MANGIA&BEVI a Como, Lecco, Sondrio e non solo VETRINA DELL’ENOGASTRONOMIA DEI TERRITORI L’umanità si divide in due categorie: quelli che mangiano per vivere e quelli che vivono per mangiare. I primi certo possono vantare una buona forma fisica, i secondi di solito un umore più gioviale. Ci vorrebbe, come sempre, il giusto mezzo. Il cibo è nutrimento per il corpo, se è di buona qualità può esserlo anche per lo spirito. Certo, una delle maledizioni che gravano sull’umanità è quella per cui le cose più gustose sono anche tra quelle maggiormente dannose per la nostra salute. Forse la colpa è di Adamo ed Eva, che, proprio a causa di un peccato di gola hanno dannato tutta l’umanità in modo che, anche a tavola, per lambire il paradiso si rischia il baratro dell’inferno. Il tempo e i progressi della scienza sono però venuti incontro anche ai golosi. Oggi molti cibi gustosi sono più sani perché c’è maggiore attenzione nella cura delle materie prima e nella preparazione. Ciò che non cambia mai, invece, è la “mitica” ricerca del cibo di una volta, quello basato su ricette che le nonne tramandavano alle nipoti o le madri alle figlie. Il fatto che questa tendenza sia sempre attuale mentre sono passate parecchie generazioni che via via hanno trasformato e perfezionato le ricette, per cui la matassa alla fine è alquanto diversa dal bandolo, poco importa. Perché la questione, più che gastronomica, è ormai filosofica. E si confronta, da qualche tempo, con la modernità applicata alla cucina e tradotta da chef trendy. Insomma, il mondo del cibo oggi è un “mare magnum” più che mai pescoso dove ciascuno può trovare ciò che vuole e che preferisce. Stesso discorso per il bere. A partire dal vino, un settore che negli ultimi decenni ha visto una crescita esponenziale sia della qualità sia della varietà in Italia. Sono state affinate e migliorate le produzioni
tradizionali, creati vitigni autoctoni e ripiantati alcuni che erano istinto. Il risultato di questo processo è che non vi è zona d’Italia (il Comasco , il Lecchese,la Valtellinae la Valchiavenna, non fanno eccezione) in cui non vi sia una produzione. Le bibite hanno cercato di coniugare il gusto con la salute con risultati più che apprezzabili, le acque minerali sviluppato varietà e specificità. E vogliamo parlare della birra? Gli anni che stiamo vivendo sono quelli dell’esplosione del prodotto artigianale che si affianca a quello industriale, anche qui con espressioni autoctone di grande qualità. Il Covid ha avuto la sua parte anche nell’ambito dell’enograstronomia. Innanzitutto ha congelato uno degli aspetti sociali più legati al bere e mangiare: quello della convivialità. Ma ha pure modificato il nostro rapporto con il cibo. Quanti di noi, durante i mesi più duri del lockdown hanno provato per la prima volta nella loro vita , anche solo per passare il tempo, a confrontarsi con la preparazione di pietanze domestiche, pizze e paste fatte in casa? E quanti hanno surrogato l’abitudine del bar e del ristorante con le specialità consegnate a domicilio, un settore che non a caso si è sviluppato in maniera rilevante anche sotto il profilo della diversificazione dell’offerta? Ecco, le ragioni per cui vi proponiamo questo inserto sono quelle elencati fino a qui. Il Comasco, il Lecchese, la Valtellina e la Valchiavenna sono terre ricche di tradizioni e gravide di innovazione nell’industria e nell’artigianato del cibo e delle bevande. La forte vocazione turistica rende questi settori strategici per l’economia dei territorio. Alle vetrine che offriamo nelle pagine seguenti può affacciarsi tanto chi mangia per vivere, quanto chi vive per mangiare. Buona lettura e buon appetito.
L’editoriale del direttore Diego Minonzio.
Ma che bello stare a tavola tutti insieme, lo abbiamo riscoperto proprio ora
Il direttore de La Provincia
Prima si diceva “bevo per dimenticare”. Adesso non più. Adesso si dice “bevo per ripartire”. E mangio. E spizzico. E sgranocchio. E gusto. E soprattutto me la godo, assieme agli amici, alle persone care con le quali è importante, e mai come in questi mesi abbiamo capito quanto, condividere il piacere dello stare a tavola, il piacere dello stare insieme. E’ proprio per questo motivo che l’inserto “Food”, che oggi regaliamo ai tanti nostri affezionati lettori è sì una raccolta delle eccellenze gastronomiche, enologiche e culinarie dei nostri territori, ma soprattutto un invito a scoprire sapori vecchi e nuovi e a gustare il valore più profondo della vita. Ed è anche un’occasione per far sì che pure i lettori meno attenti alla dimensione enogastronomica del vivere, sfogliando le pagine di questo prodotto edito-
riale, si rendano conto di quanto sia sbagliato il luogo comune che narra di una terra avara, arida e povera di contenuti e che ben altre sono le regioni italiane che danno piena soddisfazione alle esigenze dei palati più fini. Lo dicevamo prima. E’ solo un luogo comune. Anche qui abbiamo tante eccellenze, anche qui possiamo godere di tanti tesori del gusto che vanno riscoperti, ben confezionati e comunicati a un pubblico sempre più vasto, in grado di comprendere a pieno come il piacere della tavola si sposi magnificamente con il piacere della visita delle tante bellezze del territorio, tanto è vero che a ogni piatto si può abbinare una località di lago, di campagna o di montagna. E’ di queste ricchezze che è fatta la terra comasca, lecchese e valtellinese e non bisogna mai dimenticare che dietro ogni azienda, ogni ristorante, ogni produt-
tore c’è un lavoro di studio, di analisi, di innovazione e ricerca, anche perché tutti hanno ormai capito che dopo il Covid ogni cosa è cambiata, anche i gusti, le sensibilità e le priorità dei clienti italiani e stranieri. Questo è il momento delle grandi scelte, delle decisioni strategiche, del coraggio imprenditoriale. Abbiamo bisogno di professionalità che sappiano conservare gelosamente i valori della tradizione e adattarli a un nuovo mercato in continua e febbrile evoluzione, abbiamo bisogno di personale sempre più pronto, sempre più colto, sempre più competente e appassionato che sappia soddisfare ogni esigenza meglio dei concorrenti, abbiamo bisogno di esaltare al massimo la fortuna di trovarci sul lago più bello d’Italia. E’ questa la ricetta segreta: bisogna solo crederci e farlo. Dopo, sarà bello brindare tutti insieme.