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Panorama di Rapallo
EDITORIALE
C
hi ha visto la Liguria prima della devastante cementificazione, stenta a riconoscere quello che una volta era uno dei litorali più belli del mondo. Pochissimi sono gli angoli di paradiso risparmiati dalla forsennata frenesia dei palazzinari, come Portofino, Paraggi, San Fruttuoso e le Cinque Terre, rimasti miracolosamente intatti. La colpa di questo degrado ambientale è tutta degli amministratori locali che negli anni 60 hanno permesso un simile scempio, conseguenza in gran parte del sistema di corruzione già dilagante a quei tempi. Molti neo-pensionati, con i soldi della liquidazione, abbandonarono città inquinate come Milano e Torino, e decisero di venire a vivere nel dolce clima della Riviera, comprando una casa fra le migliaia di palazzine erette nell’immediato entroterra. La grande domanda di appartamenti alimentò così la devastazione di verdi zone collinari e tratti costieri non lontani dal mare. Un esempio per tutti, è Rapallo la cui disgraziata urbanizzazione ha coniato il termine “rapallizzato”. Se il Levante piange, il Ponente però, non ride. Città come Albenga hanno pagato un conto salatissimo. Ma questo discorso, purtroppo, vale per tutta la nostra penisola, deturpata da un abusivismo edilizio inaudito. L’ambiente, col mare in primis, grandissimo patrimonio di questa regione, va tutelato per quel che resta da proteggere. Il compito che attende il nuovo Governatore della Regione Liguria, non dovrebbe essere dei più difficili, considerando soprattutto la pochezza politica del suo predecessore Burlando, la cui presidenza è stata funestata dalle tremende alluvioni di Genova e delle Cinque Terre che hanno causato vittime ed ingentissimi danni ambientali! I liguri non dimenticano.
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