Terni Magazine 9

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MAGAZINE PUBBLICAZIONE MENSILE - APRILE 2010 - Distribuzione: POSTE ITALIANE - Tariffa pagata - INVII SENZA INDIRIZZO SMAC/C1/4936/2010

www.ternimagazine.it

aprile 2010 numero 9

Un nuovo progetto per la città di domani La proposta di TerniMagazine per un centro fieristico polifunzionale

GAS E ACQUA maxi bolletta

STAMINALI polemica tra scienziati

TENDENZE moda giovanile

SPOSARSI prezzi alle stelle

MAICO VINCE LA SORDITÀ Apparecchi acustici 05100 Terni - Via A. Floriano 1/a - 1/b - tel: 0744.59597



EDITORIALE La politica ternana diviene sempre più debole in Regione per l’assenza di una cultura solidale e divisioni nei partiti e nelle idee di sviluppo

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na scelta per contare di più è stata l’esortazione ad dere ed in grado di aggregare quelli che sono i nostri inteandare a votare della nostra precedente copertina ressi territoriali per programmare il prossimo futuro. Tanprima delle elezioni regionali. Temevamo l’effetto nega- te idee e speranze ma poche emergono con condivisione. tivo del disamore per la politica dopo gli ultimi episodi e La paura di perdere la grande industria invece di spingere scontri tra gli schieramenti. Infatti il risultato è stata la per- verso nuovi scenari di sviluppo ha l’effetto paralizzante e di dita di un seggio a Terni per soli 900 voti. Perché? L’altissi- chiusura. Si mantengono rendite di posizione, poco spazio ma astensione dal voto dei giovani, più una legge elettora- per pensare a sfide future. Noi di Terni Magazine in assenle regionale concepita a nostro sfavore ed il gioco è fatto. za di concrete iniziative politiche funzionali alla creazioTutto come prima, anzi peggio. I gattopardi vincono sem- ne di una nuova idea di città, ci permettiamo di proporre un progetto ambizioso, che se ben pre; espertissimi nel fare di conto programmato e gestito, potrà raper le preferenze e continuare ad dicalmente trasformare la città da amministrare clientela e potere polo produttivo a città internazioburocratico senza essere minimanale di scambi ed incontri culturamente disturbati. Chi non ha voli ed conomici sull’esempio di cittato, oltre 1/3 degli aventi diritto, tà come Nantes in Francia, Bilbao ha voluto dare uno schiaffo alla in Spagna, Basilea in Svizzera ecc. politica autoreferenziale , non ci La sfida di far decollare un nuovo sono alternative credibili, non c’è centro fieristico con spazi polivauna nuova casa politica in Umbria lenti per eventi, culturali e gransu cui poter fare affidamento per di eventi, per il centro Italia e non ribaltare la situazione o cambiare Double poke in the eye II, 1985 Bruce Nauman, 1941 solo, valorizzando la sua posizione i personaggi. E’ sconfortante, ma il geografica baricentrica già collegasignificato è questo. Per noi ternani soprattutto si mette grigia, se pensiamo che oramai tutti i ta alla capitale ed al resto d’Italia a porti ed aeroporti da centri del potere gestionale delle aziende pubbliche si spo- linee ferroviarie autostrada e superstrade come nessun’alsteranno a Perugina - l’azienda trasporti è già confluita nel- tra. Nello speciale dedicato al tema all’interno del giornala società regionale , e di qui a poco anche l’Asm sarà assor- le i dettagli della proposta su cui iniziare il percorso di dibita dalla multiutility regionale- e la partita è chiusa. Poco scussione per condividere quello che per noi potrà essere ci rimane da gestire a Terni, a parte le farmacie in perdita un’attività che porterà sul territorio lavoro e soprattutto continua. Sembra che a tutti vada bene così, ma in molti aprirà al mondo Terni, il suo bacino interregionale e l’Umambienti che contano e nei giovani monta la rabbia di non bria tutto l’anno. poter avere sul territorio personaggi con energia da spenWeb & Books

Corsivo

SANITA’: i maxi investimenti ed il buisiness delle convenzioni Investimenti strutturali nella sanità per circa 500 milioni di euro tra Perugia e Foligno in meno di 10 anni spesi per i rispettivi ospedali ed ambulatori , oltre alle spese correnti annue che sono il 75 % del bilancio della regione. Cifre da capogiro ma sembrano non bastare per dare un’assistenza veloce ed efficace agli 873.000 umbri serviti da ben 9 ospedali. La Regione fa anche convenzioni con cliniche e strutture private e con pagamento diretto in due giorni si fa tutto, anche le operazioni chirurgiche. Ma allora a cosa servono tutti questi investimenti e spese pubbliche? Come è possibile che per una risonanza magnetica a pagamento ci vogliono due giorni di attesa e nella stessa struttura privata convenzionata con pagamento ticket ce ne vogliono 60? Intra moenia extra moenia i cittadini non capiscono, sanno solo che se paghi fai prima se no aspetti; come hanno dimostrato i recenti fatti di cronaca giudiziaria perugina che hanno visto 5 medici accusati di truffa per essersi intascati in nero il corrispettivo delle prestazioni avvenute in un ospedale. Ci viene un dubbio, ma allora questi investimenti così enormi a cosa servono se poi i medici dalle strutture pubbliche vanno nelle private a pagamento o in convenzione? I conti non tornano.Quanto paga la Regione per prestazioni convenzionate con il privato? E’ vero che non si riesce con tutti questi investimenti a soddisfare le esigenze degli utenti nella qualità e in tempi brevi? Se fosse così ci converrebbe convenzionare tutto senza investire nulla ottimizzando gli investimenti sul territorio, senza favorire doppie spese, come fanno in America dove pagano per ogni tipo di assistenza tutto le Assicurazioni, Obama docet. Ma i politici vorranno mai abbandonare tale settore così ricco di risorse e potere ?

Web & Books

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Lettere al direttore LA POSTA DI TERNIMAGAZINE: Inviateci le vostre lettere a posta@ternimagazine.it

Uffici postali

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alve direttore. Sono sempre più turbata sull’inefficenza delle Poste. Non c’è un momento della giornata ottimale per andarci poichè il servizio, a qualunque ora, è talmente lento che non si riesce a compiere una qualsiasi operazione senza spendere almeno 40 minuti per fare la fila. Sicuramente tutti i lettori se ne saranno accorti e si saranno stancati, come me, di perdere tanto tempo alle Poste. Può esserci un rimedio? Un consiglio da dare agli operatori per smaltire più velocemente le file?

Il semaforo di via XX Le multe Settembre

Segnaletica stradale

Gentile direttore, mi chia-

Magazine. Volevo chiedere ai lettori e al direttore se hanno notato che spesso i lavori nelle zone del centro o in periferia non sono accompagnati da una corretta segnaletica. Spesso avviene anche che le strade vengano rese impercorribili senza un preavviso per i cittadini. Questo causa alcuni malcontenti. Sarà possibile in futuro segnalare agli automobilisti le zone in cui verranno fatti dei lavori o costruiti cantieri per evitare di percorrerle per poi dover cambiare strada?

M

mo Giuseppe. Volevo porre all’attenzione dei lettori un problema: il semaforo di Via XX Settembre è di brevissima durata. Sarà perchè gli altri due permettono la circolazione più veloce delle auto dopo aver passato l’incrocio dello stadio. Sarà per questo che davanti a Le Clerk c’è sempre tutto quel traffico? A volte proprio in quel punto si verificano incidenti.”

i chiamo Stefania, abito a Terni. Volevo far notare ai lettori che i Vigili Urbani non sempre multano le auto, ma ho visto che delle volte ne fanno tante e tutte insieme, in ovunque. I cittadini non sanno come comportarsi, se lasciare l’auto cinque minuti su un marciapiede oppure no, se sarà il giorno di multe o meno. Ma questo avviene in base all’esigenza del Comune di fare cassa o per concentrare il lavoro in poche giornate?

Giuseppe, di Terni

Stefania, di Terni

Luciana, di Terni

Un saluto alla rivista Terni

Aldo, di Terni

L’opinione

GAS: MAXI BOLLETTA PER 500 TERNANI

ECCO COME FARE RICORSO

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a Federconsumatori di Terni denuncia che in questi giorni a circa 500 utenti sono pervenute fatture del gas stratosferiche, da 500 a 700 euro. Non è la conseguenza di un inverno lungo e particolarmente rigido, ma del passaggio di gestione da Enel Energia a Umbria Energy. Una serie di errori dei sistemi informatici ha trasformato una normale procedura di compensazione in un autentico caos. Umberto Ricci, storico responsabile della Federconsumatori, illustra cosa bisogna fare. «E’ necessario presentarsi ai nostri sportelli in via S. Procolo, portando le fat-

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ture precedenti al cambio di gestore. Su questa base verificheremo i consumi e inoltreremo reclamo. E’ sacrosanta – continua Ricci – la meraviglia e anche la rabbia di utenti abituati a pagare bollettini di 20/30 euro. Tuttavia – ammette – le due aziende hanno riconosciuto la propria responsabilità e si sono dichiarate disponibili a rateizzare i pagamenti, nel caso che la maxi fattura dipenda da un lungo periodo di non lettura dei consumi, e a cancellarla se si è trattato di un errore». E dire che anni fa i sostenitori delle liberalizzazioni di questi servizi promettevaAPRILE 2010

no un abbattimento dei costi in virtù della concorrenza. Le aziende, invece, fanno cartello e aumentano tranquillamente le tariffe. Se prima pesavano sugli utenti inefficienza e sprechi della gestione pubblica, ora pesa il profitto. Particolare omesso dai suddetti tifosi del privato. In ogni caso è il comune cittadino ad essere tartassato per colmare i buchi nel bilancio delle aziende comunali partecipate, rispondere alle pretese di enti ex pubblici e ora privati (stendiamo un velo pietoso su come si sono fatte le privatizzazioni), far fronte a balzel-

li di ogni tipo. Recentemente si è calcolato che, proprio a causa di queste voci, ogni famiglia italiana spenderà circa 500 euro in più.

E. C.


SOMMARIO

PAG.

IL FATTO: I Ternani comprano meno giornali

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PERSONAGGI: Il Cardinale Stanislaw Dsiwisz, Roberto Mantillacci, Francecsa Rossi

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LA FINESTRA SUL CORTILE: Parcheggi

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TERNI DIMENTICATA: Dalle verdi colline alla cementificazione pianificata

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POLITICA: Elezioni regionali

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CONTROMANO

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AMBIENTE: Effetto tzunami dopo l’incendio di Vascigliano di Stroncone

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L’INTERVISTA: Stefano Maria Crocelli

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ECONOMIA: Terni fiera nel cuore d’Italia

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SANITÀ: Staminali a Terni

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REPORTAGE: Caos per le nuove case popolari di Collestatte Piano e Campomicciolo

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SCUOLA: Come cambia la scuola con la riforma

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SCIENZA: Human health foundation Onlus

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RELIGIONE: In Cerca dell’Anima, il nuovo libro del Vescovo di Terni,Vincenzo Paglia

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CULTURA: Music Umbria video

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PALAZZO SPADA: Tagliati otto milioni di euro nel bilancio comunale 2010

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VOLONTARIATO: Disagio giovanile ed emergenza educativa

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TERNI DA RICOSTRUIRE: Piazza Tacito

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FERMATE IL MONDO VOGLIO SCENDERE: Emergency, non c’è niente di nuovo

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TERNI COM’ERA: Passeggiando per la storia

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MODA: Nuove tendenze per l’abbigliamento giovanile dei Ternani

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COSTUME: Sposarsi a Terni

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MUSICA: Marco Mengoni

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L’EVENTO: Elio e i futuristi

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PSICOLOGIA: Perchè crediamo all’incredibile

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BENESSERE: Colori ed emozioni

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ALIMENTAZIONE: Aprile, fioriscono gli asparagi

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ESTETICA: Primavera, un’occasione per svestirsi

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VERNACOLO / PROVERBI / RICETTE

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COME, DOVE, QUANDO eventi a Terni e dintorni

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OCCHIO SULLA CAPITALE eventi a Roma

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WEEK END NEL TERNANO

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SPORT: Fate tanto rugby

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IL FATTO

I TERNANI COMPRANO MENO GIORNALI PERDE COLPI ANCHE LA STAMPA LOCALE QUOTIDIANA

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Un commento ai dati statistici degli editori come il maggior partito al Governo e il maggior partito d’opposizione sembrano equivalersi, pur trovandosi su posizioni diametralmente opposte. Entrambe costano 3 euro, quasi il doppio delle precedenti riviste citate. Discorso diverso va fatto per i quotidiani che subiscono la forte concorrenza del web ripetendo su Internet i medesimi modelli organizzativi e culturali, ma soprattutto gli stessi difetti della carta stampata: articoli lunghi, linguaggio difficile, il lettore in brevissimo tempo da una scorsa ai titoli e poi sceglie quello che più può interessargli per leggere, il tempo è sempre meno, occorre essere brevi per incuriosire il lettore. Tutti pensano che il futuro dell’informazione risieda nel web, ma in tanti desiderano il primato del formato cartaceo su quello elettronico e considerano l’on-line come il parente povero che vive lontano, i numeri ci dicono L’edicola dei Fratelli Ciarulli, in via della Stazione, l’unica con la stampa internazionale a Terni

foto © A.M.

embra che i ternani non abbiano più voglia di leggere i giornali. I dati delle vendite delle principali testate di periodici tra il 2004 e il 2008 espressi dall’Accertamento Diffusioni Stampa, certificati dagli editori, evidenziano un forte calo, maggiore nella provincia di Terni. Riviste di grande tradizione nella moda, cultura, interviste a personaggi del mondo dello spettacolo come: Chi, Gente, Donna Moderna, Oggi, Sorrisi vedono calare vertiginosamente nella nostra regione lettori e affezionati. Nel 2008 a Terni le riviste Gente e Donna Moderna perdono addirittura un 42%, appena dietro si piazza Sorrisi e Canzoni con un -38% rispetto al 2004, addirittura a perdere terreno è anche il mitico Topolino, -30%, settimanale a fumetti che ogni mercoledì i ragazzi corrono a comprare in edicola, che mai ha mancato l’aggancio divertito con la realtà, trasformando qualche settimane fa’,anche, il Vasco nazionale nel Comandante Brasko chiamato a risollevare le sorti del festival canoro all’Arroston. Perdono meno i periodici di approfondimento Panorama, -23%, e l’Espresso, -4%, che sembrano lo specchio della società in cui viviamo,

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il contrario: i siti Internet dei grandi quotidiani hanno più visitatori rispetto ai lettori degli stessi quotidiani e la diffusione è crollata. Il calo delle vendite totali dei quotidiani, grandi e piccoli, nazionali e regionali è impressionante: - 49 % il Corriere dello sport, -30% Corriere dell’Umbria e Messaggero, -12% la Repubblica, l’unico con un dato positivo è il Corriere della Sera con un +24%, ottenuto per effetto dell’abbinamento con la Gazzetta dello Sport e delle copie gratuite destinate alle scuole. In taluni periodi per effetto di notizie clamorose i quotidiani hanno invertito le sorti con picchi di vendita per poi ridiscendere quando la notizia non era più interessante. Occorre ripensare il modo di fare e pensare i giornali, del web e del cartaceo, garantendo un’informazione professionale e di qualità. Il lettore che cerca una notizia in rete la vuol trovare facilmente

e leggere rapidamente, se il sito di un giornale on-line pubblica tre righe di una notizia e chiede il pagamento per proseguire, l’utente cercherà la notizia integrale altrove e troverà sempre chi gliela fornirà, a meno che quel giornale non abbia una specializzazione unica. Il lettore, oggi, è molto attento alla qualità, quindi le notizie che gli interessano non sono cosa fanno i politici nei loro palazzi o i loro giochi di potere, ma i problemi della vita quotidiana con cui il cittadino si deve confrontare. Proviamo mettiamo a confronto, nella prima pagina dei quotidiano, le maggiori polizze auto con costi , franchigie, benefici vedremo se il lettore è interessato e torna ad acquistare i giornali oppure esponiamo, in modo comprensibile, le tariffe telefoniche. Il risultato è assicurato. Sabrina Viali


PERSONAGGI

Il Cardinale Stanisław Dziwisz Segretario di Papa Giovanni Paolo II per quarant’anni Premio San Valentino 2010

Roberto Mantilacci

ex capo ufficio stampa della Provincia di Terni

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tanisław Dziwisz è nato a Raba Wyżna il 27 aprile 1939. E’ un arcivescovo cattolico e cardinale polacco, molto noto per i suoi quarant’anni di servizio in veste di segretario di papa Giovanni Paolo II. Oltre che di lunga durata, l’intenso rapporto tra il Papa e Dziwisz, ha fatto sì che quest’ultimo condividesse ogni momento della giornata, iniziando messa, celebrata nella cappella privata, fino alla notte, durante la quale il segretario dormiva nella stanza a fianco. Durante il papato di Giovanni Paolo II, la voce del suo segretario è stata probabilmente una delle più influenti in Vaticano. Ha svolto questa funzione fino alla morte del Santo Padre nel 2005. Il tempo trascorso a fianco del Papa e stato la base per il libro “Una vita con Karol”, un’intervista-fiume scritta dal giornalista italiano Gian Franco Svidercoschi. Martedì 30 marzo gli è stato consegnato il premio ‘San Valentino 2010’, riconoscimento annuale legato alla figura di San Valentino, patrono di Terni, che premia personalità che si sono distinte per atti di pace, di solidarietà, d’amore.

Cardinal Stanisław Dziwisz 70 anni

Roberto Mantilacci, Giornalista. 1945 - 2008

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iornalista, iniziò come redattore la sua carriera professionale, poi proseguì in diverse emittenti locali fino ad approdare, nel 1985, ai vertici dell’ufficio stampa di Palazzo Bazzani. Persona coltissima e piena di curiosità intellettuale, è sempre stato pronto ad aiutare gli altri, ma con discrezione. Seguiva con competenza ogni pratica sportiva, dalla pallavolo (da giovane stava per diventare professionista) alla pallacanestro, dal calcio al ciclismo, al tennis. Appena laureato insegnò per qualche tempo anche nella Casa circondariale di Terni. Puntava ad educare gli studenti ad essere non meramente recettivi, ma soprattutto creativi, responsabili, partecipi della vita sociale. E’ stato unanimemente apprezzato per il suo dichiarato impegno per il rispetto dei diritti umani, la tolleranza, la comprensione reciproca, la lotta a ogni forma di integralismo, razzismo e violenza. Morì il 14 ottobre 2008 a causa di un male incurabile. Aveva soltanto 63 anni. Il 24 marzo è stata presentata alla sala del Consiglio provinciale la prima edizione del “Premio Mantilacci”, promosso dall’Ordine dei Giornalisti, dall’Associazione Stampa umbra, dalla Regione Umbria, dalla Provincia e dal Comune di Terni, dal Collegio dei Maestri venerabili dell’Umbria del Grande Oriente d’Italia, per conservare la memoria del giornalista prematuramente scomparso. e dedicato alla tutela dei diritti umani, alla lotta a ogni forma di integralismo, razzismo e intolleranza.

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PERSONAGGI

Francesca Rossi Segretaria regionale FECMA CISL

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rancesca Rossi è la brillante e battagliera segretaria regionale della Femca Cisl. Ha seguito con grande impegno e rigore lo sgretolamento del polo chimico ternano ed è stata tra i primi a registrare e denunciare la latitanza delle istituzioni locali rispetto alle conseguenze della crisi globale. In queste settimane è la trascinatrice della mobilitazione operaia per scongiurare la chiusura della fabbrica Basell di Terni, che si ripercuoterebbe sull’intero polo chimico, al quale fornisce il polipropilene, minacciando oltre mille posti di lavoro. Dimostra di non temere forme di lotta anche dure, come il totale blocco delle merci, che va avanti anch’esso da settimane. Francesca Rossi sta sorvegliando attentamente la partita della reindustrializzazione dell’area di Nera Montoro, lasciata libera dalla multinazionale norvegese Yara, dove molto presto la Seteco o la Terni Research, o addirittura entrambe, avvieranno produzioni in linea con la green economy, di cui la dirigente sindacale è convinta sostenitrice, ricreando i posti di lavoro bruciati dalla Terni Industrie Chimiche e dalla Yara.

Francesca Rossi Segretaria Regionale Fecma CISL

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LA FINESTRA SUL CORTILE

P ARCHEGGI

Sono nulle le multe fatte negli spazi a pagamento se nelle immediate vicinanze non ce n’è uno gratuito

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ono nulle le multe agli automobilisti che parcheggiano nelle aree a pagamento se “vicino” a quelle zone non è stato predisposto anche un “parcheggio libero”. Lo hanno stabilito le sezioni unite civili della Cassazione, sottolineando che nei centri urbani ad esclusione delle zone a traffico limitato, delle aree pedonali e da quelle di particolare rilevanza urbanistica - gli amministratori comunali hanno l’obbligo di realizzare, sempre, aree di sosta libera accanto ai posteggi a pagamento a fascia oraria. La sentenza della Cassazione, secondo il Codacons, è “rivoluzionaria” e porterà “guai” ai comuni perché li costringerà a considerare anche i parcheggi liberi. Non solo, secondo l’associazione dei consumatori, ora almeno il 50% delle multe è impugnabile. “La sentenza potrebbe porre fine all’epoca dei dazi feudali imposti dai Comuni”. Così Carlo Pileri, presidente dell’Adoc (Associazione nazionale per la difesa e l’orientamento dei consumatori), commenta la decisione che obbliga i comuni a realizzare posteggi liberi accanto a quelli a pagamento. Secondo gli Ermellini, il giudice ordinario legittimamente può annullare una

Foto © A.M. 2010

contravvenzione inflitta in zona di parcheggio a pagamento se è stato violato da parte dei comuni “l’obbligo di istituire zone di parcheggio gratuito e libero in prossimità di aree in cui è vietata la sosta o previsto il parcheggio solo a pagamento”. Il principio è contenuto nella sentenza 116, depositata 7 marzo 2010, con la quale i supremi giudici hanno respinto il ricorso del comune sardo di Quartu Sant’Elena che si era opposto alla cancellazione di alcune multe inflitte a un avvocato che posteggiava la macchina senza pagare il ticket in un posteggio a pagamento. Il legale, G. S., sosteneva, nel suo ricorso al giudice di pace, che le multe a lui inflitte dovevano essere dichiarate nulle in quanto il comune non aveva previsto la realizzazione “di adeguate aree destinate al libero parcheggio, come previsto dal comma 8 dell’art. 7 del codice della strada”. Il giudice di pace gli aveva dato pienamente ragione. Contro questo verdetto il comune di Quartu ha protestato in Cassazione. La Suprema Corte, però, ha affermato che il reclamo “non merita accoglimento” in quanto il comune non aveva emanato “provvedimenti amministrativi istitutivi delle zone

di parcheggio a pagamento accompagnate anche dall’obbligo di prevedere aree di parcheggio libere”. Ad avviso delle sezioni unite - sentenza 116 - al giudice di pace è consentito accertare eventuali vizi di legittimità, nelle delibere comunali relative all’istituzione di posteggi a pagamento. Per quanto riguarda la zona nella quale posteggiava l’avvocato, il comune di Quartu non ha mai dimostrato che tale area rientrasse, quanto meno, nella zona ‘A’ ossia tra quelle di rilevante interesse urbanistico. Così il reclamo del comune è stato rigettato. Milano. “Milano non corre il rischio di vedersi annullate le multe. Il codice della strada all’articolo 8 spiega che non possono essere lasciate aree a parcheggio gratuito in presenza di ‘Zpru’, ovvero Zone di particolare rilevanza urbanistica. A Milano la sosta è regolamentata proprio in zone catalogate come tali”. Così l’assessore comunale ai Trasporti e all’ambiente, Edoardo Croci, commenta la sentenza emessa oggi. Roma. La sentenza della Cassazione potrebbe non essere applicabile a Roma, in quanto non riguarda le aree di rilevante profilo storico e urbanistico. L’assessorato alla mobilità del Campidoglio rimanda, al riguardo, alla delibera in materia varata nel 2004 dalla giunta capitolina. L’assessorato sta, comunque, valutando la situazione alla luce di quanto stabilito dai giudici della suprema corte. Napoli. La sentenza “comporterà dei problemi” ai vigili urbani di Napoli. A dirlo è il loro comandante,

Carlo Schettini, che però premette: “Bisogna vedere meglio cosa specifica il giudice di Cassazione sul caso di Quartu Sant’Elena. Prevedo però di essere facile profeta ritenendo che questa decisione innescherà atteggiamenti conseguenti negli automobilisti napoletani. Palermo. Il comune di Palermo accoglie con serenità la decisione della Cassazione. “Qui non succederà niente - spiegano dall’amministrazione - perché il comune è in regola”. A Palermo, cioè, “sono previste, all’interno delle aree dove insistono le zone blu, anche zone cosiddette ‘bianche’, dove è possibile parcheggiare gratuitamente, in misura proporzionale alle altre”. Torino. L’obbligo di creare parcheggi liberi accanto a quelli a pagamento non è applicabile nel caso di Torino. E’ quanto sostiene il Comune, spiegando che la giunta, con una delibera, ha destinato ad aree a pagamento proprio le zone che rientrerebbero nell’obligo: vie pedonali, ztl e di particolare rilevanza urbanistica. I 55 mila posti auto a pagamento consentono al Comune di incassare circa 25 milioni di euro all’anno. Terni. Si consigliano gli automobilisti a presentare ricorso, eventualmente, al momento della notifica a casa della multa, in Prefettura e non al Giudice di Pace, in quanto, la multa per il parcheggio a pagamento è di 38 euro, mentre la tassa per il ricorso è di 32 euro Giancarlo Padula

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TERNI DIMENTICATA La collina di Tuillo

DALLE VERDI COLLINE ALLA CEMENTIFICAZIONE PIANIFICATA Affrontiamo

ancora una volta nelle pagine del nostro mensile cittadino “Terni Magazine” uno dei problemi sotto gli occhi di tutta la popolazione: la cementificazione veramente incomprensibile che interessa molte zone della città. Una delle più evidenti è quella che sta avvenendo nella zona di Tuillo e di To-

ano. Zone prima tranquille che stanno divenendo invece invivibili a detta degli abitanti di questo quartiere. Nella collina che sovrasta le villette a schiera e le piccole palazzine, al massimo di due piani del quartiere, sta nascendo in fretta un palazzo di almeno sei piani situato poco sopra la collina stessa. Gli abitan-

ti più anziani del quartiere ricordano una frana avvenuta negli anni sessanta, quando a causa delle piogge incessanti di allora, terre e pietre scivolarono pericolosamente contro le case, provenienti proprio dalla collina dove si sta costruendo una palazzina di grosse dimensioni. Allora furono fatti dei lavori di rinforzo e contenimento del terreno e furono messe a dimora diverse piante per con solidificare meglio la zona. Negli anni scorsi, ci dicono sempre alcuni residenti, furono fatti dei sondaggi per ottenere la possibilità di costruire dei nuovi garage, ma si ottennero dei risultati dubbi sulla sicu-

rezza della collina che veniva appunto chiamata il “brecciaio” dai residenti più anziani. Inoltre le strade attuali di Tuillo sembrano insufficienti per smaltire le autovetture dei nuovi eventuali acquirenti e non sembra si siano potuti costruire nuove aeree di parcheggio o giardini al servizio del quartiere. Quindi il tutto a discapito della qualità di vita dei residenti. Anche la zona di Toano, ha subito negli ultimi anni una cementificazione notevolissima, con palazzine e villette a schiera che si estendono ora fino a Borgo Rivo e oltre. Restano dei dubbi sulla validità dell’ operazione pensando a quante zone del centro storico siano ancora da ristrutturare e se non fosse quindi più adatto da parte del comune moltiplicare gli incentivi economici per questo tipo di valorizzazione della nostra città. Stefano Spanò

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POLITICA

ELEZIONI REGIONALI

IL CENTROSINISTRA VINCE PER FORZA D’INERZIA

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DELUSI DALLA POLITICA I GIOVANI TERNANI NON HANNO VOTATO

atiuscia Marini ce l’ha fatta a raggiungere lo scranno più alto di Palazzo Donini, forte del suo personale 57% di consensi. Ma costruire un governo per l’Umbria non sarà una passeggiata. Ammesso che gli scontri interni al Partito democratico siano stati momentaneamente sospesi, ora siamo in piena bagarre. Sicuramente ai cittadini di Terni non interessa conoscere i dettagli della battaglia tra Renato Locchi e il suo successore sulla poltrona di sindaco di Perugia, Wladimiro Boccali. La conferma espressa dalle urne non nasconde il risultato negativo, dovuto in larga misura proprio all’esasperante litigiosità e al massiccio astensionismo registrato in questa tornata elettorale. Ciò nonostante Il Pd, scavalcato dal Popolo della libertà alle elezioni europee dello scorso anno, ristabilisce la sua primazia. A Terni le cose non vanno meglio: il combinato disposto di un ancor più marcato astensionismo (11,33%) e della legge elettorale approvata proprio sotto Natale dal vecchio Consiglio regionale ha causato la perdita di un consigliere .Chi ha

fatto flop è stata Donatella Massarelli, espressione di Area Democratica, che è maggioranza nel Pd cittadino, mentre il bersaniano ed ex sindacalista della Cgil orvietana Fausto Galanello è andato oltre ogni ottimistica previsione, pescando anche da Rifondazione comunista e non solo, essendo l’unico candidato Orvietano in regione. In casa comunista Damiano Stufara ha avuto la meglio su Giuseppe Mascio, ma con una differenza di poche decine di preferenze. Rifondazione e Pdci sono stati premiati dagli elettori, superando l’11% a Terni città e sfiorando il 10% in provincia, con un balzo in avanti di 4

punti percentuali rispetto alle amministrative dello scorso giugno. Senza infamia e senza lode la performance dell’Udc, che però ha lasciato a casa Enrico Melasecche, un mastino capace di creare problemi al centrosinistra più di un intero gruppo consiliare, ma ora ha disorientato gli elettori avendo seguito a sinistra il suo attuale piccolo partito. Gran parte delle preferenze sono andate alla senatrice Paola Binetti, sulla cresta dell’onda per le note vicende romane, che ha rinunciato al seggio, lasciando subentrare Sandra Monacelli, attuale vicesindaco di Gualdo Tadino e prima dei non eletti nella lista dei cen-

tristi. La Binetti si riserva un ruolo più politico e il compito di riorganizzare il partito. Nel centrodestra Alfredo De Sio e Raffaele Nevi hanno resistito alla concorrenza della new entry Francesco Ferranti,(tutti e tre in città hanno preso le stesse preferenze,è nella provincia che c’è stato il distacco); ma il Pdl per garantire la riconferma –blindata- dei due candidati cittadini uscenti ha perso voti per non aver scelto altri candidati forti, ed ha perso così il terzo consigliere, per la mancanza di altri 900 voti e per la nuova legge elettorale regionale che penalizza la circoscrizione elettorale di Terni ri-

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POLITICA ta e non entra nelle loro problematiche. Troppi sono gli impegni per chi vive solo di politica e non per la politica per occuparsi anche di loro. L’Umbria si è dimenticata dei propri figli e non è in grado di offrire altro che lavori burocratici e posti clientelari fuori da realtà e modelli di vita europei, come la stragrande maggioranza degli studenti ha potuto constatare viaggiando o informandosi .Certo anche le

zonte di valori credibili e comuni. Però l’astensionismo ha cause strutturali e sistemiche. L’inizio della crisi economica nel 2007 ha rivelato improvvisamente una realtà che si era costruita in almeno trent’anni, durante i quali i classici dispositivi di governance e rappresentanza hanno perso sempre più senso ed efficacia. Nei paesi più sviluppati, alle politiche di mediazione e concertazione tra partiti politici e parti

Foto © A.M.

spetto a Perugia. I solenni impegni presi in campagna elettorale per parificare Terni e Perugia non hanno di fatto impedito l’accentuarsi dello squilibrio tra le due province, con un accentramento di potere ancora maggiore su Perugia. Alla fin fine il risultato più importante di queste elezioni è l’incremento delle astensioni, che ormai non esprimono solo disinteresse e apatia, ma spesso una convinzione profonda, assumendo

Giovani visitatiori a palazzo Fortuny - In-finitum - Sullo sfondo: Anish Kapoor 1954 - Glow, 2009

un carattere attivo, quasi “militante”. Questa volta l’astensionismo ha colpito anche il centrodestra. Ciò segnala che a non votare non sono più elettori di sinistra delusi, magari intellettuali, ma artigiani, commercianti, impiegati, appunto elettori classici del centrodestra. Ma sono stati soprattutto i giovani a non aver votato. Si dichiarano totalmente estranei al linguaggio della politica che non li ascol-

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faide interne ai partiti e alle coalizioni non hanno suscitato simpatia negli elettori, producendo, al contrario, la percezione di distacco, di auto-referenzialità, in qualche misura di arroganza e insieme di separatezza del ceto politico di entrambe le coalizioni, con la loro distanza dai territori e dalla gente che li abita, e l’incapacità di parlare un linguaggio condiviso e di disegnare un oriz-

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sociali, è subentrata una governance economica fondata sulla capacità dei mercati finanziari di alimentare le attività produttive e al contempo di provvedere alla funzione di distribuzione della ricchezza e di assicurazione sociale individuale. L’illusione di poter distribuire la ricchezza con meccanismi finanziari e di prestiti senza regole ha prodotto una bolla speculativa garantita solo sulla carta da

valorizzazioni false. Tutto ciò ha travolto il mondo produttivo, la cosiddetta economia reale, arrestandone la corsa facendo retrocedere il PIL occidentale in modo drammatico, annullando decenni di conquiste e soprattutto stravolgendo le aspettative di vita di più di una generazione. La politica per ora non sembra riesca a trovare la forza di opporsi ai meccanismi di sopravvivenza che i poteri forti economici hanno messo in atto per uscire dalla crisi indenni ma a discapito dei cittadini. Infatti, come si può toccare con mano, non si vede minimamente diminuire le tariffe dei servizi e dei prodotti di prima necessità, roccaforti di ristrettissime lobby. Le colossali perdite che ha creato la finanza mondiale nel sistema del credito hanno ricadute negative in tutte le realtà locali- vedi i famigerati ed incriminati contratti Swap sottoscritti dal Comune di Terni- che con il permesso di politiche distratte o conniventi dovrebbero, se non rinegoziati, essere pagati con i risparmi ed i sacrifici del popolo tanto amato in campagna elettorale. I giovani ora sono molto più informati di un tempo, hanno capito, e con il non voto hanno detto che sul loro futuro non si potrà giocare a lungo. Gli eletti avranno molto da fare per rimanere in auge.

E. C./A.M.


Statistiche: Terni, sprechi e inefficienza.

Il capoluogo umbro si piazza ai primi posti tra i comuni italiani per quanto riguarda le tariffe elevate, l’aumento delle tasse e l’inadeguatezza dei servizi offerti, di certo non adeguati agli oneri che i cittadini devono pagare. In ogni settore della vita sociale, negli ultimi anni, si sono registrati incrementi vessatori ed iniqui che vanno ad incidere direttamente sulla qualità della vita e sul reddito pro-capite, trascinando l’Umbria in fondo alle relative classifiche nazionali. Un litro d’acqua a Terni costa 4 volte più che a Milano. Solo Latina e Agrigento, in Italia, superano questi valori. Il Sii prevede che la tariffa media del Servizio idrico integrato ATO2 di Terni passerà dall’ 1,2 €/mc del 2004 ai 2,30 €/mc nel 2011. L’impennata della tariffa non può lasciare indifferenti: l’incremento è, infatti, del 92%. Solo nell’ultimo anno le tariffe sono aumentate del +6,2% contro il 5,4% della media nazionale e il costo medio annuale (308€) è il terzo più alto in Italia, basti pensare che la media si attesta su 261 euro. E la situazione non è certo destinata a migliorare, anzi. Facendo un bilancio sulla privatizzazione della gestione si può tranquillamente affermare che essa si è risolta solo in un drenaggio delle risorse economiche delle famiglie. Una corsa all’oro blu’, in sostanza, ad esclusivo appannaggio di pochi. (S.T).

“SWAP”: MAXI SEQUESTRO INCHIESTA DELLA FINANZA

E’ scattata una maxi inchiesta condotta dalla Guardia di Finanza nella Provincia di Terni su richiesta della Corte dei Conti dell’Umbria. Sotto la lente delle Fiamme Gialle i famosi “swap”, strumenti di finanza derivata, a cui hanno fatto ricorso diversi Comuni in Umbria per produrre un assestamento nei propri bilanci. L’indagine della Guardia di Finanza sta vagliando i bilanci e passando al setaccio i contratti di swap sottoscritti da 14 Comuni del Ternano tra cui: Terni, Narni, Orvieto, Stroncone, Guardea, Alviano, Polino, Avigliano Umbro, Lugnano in Teverina e Baschi. In questi Comuni sarebbero state attivate operazioni finanziare per un totale di circa 466 milioni di euro. Non è la prima volta che la Corte dei Conti rivolge la propria attenzione su questo tipo di finanza derivata, scelta da molte amministrazioni comunali locali per far fronte al risanamento dei bilanci. F.D.S.

IL FLOP DEL CENTRO MULTIMEDIALE

Uno dei capitoli più significativi riguardanti ‘Terni città dello spreco’ è senza dubbio la creazione del tanto rinomato CMM, il Centro Multimediale che avrebbe dovuto rilanciare la città e consacrarla definitivamente dopo la ristrutturazione industriale. La struttura, finanziata con circa 50 miliardi di vecchie lire da parte dell”UE, si è rivelata, in realtà, un’immensa macchina ‘mangiasoldi’ che ha avuto il suo culmine nel crac della gestione finanziaria capitanata da Luigi Agarini (2003 al 2006) . Con l’accumularsi spaventoso dei debiti il Comune è dovuto correre ai ripari, assumendo su di sè, e quindi di conseguenza sulle spalle dei contribuenti ternani, il ripianamento della situazione debitoria. Tra i grandi beneficiari dell’enorme affaire c’è stato anche Sergio Zavoli, presidente Rai dal 1980 al 1986 e presidente del consiglio di amministrazione del Cmm dal 1995 al 2007. Numerose le polemiche scatenate in seguito alla sua nomina, basate principalmente sull’entità degli emolumenti percepiti che indusse lo stesso, tra l’altro, a ridursi di un terzo lo stipendio.Ora sembra che SKy voglia gli studios per le nuove produzioni ,riaprendo a sorpresa una nuova stagione (S. T.)

ARRIVA LA STANGATA DELL’ACQUA

“H2O”©A.M. 2010

In arrivo stangata sulla bolletta dell’acqua: ondata di rincari sulle tariffe del mesi di Aprile, in tutta l’Umbria, l’aumento più alto è previsto a Terni: il 7 per cento. Si vuol far pagare ai cittadini il debito di 50 milioni di Euro della SII, l’azienda che porta l’acqua nelle case dei ternani.. I creditori sono i propri soci: due aziende pubbliche e una privata che posseggono le quote. Si tratta di soldi che peraltro dovrebbero essere destinate ad altre aziende ancora, che hanno lavorato in appalti per manutenzioni, trasporto autobotti, realizzazione di acquedotti. L’acqua costa un euro e 98 centesimi al metro cubo, e quest’ano dovrà aumentare ancora. La Sii avrebbe bisogno di un prestito bancario ma le banche non si fidano, e pretendono un piano credibile. Un piano che spetta all’Ati presieduta da Leopoldo Di Girolamo, il sindaco eletto da tre ternani su dieci.

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AMBIENTE

EFFETTO TSUNAMI DOPO L’INCENDIO DI VASCIGLIANO DI STRONCONE QUATTRO PERSONE INDAGATE · DIRIGENTE ASL “EPURATO” · SOSTITUITI GLI ISTITUTI PER LE ANALISI · DIOSSINA CHE DILAGA · MIGLIAIA DI ANIMALI ABBATTUTI · AGRICOLTORI E ALLEVATORI SUL LASTRICO: CHI PAGA?

N

Manifestazione degli agricoltori a Stroncone

on si fermano nel nostro territorio le aggressioni alla salute e all’ambiente, né, naturalmente, le preoccupazioni e le polemiche. La sorpresa più recente è la rimozione di Guglielmo Spernanzoni dalla direzione del dipartimento di igiene e prevenzione dell’Asl4. In questa veste Spernanzoni ha seguito l’emergenza diossina fin dall’incendio all’Ecorecuperi del 2 luglio, distinguendosi per rigore e serietà, quando intorno a lui più o meno tutte le autorità cercavano di minimizzare, e lui, trovando sponda nell’istituto zooprofilattico di Teramo, insisteva perché si ampliasse la zona di rischio. Che fosse un personaggio scomodo per i poteri che hanno gestito la vicenda Ecorecuperi in maniera vergognosa si era capito già a febbraio, quando venne sostituito dall’epidemiologo orvietano Marco Cristofori alla guida del gruppo che si occupava di diossina. Anche l’istituto zooprofilattico di Teramo è stato estromesso, ufficialmente per il costo eccessivo

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dei suoi rilievi, ma anche qui si tratta di professionisti che hanno preso sul serio l’emergenza diossina. Appaiono oggi assai discutibili il raggio di 800 metri della zona rossa, stabilito dall’ordinanza del 17 luglio, e le parole rassicuranti del sindaco di Stroncone Nicola Beranzoli: stiamo infatti arrivando ad un raggio di 15 chilometri, guarda caso lo stesso che l’istituto zooprofilattico di Teramo aveva suggerito già questa estate. Con-

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siglio non ascoltato, ma che gli ha procurato dapprima avversione e poi il siluramento. E’ chiaro, a questo punto, che “zona rossa” potrebbe essere l’intera conca ternana, in cui la diossina proveniente da Vascigliano si aggiunge a quella rilasciata dalle industrie chimiche e siderurgiche, dagli inceneritori di Maratta, dal traffico e così via. Oggi, grazie alle migliaia di intercettazioni della Guardia di Finanza e agli interrogatori condot-

ti dal sostituto procuratore Elisabetta Massini, sappiamo che una quota di popolazione ben maggiore di quella considerata nelle ordinanze “a fisarmonica”, si è nutrita con alimenti gravemente inquinati: latte, uova, carni di animali da cortile e d’allevamento, frutta e verdura con elevate concentrazioni di diossine, potenti cancerogeni in grado di produrre patologie anche a distanza di decenni. Ma ai danni per la salute si aggiun-


AMBIENTE

dagli agricoltori che non hanno il bestiame e dunque non ha attraversato alcun controllo? Probabilmente è stato venduto come se nulla fosse accaduto. Ancora una volta spetterà alla Procura trovare la risposta. Ormai tutte le forze politiche chiedono le dimissioni del sindaco di Stroncone Nicola Beranzoli. Però ricordiamo sempre che l’origine dei disastri ambientali ha poco a che fare con un amministratore buono o cattivo. Il profitto illecito non può assoggettare ogni altro bene o interesse. Certo, il comitato autonomo di Stroncone è un piccolo organismo, ma indica il livello di guardia raggiunto per aver tollerato l’insediamento che molto probabilmente per destinazione urbanistica non poteva neanche essere accolto in quest’area a prevalenza agricola e artigianale.

accettata, dato che Stefania Prestigiacomo ha recentemente sollevato dei distinguo, osservando che in questa calamità non c’è nulla di naturale e che tutto è stato causato dall’imperizia del proprietario dell’azienda, che peraltro aveva ammassato una grande quantità di materiale infiammabile oltre la soglia autorizzata. Comunque c’è anche l’impegno dei parlamentari di diversi partiti, che avevano già presentato due interrogazioni. L’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, ISPRA, ha stimato un danno di più di sette milioni di euro. Nel frattempo il sindaco Nicola Beranzoli ha ottenuto dalla Regione un finanziamento di trecentomila euro, per sgomberare in maniera corretta l’area dell’incendio ancora occupata da materiali ridotti in cenere. Enrico Cardinali

“Sheep” © A.M. 2008

ge il dramma di decine di aziende agricole e zootecniche, che non possono commercializzare i loro prodotti e devono addirittura pagare di tasca propria l’eliminazione degli animali positivi alla diossina, e non si sa per quanti anni. Si sono abbondantemente superati i cento capi: una strage con danni incalcolabili, senza speranza di risarcimento, perché il Ministero dell’Ambiente non vuole riconoscere il “disastro ambientale”, dal momento che non è stato causato dalla natura ma dall’attività economica. Peraltro i punti poco chiari non sono finiti. Ad esempio, il fieno prodotto dagli allevatori che hanno sottoposto ai controlli il bestiame viene oggi bruciato nel camino di “Terni Ena”. Si tratta di ben seicento rotoli che erano rimasti in attesa dell’autorizzazione per essere trasportati da Vascigliano all’impianto di Maratta, dopo i risultati delle analisi effettuate dall’Arpa. Ma che fine ha fatto il fieno prodotto

I sindaci di Terni, Narni e Stroncone hanno finalmente deciso di fare il proprio dovere inviando alla Regione dell’Umbria e alla Prefettura la richiesta di riconoscimento di “disastro ambientale” per l’ampio territorio contaminato dalle diossine sprigionate dall’incendio dell’Ecorecuperi di Vascigliano di Stroncone. Per arrivare a questo punto sono state necessarie settimane di mobilitazione degli agricoltori e allevatori gravemente danneggiati, organizzati nel Comitato autonomo per l’Ambiente: una rumorosa occupazione del Consiglio comunale e ben due presidi davanti alla Prefettura, con tanto di macchine agricole e bestiame al seguito. La richiesta sarà passata entro una settimana al ministero dell’Ambiente, ovviamente con la speranza che venga

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L’INTERVISTA

L’INSTANCABILE OPERA DI STEFANO MARIA CROCELLI IN UGANDA UN AMICO PER I BIMBI CHE DEVONO ESSERE NUTRITI E ISTRUITI

chiama Stefano Maria StarioiCrocelli il giovane volonternano che dal 2005 collabora con l’associazione AS.SO.S. (Associazione Solidarietà e Sviluppo), Onlus ternana, che opera nell’ambito di progetti di cooperazione e sviluppo internazionale in Uganda, Tanzania e Kenya. Negli ultimi cinque anni, Stefano ha operato principalmente nell’area nordovest dell’Uganda, nel distretto di Arua, presso la parrocchia del piccolo villaggio di Oluko. Proprio in questa zona, attraverso un rapporto diretto e ormai strettissimo con la gente del luogo, si è occupato di progettazione e costruzione di pozzi, scuole, ospedali, ma anche di sostegno ad orfanotrofi, insegnanti e a progetti di microcredito. Dopo aver costruito nel 2007 una Nursery School (asilo nido) e dopo una permanenza in Europa, per raccogliere i fondi necessari, il 12 gennaio è tornato ad Oluko per ampliare il piccolo dispensario medico,

già esistente, con un reparto di maternità,“una struttura di 250 metri quadrati, nella quale, oltre a partorire, le donne avranno anche la possibilità di apprendere tutte le cure e le attenzioni pre e post parto”. L’emozione è tanta, come lui stesso ci racconta “si torna in un posto dove prima non c’era niente e dove ora, grazie alla partecipazione di volontari e donatori si è stati in grado sviluppare progetti reali. L’esperienza ad Oluko è incomparabile e difficile da descrivere, soprattutto alla luce dei miglioramenti apportati grazie alla presenza dell’associazione ASSOS: mai come questa volta infatti, posso affermare che i risultati del nostro lavoro sono tangibili ed evidenti. Il pozzo dal quale viene attinta l’acqua è stato munito di un motore alimentato col pannello solare e ciò garantisce l’essenziale approvvigionamento d’acqua a costo 0 (zero); la nursery è operativa e perfettamente funzionante: i bimbi vanno a scuola in un luogo

Stefano Maria Crocelli 32 anni

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sicuro e protetto, nel quale vengono nutriti ed istruiti già dai 3 anni”. Condividendo con loro la quotidianità, le loro gioie ed i loro problemi, il rapporto di amicizia con l’intera comunità si è consolidato. Inoltre, come lui stesso ci spiega, “essendo tuttora uno dei pochissimi mwzungu (uomini bianchi in lingua Kiswahili) ad aver vissuto presso la Tribù Lugbara in Uganda, ho avuto modo di condividere e trasmettere le mie esperienze sia attraverso collaborazioni editoriali, sia tenendo docenze universitarie e corsi di formazione nel campo antropologico”. Stefano è laureato in Scienze Sociali della Comunicazione Interculturale e svolge, allo stesso tempo, l’attività di entertainer e formatore: in qualità di giocoliere professionista infatti, approfondisce argomenti di medicina olistica attraverso lo studio del didjeridoo e del canto armonico. Per il futuro, i progetti che l’ASSOS s’è impegnata a

sviluppare riguardano sia l’ampliamento della maternità (attraverso la creazione di un centro per bambini malnutriti), sia l’attivazione di corsi di formazione per i futuri infermieri locali. Si può contribuire ai progetti dell’ASSOS sia partecipando attivamente ai viaggi, sia attraverso donazioni presso la Cassa di Risparmio di Terni, Agenzia 3 IBAN: IT37 W0638014 4040 0001 0010 666 - Intestato a: Associazione Solidarietà e Sviluppo ¨Strada San Benedetto 1/a - 05100 Terni. Oppure donando il 5xmille, indicando il codice fiscale 91030660558. L’invito più entusiasta, come lui stesso ci ricorda “lo rivolgo come sempre a chi è intenzionato a partire: non esiste moneta che può comprare un’esperienza del genere”. Contatti: www.stefanomariacrocelli.com F.C.


ECONOMIA

Proponiamo la costituzione di una fondazione per vincere una sfida che la nostra città in trasformazione non può perdere

TERNI FIERA nel cuore d’Italia L

Un nuovo centro per fiere e congressi, eventi sportivi,spettacoli, meeting

a forza di una città si misura con le sfide che essa si vuol dare trasformandosi per uscire dalle difficoltà provocate dalla contingenza internazionale e dall’immobilismo politico locale. Il mantenimento dell’esistente sistema produttivo non basta, è sotto gli occhi di tutti. La politica umbra negli ultimi anni ha gestito il proprio potere concessorio e pianificatore senza un progetto di sviluppo organico del territorio, guardando solo al proprio manNantes, tenimento ed agli interessi dei Citè du congres, grandi gruppi economici come un esempio da seguire. www.congres-nantes.fr -le grandi società commerciali per gli ipermercati o centri commerciali decentrati, ormai vieta- na totalmente trasfigurata da corti in tutta Europa per le ricadute sie e svincoli incomprensibili ed devastanti dovute all’abbandono il quadrilatero con le marche che dei centri urbani e quindi mortifi- risulta essere utilizzato solo dai cando le città e la vita sociale- i ce- nostri cugini, noi non esportiamo mentieri per le cave- le acque mi- nulla in quei territori riceviamo nerali -i costruttori per le nuove solamente;politica che ha invearterie stradali in sovrapposizione stito enormemente per il rinnovo alle esistenti ,vedi la valle spoleti- degli ospedali di Perugia e Foli-

gno, ha indirizzato la finanziaria regionale più come una garanzia per crediti bancari che per lo sviluppo di nuove imprese, per le aree pubbliche industriali stenta, per beghe interne, ad assegnarle frenando le imprese, per l’aeroporto di S. Egidio, dalla pista di atteraggio corta e senza neanche

Vista dell’area al momento occupata dallo stadio L. Liberati, Foro Boario, Mattatoio e Antistadio

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ECONOMIA

è davvero così impensabile un “Guggenheim Ternano”?

un collegamento ferroviario, opera ad esclusivo beneficio di Perugia ma pagata anche dai ternani, ancora in molti si chiedono perchè non è stato ingrandito l’aeroporto di Foligno centro della regione e servito dai treni. Per non parlare dei regolamenti e delle leggi regionali che impongono percorsi burocratici infernali scoraggiando ogni tipo di attività commerciale od edilizia di piccole dimensioni. Tutto è vietato salvo le deroghe con spese stratosferiche non sostenibili dalle famiglie o dai giovani. Insomma poteri chiusi in se stessi, sempre più ristretti, senza una visione globale degli interessi collettivi, il mondo finisce con il loro orto. Un potere che pensa solo a mantenersi, ma non crea un futuro, non è in grado di esercitare il suo vero ruolo che è quello di guidare e progettare secondo le risorse del proprio territorio e dei propri abitanti. Un potere che così non farà mai storia e impedisce il realizzarsi di azioni concrete allontanando i giovani che, o si piegano a queste logiche o sono

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costretti ad emigrare. Per Terni poi la situazione è ancora più compromessa dopo la cessione di tutta l’industria pubblica alle multinazionali. I centri decisionali che detengono tutte le attività industriali del territorio non sono più nemmeno in Italia, le contestazioni serviranno a ben poco a fermare le chiusure delle linee produttive in esubero o trasferite in oriente e terzo mondo. Terni deve ricercare, prima che sia troppo tardi, una nuova identità puntando sul livello culturale, l’indole operosa dei propri cittadini e sulle risorse naturali e posizioni geografica ed infrastrutture. Molte sono le qualità che abbiamo: posizione baricentrica in Italia e nel mediterraneo, a 50 minuti da Roma in treno, autostrada A1 e superstrada E45 ci collegano rapidamente ovunque, aeroporti ad

1,15 h. via autostrada Ciampino, Fiumicino, Perugia; collegamenti rapidi con porto di Civitavecchia via superstrada ed Ancona via treno. Collegamenti stradali rapidi con la regione Abruzzo con il completamento della Terni Rieti. Inoltre la realizzazione della linea ferroviaria a doppio binario Foligno-Terontola ci permetterà di usufruire di treni diretti per il nord senza passare per Roma e velocizzare notevolmente il traffico dal nord .Il rinnovo della E45 favorirà i collegamenti con la Romagna; le Marche con il quadrilatero in via di

Bilbao, Guggenheim - www.guggenheim-bilbao.es


ECONOMIA

Fiera di Basilea - www.basel.com

co dobbiamo indicare CHI dovrebbe essere il finanziatore del progetto e COME realizzarlo e gestirlo.

Chi dovrebbe realizzarlo?,

completamento si avvicineranno a Terni sempre di più. Se a tutto queste infrastrutture sommiamo il carattere accogliente dei Ternani , la modernità ed il dinamismo che l’ha sempre contraddistinta nel ricevere con entusiasmo le novità, ritengo che ci siano tutte le più rosee prospettive per avviare l’iniziativa che già ha avuto successo in tante altre città d’Europa della stessa dimensione, (BilbaoNantes- Basilea…), con storie industriali analoghe: la costruzione di un centro polivalente per fiere, eventi,spettacoli, sport, congressi, concorsi nazionali, situato nell’area che più si presta a valorizzare tutta la città - L’area dello stadio e del foro boario/mattatoio, oltretutto già servita dalla linea Metropolitana interregionale Terni Rieti L’Aquila. La posizione non è preclusiva, ma sicuramente si identificherebbe con la nostra città anche simbolicamente e sarebbe raggiungibile per gli operatori molto facilmente. La necessità di soggiornare farà fiorire attività ricettive e commerciali in città e nei paesi e cittadine limitrofe come Todi, Spoleto, Narni, Amelia, SanGemini, Acquasparta La Valnerina, Stroncone il comprensorio Piediluco-Rieti raggiungibili sia via treno che superstrada così come tutto il Viterbese e l’Orvietano. La vicinanza con Roma a meno di un ora ovviamente è per noi premiante. Si potrebbe obiettare che esiste già la Fiera di Roma, ma

abbiamo visto che è scomoda situata in un posto senza servizi ne collegamenti e con costi altissimi di pernottamento. Per chi visita le fiere ed agli espositori piace stare in tranquillità e non certo immergersi nel caos di una grande città dopo una giornata intensa, per non parlare della possibilità di vistare la nostra calma e splendida Umbria. Abbiamo detto QUANDO farlo il PERCHE’ e DOVE , ora, come vuoleil metodo giornalisti-

Ovviamente Il Comune, gli industriali e la Camera di Commercio, le Fondazioni bancarie, La Regione e le Provincie del comprensorio, ma soprattutto il Governo centrale che dovrebbe indicare Terni come luogo di incontro per eventi fieristici scambi commerciali e culturali del Centro Italia e non solo, per rilanciare l’economia di un territorio e risarcire Terni di tutte quelle risorse economiche che le sono state sottratte, sia con la nazionalizzazione dell’energia a discapito dell’industria locale, sia delle vendite del patrimonio costruito dai ternani in 120 anni di industrializzazione. Terni nella rete ferroviaria Italiana

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ECONOMIA

Leipzig convention hall, Germania

Abbiamo come cittadini molti crediti da scontare nei confronti dello Stato e questa è una ottima occasione per farceli riconoscere.

Come realizzare il complesso:

inutile dire che l’intervento di un maestro dell’architettura ed una estetica accattivante sono un appeal irrinunciabile. Sappiamo le polemiche che sempre sorgono e le immancabili pressioni politiche per l’assegnazione di tali progetti, cosa questa comunque facilmente eludibile con un concorso europeo con commissione esaminatrice di comprovata esperienza, congiunto al giudizio dei cittadini.

Come gestirlo ed organizzarlo: certamente vista l’ambizione del progetto e dovendo inserire gli eventi e le manifestazioni in un

cartellone annuale italiano ed europeo , ma perchè no anche mediterraneo,la società dovrà essere di rilievo internazionale, tipo l’Ente Fiera di Milano che programmerà ed avvierà una struttura che con gli anni potrà essere gestita anche direttamente o in società con loro. Non un investimento alla cieca ma con la certezza di esclusivi eventi a cui parteciperanno inevitabilmente tutti gli interessati . C’è molto da fare nel settore delle fiere e degli eventi in Italia, non tutto già esiste o funziona bene anche se altri lo fanno, noi dovremo fare meglio. Pensiamo solo al marchio internazionale che ha Terni nell’acciaio e nella fibra sintetica; solo con queste due filiere di prodotti, per le loro svariate applicazioni, si potrebbero

Fiera Milano Rho, Il polo fieristico della città di Milano

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organizzare importanti eventi durante l’anno. Non ci sembra poco il da fare, noi vogliamo dare un input per iniziare ad aprire una concreta discussione per approdare ad una Fondazione promotrice che in pochi anni definisca il progetto di fattibilità e poi partire. Diamo la possibilità di vivere un futuro qui alle nuove generazioni. Quanto abbiamo speso in questi anni con progetti che sono abortiti per beghe politiche e campanilismi sterili! Forse anche perchè impreparati per divenire centri di cultura quando ancora questa si deve radicare con le Università e centri di ricerca che certamente in questa nuovo contesto e vetrina potranno dare un ulteriore slancio alle iniziative da promuovere. Il progetto attirerebbe oltre 1 milione di persone all’anno e potremo in tal modo veramente dare una svolta alla città trasformandone nel tempo la propria identità. Apriamo un altro ciclo della nostra storia. A.M.

“Urbe”, 2008, © A.M.

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SANITÀ

STAMINALI A TERNI

Prosegue la ricerca sulle cellule adulte dei feti di aborti spontanei e non, per la cura di malattie rare

L

e cellule staminali sono cellule primitive non specializzate dotate della singolare capacità di trasformarsi in diversi altri tipi di cellule del corpo. Molti ricercatori sostengono che le cellule staminali potranno potenzialmente rivoluzionare la medicina, permettendo ai medici di riparare specifici tessuti o di riprodurre organi. La ricerca e il prelievo di tali cellule attualmente avviene in laboratori o cliniche specializzate private prevalentemente su embrioni, feti, cordoni ombelicali o anche animali, in particolare agnelloni. L’uso di tali cellule e il dibattito, a dire il vero assai controverso, su questo tipo di ricerca sta coinvolgendo larghi strati della società e sta rimbalzando sulle prime pagine di quotidiani e Magazine, e su portali, blog, siti Internet. “Con la donazione di strumentazioni per i laboratori del Centro cellule staminali di Terni”, scriveva il

16 giugno 2009, Elisabetta Lomoro, responsabile dell’Ufficio stampa della Dicocesi di Terni, “va componendosi il mosaico dell’ambizioso progetto di ricerca italiano sulle staminali adulte. Si fa più concreta così la speranza per la cura di malattie neurodegenerative mentre si avvicina il traguardo della sperimentazione clinica sull’uomo. E stato il vescovo di Terni Vincenzo Paglia, nel corso della riunione del consiglio dei soci fondatori e del consiglio di amministrazione della Fondazione per le cellule staminali, a formalizzare il contratto di donazione all’Ospedale di Terni, da parte della diocesi di Terni-NarniAmelia – uno dei soggetti promotori e sostenitori del progetto – di macchinari per i laboratori di ricerca sulle cellule staminali. Si tratta di un’iniziativa che monsignor Paglia porta avanti da due anni, cercando i fondi per l’acquisto degli stru-

menti del sistema Cell Factory necessari per la produzione di cellule per uso terapeutico che saranno usate nel laboratorio cellule staminali connesso alla biobanca. Quest’ultima, sotto la direzione di Angelo Vescovi, opera attualmente nei locali del terzo piano dell’ ospedale ternano, concessi in comodato d’uso gratuito all’azienda ospedaliera di Terni, nell’accordo sottoscritto con il direttore generale Gianni Giovannini. Nell’anno trascorso l’attività del Centro di ricerca si è sviluppata su un laboratorio di dissezione, tre laboratori di produzione, un laboratorio di controllo qualità, un laboratorio per la preparazione dei terreni di coltura delle cellule e un laboratorio per la criogenia con tutte le attrezzature connesse, per un investimento iniziale di circa 380 mila euro. L’attività del 2009 prevede la certificazione degli impianti a cura

dell’Aifa(Agenzia Italiana del Farmaco), passaggio preliminare all’autorizzazione della produzione atteso entro due mesi. Il bilancio preventivo per l’anno 2009 della Fondazione pareggia a 614 mila euro per le risorse messe a disposizione da Fondazione Carit, Camera di Commercio, Diocesi e Comune”. Al terzo piano dell’Ospedale Santa Maria di Terni un’equipe di cinque biologi guidata dal dott. Maurizio Gelati, con la super visione del direttore generale di questo laboratorio, il prof. Antonio Vescovi, luminare della scienza in questo campo, sta lavorando di gran lena nel prelievo di sostanze dal midollo e dal cervello di feti abortiti sia spontaneamente che non, “prima di dar via a questa sperimentazione”, spiega il dottor Proietti, uno dei biologi dello staff, “è stato necessaria una ispezione dell’Agenzia Italiana del Farmaco,

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SANITÀ L’Agenzia Italiana del farmaco. E qui viene fuori un punto oscuro. Infatti si è sempre parlato di trarre dal cervello dei feti abortiti naturalmente, ed era stata esclusa l’eventualità di utilizzare “materiale” proveniente da interruzioni volontarie di gravidanza, bisognerà vedere a questo punto se vi sono punti di divergenza con il Vescovo di Terni Vincenzo Paglia. (AIFA) è organismo di diritto pubblico che opera sulla base degli indirizzi e della vigilanza del Ministero della Salute, in autonomia, trasparenza ed economicità, in raccordo con le Regioni, l’Istituto Superiore di sanità, gli Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico, le Associazioni dei pazienti, i Medici e le Società Scientifiche, il mondo produttivo e distributivo. Una nuova politica del farmaco nell’interesse primario del malato è il valore di fondo dell’AIFA che anche sulla base delle raccomandazioni espresse in sede UE dal Gruppo G10 Medicine: dialoga ed interagisce con la comunità delle associazioni dei malati e con il mondo medico-scientifico e delle imprese produttive e distributive, promuove la conoscenza e la cultura sul farmaco e la raccolta e valutazione delle best practices internazionali, favorisce e premia gli investimenti in Ricerca e Sviluppo (R&S) in Italia, promuovendo e premiando la innovatività, rafforza i rapporti con le

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Agenzie degli altri Paesi, con l’Agenzia Europea dei Medicinali (EMEA) e con gli altri organismi internazionali, garantisce l’accesso al farmaco e il suo impiego sicuro ed appropriato come strumento di difesa della salute,provvede al governo della spesa farmaceutica in un contesto di compatibilità economico-finanziaria e competitività dell’industria farmaceutica, assicura la unitarietà nazionale del sistema farmaceutico d’intesa con le Regioni, assicura innovazione, efficienza e semplificazione delle procedure registrative, in particolare per determinare un accesso rapido ai farmaci innovativi ed ai farmaci per le malattie rare. Quindi al terzo piano dell’ospedale Santa Maria di Terni il laboratorio di ricerca sulle staminali ha il compito di formulare tutta la certificazione necessaria per la realizzazione di farmaci che in una prima fase dovranno essere sperimentati prevalentemente per la cura dell’Alzeimer. Ma il centro di ricerca, di Terni, ha anche una sede, in via di ultimazione a cura dell’Ater per una spesa di 8 milioni di euro nella palazzina della ex milizia all’esterno dell’Ospedale. In questo caso si tratta non della realizzazione di farmaci ma della ricerca vera e propria su tipologie diverse dai feti, ma

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ad esempio cordoni ombelicali o comunque tutto quanto concerne le cosiddette cellule staminali adulte, non quelle per intenderci di embrioni, in quanto, la posizione delle gerarchie ecclesiali è nettamente contraria a questo tipo di ricerca. Trattandosi di una struttura pubblica i futuri pazienti usufruiranno del servizio recandosi per gli interventi e le terapie presso le strutture del Santa Maria. E per questo tipo di ricerca c’è bisogno delle autorizzazioni del Ministero della Sanità. Il prof. Angelo Vescovi ha recentemente ricordato come il 2008 abbia visto uno sviluppo dell’attività imperniata su un sistema che comprendeva inizialmente un laboratorio di dissezione, tre laboratori di produzione, un laboratorio di controllo qualità, un laboratorio per la preparazione dei terreni di coltura delle cellule ed un laboratorio per la criogenia con tutte le attrezzature connesse, per un investimento iniziale di circa 380 mila euro. L’attività del 2009 prevede la certificazione degli impianti a cura dell’AIFA, che è il passaggio preliminare alla concessione dell’autorizzazione alla produzione: tale certificazione

sarà disponibile, secondo il programma presentato quest’oggi, entro i prossimi due mesi. Consiglio di Amministrazione e Consiglio dei soci fondatori hanno poi preso in esame ed autorizzato il progetto di comunicazione on line predisposto dal Centro Multimediale per rispondere alla grande quantità di richieste di informazione che hanno per oggetto le iniziative della Fondazione ed il Centro di ricerc. A questo punto però affiora qualche dubbio: chiesti aggiornamenti al sindaco di Terni Leopoldo Di Girolamo, attraverso l’Ufficio Stampa del Comune di Terni, il primo cittadino ha fatto sapere che non intende rilasciare dichiarazioni in merito, o meglio che non ha nulla da dire. Eppure i lavori di ristrutturazione del complesso edilizio della caserma della ex milizia, in via Campomicciolo, a Terni, che ospitera’ il Centro di ricerca sulle cellule staminali, definito dall’ex sindaco Paolo Raffaelli, “uno dei piu’ importanti capitoli dello sviluppo biotecnologico del territorio”, sono stati conclusi, manchereb-


SANITÀ be solo, l’arredamento. Se tutto andra’ bene, ha spiegato qualche mese fa Angelo Vescovi, durante un sopralluogo nella struttura di proprietà dell’Ater, l’Agenzia territoriale per l’edilizia residenziale – entro il 2010 inizieranno le sperimentazioni sulle staminali. Il costo dei lavori ammonta a poco meno di 8 milioni e mezzo di euro. L’area complessivamente interessata dal progetto si aggira intorno ai 2700 metri quadri, mentre la superficie destinata ai laboratori di ricerca e’ di 2415 metri quadri. Intanto a livello internazionale esplode un dibattito. Prendiamo uno dei tanti articoli usciti in questi ultimi tempi. Fonte. L’occidentale. Titolo: Tra scienza e business. Il testo: “Sembra ridursi a questo faccia a faccia la nuova frontiera della ricerca mondiale. Addio vecchie diatribe tra cultura scientifica e cultura umanistica, tra etica e libertà, tra scienza e fede. Oramai sembra che l’ultimo epico scon-

tro del fronte scientifico si combatta tutto tra coloro che fanno ricerca nell’interesse collettivo e chi la fa nel più bieco interesse particolaristico. È di questi giorni la polemica del mondo scientifico sull’efficacia delle cellule staminali embrionali. Anche le biobanche private, quelle per la raccolta del sangue del cordone ombelicale.sono salite sul banco degli imputati. La notizia è presto riportata, ed assume i toni della dura denuncia: “Le banche che conservano le cellule staminali dei cordoni ombelicali celano spesso un’autentica frode e i dottori che girano il mondo offrendo miracolose terapie a peso d’oro, in realtà, ingannano i genitori che si trovano in situazione disperate”, ad affermarlo è Irving Weissman, un’autorità nella medicina rigenerativa in America. In pratica il direttore dell’Istituto di biologia delle cellule staminali e di medicina rigenerativa all’Università di Stanford, California, sostiene che “l’efficacia delle banche dei cordoni ombelicali sarebbe assai minore rispetto a quanto viene in genere affermato, garantendo la possibilità di cure future solo nei confronti di Angelo Luigi un ristretto grupVescovi po di malattie”. Direttore del centro ricerca Weissman ha lancellule staminali, ciato il sasso in 48 anni. uno stagno che

l’ospedale S.Maria di Terni

finora è stato fin troppo protetto dopo aver appurato l’esistenza di un malcostume dilagante: “In alcune occasioni questi terapisti arrivano a chiedere cifre fra 50 mila e 150 mila dollari, promettendo soluzioni tanto miracolose quanto impossibili sulla base dello sfruttamento delle staminali contenute nei cordoni ombelicali”. Questo “malcostume” produce un duplice e grave danno a quei genitori che si trovano in situazioni disperate – afferma Weissman – perché crea illusioni infondate e priva le famiglie bisognose di fondi necessari per continuare altre cure. Il governo italiano – ribaltando le posizioni del precedente esecutivo – ha da tempo risolto alla radice il problema, dicendo no alle banche private per la conservazione delle cellule staminali del cordone ombelicale. Così come ha detto no ad un altro grande bluff che alimenta il business della raccolta delle cellule staminali cordonali: la conservazione autologa (quella per autodonazione, per intenderci). E oggi si può fieramente

affermare che la legge italiana ha tutelato davvero la salute delle persone e delle famiglie, “al contrario di chi fomenta false e pericolose illusioni e confonde l’ideologia scientista con la scienza vera e propria”. Ci troviamo all’avanguardia rispetto a paesi scientificamente più progrediti. E possiamo esserne davvero orgogliosi. Peccato che debbano essere sempre i riconoscimenti stranieri a dare conferma dei nostri meriti.” Il 21 gennaio 2010 il settimanale Panorama ha dedicato la copertina da,l titolo: “Ladri di speranza”, e un lungo reportage sulla vicenda delle staminali denunciando però in questa materia davvero complessa, articolata, quasi un labirinto, cliniche e strutture prevalentemente pubblicizzate su Internet, cinesi, svizzere, dell’Ucraina, della Thailandia che promettono miracoli, e che invece rappresentano vere e proprio truffe. Nota dolente: una delle malattie più trattate e proprio l’Alzheimer. Giancarlo Padula

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REPORTAGE

CAOS PER LE NUOVE CASE POPOLARI DI COLLESTATTE PIANO E CAMPOMICCIOLO

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a molti anni l’Ater si interessa all’assegnazione delle abitazioni definite “case popolari” a persone con redditi bassi, disoccupati, in difficoltà.Ma è da un po’ di tempo che alcuni degli abitanti di queste, soprattutto nelle zone di Collestatte e Campomicciolo, si lamentano per alcune delle situazioni con cui devono far i conti.Parliamo con gli abitanti delle zone dove sono situate le nuove case popolari dell’ Ater, raccogliendo il loro sfogo.

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Collestatte

“Ci sono case vuote in questi paesi che vengono murate invece di essere date alle famiglie che da anni fanno domanda per queste e che vivono ancora in condizioni di fermo in qualche albergo o in abitazioni troppo piccole – dice uno dei signori che vi abita- Alcuni residenti subaffittano gli appartamenti concessi a loro nome quando questo non potrebbe avvenire”. “Ci sono persone a cui è stata assegnata la casa e nella quale in realtà non vivono non rendendo possibile ad altre famiglie l’accesso a queste strutture concesse alla gente con possibilità economiche limitate – ci dice una giovane - Inoltre ci sono persone che inseriscono sullo stato familiare più componenti per ricevere abitazioni più grandi nonostante non ne abbiano bisogno poiché il nucleo è composto da due sole persone”. “Gli individui che hanno pensioni sociali che ammontano a meno di 500 euro – prosegue un altro domiciliato nella zona- pagano un affitto troppo alto che non gli permette di rispondere al fabbisogno personale e quindi alla semplice sussistenza. Non esistono nelle nuove strutture appartamenti adibiti a persone invalide con servizi igenici ed altri adatti alla loro condizione. Molti delle case popolari presentano muffe e grande umidità causando problemi respiratori, broncospa-

smi, asma, allergie ecc”. A Terni Magazine è stato anche raccontato che l’attesa per ricevere un locale diventa sempre più lunga man mano che si va avanti negli anni e molte persone usano l’oc-

cupazione abusiva dei locali per riuscire ad ottenere un appartamento. Ma questi non ricevono le “chiavi” dei locali né il riallaccio della rete elettrica. Queste persone sono perciò considera-


REPORTAGE te come “nomadi”, senza fissa dimora. Come è la condizione dei locali sotto le strutture? “I garage – ci rispondono - iniziano a sfaldarsi, così come le stesse case che presentano crepe notevoli( soprattutto dopo i terremoti della scorsa

estate)”. Ci sono spazi prer i momenti di socializzazione nella zona? “Non ci sono centri ricreativi e sociali che rendano migliore l’incontro per giovani ed anziani nei momenti di socializzazione”.Dopo anni di lotte

per l’ottenimento di una situazione migliore per tutti, lanciamo un appello al Comune e all’Ater stesso. Terni Magazine si rende disponibile per una risposta da parte delle Istituzioni nei confronti delle problematiche illustrate

con queste testimonianze. Speriamo che le graduatorie e le assegnazioni delle case avvengano eliminando i furbi e i disonesti.

Francesca De Santis

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SCUOLA

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a revisione dell’assetto scolastico è oggetto principale in tutte le scuole d’Italia, dalla materna alle superiori, visto che dal prossimo settembre 2010, scatterà il Piano B della riforma Gelmini. Il 26 marzo scorso sono scaduti i termini per le iscrizioni al nuovo anno scolastico, data posticipata di due mesi, per far conoscere meglio alle famiglie, il nuovo piano formativo di tutti i giovani a scuola. Il Senato ha votato in modo favorevole al riordino dei Licei, in tutto

saranno sei, in modo da eliminare tutti i piccoli indirizzi e sperimentazioni: liceo artistico, classico, scientifico, linguistico, scienze umane (al posto delle vecchie magistrali), musicale-coreutico. Tutti saranno suddivisi in un biennio e un triennio e avranno una durata invariata di cinque anni. Le ore settimanali di lezione saranno 27 per il biennio, mentre per il triennio si sale dalle 30 alle 35 del liceo artistico; complessivamente si avranno, dunque, meno ore di lezione. Novità fondamentale è che, oltre al normale indirizzo scientifico, verrà attivato nei licei l’indirizzo scientificotecnologico, nel quale il latino è sostituito dall’informatica. L’altro cambiamento, riguarda il li-

Mariastella Gelmini, Ministro, 37 anni.

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ceo classico in cui verrà inserito l’insegnamento di una lingua straniera per l’intero quinquennio. All’innovativo liceo musicale si prevedono 40 sezioni musicali e 10 coreutiche, che verranno attivate in collaborazione con conservatori e accademie. Per ciò che concerne l’esame di maturità è richiesta la sufficienza in tutte le materie, inclusa la condotta; la seconda prova sarà: per il classico il greco, per lo scientifico la matematica, per il pedagogico la pedagogia, tutti gli altri sono rimasti immutati. La situazione è diversa per gli istituti tecnici che saranno suddivisi in due macro-aree (economia o tecnologia) con 11 indirizzi diversi, in cui sarà prevista per tutti l’insegnamento di almeno una lingua straniera e per l’ultimo anno ci sarà la possibilità di studiare una disciplina in lingua. A causa delle poche

ore di lezione saranno ‘spazzate via’ intere materie, come la geografia, che nel biennio avrà tre ore da dividere con la storia e nei tecnici non è quasi totalmente prevista. L’allarme della scomparsa della geografia è stato attivato da studiosi geografi nel sito: www.luogoespazio.info, una community online, così sarà anche per la chimica e le materie giuridiche. La politica dei tagli sta per essere attivata definitivamente: meno ore di lezione, meno insegnanti, meno offerta formativa, classi più affollate; la riforma è stata varata come ha spiegato MariaStella Gelmini, ministro dell’istruzione, “per difendere la scuola del merito”. Mariana Ribeca

Disegni di: Antonelli Francesco

COME CAMBIA LA SCUOLA CON LA RIFORMA


SCIENZA

HUMAN HEALTH FOUNDATION ONLUS (Hhf) NASCE A TERNI LA STRUTTURA DI RICERCA SCIENTIFICA ALL’AVANGUARDIA PER LA PREVENZIONE, DIAGNOSI E CURA DI MALATTIE A FORTE DIFFUSIONE SOCIALE:

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arà un polo di attrazione per il rientro di ‘cervelli’, uno dei pochi dell’Italia centro-meridionale, e offrirà un contributo concreto per la ricerca e la prevenzione contro il cancro. Nascerà tra un mese a Terni, per volontà della Human Health Foundation Onlus (Hhf), una fondazione nata a Spoleto nel giugno 2006 per iniziativa di alcuni protagonisti del mondo scientifico, economico e istituzionale, con il proposito di favorire finalità di solidarietà sociale e salvaguardare la salute dei cittadini.

Una Fondazione che tenta quindi di migliorare e potenziare i servizi sanitari, senza prescindere dalla valorizzazione della ricerca biomedica. Puntando sul riconoscimento delle professionalità e delle specializzazioni, offre anche un’opportunità ai ricercatori italiani. E’ stata, infatti, fortemente voluta da Antonio Giordano, docente di Anatomia patologica all’università di Siena e già presidente della Sbarro Health Research Organization (organizzazione non profit di Philadelphia), che dopo l’esperienza statunitense è tornato nel nostro Paese, e dal presidente della Banca Popolare di Spole-

to, Giovannino Antonini. L’idea è quella di introdurre in Europa, e in particolar modo in Italia, un sistema di ricerca scientifica competitivo e tecnologicamente all’avanguardia, sul modello statunitense, per la prevenzione, la diagnosi e la cura di malattie a forte diffusione sociale. E ora, a Terni, una struttura di 800 metri quadrati, attrezzata con le più avanzate apparecchiature, potrà ospitare fino a 3040 ricercatori e, solo nel primo anno, ne arriveranno una decina. Nel centro, saranno operativi laboratori di genetica e biologia molecolare e cellulare e i risultati degli studi saranno utilizzati per approntare terapie mediche innovative. “E’ l’unico centro di ricerca gestito da una onlus - afferma l’imprenditore Fabio Verdini, consigliere di amministrazione di Hhf onlus - vicino alla Capitale. Il mondo

della ricerca è sbilanciato al Nord, quindi abbiamo pensato di dare servizi sul territorio, al Centro-Sud in particolare. Abbiamo definito un piano triennale e prevediamo di promuovere, dopo quello umbro, altri centri entro il 2012 nelle Marche, nel Lazio e in Toscana. Poi, ci rivolgeremo al Sud, ma senza escludere il Nord, perché il nostro è un progetto su scala nazionale”. “L’idea è quella di reinvestire risorse - spiega - attraverso progetti territoriali sulla prevenzione e di promuovere sul territorio iniziative in collaborazione con le Asl. Investire sulla prevenzione, quindi, come risposta immediata al cittadino: in questo modo, intendiamo contribuire ad accorciare la filiera tra chi dà e chi riceve sostegno in un momento difficile”. “La nostra fondazione, infatti, nasce con una doppia anima: quella imprenditoriale - dice

Verdini - e quella scientifica. E la nostra missione è proprio quella di stimolare industriali ma anche cittadini a investire dando delle priorità: per esempio una causa importante come quella di una onlus piuttosto che un ‘gratta e vinci’. Il tutto nella massima trasparenza. Teniamo poi molto anche al contatto diretto e al confronto tra gli imprenditori che decidono di investire risorse in questo campo e i ricercatori. Finora abbiamo finanziato borse di studio nelle università, ora i ricercatori avranno una ‘casa’. Una volta identificati i profili richiesti, che saranno tutti - conclude - con una consolidata esperienza nel campo, promuoveremo bandi specifici nelle università e finanzieremo borse di studio”.

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da sinistra: Giovannino Antonini Presidente della Banca Popolare di Spoleto e Antonio Giordano, Ideatore dell’Hhf, 48 anni.

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RELIGIONE Grande il dibattito intorno al nuovo volume del vescovo di Terni, Vincenzo Paglia

IN CERCA DELL’ANIMA UN LIBRO “CRISTOCENTRICO”

Il “Verbo” incarnato unica guida per un rinnovamento spirituale e materiale della società e dei popoli

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no scrittore cattolico e un vescovo, consigliere spirituale della Comunità di Sant’Egidio, vescovo della Diocesi di Terni, Narni, Amelia, s’incontrano in un libro conversazione sui temi salienti del nostro vivere qui, oggi, in Italia. Perché questo nostro Paese che Scaglia, parafrasando Shakespeare, chiama l’Italia del nostro scontento, sembra sprofondato in una sorta di apatia che lo rende apparentemente privo di ambizioni e disinteressato al futuro? E perché, contrariamente a quanto avviene in molti altri Paesi, non esiste da noi un dibattito consistente sui temi che appartengono all’identità di ogni uomo, come i diritti umani, la qualità della vita, la povertà, l’ambiente, la religione? Sono solo alcune delle domande che i due autori si pongono dove, ai molti dubbi e interrogativi di Franco Scaglia, Vincenzo Paglia risponde con un’analisi profonda. Si parla di individualità e di collettività, di nazionalismi e globalizzazione, di guerra e di pace, e dell’impegno dei singoli, che si manifesta in un fenomeno dai confini assai vasti come il volontariato. E poi si parla di Dio e di fede, e della funzione della Chiesa in un mondo carico di fermenti e lacerato da mille contraddizioni. Franco Scaglia e Vincenzo Paglia ci offrono un libro che invita a pensare, per capire dove stiamo andando e per ritrovare quell’”anima” che, come dice Paglia, in quanto collettività sembriamo aver perso. “In cerca dell’anima, dialogo su un’Italia che ha smarrito se stessa”, è il titolo del libro edito da Piemme. Ciò che ha colpito, nella presentazione esposta nel corso di una puntata di “Ma che tempo che fa” condotta da Fabio Fazio è stato il rimettere al centro dell’esistenza umana e della sua travagliata vicenda, non una politica, non un model-

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La copertina di “In cerca dell’Anima”, il nuovo libro di Vincenzo Paglia, Vescovo di Terni

lo economico, non un’ideologia, non una filosofia, non una corrente di pensiero, né, per certi versi una religione, peraltro solo intrisa di precetti, ma una persona: Gesù Cristo. In egual misura ha suscitato interesse il dibatti to di venerdì 2 aprile nel corso del programma televisivo “l’appuntamento, scrittori in tv” condotto da Gigi Marzullo. La particolarità di questo libro è che, a differenza di tanti altri uomini di Chiesa, appartenenti alla gerarchia ecclesiale cattolica, sono stati sempre più nei loro scritti, politologi, sociologi e anche teologi, ma non cristocentrici. Ecco, invece che “In cerca dell’anima”, è invece un libro “cristocentrico”, uno scritto, cioè che rimette al centro della vita umana una persona. Chi è Gesù Cristo? In cosa crede il cristiano, in che cosa consiste la speranza cristiana. Gesù Cristo è il figlio di Dio, incarnato, morto e risorto per distruggere la vera natura del male del mondo, il peccato, individuale e sociale. La fede cristiana è incentrata sulla Resurrezione di Cristo (primogenito di tutti gli uomini, di tutte le epoche che alla fine dei tempi, secondo il Cristianesimo, risorgeranno). Gesù Cristo è il Verbo (la Parola), incarnata, dunque, le

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linee guida per un rinnovamento spirituale e materiale non possono essere che le Sacre Scritture, seppur immutabili, vere, eterne, calate nel contesto della storia. Ma la prospettiva non è solo escatologica, ovvero che si debba vivere in funzione di un’altra vita, ma che fin da subito, se al centro dell’iniziativa umana si rimette l’amore e non l’egoismo, l’egocentrismo, possiamo migliorare questo mondo e la realtà che ci circonda, a cominciare dai problemi concreti, dai bisogni materiali. Terni Magazine ripropone in queste pagine l’intervista realizzata da Alberto Bobbio su Famiglia Cristiana: Perché l’Italia è smarrita? «Perché fa fatica a trovare energia: è un Paese che si richiude su sé stesso, giorno dopo giorno». • L’inerzia cosa provoca? «Infiacchisce l’anima nel profondo e offre il terreno alle derive violente. Insomma, scompaiono sia i sogni che le passioni». • E la Chiesa italiana? «Ha una qualità di vita robusta, ma il


virus del ripiegamento può insinuarsi anche tra i fedeli, che oggi sono tentati dall’individualismo. C’è bisogno di una Chiesa che con coraggio aiuti il Paese a ritrovare un’anima». • Cioè così non va? «I tempi sono straordinari e occorre una Chiesa straordinaria, “sale della Terra”, tanto per citare il teologo Joseph Ratzinger. Ma con la consapevolezza che la Chiesa non è solo affare dei preti e che una nuova spinta propulsiva non viene affatto dai vescovi». • Anche la politica è debole? «Sembra forte, ma in realtà la sua debolezza è endemica. Accondiscende all’inerzia del Paese e continuare a spingersi uno con l’altro ai bordi del campo non fa bene a nessuno». • Il problema più grave? «L’immigrazione. Non se ne capisce la complessità e ogni semplificazione provoca danni. Da troppo tempo c’è chi somministra veleni, chiusure, disprezzo. E lo fa per far sparire dall’anima della gente, e quindi dal Paese, la cultura dell’accoglienza, che ha invece segnato in profondo l’Italia». • Quindi, in fondo, è una questione di educazione... «Certo. Dovremmo educarci tutti insieme a trovare le ragioni, per esempio, di una cittadinanza europea. Io sogno il momento in cui avremo in tasca un passaporto europeo». • Però, questa è anche l’Italia del volontariato, delle mille associazioni. Anche loro smarrite? «In parte sì. L’affermarsi del cosiddetto “Terzo settore”, cioè la possibilità di avere finanziamenti, cosa legittima, ha fiaccato l’amore gratuito, ha indebolito il volontariato. Ed è un atteggiamento che si sta registrando anche dentro il mondo cattolico». • Di chi è la colpa? «Il problema è che il potere politico usa lo Stato sociale per ridistribuire risorse a fini di consenso». • Non le se sembra di essere troppo “politicamente scorretto”? «No. Lo Stato sociale finisce per diventare troppo spesso uno strumento per

proteggere gli interessi di alcuni, indipendentemente dal collegamento con la riduzione della povertà e con la redistribuzione della ricchezza. Rischia di diventare problema e non soluzione». • Nel libro, fa l’elogio dell’elemosina. Troppo conservatore e poco moderno? «E perché? L’elemosina oggi viene disprezzata, ma è l’unica azione che ci costringe davvero a fermarci e a guardare in faccia i poveri».

in realtà è una schiavitù. Fermarsi e riflettere, mai».

• Anche la fede si è indebolita?

• La crisi è servita a qualcosa?

«Si prende ciò che piace, ci si costruisce un credo su misura. Assistiamo a un fumoso sentimento religioso, che alla fine risponde solo al proprio egocentrismo. Anche la stagione del dialogo sembra finita. È il tempo in cui ognuno cerca come difendersi meglio».

«Io spero di sì. Potrebbe sembrare un paradosso, ma la sua drammaticità può, alla fine, essere positiva. Un salutare schiaffo educativo. Ma bisogna rendersene conto».

• Perché? «Bisogna rispondere alla domanda sulle nostre comunità ricche di cose, ma infiacchite dentro, cullate troppo in preoccupazioni tutte interne. Dobbiamo imparare a gestire le nostre debolezze e i nostri limiti, senza stendere veli sulle debolezze e nascondere la polvere sotto il tappeto. Anche la comunità cristiana è attraversata da invidie, maldicenze e menzogne. Osservo che le Scritture sono piene di avvertimenti a questo riguardo». • Cosa la preoccupa di più? «Il fatto di essere ormai condannati a lavorare di più non per essere felici, ma per comperare di più. C’è una cultura neomaterialista che fa del denaro non un fattore dell’economia, ma una sorta di fine dei fini. Un Paese meno smarrito ha bisogno di una vita diversa: più cultura e più spiritualità. Invece, siamo tutti spettatori impotenti o, peggio, complici di questa cultura e pensiamo che tutto si possa comprare». • E così si uccide l’anima... «Certo, le emozioni più profonde vengono travolte dalla fretta di produrre e dal cinismo che ne segue. Il denaro è concepito come una salvezza, mentre

• E i poveri? «Dovrebbero essere la nostra guida in una nuova società più sobria e meno smarrita. Ma li nascondiamo, anzi neppure si deve pensare che esistano. Abbiamo costruito un’apartheid tra ricchi e poveri, che attraversa le società a tutte le latitudini. Io domando: chi sono i cristiani se non gli amici dei poveri? Oggi la stragrande maggioranza degli italiani si dice cattolica, ma la bassa partecipazione deve farci riflettere». • Eppure, c’è chi ritiene la Chiesa come una cittadella assediata... «Non c’è mai stata un’età dell’oro per la Chiesa e lamentare che in passato i tempi erano migliori significa dimenticare la lezione di Gesù. La Chiesa deve agire attraverso l’amore con dolcezza e rispetto, esattamente come fa Benedetto XVI. L’amore gratuito è l’unica forza capace di ridare speranza al mondo di oggi. Se, invece, la Chiesa continua a guardare a orizzonti limitati, pur con grande dedizione, se continuiamo a occuparci sempre e solo delle nostre istituzioni, sarà difficile offrire di nuovo felicità al Paese, sarà difficile superare lo smarrimento e ritrovare l’anima».

Giancarlo Padula

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CULTURA

MUSIC UMBRIA VIDEO E

UN PROGETTO CULTURALE AMBIZIOSO PER LA CREAZIONE DI NUOVE BAND MUSICALI E STRUTTURE IDONEE ALLA SCOPERTA DEI NUOVI TALENTI

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quello di formare un Orchestra interculturale, sul modello dell’Orchestra di Piazza Vittorio; un altro di allestire e aggiornare strutture polifunzionali multimediali munite di sale montaggio video e tecnologie adatte alla produzione di cd e videoclip; creare 4 produzioni, una per genere: rock, elettronica, classica e pop; produrre videoclip; attivare corsi per videoclip e v-jing; formare tecnici dello spettacolo; avviare corsi musicali di base e avanzati; fare promozione musicale; muovere le band e le orchestre nel territorio regionale, attraverso concorsi e rassegne musicali nazionali; realizzare un portale internet, sulla base dei più moderni social network,

“Trombettista” - © A.M. 1977

dopo il CMM (grande flop, grande spreco), la facoltà di Scienze e Tecnologie della Produzione Artistica (in chiusura), gli Studios di Papigno (venduti per morire) - solo per citarne alcune Terni propone un nuovo e ambizioso progetto culturale musicale, che ci auguriamo possa fruttare quello che si auspica e non essere l’ennesimo fallimento “artistico” della città. Politiche e mosse sbagliate non hanno permesso, negli scorsi anni, alla nostra cittadella di svilupparsi come luogo cinematografico (ricordiamo che è stato detto NO all’Aran Endemol che voleva gestire il CMM, così ora avremmo tutti lavoro); adesso si punta tutto sulla musica, per restare in ambito artistico e culturale. Vi raccontiamo come: Il Comune di Terni (capofila del progetto) e il Comune di Foligno (coinvolto), insieme ai partner Regione Umbria, Arci N.A., Associazione Interamna Productions, Istituto Superiore di Studi Musicali Briccialdi, Associazione Attenti al Kane, Associazione Ephebia, Istituto Professionale Casagrande di Terni e Istituto d’Arte Metelli di Terni hanno progettato il Muv, Music Umbria Video, un’idea particolarmente ambiziosa, che prevede la realizzazione di spazi e di percorsi formativi atti a produrre e promuovere giovani musicisti, band musicali e orchestre classiche tradizionali. Un disegno che costerà 230.000euro, di cui 150.000euro (il 65,22% del totale) saranno richiesti, come finanziamento, al Ministero della Gioventù, mentre il co-finanziamento locale ammonterà a 80.000euro (il 34,78% del totale). Una proposta culturale che vuole, di nuovo, essere uno strumento di welfare in quanto gli intenti sono molteplici e mirano a creare lavoro e profitti. Un’ obbiettivo è

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su cui caricare musica in mp3 e mettere in scena un grande evento finale. Il Muv offrirà quindi spazi, strumenti e opportunità. Tutti i vari corsi dovrebbero partire, presumibilmente, dal prossimo settembre e riguarderanno anche la produzione di un videoclip, con “Video killed the radio star”, un seminario che introdurrà i corsisti alle pratiche di scrittura, regia, ripresa e montaggio di videoclip musicali, insomma un laboratorio action-learning. Tale piano verrà

lanciato e promosso su due livelli, il primo attraverso tutti i canali di informazione (brochure, locandine, comunicati stampa, assemblee nelle scuole e nelle università, materiale negli informagiovani, informazione istituzionale, indicizzazione e posizionamento del portale internet, con specifica attività di SEO); il secondo agirà secondo modalità proprie relative a ciascuna sezione di progetto. La Regione Umbria sosterrà la promozione e la circuitazione di tutto ciò. Verranno inoltre organizzate rassegne e festival per esportare i talenti nostrani sul territorio nazionale. Quello che ci si aspetta da questo enorme investimento è: aumentare il numero delle band e dei giovani musicisti; incrementare le iscrizioni alle scuole di musica nei Comuni di Terni e Foligno; realizzare corsi specialistici di v-jing e videoclip; veicolare brani e cd prodotti in Umbria attraverso la realizzazione del Muv; far funzionare il portale internet, fare 4 produzioni musicali (rock, elettronica, classica, popolare); far partecipare band ed orchestre a rassegne e concorsi regionali e nazionali; rilasciare attestati ai nuovi musicisti e tecnici formati. Il Centro utilizzerà come sede la struttura di proprietà del Comune di Terni, ancora in fase di completamento, costruita a Borgo Bovio nell’ambito dei lavori per la realizzazione delle opere di urbanizzazione primaria dell’intervento sperimentale di edilizia sovvenzionata denominato Contratto di Quartiere; si tratta di un edificio di 1000mq su tre piani, un grande contenitore per questa nuova scommessa. Ilaria Barbaccia






PALAZZO SPADA

TAGLIATI OTTO MILIONI DI EURO NEL BILANCIO COMUNALE 2010

ma il Sindaco Leopoldo Di Girolamo si dimentica dei 13 milioni di euro di buco, eredità delle amministrazioni Raffaelli

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ono 8 milioni di euro i tagli previsti per il bilancio previsionale per il 2010. Questa mattina il sindaco Leopoldo Di Girolamo, insieme al vice sindaco Paci e alla giunta comunale, ha illustrato la previsione di bilancio per l’esercizio 2010. Il sindaco, a premessa della discussione, ha evidenziato che “Il governo centrale sta comportandosi in maniera opposta agli slogan elettorali che ha messo in campo e che riguardano il presunto spostamento in periferia delle decisioni amministrative e della presa in carico delle risorse finanziarie. Il governo con un emendamento indiscutibile alla Finanziaria è andato ad agire in maniera diretta sull’organizzazione degli enti locali e sul loro sostentamento, ha leso, dunque, i principi costituzionali che riguardano: la leale collaborazione tra Stato e enti locali, la loro autonomia statutaria e organizzativa”. Sono 108 milioni di euro la previsione corrente di bilancio per il 2010,

8 meno del 2009, 79 milioni dei quali già destinati a spese incomprimibili come il personale e le rate per l’ammortamento dei mutui, 16 milioni per funzioni statali delegate e obbligatorie. Il vice sindaco Paci ha tenuto a sottolineare che quello per il 2010 è un bilancio difficile e di transizione, che ha avuto inizio con il consuntivo per il 2009, che ha prodotto un ridimensionamento della spesa con l’obiettivo del rispetto del patto di Governo e il pareggio di bilancio. Abbiamo anche effettuato delle scelte politiche molto precise: sul versante delle entrate non abbiamo aumentato le tariffe dei servizi a domanda individuale, quindi non vi saranno provvedimenti che riguardano le tariffe dei servizi scolastici, degli asili nido, delle men-

se, dei trasporti. Sul versante della spesa abbiamo operato dei risparmi significativi in molti settori con il contenimento della spesa, anche in questo caso con una scelta politica di fondo: quella di non far venir meno l’impegno del Comune in alcuni settori che rite-

niamo fondamentali ad iniziare dai servizi scolastici, dall’università, fino agli interventi per il decoro urbano, ai servizi agli anziani, ai minori e all’emergenza abitativa. Sono 13 milioni di euro destinati alla spesa libera, con una riduzione di circa 6 milioni di euro ri-

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PALAZZO SPADA spetto al 2009. Nella spesa corrente ci sono 4 milioni di euro per le scuole e l’istruzione, 8 milioni per il trasporto pubblico e scolastico, 9 milioni di euro per il sociale. Per il 2010 non sono previste spese per le consulenze. Per le alienazioni si procederà con la vendita di beni non strategici e di aree già cedute in diritto di superficie per un ricavo di 5 milioni di euro, gli investimenti, circa 5 milioni di euro, riguardano, oltre le opere pubbliche, anche la ricapitalizzazione ed il consolidamento delle aziende partecipate con l’obiettivo del loro risanamento e rilancio”. L’assessore ai lavori Pubblici Ricci ha ricordato che “si sono ereditate molte situazioni dal passato, con opere ferme da tempo, è ripartita la Marattana ed entro l’anno la Maratta-gabelletta, con un piano per le opere pubbliche per il 2010 di circa 100 milioni di euro. Dobbiamo sanare la grave anomalia dei ritardi

abissali per la consegna dei loculi nei cimiteri di Terni, Collescipoli e Rocca S. Zenone. A giugno partirà l’appalto centrale del cimitero di Terni. Altra priorità sono le scuole, vanno messe tutte in sicurezza, molto si è già fatto. Occorre procedere alla sistemazione dei marciapiedi e delle strade e, poi, il decoro urbano”. Per quanto riguarda l’area della spesa sociale è previsto un taglio per circa 700 mila euro. L’assessore alla cultura, Guerra, ha sottolineato che i contributi comunali sono diretti a progetti innovativi e alle varie manifestazioni, mentre per il 2009 ammontavano a 700mila euro, per il 2010 sono diminuiti a 450 mila euro; per ciò che concerne la spesa per la Biblioteca Comunale, che già nel 2009 aveva visto un taglio del 30% con circa 60 mila euro, per il 2010 sono previsti 35-39 mila euro di spesa. Il vice sindaco Paci, ha voluto evidenziare come il bilancio

Leopoldo Di Girolamo, 58 anni Sindaco,

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previsionale per il 2011 sarà ancora più complicato e difficile, per l’esaurirsi delle entrate per il recupero dell’evasione fiscale, le alienazioni e gli introiti per contributi legge Bucalossi. Saranno a rischio ancor di più servizi e opere pubbliche. Secondo il sindaco di Terni Leopoldo Di Girolamo, dunque, le responsabilità ricadono tutte sulle politiche del Governo centrale e sulla crisi economica, e quindi se dovesse perdurare questa situazione il prossimo anno i sindaci di tante città italiane andranno dai prefetti a consegnare le fasce tricolori e le chiavi delle città ai prefetti. Leopoldo Di Girolamo nel ballottaggio del giugno 2009 ha ottenuto il 53% dei voti contro il 47% raggiunto da Antonio Baldassarre. Leopoldo Di Girolamo ha 58 anni , sposato, è padre di due figli maschi. E’ medico chirurgo. E’ stato eletto senatore nelle file dell’Ulivo, nel 2001. Nel 2006 è eletto deputato. Alle ultime elezioni politiche del 2008 è tornato di nuovo a Palazzo Madama come senatore. E’ succeduto nella carica di Sindaco a Paolo Raffaelli. Il dato definitivo dell’affluenza alle urne anche al Comune di Terni: il 60,96% degli aventi diritto. Ma e’ trascorso un anno e alle elezioni regionali di marzo 2010 Terni è stata una delle città italiane dove si è votato di meno circa il 12% di astensioni. Po-

niamo alcune domande: perché già nel giugno del 2009 Di Girolamo è stato votato da tre ternani su 10, ovvero 7 ternani su 10 non l’hanno votato. Perché l’11,33 per cento dei ternani, ijn prevalenza giovani, non si è recato alle urne per la elezione del presidente della Regione Umbra. Perché alle regionali del 2010 , sei regioni sono andate al centro destra se il Governo di centro destra è così impopolare come sostiene ilo sindaco di Terni? Perche’ al Nord la sinistra è letteralmente scomparsa. Perché il sindaco di Girolamo non parla dei 13 milioni di euro di buco al Comune di Terni ereditato dalle amministrazioni Raffaelli?. Si continua a scaricare sulla riforma dell’ICI varata dal governo Berlusconi e quindi in generale sulla politica del Governo, tutti i problemi di bilancio, tacendo invece sui ripetuti sprechi necessari per continuare ad alimentare il clientelismo amministrativo messo in piedi dalle amministrazioni di sinistra nella nostra città. Per non parlare poi della possibile leggerezza nell’accensione dei prodotti finanziari derivati, SWAP, di cui si attendono i risultati dei necessari accertamenti già avviati della magistratura ordinaria e contabile.

Sabrina Viali Giancarlo Padula



VOLONTARIATO

DISAGIO GIOVANILE ED EMERGENZA EDUCATIVA In prima linea l’associazione “Nuova Vita” Poniamo la nostra attenzione su un’istituzione onlus che svolge la sua attività a Terni L“Associazione nuova vita Onlus“,sita in via Radice n. 25 a Terni, la quale accoglie in alcune case famiglia , minori che hanno problemi di inserimento sociale e soffrono situazioni di disagio e povertà. L’Associazione operante dal 2001, , gestisce 3 strutture di tipo residenziale per bambini e ragazzi. “Casa del bambino “ da 0 a sei anni, “Piccolo principe “ da 6 a 16 anni, “Casa amica “da 6 a12 , ed una struttura rivolta a “ donne e minori “. Chiediamo a Don Alessandro Rossini , laureato in medicina , poi divenuto sacerdote , di spiegarci qualcosa in merito a queste attività da lui guidate. “Durante la mia esperienza di medico all’Ospedale Bambin Gesù , di Roma, mi accorsi che era difficile per fanciulli e ragazzi ricoverati, esprimere le loro sofferenze e il loro disagio, la loro solitudine nelle malattia , e quindi mi venne l’ idea di creare delle strutture adatte, nelle quali specialmente bambini con

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problemi familiari, potessero essere aiutati da persone competenti. Ho quindi proposto un modello educativo simile ad una realtà familiare.“ “Quali sono i principali problemi di questi ragazzi?” “Direi che è troppo facile prendersela solo con questi ragazzi. Bisogna pensare a quale messaggio ricevono dagli adulti, spesso frettolosi, stanchi, a causa del lavoro e dello stress della vita moderna .Inoltre i moderni “mass media “ trasmettono prevalentemente immagini di violenza, sesso, potere , nei film si nota continuamente l’ uso di alcool e droga. Nelle nostre strutture cerchiamo di aiutare i più piccoli che ci vengono affidati . Il lavoro è svolto insieme a personale specializzato, psicologi, la scuola, i giudici minorili, ed alcuni volontari che aiutano a portare un po’ di serenità a questi giovani che hanno tanto sofferto. “Quali sono i vostri risultati in questo percorso di recupero?” “E’ una lotta difficile, sono al tappeto problemi gran-

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di, con famiglie disagiate, qualche volta violente , nelle quali manca la giusta valorizzazione dell’ individuo, del proprio talento, il bambino non ha la possibilità di esprimersi come dovrebbe.” “Qual’ è il vostro progetto pedagogico ?” “La nostra è una comunità di accoglienza di tipo familiare , per minori con situazioni di disagio che compromettono la loro crescita. Ha come finalità primaria quella di accoglienza al bambino, facendolo sentire a casa propria, la casa si propone di creare un clima familiare , senza simulare la famiglia , ma riproponendo esperienze di appartenenza e separazione, di autonomia e unione, per sostenere a livello emotivo e affettivo il percorso di crescita dell’ identità del ragazzo .Cioè nel momento in cui la casa famiglia si sostituisce temporaneamente alla famiglia , ha come obbiettivo primario di offrire il più possibile quella regolarità di vita e di cura che i genitori sanno dare e che sono fondamentali per il benessere del minore . Da qui la scelta di non ospitare più di 6 o 7 bambini per ogni struttura , per dare alla comunità un carattere di tipo familiare . Inoltre la nostra azione educativa si ispira ai principi e al pensiero di Don Bosco, egli voleva che la sua casa fosse “casa che accoglie, evan-

gelizza, socializza e avvia alla vita.” Oltre all’ intervento di Don Alessandro, vogliamo proporre alcuni dati portati dall’ex assessore alle politiche giovanili della regione Umbria Damiano Stufara, tratti dal libro inchiesta “Giovani adolescenti in Umbria “ curato dall’ agenzia umbra di ricerca, durante l’ incontro su “Disagio giovanile ed emergenza educativa “ tenutosi a Terni nello scorso mese di dicembre presso il “Museo Diocesano”. L’ assessore faceva notare come la regione Umbria sia diventata multietnica , con un 10% di popolazione di origine straniera . Nel mondo giovanile emerge un quadro non tranquillizzante sui giovani , con segni di fragilità del se dell’ individuo , dove si percepisce l’ esigenza di un supporto psicologico di mediazione e dove emerge una scarsa autostima dei ragazzi, con frequenti casi di bullismo. Il 35% del campione analizzato intende usufruire dei propri familiari o di personaggi influenti per l’ inserimento nel mondo lavorativo. Rispetto ai ragazzi le donne appaiono più motivate e più colte : è in loro mano la maggior parte dei libri venduti. S. Spa


TERNI DA RICOSTRUIRE

LA FONTANA DI PIAZZA TACITO, SIMBOLO DELLA DECADENZA DI TERNI

L

a fontana di piazza Tacito, opera degli architetti Ridolfi, Fagiolo e con i mosaici di Cagli, consegnata il 21 aprile 1936, che simboleggiava, con l’acqua e il suo pennone d’acciaio, la città industriale è oggi simbolo di una Terni in decadenza. La vasca della fontana è abbellita con un mosaico fatto di tessere colorate disegnato dal grande artista Corrado Cagli che riproducono i segni dello Zodiaco. Oggi la fontana è ridotta a cestino dei rifiuti, con i mosaici del toro, del cancro, dei pesci, dell’acquario e del capricorno gravemente danneggiati e le altre costellazioni in pericolo di perdere tessere del mosaico, i cui colori hanno perso lo smalto originale. La fontana fu restaurata, una prima volta, nel lontano 1961, poi nel 1995 fu la giunta Ciaurro a riconsegnarla alla città. Ma già nel 1993 inizia la fase calante, vuoi per l’inciviltà’ dei ternani verso il monumento sia per l’inadatta attività di manutenzione ordinaria della vasca, fatta con acqua a pressione, prodotti aggressivi e scope con le setole

metalliche che avrebbero causato il distacco delle tessere e forse facilitato la creazione di spaccature nei mosaici. Nell’ottobre 1993 fu il consigliere Melasecche a denunciare la grave situazione, venne previsto il restauro della fontana con il piano Triennale delle Opere Pubbliche 2006-2008, dal bilancio comunale furono stanziati circa un mi-

lione di euro da reperire con mutui. Fu nominato come responsabile l’architetto M. Romani, dirigente dei lavori pubblici. Occorreva prima, un lavoro preliminare volto ad individuare soluzioni valide nel tempo per il rifacimento e la conservazione dei preziosi mosaici del Cagli, quindi nel 2006 i soldi non furono stanziati e le tante idee e pareri rimasero alla fase

progettuale. Attualmente sono stati stanziati circa 700 mila euro di fondi pubblici con il Puc 2, ma sono vincolati per la ristrutturazione, solo, della piazza. Per la fontana, simbolo di Terni, non c’è da spendere neanche un euro.

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A PROPOSITO DELLA VICENDA EMERGENCY:

“NON C’E’ NIENTE DI NUOVO” “N A sinistra: Franco Frattini, 53 anni, ministro - a destra: Gino Strada, 62 anni, fondatore di Emergency

on c’e niente di nuovo”. Con queste lapidarie parole le autorità afgane freddano il giornalista dell’Ansa che chiede notizie sulle indagini in merito all’arresto di tre operatori sanitari italiani dell’Ospedale di Emergency, a Lashkargah, nella provincia meridionale di Helmand, insieme ad altre sei persone. Le notizia ormai è nota: i servizi segreti afgani hanno fatto irruzione nell’ospedale dell’Associazione fondata da Gino Strada ed hanno scoperto un arsenale di armi ed esplosivo, destinate, si è detto, ad un presunto attentanto contro il governatore di quella zona tormentata del pianeta. Di cosa accusano i tre operatori sanitari? In un primo momento, a tre giorni dall’arresto le autorità afgane non formulano alcuna accusa. Un tempo il giornalismo era un’altra cosa. Un tempo gli editori erano “editori puri”, la loro missione di vita era quella di essere il volano per la libera circolazione delle idee

e delle notizie. Sceglievano i migliori direttori, non ammanicati con poteri e politica, penne di giornalisti come fossero “fioretti”, i migliori collaboratori del mondo della cultura, della scienza, della religione, dell’etica, dello sport, della politica, com’era un tempo la politica. Già, un tempo. Poi tutto si è modificato e sempre di più i gruppi editoriali hanno risposto a ben altre logiche che non a quelle del diritto-dovere dell’informazione. Oggi tutto è inquinato, tutto ha un secondo fine,

non si sa mai a quali fonti attingere, ma soprattutto, i giornalisti sono sempre più avvinghiati come l’edera alle linee editoriali dei potentati economici e politici. O mangi quella minestra o salti dalla finestra. Checchè qualcuno, (a dire il vero qualche invidioso), ne possa dire non è così per Terni Magazine. Per questo motivo domenica 11 aprile, di sera, intorno alle 20 prendiamo per buono il lancio dell’Ansa, la più importante agenzia di informazione italiana, che senza ombra di

dubbio scrive che i tre medici sono stati arrestati insieme ad altre persone, perché accusati di legami con Al Qaeda, di essere di fatto dei terroristi pronti a colpire il governatore di Helmand. I “profani” devono sapere che quando un giornalista apprende una notizia, soprattutto se di una certa gravità, deve seguire per deontologia professionale, la regola della verifica con almeno tre fonti. Ma non è cosi’, di solito, con le Agenzie importanti e storiche come L’Ansa, l’Agi, L’Adnkronos, l’As-

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FERMATE IL MONDO, VOGLIO SCENDERE

sociated Press, perché si dà per scontato che quella notizia sia già stata verificata a monte, e poi “lanciata”. A quel punto il giornalista può approfondirla, farne un’inchiesta, o darla cosi’ com’è, nel suo organo di informazione. Fonte dell’Ansa per quella notizia? Un organo di informazione che fa opinione in tutto il mondo che non <puo’> sbagliare: Il Times, che invece, il giorno dopo rincara la dose: “I tre medici italiani avevano fatto parte del commando che decapitò l’interprete dell’inviato di Repubblica Daniele Mastrogiacomo, rapito e successivamente rilasciato dai talebani”. A smentire il Times, le autorità afgane: “nessuna accusa è stata formulata nei confronti dei tre medici italiani”. Il Times ribatte: “fonti governative afgane confermano le accuse per Matteo Dell’Aira, Marco Garatti e Matteo Pagani”. Le autorità afgane o i Servizi segreti britannici? Perché la sensazione è che questa vicenda tragga origine ai tempi del rapimento dell’inviato di Repubblica Daniele Mastrogiacomo, e della posizione un po’ ambigua di ujn operatore afgano di Emer-

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gency. Perché il Times è così sicuro della notizia data? A che gioco stiamo giocando, ci si chiede a un certo punto? E dove sono ora i tre operatori sanitari? Essi hanno di-

fermo dei tre operatori sanitari. Poi scrive direttamente al presidente afgano Garzai, lo segue a ruota il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, perché deve riferire in Parlamento, vuo-

se andiamo a prezzolare gente straniera, quando ci sono centinaia di volontari pronti a morire per la nostra causa?!” -. Questa smentita, fa parte del gioco? Perché il Times è così sicuro del-

Marco Garatti, Uno dei tre medici arrestati in Afganistan

ritto ad essere assistiti da un avvocato. La Procura romana ha aperto un fascicolo, ma non è sufficiente. Gino Strada non ha dubbi: “accuse ridicole per farci fuori dalla zona perché testimoni scomodi delle violazioni dei diritti umani durante le offensive delle forze Nato contro i talebani”. Dalla Farnesina il ministro Frattini, intervenuto lunedì sera, 12 aprile, a Porta a Porta di Bruno Vespa, afferma che le autorità afgane hanno tempo 15 giorni per fare indagini prima di confermare o meno il

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le sapere come stanno le cose. “Non c’e’ niente di nuovo”. Dicono lapidari gli investigatori afgani. Fatto sta che martedi’ mattina l’ospedale di Emergency viene requisito e gestito direttamente dalle forze locali afgane. “Era quello che volevano”, ribatte Gino Strada: “toglierci di mezzo, per non essere testimoni della prossima, probabile offensiva Nato contro i talebani”. E addirittura, anche loro, i taliban, smentiscono: “Gli arrestati non sono nostri collaboratori, figurarsi

la colpevolezza dei tre operatori di Ermergency? Cosa c’è dietro? Chi ha messo armi ed esplosivo nell’ospedale? Gli stessi servizi segreti afgani per ordire un complotto contro Emergency? Le forze ISAF dice: “Noi non sappiamo nulla di questa storia”. E come mai ci sono soldati con divise ISAF mentre le forze afgane locali arrestato le nove persone indagate? “Erano artificieri inglesi, arrivati sul posto dopo le forze locali afgane”. Uno dei tre operatori di Emergency «potrebbe essere


FERMATE IL MONDO, VOGLIO SCENDERE

liberato, se non ci sono altri elementi di prova». Franco Frattini riferisce a Montecitorio mercoledi’ 14 aprile. Sulla vicenda dei tre cooperanti italiani arrestati sabato a Lashkar Gah, nella provincia di Helmand, assieme ad altre sei persone e ancora nelle mani delle autorità afghane. «Il presidente Berlusconi ed io - spiega il ministro degli Esteri - abbiamo fatto presente alle

mo ricevuto finora dalle autorità afgane. I tre connazionali, aggiunge Frattini, sono stati «accusati di detenzione consapevole di esplosivi e di armi da guerra» e di «essere coinvolti in un complotto in due fasi», che prevedeva l’esecuzione di un attentato contro civili e in una seconda fase un attentato suicida contro il governatore provinciale di Helmand, durante

dei fatti. Gli altri cinque italiani di Emergency, «bloccati virtualmente» nel Paese «potranno lasciare l’Afghanistan quando vorranno, non vi è alcun ostacolo», avverte Frattini. «La vicenda per questi cinque può essere arrivata a conclusione». Non sono soddisfatto dalle risposta venute dalle autorità afghane”, ha detto il ministro degli esteri Franco Frattini. Intanto, come

autorità afghane che come paese amico l’Italia si aspetta il rispetto di tutti i diritti, compresa la presunzione di innocenza». Frattini ribadisce che l’Italia si muoverà secondo due principi: «tutelare i nostri connazionali» e «aiutare il Paese cui siamo legati da amicizia verso la stabilizzazione». Il responsabile della Farnesina ammette però di non essere «soddisfatto della risposta che abbia-

una visita organizzata nell’ospedale di Emergency. I tre non sono stati comunque «incriminati», precisa il ministro. A proposito delle loro condizioni, Frattini assicura che i tre «sono in un buono stato di salute» anche se, ovviamente, «assai provati da questa vicenda sotto il profilo emotivo». In Afghanistan potrebbe essere attivato un «team congiunto» con l’Italia per l’accertamento

sempre, disinteressandosi di fatto della sorte dei tre operatori sanitari, i professionisti della politica italiani, quelli che non hanno mai lavorato, e nemmeno fatto il soldato, perche’, per carità pacifisti..si scatenano e ognuno sponsorizza con magliette, manifesti, volantini, la causa di Emergency, aggravando così, di fatto la situazione: politicizzandola. Le stesse dichiarazioni e la mobilitazio-

ne di Gino Strada appaiono poco opportune, per arrivare all’obiettrivo di fare chiarezza sulla vicenda. Emergency ha designato l’avvocato Afzal Nooristani, come difensore dei tre italiani. I tre operatori sono implicati in fatti di terrorismo quando decine di soldati del contingente italiano in Afganistan perdono la vita in nome della pace e della sicurezza di quei territori ? Le loro mamme gridano, le loro fidanzate e mogli inconsolabili, piangono. I bambini piccoli, salutano con le manine i papà imbaniderati con il tricolore, troppo piccoli per capire che quelle scatole di legno si chiamano bare. Come il martoriato popolo afgano, piange. Di mezzo come sempre ci va la povera gente. Comunque vada, come daremo la prossima notizia? A quale fonte attingeremo se ormai di certo, di stabile, di affidabile non c’è più nulla? Purtroppo, però, per ora “non c’e’ niente di nuovo”. Nulla cambia, se non le scacchiere di chi, dietro alle quinte, in barba ai popoli, tira le fila di questo teatro che chiamiamo mondo. Fermate il mondo, voglio scendere.

Giancarlo Padula

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TERNI COM’ERA

Passeggiando per la storia

Era il 1387, e Terni, già appellata “antichissima nobilissima ripiena di Popolo onorato, e d’uomini bellicosi, sicché fra i soldati d’Italia tengano il primo posto, era in quest’epoca nel generale coscenziosamente di parte Ghibellina, avversando alla dominazione straniera, comecché fosse stata in antecedenza,e con vario avvicendamento la fazione Guelfa; come viceversa per questa si teneva la Città di Narni”.

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iere discordie ed emulazioni armate fra entrambi questi luoghi,le quali sembra cessarono dopo una decisiva disfatta toccata ai Narnesi nel dì 6 Dicembre 1381, sacro alla festa di S.Nicolò Vescovo”. Non ce ne vogliano gli amici narnesi, e quelli a noi più cari. Ma il sembra alla “loro” disfatta da parte “nostra”, lo toglie di mezzo Francesco Angeloni nella sua Storia di Terni. Con …. “né le solite contese fra Terni e Narni cessavano,che anzi con più accesa guerra fra quelle città combattendosi, avvenne che nel 6 decembre 1381 festività di san Nicolò, notabile vittoria riportarono Ternani degli avver­sari Narnesi, i quali di fresco avevano tentato di abbattere per tradimento Terni e disperderne i cittadini, che seguivano la parte ghibellina. Terni vinti i Narnesi il 6 dicembre 1381” Dopo ciò,restituita in parte la pubblica tranquillità, e ritornata al Città nel suo antico ordine e Costumanze, continuò come prima a reggersi a Comune, banditi i Guelfi che appellava “Tiranni”. E le Antiche riformanze proseguono dicendo che la città “Si governava con leggi proprie, col suo statuto, co’ suoi Magistrati,con le Milizie proprie: aveva le Rocche di Colleluna,di Monte S.Angelo,del Castello di Papigno,di S.Zenone, di S.Giovanni di Pedélmonte, come validi propugnacoli della città e suo territorio:vi tene­va e stipendiava armigeri,vi eleggeva a seme­ stre i rispettivi Castellani, le muniva di vettovaglie e di ogni genere d’armi e di approvvigionamenti allora in uso”. Ancora: “Nel modo istesso fortificava e presidiava le sue mura cittadine e le robuste Torri, che in gran copia le coronovano a più valida difesa”. Il Podestà durava in carica sei mesi e doveva essere forestiero,”estraneo affatto a qualunque famiglia della Città, onde averlo imparziale, insignite di Diploma Dottorale. Aveva quattro notai, Hed altri officiali di giustizia”. Dovevano rendere conto al Podestà, “con solen-

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ne cerimonia che era detta Monstra Potestatis; e dove si fosse rinvenuta mancanza d’Officio, ed inesattezza qualvnque, eran puniti senza riguardi o con multa pecunaria, od anco con la espulsione da quel geloso Ministero in caso di colpa grave”.

Le organizzazioni del potere Comunale a Terni

Ora, per la cronaca lasciata da “Filippo Merlino Ternno”, riportata anche dall’Angeloni, diremo di alcune calamità (lotte fra guelfi e ghibellini, terremoti) che afflissero la città nella metà del ‘300. “L’anno del Signore 1349 il giorno 1° di gennaro i Ghibellini di Terni cacciarono dalla città i Guelfi, che stettero fuori fino ai quattordici del mese di Giugno del detto anno, Nel detto giorno 14 Giugno rientrarono i Guelfi in Terni, eccettuati Pietro Giannuzio, Genese Mattiucccio Lucio del signo Angelo, ed io Merlino di Filippo che rimanemmo fuori e stemmo nei confini fino al 24 di Settembre del detto anno, nel quale rientrammo in Città”. Ma siccome le disgrazie non vengono mai sole, ecco che la terra si mette a tremare. “Nell’anno del Signore 1349 furono in alcune parti della Città di Terni molti terremuoti, e cominciarono nel mese di Settembre, e durarono fino alla metà del mese di Novembre”. Una nota a pié di pagina delle Antiche riformanze, a proposito delle vicende del 1349 dicono che “il Municipio Ternano combattè colle sue armi, e debellò le Genti del Capitano del Patrimonio Vico da S.Germano presso Colleluna, ed i Ghibellini cacciarono dalla Città i Guelfi a mano armata”. Colleluna scrive l’Angeloni “era una forte rocca di Terni, circa due miglia lontano dalla città, verso il confine di Cesi, San Gemnie ed Acquasparta”. Anche se il rientro in città di tutti i guelfi il 24 settembre 1349 farebbe pensare ad una pace raggiunta con la fazione ghibellina, purtroppo così non fu . Perché troviamo scritto che iprimi quel giorno

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“espugnarono i Ghibellini”. Cosicché, meno. Di un anno dopo il “15 Agosto del 1350 di nuovo questi sussidiati da altri armati assoldati, respinsero i Guelfi, ne distrussero le Case e le Torri e così con sanguinoso avvicendamento si massacravano allora a furore i fratelli d’un istessa città e fors’anco d’una istessa famiglia. Quindi nuovi attacchi, nuove stragi civili, nuove vittorie brutte di fraterno sangue fino all’epoca che andiam discorrendo. Inanissimi tempi, che ci riempiono di raccapriccio e di Vergogna! “. Il potere civico a Terni era articolato “in due Consigli, l’uno detto Minore, di quarantotto individui, nominato di Cerna a cernendo, ovvero di Credenza, per la piena fiducia in essi risposta dalla pubblica opinione, o pel credito, in che, erano iniversalmennte tenuti , per la probità loro ed assennata esperienza; né mai l’intrigo o le basse speculazioni di vendetta o di egoismo vi raggranellava nelle elezioni di inetti,o di venali piaggiatori,avendosi in mira soltanto, nel comporre questo patrio Senato, il pubblico interesse. Que’ saggi che dovean prescegliersi, per metà si traevano dall’ardine de’ Cittadini (nobili, ndr), per resto da quello de’ Banderari” (popolani ,ndr). Le Antiche riformanze della città di Terni del papignese Lodovico Silvestri specificano l’estrazione sociale dei


TERNI COM’ERA reggi tori della città al tempo di cui stiamo dicendo, il XIV secolo. I Cittadini “appartenevano alle famiglie nobili di agiati possidenti, o d’uomini insigni per lettere,per scienze,e specialmente istruiti nelle facoltà Legali, o distinti per gradi militari”. Il secondo Ordine municipale, quello dei Banderari, “comprendeva gli onesti Artieri, gli Agricoltori , i commercianti, e generalmente la parte sana del Popolo, ed innalzavano particolar Bandiera”. Erano 24, come i nobili,e rappresentavano in Consiglio i 6 rioni in cui era suddivisa Terni. Francesco Angeloni scrive che sotto la “particolar Bandiera si radunassero nei bisogni le persone del popolo, sottoposte ai rioni loro, e di banderari portarono il nome”. Anche i nobili avevano la loro bandiera. Anzi, “Usavansi molto prima di allora, come pur oggi avviene, dal pubblico di Terni tre suggelli, nell’uno dei quali è scolpito il tiro animale simile al drago”. E i banderari lo esibivano “portandolo eziandio nell’insegna, e arme di colore verde in campo rosso”. Questi riprendono le Riformanze, “aspirar non potevano agli onori ed alla dignità del Magistrato Supremo de’

Terni, Anfiteatro Fausto

magnifici Priori; ma per altro ne erano ammessi al sindacato”. Tanto che senza l’assenso dei banderari “sarebbe stato nullo qualunque atto di nomina consiliare”. Oltre al Consiglio comunale detto Minore, Terni aveva anche il Consiglio Generale o Consiglio Maggiore. “il quale solea convocarsi per affari di alto riguardo, o quando si fosse trattato della suprema salute o conservazione della Cosa pubblica; come anco in esso tornavano a proporsi e sanzionarsi alcune delle risoluzioni adottate nel Consiglio Minore,od altre cose sulle quali questo si fosse dichiarato incompetente “. Al Consiglio maggiore un tempo poteva “intervenire chiunque fosse nato libero, di maggior età, e non interdetto per condanne infamanti. Si ragunava dapprima a suon di Tromba, indi della Campana pubblica: in alcune vie, fra le quali in quella presso la Parrocchiale di S.Croce, o nell’altra detta oggi via dell’Arringo, che dalla Nazionale conduce alla Cattedrale, nelle Piazze, negli atrii de’ Conventi di S.Pietro o di S. Francesco, od in altri luoghi di sufficiente capienza per cateste numerose assemblee a seeconda de’ casi di versi”. Poi gli fu

data sede stabile:”si ragunava o nel Palazzo del Podestà in Platea Colu narum (oggi Piazza della Repubblica,ndr ) od in quello del Magistrato”. Nel 1387 Podestà Vicari o di Terni era Raniero Di Ugolinuccio di Baschi. Che aveva, quale segretario Pietro da Rieti. E l’ Angeloni scrive che “circa quel tempo(1352,ndr) podestà di Terni era Ugolino Neri dei Baschi del colonnello di Monte Marano”.Il terzo Teverino che ebbe La podesteria di Terni fu (1303) il N. H. Offreuduccio Di Ugolino di Alviano. Lodovico Silvestri scrive che il 4 agosto 1387 uno “Splendito esempio di sensata e ben calcolata moderazione ci porge la saggia risoluzione presa dal general Comizio in questo giorno”. Stava per arrivare il nuovo Podestà, e Terni era tutt’altro che pacificata.”La cacciata de’ Guelfi da questa Città fu un serio avvenimento, come rammentammo; gli odj duravano ancora, e la vendetta non mai satolla dell’altrui danno”. Quindi, per mettere al riparo Raniero Di Ugolinuccio di Baschi da consigli interessati e da probabili strumentalizzazioni di parte, il “general Comizio” deliberò un’amnistia generale. Al

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TERNI COM’ERA ché “fu risoluto: Che su i delitti riferibili strettamente a quel’epoca,non si fosse potuto in verun modo inquirere, neppur anco d’officio, dal nuovo Podestà; obliasse l’idea e la riminiscenza del triste passato; per nuovi reati soltanto si compilassero nuovi processi, o si compisser quelli di già iniziati, ed avessero piena esecuzione con le norme di giustizia le sentenze rese in proposito, sia dal bargello in assenza del Podestà, sia da quest’istesso, con regolar procedure a forma di legge”. Poi, “Ritornata la Città in quiete dopo i deplorati trambusti si credè necessario di procedere a nuovo ordinamento Municipale,specialmente in ciò che concerne la formazione dei Consigli”. Fu deciso di non convocare più il Consiglio Generale “in massa di tutto il Popolo”, portandolo a 100 membri, dei 160 che aveva. mulazioni armate fra entrambi questi luoghi,le quali sembra cessarono dopo una decisiva disfatta toccata ai Narnesi nel dì 6 Dicembre 1381, sacro alla festa di S.Nicolò Vescovo”. Non ce

te, come validi propugnacoli della città e suo territorio:vi tene­va e stipendiava armigeri,vi eleggeva a seme­ stre i rispettivi Castellani, le muniva di vettovaglie e di ogni genere d’armi e di approvvigionamenti allora in uso”. Ancora: “Nel modo istesso fortificava e presidiava le sue mura cittadine e le robuste Torri, che in gran copia le coronovano a più valida difesa”. Il Podestà durava in carica sei mesi e doveva essere forestiero,”estraneo affatto a qualunque famiglia della Città, onde averlo imparziale, insignite di Diploma Dottorale. Aveva quattro notai, Hed altri officiali di giustizia”. Dovevano rendere conto al Podestà, “con solenne cerimonia che era detta Monstra Potestatis; e dove si fosse rinvenuta mancanza d’Officio, ed inesattezza qualvnque, eran puniti senza riguardi o con multa pecunaria, od anco con la espulsione da quel geloso Ministero in caso di colpa grave”. Enio Navonni

ALESSANDRO CANNEVALE

IL LIBRO

N

LA FOGLIA GRIGIA

on capita spesso a Terni di poter leggere un romanzo scritto da un nostro concittadino con grande stile ed intelligenza pieno di mistero e suspence con personaggi che parlano un misto tra italiano e dialetto umbro. Lo scrittore in questo caso è un nostro ex liceale degli anni ‘ 70 molto noto in città per la sua carriera in magistratura che lo vede ancora impegnato in delicate funzioni ministeriali.Alessandro Cannevale, oramai perugino d’adozione ma sempre molto attaccato alla sua città che lo ha formato ed ai suoi amici di scuola, dedica il libro alla sua insegnante di liceo Elettra Capponi Marrone, con la sua Foglia Grigia ci porta indietro di 150 anni ed ambienta

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ne vogliano gli amici narnesi, e quelli a noi più cari. Ma il sembra alla “loro” disfatta da parte “nostra”, lo toglie di mezzo Francesco Angeloni nella sua Storia di Terni. Con …. “né le solite contese fra Terni e Narni cessavano,che anzi con più accesa guerra fra quelle città combattendosi, avvenne che nel 6 decembre 1381 festività di san Nicolò, notabile vittoria riportarono Ternani degli avver­sari Narnesi, i quali di fresco avevano tentato di abbattere per tradimento Terni e disperderne i cittadini, che seguivano la parte ghibellina. Terni vinti i Narnesi il 6 dicembre 1381” Dopo ciò,restituita in parte la pubblica tranquillità, e ritornata al Città nel suo antico ordine e Costumanze, continuò come prima a reggersi a Comune, banditi i Guelfi che appellava “Tiranni”. E le Antiche riformanze proseguono dicendo che la città “Si governava con leggi proprie, col suo statuto, co’ suoi Magistrati,con le Milizie proprie: aveva le Rocche di Colleluna,di Monte S.Angelo,del Castello di Papigno,di S.Zenone, di S.Giovanni di Pedélmon-

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nella Perugia risorgimentale post unitaria, in una trama di pura fantasia, un avvincente intrigo intorno ad una serie di delitti efferati in cui vede protagonisti carabinieri prefetti ispettori, agenti segreti, mogli ed amanti dell’alta borghesia , Cavour e perfino uno straordinario Carducci sciupafemmine.La narrazione si svolge in una scrittura rigorosa, perfetta, all’interno di una serie di quadri e di scene che slittano avanti ed indietro nel tempo dando l’impressione di leggere un film dal ritmo incalzante che ci appassiona fino a farci riconoscere la ci-

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Alessandro

fra segreta che Cannevale, 55 anni, l’autore con grande abilità Magistrato ha voluto nascondere in tutto lo svolgimento degli eventi:una cruda metafora della nostra storia contemporanea che vive gli stessi intrighi e gli stessi meccanismi in cui sono coinvolti come protagonisti o vittime i personaggi immaginati.La Foglia Grigia, di cui volutamente non vi vogliamo anticipare nessun dettaglio della storia, è un libro che ci cattura, ci costringe a stare attenti e vedere la realtà con altri occhi, ci mette dentro quella febbre tipica della suspence che

nel cinema ha fatto vivere magistralmente Hitchcok e nella letteratura Allan Poe.Un libro che consigliamo perchè non è il solito romanzo costruito su formule stereotipate, e fa entrare il lettore nella sua trama fisicamente mentre lo legge. La foglia Grigia Einaudi 2009 Alessandro Cannevale http://www.einaudi.it/multimedia/Intervista-adAlessandro-Cannevale A.M.


MODA

ECCO LE NUOVE TENDENZE PER L’ABBIGLIAMENTO GIOVANILE A TERNI

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“Ma sei sicuro che mi vuoi?” © A.M.

e ultime novità della moda italiana e straniera sono seguite accuratamente dalla gioventù ternana e in questi giorni nei quali inizia la primavera e le prime belle giornate si cominciano a notare i nuovi capi di abbigliamento: le ragazze indossano pantacollant,prevalentemente di colore nero abbinati a stivali estivi,spesso di pelle chiara. Inoltre è tornato di gran moda il trench,cioè un impermeabile leggero,di vari colori: beige,rosso,verde. È un capo di abbigliamento classico, con un nome che deriva dal tessuto che costituiva le tende dell’esercito inglese durante la prima guerra mondiale. Dalle rimanenze di questo tessuto i soldati si confezionavano un cappotto per proteggersi dalla pioggia e dal freddo delle terribili trincee di prima linea. La moda moderna impone dei pantaloni a vita bassa sia per le ragazze che per i ragazzi, scarpe da ginnastica di vario colore, ballerine,cioè scarpe basse e leggere,borse di dimensione piuttosto voluminosa, collane fatte a mano, di solito molto lunghe, vari accessori come orecchini,nastri,anelli di metallo o argento. L’uso dell’ oro, che un tempo contraddistingueva collane orecchini,il classico orologio del diciottesimo anno di età o della cresima,è stato sostituito quasi completamente dall’acciaio o dall ‘argento, resiste solo il regalo in oro bianco per chi vuole comprare qualcosa di assoluto pregio. Di grande attualità sono inoltre i capelli a caschetto,lisci,di colore spesso castano o castrano chiaro,resistono tuttavia i gusti dark o punk, con i capelli femminili resi nerissimi da tinte radicali. Ci sembra di notare che tatuaggi e percing siano in leggero calo forse per il timore di contrarre infezioni durante la loro messa in opera e per il fatto che,ogni moda ha alti e bassi tra i giovani di tutto il mondo. I ragazzi prediligono ancora l’uso

del classico jeans di tela o cotone,in vari modelli abbinato di solito a felpe più leggere di quelle invernali e a giubbotti con zip centrale e tasche laterali,di colore prevalentemente blu o nero. Tra i giovani sta tornando di gran voga la camicia di cotone in colori chiari e spesso a righe larghe,con il collo aperto che ha quasi sempre i bottoncini laterali che lo tengono fermo. Gli occhiali da sole non conoscono mai il tramonto e la marca più gettonata è ancora dopo tanti anni la classica “ray ban”,di foggia più tosto grande e con una montatura avvolgente ai lati degli zigomi. Qualche marca cult tra i giovani sempre molto attenti alle firme più di moda,è FENDI,per le ballerine da donna,la DOND UP per i jeans, la DkN per le borse, la RALPH LAUREN per la maglieria e per le camicie,HELLO KITTY per felpe e accessori. Un altro capo di abbigliamento che non tramonta mai per ragazzi e ragazze è la tuta da ginnastica,sia in versione sportiva che elegante. Merita inoltre dare qualche notizia sui luoghi di incontro più frequentati dai giovani:via

Fratini è la strada cittadina attualmente più di moda e più ricca di locali per conversare,farsi notare e gustare un aperitivo,altri posti di incontro sono:il Meeting Point,davanti al parco della passeggiata,il piazzale antistante il liceo classico punto di incontro per ragazzi di ogni età e a qualunque ora del giorno e della sera. Il locale di Rolando affollatissimo per gli aperitivi e per il dopo cena davanti all’ altra scuola ternana la “Leonardo Da Vinci”,il bar “rendez vouz”di fronte alla chiesa di san Francesco,che ha grande disponibilità di tavoli all ‘aperto. Tra le discoteche più gettonate ed alla moda della città,notiamo il locale “la Trottola” che esiste da molti anni,ma che registra una nuova vitalità,il nuovissimo locale” Queency”,la discoteca del “Tennis Club”nata recentemente come fenomeno estivo,aperta addirittura dalle ore ventiquattro in poi:la notte non è mai troppo lunga per i giovani ternani sempre attenti alle ultime novità della vita cittadina.

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COSTUME

SPOSARSI A TERNI PREZZI ALLE STELLE La spesa più consistente riguarda il pranzo nuziale, che ha un costo medio di 60/70 euro ad invitato, mentre il prezzo dell’abito da sposa varia notevolmente a seconda che si tratti di un abito tradizionale, il classico abito fatto su misura o confezionato, dai 1000 ai 7000 euro, oltre a 500 euro per gli accessori, l’acconciatura e il trucco.

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econdo i dati Istat per l’anno 2008, il numero di matrimoni celebrati in Italia ha visto dagli anni ’90 una continua diminuzione fino ad arrivare a 246613 nel 2008. Nella regione Umbria si sono celebrati 3725 matrimoni, di cui il 37,1% quelli civili e 18,6% di matrimoni in cui almeno uno sposo è straniero, l’età media degli sposi è 33 per l’uomo e 30 per la donna. Nella provincia di Terni i matrimoni sono stati 899, con una differenza tra 544 in chiesa e 355 con rito civile, 1/3 dei matrimoni sono stati celebrati a Terni città rispetto ai piccoli comuni limitrofi preferiti. Ad influire sulla tendenza di contrazione del numero totale è stato, anche, l’aumento dei prezzi. Valter e Daniela, lui poliziotto e lei farmacista, hanno deciso di sposarsi entro l’anno, ma sono indecisi. Daniela ci spiega “ abbiamo comprato casa, non a

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Terni, in un piccolo comune vicino dove i prezzi sono più bassi, abbiamo risparmiato un 30%, purtroppo faremo i pendolari visto che io lavoro a Terni e lui a Roma, ma non c’era alternativa, abbiamo preso il mutuo per la metà della cifra”. Per ora continua il futu-

de dall’impronta che gli sposi vogliono dare al grande evento. Tra le ultime particolarità c’è, ad esempio, la possibilità, per la sposa, di raggiungere il sagrato della Chiesa nientemeno che in elicottero, spazio permettendo, preceduta da un lancio di petali di

ro sposo “abbiamo acquistato solo la camera matrimoniale e la cucina, sempre a rate, l’indispensabile per iniziare la vita insieme, ma abbiamo finito i soldi, è difficile organizzare la cerimonia, alla fine convivremo”. Come dargli torto. In parte dipen-

rosa o da un paracadute che trasporta i confetti, ad un costo che supera di poco i 1.500 euro. Si spende molto meno noleggiando una carrozza o un’auto d’epoca, sui 400 euro. La spesa più consistente riguarda il pranzo nuziale, che ha un costo medio di 60/70

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euro ad invitato, mentre il prezzo dell’abito da sposa varia notevolmente a seconda che si tratti di un abito tradizionale, il classico abito “da sposa” fatto su misura o di un abito confezionato, dai 1000 ai 7000 euro, a cui vanno considerati circa 500 euro per gli accessori, l’acconciatura e il trucco. Il vestito dello sposo costa assai meno, dai 500 ai 1500 euro, a cui deve aggiungere circa 200 euro per regalare alla sua amata un degno bouquet che preferibilmente è composto di rose, gigli o di orchidee. Le partecipazioni di nozze, inviti, biglietti di ringraziamento e menù sono sui 300 euro, mentre le bomboniere confezionate si aggirano intorno a 1520 euro ciascuna, ma ci si può accontentare di soggetti più semplici o piccoli per scendere sotto 10 euro, i segnaposti circa 1euro per ogni invitato, a parte occorre pensare ai testimoni circa 100 euro a coppia. E’ in voga anche la possibilità di acquista-


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re oggetti di proprio gusto e confezionarli con le proprie mani, c’è poi chi produce liquori casalinghi in mini-confezioni, chi realizza centrini all’uncinetto e mille altre idee con soddisfazione personale, chi opta per le bomboniere solidali scegliendo di donare il

corrispettivo ad un’associazione onlus. Da non trascurare l’offerta libera per la disponibilità della chiesa, dai 300 ai 500 euro. L’addobbo floreale per la navata della chiesa e l’altare viene a costare dai 500 ai 2000 euro per tipologia di fiori utilizzati e

quantità, preferibilmente di stagione, si può risparmiare se nella stessa giornata ci sono più matrimoni, dividendo con le altre coppie questa spesa. Altrimenti i neo sposi si organizzano con fiocchi, nastri e fiori per creare in proprio l’addobbo. Molto meno la spesa per la cerimonia in municipio. Il fotografo professionista è un altro importante capitolo di spesa, che può andare dai 1400 fino ai 2000 euro tra fotografie, dipende dal numero, compreso l’album in pelle e il video digitale. Taluno, aiutato da abili amici può produrre il video in proprio, così

come le fotografie, grazie ai moderni mezzi digitali. Un discorso a parte merita il viaggio di nozze, deve essere unico e indimenticabile, ma oggi si possono fare buoni affari approfittando dei lastminute, essendo elastici sulla data di partenza, o può essere incluso nella lista nozze. Beh! Auguri ai futuri sposi. Attenzione a districarsi nella giungla dei prezzi, affidandosi sempre a personale professionista e competente per rendere indimenticabile il giorno più bello! S.V.

Pieter Brueghel, Banchetto Nuziale

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MARCO

MUSICA

MENGONI É

l’artista del momento, Apprezzato ed amato da pubblico e critica in egual misura sta incassando, in brevissimo tempo, un successo dopo l’altro. E vive a due passi da Terni. Il protagonista di questa favola dei giorni nostri è Marco Mengoni, classe 1988 (è nato il giorno di Natale) vincitore di X-Factor, il talent show di Rai 2 e terzo classificato al Festival di San Remo. Il giovanissimo cantante vive con la sua famiglia a pochi chilometri da Terni, in un caratteristico comune della provincia di Viterbo che si chiama Ronciglione. E’ la mamma Nadia a raccontare la bellissima storia legata alla nascita del figlio: “Mi avevano diagnosticato un’anomalia che non mi avrebbe permesso di avere figli. Andai a San Giovanni Rotondo, a pregare sulla tomba di Padre Pio, affinchè mi desse la forza di affrontare questa prova. Trovai tanta serenità e tranquillità da quel viaggio. Era il 1988 e il giorno di pasqua di quell’anno poco dopo che ero tornata, mi accorsi che ero rimasta incinta, di Marco naturalmente. Doveva nascere i primi di gennaio del ’99, ma il parto fu anticipato. Marco è nato il giorno di Natale! – e continua – probabilmente sono tutti segni che il Signore mi ha dato e io non finirò mai di ringraziarlo”. Il ‘Re Matto’ come si è autodefinito nel titolo del suo ultimo disco, già da bambino dimostra di amare la musica. Come si legge infatti nella biografia diffusa dalla sua casa discografica: “Alla tenera altezza di 70 centime-

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tri comincio ad ascoltare di tutto, dal pop al R&B, soul, rock ed inizio ad approfondire la mia cultura musicale. Scopro il Karaoke e comincio a cantare di nascosto, per timidezza. Poi una volta i miei, per caso mi ascoltano, e si convincono a mandarmi ad una scuola di canto. Da quel momento capisco che la musica non è poi così semplice come pensavo: c’era da imparare molto, tecniche di respirazione, maschera facciale, scale, vocalizzi di qualsiasi genere, per affinare la voce”. Marco si iscrive ad una scuola di canto, e, nel frattempo continua a frequentare l’istituto d’arte di Civita Castellana, fermamente convinto che: “la tecnica è importante ma l’emozione è fondamentale”. L’insegnante della scuola di canto lo inserisce in un quintetto vocale con cui si esibisce nelle feste di piazza: il repertorio è quasi tutto di cover e proprio questa padronanza nell’eseguire i brani degli altri gli sarà di grande utilità nell’avventura di XFACTOR. Il talent show di Rai Due lo ha portato alla ribalta del grande pubblico facendo conoscere le sue straordinarie doti. Marco è riuscito a superare indenne tutte le fasi delle selezioni, sbaragliando letteralmente gli altri concorrenti senza mai passare attraverso il meccanismo dei ballottaggi per l’eliminazione. Vincendo XFACTOR, Marco partecipa

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di diritto alla sessantesima edizione del Festival di Sanremo nella categoria “Artisti”, quella che negli anni precedenti veniva chiamata “Big”, con la Canzone “Credimi ancora” di Fabiani e Calabrese. Queste le emozioni raccontate nel suo diario alla vigilia del debutto: “Ore 15.50. Che emozione tra poche ore si canta. Chi l’avrebbe mai detto che sarei stato catapultato nel giro di due mesi addirittura sul palco dell’Ariston. Ho paura. I bookmakers mi danno per favorito, ma io voglio solo cantare. Il resto non conta. Non sono qui per stupire, non sono il nuovo De Andre o il nuovo Tenco. Devo dare il meglio di me come se fosse l’ultima volta. Ho sentito Mara, mi ha detto di essere me stesso e continuare cosi, ma non è facile. Oggi ho fatto una corsa sul lungomare per scaricare la tensione. L’ipod con la musica degli AC/DC e di Amy Whinouse mi hanno gasato. Ho pensato a Morgan. Non l’ho chiamato, non volevo disturbarlo. Troppe cose sono accadute in questi giorni. Ne riparleremo alla fine del Festival. Una giornalista mi h chiesto se avessi mai cantato nel coro della parrocchia. Se lo aspettava. Invece, proprio la sua domanda mi ha fatto ripensare che al Duomo non ho mai cantato. Peccato, ma questa sarà una delle cose che devo fare quando torno a Ronciglione. Rileggevo il testo della canzone. Ricordo che all’inizio era molto acida poi l’ho ammorbidita. Ma perché proprio ora ripenso al testo? Sono cocciuto e questa canzone deve dimostrare quello che sono. Cavolo

UN CANTANTE DI GRANDE SUCCESSO A DUE PASSI DA TERNI è tardi… stasera canto per sesto, dopo c’è Susan Boyle. Anche lei come me meno di un anno fa era una sconosciuta. Speriamo bene… “ Il testo scritto da lui stesso, è difficile e sicuramente diverso dagli standard sanremesi. Marco definisce ‘Credimi ancora’ “una canzone non molto sanremese, ma piena di energia e anche un po’ “stronza”. Nel senso che racconto il mio modo di essere rispetto ai sentimenti che a volte può risultare ambiguo”. Serata dopo serata, il giovane talento convince e riesce a conquistare la finale, nonostante le iniziali difficoltà legate appunto al carattere particolare del brano presentato. I bookmakers lo danno per favorito, in realtà riesce a guadagnare ‘solo’ il terzo posto, subito dopo Pupo e Emanuele Filiberto (con tutte le ormai note polemiche del caso n.d.r.). Tutto per lui rimane però il complimento più bello, quello espresso da Mina su un biglietto che gli è stato fatto recapitare da Benedetta Mazzini, la figlia. Poche e nello stesso tempo di una smisurata intensità le parole scritte dalla cantante: “Sono orgogliosa di fare il tuo stesso mestiere”.


L’EVENTO

ELIO A TERNI ‘CON I FUTURISTI’ Sta per arrivare a Terni un artista

Stefano Belisari, in arte Elio 48 anni

già una volta sbarcato nella nostra città, con precisione a Villalago: Elio di Elio e le storie tese, che chiuderà la rassegna 2010 di Visioninmusica, il giorno 23 aprile presso il teatro Verdi, alle ore 21. Questa volta, però, non ci presenterà la sua musica con il gruppo, ma qualcosa di ben più originale, quasi strano, infatti, si cimenterà in uno spettacolo, dal titolo: “Elio e i futuristi del futuro. Fu…turismo”; già il nome è tutto un programma!! In occasione del centenario dalla nascita del movimento futurista, Elio si esibirà in una serata stravagante che ripercorre la corrente artistica con sketch, canzoni e letture ‘semi-serie’. Lo show si divide in due parti: nella prima, “La magnifica spedizione fu…turista da Milano a Marechiaro per uccidere il chiaro di luna”, rappresenta il protagonista del Futurismo, Marinetti, in un disastroso viaggio da Milano a Napoli, in cui, lo scrittore avrebbe voluto eliminare il chiaro di luna: un percorso irreale dalle atmosfere futuriste raccontato da dieci canzoni, scritte da Elio e Piero Bodrato, con

musica di Nicola Campogrande. La seconda e ultima parte, invece, è formata da una raccolta di canzoni, composte da Rodolfo De Angelis e arrangiate da Alessandro Nidi, cui si alternano letture del “Manifesto Futurista” e del “Come si seducono le donne” di Filippo Tommaso Marinetti. Gli spettatori si immergeranno in uno spettacolo esilarante e irriverente, alla scoperta del futurismo; sul palco ci saranno: Elio-voce, Danilo Grassi-capomacchina e percussioni, Corrado Giuffredi-clarinetto, Giampaolo Bandinichitarra, Enrico Fagonecontrabbasso, Cesare Chiacchiaretta-fisarmonica. La figura di Elio è diventata famosa, grazie al gruppo che ha voluto fortemente creare nel 1980: Elio e le storie tese, un’equipe di artisti che, con talento e passione hanno fatto divenire i loro album pubblicati, ‘Disco d’Oro’, in Italia.

Mariana Ribeca


PSICOLOGIA

Complotti, profezie e leggende metropolitane:

PERCHÉ CREDIAMO ALL’INCREDIBILE? “L’

uomo è un animale razionale”: è così che ci piace pensare della nostra specie, che fra tutte appare la più intelligente. L’epoca in cui viviamo non è che un riflesso di questa supremazia della ragione, la scienza avanza con le sue scoperte e le sue invenzioni. Come mai allora continuiamo a credere in fenomeni dalla non provata esistenza? Perché siamo così irresistibilmente attratti da maghi, rabdomanti, astrologi, dalla lettura dei tarocchi, dei fondi del caffè, dalla superstizione, dalle profezie Maya sulla fine del mondo, dai complotti, dalle leggende metropolitane?

P

er cercare di spiegare questo apparente paradosso conviene partire dalla considerazione che la mente umana è senza dubbio molto più complessa di quanto in genere si pensi. A differenza di altri animali, noi siamo primati evoluti che cercano di dare coerenza e una spiegazione a tutto ciò che osservano. Tentiamo sempre di associare un fenomeno ad una causa, se guardiamo dei punti su un foglio, cerchiamo di unirli mentalmente per vedere che figura formino. Se osserviamo le nuvole in cielo, quasi mai ci rassegniamo al fatto che non abbiano un aspetto riconoscibile e proviamo a vederci dei volti, degli animali o degli oggetti. Questo modo di organizzare la realtà è un imperativo biologico, selezionato dall’evoluzione,

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che aiuta l’uomo a muoversi in un mondo pieno di stimoli, a volte pericolosi, a volte essenziali per la sopravvivenza. Ad esempio, è talmente importante che noi riusciamo ad individuare in fretta i volti dei nostri simili, che un’ area del cervello è deputata proprio a riconoscerli e a ricordarli. Il problema è che a volte, ignari di questo meccanismo, arriviamo ad essere sicuri di qualcosa che noi abbiamo percepito come un volto e che invece era solo una macchia di muffa sul muro. Quando gli individui non riescono ad avere una sensazione di controllo oggettiva su ciò che stanno sperimentando, cercano uno schema, anche illusorio, capace di spiegare i fenomeni non chiari e quindi potenzialmente incontrollabili. La sensazione di avere gli eventi sotto controllo è

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essenziale per il nostro benessere: ragioniamo più lucidamente e prendiamo decisioni migliori quando sentiamo di poter controllare la nostra vita. Se questa sensazione manca, entriamo in ansia. Se la situazione è ambigua o troppo complessa da comprendere, allora siamo disposti a credere a cose anche molto improbabili, pur di darci delle spiegazioni e ridurre così il nostro stato

di confusione e di stress. Facciamo degli esempi: in un mondo che, grazie al bombardamento giornaliero dei media, ci appare spesso imprevedibile e irragionevolmente crudele (catastrofi, omicidi, violenze, ecc.), le teorie complottiste ci vengono in aiuto. Ecco quindi che è preferibile credere che il mandante dell’attacco alle Torri Gemelle sia stato il governo degli Stati Uniti, piuttosto che


PSICOLOGIA ammettere l’ insuccesso dei più sofisticati sistemi di sicurezza. Allo stesso modo, è più rassicurante pensare che un piccolo pezzo di plastica rosso a forma di corno abbia il potere di allontanare la malasorte, piuttosto che accettare l’imprevedibilità della sorte stessa. Eppure la scienza e la statistica parlano chiaro: non esistono collegamenti tra amuleti, profezie ed eventi. Ma allora come mai continuiamo a credere nel potere del cornetto, anche se quel giorno che l’avevamo in tasca è andato tutto storto? In questo caso interviene un altro meccanismo psicologico chiamato da Leon Festinger “dissonanza cognitiva”. Leon Festinger studiò gruppi che prevedevano la fine del mondo e scoprì che per la maggior parte dei membri la credenza diventava più forte che mai dopo che la profezia non si era avverata. Le sue ri-

cerche rivelarono che i membri dovevano trovare un modo per fronteggiare psicologicamente il fallimento delle loro teorie, avendo bisogno di mantenere ordine e riferimenti nella vita. E quindi potevano inventarsi ogni genere di mistificazione riguardo alla data disattesa dell’evento (calcoli sbagliati, nuove profezie che modificavano le precedenti, ecc.). Avevano investito troppo tempo, denaro ed impegno per accettare che fosse tutto falso: era tardi per tornare indietro. Così, per rimediare, raddoppiavano la devozione. La paura dell’ignoto influenza pesantemente comportamenti come questi: meglio la peggiore delle sentenze, piuttosto che dover sostenere l’ansia del non sapere cosa accadrà. La società odierna è afflitta da molte paure senza volto a cui cerchiamo di dare un nome

di volta in volta (l’asteroide, la pandemia, il riscaldamento globale, la crisi economica), una sorta di “autoterapia”, per neutralizzare, con una paura conosciuta, una paura ancora più grande perché sconosciuta. Psicologi, antropologi e neuroscienziati sono oggi in grado di fornire le spiegazioni del perché anche a persone colte e ragionevoli capiti di credere a cose fantasiose, che danno corpo a timori, angosce, deliri collettivi, tipici del no-

stro tempo. La mente ed il comportamento degli uomini conservano uno spazio per l’irrazionale (dovuto tra l’altro – paradossalmente - a capacità mentali evolute come l’autocoscienza, il pensiero astratto, la possibilità di costruire un universo mentale immaginario e ad altre caratteristiche sociali) che è evidentemente funzionale alla sopravvivenza della specie e quindi necessario tanto quanto la razionalità. L’importante però è non cadere nella trappola di chi, conoscendo questo aspetto dell’animo umano, lo sfrutta per fare soldi: un tumore non si cura con un rito magico e un fidanzato non tornerà grazie ad un giro di carte. Per chi vuole approfondire: Convegno “2012: Una catastrofe annunciata. Riflessioni fra profezie e scienza” Sabato 17 aprile 2010, ore 9.30- Palazzo Trinci, Foligno. A cura della Dott.ssa Michela Rosati Psicologa Psicoterapeuta info@michelarosati.it

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BENESSERE

COLORI ED EMOZIONI

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colori hanno un grande potere su di noi. E’ facile abbinare un colore all’umore o ad una situazione vissuta, con esso si trasmette e si influenza uno stato d’animo. Gli studi sul colore in anni recenti sono stati fatti da un filosofo e psichiatra svizzero che impostò quella che si definisce la psicologia del colore. La tendenza individuale a preferire un colore o combinazioni cromatiche, ad un altro si può ricondurre a stati emozionali che insorgono in chi li osserva. I colori hanno oltre che al potere di generare una risposta comportamentale una forte incidenza comunicativa delle nostre paure, ansie o aspettative. Un vero e proprio codice. Tutti i colori sono belli purché non ripetitivi e ossessionanti. La natura ci insegna basta osservare. Essenziale è mai smettere di prenderci attenta cura di noi indipendentemente dal colore dell’abito che si è deciso di indossare. Questo diventa più difficile proprio quando avremmo più bisogno di es-

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sere accorti, negli stati di depressione o tristezza si diventa frettolosi e distratti nello scegliere l’abbigliamento rinunciando così al contributo che potremmo trarre dal dedicarsi. Si tende infatti a sentirsi inadeguati in abiti colorati o che sottolineano la figura e mettono in primo piano i nostri pregi facendoci sentire attraenti, mentre si preferiscono tenute di tipo “sacco di patate” dove ci possiamo ben nascondere. Insomma l’abito fa il monaco allegro o triste. La stagione sta cambiando e basta guardarsi intorno per trovare suggerimenti su come rinnovare l’armadio che da anni la moda riempie di ogni gradazione del nero. Tuffiamoci a pesce nel colore. Già le vetrine si sono riempite di cosine allegre e variopinte. Con l’arrivo delle prime belle giornate le tinte dei fiori in toni pastello o accesi ci fanno sentire più allegri e pronti ad accogliere i raggi del sole sulla pelle.

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Basta con il nero e il grigio ad oltranza, non se ne può davvero più, i colori come il rosa e sue nuance saranno i toni giusti della rinascita, ridanno carica e subito cambia la percezione del nostro insieme. Anche gli ambienti in cui viviamo e lavoriamo possono attraverso il colore avere una influenza sul nostro equilibrio emotivo. Persino la resa sul lavoro potrebbe migliorare con i colori giusti, questi predispongono a movimenti emotivi transitori di stabilità, irritabilità, concentrazione o distacco. In genere i colori caldi sono considerati stimolanti, invece quelli freddi calmanti. L’utilizzo mirato del colore in medicina alternativa moderna è chiamato cromoterapia e utilizza queste indicazioni: Rosso: dinamico, energico e stimolante. Colore dell’amore e della passione è da evitare però in camera da letto e in ambienti dove si vuole mantenere la quiete, può essere causa di ansie e reazioni aggressive. Giallo: antidepressivo, facilita la socializzazione e la concentrazione. Adatto per ambienti comuni e per ristoranti o zone cucina. No in camera da letto, la sua forza dinamica può

dare nervosismo. Arancio: Visto come un compromesso tra il rosso e il giallo ha invece una forte personalità. Induce a serenità e calma le paure. E’ il colore degli entusiasmi e combatte l’inappetenza. Ottimo negli ambienti comuni di casa. Verde: La natura lo ha scelto e non se ne è mai pentita. Rigenera e rallenta il passo degli animi stressati. Calma e tranquillizza. Rende lucido e analitico il pensiero. Un detto però sentenzia “chi di verde si veste troppo della sua beltà si fida”. Blù : Elegante in tutte le sue gradazioni. Ottimo negli uffici è considerato nelle nuance più azzurre il colore della luce. Calma e combatte lo stress. Bello in camera da letto e nelle scuole. Nero e Bianco sono considerati fuori scala in quanto non colori anche se al bianco si attribuisce un simbolo di purezza e santità e al nero di mistero e occulto.

A cura di Patrizia Maria Cavallo


Primavera

ESTETICA

un’occasione per svestirsi

Anche

quest’anno vien danzando alla nostra porta: la prima vera occasione di toglierci il cappotto. Capo di abbigliamento che come il Bruqua nasconde corpo e chili di troppo. Lunghi neri e accollati hanno celato alla vista di tutti, noi stesse incluse, il corpo con le sue curve, queste infatti da pericolose sono diventate promontori collinari dell’astigiano: immensi. Palestre, istituti estetici, tennis club, dietologi trovano la loro alta stagione in questo periodo. Accertato che il bifidus attivo, le camminate domenicali, le diete a base di uova della Thatcher e i buoni propositi non sono sufficienti restano poche alternative, forse una: prendere sul serio il problema. Che fare? Regola numero uno: l’alimentazione. Ma se sappiamo perfettamente cosa ci fa male e cosa bene, cosa eliminare per buttare giù un paio di chili e da dove cominciare, perché cavolo non lo si fa? Forse perché qualche volta non bastiamo a noi stessi e cercare aiuto è l’inizio della vittoria. Alimentarsi in maniera equilibrata non vuol dire perdere

peso. Regola numero due: movimento, movimento, movimento. La palestra è un modo costoso di farne. Andare a piedi, fare le scale, accelerare l’andatura e smetterla di frignare è un modo meno costoso ma ugualmente efficace. Utilizzarli entrambi è l’ideale. Terza regola: amati. Cura la pelle, usa dei prodotti coadiuvanti al trattamento dei tuoi problemi che già svolgi con alimentazione e movimento. Frequentare un buon istituto estetico resta un ottimo aiuto se non si aspettano miracoli. Il massaggio fa dimagrire solo chi lo fa, quindi non ci saranno ne miracolati ne miracolatori. Gli effetti benefici del massaggio e di accurati trattamenti ci sono ma non solo la soluzione ai piatti di manfricoli e al tiramisù. Tu sei responsabile dei risultati che ottieni, non la tua estetista o il tuo dietologo. Quindi cresci! Ma la bella o la brutta figura non sono determinate solo dal peso misurabile dall’ago della bilancia. La femminilità e la grazia, il buon gusto e il garbo, restano componenti indispensabili. Alain Elkann

alla domanda che cosa fosse l’eleganza risponde l’eleganza è ciò di cui non si parla. Borse con marchi prestigiosi a caratteri cubitali, acconciature da forbice impazzita, fusò in finta pelle o unghie a fiori con stras e catenelle, tutto questo, è l’ opposto di quello di cui non si parla. Il pacchiano, il volgare e il demodé devono perdere fans. Come capire quello che mi sta bene da quello che mi sta male? Vediamo.. hai le cosce come le colonne del porticato della vecchia posta? Evita la minigonna. Hai un seno a pera che tende a non volersi più

opporre alla forza di gravità? Mai senza un reggiseno di sostenimento. Hai coltivato su gambe, braccia, ascelle e inguine una peluria che ha raggiunto una visibilità da un metro? Decespugliati. Il tuo viso è dotato di sopraciglia e baffi del tipo foresta pluviale amazzonica? Fermati dalla tua estetista. Lo sai cosa potrebbe esserci di molto nascosto? Una splendida foglia di Era. Presentacela.

A cura di Patrizia Maria Cavallo


ALIMENTAZIONE

Aprile, fioriscono gli asparagi I

l mese di aprile rappresenta l’inizio della stagione per la raccolta degli asparagi e nelle campagne di Terni questo prezioso (sia per le sue qualità nutritive che per il prezzo con cui viene proposto) vegetale è presente in abbondanza. Gli asparagi fanno parte della stessa famiglia di cui fa parte l’aglio e la cipolla, ne esistono di diverse tipologie: • asparago bianco, che germogliando interamente sotto terra (e quindi in assenza di luce), presenta un sapore delicato, • asparago violetto, dal sapore molto fruttato, è in realtà un asparago bianco che riesce a fuoriuscire dal suo sito e, vedendo la luce, la punta diventa lilla. Ha un leggero gusto amaro, • asparago verde, che germoglia all’aria aperta portando a compimento il suo processo naturale di fotosintesi clorofilliana, esso ha un sapore marcato e il suo germoglio possiede un gusto dolciastro, quello coltivato e amaro, quello selvatico. Gli asparagi contengono poche calorie, ma è necessario fare attenzione perché la loro caratteristica è stimolare l’ appetito; sono ricchi di fibra, vitamina C, carotenoidi e sali minerali quali calcio, fosforo, magnesio, potassio; sono anche ricchi di rutina, che serve a rinforzare le pareti dei capillari. Questo vegetale ha un’azione depurativa e diuretica è quindi indicato nei casi di cellulite e ipertensione in quanto riduce il ristagno di liquidi nei tessuti, è invece sconsigliato per chi soffre di disturbi renali, di calcoli, prostatiti e cistiti per la presenza di ossalati e purine. Tra le proprietà dell’asparago, mi preme evidenziarne una legata ai disturbi del pe-

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riodo primaverile (sbalzi d’umore, depressione, malinconia...): la proprietà antidepressiva. Gli asparagi contengono l’aminoacido asparagina - o acido aspartico ed è questo a conferire all’urina il tipico odore, attraverso un rapido metabolismo che lo trasforma in prodotti di degradazione solforati. Questo odore dell’urina è strettamente legato all’efficienza renale; se il sistema renale è efficiente, l’odore si sente nell’orinazione immediatamente successiva (dopo 10-15 minuti) all’ingestione degli asparagi. Il consumo di asparagi da parte delle donne in gravidanza riduce sensibilmente la possibilità che il feto sviluppi malformazioni, soprattutto la spina bifida per la presenza di acido folico il vero tesoro degli asparagi, una sola porzione di questa verdura assicura il 66% della razione giornaliera raccomandata, attenzione però all’assunzione di asparagi, soprattutto quelli selvatici, nelle donne che effettuano l’allattamento al seno, in quanto questo alimento conferisce un sapore particolare al latte materno, che ha volte può essere rifiutato dal nascituro.

A cura della Dott.ssa Monia Zambernardi Nutrizionista


Vernacolo CANTAMAGGIO 1968. È maggiu. Beh?! ce fai li comprimenti? Ce so’ ttanti poeti!? ’gna a sindilli… Terni anticu, le rondini, li grilli, l’Avemmaria, le lucciole, l’armenti… «E le lecche scrocchiate a li studenti? E lu sangue, li cristi, l’urli, strilli de quist’umanità che co’ li spilli viè puncicata da li più potenti?» Ma quiste cose qui nun so’ importanti! Stasera ’che ’nderessa è lu folklore… La poesia…le musiche… li canti… se festeggia lu mese dell’ammore!... Giù ’n fonnu ’n carru strano vêne avanti e me pija ’na gran stretta qui lu core. 1 maggio 1968

DA LA MONTAGNA DE LA CROCE Sci è qui vicino, ma per m’è lontano Terni, da ’sta montagna qui a guardallu; Terni mia, mo’ me pare d’acchiappallu Dolcemente, cuscì, drent’a ’na mano. Io me lo stringu piano, piano, piano, e sogno, che vorrei fa’ diventallu un Shangrilà, dove che si nun fallu lu Tempu lì nun è affatto sovrano. E sogno da vedè la gente a rride, affratellata, ’n pace, in armonia, cosciente ch’è essa stessa che decide. Ma quanno po’ lu sognu scappa via e m’arpija lu complessu dell’annide, guardu lu fume dell’acciaieria. Tratti da: “221 sonetti”, di Antonio Pecorelli.

Proverbi >> Lu compare e la commare, cionno sempre quarch0affare, tra de loro da sbriga’. >> Bbeatu ’llu portone ddo’ ’n che scappa ’llu cojone. >> Lo corne so’ ccome li denti: fonno male quanno spuntono ma ddoppo ce sse magna. >> La moje, lu fucile e lu cane non ze ’mprestono mai a gniciunu. >> Quello che ’n zuccede in cent’anni, succede in un minutu. >> Un cavaliere co’ ddu’ dame fa la figura de ’n salame. >> Chi non vole bbene a le bestie, manco a li cristiani.

le Ricette 1/ SCAFATA

Ingredienti: 1 Kg circa di fave fresche pulite, ½ bicchiere di olio, 1 cipolla, foglie di menta o mentuccia. Nelle campagne della Valnerina la scafata era un piatto che si usava consumare anche per la prima colazione. Preparazione: Disporre in una pentola le fave con olio e cipolla affettata finemente, e coprire con il coperchio, lasciando cuocere molto lentamente. Quando le fave si sono ammorbidite, aggiungere dell’acqua calda (circa mezzo bicchiere) e la menta. Salare e far cuocere per 30 minuti. Volendo , esse possono essere servite con delle fette di pane casereccio abbrustolite.

2/ SUPPLÌ

Ingredienti: 2 fegatini di pollo, 2 gricili di pollo, 1 costa di sedano, 1 cipolla, 500g di riso, 500g di pomodori pelati passati, 60g di pecorino grattugiato, 2 uova intere, buccia grattugiata di 1 limone, ½ bicchiere di olio di oliva, 1 cucchiaino scarso di cannella, pane grattugiato. Preparazione: In una pentola mettere il sedano e la cipolla tritati, i fegatini e i gracili di pollo tagliati a pezzettini piccoli, e mezzo bicchiere di olio. Far soffriggere lentamente per 10 minuti, aggiungendo un poco di acqua calda se rosolano troppo. Poi versare i pelati e cuocere ancora un po’. Quindi aggiungere il riso. Mescolare bene, e un poco alla volta mettere acqua calda quanto basta perché risulti un composto morbido. A fine cottura togliere dal fuoco, aggiungere subito il pecorino e la buccia grattugiata del limone. Lasciare raffreddare, quindi unire le uova battute e la cannella, amalgamare bene il tutto con le mani e formare i supplì. Poi passarli nel pane grattugiato e friggerli.

3/ CROSTINI AL TARTUFO

Ingredienti: Tartufi, pane casereccio, olio di oliva. Preparazione: Lavare con uno spazzolino i tartufi. Grattugiare, o pestare nel mortaio, con un piccolo spicchio di aglio se si tratta di tartufi estivi. Versare dell’olio in un pentolino; quando è ben caldo aggiungere i tartufi e togliere dal fuoco. Abbrustolire le fettine del pane, e spalmare sopra il tartufo.

>> L’erba trista non ze strica mai. >> Fa prima unu a smucchia’ che ccentu a ’mmucchia’. >> Chi ’nn è bbon magnarellu ’nn è bbon faticarellu.

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COME, DOVE, QUANDO

EVENTI A TERNI e dintorni >>Terni. Presso il CAOS (Centro Arti Opificio Siri), sede di Terni della mostra Piermatteo d’Amelia e il Rinascimento nell’Umbria meridionale, fino al 25 aprile, si svolgeranno delle visite guidate tematiche per approfondire argomenti inerenti l’opera a di Piermatteo D’Amelia e l’arte e la società rinascimentali. La durata prevista della visita è di circa un’ora. E’ possibile la partecipazione di un massimo di 30 persone. La visita tematica è gratuita. 18 aprile - La figura dell’artista nel Rinascimento. Tradizione e innovazione a confronto >>Laura Sette; 25 aprileIconologia e simbologia nell’arte rinascimentale >> Valter Proietti. Info e prenotazioni: 800911984, Kairos Società Cooperativa Largo Liberotti, 7.

>> San Gemini (Tr). Fino al 25 aprile 2010: mostra personale del pittore Afranio Metelli dal titolo PUGILI a cura di Franklin Watts presso lo Studio Watts, Vicolo Gemine Astolfi 2. Afranio Metelli ha studiato all’Istituto d’Arte e all’Accademia di Belle Arti, entrambe di Perugina; caratteristica di Afranio Metelli è una certa naivetè, accompagnata ad un humour sornione. Sabato e Domenica 10.00 – 12.00 / 16.00 – 18.00, durante la settimana per appuntamento. Info:tel. 329 048 29 43. >>Spoleto (Pg). Dal 16 aprile 2010 fino al 2 maggio si svolgerà il Festival Pianistico di Spoleto: XIV edizione. Nel bicentenario della nascita di Fryderyk Chopin (1810-2010), il compositore che più di ogni altro ha legato il suo nome al pianoforte, il Festival di Spoleto celebra il grande artista polacco nella magica cornice della città umbra. La manifestazione è organizzata dalla Musici Artis Umbria.

>> Terni. Il 24 aprile 2010 ore 17.30 a Palazzo Gazzoli, via del Teatro Romano 13, sala rossa: Tra/sfigurazione, incontro-conferenza con la Teologa Lilia Sebastiani. >>Castelluccio di Norcia (Pg). Domenica 16 maggio >> Terni. Il 9 maggio 2010 2010, a Castelluccio di Norore 17.30 alla cappella di Pa- cia, nel vocabolo Lu Cunlazzo Gazzoli, via del Teatro nuttu si celebrerà la FeRomano 13: “Cercando una sta dell’Ascensione alle ore creatività silenziosa”, dimo- 11,00. Dopo la Santa Messa strazione pratica di lavoro di si fa la processione. Dopo performing art Associazio- circa un chilometro di perne Didymos. Info: associa- correnza, si giunge su lu zione.asteria@gmail.com cunnuttu dove è allestito

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un altare adornato con i più bei fiori che sbocciano nelle vicinanze. Il Parroco invoca la protezione dei Santi poi benedice la campagna chiedendo la protezione dal fuoco, dalla grandine, dalle intemperie e dalle gelate. >>Rieti. Dal 16 al 20 aprile 2010: 1° Festival Europeo Dom Bedos-Roubo. La manifestazione si terrà presso la chiesa di S.Domenico: venerdì 16 aprile Convegno “La musica sacra e l’arte organaria classica” presso l’Hotel Park Villa Potenziani (Ingresso Libero), ore 21.00 Concerto di Apertura; sabato 17 ore 21.00 Esecuzione integrale della Messe I; domenica 18 alle ore 17.00 L’Arte della Trascrizione, ore 18.30 Messa Solenne con Organo e Coro, ore 21.00 Il Settecento tra Francia e Germania; Lunedi 19 alle ore 21.00 Irradiazioni Venete nel Tastierismo centro- tedesco; martedì 20 alle ore 21.00 Concerto di chiusura “L’organo in Europa fra Barocco e Classicismo”. Per info: tel:+39 0746 2871. >>Rieti. Dal 24 aprile al 1 maggio 2010: Danza Festival, XX Concorso Internazionale Danza. Il concorso si terrà presso il teatro Flavio Vespasiano. >>Fara in Sabina (Rt). Il 2 maggio 2010 si svolgerà:

“Per le vie del borgo”, mercatino dell’antiquariato e artigianato. Nella splendida cornice dell’Abbazia di Farfa il mercatino chiuderà al tramonto, l’ingresso è libero. Info: 348.7330944. >>Viterbo. Sabato 1 maggio 2010: San Pellegrino in fiore. Un insolito itinerario floreale ambientato nelle vie e nelle piazze del quartiere medievale di Viterbo. L’abilità e l’inventiva di numerosi florovivaisti danno vita a suggestivi scorci floreali che incorniciano il quartiere di S.Pellegrino. in piazza del Gesù viene organizzata una manifestazione dedicata ai “Grandi vini della Tuscia Viterbese”, con stand per le degustazioni. >> Marta (Bolsena). Il 14 maggio si festeggia a Marta, piccolo centro sul lago di Bolsena, la tradizionale Barabbata. Casenghi, Bifolchi, Villani e Pescatori, rappresentanti delle arti e mestieri, sfilando in costume e con i carri allegorici per le vie del paese, raggiungono l’antico Santuario della Madonna del Monte dove si celebra, nell’offerta alla Madonna di tutti i frutti della terra, la cerimonia delle “Passate”, che rievoca antichi riti pagani di propiziazione.

A cura di Mariana Ribeca


OCCHIO SULLA CAPITALE

EVENTI A ROMA >> Il 20 aprile 2010:

Fiorella Mannoia: Acoustic Tour 2010.

Granteatro, viale di Tor di Quinto. >> Fino al 25 aprile 2010:

“Biographical Landscape”,

dalle ore 10:00 alle ore 20:00. La mostra racconta la metodica esplorazione dei paesaggi nell’opera di Shore e i suoi forti parallelismi con l’arte concettuale. Sensibilizzato alla cultura pop dalla frequentazione della Factory, la sua attenzione si è poi focalizzata sui paesaggi insoliti (Uncommon Places) dell’America dell’Ovest. Le 164 fotografie esposte sono suddivise in ordine cronologico, a partire dal primo viaggio attraverso l’America che cominciò il 3 luglio dal 1973. Museo di Roma in Trastevere Piazza di Sant’Egidio, 1/B. >> Fino al 25 aprile 2010:

“Lawrence Ferlinghetti: 60 anni di pittura”,

dalle ore 10:00 alle ore 20:00. La mostra ripercorre la carriera dell’artista americano Lawrence Ferlinghetti, dalle prime prove tecniche degli anni Cinquanta fino alla piena maturazione espressiva delle opere contemporanee. Un percorso creativo che affronta i temi sociali più importanti degli

ultimi sessant’anni di storia. Mu- le immagini realizzate da alcuni seo di Roma in Trastevere Piazza di dei più grandi fotografi che lavoraSant’Egidio, 1/B. no con il magazine, la mostra presenta un percorso fotografico che >> Fino al 25 aprile 2010: racconta la vita degli esseri umani. “I colori dell’Ara Pacis”, dalle ore 20:00 alle ore 23:00. Con una Palazzo delle Esposizioni, via Natecnica di proiezione digitale l’Ara zionale, 194. Pacis si potrà ammirare con i colori originali. La scelta delle singole tinte per “l’Ara Pacis a colori” è stata operata sulla base di confronti con la pittura romana, specialmente pompeiana, studi condotti su monumenti più tardi ma influenzati dall’Ara Pacis e ricerche cromatiche svolte sulle architetture e sulla scultura greco-romana. Museo dell’Ara Pacis Lungotevere in Augusta. >> Il 4 maggio 2010:

Whitney Houston in concerto.

Palalottomatica, Eur-Piazzale dello sport. >> Fino al 4 maggio 2010:

“Il Nostro Mondo”,

dalle ore 10:00 alle ore 22:30. Terza rassegna fotografica dedicata alla natura e all’uomo, a cura di Guglielmo Pepe, direttore di National Geographic Italia. Con l’ausilio del-

>> Dal 4 maggio 2010:

“Pinocchio, il grande musical”,

con Manuel Frattini, presentato dalla ‘Compagnia della Rancia’. Teatro Sistina, via Sistina 129. >> Fino al 16 maggio 2010:

“Donna. Avanguardia femminista negli anni ‘70 dalla Sammlung Verbund di Vienna”, dalle ore 08:30 alle ore 19:30. La Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea, in collaborazione con Sammlung Verbund di Vienna, offre al pubblico le opere di artiste che negli anni Settanta hanno trattato da pioniere temi come il corpo, l’identità femminile e la differenza fra i sessi eleborandone una personale visione. GNAM - Galleria Nazionale d’Arte Moderna, viale Delle Belle Arti, 131. A cura di Mariana Ribeca

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WEEK-END

NEL TERNANO

F

inalmente le temperature sono divenute più miti e la voglia di uscire per le vie della città aumenta…i locali cominciano a tirar fuori dal magazzino sedie, tavoli e ombrelloni per degustare l’happy hour all’aperto, ma da dove viene questa ultima moda?? Happy hour: espressione in lingua inglese che significa letteralmente “ora felice”; è una pratica nata nei paesi anglosassoni per attirare la clientela nei pub dopo l’uscita dal lavoro con l’offerta di consumazioni a prezzo ridotto per una o due ore nel tardo pomeriggio, coprendo tipicamente l’intervallo tra le 17 e le 18. In Italia l’happy hour, nei locali che la propongono, comincia in genere più tardi che in Gran Bretagna, e si prolunga nella serata, spesso fino alle 20 o alle 21. Da noi, questo termine è spesso utilizzato impropriamente in sostituzione del termine “aperitivo”. In quanto, a differenza dei paesi anglosassoni, non si offrono consumazioni a prezzo ridotto, ma semplicemente la possibilità di mangiare stuzzichini vari spesso a fronte di una maggiorazione del prezzo delle bevande.

TERRAZZA ELETTRA:

DOLCE VITA

via fratini Terni, tel.0744/420120

via San Marco 17 Terni, tel.329/2156729

Uno spazio per incontrarsi, scambiare due chiacchiere e trascorrere momenti di relax e divertimento... La TERRAZZA Elettra (“la terrazza”, come la chiamano ormai i tantissimi affezionati clienti), è uno spazio aperto, originale e unico per la sua ubicazione in una delle vie più belle del centro storico ternano. Il locale è la meta preferita per l’aperitivo, che a quell’ora rende via Fratini la zona più affollata e frequentata della città. American Bar fornito e attrezzato, la Terrazza offre un servizio professionale e cordiale, che accompagna una cantina di gran qualità (ma attenta al rapporto qualità/prezzo), in un ambiente elegante e ricercato in stile Art Déco.

Situato nella zona più cool del centro della città è ormai un punto di ritrovo per decine di giovani. Adatto di giorno, durante la pausa pranzo, sia per un pasto completo, ma soprattutto pensato per dare il meglio dall’happy hour in poi. Ormai mitici gli aperitivi del Dolce Vita, caratterizzati da cibo di qualità artigianale, accompagnato da un vasto assortimento di vini delle migliori cantine d’Italia. Amatissimo dai giovani, ma anche da un pubblico più adulto, il locale si distingue dagli altri, in primo luogo per la qualità dei prodotti offerti (uno dei pochissimi locali con piadine prodotte artigianalmente in loco).

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ENOTECA OSTE DELLA MAL’ORA via dei Tre Archi 5 Terni, tel.0744/406683 Dieci anni fa, nel cuore della vecchia Terni, nacque l’idea di un nuovo modo di concepire la cara e vecchia Osteria. Un’idea speciale a partire dal nome che è poi, un’imprecazione, un modo di dire carico di suggestioni ed empatia. Un locale semplice ed accogliente, una via di mezzo tra osteria e bistrot, dove le materie prime, tutte naturali e artigianali, sono protagoniste di piatti sorprendenti per la semplicità e i profumi che appartengono alla lontana memoria dei sapori.


Fate tanto RUGBY

SPORT

Intervista lla Dott.ssa Marta Corazzi e Jacopo Borghetti, Direttore sportivo Rugby Terni

“F

are tanto Rugby”, è questo l’augurio della Dott. ssa Marta Corazzi, Psicologa dello sport e allenatrice che insieme al collega Jacopo Borghetti, Direttore sportivo dell’Associazione Rugby Terni, hanno svelato le particolarità di una disciplina dove il respiro dei giocatori si “fonde in uno”e coinvolge e trascina chi la pratica con la stessa intensità di chi la osserva e se ne appassiona. “Ma come e quando nasce il Rugby a Terni?” “Nasce da un’esperienza di cinque anni fa, dalla passione di cinque ragazzi che hanno iniziato con diversi sacrifici ad allenarsi a Perugia fino a quando non sono arrivati a quindici e hanno deciso di fare una squadra a Terni. All’inizio con la collaborazione della San Giovanni Bosco, poi una volta che si è concretizzata e materializzata la prima squadra Seniores c’è stato bisogno di creare una società strutturata, la Rugby Terni, che adesso ha come presidente il Dott. Alessandro Betti”. “E adesso, quanti inscritti avete?” “Attualmente siamo 150 tesserati a partire dai ragazzi Under 7”. “Quindi i giovani si avvicinano al Rugby, quali sono i motivi?” “E’ uno sport diverso, nuovo, complesso e molto intrigante, ha delle regole difficili ma allo stesso tempo entusiasmanti, divertenti, è bello giocarci…e comunque sia chi lo prova ne rimane affascinato, soprattutto i

Il Rugby Terni contro la squadra Folignate

bambini. Il Rugby nasce nel 1823 in Inghilterra con una finalità educativa e ai piccoli piace tanto perché permette di fare cose assolutamente naturali per loro: correre, saltare, rotolarsi per terra, tutto contornato dal fatto che devono seguire una palla ovale la cui direzione non è prevedibile….sembra giochino a “Ruba-palla”! La chiave del discorso è che il Rugby per i ragazzi di 14 anni non è quello che si vede in televisione con contatti duri, ma è veramente un gioco che si fa con una palla ovale per fare meta, e solo nel tempo c’è una evoluzione delle regole che segue quella fisica. Infatti si chiama Mini-rugby.” “Fisicamente servono caratteristiche particolari o è uno sport che possono praticare tutti?” “Più che fisiche servono caratteristiche mentali: è importante avere la voglia di combattere e di stare insieme, la capacità di stare in gruppo perché qui da solo non vai da nessuna parte, detto letteralmente “t’acciaccano!”, quindi piace ed invita alla lotta pura ma il

tutto è fortemente regolarizzato”. “State promuovendo da tempo il progetto Anti-bullismo, come è nato?” “L’idea del progetto è nata semplicemente dall’osservazione delle attività svolte in allenamento. Lo scorso anno è arrivata la mamma di uno dei nostri ragazzi, il quale non aveva mai fatto sport prima. Ci ha ringraziato perché le maestre a scuola hanno notato che il figlio era passato dall’essere un po’ individualista a collaborativo nella classe. Queste sono cose che fanno piacere e ci siamo resi conto di dover portare sul campo quello che facevamo nel quotidiano. Il bullismo deriva dal fatto che i ragazzi sono annoiati, non fanno niente, sport o teatro, in una società che pretende da loro ma non da. Il nostro presupposto è quello di creare un’alternativa a Terni e di utilizzare lo sport come strumento aggregativo. I nostri ragazzi vengono al campo, studiano con dei Tutor, si allenano all’aria aperta, in un contesto positivo pieno di persone che

hanno voglia di fare, invece di stare a casa soli davanti internet per ore. Ci piace pensare di aver creato una “palestra emotiva” e sociale dove insegniamo ai nostri ragazzi a stare insieme agli altri attraverso lo sport. Noi abbiamo delle regole dentro e fuori dal campo e se vengono rispettate educano ad essere collaborativo ed empatico con gli altri. C’è rispetto per l’arbitro e gli avversari perché insegniamo che senza di loro… non si può giocare! E poi c’è il terzo tempo, quando la squadra che ospita offre da bere e mangiare ai rivali indipendentemente dal risultato. C’è anche l’arbitro ed i genitori dei ragazzi e se rimane qualche rancore…davanti un piatto di pasta tutto scompare!”. Il progetto del Rugby Terni è quindi nobile, con una funzione educativa necessaria al buon sviluppo psico-fisico di ogni bambino, doverosamente da sostenere ed incoraggiare. Magari anche velocizzando i tempi per l’apertura della nuova sede a Terni, area San Giovanni. Alla grinta e determinazione della Dott. ssa Corazzi e Borghetti si aggiunge quella degli altri collaboratori dell’Associazione: Valerio Guidarelli, allenatore dell’U18, Giada Marini e Luca Ventura per il settore propaganda, Adrian Di Giusto, Direttore Tecnico nonché allenatore della 1° squadra, la fisioterapista Chiara Boccacani e Cesare Alessandrini. A cura di Chiara Mansueti

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STAMPA

Rotopress International S.r.l. Loreto, Ancona Registrazione Tribunale di Terni n. 5/09 del 18 maggio 2009 Tiratura 11.000 copie Distribuzione: Poste Italiane Chiuso in redazione il 14 aprile 2010




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