultrasessantacinquenni sono passati invece nello stesso periodo dall’11% al 24,2%. La popolazione residente è cresciuta lievemente dal 1960 fino a raggiungere a metà degli anni Settanta quasi la quota attuale, grazie all’effetto congiunto del baby boom e del movimento migratorio intra-nazionale. Prima del 1980, infatti, l’immigrazione è stata essenzialmente interna, con famiglie di ex contadini attratte dalle regioni vicine in ragione delle opportunità di lavoro che la città garantiva. In seguito, se la popolazione residente ha resistito all’inversione del rapporto tra nuove nascite e morti, con un saldo negativo che ha visto una picchiata nel 1985, restando stabile o diminuendo solo lievemente, è stato grazie soprattutto all’immigrazione extracomunitaria. Nel suo complesso mette a disposizione del sistema economico 95.000 unità di forza lavoro, distribuite per il 2,8% nell’agricoltura, per il 28,9% nell’industria e per il 68,3 nei servizi. Il Precariato In linea con
le statistiche regionali, il 53,7% della forza lavoro del settore di mercato (cioè escluso il settore pubblico) lavora in imprese al di sotto dei 10 dipendenti (a fronte del 47% nazionale). Le imprese con un solo addetto rappresentano il 55,8 per cento del totale ed impiegano il 16,4 per cento degli occupati. Non riorizzazione degli obiettivi ci sono dati provinciali sul- dell’impresa, la disponibilile imprese che hanno da 2 tà alle esigenze ed ai tempi a 3 addetti, ma le statisti- del cliente, la mobilitazioche nazionali ci dicono che ne di tutte le energie proimpiegano il 37,6% degli duttive della vita umana. occupati. Questi lavoratori Esaminare seriamente la non sono tutelati dall’arti- condizione precaria comcolo 18 dello Statuto. Per- porta in primo luogo smontanto anche il contratto di tare l’operazione tutta idelavoro a tempo indetermi- ologica, compiuta dalla nato rappresenta un siste- politica, dalla sociologia e ma di totale sicurezza per dalla statistica, volta ad inmeno del 50% della forza cludere nella borghesia imlavoro occupata nel settore prenditoriale i padroncini di mercato. Su questo sub- delle “ditte individuali” e strato si innesta la condizio- delle aziende composte da ne precaria vera e propria. meno di tre persone. AnVale la pena di soffermarsi che chi ha soltanto pochi sulla precarietà, ormai di- rudimenti di economia sa ventata una condizione sta- che l’impresa è un’istituziobile e non, come si pensava, ne costituita da tre figure l’anticamera del contratto a tem- TERNI: LA CITTA’ DELLE DONNE? po indetermi- Con il 28,1% sul totale, le imprese femminato. Quest’ul- nili ternane mostrano di aver conquistato timo, a comin- una quota stabilmente superiore di circa ciare dai paesi quattro punti percentuali rispetto a quella più sviluppati, che si riscontra su scala nazionale. Un dato sta scomparen- davvero importante, di cui la provincia dodo del tutto. Ma vrebbe andare orgogliosa. Si conferma la tale paradigma rilevanza del settore commerciale, della è andato in crisi ristorazione e dei servizi sociali e collettinegli anni Set- vi, che sono tradizionale ambito di lavoro tanta e nessuna per imprese guidate da donne. In alcuni alchimia riusci- comparti la loro presenza arriva a coprire rà a resuscitarlo. addirittura il 54% (cioè più della metà) del Oggi è proprio totale delle imprese attive in quello stesso la precarietà a comparto. garantire l’inte-
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INCHIESTA
o ruoli sociali distinti: il capitale (ovvero chi detiene i soldi), il management (chi li gestisce) e la forza lavoro (chi produce). Nelle imprese familiari capitale e management s’identificano. Le aziende con meno di tre dipendenti rappresentano in realtà il variegato universo del lavoro autonomo di seconda generazione (chiamato così per distinguerlo dal tradizionale piccolo commercio e artigianato), con un elementare grado di organizzazione, fenomeno esploso proprio in coincidenza del diffondersi di rapporti di lavoro postfordisti. Queste figure di produttori e i loro dipendenti, assunti spesso con contratti di lavoro a tempo determinato, a progetto, interinale e via di questo passo, costituiscono un universo particolarmente importante perché, insieme a quello contiguo delle imprese al di sotto dei 10 dipendenti, è quello che crea la maggiore domanda di lavoro e che tiene alta la dinamica occupazionale.
TERNI: NON E’ UN PAESE PER STRANIERI
La quota di imprese “etniche” (ovvero guidate da titolari di nazionalità extra-europea) è ancora relativamente distante dalla media nazionale, di almeno un punto percentuale (5,2% contro 6,3%). Costruzioni, commercio e attività manifatturiere sono i comparti che assorbono il maggior numero di imprenditori di origine estera. In costante aumento l’immigrazione dall’estremo oriente (Cina e paesi contigui), mentre decresce quello dall’America Latina, i cui migranti sono rimasti stabili o addirittura diminuiti nell’ultimo quinquennio. Tutte persone che occupano in genere i ranghi inferiori del mercato del lavoro nei settori: piccolo commercio, agricoltura, artigianato, manifattura, assistenza e lavoro di cura nelle famiglie. Non mancano tuttavia professionisti, dirigenti ed imprenditori. La curva dell’immigrazione ha visto una sensibile impennata dopo il 2000, non ridimensionata, almeno finora, dalla crisi economica. Nel comune di Terni la popolazione immigrata è giunta a quasi 11.000 presenze, vale a dire quasi il 10% della popolazione residente, peraltro rimasta praticamente invariata nelle ultime quattro decadi. Le Piccole Imprese Malgrado la riduzione dei salari avvenuta nelle ultime decadi, le grandi imprese hanno continuato a decentrare, a subappaltare, a esternalizzare, a restringere sempre più l’area del core manpower e ad ingrossare l’area della microimpresa e del lavoro autonomo. Invece che ingrandirsi, assumere più gente “in pianta stabile”, investire in ricerca e innovazione, hanno scelto di essere sempre più frammentate, sempre più piccole, sempre più fragili, sempre più low tech. Si è dunque costituito un comparto di milioni di lavoratori che vivono solo del loro capitale umano, cioè del know how e delle risorse d’iniziativa personale. E’ peraltro qui che si concentrano gli orari di lavoro più lunghi e si soffre la mancanza quasi totale di ammortizzatori sociali ade-
Terni Meridione dell’Umbria
Terni si colloca in una condizione peggiore sia di Perugia sia dell’intera regione: se da un lato il tasso di disoccupazione tra i lavoratori maschi sopra i 25 anni a Terni è inferiore al resto ella Regione,. Dall’altro questo dato è però abbondantemente compensato dalla maggiore disoccupazione giovanile (sotto i 25 anni), peraltro sensibilmente superiore tra le donne. Insomma, l’asse Spoleto, Terni, Narni costituisce una sorta di meridione dell’Umbria. E’ infatti il territorio più interessato dai Contratti d’Area.
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guati e non calibrati su una figura di lavoratore in via di estinzione nei paesi sviluppati, come ostinatamente vogliono gli stessi sindacati, che non hanno ancora compreso la profondità e il carattere di cesura nella storia economica dei cambiamenti avvenuti nella sfera della produzione dopo la rivoluzione informatica. L’Umbria ricalca questo modello e, se possibile, mostra elementi di arretratezza e perfino precapitalistici in misura maggiore della media nazionale. Arretratezza che si manifesta anche negli indici di frequenza degli infortuni sul lavoro: è infatti la regione per la quale si è rilevato un valore maggiore di quasi il 48% rispetto alla media italiana. Le cause: la presenza di molte imprese di piccole dimensioni e a carattere artigianale, con orari molto lunghi e ritmi estremamente rapidi, e una maggiore percentuale rispetto alla media nazionale dei settori delle costruzioni edili e delle lavorazioni di materiali per l’edilizia. È quanto emerge dal Rapporto annuale Inail Umbria 2008. Conclusione Nonostante le carenze e le distorsioni che abbiamo segnalato, l’economia della provincia di Terni ha mostrato una
buona capacità di contenere le conseguenze della crisi e di evitare effetti devastanti sull’occupazione, anche se molti posti di lavoro sono andati persi e dilaga la cassa integrazione, sia ordinaria che straordinaria, con molte centinaia di ore autorizzate. Peraltro gli incerti segnali di ripresa non producono effetti positivi sull’occupazione in tempi brevi e probabilmente il tasso di occupazione scenderà ancora. La maggioranza degli imprenditori non azzarda previsioni sul momento di uscita dalla crisi, ma mette in cantiere controtendenze che vanno dal miglioramento della qualità dei prodotti alla riformulazione delle strategie commerciali. Al contempo chiedono un maggior intervento pubblico, soprattutto per quanto riguarda servizi, infrastrutture e funzionalità del sistema formativo. W&B
ECONOMIA Chimica e siderurgia alla ricerca di nuove rotte
BASELL: C’È ANCORA SPERANZA
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L’industria Ternana è in crisi, è necessario individuare e risolvere i nodi problematici per ridisegnare il futuro della città
a tenace lotta dei lavoratori della Basell sta dando buoni frutti: oggi sono due le cordate che vogliono rilevare gli impianti di via Narni. Già ci sono i primi contatti tra la public company composta da 20 piccoli imprenditori associati alla Confapi e i manager di LyondellBasell. Invece Novamont, la controllata da Banca Intesa, ha ufficializzato il proprio progetto presentandolo a Giampietro Castano, il dirigente e tecnico del Ministero dello Sviluppo economico che sta gestendo tutta la vertenza. I 20 della Confapi vogliono continuare a produrre polipropilene, fornendo però a LyondellBasell l’assoluta garanzia di non interferire nel suo mercato. Vuole produrre polipropilene anche Novamont, l’azienda che ha brevettato il Ma-
ter Bi, un tipo di bioplastica prodotto a partire dall’amido di mais, grano e patata, che ha avuto un successo mondiale trovando applicazioni per esempio nella fabbricazione di cotton fioc biodegradabili, nella produzione di imballaggi, stoviglie e buste in sostituzione dei tradizionali sacchetti in polietilene. Il polipropilene verrebbe poi girato ad aziende trasformatrici appartenenti alla società che dovrebbe costituirsi. Anche qui la trattativa sembra progredire a grandi balzi, al punto che il manager italiano della multinazionale, Massimo Covezzi, avrebbe chiesto di tradurre il progetto in inglese, per presentarlo subito ai vertici europei di LyondellBasell. Invece si addensa qualche nube sulla ThyssenKrupp Ast, con altre tredici settimane di cassa integrazione e la comunicazione del-
Manifestazione degli operai della Basell in Corso del Popolo
la grave contrazione del mercato del titanio. Ma i problemi non sono soltanto questi. Ultimamente è giunto dalla sede centrale in Germania un diktat ad Harald Espenhahn, che naturalmente lo ha girato ai sindacati metalmeccanici. Lo si può riassumere in questi termini: nell’anno economico in corso - da settembre a settembre - l’Ast ha già un passivo di 60 milioni di euro. Se non c’è un rapido
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incremento della produzione, sarebbe il terzo bilancio consecutivo in perdita. Per evitare tale risultato bisogna produrre prima di settembre un milione e 300 mila tonnellate di acciaio. Altrimenti la ThyssenKrupp è pronta a mettere in discussione l’impianto di viale Brin, malgrado i recenti investimenti di oltre 400 milioni di euro: dal manipolatore per la Società delle fucine al superfiltro per
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ECONOMIA Tyssenkrupp Acciai Speciali Terni
abbattere le polveri di Prisciano. Un sospiro di sollievo per gli abitanti che per decenni hanno convissuto con quella polvere grigia che si depositava ovunque, sui muri, sulle finestre, sulle automobili, sulle piante degli orti. Il sindacato non ci sta e replica che sono proprio questi investimenti a mandare sotto i bilanci. Ma erano assolutamente necessari per rendere moderna ed efficiente la fabbrica di Terni. Per quanto riguarda l’anno in corso, ritengono più verosimile una chiusura almeno in pareggio, e fanno osservare che se c’è stata riduzione dei volumi produttivi non dipende dai lavoratori infingardi ma dai problemi di mercato dell’acciaio dovuti alla crisi globale. Insomma, quello che la multinazionale lamenta è ac-
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caduto nelle industrie di tutto il mondo. Per non parlare delle banche. Parallelamente, i sindacati non rinunciano al conflitto sul premio di produzione trimestrale (390 euro), sostenendo che non è vero che gli impianti siano stati sottoutilizzati e che la produzione sia stata insufficiente, come argomenta l’impresa per evitare di pagare. Per soprammercato è giunto l’incidente quasi mortale del 27 maggio, quando il giovane operaio Leonardo Ippoliti ha riportato traumi di tale gravità da consigliare il trasporto al Policlinico Umberto I di Roma. Se le vertenze in corso destano meno preoccupazioni rispetto a qualche settimana fa, nondimeno i lavoratori e la città devono prendere atto della fine di un’epoca che è cominciata in Italia nel secondo dopoguerra: nei paesi occidentali non c’è più obiettivamente convenienza nelle produzioni tradizionali di massa. Terni è vissuta sempre all’ombra dell’industria di stato, ma ora deve reinventarsi su altre basi: aumentare gli investimenti in
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produzioni ad alto contenuto tecnologico, fare molta più ricerca (salvo eccezioni, in realtà se ne fa pochissima o per nulla), con uno stretto rapporto tra università e impresa, inserirsi nel processo di espansione della green economy, valorizzare le produzioni dell’uomo per l’uomo e i servizi di welfare, non più considerati un costo, ma riconosciuti come settori motore di una dinamica di crescita fondata sulle produzioni intensive in conoscenza. E’ infatti da questi settori che dipendono la qualità e il ritmo di uno sviluppo la cui misura diventa la soddisfazione dei bisogni essenziali in una società avanzata e che invecchia per la sua evoluzione demografica. D’altronde sanità, educazione, ricerca e cultura non solo orientano le norme di consumo e i modi di vita della popolazione, ma costituiscono anche un serbatoio di lavori altamente qualificati in attività in cui è preponderante la dimensione cognitiva e relazionale. Altrettanto può dirsi per il turismo, settore in cui occorre fare i conti con gli odierni sistemi di marketing, ponendosi sullo stesso piano dei tour operator, senza timore di sporcarsi le mani, facendo dunque attività di lobbying e proponendo specifici pacchetti,
insomma facendo promozione attraverso contatti “reali”. Altrimenti non si supererà mai il livello di una stanca amministrazione delle nostre invidiate risorse naturali ed artistiche. A poco servono i 13mila visitatori della Cascata delle Marmore il giorno di Pasquetta o i 12 mila il primo maggio se non si razionalizza questo ambito, riorganizzando il mercatino degli ambulanti e realizzando spazi per manifestazioni culturali in prossimità della cascata, migliorando in tutto il territorio l’accoglienza turistica e l’organizzazione degli eventi, pretendendo collegamenti ferroviari decenti con Perugia, Roma e l’aeroporto di Fiumicino, creando insomma le condizioni per il superamento dell’attuale “turismo mordi e fuggi”. Terni rischia oggi di trasformarsi in un insieme di rugginosi ruderi industriali, ma non è vero che si trovi in un vicolo cieco. C’è moltissimo da fare e mille terreni sui quali sperimentare un’economia alternativa alla grande industria. Ora devono entrare in scena inventiva, creatività e coraggio.
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AMBIENTE
INQUINAMENTO:
L’ATMOSFERA SI FA PESANTE Ad un anno dal rogo della Ecorecuperi il bilancio è pesante sia per la quantità di diossina emanata che per i danni alle aziende agricole della zona, ma l’aria é irrespirabile in tutta la città
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rrivano le terse giornate estive dopo una primavera piovosa, che ci ha costretto in casa per la maggior parte del tempo. Finalmente possiamo andare portare i bambini a passeggio, goderci il sole e l’aria aperta…. Già, l’aria aperta. Ma siamo sicuri che quello che immettiamo nei nostri polmoni sia solo roba pulita? L’incendio di Vascigliano
Due importanti ricerche hanno tentato di rispondere a questa importante domanda. L’emergenza La prima, eseguita dall’ Arpa in collaborazione con l’Istituto Zooprofilattico della Lombardia e dell’Emilia Romagna, ha monitorato i livelli di diossine, furani e Pcb nell’atmosfera e
nel suolo in seguito all’incendio di Vascigliano dello scorso luglio. Le analisi confermano che il terreno dell’area interessata dall’incendio della Ecorecuperi è pulito. E che la diossina, in sedici dei ventotto punti sottoposti a campionamento, è presente con valori inferiori ai limiti di legge. Ed è anche inferiore alla soglia di quantizzazione di un nanogrammo per chilo. Questo anche nell’area più vicina al luogo dell’incendio. I risultati dei 22 campionamenti effettuati sul terreno nell’area compresa tra i 5 e gli 8 chilometri dall’epicentro, ma anche a 10, 12 chilometri e oltre, mostrano risultati addirittura dieci
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volte inferiori alla soglia di quantizzazione di 1 nanogrammo per chilo. L’Asl4 ha effettuato invece 300 campionamenti sugli animali, ottenendo soltanto due risultati positivi nell’area tra i 5 e gli 8 chilometri. Tali risultati, confrontati anche con esperti dell’Istituto Superiore di Sanità, hanno portato a una riduzione della zona di rischio da 8 a 5 chilometri e alla liberalizzazione dei prodotti del territorio esterno alla “zona rossa”, che quindi è stata liberalizzata, anche se controlli continueranno. La normalità Tutto bene dunque? Niente affatto. Le emergenze riempiono i titoli dei giornali, solo per rivelarsi, a volte, dei flop clamorosi. La normalità invece non fa notizia, nemmeno quando si fa preoccupante. La seconda ricerca infatti, condotta dall’Arpa Umbria e dall’Università degli Studi di Perugia, Dipartimento di Ingegneria Civile ed Ambientale, ha l’obiettivo di caratterizzare il particolato atmosferico (in genere definito dai media “polveri fini” o “polveri sottili”) con tecniche sperimentali molto avanzate e per un periodo di tempo sufficien-
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AMBIENTE
temente lungo da permettere una valutazione statisticamente significativa del grado di inquinamento della nostra regione. I risultati mostrano come in inverno Perugia e Terni abbiano livelli di polveri complessivamente più elevati di Gubbio, Spoleto e Narni, che comunque mostrano una componente fine (PM2.5) rilevante. La componente secondaria del particolato (nitrati e solfati di ammonio) risulta abbastanza omogeneamente distribuita su tutto il territorio regionale, indicando la diffusa presenza di fonti di inquinamento quali: il riscaldamento nella stagione invernale,
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allevamenti animali ed attività agricole, combustione di biomasse e traffico veicolare. A Perugia, Terni e nei centri maggiori si rileva anche una significativa presenza di metalli pesanti. In particolare Terni è messa molto male – lo sapevamo già, pagandolo sulla nostra pelle! - considerando che le centraline suonano l’allarme diverse decine di giorni nel corso di un anno. Si è infine scoperto che alla nostra mal’aria si aggiungono talvolta polveri provenienti dalle industrie dell’Europa orientale e perfino polveri sahariane. Insomma, può ritenersi cessata l’emergenza am-
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bientale dovuta all’incendio dell’Ecorecuperi, mentre dovremo coabitare con l’inquinamento permanente derivante da industrie, traffico e riscaldamento finché non muteranno radicalmente economia, trasporti e politiche urbanistiche. Certo, difficile aver fiducia nelle pentole in cui si prepara il futuro! Comunque la vicenda di Stroncone ha insegnato che le istituzioni locali funzionano bene soltanto se incalzate da proteste e manifestazioni, e marcate strette dalla magistratura. In effetti la procura di Terni sta diventando un baluardo irrinunciabile per la nostra
salute. In questo senso, però, non si parte da zero: abbiamo validi esempi di mobilitazione dal basso come il Comitato autonomo di Stroncone (che ha portato più volte macchine agricole e bestiame sui gradini della Prefettura), il Comitato per la difesa del Rio Fergia di Gualdo Tadino (che è riuscito a bloccare le mire della multinazionale Rocchetta sulle acque del torrente) e il Comitato referendario umbro per la ripubblicizzazione dell’acqua, attivo anche a Terni. C’è poi tutta una galassia di piccole associazioni che si costituiscono per affrontare specifici problemi e dopo continuano ad impegnarsi in un lavoro, capillare e forse oscuro, di difesa dell’ambiente e della salute.
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RICONVERSIONE DEL CAMINO TERNI ENA:
idee poco chiare tra i politici
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a questione degli inceneritori scotta sempre di più. Mentre i risultati delle ricerche dell’Arpa indicano che in Umbria e a Terni l’aria è inquinata, le polemiche sul presunto disastro ambientale causato dallo scorretto utilizzo di queste strutture continuano sottotraccia. L’impianto di Terni Ena a Maratta, di proprietà dell’Acea, verrà riconvertito a “camino unico” per tutti i rifiuti della provincia di Terni. Prima vi si bruciavano soltanto gli scarti del riciclaggio della carta: e ora? Chi ci assicura che non vi si brucino rifiuti pericolosi? I partiti si dividono tra chi è contro a prescindere, e chi mette semplicemente dei Inceneritore di Terni
paletti al loro utilizzo. L’unica forza politica che si è schierata nettamente contro questa operazione è l’Italia dei Valori. Il capogruppo alla Provincia di Terni Giorgio Santelli ha dichiarato: “la Federazione dei medici e l’Oms sostengono che l’incenerimento dei rifiuti è la tecnica di smaltimento più dannosa per l’ambiente e la salute umana e che le nanopolveri sono la maggior minaccia. Se non bastasse, il bilancio energetico di un inceneritore non è positivo. Di fronte agli sviluppi tecnologici che danno oggi la possibilità di preservare la materia e di non inquinare l’ambiente, la politica non ha più scuse che tengano per sostenere
l’incenerimento, negativo sia dal punto di vista sanitario che da quello economico”. L’associazione Terni Oltre ha una posizione più sfumata. Da un lato, denuncia come il progetto sia stato tirato fuori proprio quando stanno finendo i CIP 6 per Terni Ena, ma dall’altro è disposta a mediare. Il presidente e consigliere comunale Leo Venturi parla infatti in una nota di “accettare ipotesi che prevedano l’utilizzazione dell’impianto di Terni Ena per bruciare parte dei rifiuti della città a condizione che: non sia aumentata la capacità d’incenerimento dell’impianto, circa 120.000 tonnellate anno; deve bruciare la parte secca dei rifiuti dopo il trattamento in preselezione presso l’impianto dell’Asm; la quantità del rifiuto secco prodotto dalla città, circa 25.000/30.000 tonnellate di CDR, deve sostituire i rifiuti delle cartiere oggi utilizzati senza superare le circa 120.000 tonnellate anno. Sarebbe stato opportuno – aggiunge Venturi - porre questa questione ad Acea da alcuni anni, trovando adeguate forme di collaborazione, come è stato fatto per altri servizi gestiti dall’ Asm, visto che si sarebbero risparmiate enormi risorse derivanti dal trasporto e conferimento dei rifiuti alla discarica di Orvieto. I livelli d’inquinamento della conca ternana – prosegue - non consentono soluzioni che non siano ambien-
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talmente sostenibili e qualsiasi modifica dell’attuale quadro deve prevedere una reale partecipazione dei cittadini. Mi risulta fra l’altro – conclude - che l’impianto di Terni Ena verrà fermato per circa 12-18 mesi per il revamping, al fine di accedere ai certificati verdi, non può aumentare la quantità di materiale da bruciare e per bruciare il CDR, rifiuti secchi, deve avere le giuste autorizzazioni”. Anche la posizione del Popolo della Libertà, espressa dal coordinatore provinciale e consigliere regionale Alfredo De Sio, si limita a mettere dei paletti: “ribadendo la positività dell’obiettivo della semplificazione impiantistica nella conca ternana, ritengo opportuno sottolineare come la stessa debba essere raggiunta non solo attraverso la riduzione dei punti di emissione ma anche e soprattutto attraverso un saldo positivo in termini di riduzione totali delle quantità delle emissioni ad oggi autorizzate”. Riteniamo perdenti queste posizioni perché, una volta affidato l’incenerimento ad Acea, è assolutamente improbabile che tali condizioni vengano rispettate e che qualcuno le controlli seriamente, come l’esperienza ci ha insegnato. Il tempo passa, la questione rimane sul tavolo, e intanto, parafrasando Totò, noi respiriamo.
W&B
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RICERCA
LA BANCA DELLA SALUTE il Dott. Palazzesi ci guida nel centro per la raccolta e conservazione di cellule staminali da cordone ombelicale: un’eccellenza della nostra città
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iampaolo Palazzesi, responsabile della Banca regionale per la raccolta e conservazione di cellule staminali da sangue del cordone ombelicale, ci guida nel laboratorio dove lavorano lui e diversi collaboratori. E’ uno spazio piccolo ma dotato delle più moderne tecnologie, invidiato dai numerosi colleghi di tutta Europa che hanno avuto modo di visitarlo. Il racconto di Palazzesi inizia dall’approvazione della legge n. 251 e della legge 219 del 27 ottobre 2005, che disciplinano le attività trasfusionali e la produzione nazionale degli emoderivati. “Alle Regioni spetta la gestione degli aspetti organizzativi. In particolare hanno il compito di istituire Banche del sangue da staminali cordonali. In Umbria l’apposito progetto è stato presentato nel 2006 e approvato con una delibera del 28 luglio 2008. La scelta dell’ubicazione, una volta tanto, è caduta su Terni, riconoscendo il valore e l’esperienza del servizio di Medicina Trasfusionale. Con la delibera del 30 giugno scorso l’Azienda ospedaliera di Terni ha reso esecutivo il progetto, articolato in due indirizzi, quello strutturale e quello relativo alla formazione e aggiornamento del personale. In questo senso si è tenuto a dicembre, presso la Scuola Regionale Sanità di Villa Umbra, a Perugia, un seminario in cui il progetto della Banca è stato esposto agli operatori dei servizi regionali interessati e si è fatto il punto sulla raccolta di cel-
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lule emopoietiche da sangue cordonale, e sui relativi studi e ricerche. L’anno prossimo è previsto invece un corso rivolto alla popolazione - Palazzesi non cela la soddisfazione - e proprio in questi giorni c’è stata la gara per l’ottimizzazione dei laboratori e tra poco cominciano i lavori. Abbiamo ricevuto fondi per 260.000 euro e a settembre potrà dirsi realizzata la Banca regionale per il sangue cordonale, ma non si partirà certo da zero”.
ta analisi qualitativa e quantitativa, e la TRINAT, metodica per accertare contemporaneamente la presenza dei virus A, B e C dell’epatite e dell’Hiv. Insomma, è anche per la presenza di questi servizi che la Regione questa volta ha scelto Terni e la Fondazione Carit di Terni ci ha assegnato due borse di studio di 30.000 euro per giovani biologi e medici. Si vede che ci ritengono bravini! A questo punto ci poniamo allo stesso livello della Banca di Milano, di quella di Verona, che si ocOttimo! - osserviamo. cupa principalmente di cel“Già! - risponde - le cose lule staminali per il tessuto sono andate per il vermiocardico, di Barcellona e so giusto e senza ritardi”. di Dusseldorf, la più imporQuesto medico innamorato tante del mondo”. della sua professione ci illustra infatti come da anni i Come mai tenete un proservizi già esistenti garanti- filo così basso? Forse scano “la tipizzazione cellu- amate poco i melare HLA, esame del sangue dia? relativo agli alleli (varianti di “Ognuno sceglie sequenza di un gene) HLA- il suo percorso e il DQB1, che possono avere suo stile. Personalun ruolo funzionale impor- mente considero tante per i trapianti e per utilissima la diffulo studio di alcune malattie sione delle conoautoimmuni, la citometria, scenze, ma non più tecnica che permette la mi- se diventa spettasurazione e la caratterizza- colo, comparsate zione di singole cellule ad a tutti i talk show, una velocità molto rapida, inaugurazioni in permettendo una dettaglia- pompa magna, con
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sindaci ed autorità religiose! Noi badiamo in silenzio e umiltà allo studio di una materia affascinante e in gran parte ancora inesplorata, che però ha già significative applicazioni terapeutiche e trapiantologiche. Quella riparativa - prosegue - è la medicina del futuro, anche in considerazione dell’invecchiamento della popolazione. Non contano le luci della ribalta ma le ricadute sulla qualità della vita di uomini e donne”. Come vanno le cose con i collaboratori? “Meravigliosamente! Sono pieni di entusiasmo e passione! Le ho detto quanto mi premano i risultati. Bene, è in base a questi che valuto i giovani. Non mi interessano il tempo di lavoro ufficialmente certificato, gli orari e sciocchezze simili: quando si tratta di lavoro mentale, è tutta la vita che viene messa a produzione!”. W&B Dott. Giampaolo Palazzesi
UNIVERSITÀ Nonostante l’esito sostanzialmente positivo dell’incontro tra le istituzioni regionali e locali e il MIUR La questione ora è in mano al rettore Bistoni: occorre un fronte unitario tra i politici
POLO UNIVERSITARIO QUASI TUTELATO, SALVO “PERUGINISMI” Sarà realizzato in Umbria un Consorzio per l’alta formazione musicale oltre all’attivazione a Terni di un Liceo musicale
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a salvaguardia del Polo universitario di Terni è l’elemento di maggior importanza emerso dall’incontro a Roma al Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca, al quale hanno partecipato la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, il rettore dell’Università’ degli studi di Perugia Francesco Bistoni, il presidente della Provincia di Terni Feliciano Polli e il sindaco di Terni Leopoldo Di Girolamo. ‘’Come Regione, insieme alle istituzioni locali - ha detto Marini - abbiamo condiviso la posizione espressa al Ministero di voler mantenere integro il ruolo del polo universitario ternano e, in particolar modo, dei corsi di studio in Economia, Ingegneria e Medicina’’. ‘’Certo - ha aggiunto - non possiamo non dirci molto preoccupati per i tagli previsti ai fondi destinati alle Università che potrebbero, se confermati, mettere a rischio soprattutto la capacità dell’Ateneo di svolgere la sua primaria funzione di formazione universitaria e ricerca, con ciò determinando altresì anche un affievolirsi, se non una vera e propria riduzione, del diritto allo studio per i nostri studen-
ti’’. Per Marini ‘’come Regione abbiamo ribadito anche oggi la nostra disponibilità a fare la nostra parte, anche prevedendo un accordo di programma con l’Università degli Studi di Perugia per definire i nostri impegni, purché in un quadro di assunzioni di responsabilità da parte di ogni altro soggetto interessato al mantenimento non solo del polo universitario di Terni, ma della funzione dell’Università degli Studi in tutto il territorio regionale. Abbiamo, infine, riconfermato quanto già e in più sedi affermato - ha concluso la presidente - rispetto alla disponibilità della Regione a collaborare per l’operatività’ della nuova sede della Facoltà di Medicina di Terni’’. Il presidente del Consiglio regionale, Eros Brega, nel sottolineare “con soddisfazione” l’unità di intenti manifestata ai rappresentanti del Ministero dalla presidente della Regione Marini, dal sindaco di Terni Di Girolamo, dal presidente della Provincia di Terni Polli e dal rettore Bistoni, ritiene necessaria una “azione sempre più ampia e corale di tutte le forze politiche e so-
ciali per tutelare e sviluppare quell’elemento centrale dello sviluppo economico e sociale rappresentato dal sistema universitario umbro”. “Basta con i “peruginismi” e con la penalizzazione dell’Umbria meridionale”, si è letto in un articolo dell’edizione del Corriere dell’Umbria di martedì 1° Giugno 2010.Un nuovo atto d’indirizzo sulla situazione del polo universitario di Terni è stato infatti approvato all’unanimità nella seduta del consiglio comunale del 31 maggio. Il consiglio comunale, vi si legge, ”è fermamente intenzionato ad opporsi al drastico intervento di ridimensionamento del polo universitario di Terni, così come prospettato dal documento del senato accademico dell’Ateneo”. “Un intervento – si legge ancora nel documento – che penalizza fortemente il territorio dell’Umbria meridionale e lascia presagire un pericoloso disimpegno dell’Università degli Studi di Perugia nei confronti del nostro capoluogo, […] che propone una drastica riduzione
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del Polo Scientifico Didattico di Terni, vanificando i sacrifici compiuti dagli enti locali (30 milioni di euro compresa la spesa corrente dal solo Comune di Terni), dalla Regione ed il lavoro ventennale di decine e decine di persone impegnate nello sviluppo dell’esperienza universitaria ternana”. Viene invece confermata la disponibilità sul tema della razionalizzazione delle sedi, ma si ribadisce che “le difficoltà finanziarie dell’ateneo multicampus umbro non possono e non devono ricadere in forma così pesante soprattutto su Terni, con un’ennesima penalizzazione per una città già in sofferenza in alcuni settori della propria economia”. L’incontro di Roma, secondo il capogruppo del Pdl Raffaele Nevi, “è stato positivo e, a fronte di grandissime preoccupazioni espresse a più riprese dalla sinistra umbra, ha indicato, al contrario, una disponibilità totale del Ministero a collaborare con le istituzioni umbre per garantire il rafforzamento dell’Univer-
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UNIVERSITÀ
sità con particolare attenzione alla specificità del polo ternano”. “Importante – ha sottolineato il capogruppo del Pdl - è stato remare tutti nella stessa direzione, cosa che occorre fare anche in futuro. Positivo - aggiunge anche il progetto di costruire in Umbria un Consorzio per l’alta formazione musicale, oltre all’attivazione a Terni di un Liceo musicale regionale. Un sentito ringraziamento – ha concluso Nevi - va al professor Dario Guardalben, consigliere nazionale per l’alta formazione musicale, nonché consigliere comunale del Pdl a Terni”. Il sindaco, nella seduta del consiglio comunale dedicata alla questione Università a Terni, ha sottolineato come il documento del senato accademico non dia certezze rispetto alla questione posta dal consorzio universitario di Terni sulla completezza dei corsi ternani. “Per questo – ha detto il sindaco – l’abbiamo giudicato totalmente insoddisfa-
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cente”. Di Girolamo, inserendo la vicenda del polo universitario ternano all’interno del quadro più generale dei tagli operati dal Governo al sistema delle autonomie locali, ha comunque ricordato che “il polo universitario ternano è un pezzo imprescindibile dell’università regionale”. Per questo il Comune, tramite il Consorzio metterà a disposizione per quest’anno risorse aumentate. Sulle dichiarazioni del sindaco si è aperto un dibattito che ha coinvolto tutti i capigruppo del consiglio comunale. Enrico Melasecche (Udc) ha detto che le risposte dell’ateneo di Perugia sono “bottegaie” e rispondono solo alla logica del “si salvi chi può”. Melasecche ha chiesto un coinvolgimento diretto della Regione. Leo Venturi (Terni Oltre), confermando la massima unità della città su questo tema ha sottolineato che andando avanti così “si rischia di essere sempre più colonia di Perugia”, sempre più “marginali”. Anche per Giorgio Aquilini (Città Aperta) “i tagli, qualora necessari, devono riguardare equamente le sedi di Perugia e di Terni”. Antonio Baldassarre (LB) giudicando “moderate e sensate le affermazioni del sindaco sull’atto del senato accademico”, ha detto che su questo tema “non ci possono essere divisioni”. “L’Università di Perugia non deve essere più considerata ateneo cittadino, ma regionale e questa – ha concluso Baldassarre – deve essere la base per ogni trattativa”. “La città – ha detto Giuseppe Boccolini (Sel) – deve opporsi ad una scelta tutta peruginocentrica: dobbiamo riaprire un tavo-
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lo regionale chiamando in causa regione ed università. Serve un grande impegno di lotta e di proposta politica anche all’interno delle coalizioni”. “Università e istruzione – ha ricordato Giocondo Talamonti (Rif. CI) sono al centro di un nuovo sviluppo per il territorio del quale non possiamo fare a meno: vogliamo un’università attrattiva, legata alle attività economiche della città”. Dario Guardalben (Pdl) si è detto preoccupato per la mancanza di progettualità dell’ateneo perugino: “nessuno, ad esempio, ha chiesto di accedere ai progetti di ricerca e di dislocarli a Terni. L’università ha così dimostrato di avere un orizzonte modesto, di mirare solo alla sopravvivenza”. “Occorre – ha aggiunto – un progetto regionale, all’interno del quale la Regione stessa faccia da pungolo. Occorre proporre delle alternative”. Riccardo Giubilei (Pd) ha sottolineato la proposta unitaria del consiglio che dà maggior forza al sindaco. “Se l’Università di Perugia – ha detto - dovesse continuare nell’atteggiamento manifestato nel documento del senato accademico, rischia di infilarsi in un tunnel senza uscita. Occorre rivedere il sistema universitario umbro su base regionale. Per Terni dobbiamo chiedere dipartimenti specifici altrimenti non ha senso parlare di decentramento universitario”. Giubilei ha anche sottolineato come la forbice tra gli investimenti del Comune e quelli dell’Università per il polo ternano sia “imbarazzante”. Anche Paolo Garofoli (Gruppo Misto) ha detto che “la Regione deve dare il suo contributo, ma serve anche il coinvol-
gimento degli imprenditori del territorio”. Il presidente della Provincia di Terni Feliciano Polli e il presidente del Consiglio provinciale Andrea Maurelli hanno respinto recisamente l’offerta formativa dell’Università di Perugia perché “del tutto incoerente con le linee guida che la stessa Università aveva portato avanti nei mesi scorsi insieme alle istituzioni locali, alla Regione e al sistema socioeconomico del territorio. Non vengono, infatti, salvaguardati i livelli minimi ritenuti inderogabili per consentire la presenza a Terni di un polo universitario. Dal momento che non risulta giustificata in modo convincente né da vincoli di natura economica né normativi, l’impostazione data, che contraddice gli orientamenti precedentemente condivisi, appare come un brusco ritorno all’indietro nei confronti della direzione precedentemente concordemente intrapresa.”. Siamo abituati ai fiumi di parole sprecate e dimenticate, ma la vicenda dell’università a Terni ne ha prodotte davvero tante, sebbene ci siano stati anche fatti. Nei giorni successivi si è svolta una conferenza stampa dei rappresentati di tutte le forze politiche presenti in consiglio comunale per chiedere la mobilitazione della città a difesa della presenza universitaria; per rilanciare la mobilitazione anche attraverso una raccolta di firme; per chiedere alla Regione e al Governo centrale che lo sviluppo del territorio ternano continui a prevedere l’alta formazione e l’innovazione che da essa ne deriva. G.Pa.
TERNI DIMENTICATA
1960-2010: CINQUANTA ANNI DALLA STORICA IMMERSIONE NELLA FOSSA DELLE MARIANNE DEL BATTISCAFO TRIESTE FORGIATO ALLE ACCIAIERIE
C
Se la Terni di oggi dimentica le eccellenze della propria storia, quale speranza c’è per il futuro?
hi non ricorda la famosa canzone dei Beatles “Yellow Submarine”? Ad interpretarla, cosa più unica che rara, nella produzione degli ex “Fab
fossa delle Marianne. Questa esperienza non fu mai più ripetuta con la presenza di un equipaggio all’interno di un batiscafo, dal momento che gli unici due
Four”, fu Ringo Starr, ormai immortalato negli annali. Il Trieste, invece, era un batiscafo equipaggiato per resistere alle enormi pressioni delle profondità marine, in grado di contenere un equipaggio di due persone. Il 23 gennaio 1960 battè il record di profondità raggiunta, con una discesa di circa 10.900 metri nel punto più profondo del pianeta: la
sommergibili che hanno ripetuto l’impresa del Trieste (Kaiko tra il 1995 e il 1998 e Nereus nel 2009) erano privi di equipaggio. Il Trieste fu disegnato dallo scienziato svizzero Jaques Piccard (Bruxelles, 28 luglio 1922 – Ginevra, 1 novembre 2008), ed in seguito (nel 1958) acquistato dalla U.S. Navy per 250.000 dollari. Il batiscafo era costituito fondamen-
talmente da una camera riempita di benzina per permettere il galleggiamento del Trieste e da una sfera a pressione costante separata dal resto del sommergi-
bile. Questa struttura rivoluzionò il metodo di immersione: mentre prima una sfera era calata in acqua da una nave, rimanendo sempre collegata ad essa tramite un cavo, il Trieste era in grado di muoversi liberamente. Inoltre era lungo più di 15 m, ma buona parte della sua grandezza era dovuta alla presenza di una serie di galleggianti riempiti con 85 m³ di benzina e di compensatori colmi d’aria. L’equipaggio doveva stare nella sfera di 2,16 m, attaccata al fondo della struttura, per raggiungere la quale era necessario attraversare un tunnel che passava attraverso il galleggiante. Beh! Direbbe qualcuno. Il fatto è che il Trieste in larga
L’equipaggio della Trieste: Don Walsh e Jaques Piccard
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TERNI DIMENTICATA Il famoso sottomarino giallo dei Beatles
parte fu forgiato alle Acciaierie di Terni, ma nessuno lo ricorda, nè gli amministratori locali, molto impegnati a fare “Caos”, nè alle T.K. dove continuano a verificarsi gravissimi incidenti sul lavoro. Lo fa invece il capogruppo dell’UDC Enrico Melasecche: “Era il 23 gennaio 1960, avevo dodici anni, ma ricordo nitidamente l’eco sulla stampa mondiale per uno dei traguardi più importanti e significativi raggiunti nella storia dell’umanità. Ebbene, le Acciaierie di Terni ebbero il compito fondamentale di forgiare le due calotte entro cui i due ardimentosi si sarebbero chiusi, portando con sé cioccolata, noccioline ed una buona dose di temerarietà. A quelle profondità infatti la pressione dell’acqua raggiunge ben ottanta quintali per pollice quadrato tanto che si credeva
che nessuna forma di vita potesse esistere. I due invece, grazie alle lampade ai vapori di mercurio, rilevarono con grande sorpresa una vita marina estremamente interessante. Il 23 gennaio scorso sono scaduti i cinquant’anni da quell’evento di portata mondiale, ma Terni, la Terni dinamica che fu e che ebbe un ruolo es-
Jaques Piccard
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senziale in quell’impresa se ne è dimenticata. Ricordo anche benissimo quando Gino Papuli venne a trovarmi all’ultimo piano di Palazzo Spada per propormi il recupero di quella sfera che, in anni trascorsi, veniva celebrata in città come frutto della elevatissima capacità professionale delle maestranze, per riportarla a Terni ed inserirla in quel Museo dell’Archeologia Industriale al quale abbiamo cercato in tutti i modi di lavorare e che vide poi il salvataggio della Pressa che quella sfera dalle caratteristiche di resistenza particolari aveva forgiato. Resi felice Papuli salvando la 12.000 e collocandola in Piazza Dante ed acquisendo Papigno, che lanciammo con Benigni nel firmamento delle più qualificate produzioni cinematografiche. Il resto è purtroppo cronaca odierna. Dopo alcune ricerche riuscimmo a sapere che il batiscafo Trieste si trovava all’interno del Museo Oceanografico della Marina Militare, a S. Diego in California. Mi attivai tramite l’Ambasciata Italiana negli Stati Uniti per poter riacquisire quel reperto ottenendo un cortese ma netto
quanto comprensibile rifiuto. Non può però trascorrere il 2010 senza che Terni ricordi quell’impresa perché sono convinto che una comunità se dimentica anche le eccellenze della propria storia non abbia futuro. E’ per questo che sto proponendo al Lions Club Terni Host, di cui sono stato Presidente ai tempi di Ciaurro, e che collaborò con entusiasmo all’epoca per il salvataggio della 12.000, si faccia carico oggi di rimediare ad una dimenticanza abbastanza significativa organizzando con la Tyssen Krupp ed il Comune, un evento importante che ricordi il ruolo dell’ingegno ternano in quella impresa. Ad esempio con una pubblicazione specifica, collocando una targa ad hoc accanto alla Pressa ma soprattutto realizzando, con la gloriosa Società delle Fucine un modello in scala del batiscafo, da collocare all’interno del sito museale dell’ex Siri come primo reperto di quel Museo della Città di cui da anni parliamo senza che riesca a decollare”. G.Pa.
INSERTO NOVITÀ!
Le rubriche eventi diventano un’inserto che esplora gli appuntamenti sul territorio e non solo
COME, DOVE, QUANDO E
ra da diverso tempo che la redazione di TerniMagazine avvertiva l’esigenza di dedicare più spazio allo spettacolo, alla musica, al cinema e a tutto quello che fa intrattenimento e cultura. Già dal numero scorso Come, Dove, Quando era diventato un inserto, ma è da questo che iniziamo a fare sul serio: 12 pagine dedicate alla nostra città, al suo mondo giovanile e non; agli eventi che potranno animare le vostre serate, alla musica, i libri ed i film che possiamo trovare nei negozi. Quello che vogliamo essere è una guida per i naviganti di Terni, per coloro che, dopo una stressante giornata di lavoro (o, visti i tempi, di ricerca di lavoro) vorrebbero soltanto sedersi in poltrona e rilassare la mente con un buon romanzo in mano, o che al contrario preferiscono fare quattro salti per la città e vogliono sapere cosa c’è in giro. Ecco dunque la nuova struttura di Dove, Come, Quando: eventi, recensioni, anteprime, indagini sulle realtà emergenti ternane, con un occhio attento che cerca di spaziare su tutti i fronti, nella speranza che qualsiasi siano le vostre passioni ed i vostri hobby, il nostro inserto possa regalarvi qualche buon consiglio. Francesco Pone
IN QUESTO NUMERO: Focus on
pag 26
Eventi a Terni
pag 27
Occhio sulla Capitale
pag 30
Libri
pag35
Musica
pag36
Cinema
pag38
Home video
pag39
Il locale
pag40
FOCUS ON
L’
astronomia ci insegna che il solstizio d’inverno è il momento in cui il sole raggiunge il suo apice in cielo, per poi iniziare a calare lentamente. E’ per questo che l’inizio dell’estate viene datato assieme all’accadere di questo fenomeno, che ha dato occasione nella storia dell’umanità per numerose festività: dato
che la notte ricominciava a guadagnar tempo sul giorno, gli antichi temevano che il sole si spegnesse per sempre e per questo accendevano grandi falò per ravvivarne la fiamma. Anche la provincia ternana, per la precisione nella città di Piediluco, ha la sua tradizione a riguardo, con la storica Festa delle Acque, che quest’anno si svolgerà dal 3 Luglio
Irene Fornaciari
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all’11 dello stesso mese. Una manifestazione che nell’arco di una settimana, miscela storia, folklore, musica, cabaret, nella cornice delle magnifiche e placide acque dell’omonimo lago. Un appuntamento imperdibile per chiunque voglia trovare sollievo dalla calura estiva della conca ed assieme prender parte ad un rito che dalla notte dei tempi celebra l’arrivo della bella stagione. L’evento sarà aperto il 3 Luglio dal concerto, al complesso sportivo I Quadri, di Irene Fornaciari, figlia del celebre cantante Zucchero e giunta di recente a fama indipendente dopo la sua partecipazione a Sanremo 2009 con la canzone “Spiove il sole”, e la pubblicazione del suo secondo album Vintage Baby. Un’apertura di spessore che dona alla Festa delle Acque un respiro più ampio. Seguiranno (4 Luglio) gli spettacoli del gruppo “Sogno Mediterraneo”. Il 6 Luglio ci sarà l’esibizione dell’orchestra itinerante Fantomatik. In-
solito gruppo di suonatori, composto da 14 elementi che riarrangia la musica trasformandola in uno spettacolo da assaporare per le suggestive strade del paese. Il 7 Luglio in Piazza Bonanni, serata all’insegna delle risate con le barzellette di Lando & Dino, duo di comici marchigiani. Il 10 Luglio si svolgerà la festa vera e propria, con la sfilata della barche Allegoriche sul lago e lo spettacolo di fuochi artificiali, versione moderna dei falò, che voleranno in cielo nella speranza di riaccendere il sole dell’estate. A chiudere l’evento, l’11 Luglio si svolgerà il Trofeo di motocross presso il Centro Canottaggio D’Aloia, che si concluderà con la premiazione finale ed una cena di saluti. info: www.piediluco.net a cura di F.P.
EVENTI A TERNI E ... DINTORNI Musica -Gubbio (PG) 20 Luglio/& Agosto Gubbio Summer Festival 2010 – Giunto alla sua 21ma edizione, quest’anno il Festival ospiterà masterclasses di perfezionamento musicale e concerti tenuti da musicisti di fama mondiale, docenti dei corsi o invitati per l’occasione. http://gubbionotizie.blogspot.com/2010/03/ gubbio-summer-festival-2010-20-luglio-6.html -Perugia 9/18 Luglio 2010 Umbria Jazz – Si rinnova l’appuntamento annuale con la grande musica internazionale. Tutte le anime del Jazz riunite nel capoluogo umbro, per un programma sempre più ricco. http://www.umbriajazz.com/ -Varie località attorno al Trasimeno 21 Luglio/1 Agosto Trasimeno Blues
Si rinnova l’appuntamento estivo con il blues, che punteggia le località attorno al lago increspandone la superficie con calde note. http://www.trasimenoblues.it/
-Narni (TR) 23-29 Agosto Black Festival, Spettacoli di musica blues – Tony Monaco, Dick Halligan, Amana Molomè sono solo alcuni dei nomi degli artisti chiamati ad animare questa edizione del black Festival, blues i libertà nello splendido comune di Narni. http://www.narniblackfestival.it/
Arte e Cultura -Spoleto (PG) 18 Giugno /4 Luglio Festival dei due mondi – Due settimane di eventi culturali nella splendida Spole to, con una serie di appuntamenti serrati di danza, teatro, musica. http://www.festivaldispoleto.com/ -Tuoro sul Trasimeno, Palazzo Capra (TR) 23 – 25 - 30 Luglio / 2 – 5 – 9 – 11 – 13 – 16- 18 Agosto Flaminio: ovvero l’ospite inquieto (Ombre di Annibale) – Più di uno spettacolo teatrale, un vero e proprio viaggio nella storia,
nel luogo che fu del professor Moretti - Costanzi, uno dei cittadini torreggiani più noti del ‘900 e il primo a mostrare interesse per gli scavi sui luoghi della storica battaglia del Trasimeno. http://www.bellaumbria.net/Tuoro_sul_Trasimeno/ evento.htm?ev=560241251
-Città di Castello (PG) 25 Agosto-5 Settembre Festival delle Nazioni –
Omaggio alla Russia, Il Festival delle Nazioni di Città di Castello nasce nel 1968 con l’intento di ospitare ogni anno una nazione diversa e presentare un programma di concerti sulla base della cultura musicale del paese ospite. http://www.festivalnazioni.com/
-Todi(PG) 29 Agosto/8 Settembre Todi arte Festival - Rassegna annuale di teatro di prosa e lirico, di danza, di musica colta ed etnica, di arti visive, di incontri letterari. www.todiartefestival.com/
-Perugia 3/5 Settembre Figuratevi Festival internazionale delle figure animate - Un fitto programma di spettacoli selezionati tra le compagnie più qualificate che operano nei circuiti teatrali nazionali ed internazionali. http://www.figuratevi.it/
-Terni Dal 02 luglio al 02 agosto mostra di Ester Grossi - artista abruzzese. L’intera mostra rientra all’interno del progetto SEMI, progetto creato e curato da Chiara Ronchini per Indisciplinarte, interamente dedicato all’arte italiana emergente. Presso il CAOS Terni Dal 5 luglio al 12 luglio 2010 progetto Miniatures - residenza artistica dell’artista, coreografo e danzatore algerino Cristophe Haleb presso lo studio 1 del CAOS. Dal 16 luglio al 23 agosto residenza artistica e creativa della danzatrice e coreografa Amina Amici presso lo studio 1 del CAOS. Il progetto Miniatures è un’azione di sostegno rivolta a 10 artisti del Mediterraneo che lavorano sul tema del rapporto con l’alterità e sul discorso amoroso nelle sue declinazioni di genere e di affinità.
Eventi e Storia -Bevagna(PG) 17/27 Giugno 2010 Il Mercato delle Gaite – Rievocazione storica nell’antico comune di Bevagna. Le antiche botteghe dei mestieri medievali riaprono i loro battenti e riprendono le attività e le strade si popolano di bevanati che in abiti d’epoca vivono la quotidianità dei loro avi mangiando, lavorando, giocando proprio come loro. http://www.ilmercatodellegaite.it/ -Piediluco (TR) 3/7 Luglio Festa delle Acque – vedi pag 26. -Passignano sul Trasimeno (PG) 19/25 Luglio Palio delle barche Una gara altamente spettacolare ed unica nel suo genere che si svolge in tre fasi: la prima e la terza in acqua, la seconda a terra, barche in spalla lungo le viuzze del centro storico.
-Amelia 25 Luglio/10 Agosto Palio dei Colombi - Una giostra di cavalieri e balestrieri che viene disputata annualmente nel mese di Agosto dalle cinque Contrade della città di Amelia: Collis, Crux Burgi, Posterola, Platea e Vallis. http://www.ameliapalio.it/
-Nocera Umbra (PG) 1/ Agosto Palio dei quartieri - I due Quartieri che si contendono il Palio si danno battaglia lungo le vie della città nelle sfilate storiche, nella riproduzione storica figurata di momenti di vita quotidiana del passato e nella realizzazione di antiche ricette, fino agli attesi giochi sportivi della domenica (gare equestri e podistiche).
-Corciano (PG) 1-16 Agosto Corciano Festival – Dal 1950, il Corciano Festival rievoca questi momenti di vita quotidiana in uno scenario immutato, in cui i cittadini non sono solo comparse ma veri e propri protagonisti di una rappresentazione storica vissuta intensamente e con profonda partecipazione. http://www.bellaumbria.net/Corciano/corciano_festival.htm -Terni, Anfiteatro Fausto 1 Luglio, ore 21.00 Marco Travaglio: Promemoria
– Il giornalista e scrittore narra in questo spettacolo in chiave ironica ma documentata, gli eventi recenti del nostro paese.
-Montone (PG) 15-22 Agosto Donazione della Santa Spina - Tre rioni si sfidano per celebrare il dono di una spina della corona del Cristo da parte di Carlo Fortebracci. Il Castello rivive gli splendori della contea di Braccio da Montone in un’atmosfera ludica, le vie si animano della vita quattrocentesca, tra i profumi antichi della cucina nelle taverne. http://www.montone.info/lunedi2010.html
Infanzia -Terni Settimana dal 28/06 al 02/07 CAOS: L’alfabeto del colore - dalle
8.30 alle 13.30; CAOS: Il corpo, lo spazio, la città. Da Città giardino a Città bambino dalle 14.30 alle 17.30
-Terni Settimana dal 05/07 al 09/07, CAOS: Let’s paint english - dalle 8.30 alle 13.30 ; CARSULAE: Notizie dalla terra: senza alberi, che vita è? dalle 8.30 alle 17.30 - Incursioni ludiche tra gli alberi della letteratura e della storia dell’arte. Realizzazione di un’installazione naturale d’artista. -Terni Settimana dal 12/07 al 16/07, CAOS: Il mondo profumato - culture e colori, profumi e sapori dalle 8.30 alle 13.30; CAOS: Il mondo profumato: culture e colori, profumi e sapori (laboratorio teatrale) dalle 14.30 alle 17.30
-Terni Settimana dal 19/07 al 23/07,, CAOS: La settimana del disegno
dalle 8.30 alle 13.30; CAOS: La settimana del disegno (laboratorio teatrale) dalle 14.30 alle 17.30
-Terni Settimana dal 26/07 al 30/07,, CAOS: Racconti di stoffa - dalle 8.30 alle 13.30; CARSULAE: Notizie dalla terra: guarda che faccia! dalle 8.30 alle 17.30 -Terni Settimana dal 03/08 al 07/08, CAOS: Tanti modi di fare arte - dalle 8.30 alle 13.30; CAOS: Alla scoperta del paesaggio sonoro dalle 14.30 alle 17.30 -Terni Settimana dal 23/08 al 29/08, CAOS: Le architetture della città
dalle 8.30 alle 13.30
INFO Età: da 6 a 11 anni (è necessario che il bambino abbia frequentato la prima classe elementare). Per partecipare alle attività i bambini devono essere residenti nel Comune di Terni Costi: Solo mattina, dalle 8.30 alle 13.30: € 25 (settimanali) Solo pomeriggio, dalle 14.30 alle 17.30: € 15 (settimanali) Intera giornata (dove previsto), dalle 8.30 alle 17.30: € 40 (settimanali)
PROGETTO CREATIVE CHAOS Dal 27 giugno 2010 al 04 luglio 2010 Creative Chaos è il nome dell’Università estiva internazionale delle arti ideata dalla Facoltà di Arte della St. John University di York in collaborazione con altre sedi universitarie internazionali e il CAOS Centro Arti Opificio Siri. Il progetto offre l’opportunità a studenti provenienti da tutto il mondo di applicare le proprie pratiche creative nel contesto storico-artistico di York e in quello post-industriale di Terni. Gli studenti infatti avranno la possibilità di lavorare sulle loro principali competenze artistico-creative seguendo uno dei quattro corsi: performance, direzione di cortometraggi, documentari e sceneggiatura sotto il tutoraggio di professionisti del settore di fama internazionale e qualificati nel mondo accademico : Peter Cook (Uk), David Richmond (Uk), Beth Cassani (Uk), Julie Oxendale (Uk), Mark Reyes (Usa). a cura di F.P.
OCCHIO SULLA CAPITALE ARTE E CULTURA –Palazzo delle Esposizoini, Via Nazionale, 1949 Aprile/11 La natura secondo De Chirico - Luglio Infoline: 06.39967200 Oltre 150 opere, tra cui alcune mai esposte in Italia, dell’indiscutibile maestro e capostipite della pittura Metafisica, nell’occasione del centenario della nascita di questa storica corrente artistica. Il suo rapporto con la Natura, illustrato secondo un percorso in cui il solido si fa etereo, dove il qui e ora diventa un’eternità senza luogo, in un’operazione di ripulitura del reale che ne rivela la natura più profonda. – Galleria Nazionale D’arte Moderna, Via delle Belle Arti 131, 15 Maggio 2010/7 Gennaio 2011 ‘Tagli d’artista’, una storia lunga un secolo In occasione dell’allestimento del grande soffitto “Ambiente Spaziale con tagli” che Lucio Fontana realizzò per la casa di Milano dell’ingegner Antonio Melandri nel 1960, questa mostra mette in relazione l’arte del maestro spazialista con le opere di autori del calibro di Klimt, Balla, Martini, Wildt. Un percorso nell’arte contemporanea che rispecchia lo spirito del nostro tempo, le sue inquietudini, le sue domande.
-Musei Capitolini, Piazza del Campidoglio, 13 Marzo/15 Settembre 2010 L’età della conquista, il fascino dell’arte greca a Roma - Infoline: 060608 Un’occasione unica per ammirare e comprendere meglio un momento di grande importanza per la storia romana. Un omaggio alla storia dell’arte e alle bellissime opere realizzate in marmo, bronzo e terracotta, fatte pervenire da tutti i Musei del baciono del Mediterraneo ai Musei Capitolini di Roma.
MUSICA E CONCERTI -Stadio Olimpico 9/10 Luglio Luciano Ligabue - Il nuovo tour di Ligabue, l’artista emiliano che da molti è stato indicato come il vero erede di Guccini.
-Auditorium Parco Della Musica 24 luglio 2010 Simply Red - La storica band di Mick Hucknall nel suo ultimo tour celebrativo prima dello scioglimento annunciato. -Ippodromo delle Capannelle 14 luglio 2010 Baustelle - Per il Festival Rock in Roma, il concerto della band senese di Francesco Bianconi -Cavea Auditorium 23 luglio 2010 Norah Jones - L’artista newyorkese, vincitrice di 5 Grammy Award, approda a Roma in un concerto di presentaizone dell’ultimo album, The Fall, uscito nel novembre 2009 -Teatro Romano di Ostia Antica Via dei Romagnoli, 717
23 luglio 2010 Alessandra Amoroso - La giovane artista uscita dalla scuderia di Amici di Maria De Filippi, dopo il premio visto ai Wind Music Awards, si esibisce di fronte al suo pubblico in un concerto che segna la tappa romana del suo tour estivo.a cura di F.P.
LIBRI del mese
Amélie Nothomb
James Ellroy
Biografia della fame
IL SANGUE È RANDAGIO
L’ultimo romanzo della scrittrice Belga di “La metafisica dei tubi” narra il suo abbandono nell’anoressia, il masochistico piacere nel dolore della fame, il corpo che si ribella perché vuole vivere. Fotografie di un’adolescenza straordinariamente normale nell’inconfondibile stile che in Italia abbiamo imparato ad amare.
D
opo nove anni dal fortunato e bellissimo Sei pezzi da mille, James Ellroy conclude la sua “trilogia americana” con un romanzo di più di 500 pagine. Il percorso che taglia con un bisturi da chirurgo la storia americana nei suoi anni più neri, dall’omicidio di JFK a quello del fratello Bob, passando per Martin Luther King, trova il suo compimento in questo libro dallo stile asciutto e spietato, che ci regala un altro trio di personaggi alle prese con i segreti più inconfessabili degli anni ’60-’70. Ellroy compie una vera a propria operazione di innesto della materia letteraria nel corpo vivo e pulsante della Storia, soltanto apparentemente lontana, dando vita ad un ibrido che ci appare tanto più mostruoso quanto più ci rendiamo conto di quanto sia prossimo alla verità. I suoi tre protagonisti ci appaiono come sempre vittime di una schizofrenia filosofica, creature tanto umane quanto crimina-
Il classico Michael Ende La Storia infinita
L
li, fautori di un Male che tradotto nella pratica di ogni giorno si trasforma in una disarmante normalità: un Male che non gli impedisce di amare teneramente, di cercare come ognuno di noi un rifugio lontano dal mondo, in cui essere semplicemente sé stessi. Eppure siamo infinitamente lontani dai ladri gentiluomini o dai mafiosi romantici di tanta letteratura di bassa lega: ciò che è fatto e fatto, nel mondo di Ellroy, e la redenzione che sembra profilarsi dietro l’angolo finisce inevitabilmente per assumere i contorni di una chiazza di sangue indelebile sul pavimento.
James Ellroy
eggere un libro significa entrare in un mondo i cui unici confini sono la fantasia. Ed è Fantàsia, appunto, il mondo di cui narra il libro in cui si imbatte Bastiano, ragazzino sfortunato nella vita ma amante della pagina stampata. Fantàsia è ora minacciata dal Nulla, che la sta consumando palmo a palmo, e soltanto Bastiano, in questa incredibile storia sulla bellezza delle storie narrate, potrà salvarla… Un grande classico che ci ricorda le storie di cui leggevamo da bambini, e di quanto era bello poter sognare di essere l’eroe del romanzo.
QUOTE “Il lavoro mi piace, mi affascina. Potrei starmene seduto per ore a guardarlo..” (Jerome K. Jerome, Tre Uomini in Barca)
a cura di F.P.
NOTE di NOTTE
PIXIES Il concerto di Ferrara
D
opo ore di viaggio sono arrivata a Ferrara: fa caldo, caldissimo ed io da quattro mesi ho in tasca i biglietti del concerto di una delle band che mi ha cambiato la vita. Stasera suonano i Pixies. I Pixies, formati nel 1988 e sciolti nel 1993, dopo anni, a parte un piccolo tour e qualche occasione sporadica, sono qui per me. Ferrara è una bella città tranquilla, piacevole, emiliana, lontana dalle urla disgraziate di Frank Black. Botteghino pieno, fila impeccabile e lunghissima, tutti pronti ad entrare in perfetto orario. Dentro la piazza c’è un pubblico strano, è piacevole vedere le famigliole e non solo i ragazzi. Si avvicina l’ora ed io sento dentro di me tutto quello che i Pixies hanno lasciato, il caldo di un paese lontano, le proteste in una lingua che comprendo poco, la rabbia ed il disarmo. Kurt Cobain inevitabilmente torna più volte in mente, la sua voce è stata indelebilmente graffiata da quella di Frank Black, e con loro la nostra. Attesa, poca, luci, è giorno ed inizia. Sono li davanti a me salto per vederli e non ci credo, il caldo asfissiante rende la situazione irreale. Ma invece sono li, ed ecco non mi fanno aspettare subito iniziano da Surfer Rosa. In fila uno vicino all’altro suonano, immobili come sempre, fissi come se stessero accordando gli strumenti a casa, ed io cerco la voce ruvida, la batteria inarrivabile, la chitarra oltre tempo distorta ed il basso di lei, riferimento per tutte, rock ed allucinata nella sua presenza dominante all’ interno di un gruppo di uomini. Forse qualcosa non va, io sono lì ma loro non arrivano.
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Un successo dietro l’altro, ci accontentano, facendoci godere e crogiolandoci dentro a quello che volevamo aspettarci, ricordi, suoni, strumenti c’è tutto, forse quello che non mi riporta è che i Pixies non ci hanno mai accontentati, non ci hanno mai fatto prevedere niente, e non vogliono iniziare adesso. Continua senz’altro un concerto di qualità con brani splendidi al quale non si poteva mancare, che in fondo ci piace, ma cerco approvazione nel mio compagno e non so se la trovo. I Pixies hanno cambiato lingua ed a me non va. All’ improvviso mentre mi sforzavo di continuare a credere che ero al concerto del secolo ecco l’irreale, lo staff blocca il gruppo perché il pubblico viene ritenuto troppo vicino alle transenne, ragioni di sicurezza… ma io che sono al concerto dei Pixies immagino una protesta, nessuno può dirci cosa fare al nostro concerto, dobbiamo urlare ed arrabbiarci, Il gruppo esce ed un pubblico abbastanza borghese che si limita a saltellare una volta ogni tanto fa il passo indietro richiesto e dopo una decina di minuti tutto ricomincia come fosse niente, con un gran pezzo ci accontentano. La scaletta è un po’ disordinata, tra un pezzo fantastico e l’al-
tro trovo poca logica, tante perle, troppe, che accontentando tutti e nessuno. Durante tutto il concerto vedo delle splendide Telecaster, ma non arriva la chitarra acustica, un simbolo per i Pixies, loro che hanno unito quello che sarebbe diventato grunge con il folk e le folli distorsioni insieme a ballate malinconiche, cantano ancora anche in spagnolo, ma parlano una lingua sola, forse un suono solo. Settati anche male in una piazza che non predilige l’acustica, ci annaffiano di bassi che confondono un po’ tutto. A discapito di tutto suonano perfettamente: lui ha la voce un po’ cambiata, ma questo lo perdoniamo. Kim Deal in ottima forma conferma tutto quello che penso di lei, chitarra e batteria meravigliosamente discordanti, ma qualcosa non va… Solo il giorno dopo riesco a dire, quasi fossi in analisi, che ho visto il concerto di quello che venti anni fa era un grandissimo gruppo uno dei più grandi. All’ uscita con amarezza noto che ad ogni angolo vendono piadine romagnole. Ilaria Mascetti
QUOTE
MAGAZINE GIUGNO - LUGLIO 2010
“Pensavo è bello che dove finiscono le mia dita debba in qualche modo incominciare una chitarra.” (De Andrè, Giugno ’73)
NOTE di NOTTE Gruppo emergente:
AllucInAzione a cura di F.P.
La politica ternana non spende né tempo né denaro per la valorizzazione della propria cultura, ma Terni prova a non farci caso. A dimostrazione delle energie e della voglia di fare che animano sottotraccia la nostra città, cominciamo da questo numero a esplorare il fitto mondo degli artisti emergenti locali, che con pochi mezzi ma tantissima voglia di fare provano a sfondare nel difficile mondo della musica. Cominciamo dagli Allucinazione, band profondamente ternana, di cui speriamo di poter sentir parlare a lungo. Come vi siete conosciuti? La nostra avventura è cominciata nel 2003 quando Luke al secolo Luca Catinelli (Batteria), che suonava con me (Auro-Mauro Antonelli-Voce) nella Soul Band “Blues Willis” mi propose di cantare e scrivere dei testi sulle canzoni che stava arrangiando insieme al suo amico Sergio Giuffrida in arte Sergio (chitarra). Da questo periodo di sperimentazione semivirtuale, poiché ognuno di noi lavorava individualmente sulle registrazioni che Luke faceva rimbalzare dalla mia cantina al suo garage fino alla cucina di Sergio, nacque un primo embrione del nostro progetto, e al tempo stesso l’esigenza di forgiare una Rock Band. A stretto giro di vite venne assoldato un giovane ma talentuoso Bassista: Simone Boncio detto Lou Bonz. Ma la formazione non era ancora al completo, almeno fino a quando Sergio non si recò all’edicola per prendere la gazzetta dello sport per poi tornare con Flauto (Emanuele Ceccarelli- Tastiere). Che ci crediate o meno questa è la vera storia degli AllucInAzione.
i Toto, i Police, i Journey ed artisti come Steve Ray Vaughn, Jimmy Hendrix e Gary Moore con spiccate influenze melodiche di artisti italiani, fra i quali è impossibile non menzionare Zucchero, De Andrè, Finardi e Rino Gaetano. Cosa bolle in pentola attualmente? Cosa state facendo, dove possiamo sentirvi? Attualmente siamo impegnati su più fronti. Il primo è quello dei concorsi, abbiamo infatti recentemente raggiunto le finali regionali di Rock Targato Italia e disputeremo a breve le fasi preliminari di “Tour Music Fest”. Suoniamo saltuariamente nei pochissimi locali con Musica dal vivo presenti sul territorio Regionale. Inoltre accompagneremo lo show di alcuni artisti provenienti dalla serie Tv “Don Matteo2”, in Tour nelle Piazze del centro Italia, tenendo nel frattempo sempre acceso il motore della macchina compositiva, nelle estenuanti ma esilaranti sedute in sala prove.
Programmi per il futuro? Presto il nostro “Hybrid Rock” contagerà l’intero universo... Che genere di musica fate? Quali per adesso ci acconartisti vi hanno maggiormente in- tentiamo della nostra fluenzato? patria! Fondamentalmente noi siamo un gruppo RockPop, che si ispira mag- Quanto è difficile la giormente al Rock di gruppi come vita per una band
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emergente nella nostra città? Come cittadini pensiamo che l’attenzione dell’amministrazione per gli artisti, gli appassionati ed i professionisti locali sia inconsistente; nonostante ciò il comprensorio ternano raccoglie un nutrita e fervente comunità di musicisti, questo soprattutto grazie a persone come Leonardo Stella e ad associazioni e strutture come il PanPot ed Ephebia che da sempre appoggiano e supportano questa causa. Trovate che internet sia un aiuto o un ostacolo per una band emergente? Assolutamente un aiuto, grazie alla rete la possibilità di farsi conoscere e di confrontarsi è aumentata esponenzialmente; sinceramente reputiamo che il danno alla discografia imputato alla pirateria sia relativo poiché crediamo che il problema principale sia il progressivo abbassamento della qualità dei prodotti proposti. http://www.myspace.com/allucinazioneonline
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PROSSIMAMENTE AL CINEMA a cura di F.P.
Predators
Il 30 Giugno arriva in Italia l’attesissimo terzo capitolo della fortunata Twilight Saga, che ha portato sugli schermi il ciclo di romanzi di Stephenye Meyer. Per la regia di David Slade (30 giorni di buio), torna l’affascinante vampiro interpretato dall’idolo delle ragazze Robert Pattison, affiancato ancora una volta dalla bellissima Kristen Stewart. Dramma, passione e horror sapientemente shakerati in un cocktail che rilegge in chiave moderna e dark il mito del vampiro. LA TRAMA: Una misteriosa catena di omicidi scuote la città di Seattle. Bella, in procinto di conseguire il diploma, dovrà fare i conti con i piani di vendetta della vampira Victoria, decisa a distruggere i Cullen. Nel frattempo si troverà a dover compiere una dolorosa scelta fra il suo grande amore Edward e la sua amicizia per il licantropo Jacob, conscia del fatto che la sua decisione potrebbe sfociare in una nuova guerra fra le due fazioni. CURIOSITA’: -A causa di forti contrasti fra l’attrice Rachelle Lefevre e la produzione, il personaggio di Victoria in questo episodio sarà interpretato da Brice Dallas Howard. - Rispetto ai capitoli precendenti, Eclipse sarà molto più incentrato sull’azione. Ne è la riprova l’incidente che ha colpito durante le riprese l’attore Jackson Rathbone (Jasper Hale), che lo ha costretto ad una precipitosa corsa in ospedale. Niente di grave, comunque: l’attore è stato dimesso il giorno seguente, pronto a tornare sul set. - Già si parla del prossimo capitolo della saga, Breaking Dawn. La produzione sembra intenzionata a farne ben due film, ma la decisione è ancora in forse. Gli attori principali, infatti, hanno firmato soltanto per 4 film, e negoziare un contratto per un eventuale quinto vorrebbe dire alzare notevolmente il già ricco cachet. IL TRAILER: Potete trovare il trailer ufficiale del film all’indirizzo web: http://www.youtube.com/watch?v=S2HIda5wSVU
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Tornano i cacciatori di teste spaziali, direttamente dagli anni ’80. In questo tentativo di rilanciare un franchising di successo, il regista Nimród Antal, con il patrocinio dell’eclettico e tarantiniano Robert Rodriguez, l’azione si sposta sul pianeta-prigione dei Predators, dove un gruppo di malcapitati umani, tra cui Topher Grace (Spider Man 3), Adrien Brody (Il pianista) e Lawrence Fishburne (Matrix), si ritroverà a dover partecipare ad una sanguinosa caccia all’uomo, nello scomodo ruolo della preda. Al cinema dal 14 Luglio Trailer http://www.youtube.com/ watch?v=9u8vZwvP57Y
Toy Story 3: La grande fuga
Toy Story segnò l’inizio dell’epoca dei cartoni in animazione digitale. Molti anni sono passati e le innovazioni tecnologiche hanno spinto gli autori della Pixar a togliere dalla soffitta i personaggi di Woody, Buzz e compagnia bella. In lavorazione dal 2004, questo terzo capitolo ha avuto una lavorazione travagliata: diverse riscritture ne hanno trascinato la realizzazione al 2009. Tom Hanks doppia ancora una volta il cow-boy Woody, che in Italia parlerà con la voce di Fabrizio Frizzi. Da segnalare la presenza di Barbie e Ken, in una parte molto più importante del cameo del secondo film. Al cinema dal 7 Luglio Trailer http://www.youtube.com/ watch?v=gZrNW8nAiuM
HOME VIDEO GLI AMABILI RESTI di Peter Jackson The Losers
Nella sua insaziabile fame di nuove idee, Hollywood continua a saccheggiare il mondo del fumetto. Questa volta però non abbiamo supereroi in costumi sfavillanti, ma una squadra di agenti segreti che, dopo aver fatto lavori sporchi per il governo del loro paese, viene tradito. Scampati ad una trappola mortale, e dati per morti, si muoveranno alla ricerca del più classico dei moventi cinematografici: la vendetta. Regia di Sylvain White, con Chris Evans (Fantastic Four), Jason Patrick (Sleepers). Al cinema il 23 Luglio Trailer http://www.youtube.com/ watch?v=o_K6y8ihyi8
Letters to Juliet
Dopo Angeli e Demoni e le Cronache di Narnia, il cinema americano torna in Italia, pescando a piene mani dal nostro straordinario parco di attori. I vacanza a Roma, una coppia statunitense trova una lettera d’amore e si imbarca nella ricerca della destinataria, che li porterà fino alla splendida Toscana. Regia di Gary Wynick, con Vanessa Redgrave, Franco Nero. Al cinema il 27 Agosto Trailer http://www.youtube.com/ watch?v=prc50Uod_vQ
Correva l’anno 2002 quando Alice Sebold pubblicò “Amabili Resti”, un libro che avrebbe venduto milioni di copie commuovendo varie nazioni. “Mi chiamo Salmon, come il pesce. Di nome Susie. Avevo 14 anni quando fui uccisa, il 6 Dicembre 1973 “Quest’unica frase racchiude l’innocenza di una bambina che sotto la lama “nuda e sorridente, curva in un ghigno” di un vicino di casa, vede scomparire tutti i suoi sogni, tutta la sua vita. E’ dal Paradiso che racconta la sua storia, del suo assassino, della sua famiglia, del suo cagnolino... e di quel ragazzo che non aveva mai baciato, Ray. Una madre che abbandona, disperata, il marito dopo la scomparsa della figlia, dopo quel corpo non ritrovato, e la nonna che và a vivere dal genero per accudire gli altri due figli. Non potevamo aspettarci da un libro del genere un lieto fine ma una sofferenza che pian piano lascia posto alla vita, una presenza che scompare, ma mai del tutto. Nel 2009 Peter Jackson dipinge in una pellicola la straziante ed in definitiva convincente storia di questa bambina, nel film interpretata dalla stella in ascesa Saoirse Ronan, con un coraggio quasi grottesco. La sceneggiatura dà molto spazio alla voce narrante di Susie, alla sua ricerca della “stabilità” (o felicità) in Paradiso, alla nonna, Susan Sarandon, che con l’immancabile sigaretta in bocca, dirige la storia e la casa dove tutti sentono la Sua mancanza. Ma Lei c’è, compare, appare al fratellino, al papà. Nonostante il rischio di cadere nel banale, il film è difficile da digerire, sospeso nel tempo,forse rinchiuso in un gomitolo di realtà che non per forza non esiste, anche se, per chi ha letto il libro, è davvero difficile accettare che nella pellicola sia stata omessa una delle parti più crude: il cane (che poi la raggiungerà nel suo Cielo) che porta a casa dei genitori il gomito della bambina violentata ed uccisa in quella maledetta stanza, appositamente costruita sottoterra per lei da George Harvey (l’assassino poi scoperto seriale). Un momento di transfert in cui Susie entra nel corpo di una sua amica e vive un momento d’amore con l’adorato Ray può essere considerato un atto di Espiazione che la ragazza concede alla sua vita troppo breve, che troppo l’ha delusa. «Dimmi che mi ami». Glielo dissi dolcemente. Francesca De Santis La fine arrivò comunque. QUOTE “Non devo torturarti così, Gomez. A quello penso io.” (morticia al marito, “la Famiglia Addams”)
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Il Locale
RONNIE SCOTT
una notte a ritmo di musica
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egretamente conosciuto, il Ronnie Scott è uno dei locali più in ed in vista della città. Situato davanti alla Chiesa di Sant’Antonio ed affiancato dall’Istituto Casagrande e dal Centro Multimediale, è un punto di ritrovo particolarmente “intelligente”. Propone delle serata differenti nello stesso luogo. Infatti l’orario di apertura è alle 20.00 e di chiusura alle 2.00 di notte. Quest’arco di tempo viene solitamente organizzato in due momenti distinti: il Dinner Time che va dalle 20.00 alle 22.00 , il Party Time dalle 23.00 fino alla chiusura. Rinnovatosi abilmente nell’ultimo anno, conta ben tre spazi inter-
ni: tavoli all’ingresso, sala bar, piano rialzato. Ottimo e stravagante per fare feste, gustando un menù tutto all’italiana. Forse l’unica pecca è il non poter prenotare pizze dopo la mezzanotte…perché poi si sa: è proprio a quell’ora che viene fame! Dopo un periodo in cui il Giovedì si doveva prenotare per un tavolino e per gustare la fiesta, ora è il Venerdì il giorno in cui il locale sembra più affollato. La sala si tinge fino a notte fonda di luci calde e pazze, quasi da stordimento, e mentre i cocktail zam-
pillano sulle mani dei clienti, davanti al bar una piccola pista accoglie gli amanti della Salsa e della Bachata. Il Ronnie Scott non è per giovani né per anziani, è per tutti. Essendo sempre più elegante , raccoglie preferenze da ogni parte e da ogni persona. Di certo non può essere paragonato al Cocò, estremamente più chic, ma di certo è uno degli ambienti più distinti che Terni abbia visto negli ultimi anni. Per dare adito ad ogni riflessione involontaria, il locale è anche frequentatissimo per la sua bellissima cameriera, di probabile origine tunisina, che raccoglie occhi di uomini accompagnati dalle loro fidanzate. Avendo a disposizione anche uno spazio antistante aperto e provvisto di tendoni, è adatto per un Sabato sera caldo ed antipatico. Il voto al Ronnie Scott: 7 e mezzo. F. D.S.
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CONTROMANO
Traffico / Terni tra le città con più aree pedonali
In occasione dei trent’anni dalla nascita delle isole pedonali, Legambiente, durante il convegno «Participio futuro, da trent’anni per continuare a cambiare» ha presentato un rapporto ad hoc sulle città italiane che, in questi anni, si sono contraddistinte nella creazione di aree pedonali. La corsa delle città di dotarsi di aree pedonali o zone a traffico limitato entra nelle classifiche quale indicatore della qualità della vita o dell’azione di lotta contro lo smog. E a sorpresa Terni, insieme a Verbania e Cremona, risulta essere uno dei centri con più spazi senza auto. Inoltre si collocherebbe al terzo posto quanto a metri quadrati per abitante riservati ai pedoni.
Peruginismi / Aborti fuori legge, cinque indagati Peculato, ricettazione e interruzione di gravidanza fuori dai termini previsti per legge. Sono questi i reati contestati dal sostituto Procuratore, Sergio Sottani, ad un medico ginecologo, alla sua segretaria privata, ad un’ostetrica, ad un dipendente ospedaliero e ad un extracomunitario. L’indagini conclusa dai militari, denominata ‘Erode’, ha evidenziato la violazione delle norme che disciplinano l’interruzione di gravidanza. Gli accertamenti hanno infatti permesso di constatare che un medico ginecologo, in più occasioni, forniva suggerimenti alle pazienti, già visitate presso il proprio studio privato, per eludere le prescrizioni temporali imposte dalla legge sull’interruzione di gravidanza volontaria e praticare così falsamente un aborto terapeutico.
Risparmio / La Marini si prende 60.000€ in più Catiuscia Marini, non ci sta a tirare la cinghia. Se alla Lorenzetti bastavano 230 mila euro per il suo entourage, la neo governatrice dell’Umbria, come primo atto della IX legislatura, ha decretato una spesa annua di 291 mila euro.La sua giunta costerà ben 60 mila euro in più di quella precedente, il tutto, ovviamente, a spese dei contribuenti umbri. La vicenda, tuttavia, non ha lasciato indifferenti gli esponenti del centrodestra. Il consigliere regionale Franco Zaffini (Pdl), qualche giorno fa, ha infatti dichiarato sarcasticamente: “Se il buon giorno si vede dal mattino, direi che siamo di fronte ad un mattino piuttosto caro, alla faccia della crisi e dei sacrifici che tutti noi dobbiamo fare! ”Secondo lo stesso Zaffini “oltre al capo di Gabinetto che ha visto lievitare il proprio compenso di circa 15.000€ all’anno (del resto si sa che anche in Giunta ‘tengono famiglia). L’ufficio si compone di un consigliere di supporto da 88 mila euro annui, di un responsabile dei servizi di segreteria e di un assistente ai servizi di segreteria, tanto per essere sicuri che la segreteria non sia in sotto organico e funzioni anche grazie all’assistente dell’assistente!”.
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CONTROMANO
Acqua/ Il SII si beve le nostre bollette E’ proprio il caso di dire che il SII (Servizio Idrico Integrato) fa acqua da tutte le parti. L’assemblea dei Soci, composta dai cervelli di ben 5 sindaci della provincia di Terni, più la bellezza di altrettanti consigli di amministrazione, si è riunita per esaminare i bilanci in rosso e le esposizioni debitorie. Ma come, ci domanderemo, l’Umbria, una delle regioni italiane con il maggior numero di fonti di acqua potabile, ha problemi a gestire il cosiddetto “oro blu”? Ebbene sì, non era facile, ma ce l’hanno fatta. Le tariffe per i cittadini aumentano (più 20,6 per cento sia negli Ato 1 e 2, del 23,2 per cento nell’Ato 3 e addirittura del 63 per cento nell’Ato 4, quello del territorio ternano), per i rubinetti l’acqua diminuisce (si registrano periodicamente interruzioni del servizio in aree importanti e una qualità dell’acqua spesso al di sotto dei parametri per nulla restrittivi fissati dalla normativa nazionale). E dire che la gestione dell’acquedotto è mista pubblica e privata: il privato guadagna, il pubblico che fa? Evidentemente per i nostri amministratori non ci sono problemi: forse comprano l’acqua in bottiglia. Noi cittadini intanto paghiamo, beviamo l’acqua che sa di calcare e facciamo qualche gita notturna a San Gemini, con la nostra bella tanica nascosta sotto il cappotto.
S’intensificano i raid sui vandali
Li hanno sorpresi con le bombolette in mano, mentre imbrattavano le pareti esterne della stazione ferroviaria di Narni Scalo. Subito, per i due amerini, un ragazzo e una ragazza entrambi diciassettenni, è scattata la denuncia al Tribunale dei Minori di Perugia per deturpamento e imbrattamento di patrimonio pubblico. Una bravata costata cara ai due giovani che hanno tentato di giustificarsi, spiegando ai militari che non stavano facendo nulla di male e che i loro erano dei semplici “graffiti”, fatti forse per emulare quei “writer” che nelle grandi città riempiono di disegni, a volte con vere e proprie opere d’arte, le pareti di interi palazzi o addirittura i vagoni ferroviari.
Ancora irrisolto il giallo dello scambio di salme a Terni
Massimo Collemaggio, ternano di 57 anni, da tre anni attende che sia fatta giustizia. Per un tragico errore ha infatti visto sparire la salma della madre dal cimitero di Terni, per poi essere cremata, a sua insaputa, a Perugia. Secondo quanto riportato dall’uomo, la salma della madre sarebbe stata lasciata in custodia per due o tre giorni presso il cimitero di Terni, in attesa di un loculo. Tuttavia solo 30 ore dopo, nella camera mortuaria di Terni la salma della madre non c’era più. Dopo lo sconcerto iniziale e le prime indagini, la notizia che una ditta di pompe funebri di Terni avrebbe caricato e trasportato la madre a Perugia per essere cremata. Uno choc tremendo per tutta la famiglia. Il colmo raggiunge alti livelli se si pensa che a l’autista nel caricare la mamma sull’auto funebre, sarebbe stato aiutato dal custode del cimitero. Ma come è possibile che si lasci uscire una salma con i documenti di un’altra? Come è possibile che una ditta di pompe funebri trasporti una salma senza accertarsi che i documenti corrispondano al defunto? Che un crematorio bruci una salma quando i documenti corrispondono ad un’altra persona? Oltre al danno anche la beffa. L’uomo avrebbe infatti chiesto al Comune di Terni un risarcimento danni pari a 500 mila euro. Tuttavia la causa, in piedi ormai da tre anni, non va avanti. Il Comune si sarebbe scusato con la famiglia ma non avrebbe mai proposto né accettato il risarcimento, limitandosi a segnalare il fatto alla compagnia assicuratrice del Comune.
F.C.
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IL PERSONAGGIO
MARIO PISTELLINI E IL GIORNALISMO ON THE ROAD La scomparsa del capostipite della prima vera scuola di giornalismo in Umbria
M
ario Pistellini è stato un protagonista del giornalismo televisivo umbro. Intelligenza vivace e lucidissima, colto, pungente, allergico alla banalità, controcorrente fino all’audacia, aveva la capacità, tutt’altro che ovvia, di farsi capire. E la gente, gli ascoltatori, i lettori lo hanno capito, dissentendo a volte, ma sempre pronti a riconoscergli credibilità, al punto da dire che se era stato Pistellini a dirlo, allora proprio in quel modo doveva essere andata. La presidente della Giunta Regionale, Catiuscia Marini, ha considerato la scomparsa del giornalista Mario Pistellini “un grave lutto per il giornalismo e per la società regionale, che con lui perde un grande conoscitore della storia e delle tradizioni dell’Umbria ed un acuto analista, sperimentato in decenni di giornalismo militante, della politica e del costume in Umbria”. “Mario Pistellini – ha aggiunto Catiuscia Marini – riassumeva in sé alcune qualità fondamentali del giornalismo: la capacità di un punto di vista nuovo sulle situazioni, l’approfondimento delle notizie, in una prospettiva mai ovvia, e il senso di servizio, che si traduceva in un linguaggio sorvegliato, ma sempre piano e scorrevole, nei confronti di lettori ed ascoltatori”. Pistellini, che affettuosamente e con una punta d’ironia noi giovani apprendisti, dei pri-
mi anni settanta, nelle redazioni di “Paese Sera”, chiamavamo “monsignore” per la sua specializzazione nel campo delle questioni religiose e più specificatamente ecclesiastiche, è stato il nostro maestro, il nostro punto di riferimento, essendo stato chiamato a dirigere l’edizione umbra dell’allora quotidiano “fiancheggiatore del Pci”. Mario, per chi, come chi scrive, veniva dal movimento studentesco e dalla FGCI, rappresentava da punto di vista politico e culturale un elemento di “rottura”, di diversità, di contraddizione, di novità, appartenendo “lui” a quel mondo all’epoca così lontano: il mondo dei cattolici, non solo sotto il profilo appunto dell’impegno politico, ma anche e soprattutto dal punto di vista della fede, del nocciolo del cristianesimo-cattolicesimo. Mario è stato un maestro per tutti gli operatori dell’informazione in Umbria, sotto il profilo strettamente professionale. All’epoca non c’era Internet, non c’erano corsi di formazione, istituti superiori di giornalismo, il mestiere si imparava “on the road”, sbattendo il muso con le notizie, a cominciare da quelle di cronaca nera, gavetta imprescindibile per chiunque si avvicinasse al giornalismo. Anzi essendo proprio digiuni della materia, i responsabili dell’edizione umbra di “Paese Sera”, Mario Pistellini e a Terni Oscar Da Riz, la prima cosa che ti facevano fare era la cosiddetta “cucina”: ricavare notizie (con i “famosi” requisiti essenziali: Chi, che cosa, come,
dove, quando, e perché), da comunicati stampa, o veline della Questura. Poi si passava per almeno due anni alla cronaca nera e conseguentemente giudiziaria, poi alla “bianca” (politica, sindacale, economia), poi agli spettacoli, cultura. C’era la cronaca rosa, ma non il gossip. Altri tempi, altre scuole. I giornali si abbonavano all’Ansa e per tutto il giorno arrivano le “strisciate” in cartaceo. Erano i tempi in cui gli articoli venivano dettati alla redazione centrale di Roma agli stenografi, i tempi in cui le tipografie erano a piombo, tempi in cui non esistevano i computer. Solo alla fine degli anni settanta arrivarono le telescriventi. Una vita da giornalista. Nato a Magione il 15 luglio 1926, Mario Pistellini dopo la laurea conseguita nel primo dopo guerra presso la Pontificia Università Urbaniana di Roma partecipò giovanissimo all’attività politica della Democrazia Cristiana a fianco di uomini politici come Mario Scelba, Giuseppe Pella, Amintore Fanfani. Alla Direzione Nazionale della DC prese parte all’attività di un comitato di esperti di questioni ecclesiastiche. Chiusa l’esperienza politica a Roma, rientrò in Umbria a Perugia dove iniziò la professione giornalistica. Fu iscritto come pubblicista doc all’Ordine dei Giornalisti dell’Umbria nel 1970 - che ha svolto per oltre 40 anni, fino a pochi giorni prima della sua morte, domenica 6 giugno 2010. Nel 1970, chiamato dal primo presidente della Giunta Regionale dell’Umbria Pietro
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Conti, entra all’Ufficio Stampa della Giunta con il ruolo di portavoce della presidenza. Dopo la chiusura dell’edizione umbra di “Paese Sera” collaborò con il Messaggero per il quale curò la rubrica “Il Priore”. Nel 1975 fondò il settimanale “Il Sopramuro” dalle cui colonne tratteggiò con lucidità e chiarezza la scena e i protagonisti della vita politica e amministrativa locale. Nel 1977 Mario Pistellini assunse l’incarico di Direttore di “Teleumbria”, che si caratterizzò sempre più come la Tv degli umbri, inventando con i suoi interventi quotidiani un modo nuovo di fare informazione televisiva, assumendo le vesti, a volte confidenziali, di un “raccontacromache”. Nel 1986 Teleumbria passò alla nuova testata Retesole, in una dimensione interregionale comprendente oltre l’Umbria, Roma e il Lazio, la bassa Toscana. Mario Pistellini, sempre nel ruolo di Direttore, ha portato a Roma la sua voce e ogni giorno ha firmato gli editoriali nel Tg “Roma Oggi”. Altre trasmissioni lo hanno visto protagonista insieme a nomi di rilievo del mondo della politica e delle istituzioni, come l’ex Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, presidenti del consiglio, ministri, segretari di partito. G.Pa.
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CUlTURA
DIRIGISMO E POLITICHE CULTURALI
L’
assessore regionale alla cultura Fabrizio Bracco, dopo le sue dichiarazioni in merito ai tagli in finanziaria, che costringerebbero i Comuni a far tutto da soli perché la Regione non ha più risorse economiche, ha aperto un dibattito nel quale è intervenuta anche Linda Di Pietro, direttrice di Indisciplinarte, una delle sette società che gestiscono gli eventi culturali e tutti gli spazi di Terni, compresa la struttura del CAOS. La Di Pietro non accetta il passo indietro di Bracco ed addirittura auspica la Regione come centro di coordinamento per la scelta e la diffusione degli “eventi”, assieme alle imprese produttrici del settore, le quali devono essere considerate come un in-
vestimento piuttosto che una semplice spesa; inoltre si rimarca la necessità che la Regione individui le vocazioni di produzione culturale dei territori, eliminando finanziamenti a pioggia che non mirino a valorizzare la qualità. Ma come sarà possibile impedire che alcune specificità locali siano escluse a favore di altre? Come si potrà, ad esempio, far accettare che le produzioni liriche si faranno in Umbria solo a Spoleto? Prendere come riferimento i confini amministrativi regionali per la cultura, inoltre, non prende minimamente in considerazione le contaminazioni e le interdipendenze che superano quei confini. E poi, le imprese culturali che propongono produ-
zioni sono organiche ad un progetto, o sono solo venditori di prodotti per amici che sicuramente compreranno? Chi tira le fila della cultura in Italia, Umbria e Terni, fuori da interferenze ideologiche e politiche che sono con essa incompatibili? Difficile rispondere. A Terni abbiamo investito con il CAOS- ristrutturazione area ex SIRI - decine di milioni di euro per spazi ambiziosi, come già facemmo con il CMM e siamo prossimi alla ristrutturazione del Verdi, ma non possiamo imitare le maxi strutture senza essere in grado di dare a tutto il sistema la garanzia che ci siano i fondi per farla vivere. La Di Pietro e Massimo Mancini di Indi-
Linda DiPietro di “Indisciplinarte” 32 anni
COME SI ARTICOLA LA GESTIONE DELLA CULTURA A TERNI: Il Comune con bando europeo ha voluto esternalizzare la gestione materiale dei suoi siti culturali al miglior offerente ed al miglior progetto. Hanno partecipato due gruppi. La società CIVITA servizi di Roma si è aggiudicata la gara come capofila di 7 società, e congiuntamente a Indisciplinate di Terni hanno il rischio economico dell’impresa, mentre le altre cinque Kairos, Sistema Museo, ACTL, Alis, Silvana Editrice sono aziende di produzione teatrali, multimediali, artistiche e servizi che partecipano al programma quinquennale giudicato positivamente dall’amministrazione di centrosinistra. Cosa deve e può fare Civita e tutto il gruppo ad essa associato (sono circa 50 le persone occupate) per 720.000 euro all’anno per cinque anni a partire dal Maggio 2009: 1) Garantire dalla A alla Z tutti i servizi per la gestione ed organizzazione di: Teatro Verdi, Anfiteatro Fausto, gli spazi del CAOS- museo archeologico- pinacoteca- bar-, Teatro Secci, Carsulae, il Palazzo Primavera, Museo Paleontologico 2) produrre eventi che animino tali strutture come promesso nell’offerta. 3) Partecipare come parte attiva proponente alle riunioni in cui si decide congiuntamente al Comune il palinsesto degli eventi considerati coperti dal budget annuo offerto nel bando e quelli fuori budget da realizzare con nuove risorse pubbliche o sponsor privati. 4) Accedere ai bandi regionali nazionali ed europei di finanziamento per le attività culturali 5) Offrire visibilità a chi vuole negli spazi che ha a disposizione inserendo nei suoi programmi tali eventi (cosa questa di grande importanza come potere politico/sociale nell’ambito locale e non solo) 6) Incassare i biglietti per gli eventi a pagamento da lei prodotti, che il Comune non abbia deciso di rendere gratuiti. Inoltre è bene precisare che il Comune si riserva, per sue dirette iniziative fuori dalla convenzione con CIVITAS, 180gg per il Verdi ,60gg per l’Anfiteatro Romano, 100gg per Auditorium e primo piano esposizioni di Palazzo Primavera.
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A.M. 2008
CULTURA
sciplinarte, sono le persone che materialmente dirigono il tutto, ne sono ben consapevoli e con CIVITA stanno investendo in produzioni artistiche con i giovani ternani e di tutto il mondo, pur con i limiti di attrazione locale che certa avanguardia ha sempre generato; ma hanno anche la possibilità di vendere il prodotto ovunque sia possibile con il nostro marchio cittadino. In sostanza hanno una casa con le strutture idonee per lavorare e non solo una vetrina; questo è sicuramente una grande opportunità per consolidarsi e fare di Terni un centro importante che può scambiare con tutto il mondo le proprie iniziative. Polemiche quotidiane si avvicendano su come il Comune abbia voluto intrecciare
le competenze tra queste società e gli uffici dell’assessorato alla cultura, e molti lamentano l’eccessiva poli-
ticizzazione che impedisce di rappresentare tutti i desiderata culturali della città. Sicuramente la gestione
“L’arte – sosteneva Einstein - è l’espressione del pensiero più profondo, nel modo più semplice”, ed altri come il fisico della relatività hanno creduto in questo stesso assioma cedendo, irrimediabilmente, alla tentazione di trovare una possibile traduzione del concetto artistico, sempre mutevole e personale, nel verbo. Altri, invece, hanno ricercato quella stessa traduzione impalpabile nell’arte come , elaborando forme espressive sempre nuove capaci di intessere un dialogo con la collettività nella sua interezza. Un dialogo che il neonato gruppo di “Umbria Musical”, con la collaborazione dell’associazione cul-
turale Musical Art Center, ha deciso di aprire con la città dell’acciaio proponendo, per la prima volta nella sua storia, una kermesse totalmente dedicata alle arie e le romanze dei musical più in voga del momento, nonché anteprime nazionali e mondiali quali Puccini. La leggenda della melodia perduta e Jack. Underground di uno squartatore. Un pout pourri di artisti internazionali e compagnie d’eccezione che si avvicenderanno sul palco dell’Anfiteatro Fausto, dal 15 al 18 luglio, per deliziare tutti gli amanti delle arti coreutiche. Ad aprire la manifestazione, giovedì 15 luglio alle 21, sarà il concerto di
alcune punte di diamante del panorama artistico contemporaneo, quali Rosalia Misseri, Graziano Galatone, Lalo Cibelli e Vittorio Matteucci, che si esibiranno in arie tratte da Notre Dame De Paris, Les Miserables e Tosca amore disperato, ultimo capolavoro a firma di Lucio Dalla A seguire, la pregevole architettura dell’anfiteatro romano farà da cornice a Musicals of the World e all’anteprima nazionale di Puccini (opera dai tratti rock composta da Ario Avecone e interpretata da Vittorio Matteucci) nonché , il 17 sempre alle 21, alla creazione dei fratelli Maria Grazia e Attilio Fontana, 68 Italian Rock Musical, mise
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di questi giovani è tutt’altro che tradizionale e guarda alle attuali avanguardie artistiche, ma non potrebbe essere altrimenti. In verità tutte queste polemiche si potrebbero evitare se esistesse una struttura prettamente culturale, pubblica ma non politicizzata, una Fondazione condotta da chi ha una comprovata sensibilità e conoscenza delle attività culturali da promuovere nella pluralità delle forme e delle idee, all’interno di un solido percorso di ricerca ed a cui le istituzioni devono necessariamente fare riferimento investendola di poteri decisionali. Chi sarà in grado di fare tanto? A.M.
en scène dalla compagnia D’AltroCanto. Dulcis in fundo. Domenica 18 luglio la kermesse, diretta da Paolo Galli con la collaborazione di Vanessa Liodori (direttrice del Musical Art Center di Terni), si concluderà con la prima mondiale di “Jack, Underground di uno squartatore” di Diego Mecchi. Per ulteriori informazioni sulla kermesse visitare il sito internet www.umbriamusical.it, mentre per l’acquisto dei biglietti recarsi presso il negozio New Sinfony (Galleria del Corso), telefono 0744 – 407104.
E.S.
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CINEMA
ALICE NEL PAESE DI ORESTE CRISOSTOMI Il debutto del giovane artista ternano in un film che parla di alienazione, famiglia, egocentrismo
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opo il lontano debutto della città di Terni in film come “Troppo Belli” e “La Sconosciuta”, decisamente differenti l’uno dall’altro, ecco delle nuove telecamere puntare il loro occhio indiscreto sulle vie ternane nel primo lavoro cinematografico dell’intelligente e lungimirante Oreste Crisostomi. Un debutto tutto “casereccio” che fa tanto onore alla nostra vallata, che a tratti crede poco nei sogni dei suoi abitanti. Oreste, hai scritto la sceneggiatura ed il soggetto, diretto la regia di questo film. Ma dove nasce il tuo Io artista? Esattamente nel 2000 quando, con il Premio Leoncino d’Oro, ebbi la possibilità di andare al Festival del Cinema di Venezia. Conobbi, all’età di 17 anni, grandi artisti e questo mi spinse a ripresentarmi l’anCatherine Spaak, 65 anni, attrice.
no successivo. In quell’occasione, la meta a me assegnata fu Roma per seguire il progetto Cinema e Scuola: opportunità educativa. Fu una bella indigestione di film! Chi sono i protagonisti? Camilla Ferranti, Catherine Spaak, Fioretta Mari, Massimiliano Varrese, Giulio Pampiglione, Antonio Ianniello, Gisella Sofio, Emanuela Aureli, Vito, Anna Longhi.
Sappiamo che Alice è un film con una controversa storia burocratica, ma cosa racconta l’anima della pellicola? È una riflessione sull’alienazione, sulla famiglia, e sull’egocentrismo. La cosa
Poi cosa accadde? Emozionato dall’ambiente, partecipai al rinomato, ma ormai poco difeso a Terni , Progetto Mandela, lavorando con dei professionisti. Partecipai a vari spettacoli teatrali anche come attore protagonista. Lavorai con Donatella Calamita, Francesca Angeli, per citarne alcuni. Tutto sotto la sapiente regia di Irene Lösh. Nel 2006 realizzasti due pieces teatrali di Samuel Beckett… Sì, la voce narrante era quella di Marzia Ubaldi (nota doppiatrice di Judi Dench). Nel frattempo studiavo proprio con lei recitazione. Quando la possibilità di continuare la collaborazione fu spostata a Terni, partecipai per ben 3 anni ai suoi corsi, tutti i giorni della settimana. Poi la tua vita contò l’anno 2008… Sì, un anno molto importante in cui scrissi e diressi lo spettacolo “Norma”
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ispirato alla vita della grande Marylin Monroe (Norma Jeane Baker) . Ma nella mia testa già frullava il progetto del film “Alice” che avevo iniziato a scrivere nel 2007.
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Camilla Ferranti ed Elenia Succhiarelli sul set di “Alice”
particolare è che i personaggi sono uniti da una rete invisibile creata dal loro senso di inadeguatezza. E’ un film che punta molto anche sui tratti cromatici, sulle ambivalenze dei colori, sul rosso. Ed ovviamente, anche sulla musica Infatti sappiamo che le musiche sono di un artista ternano… Si, sono di Alessandro De Florio, edite dalla Warner. Alessandro ha scelto di lavorare sui rumori prodotti
dall’ambiente circostante, penne, tastiere, sveglie… Abbiamo anche scoperto che il film è interamente girato in città. Quali zone possiamo riconoscere? Ognuna è riconoscibile: via Garibaldi, le varie piazze, zona Duomo, la Passeggiata.
F.D.S.
FUMETTI & FUMETTO
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gni anno nel mondo si verificano 250 milioni di incidenti sul lavoro. Che vuol dire 685.000 al giorno.475 al minuto. 8 al secondo. Questa è la riflessione che fende il bianco della prima pagina di “ThyssenKrupp Morti speciali S.p.A.”. La notte del 6 dicembre 2007, un incendio catastrofico distrugge l’acciaieria ThyssenKrupp di Torino uccidendo sette operai. Data l’inevitabile chiusura dello stabilimento di Corso Margherita 400, nessun sistema di sicurezza, nemmeno quelli strettamente indispensabili, era stato soggetto a controllo. Tra estintori scarichi e idranti mal funzionanti, gli operai si ritrovavano ad affrontare estenuanti dosi di lavoro extra, ignari della tragedia che si sarebbe consumata di lì a poco. Ma davvero è ignari il termine più giusto per definire questi uomini? Stando alle parole di Carlo Marrapodi, ex operaio della ThyssenKrupp scampato all’incendio, per poter analizzare appieno le cause dell’incidente dobbiamo interrogarci su ciò che è accaduto prima. Già dal 1999, infatti, la direzione della Thyssen aveva deciso di chiudere lo stabilimento di Torino. Carlo, entrato come molti grazie ad un’agenzia di lavoro interinale, riesce solo nel 2005 ad ottenere il tanto agognato posto fisso, ma nel 2007 si ritrova a fare i conti con la cassa integrazione, a causa del periodo di riorganizzazione generale che lo stabilimento avrebbe
THYSSENKRUPP morti speciali s.p.a. affrontato in quei mesi. Ad ogni modo l’azienda richiama, tre mesi dopo, alcuni operai in seguito al guasto di un impianto nello stabilimento di Terni e Carlo rientra in fabbrica, trovandola in condizioni pessime e con un numero incredibilmente ridotto di operai. A nulla sono valse le continue denunce degli operai e, il 6 dicembre, intorno alle una e mezzo di notte, le fiamme investono Antonio Schiavone, Roberto Scola, Angelo Laurino, Bruno Santino, Rocco Marzo, Rosario Rodinò e Giuseppe De Masi. Una tragedia raccontata tramite il linguaggio del fumetto, un medium tanto incisivo quanto dettagliato. Alessandro Di Virgilio, sceneggiatore apprezzatissimo da pubblico e critica, non si limita a sceneggiare gli eventi di quella drammatica notte, ma affronta, vignetta dopo vignetta, un racconto completo presentando nel dettaglio una documentazione che si estende sino al rinvio a giudizio per omicidio colposo di Harald Espenhan e di altri cinque dirigenti ThyssenKrupp. Il tutto corredato di dati statistici che mostrano il numero sconvolgente di morti bianche nel paese, presentando una serie di cifre che invitano alla riflessione. Sono stati gli splendidi disegni di Manuel De Carli a rendere in maniera me-
taforica ma estremamente esaustiva le immagini di questo libro. De Carli è un artista di rara bravura, in grado con le sue linee di comunicare emozioni visive che trasmettono le sensazioni più congeniali alla situazione nonostante le rappresentazioni simboliche. La scena dell’incendio, ad esempio, estremamente cruda e truculenta se disegnata realisticamente, è stata affrontata utilizzando un linguaggio traslato, rappresentando le fiamme con un drago e l’eroico operaio come un cavaliere armato di estintore. Una lettura profonda ma non pesante. Raccontare la tragedia del rogo alla ThyssenKrupp attraverso il fumetto è un’idea azzardata che si rivela brillante, in grado di portare il lettore alla ponderazione e alla conoscenDa destra: za della disastrosa realtà delle morAlessandro Di Virgilio 48 anni, sceneggiatore; ti bianche. Alla fine della lettura il senso di vuoto è immenso. e Manuel De Carli, Speriamo che questo fumetto, at40 anni, disegnatore traverso il suo codice letterario, ria “Fumetterni” 2010 foto © michele urbani esca a tenere viva questa vicenda avvicinando soprattutto le giovani generazioni. Edoardo Rohl E-Mail: edwardvonsgroll@hotmail.it
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BENESSERE
ANORESSIA: OVVERO IL MALE DI VIVERE La scrittrice Gabriella Monetti ha presentato il libro “Sono nata Ieri” sul tema dei disturbi alimentari
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arlare di anoressia significa mettere in campo una serie di temi che toccano tutti da vicino: il rapporto con il cibo, la ricerca di un’identità, la nostra immagine allo specchio, le contraddizioni di un’epoca in cui la tanto agognata (per i nostri avi) abbondanza non ha dato solo soluzioni, ma ha generato molti problemi. L’occasione ci è stata fornita dalla presentazione, presso la Biblioteca di Terni, del libro “Sono nata ieri”, della scrittrice esordiente ternana Gabriella Monetti, edito da Abatros. Un diario struggente e impietoso, in cui l’autrice squarcia il velo delle ipocrisie e racconta senza pudore il suo viaggio infernale attraverso una situazione che, al termine della lettura, non si riesce a definire “malattia”, quanto “mal di vivere”. “Non sei tu che diventi anoressica” ha detto, con la voce tremante ed emozionata, “è l’anoressia che ti sceglie, che ti intrappola prima che tu te ne renda conto. Inizia mangiando sempre meno, controllando la bilancia, e prima che tu te ne accorga, diventa una vera e propria ossessione,
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un pensiero fisso, che elimina ogni altro aspetto della vita, ti fa dimenticare tutto ciò che ti circonda”. L’ossessione del controllo, l’imposizione di regole disumane per arginare la confusione che si ha dentro (scrive l’autrice, “le regole fuori di me, il caos dentro di me”). Il libro poco si sofferma sulle cause che determinano l’anoressia, e questo è uno dei punti che più si lasciano apprezzare. Siamo abituati, nella nostra vita quotidiana, a considerare la malattia come un qualcosa che possiede una causa ben precisa, eliminata la quale, scompare anche il male. Viene così spontaneo chiedersi quale sia la motivazione che spinga un essere umano a sottoporsi volontariamente a privazioni tali da metterne in gioco la stessa sopravvivenza. Spesso si punta il dito contro i modelli di bellezza televisivi proposti in ogni momento, ma l’autrice non sembra della stessa opinione. “E’ vero che la società moderna ci impone dei modelli di perfezione impossibili da raggiungere,” dice l’autrice “ma l’anoressia, che trasforma il corpo in qualcosa di infinitamente lontano da quegli stessi modelli, in realtà si configura come un rifiuto totale di quei modelli, un no gridato in modo quasi disperato. Ogni persona affetta da anoressia è un caso a sé, ma una delle cose che ho trovato in comune con tutte le persone che ho conosciuto in questa mia esperienza è proprio questa tendenza all’essere perfetti,
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che non ha nulla a che fare con l’essere belli. E’ la ricerca del massimo per sé stessi, si creano delle regole proibitive per combattere una battaglia con la bilancia il cui superamento ci fa sentire persone vincenti”. Non esiste, a quanto pare, una ricetta, un farmaco in grado di sconfiggere questo male: per questo, in apertura, l’abbiamo chiamato “mal di vivere”, poiché è una patologia che investe in modo organico l’intera persona, con tutto il suo vissuto, le sue esperienze irripetibili. Ogni caso va affrontato in modo differente. “Nessuno ha la ricetta valida per uscire dall’anoressia, che sia valida per tutti. Capisco però quale sia uno dei più grandi ostacoli verso la guarigione, avendolo vissuto in prima persona. Chi è anoressico ha letteralmente paura di guarire, ha paura di perdere la propria ossessione e di ritrovarsi, senza di essa, svuotato. D’altra parte, non esiste nemmeno una guarigione completa, esiste un cammino che si percorre e che deve portare alla libertà di poter dire ‘ho fame’ e ammettere di avere dei bisogni su cui non abbiamo controllo.” Alla conferenza è intervenuto anche il dottor Lamanna, esperto in disturbi dell’alimentazione: “L’anoressia è una patologia,” dice, “per così dire, antipatica: esiste un rimedio conosciuto per combatterla, ovvero mangiare, ma il problema è proprio convincere il paziente a farlo; è un male che colpisce anche chi ti circonda e ti ama, facendolo sentire Gabriella Monetti 37 anni
impotente; ed è una malattia che esiste solo nei paesi ricchi, essendo sconosciuta lì dove si soffre la fame”. Continua Lamanna: “quella dell’anoressico è un tipo di ossessione che cela in sé una forte contraddizione, perchè riempie la tua vita con sé stessa, e al contempo la svuota, come tutte le ossessioni di questo genere.” La chiave per uscirne è acquisire consapevolezza “che i nodi non sono insolubili. Per parafrasare una frase di Sartre, non si è anoressici, ma si ha l’anoressia. Capire questa differenza è fondamentale, permette di non identificarsi più con la propria malattia.” Uscendo dalla conferenza ci resta addosso la sensazione di essere tutti, chi più, chi meno, “in equilibrio sopra la follia” , e che non esista rimedio ad essa, se non, placidamente, l’accettarla come parte integrante della nostra vita. F.P.
PSICOLOGIA
L’ERBA DEL VICINO É SEMPRE PIÙ VERDE….D’INVIDIA
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lcuni vizi umani sono davvero molto attraenti: lussuria, gola, accidia. Mentre indugiamo in questo tipo di situazioni ci sentiamo terribilmente bene, motivo per cui è così difficile abbandonare il “peccato” e tornare sulla “retta via”. Ma c’è un vizio che rinuncia ad ogni piacevolezza ed è talmente doloroso da sperimentare, cui si potrebbe scambiare per virtù (se non fosse che alla fine non si ottiene nulla di buono): l’invidia. L’invidia è il profondo risentimento che si prova verso qualcuno che ha qualcosa che si desidera ma che a noi è negata (ricchezza, benessere, bellezza, una promozione, l’ammirazione dei pari, ecc.). È la sofferenza dovuta ad un confronto dal quale usciamo perdenti, in un ambito che per noi è importante. Si tratta di un’emozione che pochi possono evitare ed alla quale nessuno aspira, perchè invidiare fa sentire piccoli e inferiori. Ma se tutti la provano, da ragazzi e anche da anziani, pochissimi la confessano, perché socialmente disapprovata: essere invidiosi significa in primo luogo ammettere la propria supposta inferiorità e, secondariamente, svelare l’intenzione di danneggiare l’altro in modo subdolo. Non a caso il termine invidia deriva dal latino invidere, che
significa appunto guardare in modo bieco (e quindi non a viso aperto) il successo dell’altro, nutrendo un’ostilità nascosta e un desiderio di privarlo di ciò che lo rende, appunto, invidiabile (magari denigrandolo alle spalle). Generalmente si prova per persone che giudichiamo simili o almeno paragonabili: si invidia l’amica con il marito affettuoso e attento piuttosto che la principessa tal dei tali, così come si invidia il collega in piena forma piuttosto che l’atleta di fama mondiale. Per invidiare qualcuno, insomma, è necessario che sia, in un certo senso, intorno a noi. Ecco perché questo sentimento si sperimenta per la prima volta quasi sempre all’interno della famiglia. Avere le stesse opportunità rende molto più doloroso il sentirsi inferiori rispetto ad un fratello o ad una sorella di successo, così come la disuguaglianza di opportunità, dovuta alle preferenze fatte dai genitori nei confronti di un figlio, può produrre nei fratelli invidia e gelosia. Quando i bambini si accorgono di avere fratelli e sorelle, la loro vita diventa dominata dalla morsa
dell’invidia. “Perché quando litighiamo danno sempre ragione a lui?” “La sua pizza era più della mia!”. I genitori dovrebbero porre particolare attenzione a fare differenze, ma non preferenze fra i figli, per evitare che sentimenti troppo intensi e troppo frequenti d’invidia e gelosia minino la loro serenità. L’invidia infatti è corrosiva e può rovinare la vita, il vantaggio dell’altro viene percepito come ingiusto, frustrante, perché inarrivabile, e suscita la dolorosa sensazione di essere stati esclusi senza alcun riguardo da quella fetta di felicità. Il dolore provocato dall’invidia è talmente reale che alcuni ricercatori giappone-
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si hanno dimostrato, mediante risonanza magnetica funzionale, che nei cervelli dei soggetti a cui era stata suscitata l’invidia aumentava l’attivazione dell’area legata all’elaborazione del dolore fisico o sociale. Ma se è così dannatamente spiacevole, perché la proviamo? Come tutte le emozioni, anche l’invidia ha una sua specifica funzione. Proprio perché così penosa, non può essere ignorata e quindi si presta ad essere un ottimo campanello d’al-
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larme. Chiunque di noi abbia un appuntamento importante fissato per il mattino seguente, si accerta che la suoneria della sveglia non sia del tipo “uccellini in amore” ma piuttosto del tipo “martello pneumatico”, decisamente meno bucolica ma senza dubbio più efficace. Con le emozioni funzio-
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na un pò allo stesso modo. L’invidia è potentemente molesta perché dovrebbe segnalarci che siamo in una posizione svantaggiata e dovrebbe quindi spingerci a recuperare terreno, al fine di far cessare l’esperienza dolorosa. Alcuni studiosi ritengono che si sia sviluppata come aiuto interiore nella competizione per le risorse (cibo, partner sessuale, protezione ecc.), poiché anche nei gruppi umani la limitata disponibilità di risorse dipende dalla posizione del singolo all’interno del gruppo. Per cui, evolutivamente parlando, si sarebbe rivelata un beneficio: gli invidiosi, giudicando la loro felicità sulla base della posizione raggiunta rispetto agli altri individui del gruppo,
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avrebbero investito maggiori sforzi per raggiungere status e risorse, avvantaggiandosi nella selezione naturale. Si può dunque distinguere fra invidia benigna ed invidia maligna. L’invidia benigna spinge alla competizione e all’emulazione, cioè a darsi da fare, a lavorare sodo per ottenere il bene o il riconoscimento dato agli altri. In generale questa è una delle migliori strategie per evitare di rodersi: impegnarsi a fare di più (o ad avere di più, nella nostra società dei consumi) spesso risolve efficacemente l’invidia. L’invidia maligna invece è il sentimento di chi cerca un modo per “abbassare” l’altro, spesso ricorrendo a manovre sleali. Oppure, senza arrivare a tanto, si può sperare che la sfortuna dell’altro giochi a nostro favore: se la persona vincente ha un problema, allora sarà costretta a “ridimensionarsi”, dandoci un tipo particolarmente piacevole di soddisfazione chiamata Schadenfreude denfreude. Così recita, in proposito, un detto danese che bene esemplifica il concetto: “La propria felicità dovrebbe essere preferita, ma anche la sfortuna di un altro non va affatto disprezzata”. E se tutto questo non dovesse bastare, si può
sempre ricorrere alla svalutazione dell’altro o delle cose dell’altro, sottolineandone i lati negativi invece che enfatizzare il valore di ciò che l’altro possiede (e che noi non abbiamo): c’era una volta la volpe e l’uva… Per approfondire: Hidehiko Takahashi et al., When Your Gain Is My Pain and Your Pain Is My Gain: Neural Correlates of Envy and Schadenfreude. Science 13 February 2009, Vol. 323. no. 5916, pp. 937 – 939 Richard Smith, Envy . Oxford University Press, 2008.
A cura della Dott.ssa Michela Rosati Psicologa Psicoterapeuta info@michelarosati.it
LA CITTÀ DEL FUTURO
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I MIGLIORI ARCHITETTI E PAESAGGISTI ITALIANI UNDER 40 IN MOSTRA A TERNI Al Caos il premio Newitalianblood 2010
conclusione dell’edizione 2010 del Premio Newitalianblood, il riconoscimento annuale assegnato dall’organizzazione omonima Newitalianblood. com, fondata dall’architetto Luigi Centola, sono esposti dal 28 maggio al 28 giugno 2010 al CAOS Centro Arti opificio siri di Terni, per la prima volta in assoluto, i progetti selezionati nel 2010 tra i migliori dieci giovani architetti e migliori dieci giovani paesaggisti, che si sono distinti per realizzazioni e linee di ricerca e sperimentazione. Caratteristica comune dei progettisti selezionati è l’essere nati dopo il 1973 ed essere vincitori o segnalati in concorsi di progettazione. In occasione dell’inaugurazio-
ne della mostra svoltasi il 28 maggio, alle ore 17:00, si è tenuto un incontro con Luigi Centola, fondatore di NewItalianBlood, e gli studi selezionati che sono intervenuti mostrando il proprio lavoro e la propria filosofia progettuale; ogni studio professionale si è presentato con due tavole dove vengono esposte le esperienze progettuali che hanno determinato la selezione. Scopo dell’evento è di promuovere un dibattito locale sulla necessità di una nuova sensibilità, partendo da alcuni esempi concreti di giovani professionisti, e di sostenere fortemente l’importanza del ricorso ai concorsi di idee, tema caro alla Associazione Giovani Architetti di Terni, già affrontato
La volontà di dar vita a GATR, Associazione Giovani Architetti di Terni, presidente l’arch. Alessandro Almadori, nasce da una serie di incontri tra colleghi che, avvertendo la necessità di dialogare in modo condiviso di Architettura, hanno iniziato un percorso di approfondimento e confronto al di fuori dei propri studi professionali. Nata sul modello di altre associazioni simili presenti in diverse città italiane, GATR si inserisce all’interno del GIARCH, Coordinamento Nazionale dei Giovani Architetti Italiani, che ha l’obiettivo di consentire ai giovani architetti operanti sull’intero territorio nazionale di esprimersi sulle problematiche di categoria, su temi culturali e professionali, nonché di promuovere l’architetto nel rapporto con le Istituzioni, la committenza e la collettività. L’Associazione dei Giovani Architetti della Provincia di Terni, costituita il 24 settembre del 2009, non ha alcuno scopo di lucro e si pone tra le altre, le seguenti finalità: la promozione della qualità nell’architettura, attraverso l’organizzazione di momenti d’incontro, studio e dibattito; la sensibilizzazione verso l’architettura da parte del grande pubblico, attraverso la promozione di dibattiti aperti, eventi divulgativi; l’attenzione verso il lavoro di giovani professionisti, lo sviluppo di relazioni e il confronto delle idee tra architetti operanti in luoghi e paesi diversi.
con la mostra “New Landscapes” esposta lo scorso dicembre a Palazzo Primavera. Con l‘occasione verranno esposti anche alcuni progetti di studi professionali del territorio che sono stati selezionati in concorsi di progettazione locali: il concorso d’idee per il miglioramento dal punto di vista estetico della scala esterna antincendio del Hotel Valentino Terni firmato dall’Arch. Ridolfi, la realizzazione di un nuovo complesso per la scuola media a San Gemini ed di un edificio abitativo privato in loc. Gabelletta. L’evento è organizzato in collaborazione con il sito NewItalianBlood, l’Ordine degli Architetti PPC della Provincia di Terni, l’Ordine dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali della Provincia di Terni, AICu - Associazione Italiana Curatori Parchi,Giardini, Orti botanici. Newitalianblood.com nasce nel gennaio 2001 come primo network interattivo di architettura e arti visive. Consente agevolmente di auto-pubblicare in tempo reale concorsi, progetti, realizzazioni, idee, articoli, notizie, organizza e gestisce concorsi di idee e di progettazione per opere pubbliche e private con procedure e sistemi innovativi. Nel 2001 il concorso inter-
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nazionale per il Museo Virtuale è stato il primo esempio al mondo di competizione realizzata completamente on-line, si vuol promuovere la più completa mostra itinerante degli architetti italiani under 36. “Ciò che più ci preme, attraverso la costruzione della classifica, è analizzare l’evolversi di occasioni e promesse che offre il nostro Paese, a confronto con il resto dell’Europa e del mondo. Se nella prima edizione ben 7 studi su 10 erano attivi all’estero tra Parigi, Barcellona e Londra, stavolta solo 3 studi hanno base a Lisbona, Londra e Shanghai. Al di là del talento e della volontà che ciascuno mette in campo, il contesto geografico e regionale appare sempre più determinante. Solo per questo motivo Bolzano è simbolicamente in testa, mentre Siracusa è in coda; nel mezzo Parma, Torino, La Spezia e Roma. L’assenza di una qualsiasi scuola architettonica italiana, nonché di pensiero critico identificabile, al nord come al sud, e le contaminazioni con l’estero, le scuole e i maestri internazionali sono temi ricorrenti che accomunano i vincitori delle prime due edizioni del Premio”, ha spiegato Luigi Centola. S.V.
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USI E COSTUMI
Continua il nostro viaggio intrapreso un anno fa alla scoperta del Kazakistan
COME E’ BELLO VIVERE AD ASTANA LA CITTA’ DEL DOMANI
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l Kazakistan è uno dei paesi più ricchi del mondo per riserve di petrolio, gas, titano, magnesio, stagno, oro e altri metalli. Di 110 elementi della Tabella periodica di Mendeleev la terra di Kazakistan ne possiede 99, dei quali se ne estraggono 60 circa. A livello mondiale il Kazakistan è il produttore più importante del tungsteno, inoltre è al secondo posto per le riserve di minerale di cromo e minerale fosforico, al quarto posto per le riserve di piombo e molibdeno e all’ottavo posto per le riserve generali di minerali ferriferi. Oggi in questo paese sono
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conosciuti 14 bacini petroliferi sparsi per tutto il territorio, di cui sono esplorati solo 160 giacimenti del petrolio e del gas e più di 100 giacimenti carboniferi. Attuale capitale del Kazakistan è Astana, proclamata nel 1997 in sostituzione di Almaty. Il nome Astana, che significa “capitale”, è stato scelto perche è facile da pronunciare in molte lingue. Le ragioni del trasferimento di capitale furono diverse: per alcuni fu dovuto al proposito di porre la capitale al centro della steppa kazaka, per altri al tentativo di allontanare il centro decisionale del pae-
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se dai confini con la Cina, (la precedente capitale Almaty sta a distanza di appena una sessantina di chilometri dalla Cina) ed avvicinarlo, ai fini di un maggiore controllo, alle regioni del nord, abitate in maggioranza da russi che potrebbero chiedere l’annessione alla madrepatria. Per molti, il presidente Nursultan Nazarbajev ha voluto ricalcare le orme del suo idolo Ataturk, che spostò la capitale turca ad Ankara, nel centro del paese. Il presidente della Repubblica motivò questa scelta dicendo che Astana era situata in un luogo più centrale e meno sismico, e tra i vantaggi citava un miglior collegamento ferroviario con la Russia. Storicamente il nucleo originario della cittadina fu
fondato nel 1824 da un gruppo di cosacchi siberiani, provenienti da Omsk, come fortezza militare sulle rive del fiume Ishim. La località, a cui venne dato il nome di Akmolinsk, ottenne lo status di città nel 1862 e divenne un importante centro fieristico frequentato dai mercanti delle regioni del Kazakistan, della Russia e dei paesi dell’Asia centrale. Quando Krushchev annunciò il progetto delle Terre Vergini che prevedeva di coltivare a grano 250.000 kmq di steppa del Kazakistan, la città venne rinominata nel 1961 Tselinograd ed eletta capitale del territorio delle Terre Vergini Sovietiche. Trasformata nel centro di sviluppo delle Terre Vergini e in disuso nel
Torre Bayterek
nord del paese divenne così il nucleo di un’importante regione agricola. Nel 1991, con l’indipendenza del Kazakistan, la città prese il nome di Akmola e nel 1994 divenne la capitale del paese. Dal 1997, la capitale è stata rinominata con l’attuale nome di Astana. La città è un importante centro culturale della Repubblica kazaka e snodo principale per i trasporti stradali e ferroviari. Questa capitale di recente istituzione si sta trasformando in uno dei principali centri d’affari nazionali e internazionali dove risiedono organizzazioni, rappresentanze diploma-
tiche di 44 paesi e imprese straniere. Ogni anno la città ospita diverse mostre internazionali industriali, conferenze, concorsi musicali e festival. Da quando Astana ha ottenuto lo status di Capitale del Kazakistan, il volto della città è cambiato radicalmente. Gli architetti e i costruttori che hanno preso parte ai lavori, hanno operato nell’intento di creare degli insiemi architettonici, combinando armoniosamente il design moderno con le forme e i colori tradizionali orientali. I monumenti antichi e moderni di questa città rappresentano un elemento di collegamento tra la nuova capitale e la sua storia. Tra i monumenti più moderni, troviamo la Torre Bayterek, divenuta simbolo della città e suo biglietto da visita. La torre ha un ‘altezza di 105 metri: a circa 97 metri si trova il punto da dove è possibile ammirare una splendida vista panoramica dall’alto della città. La cifra 97 è stata scelta per ricordare l’anno in cui è avvenuto lo spostamento della capitale da Almaty ad Astana. La torre Bayterek ospita al suo interno una
USI E COSTUMI
galleria d’arte, un grande acquario e un ristorante. Ad Astana si trovano teatri di ogni genere, sia per opera e balletto, che per drammi, oltre ad un’ampia varietà di musei. La Kazakhstan Cental Concert Hall, è stata ideata e progettata dall’architetto italiano Manfredi Nicoletti a seguito di un concorso internazionale, ed inaugurata dal presidente della Repubblica del Kazakistan nel 2009. L’edificio ospita una delle sale concerto per musica classica più grandi al mondo, con un totale di 3.500 posti a sedere, progettata per adattarsi a vari i tipi di spettacoli, dai concerti di musica classica sinfonica ai concerti Rock-Pop e di musica tradizionale, al teatro, al balletto, alle conferenze e al cinema. Inoltre ha due sale minori per musica, cinema e conferenze di 400 e 200 posti, ristoranti, bar e un foyer di circa 3000 mq. Nel 2006 è stata inaugurata ad Astana la Piramide della Pace. La monumentale struttura è opera dell’architetto brittanico Norman Foster, realizzata in 24 mesi. La Piramide della Pace aspira a diventare centro di ri-
conciliazione delle etnie e delle religioni asiatiche. Se nel passato la piramide simboleggiava il potere e nasceva come monumento funebre, oggi intende assurgere ad emblema diverso, celebrando ideali umanistici e culturali. La Piramide della Pace di Astana è stata infatti concepita come simbolo di dialogo tra le religioni di tutto il mondo. Costituita da elementi tubolari in acciaio, è rivestita in pietra di colore grigio argento. La punta di vetro colorato presenta decorazioni realizzate dall’artista britannico Brian Clarke, collaboratore di N. Foster da diversi anni. Ogni tre anni, duecento rappresentanti delle diverse religioni di tutto il mondo si incontrano in un’ampia sala circolare, al posizionata sotto il vertice della piramide, al fine di avviare il dialogo interreligioso nella pace e nella concordia tra i popoli. Al piano inferiore trova spazio un centro di ricerca sulle religioni con una grande biblioteca.
Maira Nurkhabayeva
Piramide della pace
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ARTI E MESTIERI
L’ANTICA ARTE DELLA RIPARAZIONE DELLE MACCHINE DA CUCIRE
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Intervista a Maria Scirri
aria Scirri gestisce un’ attività lavorativa per la riparazione delle macchine da cucire per sartoria, in un locale sito a Terni, Via Garibaldi n. 114. Un’attività storica che, da circa 40 anni, vede persone competenti che registrano, riparano, accarezzano modelli vecchi e nuovi di macchine per cucire, amorevolmente e sapientemente. Un’attività fatta di mani che lavorano, di esperienza, che restituisce tutto il senso dimenticato di quello che dovrebbe essere il lavoro artigianale. “Quando e come si accorta della sua passione e della sua manualità per questo tipo di lavoro?” “Sono entrata a lavorare con la ditta Venturini circa venti anni fa, proprio per caso, e queste persone mi hanno trasmesso la loro passione per il proprio lavoro. Il titolare inizialmente mi faceva prima guardare e poi collaborare mentre effettuava la riparazione: lui sostituiva o rifaceva a mano pezzi ormai non più reperibili e io, vedendo ciò, mi sono appassionata ed ho fatto mio questo lavoro. Mi sono accorta che le mie mani erano adatte per questa professione ed intuivano da sole cosa era meglio per far rivivere questi attrezzi per cucire, che una volta riparati sembravano cantare con il loro zig –zag. “ “Oltre a dedicarti alle macchine da cucire, avevi altre
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responsabilità nel tuo negozio?” “Riparando le macchine, capendo sempre meglio il loro funzionamento, come valorizzarle al meglio per sfruttare bene il tessuto, ho fatto nascere completamente la mia passione per la sartoria e così man mano ho potuto realizzare il mio sogno.” “Chi ti ha introdotto per primo in questo amore per il tessuto, per il creare abiti, camicette, gonne?” “E’ stata mia madre, era lei la persona esperta, senza avere mai fatto corsi per imparare, lei mi cuciva gli abiti fin da bambina, così, con la sua semplicità realizzava cose graziose ed incantevoli: questo mi ha spinto ad imitarla e poi a perfezionarmi. Ancora prima di entrare nel negozio, avevo lavorato nei laboratori di una ditta di confezioni che forniva abiti e camicie per Valentino e Romeo Gigli, con capi esclusivi, inoltre avevo avuto esperienza come maglierista in un’altra azienda, poiché questo mondo era quello che mi attirava di più e stimolava la mia fantasia.. Lavorando poi nel negozio di Terni, mi sono accorta che oltre all’amore per i tessuti e le loro creazioni, mi veniva facile la riparazione di queste macchine da cucire.” “Quante macchine da cucire ripara mensilmente, e quante di queste superano i 50 anni di età?” “Riparo mensilmente circa
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20 modelli e diverse sono antiche, da restaurare, sia per esporle come oggetto antico, sia per usarle, convinte le loro proprietarie che meglio non ci sia! Riesco a ripararle sostituendo delle parti che ancora lucido a mano, e qualche volta sono costretta a rifare dei pezzi completamente nuovi. Queste macchine che esprimono la personalità di chi le usa, sono molto femminili, con i loro colori, intarsi in madreperla, e il loro tipico rumore mentre stanno lavorando, ispirano fiducia e calore umano, mentre le nuove, elettriche, rimangono più fredde e si rompono di più, anche se riescono a fare più lavori delle altre. Ringrazio ancora il mio datore di lavoro, Venturini Bruno, di Toscolano, che mi ha trasmesso negli anni la sua esperienza e la sua pas-
sione, giorno dopo giorno, i miei occhi e le mie orecchie facevano tesoro dei suoi insegnamenti. Cosa che i giovani di oggi perdono completamente. “ “Lei ama trasmettere queste sue conoscenze “? “Sì, siccome a me è stato insegnato, io organizzo dei corsi per imparare a cucire a qualunque persona abbia il desiderio di tagliare stoffe, cucire , ripiegare e far vivere un pezzo di stoffa. Ho già in nota 10 ragazze , che dividerò in due gruppi, per seguirle meglio.” “Quanto tempo dura il suo corso?” “Si sviluppa per un periodo di quattro mesi, poiché io intendo formarle realmente, come è stato fatto con me. Questa è la mia storia .” Stefano Spanò
Maria Scirri
GRANDE FRATELLO
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LA TV CHE SI PUÒ SCEGLIERE Si è svolta a Terni la convention tra gli operatori di web tv
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i è svolta al Centro Multimediale di Terni il Convegno “Paese che vai ACADEMY”, workshop dedicato al fenomeno delle web-tv. Una due giorni in cui sono intervenuti diversi operatori di piccole webtv, giunti da tutta Italia, e molte personalità nel campo delle telecomunicazioni. Tra gli altri, l’avv. Guido Scorza (esperto di diritti in rete), il prof. Giuseppe Merlino (consulente enti europei); Carlo Albero Pratesi, ordinario di Roma3; Angiolino Lonardi, vicedirettore Tg2; più interventi video registrati di personalità del calibro di Riccardo Iacona (Rai3) e Carlo Freccero (ex direttore di Italia1 e Rai2, attualmente direttore di Rai4). Dopo l’apertura, in cui è intervenuto il sindaco Di Girolamo, che ha ricordato l’importanza del tema della libertà di informazione in Italia, (“che ricordiamo essere al quarantesimo po-
sto nelle classifiche mondiali sulla libertà d’informazione”) sul palco sono sfilati gli autori delle suddette WebTV, dalle più piccole e artigianali alle più grandi (come ad esempio Senza Censura, che collabora da tempo con la Current-TV di Al Gore, canale accessibile in Italia attraverso la piattaforma satellitare Sky.) Le Web-TV Per chi non lo sapesse, le Web Tv sono dei canali televisivi accessibili via internet che non fanno capo a grosse società dei media, ma che spesso e volentieri sono gestite in modo autonomo da piccole comunità: gruppi di giornalisti, appassionati, financo famiglie che decidono un giorno di creare dei contenuti in proprio e metterli a disposizione dei navigatori. Si tratta di canali per lo più gratuiti ed auto-finanziati, rivolti ad un target di pubblico molto specializzato (come ad esempio High Tv, dedicata agli sport estremi) ed abituato ad andarsi a cercare i contenuti desiderati; una delle caratteristiche più peculiari di questo tipo di servizio è anche la possibilità di interfacciarsi senza mediazioni con il pubblico, che può lasciare commenti ai contenuti in tempo reale: il perfetto contrario della TV cosiddetta generalista che occupa i nostri schermi televisivi. Al convegno si respira un’aria di frontiera: guardandosi attorno si notano moltissimi volti giovani, qualcuno ha persino porta-
to i figli piccoli. C’è l’entusiasmo di chi sa di stare esplorando delle lande totalmente nuove: ascoltando gli interventi dei vari responsabili delle web-TV, si sentono le parole di chi sa di star facendo qualcosa di importante, per quanto il fenomeno in Italia sia ancora poco conosciuto. Una forma televisiva totalmente libera, in cui a decidere cosa mandare in onda non sono impaludati dirigenti da scrivania attenti soltanto alle esigenze degli sponsor, ma piuttosto menti fresche e desiderose di offrire al pubblico ciò che ritengono sia degno di sapere. Intrattenimento, dunque, e molta, moltissima informazione portata sulle spalle come le agili telecamere digitali o i computer portatili che ormai possono
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fungere da studi televisivi miniaturizzati. Gli operatori si scambiano impressioni, storie e problematiche. Il convegno parte dal racconto di una famiglia di pastori sardi che è riuscita a risollevarsi da una terribile crisi accendendo le web-cam sul proprio gregge, permettendo alle persone via web di adottare a distanza un agnellino e seguirne la crescita e lo sviluppo, ricevendo in cambio prodotti tipici in un circolo virtuoso che elimina la filiera dei normali mercati, abbattendo i costi e portando in tavola prodotti genuini di cui si conosce tutto il procedimento produttivo. Un esempio lampante delle possibilità offerte dalle nuove tecnologie di rete, che permettono di incontrare il
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GRANDE FRATELLO
ALCUNE WEB TV ITALIANE
pubblico (o i clienti) eliminando qualsiasi tipo di filtro intermedio. Tanta libertà, poche tutele Ovviamente una tale percentuale di libertà ha un suo costo. Molti operatori vorrebbero trasformare quello che per loro è poco più di un hobby, in un vero e proprio business, scontrandosi però con la dura realtà monopolistica italiana. “I soldi per il web sono pochi, e quei pochi che ci sono vengono stanziati quasi interamente per colmare l’immenso digital devide (ovvero il divario che esiste tra chi ha davvero accesso ad internet a banda larga, e chi invece ne è escluso n.d.R.) del nostro paese” ci dice un operatore. “Qualche fondazione regionale, come ad esempio la regione Tosca-
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na, ha emanato fantomatici bandi di finanziamento per le piccole imprese impegnate nella produzione di contenuti web, ma in sei anni di attività non siamo mai riusciti ad accedere a nessuno di essi. Una volta ci dicono che il bando è scaduto, un’altra ci dicono che i fondi sono già stati assegnati, in tutti i casi si rifiutano persino di prendere in considerazione il nostro progetto. La verità è che in Italia ci muoviamo secondo una logica totalmente clientelare, per cui se hai le amicizie giuste ottieni aiuto, altrimenti devi arrangiarti.” Si parla molto anche del rischio querela, che in Italia è una pratica molto diffusa per intimidire chi vuole fare informazione indipendente. A seguito di qualche servizio scomodo, infatti, non è raro vedersi recapitare a
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Arcoiris TV – www.arcoiris.tv Fantasy tv http://www.fanta-tv.com File TV http://www.file-tv.net/ Interact TV http://www.interactv.it/ 7iTV http://www.7itv.tv/ L’Aquila TV http://www.aquilatv.it/ Incucina TV http://www.incucina.tv/ Made in Italy TV http://www.madeinitaly.tv/ Salentoweb TV http://www.salentoweb.tv/ Uniroma tv http://www.uniroma.tv/
casa querele con richieste di risarcimento danni per cifre anche astronomiche. Il querelante, di solito, non teme di perdere la causa, perchè ha i fondi necessari per ripianare spese giudiziarie: una web-tv amatoriale, invece, anche solo per le spese di processo rischia la chiusura. E non esiste tutela, anzi, il governo sembra aver peggiorato la situazione con il decreto Romani, che equipara i siti web con contenuti video alla televisione tradizionale (richiedendo dunque addirittura un’autorizzazione ministeriale per le trasmissioni). La Rete fa rete Ed è per superare assieme queste difficoltà che si svolgono workshop come questi, in cui, oltre alle conferenze, i vari operatori si scambiano idee, indirizzi, soluzioni e suggerimenti. Così i momenti di maggiore scambio, più che le stesse conferenze con gli esperti del settore, sembrano essere le pause pranzo ed i momenti di relax fuori dalla sala, nel cortile del Centro Multimediale, dove tra una sigaretta e l’altra si possono “origliare” le conversazioni più sincere. Ne emerge
un quadro di grande vitalità: pochi o quasi nessuno di questi web-redattori vive di questo lavoro; l’obiettivo è rientrare dei costi, che per quanto bassi rispetto alle produzioni televisive, possono comunque incidere su un bilancio familiare (bisogna pagare il provider che fornisce il server su cui far girare il sito, ad esempio: una spesa non irrisoria se si vuol pubblicare filmati scaricabili ad una velocità almeno decente). Molti lo fanno per passione, altri per riempire un buco che si allarga sempre di più sui palinsesti dei grandi canali: quello che dovrebbe essere occupato da un’informazione al servizio del cittadino, e non del potente di turno. Incontrarsi faccia a faccia, dunque, per guardarsi negli occhi e fare quadrato, affinchè questa forma di informazione dal basso, massimamente democratica (poiché non imposta agli, ma scelta dal pubblico stesso) possa uscire dalla nicchia in cui attualmente vive.
F.P.
ESTETICA
L’ESTATE IN TESTA Il mare fa bene, ma attenzione agli effetti di sole e salsedine sui nostri capelli
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apelli e il sole. Lunghi o corti non importa, l’importante è che siamo sempre curati. Se durante l’inverno un cappello o una sciarpa poteva nasconderli, l’estate li vuole liberi. Le alte temperature richiedono che la sudorazione del capo svolga il suo effetto termoregolatore e mantenere la testa al fresco è importantissimo. A causa di fattori come il sole, l’ac-
qua del mare o della piscina, o la forte e diretta luce della montagna, i capelli richiedono cura e maggiore attenzione: anche in questo caso è più facile prevenire danni che poi porgli rimedio e la capigliatura ha le sue esigenze. Basta conoscere i rimedi per saperli usare, dunque parliamone, visto che al sole nessuno rinuncia! La protezione solare oltre che essere indispensabile per la pelle del corpo e del viso, diventa il primo accorgimento preventivo per la salute dei capelli. Prodotti appositi con filtri adatti alla struttura capillare, o addirittura lo stesso prodotto che si usa per il corpo (anche la pelle è fatta di cheratina) mantengono più a lungo i riflessi e proteggono dallo sbiadirsi. Certo è che un cappello, oltre all’effetto chic che ha come accessorio moda, protegge e aiuta, non sempre abbellisce. Attenzione a trovare il modello giusto! I capelli potranno apparire unti e poco attraenti, ma poche ore di limitato disagio risparmieranno i mesi di lavoro necessari per riportare i tuoi capelli in salute. I capelli danneggiati dal sole possono apparire fragili e crespi, e spesso l’unico modo per risolvere il problema è
un taglio completo che elimini le parti danneggiate. Ora che il corpo è protetto da capo a piedi neanche l’acqua può in alcun modo nuocere! Splash, un bel tuffo e via la stanchezza, il caldo e ... la protezione. Le piscine, così come i vari tipi di vasche riscaldate, contengono tutti i tipi immaginabili di agenti dannosi che non devono assolutamente essere assorbite dai capelli. Il cloro e altre sostanze (come l’agente sbiancante chiamato Clorina, contenuto in molte piscine, non solo possono danneggiare il colore dei capelli, ma possono anche renderli secchi e crespi. Devono dunque essere risciacquati subito. Anche la pelle del cuoio capelluto può restare danneggiata e diventare irritata e pruriginosa. Per prevenire questi fastidi è indispensabile lavare bene i capelli dopo ogni immersione, anche solo con acqua o con uno schampoo delicatissimo. Anche mettere un po’ di balsamo prima di immergersi può aiutare a proteggere cute e capelli e rende più facile infilare la cuffia. Dopo una giornata sotto i cocenti raggi del sole, l’ultima cosa che i capelli si augurano è di venire ulteriormente fritti da asciugature con aria rovente o piastra. Mandiamo in vacanza anche loro e liberiamoli dalla piega forzata del tipo se li ho ricci li voglio lisci e se li ho lisci li voglio ricci. Usare un balsamo a lunga dura-
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ta che rilasci i suoi benefici grazie al calore dell’ambiente può bastare ad avere un ottimo risultato in morbidezza e volume. Ci sono dei vecchi trucchi che possono essere riportati alla ribalta e lasciare che l’estate sia un momento per lasciare i capelli liberi di riposare e assumere forme naturali. Fare delle trecce, indossare fasce colorate, un bel cappello di paglia o scegli un taglio corto e sbarazzino. Questo è il momento buono per lasciare che il parrucchiere di fiducia si sbizzarrisca, bisogna provare qualcosa di nuovo, coraggio! Alcune micro scalature saranno sufficienti per ottenere un effetto sbarazzino senza dover usare prodotti per la messa in piega che, se associati al forte calore estivo, possono seccare i capelli. I capelli sono un bene prezioso, un accessorio di bellezza al quale non rinunciare troppo in fretta. E certo non in vacanza, qui la scusa del “non ho tempo”.. vada lei a farsi friggere!
A cura di Patrizia Maria Cavallo
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MODA
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NOVITÀ ESTIVE DELLA MODA PER LE GIOVANI TERNANE
l tempo atmosferico si mostra ancora molto variabile, ma la bella stagione è ormai iniziata e basta una giornata calda per trasformare il nostro abbigliamento con colori vivaci e corpo più scoperto. La nuova moda per i giovani propone abiti scollati e pantaloni sempre più corti, i famosi short, cioè pantaloncini che mostrano praticamente tutte le gambe delle ragazze, possibilmente già abbronzate, grazie ai centri estetici con lampade abbronzanti, su cui però la scienza medica ci mette in guardia riguardo i possibili pericoli derivanti da abbronzature artificiali e troppo rapide. Si nota un grande ritorno di canottiere colorate e camicette attillate per le giovani, e di nuovi modelli di sandali, infradito o gioiel-
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lo, cioè in vernice nera, con fibie, con tacchi alti, così detti alla schiava. E’ un tipo di scarpa che d’ estate non ha rivali e può essere usata per occasioni informali od eleganti, con estrema disinvoltura: l’ Emporio Armani ne propone alcuni veramente originali, la nota casa di moda Santoni ne presenta alcuni di colore azzurro o rosa. Un’ altra proposta per le ragazze sono maglie o vestitini corti con monospalla, sexy ed intriganti, che possono sembrare trasandati, ma che se ben indossati sono molto femminili. Grande ritorno di minigonne ed abitini corti, non sempre eleganti in verità, ma che sono un’attrazione fatale per le ragazze di ogni età. I colori d’estate tendono a frenare il nero, che impera d’inverno, a favore del bianco, del beige, del rosa, cioè di tinte pastello, molto delicate, che si accompagnano all’intramontabile jeans blu o celeste, qualche volta con strappi fatti ad arte. Gran ritorno di fragranze per i nuovi profumi, con essenze che si ispirano agli aromi della natura: menta, gelsomino, limone, tubero-
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sa, che tendono a favorire ottimismo e gioia di vivere. Marche preferite dalle giovani ternane sono: Evelyn Lander, O’ de Lancome, Jean Paul Guerlain, Clarins. Da regalare a mariti e fidanzati, le nuove fragranze di Burberry sport, Gucci, Ralph Lauren, che emanano freschezza ed energia, e nello stesso tempo sono seducenti.
Alcuni di questi profumi sono a base di pompelmo, cardamonio, fichi corsi, frutti verdi, gelsomino, per un’estate indimenticabile. S. Spà
ALIMENTAZIONE
LA DIETA CORRETTA PER COMBATTERE IL PROBLEMA DELL’INFERTILITA’
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l desiderio di diventare genitori va a scontrarsi a volte con l’incapacità di procreare, per cui sempre più sono oggi le coppie che non riescono ad avere figli o che devono affidarsi alla procreazione assistita. Terni, come altre province d’Italia, non è immune a questo triste evento. Oggi sono molto frequenti i casi di infertilità di coppia causati per lo più da cicli privi di ovulazione e oligoastenospermia (pochi e lenti spermatozoi), e questo fenomeno è purtroppo in costante crescita. Diventa importante allora un approccio nutrizionale che venga seguito da entrambi i componenti della coppia al fine di aumentare la possibilità del concepimento.
Nell’uomo, la causa più frequente di scarsa fertilità la si ritrova nella presenza del varicocele, con oligostenospermia più o meno grave, accompagnata da un quadro ormonale disturbato. In tali casi l’azione nutritiva deve essere di rinforzoallo stimolo della produzione degli ormoni androgeni, e quindi via libera all’uovo crudo, (quello del pollaio!), e di pesci ad alto contenuto di colesterolo ed acidi grassi (molluschi, polpo, crostacei, gamberi, salmone e pesce azzurro) da cui si origineranno gli ormoni sessuali; tali alimenti sono in grado anche di aumentare la libido. Altri cibi importantissimi nel processo di maturazione degli spermi sono tutti gli antiossidanti come frutta e verdura, biologici naturalmente, senza pesticidi ed i legumi, semi oleosi, ricchi di arginino, un aminoacido necessario nella spermatogenesi. Ancora, la fertilità viene conservata e potenziata: dallo zinco, che diminuisce in seguito ad infiammazioni, dalle proteine, dal fruttosio che diminuisce nell’uomo anziano, dalla carnitina che attiva la motilità. La donna in difficoltà procreativa presenta nella maggior parte dei casi cicli privi di ovulazione, accompagnati da una tiroide mal funzionante: la dieta seguirà il ritmo ormonale ed mirerà a rinforzare gli estrogeni, quindi un forte stimolo epatico, incluso quello rivolto alla tiroide, ed attivazione della diuresi. Via libera agli alimenti ricchi di
vit. E per contrastare i processi di ossidazione e deterioramento al momento dell’ovulazione, agli alimenti ricchi di grassi omega-3 per contrastare i processi di infiammazione e stabilizzare l’annidamento dell’embrione, frutta e verdura ad azione diuretica per contrastare la ritenzione idrica: ananas, melone, insalata, cicoria ricca di ferro e povera di fitati al contrario degli spinaci, finocchio, sedano e piccole quantità di carni bianche. Evitare, per entrambe i sessi, di : • bere alcolici e di fumare, • assumere alimenti che contengono conservanti e altre sostanze chimiche, come dolcificanti artificiali, • consumare alimenti ad elevato contenuto di grassi, come i cibi da fast-food. Limitare, nella donna, la caffeina, perché ostruisce i vasi sanguigni, riducendo il flusso di sangue all’utero e complicando l’ovulazione. I glucidi raffinati, come pane bianco, pasta e riso, dovrebbero essere limitati: questi cibi risentono infatti della mancanza di nutrienti,
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quali ferro e vitamine B, che sono importanti per fornire una ricca base di elementi nutritivi al feto. Inoltre possono causare oscillazioni nei livelli di insulina, che possono influenzare l’ovulazione. Preferire gli alimenti prodotti con farine integrali. Mangiare molta carne non è consigliabile per la presenza eccessiva di livelli di ammoniaca, che inibisce la fecondazione delle uova nell’utero. A cura della Dott.ssa Monia Zambernardi Nutrizionista
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SPORT
NASCE A TERNI IL PRIMO
MUAY THAI CAMP GRAZIE ALL’ASSOCIAZIONE SPORTIVA
DARK ANGEL TEAM
È
iniziato il 7 giugno il campo estivo di Muay Thai dell’associazione sportiva Dark Angel Team di Terni. Il corso, che si terrà in vero stile Thai nel parco della struttura della Romita, sfrutterà in pieno le attrezzature messe a disposizione dalla Palestra Emotion 110. Tenuto dal maestro Maurizio Sardonini il corso verrà strutturato in quattro fasi. La prima fase si svolgerà in piscina dove si effettueranno esercizi di potenziamento muscolare in acqua, alla quale seguirà una fase di circuit training (allenamento a circuito) che verrà effettuata nella zona del parco. Il circuit training, che utilizza sia esercizi a corpo libero, quali la corsa, squat, skip, flessioni e addominali, sia attrezzature del camp (copertoni, corde, palline da tennis, …) consente di migliorare contemporaneamente la forza, la potenza e la resistenza a livello muscolare ma anche la funzionalità dell’apparato cardio-respiratorio. La terza fase dell’allena-
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mento al Muay Thai Camp prevede un lavoro più tecnico di condizionamento delle tibie, dei gomiti e degli avambracci addestrando queste parti del corpo all’impatto con l’utilizzo di sacchi e colpitori e, ad un livello più avanzato, con copertoni e bastoni per le tibie e palle medicinali per il condizionamento dei gomiti. Ultima fase, non meno importante, sarà dedicata all’insegnamento, direttamente sul ring all’aperto del Dark Angel Team (unico ring all’aperto regolamentare attrezzato a Terni), di tutte le tecniche di combattimento della Muay Thai, che comprendono pugni, calci, ginocchiate, gomitate, prese e leve. Agli esercizi di insegnamento e perfezionamento si alterneranno fasi di sparring condizionato a coppia e combattimenti sul ring. Oltre al combattimento, verranno insegnati i principi fondamentali e la storia della Muay Thai e la Ram Muay, danza rituale propiziatoria che ogni pugile tailandese esegue per ottenere un buon esito dall’incontro, ma allo stesso tempo utilizzata come forma di stretching per riscaldare i muscoli e prepararli allo scontro. Per prendere parte al camp non occorre al-
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cuna attrezzatura, né pre- tecipa inoltre regolarmencedente esperienza nel set- te agli stages organizzati tore degli sport da combat- dalla federazione nazionatimento, ed è necessario un le, che consentono di avabbigliamento comodo e vicinarsi ancora di più alla leggero. Il Muay Thai camp storia di queste disciplirimarrà aperto tutta l’esta- ne, confrontandosi dirette e la palestra Emotion 110 tamente con pluricampiooffre un’intera settimana di ni mondiali di Kickboxing, prova gratuita a tutti. Thai boxe, K1 ed affini. Chi è il Dark Angel Team Obiettivo comune è quelASD: lo di creare un ambiente L’attività della Dark Angel dove l’agonismo diventi un Team di Terni, affiliata alla punto di arrivo di un perfamosa federazione Kom- corso collettivo, nel quale bat League (organizzatri- agonisti e praticanti tendace di eventi di importanza no al miglioramento connazionale ed internaziona- tinuo e al superamento le www.kombatleague.net) dei propri limiti, in un amavvicina al mondo degli biente di massima seresport da combattimento a nità e rispetto reciproco. diversi livelli, consentendo al principiante di raggiun- Orari di allenamento e del gere in poco tempo un’ot- camp estivo della A.S.D. tima forma fisica ed impa- Dark Angel Team di Terni: rare utilissime tecniche di difesa personale; all’ago- Lunedi/Mercoledi/Venernista di migliorare la pro- di – ore 17.30 - 20.30 prespria condizione atletica ed so la palestra Emotion Gym affrontare il circuito delle 110, Voc. La Romita, TERNI gare di settore, riservando (Struttura del Tennis Club) sempre una particolare attenzione ai crescenti setWeb & Books tori giovanile e femminile. Durante le lezioni di gruppo viene data grande importanza Per maggiori informazioni alla preparazione sui corsi e sull’iscrizione al camp: fisica e all’insegna- Maestro Maurizio Sardonini : mento e perfeziona- mauriziosardonini@yahoo.it mento della tecnica tel. 329.5637059 individuale che vie- darkangelteamterni@gmail.com ne seguita personal- www.facebook.com mente dal maestro. Darkangelteam Kickboxing Muay Thai L’associazione par-
a cura di F.P.
le Ricette
Vernacolo Poema operaiu ‘stu candu che a Terni
É Lungu cend’anni ‘stu candu d’amore ch’è fattu di giorni de ‘ n sulu colore
non sa de dolore, e scrie co’ le piaghe
bruciati a tre turni
su un nastru d’acciaiu
tra furni e siviere
le righe de ‘ n sacru
pe’ ‘n pane macchiatu
poema operaiu.
di sangue e sudore. E’ lungu cend’anni
Spino Biancifiori
ma è verde de core
Proverbi >> Chi se rinnova lu giornu de Maria, è libiru da ogni ma ladia. >> La donna e lu focu vo’ stuzzicati ‘gni pocu. >> L’avaru è come lu porcu, è bonu quann’è mortu. >> Lu stracciusu passa pe’ puzzulusu.
1/ Faraona alla narnese
Ingredienti: per 4 persone, 1 faraona, 3/4 di litro di vino bianco, 3 spicchi d’aglio, 1/2 cipolla , fegatini di pollo, salvia e rosmarino, limone, olio sale e pepe. Preparazione: Far rosolare i fegatini di pollo con gli odori. Aggiungere un bicchiere di vino bianco e portare quasi a cottura. Togliere i fegatini, passarli, salarli , peparli e tritarli. A parte spezzare la faraona e lavarla col vino. Metterla in un tegame aggiungendo tutti gli odori e cuocere fino a far evaporare l’acqua. Colarla e aggiungere di nuovo tutti gli odori freschi. Versare il vino bianco, unire il limone, coprire e cuocere a fuoco moderato. A cottura ultimata passare il fondo di cottura; rimettere nel tegame la faraona e aggiungere la salsa preparata lasciando insaporire per qualche minuto.
2/ Trote di fiume
al prezzemolo
Ingredienti: 6 trote di fiume non troppo grandi; 50 gr di pangrattato, 5 cucchiai di succo di limone; olio d’oliva, prezzemolo; sale e pepe. Preparazione: Prendiamo le trote e puliamole accuratamente, togliendo anche le interiora. Tritiamo abbondante prezzemolo e uniamolo al pangrattato, al sale e al pepe in una terrina. Rimestiamo con cura fino ad ottenere un composto uniforme. Versiamo il succo di limone ed amalgamiamo. Farciamo le trote con l’impasto ottenuto, cospargiamole d’olio e mettiamole su una griglia doppia. Cuociamo da ambo i lati per circa 6 minuti ognuno. Appena cotte disponiamo le trote su un piatto e versandoci sopra un giro d’olio. Guarniamo con prezzemolo e serviamo.
3/ Gallina ubriaca
Ingredienti: 1 grossa gallina ruspante, 200 gr di pomodorini tagliati a metà, 100 gr di lardo, 2 spicchi d’aglio, 1 l di Orvieto secco, olio extravergine d’oliva, sale e pepe Preparazione: Adagiate la gallina su un battuto di lardo e aglio, circondatela di pomodorini tagliati a metà, salate e pepate e affogatela nel vino. Coprite ermeticamente mettendo un foglio di carta paglia tra la pentola e il coperchio e appoggiandovi sopra un peso. Cuocete per due ore a fuoco bassissimo.
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