Ristrutturiamo

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Speciale Ristrutturiamo 25 marzo 2015 • a cura di spm pubblicità • Supplemento al numero odierno de La Provincia di Varese

Così il mattone taglia le tasse Sconto Irpef anche nel 2015 Confermate le agevolazioni fiscali per le ristrutturazioni edilizie Resteranno al 50% ancora per quest’anno, poi torneranno al 36% l’opportunità

Col bonus mobili arredi e poi detrai

a La parola magica è ristrutturare. Un passepartout, più o meno, in tempi di reiterata magra sia sul piano economico generale, sia nello specifico del settore edilizio. Il mattone, storico bene rifugio degli italiani, è stato individuato come uno dei possibili volàni della ripresa. Anche per il 2015 il governo ha previsto significative detrazioni fiscali per gli interventi di ristrutturazione degli immobili residenziali. Per aiutare il mercato e migliorare l’esistente.

I criteri Originariamente la detrazione Irpef era del 36%, poi è stata portata al 50% e tale resterà per i lavori eseguiti e pagati tra il 26

giugno 2012 e il 31 dicembre 2015. L’importo massimo detraibile è di 48mila euro per ciascun immobile, quindi la spesa massima per la quale si può richiedere la detrazione è di 96mila euro. Dal 1° gennaio 2016 si tornerà ai criteri originari: 36% e spesa massima di 48mila euro. Le detrazioni vanno divise in 10 quote annuali di pari importo. Le compensazioni Il rimborso delle spese di ristrutturazione non può superare l’Irpef dovuta dal contribuente. Se ho un debito fiscale di 1.000 euro e un credito per ristrutturazioni di 1.500 euro, perderò i 500 euro eccedenti.

Chi ne ha diritto Proprietari, inquilini, comodatari, soci di cooperative, imprese individuali, società semplici, imprese familiari. Possono fruirne anche i familiari, purché nella fattura sia annotata la loro percentuale di spesa. Nel caso dei condomini il beneficio si spalma in ragione dei millesimi. Le detrazioni spettano anche agli acquirenti degli immobili. Chi esegue interventi in proprio può detrarre le sole spese per i materiali. I lavori ammessi Manutenzione straordinaria delle unità immobiliari. Manutenzione ordinaria e straordinaria delle parti comuni degli edifici residenziali. Ricostruzioni a seguito di eventi

calamitosi (es. alluvioni). Restauri e trasformazioni. Realizzazioni di autorimesse. Eliminazione delle barriere architettoniche e agevolazioni ai portatori di handicap. Realizzazione o installazioni per prevenire atti illeciti (es. cancellate, muri di cinta, porte blindate, vetri antisfondamento, casseforti, antifurti), solo per l’importo direttamente connesso alle modifiche agli immobili. Interventi di cablatura, riduzione del consumo energetico, utilizzo di energie alternative (es. pannelli fotovoltaici). Misure antisismiche e di bonifica dell’amianto. Rientrano nelle spese detraibili anche quelle di progettazione, per le prestazioni professionali di chi si occupa dei lavori e gli oneri di urbanizzazione.

a Tra le eccellenza del made in Italy c’è anche il settore dell’arredamento. Quasi sempre le ristrutturazioni immobiliari si accompagnano a un restyling complessivo degli ambienti: ecco spiegata la ratio del legame tra i benefici fiscali accordati alle ristrutturazioni tout court e quelli collegati all’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici. Con un dettaglio importante che allarga l’orizzonte di applicabilità della norma: che non è necessario che l’arredo in questione riguardi esattamente le stanze oggetto di ristrutturazione, può anche essere dislocato in un altro spazio del medesimo immobile. Le modalità sono le stesse degli interventi edilizi, cambiano i numeri: si può avere uno sconto fiscale del 50% su una spesa massima di 10mila euro per ciascuna unità immobiliare o pertinenza interessate, spalmata su dieci quote annuali. Chi esegue interventi su più unità immobiliari ha diritto ad altrettanti benefici. Ecco allora cosa si può e non si può fare in questo contesto, che viaggia in parallelo alle ristrutturazioni vere e proprie. Il “bonus mobili”, riguarda gli acquisti di mobili avvenuti dopo l’inizio dei lavori, ma non necessariamente dopo che sono state effettivamente sostenute le spese di ristrutturazione. Sono compatibili con le agevolazioni gli acquisti di letti, armadi, cassettiere, scrivanie, librerie, comodini, sedie, divani, poltrone, credenze, materassi, luci. Non rientrano nel novero porte, pavimenti, tende e altri complementi d’arredo. Allo stesso modo, sono detraibili gli acquisti di elettrodomestici di classe energetica almeno A+ (A per i forni e le apparecchiature dotate di etichetta energetica): si tratta nel dettaglio di frigoriferi, congelatori, lavatrici, asciugatrici, lavastoviglie, apparecchi di cottura, stufe elettriche, piastre riscaldanti elettriche, forni a microonde, apparecchi di riscaldamento elettrici, radiatori elettrici, ventilatori, condizionatori. Possono essere incluse nelle spese detraibili quelle di trasporto e montaggio delle apparecchiature in questione. Anche in questo caso, fondamentale la tracciabilità dei pagamenti: bonifico, carta di credito, fattura, scontrino in cui siano indicati precisamente i beni oggetto della transazione, il destinatario e gli estremi del pagamento.


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