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Razze feline
Francesca Serena
Medico veterinario Master II liv in Medicina Comportamentale Vice presidente Commissione Tecnica Centrale ANFI Presidente Assemblea Allevatori con Affisso ANFI UN BEL GATTONE DAL PELO SEMILUNGO E DAGLI ACCATTIVANTI OCCHI BLU. FAMOSO PER IL SUO CARATTERE MITE E AFFETTUOSO. TUTTE CARATTERISTICHE CHE RITROVIAMO RACCHIUSE NEL SIGNIFICATO DEL SUO NOME: “BAMBOLA DI PEZZA”
IL RAGDOLL
Ph. © Silvia Pampallona
La storia del Ragdoll inizia nei primi anni ’60 del secolo scorso grazie ad Ann Baker, un’allevatrice di persiani che viveva a Riverside, nella California meridionale. Mrs Baker aveva una gatta domestica di nome Josephine, una miciona tipo angora dagli occhi azzurri e dal pelo semilungo. Una gatta con un temperamento abbastanza riservato che aveva avuto alcune cucciolate tutte contraddistinte dallo stesso tipo di carattere. Poi accadde che, nel 1963, Josephine venne investita da un’automobile: la gatta riuscì a cavarsela ma, a seguito dello spavento, fece perdere le sue tracce per un paio di giorni. Quando fu trovata venne portata alla locale Università di veterinaria dove si riprese. Josephine tornò a casa e continuò ad avere gattini, ma il carattere di questi ultimi era inspiegabilmente cambiato, i gattini nati dopo l’incidente mostravano infatti caratteristiche insolite. A differenza della madre, erano estremamente amichevoli: quando venivano presi in braccio si rilassavano a tal punto da lasciarsi andare come “bambole di pezza”, da cui il nome Ragdoll scelto poi da Mrs Baker, che decise di dar vita a una razza di bell’aspetto ed estremamente docile. Ann Baker dimostrò in seguito un notevole approccio imprenditoriale, registrando il nome della razza e iniziando a promuoverla con pubblicità, articoli e trasmissioni televisive. Il nome «Ragdoll» era registrato e chiunque volesse allevarli poteva farlo solo sulla base di un franchising con registrazione tramite la International Ragdoll Cat Association di Ann Baker. In seguito gli allevatori iniziarono a contestare queste regole stringenti e l’allevamento della razza divenne più diffuso. Oggi ogni grande associazione felina riconosce il Ragdoll che possiamo ammirare in tutte le esposizioni feline.
Il mantello e i colori
Il Ragdoll ha una pelliccia semilunga con sottopelo medio. Il pelo può essere più corto negli adulti non sterilizzati e subisce variazioni durante le stagioni, infatti nelle stagioni calde è ammessa una minore lunghezza e tessitura. Il pelo deve essere setoso e morbido, e fasciare il corpo aprendosi a ciocche mentre il gatto si muove. Il pelo è più lungo intorno al collo, formando una collaretta di pelliccia molto visibile nei maschi, e anche ai bordi esterni del muso. Il pelo è corto sul muso e aumenta di lunghezza dalla parte superiore della testa progressivamente sulle scapole fino alla parte posteriore della spalla; sui lati e sullo stomaco è da medio a lungo; diventa spesso e corto sulle zampe anteriori mentre sulle zampe posteriori è medio lungo e con la consistenza di una piuma. I Ragdoll si presentano in 6 colori diversi: seal, chocolate, rosso e nelle varianti «diluite» blu, lilla e crema. Il mantello può presentare inoltre tre diversi disegni: Point (naso, orecchie, coda e zampe nei colori specifici e senza bianco); Mitted, con zampe bianche, mento e pancia, con o senza fiamma (una linea bianca sul viso); Bicolor, con calze alte bianche, «V» invertita bianca sul viso, pancia bianca e spesso macchie bianche sul retro. Le variazioni includono il «tortie point» a tre colori (seal screziato di rosso o blu con crema), tipico delle femmine per motivi genetici, e Lynx (motivo a strisce su coda, viso ed estremità) che può essere trovato in tutti i colori. La particolare distribuzione del colore del mantello colourpoint nel Ragdoll è causata da un enzima termosensibile, la normale temperatura del corpo ini-
Ph. © Silvia Pampallona Ph. © Silvia Pampallona
ASPETTO GENERALE E STANDARD
Aspetto generale. Il Ragdoll ideale è un gatto ben bilanciato, senza caratteristiche estreme. I maschi pesano dai 6 ai 9 kg; le femmine sono proporzionalmente più piccole e di solito pesano dai 4,5 ai 6 kg, raggiunta la maturità. I Ragdoll crescono lentamente, mostrando il colore definitivo del mantello a due anni e le dimensioni e il peso completi a quattro. Testa. È a forma di cuneo tronco con i profili arrotondati, fronte leggermente arrotondata con una zona piana fra le orecchie, che sono mediamente grandi e posizionate a continuazione della forma a cuneo del viso, larghe alla base, con inclinazione leggera in avanti, punta arrotondata, presenza di ciuffi di pelo all’interno. Occhi. Di colore blu, grandi, ovali in linea con la base dell’orecchio. Guance. Ben sviluppate, più nel maschio che nella femmina, che ha un aspetto più gentile del muso. Mento. È particolarmente importante, deve infatti essere forte e ben portato. Collo. In relazione al corpo forte e strutturato, deve essere corto, pesante e muscoloso. Corpo. Lungo e robusto con la cassa toracica piena, bacino portato leggermente più alto delle spalle, scapole vaste ma non prominenti. La struttura del corpo presenta caratteristiche decisamente «cobby», ossia larga di spalle, robusta e con zampe forti e muscolose, spesso negli adulti è presente un pannicolo di grasso nella parte bassa dell’addome. Zampe. Posteriori leggermente più alte delle anteriori, e piedi grandi e rotondi, meglio se con ciuffi di pelo nella parte inferiore. Coda. È di lunghezza pari al corpo, media alla base e sfoltisce in fondo, viene portata leggermente più in alto della linea del corpo. Difetti rispetto allo standard di razza. Coda corta, orecchie con presenza di spot bianchi (essendo gatti point, le orecchie devono essere totalmente pigmentate), gambe corte, corpo troppo cobby (ossia corto e tozzo come quello del persiano), naso romano.
bisce la produzione di pigmenti su quasi tutto il corpo, ma nei punti in cui la temperatura è inferiore l’enzima viene attivato e il pelo risulta pigmentato. A causa della sensibilità alla temperatura i cuccioli nascono bianchi e assumono il colore definitivo alcune settimane dopo la nascita.
Il carattere
I Ragdoll sono gatti docili e non aggressivi, in altre parole, estremamente «rilassati». In particolare tendono a rilassarsi quando vengono presi in collo. Sono molto orientati alle «persone» e amano stare intorno agli altri, il che spesso significa che amano salutare gli ospiti che arrivano in casa e seguire i loro proprietari come cani. Sono spesso un’attrazione nelle esposizioni feline a causa del loro temperamento così amichevole che anche i giudici possono toccarli e posizionarli senza che loro se ne risentano. In generale, i Ragdoll non sono molto vocali, ma sanno far capire le loro intenzioni e desideri. Si divertono con tutti i tipi di giocattoli e sanno mantenersi sempre miti e gentili, non usando quasi mai gli artigli. Inoltre amano essere coinvolti in qualsiasi «attività» vedano svolgersi attorno a loro nella casa dove abitano.
La cura del pelo e la salute
Non perdono molto pelo e hanno bisogno di poca cura per mantenere il loro mantello in buone condizioni. La loro morbida pelliccia non tende ad aggrovigliarsi e richiede una pettinatura o una spazzolatura occasionali per essere perfettamente a posto, per esempio ogni due giorni: tutto ciò a eccezione della pelliccia più lunga intorno ai quarti posteriori che deve essere pettinata regolarmente. In generale, ai Ragdoll non dispiace essere spazzolati e, in effetti, la maggior parte delle volte si godono le sessioni di toelettatura. Il mantello è costituito principalmente da lunghi e morbidi peli di guardia. L’assenza del sottopelo spesso e denso si traduce in una riduzione dello spargimento di pelo in giro per casa. Per quanto riguarda la salute, anche se questa razza è generalmente considerata robusta e sana, bisogna stare attenti a patologie genetiche come la cardiomiopatia ipertrofica (HCM). La HCM è ritenuta la più comune patologia cardiaca dei gatti, è provocata da un ispessimento del muscolo cardiaco e può essere diagnosticata mediante un esame chiamato ecocardiografia. Oggi è disponibile anche un test genetico per la HCM, che consente agli allevatori più responsabili di escludere dall’accoppiamento gli animali che ne sono affetti. ●
Ph. © Silvia Pampallona
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