7 minute read
Speciale
Giuliano Zaghini
Past Ordinario Zootecnia Speciale Docente allevamento animali da compagnia Alma Mater Studiorum Bologna
Può sorprendere che solo il 15% circa della popolazione canina di razza oggi presente in Italia sia rappresentata da soggetti di origine autoctona o addirittura del 4%, considerando le razze dal punto di vista strettamente numerico. Tutto questo a fronte di un eccellente lavoro di selezione praticato dagli allevatori, che trova ampio riscontro nei numerosi campionati di bellezza e di lavoro nazionali e internazionali. Una delle motivazioni principali di questa “limitata rappresentatività” risiede nel fatto che il loro riconoscimento ufficiale è un processo lento e articolato che può richiedere anche molti anni di studi, ricerche e approfondimenti sul campo. E questo, tanto più quanto la stesura degli standard e il loro commento, viene effettuato con rigore scientifico da parte dei nascenti club di razza. Non sono presenti inoltre in Italia, salvo un’unica eccezione (Segugi), le razze “regionali”, molto rappresentate invece in Europa soprattutto nei gruppi più numerosi (cani da pastore, segugi, cani da ferma).
Le razze “made in Italy” distribuite nei 10 gruppi Fci
Attualmente sono riconosciute ufficialmente 16 razze (su un totale di oltre 350), distribuite in modo abbastanza omogeneo nei dieci raggruppamenti morfofunzionali della Federazione Cinologica Internazionale (FCI). La loro consistenza, valutata attraverso il numero di cuccioli iscritti per anno, è rimasta complessivamente costante nel corso dell’ultimo ventennio con variazioni più significative riguardo ai Segugi nel loro insieme, al Lagotto e al Maltese; stabile nel tempo la consistenza del cane Corso, che ha mantenuto inalterato il gradimento dei primi anni successivi al riconoscimento ufficiale (1994). Le cinque razze nettamente più diffuse sono proprio il Segugio maremmano, il Segugio italiano a pelo raso, il Lagotto romagnolo, il cane Corso e il Maltese (vedi figura 1), mentre in tutte le altre la consistenza numerica è solamente di poche centinaia od addirittura decine di soggetti iscritti per anno solare (vedi figura 2). Le variazioni in diminuzione/aumento sono conseguenti, come già visto in precedenti articoli, alla riduzione del lavoro di caccia, alla scelta delle taglie medio piccole rispetto a quelle grandi/giganti e alla “conversione” della razza in cane da compagnia.
CON 16 RAZZE DISTRIBUITE NEI 10 GRUPPI DELLA FEDERAZIONE CINOLOGICA INTERNAZIONALE, E ALTRE SETTE IN CORSO DI RICONOSCIMENTO, LA RAPPRESENTANZA ITALIANA NEL MONDO CINOFILO INTERNAZIONALE È UN PATRIMONIO DI TUTTO RISPETTO
IL CANE
DI RAZZA ITALIANO
Adobe stock
In realtà la popolazione di Segugi allevata nel nostro Paese comprende
Figura 1
Adobe stock
anche il Segugio italiano a pelo forte (da sempre meno diffuso della varietà a pelo raso e da cui si differenzia unicamente per la natura del mantello) e il Segugio dell’Appennino (riconosciuto ufficialmente solo di recente). Vediamone per brevità le sole caratteristiche di base e comuni. Appartengono al gruppo 6 della classificazione FCI Sezione 1a Segugi e cani per pista di sangue di media taglia, con prova di lavoro. La costruzione morfologica è quella di un mesomorfo il cui tronco sta nel quadrato (la cui altezza al garrese è quindi uguale alla lunghezza del tronco) con testa dolicocefala, profilo degli assi longitudinali divergenti e orecchie lunghe e pendenti. Di media taglia (con variazioni dai 20 ai 30 kg e ai 50-60 cm di altezza nei due sessi e rispettive varietà). Il mantello può essere più lungo, raso o decisamente ruvido e di due colori (fulvo unicolore in tutte le sue gradazioni e nero focato). Il segugio è stato selezionato per inseguire i selvatici sui terreni più diversi, dopo averli individuati, percependo l’effluvio delle loro tracce; lavora per lo più in muta, usa molto la voce squillante e gradevole - per segnalare l’incontro con il selvatico, è galoppatore resistentissimo. In questo contesto, segnaliamo la specializzazione nei confronti della caccia al cinghiale, del segugio maremmano e del segugio appenninico, come espressione di una marcata selezione funzionale piuttosto che morfologica. Dal carattere dolce, affettuoso, giocherellone e socievole con gli altri cani, il segugio può essere facilmente tenuto, con soddisfazione, anche da compagnia. Negli ultimi anni è prevalsa la diffusione del Segugio maremmano (5200 soggetti iscritti vs. 3750 del Segugio italiano a pelo raso).
Il Lagotto romagnolo
Appartiene al gruppo 8 della classificazione FCI-Cani da riporto, da cerca e da acqua (Sezione terza). È un cane di mole medio-piccola (1316 kg nel maschio e 11-14 kg nella femmina, con altezza al garrese variabile nei due sessi da 41 a 48 cm), di aspetto e costituzione rustici, molto ben proporzionato, con pelo folto e ricciuto a tessitura lanosa. Il mantello può essere di colore bianco sporco, bianco a macchie marroni o arancio, roano marrone, marrone o arancio
Adobe stock
LE NUOVE RAZZE IN DIVENIRE
Accanto alle 16 razze già radicate nel nostro territorio, stanno seguendo l’iter di riconoscimento in ambito ENCI e FCI un altro gruppo di sette popolazioni canine a espressione più tipicamente regionale, ancora oggi prevalentemente utilizzate in ambito rurale per il lavoro e selezionate non tanto per la morfologia, bensì per la loro attitudine. Sono per lo più assimilabili ai cani da pastore (Pastore della Sila, Cane di Oropa, Spino degli Iblei, Cane Alpi Apuane, Pastore della Lessinia e Lagorai) ed ai molossoidi (Cane del Fonnese e cane di Mannara) (vedi Fig. 3). Il loro riconoscimento definitivo è tuttavia, come già accennato, un processo lento e articolato che necessita di molti passaggi di carattere tecnico e burocratico; sono infatti necessari tempi lunghi prima di acquisire una popolazione omogenea minima e attribuirne i requisiti di razza (indagine storica, disegno descrittivo delle caratteristiche morfofunzionali, indagine biometrica per la costruzione dello standard). L’iscrizione al registro supplementare aperto (RSA) e a quello dei riconosciuti (RSR), rappresentano le successive tappe di consolidamento e di progresso genetico. La tutela e la valorizzazione delle razze “locali”, come espressione della salvaguardia della biodiversità e della millenaria collaborazione uomo-cane, accompagnata dalla rigorosa selezione da parte di allevatori competenti e appassionati, può in definitiva aggiungere valore proprio alla qualità genetica complessiva del cane di razza made in Italy.
unicolore. Originariamente impiegato nelle regioni vallive come cane da riporto in acqua, è oggigiorno specializzato nella ricerca del tartufo su qualsiasi tipo di terreno, lavoro che svolge con passione e efficienza, sfruttando la sua innata attitudine alla ricerca e l’ottimo olfatto. Sobrio, intelligente, affettuoso, molto attaccato al proprietario e facilmente addestrabile, il Lagotto è anche un ottimo cane avvisatore e da compagnia. Il numero di cuccioli iscritti nel 2019 è stato di poco inferiore ai 3000 soggetti. La razza è molto diffusa e apprezzata anche all’estero.
Agutti - Pixabay
Il Cane Corso
Appartiene al gruppo 2 della classificazione FCI Sezione 2a Molossoidi. Discendente diretto del molosso romano, è stato prezioso compagno delle genti italiche come cane da guardia, da caccia e da difesa personale. Cane di mole medio-grande (45-50 kg nel maschio e 40-45 kg nella femmina con altezza al garrese variabile nei due sessi da 60 a 68 cm), fortemente costruito, ma elegante, esprime forza, agilità e resistenza. La conformazione
Figura 3
Figura 2
generale è quella di un mesomorfo con testa brachicefala. Il mantello, corto, può essere di vari colori (nero, grigio piombo, ardesia, grigio chiaro, fulvo chiaro-scuro e tigrato). Intelligente, energico ed equilibrato è ineguagliabile cane da guardia e da difesa. Facilmente addestrabile, affettuoso con il proprietario e amante dei bambini e della famiglia, diviene, se necessario, difensore temibile e coraggioso delle persone, della casa e della corte. Anche nel cane Corso il numero di cuccioli iscritti nel 2019 è stato di poco inferiore ai 3000 soggetti.
Pezibear - Pixabay
Il Maltese
Appartiene al gruppo 9 della classificazione FCI Sezione 1a Bichons e affini. Non è originario dell’isola di Malta, bensì dei Paesi centrali del Mediterraneo ed è considerato progenitore di tutti i Bichons. Scelto per la bellezza, l’eleganza e l’intelligenza, il maltese si presenta di piccolo formato (3-4 kg e 20-25 cm di altezza nei due sessi), con tronco allungato ricoperto da peli molto lunghi, lucidi e brillanti di colore bianco puro. Il mantello è di tessitura setacea e ne costituisce la più grande attrattiva. L’andatura è fluida, radente e sciolta. Il Maltese si è molto diffuso nelle case come cane di compagnia, riscuotendo crescente gradimento in virtù delle sue doti di intelligenza e attaccamento alla famiglia; vivace e coraggioso è comunque abitudinario, adattandosi facilmente allo stile di vita casalingo. Il numero di cuccioli iscritti nel 2019 è stato di circa 2300 soggetti. ●