Speciale Ristrutturiamo 25 marzo 2015 • a cura di spm pubblicità • Supplemento al numero odierno de La Provincia di Varese
Così il mattone taglia le tasse Sconto Irpef anche nel 2015 Confermate le agevolazioni fiscali per le ristrutturazioni edilizie Resteranno al 50% ancora per quest’anno, poi torneranno al 36% l’opportunità
Col bonus mobili arredi e poi detrai
a La parola magica è ristrutturare. Un passepartout, più o meno, in tempi di reiterata magra sia sul piano economico generale, sia nello specifico del settore edilizio. Il mattone, storico bene rifugio degli italiani, è stato individuato come uno dei possibili volàni della ripresa. Anche per il 2015 il governo ha previsto significative detrazioni fiscali per gli interventi di ristrutturazione degli immobili residenziali. Per aiutare il mercato e migliorare l’esistente.
I criteri Originariamente la detrazione Irpef era del 36%, poi è stata portata al 50% e tale resterà per i lavori eseguiti e pagati tra il 26
giugno 2012 e il 31 dicembre 2015. L’importo massimo detraibile è di 48mila euro per ciascun immobile, quindi la spesa massima per la quale si può richiedere la detrazione è di 96mila euro. Dal 1° gennaio 2016 si tornerà ai criteri originari: 36% e spesa massima di 48mila euro. Le detrazioni vanno divise in 10 quote annuali di pari importo. Le compensazioni Il rimborso delle spese di ristrutturazione non può superare l’Irpef dovuta dal contribuente. Se ho un debito fiscale di 1.000 euro e un credito per ristrutturazioni di 1.500 euro, perderò i 500 euro eccedenti.
Chi ne ha diritto Proprietari, inquilini, comodatari, soci di cooperative, imprese individuali, società semplici, imprese familiari. Possono fruirne anche i familiari, purché nella fattura sia annotata la loro percentuale di spesa. Nel caso dei condomini il beneficio si spalma in ragione dei millesimi. Le detrazioni spettano anche agli acquirenti degli immobili. Chi esegue interventi in proprio può detrarre le sole spese per i materiali. I lavori ammessi Manutenzione straordinaria delle unità immobiliari. Manutenzione ordinaria e straordinaria delle parti comuni degli edifici residenziali. Ricostruzioni a seguito di eventi
calamitosi (es. alluvioni). Restauri e trasformazioni. Realizzazioni di autorimesse. Eliminazione delle barriere architettoniche e agevolazioni ai portatori di handicap. Realizzazione o installazioni per prevenire atti illeciti (es. cancellate, muri di cinta, porte blindate, vetri antisfondamento, casseforti, antifurti), solo per l’importo direttamente connesso alle modifiche agli immobili. Interventi di cablatura, riduzione del consumo energetico, utilizzo di energie alternative (es. pannelli fotovoltaici). Misure antisismiche e di bonifica dell’amianto. Rientrano nelle spese detraibili anche quelle di progettazione, per le prestazioni professionali di chi si occupa dei lavori e gli oneri di urbanizzazione.
a Tra le eccellenza del made in Italy c’è anche il settore dell’arredamento. Quasi sempre le ristrutturazioni immobiliari si accompagnano a un restyling complessivo degli ambienti: ecco spiegata la ratio del legame tra i benefici fiscali accordati alle ristrutturazioni tout court e quelli collegati all’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici. Con un dettaglio importante che allarga l’orizzonte di applicabilità della norma: che non è necessario che l’arredo in questione riguardi esattamente le stanze oggetto di ristrutturazione, può anche essere dislocato in un altro spazio del medesimo immobile. Le modalità sono le stesse degli interventi edilizi, cambiano i numeri: si può avere uno sconto fiscale del 50% su una spesa massima di 10mila euro per ciascuna unità immobiliare o pertinenza interessate, spalmata su dieci quote annuali. Chi esegue interventi su più unità immobiliari ha diritto ad altrettanti benefici. Ecco allora cosa si può e non si può fare in questo contesto, che viaggia in parallelo alle ristrutturazioni vere e proprie. Il “bonus mobili”, riguarda gli acquisti di mobili avvenuti dopo l’inizio dei lavori, ma non necessariamente dopo che sono state effettivamente sostenute le spese di ristrutturazione. Sono compatibili con le agevolazioni gli acquisti di letti, armadi, cassettiere, scrivanie, librerie, comodini, sedie, divani, poltrone, credenze, materassi, luci. Non rientrano nel novero porte, pavimenti, tende e altri complementi d’arredo. Allo stesso modo, sono detraibili gli acquisti di elettrodomestici di classe energetica almeno A+ (A per i forni e le apparecchiature dotate di etichetta energetica): si tratta nel dettaglio di frigoriferi, congelatori, lavatrici, asciugatrici, lavastoviglie, apparecchi di cottura, stufe elettriche, piastre riscaldanti elettriche, forni a microonde, apparecchi di riscaldamento elettrici, radiatori elettrici, ventilatori, condizionatori. Possono essere incluse nelle spese detraibili quelle di trasporto e montaggio delle apparecchiature in questione. Anche in questo caso, fondamentale la tracciabilità dei pagamenti: bonifico, carta di credito, fattura, scontrino in cui siano indicati precisamente i beni oggetto della transazione, il destinatario e gli estremi del pagamento.
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Speciale! Open space e vintage Marsala tinta del momento Ristrutturiamo
Scopriamo le tendenze negli allestimenti interni delle abitazioni La parola d’ordine è aprire gli spazi e allargare lo sguardo oltre i muri a Quali sono le tendenze più interessanti nelle ristrutturazioni edilizie? Cosa vi sentirete probabilmente suggerire dal vostro professionista di fiducia? Se avete deciso di ristrutturare un immobile, dovete contemperare tre esigenze: anzitutto, ovviamente, le vostre; poi quelle della legge, che impone alcune prescrizioni imprescindibili; e poi quelle estetiche, i cui dominus sono il progettista e l’arredatore a cui vi rivolgete. In genere si ristruttura per due motivi: pratici (ricavare nuovi spazi) e di gusto (rivoluzionare gli ambienti, per esempio di una casa che avete appena acquistato e immaginate diversa). I benefici fiscali aiutano queste avventure, quindi il primo passo è avere ben chiari gli obiettivi dell’intervento, si butta giù lo schizzo e si lavora man mano sui dettagli.
Spazi liberi Avete presente quelle case scandite continuamente da muri, porte, locali angusti e ossessivamente definiti? Beh,
a questi concetti: l’importante, come sempre, è sceglierli con buon gusto, per evitare “truzzate” difficili da digerire, per gli ospiti ma alla lunga anche per voi che ci abitate.
cancellatele: si va verso l’apertura degli spazi, con un pizzico d’anarchia e tanta voglia di luce, anche naturale. Il trend principe del 2015 è l’abbattimento dei muri: via le pareti, stanze largamente comunicanti e spesso interdipendenti, se non addirittura unite. Per esempio un soggiorno ampio con l’angolo cottura sullo sfondo, una camera da letto non isolata ma inserita nel contesto abitativo, grandi finestre a sottolineare i giochi di luce, un arredamento che può sbizzarrirsi e conquistare nuove dimensioni.
Mobili e complementi Un classico della ciclicità delle mode: è il momento del vintage. Non in assoluto, bensì accostato a elementi moderni, e magari decorato ad hoc. Provate a inserire nelle vostre stanze un antico cassone di legno, un tavolo massiccio e “vissuto”, semplici tavolini da salotto belle époque. E alle pareti punti luce decorati come una volta, di forme non geometriche ma artistiche, magari con quell’effetto seppiato che dà calore e fascino all’ambiente. Nei negozi specializzati trovate tantissimi oggetti d’arredo ispirati
Colori La premessa è ovvia: più è chiaro, più è luminoso di suo. E se è bianco, amplifica la luce naturale e anche quella artificiale. Però se si ristruttura spesso si fanno scelte diverse, pure controcorrente. Avere qua e là un muro colorato, oltre a spezzare la monotonia e magari sottolineare un angolo specifico di casa, è un must imprescindibile. Il colore del 2015 si chiama marsala, è un rosso scuro che però non opprime, anzi si abbina facilmente a tantissime tonalità. Le altre tendenze portano verso gli evergreen: i colori pastello, che danno sempre calore, e quelli scuri pensati per creare evidenti contrasti visivi con il resto dell’arredamento. C’è poi una moda che avanza: quella di pitturare a metà sedie, tavoli, comò, spesso con colori vivacissimi abbinati al bianco.
Così ti ricavo un locale in più nel sottotetto a La mansarda è un sogno per tanti, ma a volte si può realizzare. Come? Sfruttando il recupero dei sottotetti, una fattispecie espressamente prevista dalla legge, che - con differenze su base regionale e, in qualche caso, anche comunale: in Lombardia è richiesta un’altezza media di 2.40, che scende a 2.10 per i Comuni oltre i 600 metri di quota - consente di ristrutturare e adibire a uso abitativo i solai. Un’opportunità da non sottovalutare, perché da un lato sfrutta spazi altrimenti lasciati spesso a se stessi o ridotti a ricettacoli
di cianfrusaglie, e dall’altro allarga le disponibilità dell’abitazione: non tanto per le persone, quanto per le cose. Nei preziosi metri quadrati in più del sottotetto, infatti, si può anche sceglieRialzare re di mettere la sala e recuperare giochi, gli armadi guardaroba, lo il solaio col studiolo, il locale soluzione lavanderia, un basupplementare. vincente gno Basta rispettare gli standard richiesti -rapporto aria-luce e requisiti igienico-sanitari - e ricordarsi che un buon sottotetto deve avere un efficace isolamento termico.
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Le misure contano. Per la vivibilità
Nel progettare i locali, oltre all’estro, vanno seguite norme di legge e virtuose regole di buonsenso
a Se dovete ristrutturare, è praticamente certo che i vostri spazi siano già abitabili. Ma è bene sapere prima le disposizioni normative sulle metrature minime per l’abitabilità stabilite rigidamente dalla legge: i professionisti a cui avete affidato la progettazione naturalmente le conoscono come le loro tasche, ma magari vi siete fatti dei film e dovete riavvolgere la pellicola perché ciò che sognate non è fattibile. I criteri base da rispettare sono due, elementari: la vivibilità e l’igiene. Ogni locale destinato a uso residenziale deve avere un’altezza minima di 2.70 metri, misurata tra pavimento e soffitto, mentre i vani accessori non possono scendere al di sotto di 2.40 metri. Ogni stanza deve godere della luce naturale diretta, quindi essere dotata di finestre che garantiscano luce adeguata (dimensioni di almeno 1/8 della superficie del pavimento) e aerazione sufficiente: fanno eccezione corridoi, disimpegni, bagni e ripostigli. Nel caso dei servizi igienici “ciechi”, però, è indispensabile un impianto meccanico di aerazione forzata che consenta il ricambio dell’aria, e sono vietati l’installazione e l’uso di apparecchi a fiamma
libera. Anche l’unità abitativa e i singoli locali devono rientrare in precise misure minime di superficie. In generale, la superficie minima abitabile per ogni persona residente dev’essere di 14 metri quadri, che diventano 10 per gli abitanti oltre la quarta unità; per i monolocali è imposta una superficie minima di 28 metri quadri per una persona e di 38 per due. Nello specifico: le stanze da letto devono essere di almeno 9 metri quadri se singole, di 14 metri quadri se per due persone; il locale destinato a soggiorno-cucina non può scendere al di sotto dei 14 metri quadri. Il posto di cottura, anche se separato dal locale soggiorno, deve comunicare ampiamente con quest’ultimo e sui fornelli deve essere installato un impianto di aspirazione forzata dei fumi di cottura. In molti casi esistono delle tolleranze consentite dalla legge: può capitare che a lavori finiti l’esito in termini di misure sia leggerissimamente difforme dal progetto sulla carta, istruito a regola d’arte. Generalmente, se questa difformità è nell’ordine del 2%, è tollerata e non configura la violazione edilizia.
Tre metri e non solo Che fare coi confini? a Le misure contano anche all’esterno della casa. Esistono regole precise per la distanza tra le costruzioni e rispetto ai confini tra proprietà. Se nella vostra ristrutturazione avete in mente di aggiungere qualche dettaglio esteriore, tenetene conto. Nel dettaglio, il Codice civile stabilisce una distanza minima di 3 metri tra due costruzioni attigue; fanno eccezione i condo-
mini di città e le ville a schiera, appoggiati gli uni agli altri, e le costruzioni che si appoggiano a muri comuni, poiché in questi casi non si creano spazi potenzialmente nocivi o insalubri (che è la ratio ispiratrice della norma). I regolamenti comunali sono considerati integrativi del Codice civile, quindi possono essere vittoriosamente impugnati, mentre i diversi accordi tra privati non sono validi. Occhio: il vicino può chiedere tramite avvocato il risarcimento del danno o il ripristino della situazione precedente. Quanto alla distanza dai confini, ci sono regole fisse per gli alberi mentre per i fabbricati la materia è regolata a livello locale.
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Speciale! Scale a giorno facili da montare belle da vedere Sposi Ristrutturiamo
il portafogli
Calcoliamo da soli il costo dei lavori a Come si fa a stabilire quanto costerà la ristrutturazione che avete in mente? Non è semplice se non si è addetti ai lavori: sono tante le voci che contribuiscono a formare la spesa complessiva dell’intervento. Esistono alcuni algoritmi che consentono di calcolare la cifra con ragionevole approssimazione, secondo una media di quantità delle opere e qualità dei materiali.
Non servono particolari opere in muratura Gradini e ringhiere di fogge varie e leggere E così si recuperano spazi utili da riempire a Se avete una casa su più piani o spazi soppalcati, si pone il problema di collegarli con soluzioni che abbinino praticità, efficienza e ingombro limitato. Le scale tradizionali sono certo le più diffuse, e spesso comprese “di default” nei diversi livelli: però in commercio ci sono soluzioni interessanti che potremmo definire “a giorno”. Si tratta delle scale prefabbricate, che stanno prendendo sempre più piede per la facilità di assemblaggio e posa in opera: il vantaggio più evidente è che non servono opere murarie di alcun tipo, basta ancorare i manufatti alla parete di riferimento e il gioco è fatto. Tutto questo, naturalmente, a regola d’arte: perché una scala male installata è potenzialmente pericolosissima.
L’altro vantaggio è il recupero di spazi che, oltre a presentare un’estetica gradevole, possono essere sfruttati con un arredamento mirato. Le scale prefabbricate sono fatte in legno, vetro o metallo: fatevi consigliare dal vostro professionista di fiducia, tenendo conto non soltanto dei vostri gusti, ma anche della conformazione dei locali e delle loro dimensioni. Una bella scala può inserirsi male nel contesto. Il pregio essenziale delle scale preconfezionate è l’infinita modulabilità: sono realizzate in kit, per adattarsi a qualsivoglia esigenza, e i tempi di installazione sono rapidi. La flessibilità si abbina all’ergonomia - i principi con cui sono costruite garantisce la corretta postura a chi le utilizza
- e addirittura alla possibilità di smontarle e rimontarle altrove, come fossero di Lego: in un altro punto della casa o in una casa nuova, se traslocate. Alcuni modelli hanno anche soluzioni di illuminazione focalizzate su gradini e punti critici, favorendo la corretta deambulazione. In commercio abbiamo modelli in tantissimi materiali: dal classico legno al ferro, dalla ghisa ad altre leghe leggere e affidabili, dal vetro al cristallo, dal metallo alla plastica, spesso abbinati alla gomma per renderle antiscivolo. Le misure minime, l’inclinazione, la rotazione nel caso degli elementi a chiocciola sono stabilite da rigide normative recepite a livello internazionale: nello specifico, mai più gradoni né simil-pioli, visto che la pedata (profondità) minimo di ciascun appoggio è di 30 centimetri e l’alzata (distanza verticale tra due gradini) non deve
superare i 15 centimetri. La zione sempreverde - può essecomodità è garantita quando la re utile pensare all’incolumità somma tra la pedata e il doppio dei più piccoli: molte di queste dell’alzata non supera quota 64 scale hanno il cosiddetto cancentimetri, cioè il passo unita- cello salvabambino, una parete rio della persona media: questo apribile semplice e decorata in semplice calcolo assicura che la maniera gradevole che serra scala non sia né troppo ripida l’accesso al primo gradino della né impegnativa. scala e al pianerottolo. Questione spaLe soluzioni a muzio: accanto alla ro hanno una faclassica scala a In commercio cile applicabilità: chiocciola guaè un modelli infiniti l’importante dagnano punti ancoraggio perDiventano veri fetto alla parete di - anche per motivi di design - la oggetti d’arredo appoggio, calcolaconformazione a to per resistere ansemicerchio e quella più parti- che all’utilizzo contemporaneo colare alla marinara, cioè con da parte di più persone. Una sodue moduli che disegnano una la accortezza: se fissate la scala sola curva a L attorno al palo a una parete portante comuportante. Idee indicate per i ne ad altri condomini, prima soppalchi, che limitano l’in- di procedere all’installazione gombro e sacrificano pochissi- informatevi sulla necessità o mo spazio. meno di avvisare i vicini conPer chi separa così la zona gior- finanti, poiché in alcuni casi è no dalla zona notte - una solu- prevista la loro autorizzazione.
Su Internet Si può fare anche online: diversi siti specializzati offrono applicazioni che danno punti di partenza utili per stabilire budget e necessità. Per esempio all’indirizzo http://www. architetto-online-roma. i t /c a p i t o l a t i - p r e v e n tivi-contratti/calcolo_prezzo_lavori.php c’è una form intuitiva che aiuta a ragionare sui costi delle ristrutturazioni interne. Idem al link http://www.lavorincasa.it/ calcolare-costi-lavori-ristrutturazione/ si può scaricare gratuitamente un software piuttosto semplice, con tanto di tutorial-guida. La regola aurea, comunque, è sempre chiedere ai tecnici scelti preventivi chiari ed esaustivi: eviterete sorprese e saprete come muovervi.
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Perché la casa non sia un ostacolo I criteri da seguire per ristrutturare i locali a misura di inquilino disabile: regole e segreti a Un capitolo importante quando si modificano le abitazioni va dedicato alle esigenze degli eventuali inquilini disabili. Perché non è solo questione delle “solite” barriere architettoniche: anche il più apparentemente banale spazio domestico può celare difficoltà di movimento per i soggetti portatori di handicap. Bisogna dunque tener conto degli spazi minimi necessari a questi utenti. La casa accessibile perfetta è quella che il disabile può fruire comodamente. Qualche spunto per fare bene i propri conti, con l’aiuto del sito www.disabili.
com, dove potete trovare altre informazioni molto utili. In generale, le stanze vanno concepite e arredate in maniera semplice e ricorrendo a soluzioni aperte, prevedendo adeguati spazi di manovra per coloro che si muovono servendosi di ausili: 70-90 centimetri liberi di passaggio tra gli elementi d’arredo, 150-170 centimetri di spazio per consentire la rotazione della carrozzina nei punti strategici. Situazioni più ricorrenti nelle stanze particolarmente vissute o frequantate nei momenti più delicati della giornata, per esempio la camera da letto: qui le distanze tra i
mobili vanno ampliate e anche i mobili stessi vanno adeguati, per esempio servendosi di letti bassi, da cui e verso cui ci si può facilmente spostare.
La cucina va pensata in maniera rigorosa: prevedere sempre spazi liberi di almeno 70 centimetri sotto i piani di lavoro, per le gambe di chi si muove in
carrozzina; meglio una dispo- niglioni di appiglio all’altezza sizione centrale che lineare; adeguata, facilmente raggiunaltezza massima di 140 centi- gibili. Accessori in posizione metri; continuità dei piani di centrale, per agevolare l’avvicinamento. E porte da lavoro per ridurre aprire verso l’esterno, al minimo i rischi. nel malauguQuanto al bagno, Prevedere perché rato caso di malore esistono in commercio sanitari in ogni stanza il disabile non debba fatica a uscire e adatti alle necessigli spazi fare chiedere aiuto: un actà dei portatori di per girare corgimento, questo, handicap. La cosa essenziale, in sede in carrozzina che però dovrebbe valere per tutti. Infidi progettazione, ne i corridoi: larghezè come sempre assicurarsi che vi siano gli spa- za consona (almeno un metro e zi giusti di manovra. I soliti 150 mezzo) e bando ai mobili piazcentimetri per la rotazione del- zati sui lati, a mò di ostacoli tra la carrozzina, ad esempio. I ma- cui fare slalom.
Tutto su un piano? Non sempre Mettere il montascale conviene
Così creare l’ascensore esterno fa dribblare le rigidità di legge
a Sfatiamo un luogo comune: la casa a misura di disabile può anche essere a più piani, perché piace ai disabili stessi. Il problema è consentire loro di salire e scendere senza disagi. Una soluzione sono i montascale, che rientrano tra le spese detraibili al 50% nel quadro delle ristrutturazioni edilizie, poiché sono “strumenti che favoriscono la mobilità interna ed esterna delle persone portatrici di handicap”. Occhio, però: la detrazione per l’eliminazione delle barriere architettoniche non può essere fruita contemporaneamente alla
a Spesso, per agevolare l’ingresso ai piani alti di un inquilino disabile, si ricorre agli ascensori esterni. E qui si creano equivoci, specie se entrano in gioco le distanze minime tra costruzioni così come stabilite dalla legge (almeno tre metri, secondo il Codice civile; aumentabili secondo i regolamenti edilizi locali). In particolare, la domanda è: l’ascensore esterno concorre alla determinazione delle distanze minime legali? La risposta non è univoca, ma la giurisprudenza recente in materia tende a privilegiare il punto
detrazione del 19% a titolo di spese sanitarie, che quindi si applica solo sull’eccedenza della quota agevolata delle ristrutturazioni; l’Iva per questi lavori è al 4%. Esistono montascale di vari tipi, motorizzati e non, a seconda della gravità della disabilità dell’utente. E ci sono elevatori motorizzati che consentono di sollevare il disabile sulla sua carrozzina. Man mano che i prodotti si evolvono, ne aumenta la maneggevolezza, ne diminuisce l’ingombro e anche i prezzi - benché non proprio economicissimi - si fanno più accessibili.
di vista soggettivo del disabile su quello oggettivo delle prescrizioni. L’incrocio tra diverse recenti sentenze - di giudici di pace, tribunali amministrativi e Consiglio di Stato - stabilisce due princìpi collegati tra loro: siccome gli ascensori esterni sono strumentali alle costruzioni principali, e destinati a soggetti svantaggiati, non sono tenuti a rispettare le distanze minime legali tra costruzioni; tuttavia vanno contemperate le due esigenze. Perciò si decide caso per caso: i disabili hanno la priorità, ma non assoluta.
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Speciale! Riscaldare con un occhio all’ambiente Sposi Ristrutturiamo
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Le nuove generazioni di caldaie sfruttano energia pulita con risultati sorprendenti a Cosa scalda la casa? di convogliarla all’esterno, il che Nel progettare una ristruttura- porta all’aumento della potenzione, una delle voci principali za nominale e alla riduzione dei è la climatizzazione degli am- costi e dell’inquinamento. Conbienti. Che, specie alle nostre vengono negli ambienti ben isolatitudini temperate tendenti lati, freddi e grandi, lavorano al al freddo, vuol dire scaldare meglio alle basse temperature per almeno metà anno. Tra gli alimentando impianti a paviincentivi fiscali spiccano quelli mento o a parete. per questa voce specifica, e ci sono due possibili opzioni: se Biomassa si ristruttura, detrazione del Quelle a biomassa funzionano 50% spalmabile in dieci anni; se grazie agli scarti biodegradabili semplicemente si cambia la cal- di diverse lavorazioni industriadaia migliorandone l’efficienza li e agricole: il combustibile in energetica, dequesto caso può estrazione del 65% sere il residuo delle sempre su dieci del Si intrecciano coltivazioni, anni. taglio dei boschi, Ma cosa scegliele agevolazioni della lavorazione re? Anzitutto si legno e carta, gli e il risparmio di tenga conto delle scarti biologici, la nella bolletta tradizionale legna dimensioni delle stanze e della suda ardere; persino perficie complessiva dell’unità i rifiuti urbani possono trasforabitativa, perché ogni impianto marsi in combustibile previ va commisurato agli spazi da adeguati trattamenti. Esistono servire. Le caldaie sono di vari addirittura delle coltivazioni di tipi, a seconda del principio che arbusti finalizzate unicamensfruttano. Quelle tradizionali le te alla produzione di pellet. La conosciamo tutti: scaldano ed biomassa legnosa è considerata espellono i fumi di scarico all’e- una fonte rinnovabile (poiché sterno. il legno si riproduce naturalmente) a emissioni nocive zero Condensazione (compensando la CO2 assimilaQuelle a condensazione si ba- ta nella crescita della pianta con sano sul recupero dell’energia quella emessa al momento della di questi fumi di scarico, “rici- combustione). clandola” per scaldare l’acqua Le caldaie a biomassa sono fredda di ritorno dal ciclo invece molto ecologiche e usano co-
me propellente i pellet (scarti della lavorazione del legno in cilindretti pressati), il cippato (pezzetti di legno e noccioli di frutta opportunamente lavorati) o la tradizionale legna (secca e tagliata). Possono funzionare con uno o più di questi combustibili, a seconda dei modelli e dei tipi di impianto: comandi elettronici ad hoc consentono di tenere sempre sotto controllo il lavoro dell’impianto e di prevenire qualunque problema di sicurezza.
Legna Le caldaie a legna sono più diffuse nei luoghi silvo-montani, dove è facile il reperimento della materia prima. Quelle a pellet vanno particolarmente di moda sia nel settore civile che in quello industriale: da non confondere con le stufe a pellet, concepite per riscaldare ambienti limitati, queste caldaie hanno dimensioni maggiori della media e quindi abbisognano di un locale ad hoc, perché incorporato nella struttura c’è il cassetto di alimentazione che provvede al caricamento
automatico; negli impianti grandi c’è un vero e proprio deposito, collegato alla caldaia ed esterno ai locali da riscaldare. Necessaria una canna fumaria adeguata. I vantaggi sono il basso consumo di pellet, il miglior scambio termico e gli elevati standard di sicurezza, poiché tutto il processo è regolato elettronicamente. Infine il cippato: caldaie, completamente automatiche, progettate per un utilizzo ottimale dell’energia senza dispersioni né rischi di contatto tra camera di combustione e deposito. Le
caldaie a pompa di calore sono la soluzione più recente: si ottiene acqua calda sanitaria con un risparmio in bolletta, che può arrivare al 75% rispetto alla caldaia elettrica tradizionale. Il principio, estremizzando la spiegazione per difetto, è riscaldare l’acqua prelevando il calore presente nell’aria: l’energia elettrica serve solo per far funzionare il ventilatore designato a “catturare” l’aria. In commercio si trovano soluzioni murali, a pavimento, da esterno, integrabili col fotovoltaico.
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Il ristrutturato traina un mercato ancora fermo Compravendite in crescita per il segmento Può essere un investimento per poi vendere I dati: a Varese la domanda riprende vigore a Ristrutturare casa non è solo un favore che fate a voi stessi e/o alle persone a cui volete bene nell’immediato, per godere di ambienti migliori, più personalizzati. No: è anche un investimento per il futuro, una mossa che può darvi consistenti vantaggi economici, permettendovi di rientrare ampiamente delle spese sostenute. L’uovo oggi che vi darà la gallina domani. Sì, perché il mercato del mattone rimane in grave sofferenza, ma questo vale per il nuovissimo e per il vecchio: il ristrutturato invece tira, eccome. Tira anche in tempi di crisi perché rispetto al nuovissimo costa meno, e perché rispetto al vecchio propone soluzioni moderne, che stanno al passo con le normative e quindi mettono al riparo da salassi presenti e futuri. Di più. Il ristrutturato risponde perfettamente alle esigenze di basso impatto ambientale che
sono alla base delle innovazioni legislative recenti, quindi contempera tre atout: il valore intrinseco, l’efficienza energetica (leggasi consumi ridotti) e la funzionalità pratica. Le statistiche elaborate dal Sole 24 Ore spiegano che, mentre il trend per l’usato mantiene un profilo basso, quello del nuovo è in ripresa, grazie proprio alla frazione ristrutturata, che, assimilata al nuovo perché ha le stesse caratteristiche, solletica il mercato. Nelle nostre città, ormai, con la stagnazione della domanda, poco si costruisce e
Più che costruire case nuove è buona mossa rinnovare l’esistente
molto si ristruttura: i dati elaborati dagli esperti del quotidiano economico relativi a Varese dicono che le compravendite del nuovo/ristrutturato superano quelle dell’usato, che la domanda è in crescita per quasi tutti i quartieri (massime in centro, a Sant’Ambrogio, a Masnago, a Bosto, a Bobbiate e a Velate) e che il tempo medio di vendita va dagli 8 agli 11 mesi. I prezzi più alti al metro sono ovviamente nel centro storico, seguito da Sant’Ambrogio, Bobbiate e Masnago: la tendenza è in crescita, segno che la domanda è sostenuta. E anche gli affitti fanno la loro parte, soprattutto nel caso dei trilocali. Tutti i dati della ricerca, interessante perché confronta le situazioni immobiliari di 46 città capoluogo più gli hinterland di Roma e Milano, si trovano sul sito http://www.casa24.ilsole24ore.com, al link “focus città”.
Con i cantieri grandi e piccoli non disturbate il riposo altrui a Quando si fanno dei lavori edilizi, oltre alle autorizzazioni di legge da richiedere alle autorità locali, vanno tenute ben presenti le prescrizioni relative alle modalità di esecuzione delle opere, specialmente se ci si trova in un condominio o in un contesto di case molto vicine tra loro. In questo campo fanno fede da un lato il regolamento comunale e dall’altro - ove si sia in un condominio - il regolamento condominiale. Se vi accingete a
fare lavori di ristrutturazione in casa, sappiate che i “rumori molesti eccessivi” vanno evitati in genere nelle ore diurne, diciamo tra le 7 e le 20; sarebbe poi buona norma di educazione evitarli nelle ore dei pasti e del pisolino post prandiale. Queste prescrizioni variano da Comune a Comune: la cosa migliore da fare, per schivare lamentele altrui e financo multe, è chiedere informazioni alla Polizia locale.
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