Speciale Terza età 28 APRILE 2014 • A CURA DI SPM PUBBLICITÀ • Supplemento al numero odierno de La Provincia di Varese
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Vecchiaia? Solo una definizione La vera età non è quella anagrafica Secondo gli studiosi l’età spesso non corrisponde al grado di senescenza Un uomo di 40 anni può avere problemi al cuore ed essere considerato anziano La precisione prende il posto della tempestività
a Per la biologia e la medicina è anziano chi ha raggiunto un determinato livello cronologico di età, generalmente indicato intorno ai 60 anni. Il processo di invecchiamento, però, comincia quando l'individuo ha terminato il periodo dello sviluppo fisico, che nella nostra società corrisponde circa al venticinquesimo anno di età. A questo segue un periodo di pieno sviluppo della giovinezza, quindi subentrano l'età adulta e la maturità, in cui fanno la comparsa i fenomeni dell'invecchiamento. Al termine della maturità inizia la vecchiaia, o senilità, e poi la longevità (oltre gli 80 anni) che avrà termine con la morte. Come tutte le schematizzazioni, anche questa mostra però il suo limite di fondo; per esperienza quotidiana noi sappiamo che l'età spesso non corrisponde al grado di senescenza: un uomo di quarant'anni può avere problemi al cuore e al sistema circolatorio tanto da essere considerato "vecchio", mentre un anziano di 70 anni può avere, al contrario, accanto agli indubbi segni d'invecchiamento, cuore e
arterie ancora "giovani". L'anziano può conservare una notevole efficienza psichica e, spesso, buone capacità di memoria, attenzione, logica e creatività si accompagnano a un fisico che per l'avanzata involuzione senile appare vecchio. Viceversa, si osservano persone anziane, che pur mantenendo caratteristiche fisiche relativamente giovani,
mostrano i dolorosi segni del deterioramento mentale senile con la scomparsa della memoria dei fatti recenti, della capacità di attenzione ecc. Questi esempi mettono in evidenza come la vecchiaia fisica, o biologica, e quella psicologica spesso non coincidano e come una rigida distinzione delle tappe della vita, specialmente dell'invecchiamento e
della vecchiaia, non solo sia insoddisfacente, ma fonte di pregiudizi. Per una società come quella attuale, dove è costante l'aumento della popolazione anziana (in parte dovuto alla diminuzione della natalità e in parte alla diminuzione dell'indice di mortalità, grazie ai progressi della medicina e a migliori condizioni igieniche),
si fa sempre più urgente la necessità di proporre alternative a chi ancora non se la sente davvero di mettersi da parte. La partecipazione attiva al mondo si evidenzia sempre di più come il punto nodale per superare alcuni problemi della vecchiaia, soprattutto nelle città, e prevenire il disadattamento o l'affidamento a strutture di ricovero.
Secondo le teorie di alcuni studiosi, negli anziani il rallentamento dei movimenti deriva dal tempo più lungo che è necessario per metterli in marcia e orientarli. La limitazione della capacità è, dunque, a livello del sistema centrale più che periferico: con l'avanzare degli anni, viene a mancare la capacità di integrare velocità e precisione in un tutto armonico. Il più delle volte si privilegia la precisione che fa risparmiare il tempo che verrebbe sprecato in errori. La stabilità manuale, la coordinazione visivo-motoria e bimanuale, la capacità di giudizio, di valutazione e di astrazione, il ragionamento aritmetico, quello meccanico e quello verbale sono fra le capacità che più frequentemente decadono con l'età. Ciononostante, la persona anziana è spesso in grado di far fronte ai suoi deficit mettendo in campo altre capacità e fattori acquisiti nel corso della propria vita. Abbiamo sopra citato la precisione come fattore sostitutivo della velocità: nel caso di un autista anziano che, per esempio, presenta deficit sensoriali o motori, la prudenza subentrerà alla prontezza di riflessi, mentre nell'ambito dell'attività lavorativa saranno l'esperienza e l'impegno a prendere il posto della tempestività.