6 minute read

Razze feline

Next Article
Ornitologia

Ornitologia

UNA PICCOLA PANTERA NERA CHE RICREA IN SALOTTO LE SUGGESTIONI DELLA GIUNGLA. IN REALTÀ IL BOMBAY È UN GATTO ASSOLUTAMENTE DOCILE E DESIDEROSO DI INTERAGIRE CON GLI AMICI UMANI

IL BOMBAY

© Silvia Pampallona

Francesca Serena Medico veterinario Medicina comportamentale e consigliere Anfi Aprima vista, si potrebbe scambiare il Bombay per una pantera in miniatura. In effetti, è proprio con questo obiettivo che la razza è stata creata da una allevatrice di Louisville nel Kentucky, la signora Nikki Horner, che ha puntato a selezionare un gatto nero a pelo corto dagli occhi ramati con l’aspetto esotico di una mini pantera «da salotto». Il leopardo nero dell’India ha ispirato la scelta per il nome della razza e in effetti, oltre al mantello, anche la caratteristica andatura ondeggiante del Bombay ricorda quella del grande felino indiano. Per ottenere il suo obiettivo la signora Nikki Horner ha avviato un programma di riproduzione utilizzando il Burmese e l’American Shorthair, il gatto americano a pelo corto con occhi color rame. E non a caso, a eccezione del colore, gli standard Burmese e Bombay sono oggi molto simili. È infatti nel mantello che il Bombay trova la sua caratteristica più distintiva: corto, aderente al corpo, scintillante, di un nero profondo fino alle radici che accentua la sua forma muscolosa.

© Silvia Pampallona

LO STANDARD IN PILLOLE

Aspetto generale. Taglia media, molto muscoloso, né troppo compatto né slanciato, con un look generale ben proporzionato. Testa. Deve essere piacevolmente arrotondata senza spigoli vivi; il muso deve essere pieno con ampio spazio tra gli occhi, moderatamente arrotondato, in armonia con i contorni arrotondati della testa; nel profilo ci deve essere uno stop, cioè una interruzione, moderatamente visibile all’altezza del ponte nasale; l’estremità del naso è leggermente arrotondata completando così la rotondità della testa: la punta del naso e il mento formano una linea verticale, il mento deve essere fermo e le guance devono essere rotonde e piene; il naso deve essere di colore nero. Orecchie. Di medie dimensioni e piazzate distanti sul cranio, leggermente inclinate in avanti, larghe alla base e con punte leggermente arrotondate. Occhi. Grandi, rotondi e ben distanziati fra di loro, di colore fra il rame e l’oro, brillante e netto. Zampe. Proporzionate al corpo e alla coda con piedi rotondie cuscinetti plantari di colore nero. Coda. Diritta, di media lunghezza, arrotondata sulla punta. Mantello. Fine, corto, tessitura sericea, aderente al corpo con aspetto luminoso e brillante. Colori. Nero, intenso, fino alla radice nei soggetti maturi; è consentito un colore opaco nei cuccioli, che diventa più luminoso con l’età. Difetti rispetto allo standard di razza. Corpo troppo compatto (‘cobby’) o troppo snello; qualsiasi presenza di bianco sul mantello (es. medaglioni, spot, etc); occhi giallo paglierino poco scuro o verdi; naso di qualsiasi colore diverso dal nero; polpastrelli di colore diverso dal nero; naso con stop troppo pronunciato, che interferisce con le normali funzionalità della respirazione e della lacrimazione, naso lungo; zampe alte; testa triangolare Il programma di selezione

Il Bombay è un esempio di razza ibrida, che combina le caratteristiche di razze domestiche consolidate per creare e mantenere uno specifico aspetto. Sebbene l’obiettivo sia quello di produrre gatti che assomigliano alle pantere, non c’è assolutamente sangue selvatico nella razza. Grazie al programma d’allevamento messo in atto, tra il 1966 e il 1972 nacquero 106 esemplari della nuova razza, che furono ceduti e regalati a parenti e conoscenti dell’allevatrice come gatti da compagnia. La selezione dei migliori esemplari fu iscritta a numerose mostre ed esposizioni feline per far conoscere questo nuovo soggetto. Nel 1976 la costanza della signora Horner venne premiata e la razza fu riconosciuta dalla C.F.A. (Cat Fanciers Association) e nel 1979 anche dalla T.I.C.A (The International Cat Association). I primi soggetti registrati, l’imponente maschio Shawnee Ominous e la graziosa femmina Shawnee Media, si trovano ancora nella maggior parte dei pedigree degli odierni Bombay. Presente attualmente in gran numero negli Stati Uniti, in Europa questa razza è molto rara e in Italia esiste un solo allevamento.

Il gene per il mantello nero è dominante, ma molti Bombay possono portare ancora il colore sable come recessivo, quindi occasionalmente un gattino del colore chiamato “sable”, cioè zibellino, tipico del Burmese, può apparire in una cucciolata di genitori Bombay. Se entrambi i genitori sono eterozigoti (cioè portano sia un gene per il nero che uno per il sable), la possibilità che i gattini siano di questo colore sale al 25%, in media. Questi «Bombay sable» sono molto belli e generalmente vengono venduti come soggetti da compagnia, per i quali non è prevista la riproduzione perché non in standard.

Il carattere

Il Bombay è una razza dal carattere molto particolare. Si dice che comprende gli aspetti tipici di un gatto ma anche tratti simili al cane e alla scimmia. Questi gatti amano essere coinvolti nel gioco e loro stessi si divertono a creare sempre nuovi modi per intrattenere se stessi e gli amici umani. Sono animali estroversi e compagni di vita intelligenti e affettuosi. Si adattano bene a stili di vita frenetici

e di solito convivono bene con i bambini e altri animali di casa, ma si adattano con facilità anche alla compagnia di persone anziane, alle quali sanno adeguare la loro vivacità. Il Bombay combina il temperamento accomodante con un carattere socievole, curioso e amante delle coccole. Se vogliono, sanno camminare a fianco del loro umano con guinzaglio e pettorina e spesso amano giocare al riporto di palline e altri giocattoli. Detestano rimanere soli e si adattano bene alla vita in appartamento, basta che abbiano stimoli per la loro grande intelligenza e voglia di socialità. La salute e la cura del pelo

Il Bombay è un gatto fondamentalmente sano rispetto alle comuni patologie, però deve fare i conti con un problema genetico condiviso con il cugino Burmese americano, una malattia genetica conosciuta come “Burmese Head Defect” o “difetto del cranio del gatto Burmese”. Questo problema è determinato da un gene recessivo che, se presente in forma omozigote (cioè in due copie), determina gravissime alterazioni dello sviluppo del cranio del feto e purtroppo non è compatibile con la vita. Di tanto in tanto, gattini dalle linee che portano

© Silvia Pampallona

questo difetto nascono con la testa gravemente deformata e di solito non sopravvivono. La modalità di trasmissione di questa anomalia è ancora poco conosciuta, e perché si manifesti ci vuole l’accoppiamento di due soggetti portatori del gene recessivo, per cui i bravi allevatori di gatti di questa razza devono eseguire ricerche approfondite sui pedigree per trovare linee di sangue in cui questo difetto sia sotto controllo. La mutazione recessiva che causa il “Burmese Head Defect” è stata scoperta dal Lyons Feline Genetics Research Laboratory dell’Università della California che ha approntato un test sul DNA per l’individuazione dei portatori del gene mutato. Per quanto riguarda la cura del mantello, il pelo corto e aderente al corpo richiede poca manutenzione.

Il Bombay è perfettamente in grado di mantenersi lindo e pulito da solo, e non perde molto pelo, neanche nei cambi di stagione ma è comunque una buona abitudine e una simpatica interazione gatto-umano spazzolarlo di tanto in tanto su tutto il corpo con un panno morbido o una spazzola di crine che aiutano a dare la giusta lucentezza al mantello, un passaggio con un panno di camoscio dà il tocco finale alla bellezza naturale del Bombay. ●

This article is from: