28 S&H MAGAZINE
EMILIO ROCCHINO RACCONTA I DISTILLATI MACCHIA di ALESSANDRO LIGAS
U
n amore per la Sar degna che lo ha por tato a sviluppare a Ol bia una linea di distillati legati in modo indissolubile all’isola. Lui è Emilio Rocchino, barman professionista con alle spalle un passato legato all’ospitalità negli hotel a 5 stelle, che co niugando tradizione, evolu zione e storicità ha dato i na tali ai distillati Macchia. “L’idea – racconta il bartender – mi è venuta percorrendo e
vivendo la natura selvaggia della Sardegna. Una terra ric chissima di tante botaniche quasi sconosciute che mi han no dato lo spunto per la crea zione dei miei distillati”. Dal l’osservare la natura allo stu dio e alla ricerca il passo è stato breve. “Ho cominciato a studiare la storia del terri torio sardo – prosegue –, le sue piante e il loro uso. Come il tradizionale mirto che gioca un ruolo primario nel Ver mouth (vino aromatizzato in grediente primario di nume rosi cocktail o distillati ndr).
Non solo. Ippocrate, nel 400 a.C., impiegava già il mirto per aggiustare i vini rudimen tali dell’epoca. Ho scoperto anche che il moscato sardo viene menzionato in alcuni testi del passato come base per alcune ricette”. La tradizione e la storia si fon dono e si mescolano di conti nuo tanto che la sorte ha vo luto creare altri punti di con tatto tra il vermouth e l’isola. “Studiando la storia – prose gue il bartender – ho notato che il vermouth, nato in Pie monte nel 1786, è stato creato quando la regione ai piedi delle Alpi era sotto il governo del Regno di Sardegna”. Tra i distillati Macchia e l’isola il legame è ancora più forte perché i vini base sono il mo scato di Sardegna, il vermen tino di Gallura e la vernaccia che uniti ad altri vini piemon tesi e a differenti botaniche creano il Macchia Rosso, il Macchia Bianco e il Macchia Dry. “Macchia Rosso è com posto da 15 differenti bota niche e vede il mirto prota gonista – prosegue Emilio Roc chino –, Macchia Bianco è composto da 18 botaniche
ed è protagonista la pompía, Macchia Dry invece ha 12 bo taniche e l’elicriso è prota gonista”. Uno dei suoi ultimi distillati è la vodka aromatizzata al pane carasau nata per gioco circa 5 anni fa. “Ho provato – pro segue – a mettere in infusione in alcool di grano del pane carasau. Dopo qualche setti mana mi sono reso conto che il risultato era un prodotto dal gusto totalmente nuovo. Da lì sono partiti gli esperi menti e dopo 4 anni sono riuscito a perfezionare il pro dotto. All’inizio volevo lasciare il pane macerare in alcool e lasciare il distillato legger mente “torbido” ma gli amidi del pane rendevano la vodka lattiginosa ed esteticamente non bella quindi ho deciso di distillare tutto per fare il pro dotto limpido e cristallino. Gli stessi amidi però, che davano problemi di “estetica”, donano alla vodka un’estrema mor bidezza: al naso si colgono le sfumature della crosta di pane appena sfornato e al gusto ha un’eleganza assoluta”.
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