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Ornitologia

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Rinaldo Franco

Rinaldo Franco

ANATIDI DEL GENERE TADORNASPP., HANNO UN ASPETTO SIMILE A OCHE MOLTO PICCOLE MA CON CARATTERISTICHE INCONFONDIBILI PROPRIE DEL GENERE. SONO DIFFUSE NELLA MAGGIOR PARTE DELL’EURASIA, DELL’AFRICA E DELL’OCEANIA

LE CASARCHE

Robert Balog - Pixabay

Diego Cattarossi

Medico veterinario accreditato Fnovi per la cura degli animali esotici Gli appartenenti al genere Tadorna spp., comunemente noti come casarche, sono anatre aggraziate la cui diffusione comprende la maggior parte dell’Eurasia, dell’Africa e dell’Oceania, sia nelle aree costiere, palustri e lagunari, sia nell’entroterra, dove nell’Himalaya raggiungono anche i 5.000 metri di quota. A questo genere appartengono sette specie di anatidi, tra cui la Casarca ferruginea (Tadorna ferruginea) e la Volpoca (Tadorna tadorna), molto diversi sia per struttura corporea che per colorazione del piumaggio.

La descrizione

Le casarche sono anatre dall’aspetto simile a oche molto piccole ma con caratteristiche inconfondibili proprie del genere. Di dimensione oscillante tra i 60 e i 70 centimetri di lunghezza e di peso tra 1 e 2 chili, presentano un becco molto piccolo e piatto. La Casarca ferruginea mostra una livrea omogenea marrone pastello, come la Casarca del Sudafrica (Tadorna cana). In queste due specie maschio e femmina sono riconoscibili poiché il primo presenta un’area bianca più accentuata

Zhu Bing - Pixabay

intorno al becco. Diverso è per la Casarca radjah (Tadorna radjah) che si presenta uniformemente bianca con le ali nere. Simili tra loro invece sono la Casarca del paradiso (Tadorna variegata) e la Casarca australiana (Tadorna tadornoides) le quali possiedono tinte più cupe dal marrone scuro al nero sull’intero corpo; in più nella Casarca del paradiso è la femmina ad avere la testa completamente bianca diversamente dal maschio che ha la testa interamente nera. Infine, inconfondibile rispetto alle altre, è la Volpoca, in cui il becco del maschio presenta una gobba sulla ranfoteca superiore e il colore prevalente del piumaggio è il bianco interrotto da una singola fascia brunastra sul petto e testa e collo di colore verde olivastro.

Le abitudini in natura

Le casarche non sono anatre dalle abitudini stabili: in alcuni areali è considerata stanziale, mentre in altri migratoria (principalmente nell’area asiatica).

Le popolazioni di casarche e volpoche non sono considerate al momento a rischio estinzione, sebbene la caccia nei loro confronti sia elevata. Sono facilmente riconoscibili in natura in quanto il loro volo ampio e lento assume una conformazione particolare a V serpeggiante; inoltre emettono delle vocalizzazioni tipiche, simili a rumori di clacson, diversi tra i maschi e le femmine: i primi emettono dei suoni molto ottusi mentre le seconde dei vocalizzi molto più acuti.

L’alloggio e l’allevamento

Le casarche sono animali gregari che facilmente si possono allevare assieme ad altre specie di volatili. Eccezione è il periodo degli amori in quanto queste anatre sono molto attaccate al nido e alla prole, che difenderanno con coraggio indipendentemente da chi sia l’intruso. La voliera dovrebbe essere sviluppata molto più in lunghezza che in altezza, in modo da favorire l’attività pascolativa. Nella voliera dovrebbe sempre essere presente uno specchio d’acqua, anche non e grande e senza ricambi continui, contornato da un’ampia area di erba e/o altre graminacee su cui le casarche possano pascolare e brucare.

Sono poi necessarie delle zone d’ombra che potrebbero essere garantite sia da arbusti che da casette per anatidi.

Il nido

Qualora si volesse farle figliare, per rispettare le loro abitudini riproduttive, si consiglia di costruire un nido a cassetta, interrato per metà, di dimensioni 35x35 cm collegato a un tubo di materiale facilmente lavabile, resistente e non attaccabile dall’acqua (PVC) per permetterne l’uscita. Attenzione: se il nido è interrato, è anche più esposto a eventuali inondazioni a seguito di brusche tempeste. Si consiglia quindi, qualora fosse una zona a rischio, di appoggiarlo semplicemente al terreno o aggiungere muretti di ghiaia per bloccare il flusso dell’acqua.

SajeevBhaskaran - Pixabay

Zhu Bing - Pixabay

La riproduzione

Le casarche sono anatre la cui riproduzione è abbastanza semplice in quanto capaci di metter su famiglia in diversi habitat e areali. Sono generalmente monogame: il legame di coppia, una volta instaurato, è forte e duraturo e prosegue anche per le stagioni riproduttive successive. I soggetti raggiungono più o meno precocemente la maturità sessuale a seconda della specie: Volpoca e Casarca ferruginea al secondo anno di vita, mentre Casarca radjah e Casarca del paradiso al terzo. La femmina sceglierà durante la stagione invernale il suo compagno che cambierà solo in caso di fallimento della stagione riproduttiva. Il nido, foderato solo da erba e piume, viene costruito intorno al periodo di febbraio-marzo (con l’eccezione della Casarca australiana che predilige giugno-luglio) all’interno di tane abbandonate, sponde delle rive di un fiume, all’interno di tronchi di alberi o rovine di edifici, potendo anche quindi essere rialzato da terra, a eccezione della Volpoca la quale predilige fare il nido in buche del terreno. La femmina generalmente depone da 5 a 15 uova (a seconda della specie) bianche e lisce la cui cova dura circa 28-32 giorni. Il maschio generalmente coadiuva la femmina alla cova per questo motivo in allevamento è consigliato lasciarli assieme nella medesima voliera, meglio se soli. Sebbene gli adulti siano anche capaci di bere acqua salata, è fondamentale che vicino al nido vi sia una fonte di acqua dolce per la prole.

È importante considerare il fatto che le casarche si incrocino facilmente con esemplari di specie diverse del genere Tadorna spp. Questo permette la creazione di bellissimi ibridi che non devono mai venire in contatto con le popolazioni selvatiche perché la loro fuga potrebbe andare a intaccare l’integrità delle popolazioni selvatiche autoctone.

DerWeg - Pixabay

Alimentazione

Le casarche sono animali prettamente onnivori. In natura, si nutrono sia di piccoli pesci, molluschi, crostacei e invertebrati, sia di alghe, granaglie, bacche, germogli e colture agricole. Comune è la loro attitudine di razzolamento nei campi appena coltivati oppure nelle praterie umide. Qualora quindi le anatre dispongano di un’area in cui poter brucare, basterà somministrare delle granaglie in piccola quantità e, durante la stagione riproduttiva, introdurre nella dieta anche proteine di origine animale. Con queste anatre bisognerebbe cercare di evitare il più possibile la somministrazione di alimanti altamente calorici o iperproteici a causa delle problematiche di sviluppo osseo che ne potrebbero insorgere, inducendo quindi un accrescimento molto più lento ma omogeneo.

Si consiglia di ospitarle in ambiente esterno dove la irradiazione solare diretta permetta, attraverso l’esposizione alla frazione ultravioletta, l’attivazione della vitamina D assunta come precursore alimentare favorendo un corretto sviluppo osseo. ●

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