S&H Magazine n. 282 • Marzo 2020

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28 S&H MAGAZINE

EMILIO ROCCHINO RACCONTA I DISTILLATI MACCHIA di ALESSANDRO LIGAS

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n amore per la Sar­ degna che lo ha por­ tato a sviluppare a Ol­ bia una linea di distillati legati in modo indissolubile all’isola. Lui è Emilio Rocchino, barman professionista con alle spalle un passato legato all’ospitalità negli hotel a 5 stelle, che co­ niugando tradizione, evolu­ zione e storicità ha dato i na­ tali ai distillati Macchia. “L’idea – racconta il bartender – mi è venuta percorrendo e

vivendo la natura selvaggia della Sardegna. Una terra ric­ chissima di tante botaniche quasi sconosciute che mi han­ no dato lo spunto per la crea­ zione dei miei distillati”. Dal­ l’osservare la natura allo stu­ dio e alla ricerca il passo è stato breve. “Ho cominciato a studiare la storia del terri­ torio sardo – prosegue –, le sue piante e il loro uso. Come il tradizionale mirto che gioca un ruolo primario nel Ver­ mouth (vino aromatizzato in­ grediente primario di nume­ rosi cocktail o distillati ndr).

Non solo. Ippocrate, nel 400 a.C., impiegava già il mirto per aggiustare i vini rudimen­ tali dell’epoca. Ho scoperto anche che il moscato sardo viene menzionato in alcuni testi del passato come base per alcune ricette”. La tradizione e la storia si fon­ dono e si mescolano di conti­ nuo tanto che la sorte ha vo­ luto creare altri punti di con­ tatto tra il vermouth e l’isola. “Studiando la storia – prose­ gue il bartender – ho notato che il vermouth, nato in Pie­ monte nel 1786, è stato creato quando la regione ai piedi delle Alpi era sotto il governo del Regno di Sardegna”. Tra i distillati Macchia e l’isola il legame è ancora più forte perché i vini base sono il mo­ scato di Sardegna, il vermen­ tino di Gallura e la vernaccia che uniti ad altri vini piemon­ tesi e a differenti botaniche creano il Macchia Rosso, il Macchia Bianco e il Macchia Dry. “Macchia Rosso è com­ posto da 15 differenti bota­ niche e vede il mirto prota­ gonista – prosegue Emilio Roc­ chino –, Macchia Bianco è composto da 18 botaniche

ed è protagonista la pompía, Macchia Dry invece ha 12 bo­ taniche e l’elicriso è prota­ gonista”. Uno dei suoi ultimi distillati è la vodka aromatizzata al pane carasau nata per gioco circa 5 anni fa. “Ho provato – pro­ segue – a mettere in infusione in alcool di grano del pane carasau. Dopo qualche setti­ mana mi sono reso conto che il risultato era un prodotto dal gusto totalmente nuovo. Da lì sono partiti gli esperi­ menti e dopo 4 anni sono riuscito a perfezionare il pro­ dotto. All’inizio volevo lasciare il pane macerare in alcool e lasciare il distillato legger­ mente “torbido” ma gli amidi del pane rendevano la vodka lattiginosa ed esteticamente non bella quindi ho deciso di distillare tutto per fare il pro­ dotto limpido e cristallino. Gli stessi amidi però, che davano problemi di “estetica”, donano alla vodka un’estrema mor­ bidezza: al naso si colgono le sfumature della crosta di pane appena sfornato e al gusto ha un’eleganza assoluta”.

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