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VEICOLI COMMERCIALI 29 OTTOBRE 2014 • A CURA DI SPM PUBBLICITÀ • Supplemento al numero odierno de La Provincia di Varese
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Occhio alle normative Euro 6 Emissioni basse per evitare guai Dal 1° settembre è in vigore una legislazione restrittiva sull’inquinamento L’obiettivo dell’Europa è incentivare sempre più la mobilità ecosostenibile Sta ripartendo il mercato continentale
a Euro 0, Euro 1, Euro 2... Sigle da conoscere bene, perché devono fare parte del bagaglio tecnico dell’azienda media che vuole una flotta efficiente e al passo con i tempi anche sul fronte ambientale. Quelle sigle identificano la conformità dei veicoli in circolazione alle direttive europee, che nel corso degli ultimi anni si sono fatte sempre più restrittive, allo scopo di migliorare l’impatto ambientale del traffico su gomma, uno dei maggiori problemi di tutti i Paesi. Se l’Euro 1 fu varata il 1° gennaio 1993, obbligando alle marmitte catalitiche e all’alimentazione a iniezione, vent’anni dopo si sono fatti passi da gigante. Dopo Euro 2 (1997: modifiche ai motori benzina e diesel), Euro 3 (2001: adozione di un sistema standard antinquinamento), Euro 4 (2006: filtro antiparticolato sui diesel) ed Euro 5 (2008: riduzione delle emissioni anche dei motori a benzina), ecco la normativa Euro 6, entrata in vigore lo scorso 1° settembre per tutte le nuove omologazioni: i veicoli già in circolazione dovranno adattarsi dal 1° gennaio 2016. Già dal
2011, tuttavia, alcune case hanno cominciato a commercializzare mezzi in regola con le norme Euro 6, sebbene all’epoca non fossero ancora in vigore. La normativa Euro 6 rappresenta un passo ulteriore sul fronte ecologico: riguarda essenzialmente le emissioni di particolato e ossidi di azoto dei motori diesel, particolarmente
diffusi proprio nel segmento commerciale. Il motore a gasolio, infatti, è più efficiente di quello a benzina, perché consuma meno e produce meno monossido di carbonio, però genera particolato e più ossidi di azoto. I costruttori in questi anni hanno messo in campo tecnologie raffinate per contrastare l’ina-
sprimento normativo molto ben focalizzato su questo tipo di alimentazione. E l’evoluzione dei moderni diesel è stata rapidissima negli ultimi vent’anni, molto superiore a quella dei motori a benzina. Destinati questi ultimi, secondo molti esperti, a diventare ibridi o ad abbracciare i carburanti alternativi. Ma questa è una strada
ancora lunga da percorrere. Il consiglio, se acquistate un veicolo nuovo (vale anche per le rivisitazioni delle flotte aziendali), è di informarsi sugli standard di emissione, per non trovarvi a mal partito in seguito: sotto questo profilo sono preziose la sensibilità dell’azienda e la consulenza del concessionario.
Chi lavora nel settore non si stupisce, perché i segnali incoraggianti arrivavano già da qualche tempo. Ma l’ufficialità dei dati regala comunque un sorriso al mercato dei veicoli commerciali, cioè gli autocarri con peso totale a terra fino a 3,5 tonnellate. Secondo l’elaborazione dell’Unrae, che raggruppa i produttori stranieri, nei primi nove mesi del 2014 le immatricolazioni in Europa sono state poco più di 86mila, con un aumento addirittura del 20% rispetto allo stesso periodo del 2013. Solo nel terzo trimestre, quello estivo che va da luglio a settembre, la crescita ha sfiorato il 32%. Il mercato, quindi, tira, ma con una particolarità: “Questi numeri sono frutto del deciso incremento del canale delle vendite a noleggio - afferma Massimo Nordio, presidente Unrae che sta sostenendo la domanda dei veicoli commerciali. Diverse importanti aziende, soprattutto quelle di servizio pubblico, hanno deciso di sostituire in parte o in toto le rispettive flotte, orientandosi sui veicoli a noleggio anziché di proprietà”. Una dinamica, dunque, particolare e interessante, che autorizza ottimismo, anche perché il noleggio è una modalità per sua natura destinata a riprodursi nel tempo. Le stime per tutto il 2014 parlano di circa 120mila veicoli immatricolati, niente male.
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Iveco Daily Punti di forza e innovazione L’ammiraglia prodotta a Suzzara punta a quota 3 milioni di esemplari a Il Daily in casa Iveco è arrivato nel 1978. Da allora si sono succedute varie generazioni: quella attualmente in commercio è la terza, ne sono stati venduti 2,6 milioni di esemplari nel mondo, usciti dallo stabilimento di Suzzara (Mantova). Il Nuovo Daily è già stato eletto van dell’anno 2015 da una giuria internazionale di giornalisti specializzati, dall’alto di un design accattivante e di un impegno sempre crescente sui fronti ambientale e della sicurezza. Nuovo Daily ha tanti punti di forza. È stato completamente rinnovato nell’80% dei componenti, ha un volume di carico ai vertici della categoria, è best-inclass per volumetrie e portate, offre comfort e guidabilità simili a un’autovettura e presenta consumi ulteriormente ridotti. L’innovazione tecnologica in casa Fiat-Iveco non si ferma. Con idee innovative è stato concepito questo ideale compagno di lavoro degli operatori professionali del trasporto: i punti di forza
sono comodità, praticità, leggerezza, affidabilità e versatilità. Tra le cose che non cambiano - e sarebbe delittuoso se andasse diversamente, visto il successo - ci sono la classica struttura a telaio e la facile modulabilità nell’allestimento dei cabinati. Una strizzata d’occhio al capitolo costi: il risparmio carburante medio è del 5,5%, e può arrivare al 14% nella configurazione EcoPack. Questo grazie anche al perfezionamento della penetrazione aerodinamica, il cui coefficiente si è ridotto del 6%. La guidabilità è favorita dalla nuova sospensione Quad Leaf e dal cambio automatico a 8 rapporti HiMatic. La cabina ha un nuovo e più efficace sistema di insonorizzazione. Sul piano ambientale, Nuovo Daily dispone della versione a Cng (gas naturale compresso), con un’allocazione delle bombole che non inficia lo spazio utile di carico né gli allestimenti. E presto arriverà la versione elettrica con prestazioni strabilianti.
La storia A
Borgo Agnello dalle bici ai furgoni A Borgo Agnello è molto più di un concessionario. È un piccolo impero dei veicoli commerciali, che ha seguito e interpretato l'evoluzione della mobilità umana e delle merci: l'attività è iniziata nel 1917, quando il patriarca Giuseppe Savoini aprì a Borgomanero un piccolo laboratorio per la riparazione e la vendita di biciclette. Il primogenito Franco, dopo aver lavorato nell'azienda paterna, alla fine degli anni '50 passò alle quattro ruote motorizzate: prima entrò in una concessionaria Fiat di Borgomanero, poi acquistò una concessionaria di auto e veicoli industriali Fiat
ad Arona. Infine, nel 1986 creò a Paruzzaro (Novara) la Borgo Agnello, società dedicata alla vendita e assistenza di veicoli commerciali e industriali. Oggi l'attività è gestita dalla terza generazione: Roberto l'amministra, Mariella continua a occuparsi del settore auto ad Arona. La Borgo Agnello è l'unica concessionaria Iveco per le province di Novara, Verbania, Biella e Vercelli, e di Fiat Professional per Novara. Ha quattro sedi operative, dove vende veicoli nuovi e usati, fornisce ricambi e assistenza tecnica; sul territorio vanta una rete di 13 officine autorizzate e due magazzini ricambi. Ha ottenuto le certificazioni Iso 9001 e 14000 per la gestione aziendale e ambientale. Nel 2002 l'ultimo step: l'aggiunta del servizio di noleggio. La clientela ha dimostrato di gradire l'appoggio di Borgo Agnello nei mo-
menti di picchi di lavoro e di fermo imprevisto di veicoli della flotta aziendale. Infine c'è la possibilità del noleggio a lungo termine con la formula Borgo Rent: il cliente sceglie il veicolo e Borgo Agnello lo
gestisce per un periodo dai 30 ai 48 mesi. Infine c'è l'opzione usato: un database consultabile sul sito www.borgoagnello.it consente di selezionare il mezzo filtrando la ricerca in base alle caratteristiche.
Epopea di un’azienda che da tre generazioni muove l’economia della sponda grassa
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Focus
Con il nuovo Doblò Fiat cerca il seguito alla scia di successi
Anche il Ducato non si smentisce
La terza serie uscirà nel 2015 dalla fabbrica turca Un veicolo fortunato pronto al restyling totale Il progetto ha stregato clienti di tutto il mondo a Nel 2015 uscirà la nuova versione di Doblò, tra i più fortunati furgoncini mai prodotti: si tratterà della terza serie, dopo quelle del 2000 e del 2009. La versione riveduta e migliorata del leggero commerciale di casa Fiat è stata svelata al recente Salone di Hannover e uscirà dallo stabilimento turco Tofas di Bursa. Il Doblò 2015 è nato per confermarsi ai vertici delle classifiche mondiali di vendita: la fortunata stirpe è oggi commercializzata in 80 Paesi, incluso l'importantissimo mercato nordamericano. Il restyling e l'ammodernamento vanno proprio nella direzione di fidelizzare ulteriormente clientele molto diverse per tipologie, ma accomunate dall'esigenza di un mezzo versatile, maneggevole e dai bassi costi di manutenzione. Nuovo Doblò sarà nelle concessionarie a partire dai primi
mesi del nuovo anno. Offre la gamma più ampia del segmento: quattro body (cargo, combi, autocarri, pianalati), due varianti di altezza e due di lunghezza. Il cliente ha infinite possibilità di scelta: 200 tipi di scocca e addirittura mille versioni soluzioni incrociate, comprese quelle per usi specifici e speciali. Naturalmente, balza subito all'occhio il design esterno: muso più affusolato, griglia anteriore maggiore, nuovi gruppi ottici posteriori. Anche l'interno cambia: l'abitacolo è stato completamente rivisitato, seguendo il mantra della funzionalità. Non mancano supporti tecnologici e di connettività al top di gamma. Anche le dotazioni di sicurezza attiva e passiva sono all'avanguardia, per assistere il guidatore in ogni tipo di manovra e per proteggere persone e merci da eventuali impatti.
La storia A
Degno erede “globale” del Fiorino A Doblò è nato nel 2000 come multispazio di medie dimensioni al posto dello storico Fiorino, rimasto in commercio dal 1977 e la cui terza serie è ancora in produzione nello stabilimento turco di Bursa. Doblò ha subito avuto un successo mondiale: nel primo decennio di vita, sia la prima che la seconda generazione (sfornata nel 2009) hanno superato il milione di esemplari prodotti tra Turchia (Bursa), Brasile (Betim) e Russia (Naberezhnye Chelny). Ne esistono persino una versione nordcoreana, una vietnamita e una cinese, sfornate da fabbiche locali su licenza Fiat.
I dati... pratici: il vano di carico consente di trasportare più di una tonnellata di merce e ha una volumetria che supera i 5 metri cubi. L'apertura a 180 gradi dei portelloni posteriori agevola le operazioni di carico
e scarico. Infine le motorizzazioni: sei propulsori turbodiesel, tre a benzina e uno ibrido (benzina e metano). Tutte ecologiche ed economiche, in linea con le norme Euro 6.
Modello rivisto dentro e fuori Sei turbodiesel e tre benzina
È uscita quest'anno la nuova serie del Ducato, tra i più longevi veicoli commerciali di casa Fiat. Introdotto sul mercato nel lontano 1981, in questi 34 anni di onesto lavoro sulle strade del mondo ha visto nascere e sparire diversi concorrenti, rimanendo un punto fermo della mobilità merci e venendo venduto in più di 2,6 milioni di esemplari. Col vantaggio non indifferente di essere davvero made in Italy: Marchionne ha annunciato investimenti per 700 milioni di euro nella sede abruzzese della Val di Sangro, storico sito produttivo del Ducato fin dagli albori. La versione 2014 rappresenta un'autentica rivoluzione per il veterano. Ha uno stile più moderno, ricercato, a dimostrazione che nei veicoli commerciali il design ormai conta quando l'efficienza. Tra le chicche c'è il paraurti anteriore diviso in tre parti per tagliare gli eventuali costi di riparazione. E viene introdotta la fanalatura a led ormai quasi di serie nelle autovetture di fascia medio-alta. Brilla il sistema in infotainment, per rendere meno pesante la giornata di lavoro. Di alto livello i sistemi di sicurezza e di assistenza alla guida. Il peso si è ridotto grazie all'utilizzo di materiali e soluzioni inediti.
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Rinasce il Vivaro Ha valori aggiunti di grande qualità Versione rivista con tre configurazioni Resta la proverbiale versatilità interna ed esterna Costi di gestione tra i più bassi della categoria a Vivaro è il nome per eccellenza del segmento commerciale Opel. Si tratta di un veicolo carico di storia e di chilometri: la prima versione debuttò sul mercato nel 1999, caratterizzandosi subito per il design e le caratteristiche tecniche a misura di ogni esigenza. Quella attualmente in vetrina è la terza versione (quella intermedia fu sfornata nel 2006). Nuovo Vivaro sarà apprezzato per il valore aggiunto sotto tanti profili. Si presenta in tre versioni: un furgone tradizionale per portare carichi di ogni dimensione, un furgone doppia cabina in grado di alloggiare fino a sei passeggeri e un combi da nove posti. Modelli modulabili a piacimento, flessibili, adattabili alle mutevoli circostanze del lavoro quotidiano. La versatilità degli spazi interni è potenzialmente totale, proprio per garantire a chi usa Nuovo Vivaro una risposta a tantissime problema-
La parola d’ordine flessibilità in ogni situazione
tiche professionali, massimizzando la produttività. Gli interni sono sempre adattabili al numero dei passeggeri e all’entità del carico merci o attrezzi. Nell’abitacolo guida c’è un ripiano rimovibile che funge da area ufficio, con tanto di portabolle rimovibile e ampio vano per gli oggetti. Multimedialità a go-go, perché ormai si lavora sempre connessi: a bordo c’è il Bluetooth, c’è la porta Usb, ci sono pure i supporti per smartphone e tablet oltre ai comandi integrati al volante. Il sedile del guidatore è regolabile in sei direzioni, con bracciolo e sostegno lombare: questo perché chi lavora sui furgoni trascorre molto tempo al volante ed è necessaria la massima fluidità sia nella posizione che nei movimenti. La spaziosità di Nuovo Vivaro è proverbiale e consente di trasportare anche oggetti ingombranti in assoluta tranquillità e
sicurezza. Qualche numero per gradire: la portata raggiunge i 12 quintali, l lunghezza dei carichi tocca i 2,9 metri, il volume di carico può arrivare a 8,6 metri cubi, ci stanno agevolmente fino a tre europallet. Il piano di carico del furgone è di 1,2x2,4 metri, ha la porta laterale di un metro e c’è l’apertura nella paratia per carichi fino a 4,15 metri. Le porte posteriori possono avere un angolo di apertura anche di 250 gradi. Tra i vantaggi tangibili di Nuovo Vivaro c’è l’ottimizzazione dei costi di gestione, tra i più bassi
della categoria. Perché questo modello abbina l’efficienza alla compatibilità ambientale, in una formula virtuosa che rende. Bassissime emissioni di anidride carbonica, consumi ridotti all’osso, motori turbo di piccola cilindrata per un maggior rendimento, possibilità di scegliere i nuovi propulsori biturbo, un sistema efficace di risparmio del carburante: questi gli atout che potete giocare per risparmiare, oltre a guadagnare col vostro lavoro. Ovviamente c’è una vasta dotazione di sistemi di sicurezza, per
assistere la marcia, la guida e la sosta. Il ventaglio di optional e accessori per personalizzare il vostro modello di Nuovo Vivaro è pressoché infinito. Diventerà un furgone da lavoro con tutti i comfort, molto simile a un ufficio statico. Le motorizzazioni standard sono in tutto sei, raffinate e a bassa manutenzione: tutte 1.6, diesel e biturbo, dai 90 ai 140 cavalli. C’è il sistema start/stop, che strizza l’occhio all’ambiente, spegne e riaccende il veicolo quando serve.
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Gamma completa e affidabile Corsa, Combo e Movano le star
Il colosso iniziò dalle cucitrici
a Se il Nuovo Vivaro è il gioiello più recente, la gamma di veicoli commerciali Opel va molto oltre e propone soluzioni per qualunque esigenza. La clientela è varia e a ciascun segmento operativo sono dedicati modelli ad hoc. Per esempio la Corsa Van, versione professionale dell’ultimo restyling di una delle utilitarie più vendute al mondo. Un veicolo agile, moderno, estremamente compatto, che si distingue per il design accattivante e dinamico. Ha una portata di carico di 919 litri e una portata massima pari a 475 chilogrammi, ma è piccola quanto basta per districarsi nel traffico urbano: l’ideale per i professionisti e gli artigiani che portano con sé gli attrezzi del mestiere e devono fare i conti con la mobilità e i parcheggi ridotti delle realtà cittadine. La Nuova Corsa Van è una minivan che, rispetto alle configurazioni precedenti, ha migliorato accessibilità e capacità di carico, rendendo l’ambiente perfetto per svolgere al meglio il lavoro. Tra le novità più interessanti c’è il portellone poste-
a Non tutti sanno che la Opel, oggi una delle principali case automobilistiche mondiali, è nata per fare... la calza. Sì, perché il fondatore, Adam von Opel, si occupava di macchine per cucire: con questa ragione sociale fondò nel 1862 l’azienda, che più tardi si occupò anche di biciclette - il mezzo di locomozione più diffuso nell’800 insieme a quelli a trazione equina - finché i suoi eredi, nel 1898, cominciarono a interessarsi di automobili. Fu Carl, il primogenito di Adam, a stringere un accordo con un’azienda di Dessau, specializzata nella produzione di veicoli a motore: nel 1899 vide la luce il primo automezzo del nuovo corso, ma l’accordo si ruppe nel 1901 e si dovette attendere l’anno seguente perché una nuova joint-venture con la francese Darracq - che aveva la sede centrale in un sobborgo di Parigi, e la cui filiale italiana sarebbe diventata poi Alfa Romeo - desse nuova linfa al settore motoristico della casa di Rüsselsheim, presso Magonza: Opel si mise a sfornare vetture
riore più ampio nelle dimensioni e nell’apertura, facilitando enormemente le operazioni di carico e scarico. E le dotazioni di serie in termini di protezioni e paratie assicurano la massima sicurezza e stabilità del carico. Una “piccola” che non ha nulla da invidiare alle “grandi” della casa. Poi c’è il Combo Van, che si distingue per il carattere forte: un furgone che offre l’alternativa tra due passi, cinque motorizza-
zioni, due tipi di cambio (manuale e automatico), una capacità di carico fino a una tonnellata. Progettato per rispondere a ogni esigenza di trasporto, si caratterizza per il design pratico e dinamico, per l’abitabilità confortevole e sicura, per la versatilità negli spazi e nelle prestazioni, per la convenienza d’esercizio. Offre soluzioni intelligenti e multifunzionali per incontrare le necessità di un ventaglio ampio di clienti. Tra le dotazio-
ni più apprezzate ci sono comandi e strumenti di bordo ipertecnologici integrati nell’abitacolo, ventilazione e condizionamento efficaci, sistemi di sicurezza e appoggio alla guida efficienti. Le sospensioni posteriori bi-link si adattano a qualunque peso di carico, il vano è tra i più lunghi e larghi della categoria, il pianale bassissimo (54,5 cm.) facilita carico e scarico, lo sportello apribile sul tetto consente di maneggiare facilmente oggetti lunghi come scale e tubi. Infine c’è il Nuovo Movano, che consente al cliente di sbizzarrirsi al massimo, offrendo ben 400 diverse configurazioni. Ha motori più efficienti, una cabina dall’abitabilità notevole, un vano di carico grande e più accessibile. C’è persino la versione a trazione posteriore con ruote gemellate. Costi di gestione e manutenzione ridotti e consumi estremamente competitivi fanno sì che la gamma di veicoli commerciali Opel sia all’altezza delle aspettative di chi la usa, sia sul piano delle prestazioni che dei costi.
con telaio francese e meccanica tedesca. Nel 1928, giusto alla vigilia del tracollo economico mondiale, Opel era la maggior casa automobilistica tedesca e si era appena trasformata in società per azioni: questo solleticò l’interesse del colosso statunitense General Motors. Proprio nel pieno della prima crisi globale avvenne il passaggio di consegne con gli americani: tra il 1929 e il 1931 la Esordi Opel holding di Detroit acla totalità delle il target quistò quote dell’industria teerano i sarti desca, per un controvalore attuale stimabile in 500 milioni di euro. Gli eredi Opel investirono l’ingente somma ricavata da questa vendita rimanendo nel settore: avviarono infatti una rete di concessionarie, ovviamente monomarca. Il cuore progettuale dei modelli rimase però in Germania, avamposto europeo di GM: le vetture Opel, sia per il trasporto persone che per le merci, sono state nel tempo commercializzate anche sotto altre sigle, per esempio Vauxhall in Inghilterra e Chevrolet nelle Americhe.
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