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CANI DI RAZZA
SPESSO CONSIDERATO COME UN PLACIDO CANE DA APPARTAMENTO, IL COLLIE È INVECE UN VERO GUARDIANO. SELEZIONATO PER SECOLI COME CONDUTTORE DEL GREGGE E DIFENSORE DELLA PROPRIETÀ, È MOLTO ROBUSTO ED È PIENO DI ENERGIA
IL PASTORE SCOZZESE
Nicolas Patrini
Psicologo, educatore cinofilo Foto di Tommaso Urciolo Come spesso succede in ambito cinofilo, non tutti sono d’accordo sull’origine di una razza e del suo nome. Partiamo da ciò che è sicuro: il collie è un cane originario della Scozia, dove veniva inizialmente impiegato come guardino delle pecore e come aiuto nella gestione degli ovini al pascolo. Per la maggior parte degli studiosi il nome della razza deriva proprio dall’aggettivo “coaly”, con cui venivano definite le pecore delle Highlands. In origine, questi cani non erano come li conosciamo oggi, bensì prevalentemente di colore nero.
Le origini
Ripercorrendo l’albero genealogico del pastore scozzese troviamo molte razze autoctone della Scozia, ma anche i cani da pastore romani sbarcati in Britannia nel corso del I secolo d.C e quelli già presenti accanto ai popoli angli e sassoni. Tra i primissimi autori il-
LO STANDARD DI RAZZA
Aspetto generale. Dal punto di vista fisico, il collie appare come armonico e connotato da forza ed eleganza. Non sembra mai grossolano o pesante. Testa. Per questa razza le caratteristiche della testa sono importanti, e devono essere considerate in proporzione alla taglia del cane. I lati del muso si assottigliano gradualmente dagli orecchi alla punta del tartufo. Visto di lato, il muso ha linee cranio-facciali diritte, parallele e di uguale lunghezza, divise dallo stop. Il cranio è piatto. Lo stop leggero, ma percettibile. Il tartufo è di colore nero. La mascella si presenta di buona misura, con denti dalla chiusura a forbice. Occhi. Gli occhi sono di media misura, posizionati un po’ obliquamente, a forma di mandorla e color marrone scuro, tranne che nei “blue merle” dove gli occhi sono frequentemente blu o macchiati di blu. Orecchie. Le orecchie sono piccole, non troppo ravvicinate sulla sommità del capo, e portate all’indietro quando il cane è a riposo; in attenzione, invece, sono semi-erette. Scendendo verso il corpo si trova un collo muscoloso, di buona larghezza. Corpo. Il corpo è più lungo che alto, con dorso fermo e torace ben disceso. Coda. La coda è lunga, con l’ultima vertebra che arriva almeno al garretto. È portata bassa quando il cane è a riposo, ma con leggera curva verso l’alto alla punta. Può essere portata più alta quando il cane è eccitato, ma mai sopra il dorso. Arti. Gli arti sono dritti e muscolosi, con piedi ovali e dita arcuate. Le cosce sono muscolose e possenti, garantiscono il movimento caratteristico della razza. Anche quando il cane allunga il passo e accelera, deve dare l’impressione di leggerezza e agilità. Pelo. Il pelo segue il profilo del corpo ed è molto fitto. Il mantello esterno è diritto e ruvido al tatto; il sottopelo è soffice come una pelliccia e fitto, tanto da nascondere la pelle. Il pelo della criniera e delle frange è molto abbondante; sulla maschera e sulla faccia si presenta liscio, come pure alla punta degli orecchi. Gli arti anteriori sono ben frangiati, i posteriori al di sopra del garretto hanno abbondanti frange, ma pelo liscio sotto i garretti. Il pelo sulla coda è decisamente abbondante. Colori. I colori ammessi dallo standard sono sabbia, sabbia e bianco, tricolore, blue merle. Infine la taglia: l’altezza al garrese è maggiore nei maschi e si attesta tra i 56 e i 61 cm. L’altezza al garrese nelle femmine è compresa tra i 51 e i 56 cm. lustri a scrivere di questo cane c’è Shakespeare, che parla di “Colley dog”, ma senza entrare nel merito delle caratteristiche. Risale alla fine del XVIII secolo un’incisione su legno, riprodotta nell’opera di Bewik “Storia dei quadrupedi”, che rappresenta in modo accurato quello che oggi chiamiamo collie. Occorre poi un altro secolo per definire, finalmente, le caratteristiche della razza e inserirla nel gruppo dei pastori britannici. Da quel momento l’interesse per il pastore scozzese crebbe notevolmente, superando i confini delle terre d’origine per sbarcare nel Vecchio Continente. Ciò accadde anche grazie al lavoro dei numerosi appassionati che si dedicarono alla selezione e alla definizione delle attitudini e, in seguito, anche agli aspetti morfologici. Fu questo processo di selezione, unito alle caratteristiche fisiche di questo cane elegante, a far sì che il collie venisse apprezzato nelle corti, dai nobili. L’interesse per il pastore scozzese dirottò le selezioni verso soggetti sempre più belli, dalla pelliccia folta e dal portamento fiero, a discapito della bravura nello svolgere i compiti e il lavoro con le greggi.
La storia recente
Nel XIX secolo il pastore scozzese venne incrociato con setter e borzoi, questi ultimi già presenti in larga scala presso le abitazioni dei nobili inglesi dell’epoca. Divenuto a tutti gli effetti un cane da mostrare agli ospiti illustri, volutamente dall’aspetto superbo, trovò posto anche accanto alla Regina Vittoria a Windsor. Lo standard venne redatto per la prima volta nel 1881, poi rivisto nel 1889 e nel 1910. Malgrado ciò, il Kennel Club riconobbe ufficialmente la razza nel 1950. Ai nostri giorni questo cane è per lo più famoso grazie alla serie TV “Torna a casa, Lassie!”; basti pensare che nel nostro Paese la popolarità del cane protagonista fu così grande che per decenni la gente confuse il suo nome con quello dell’intera razza.
A titolo di curiosità, esiste anche una variante a pelo corto del collie, ma dispone di un proprio standard, diverso.
Il carattere
Parlare del collie dal punto di vista comportamentale vuol dire capirne le origini e sapere che nel corso della
storia il suo temperamento è notevolmente cambiato. Da guardiano delle pecore, era inizialmente chiamato a un compito arduo, per il quale occorre disciplina e una volontà di ferro. Il cane che vediamo oggi a passeggio per le nostre città ha dunque ben poco a che fare con quello appena descritto e risalente al XVII secolo. Tuttavia, mantiene alcune caratteristiche particolari che spesso vengono manifestate in una spiccata tendenza alla difesa della proprietà. Più che un bonario cane sempre disposto a portare pazienza, come venne rappresentato con Lassie, è più opportuno immaginarlo da un punto di vista caratteriale come simile a un pastore belga, o tedesco. Ecco dunque che il pastore scozzese trova una sua dimensione, ben lontana da quella di “cane balia”. Si tratta di un cane adatto alla difesa della proprietà, ruolo che svolge egregiamente. È equilibrato, caparbio e rustico, malgrado il bel manto faccia pensare al contrario. Non si tratta di una razza fragile, ma pronta a seguire il conduttore ovunque grazie alla forte tempra e al fisico instancabile.
L’educazione
Per quanto riguarda l’educazione occorre avere polso, ma è bene ricordare che un collie seguirà il conduttore solo se lo reputa degno dell’autorità. La famiglia ideale per ospitare un collie è sportiva, ama l’aria aperta e ha tempo da dedicare al proprio amico a quattro zampe, che necessita di lunghe passeggiate, corse libere e di sfogare la grande energia di cui dispone. Al contrario, un collie tenuto in appartamento per ore ed ore sarà felice di passare il tempo accanto al proprietario, ma perderà parte di quell’energia vitale che lo differenzia da molte razze più indicate per la compagnia. Insomma, è un cane da pastore, e richiede di essere trattato come tale attivandolo quanto più possibile nell’esecuzione di compiti. ●