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Ornitologia

Ornitologia

Giuliano Zaghini

Past Ordinario Zootecnia Speciale Docente allevamento animali da compagnia Alma Mater Studiorum Bologna

L’attività venatoria si è ridotta considerevolmente, soprattutto nell’ultimo ventennio, per il graduale abbandono di interesse da parte delle nuove generazioni e per l’affermarsi di una maggiore coscienza etica, che non accetta più di causare sofferenza e morte agli animali per passatempo o per mere scelte di carattere culinario. Di conseguenza, si è verificata una cospicua riduzione della consistenza delle più importanti razze selezionate per questa finalità e parallelamente una utilizzazione di una parte delle stesse esclusivamente come animali da compagnia per i tanti benefici da loro arrecati. È ampiamente dimostrato infatti che la presenza del cane nella vita di tutti i giorni, sia esso di razza o meno, aumenta il benessere psico-fisico dell’uomo in tutte le sue fasi di vita, attraverso la riduzione dello stress e dell’ansia, la diminuzione della frequenza delle malattie cardiovascolari e dei fenomeni allergici e la minor frequenza delle sintomatologie depressive.

A essi debbono aggiungersi quelli derivanti dall’impiego in campo sociale del cane, come avviene negli ospedali per la riabilitazione fisica e psichica dei pazienti, nelle carceri e in generale in tutte le situazioni in cui è necessaria la pet-therapy. Vediamo come tutto questo si sia manifestato nell’ambito delle razze, ripercorrendo l’evoluzione avvenuta negli ultimi 5 raggruppamenti della classificazione FCI (Federazione

Cinologica Internazionale), partendo proprio dai cani da caccia.

Gruppo 6: Segugi e cani per pista di sangue

Si tratta del raggruppamento più numeroso (oltre 70 razze) suddiviso in varie sezioni in base alla taglia, alla tipologia e lunghezza del mantello. Di conformazione braccoide, come la maggior parte delle razze da caccia, i segugi sono cani da lavoro, di norma piuttosto specializzati per il tipo di preda cacciata e per le tecniche utilizzate; essi devono “sentire” una traccia e seguirla con il “naso a terra”, utilizzando l’elevatissimo fiuto che possiedono. Le due razze oggi più diffuse e utilizzate anche come cani da compagnia sono il Segugio italiano (nelle due versioni a pelo raso e forte) e il Segugio maremmano (presente solo da una decina di anni). La buona adattabilità del Segugio a cane da compagnia, maggiore di altre razze da caccia, unitamente alla comparsa del suo confratello maremmano ha permesso alla popolazione segugioide in Italia di mantenere e addirittura incrementare la sua consistenza, contrariamente a ciò che è avvenuto nella maggior parte delle altre razze da caccia.

TERZA PUNTATA SUL CAMBIAMENTO DELLO SCENARIO DELLE RAZZE NEGLI ULTIMI 30 ANNI. VEDIAMO COME SONO ANDATE LE COSE PER I GRUPPI DAL 6 AL 10 DELLA FCI E, IN PARTICOLARE, L’EVOLUZIONE DAI CANI DA CACCIA AI CANI DA COMPAGNIA

DA CACCIATORI A COMPAGNI DI VITA

Lars Nissen - Pixabay

Gruppo 7: Cani da ferma

Questo gruppo annovera molte razze, ben conosciute in campo cinofilo e cinotecnico, utilizzate per una particolare forma di caccia che prevede la ferma e cioè l’arresto “statuario” del cane, una volta che ha localizzato la preda. La prima da ricordare è il Setter inglese, che è attualmente la razza più allevata avendo di recente sorpassato come iscritti per anno il Pastore tedesco, che invece ha manifestato un evidente calo di popolarità. Sempre di origine inglese è il Pointer, mentre in ambito continentale annoveriamo numerosi bracchi delle varie regioni europee, tra cui il Bracco tedesco a pelo corto e l’Epagneul Breton. Tutte queste razze

Pixabay

Isakh - Pixabay

hanno subito una sensibile flessione numerica rispetto al passato per la forte riduzione dell’attività venatoria; in altri casi, sviluppando linee di sangue più orientate alla bellezza e quindi alle caratteristiche estetiche, ne è derivato il loro impiego come animali da compagnia, molto eleganti e piacevoli come il Weimaraner, dallo splendido mantello color bronzo.

Gruppo 8: Cani da riporto, da cerca e da acqua

Anche questo gruppo è costituito prevalentemente da cani impiegati originariamente nella caccia, per il recupero della selvaggina in terra ed in acqua (Retrievers) o anche per la ricerca e individuazione della preda, pur senza ferma (Spaniels). Tra questi cani, anch’essi a morfologia prevalentemente braccoide, sono comprese alcune tra le razze più note e diffuse al mondo come il Labrador Retriever, ampiamente utilizzato anche per compiti diversi dalla caccia, che vanno dalla semplice compagnia all’impiego in campo civile, come cane guida, cane da soccorso e da salvataggio in acqua e cane da ricerca, grazie alle sue straordinarie doti di addestrabilità e al suo potente olfatto; il Golden Retriever con il suo bel mantello dorato o crema, anch’esso selezionato come cane da lavoro, ma oggi molto apprezzato come cane da compagnia, per il suo carattere dolce e socievole e per essere un ottimo compagno di giochi per bambini. Per queste loro caratteristiche, entrambe le razze sono molto cresciute nel gradimento, collocandosi ai primi posti nella top ten del 2019, vicine alle due storicamente più rappresentate (Setter inglese e Pastore tedesco). Tra gli Spaniels, tuttora cani da cerca usati prevalentemente su selvaggina da penna, spicca il Cocker nella varietà di color fulvo che ha già goduto in passato di una discreta popolarità, mantenuta anche ora come cane da compagnia. Una citazione particolare in questo gruppo merita infine il Lagotto romagnolo, che sta conoscendo nel nostro Paese e ancor più all’estero un grande successo per le sue doti di facile addestrabilità, intelligenza, rusticità e unitamente a note caratteriali di prim’ordine, frutto dell’eccellente selezione praticata. Nato come cane d’acqua dal tipico mantello semiruvido ed arricciato, è oggigiorno considerato un ottimo cane da lavoro nella ricerca del tartufo per il suo olfatto, per la sua grande dinamicità e resistenza fisica.

Chiemsee 2016 - Pixabay Bianca van Dijk - Pixabay

Gruppo 9: Cani da compagnia

Fatta la debita premessa che qualsiasi cane, di razza e non, può essere considerato e tenuto come animale da compagnia, va detto che in questo gruppo sono comprese razze da sempre selezionate e allevate con tale finalità. Questo raggruppamento comprende numerose razze di origine e conformazione anche molto diversa, di taglia inferiore alla media, molte volte somiglianti a cani da lavoro di taglia più grande miniaturizzata, fino a sconfinare nel nanismo. Non essendo mai stati

Jens Mahnke - Pexels

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Katrin B. - Pixabay

impiegati come animali da lavoro, non sono particolarmente addestrabili (a eccezione dei barboni); talvolta conservano comportamenti infantili con la richiesta di molta attenzione da parte dei proprietari, hanno una buona propensione al gioco e limitato istinto predatorio. Riguardo al contesto in cui spesso sono confinati a vivere, che è quello urbano, profondamente diverso da quello originario dell’antenato lupo, va detto come le loro esigenze etologiche sono spesso frustrate con possibili riflessi sul piano comportamentale. Di questo, un proprietario responsabile dovrebbe sempre tener conto per dare più equilibrio ad una relazione uomo-cane a volte troppo antropomorfizzata. Scorrendo rapidamente le razze di questo gruppo notiamo situazioni più facilmente mutevoli nel tempo, in quanto purtroppo più influenzate dalle tendenze del momento e non da scelte adeguatamente ponderate. Il dato più eclatante riguarda il Chihuahua, che a partire dall’anno duemila è cresciuto sensibilmente fino ad arrivare agli 8000 iscritti per anno; conosciuto come cane “tascabile” è certamente la razza in assoluto più piccola (1-2 kg di peso).

Di buona diffusione risultano il Bouledogue francese, piccolo molossoide oggi scelto da molti proprietari, il Cavalier King Charles, di origini nobiliari e molto apprezzato per il carattere e la taglia ridotta, il Maltese, razza italiana dal bellissimo mantello sericeo, oltre naturalmente agli intramontabili Barboni, da sempre apprezzati per la loro eleganza e intelligenza.

Gruppo 10: Levrieri

L’ultimo gruppo della classificazione FCI comprende infine i levrieri, i leggiadri cani “da corsa” che hanno conservato, più di altre razze, inalterata la loro forma nei secoli. Questo gruppo è molto omogeneo, con differenze che tra una razza e l’altra riguardano solo la taglia e il mantello; la morfologia è del tutto simile, in quanto determinata dalla funzione, che è quella della massima velocità per la caccia “a vista” o per le competizioni sportive ormai in disuso in molti paesi. Dotati di linee flessuose e di un’andatura molto elegante, sono oggi apprezzati cani da compagnia, ancorché di limitata diffusione. Dal punto di vista caratteriale, sono generalmente animali abbastanza diffidenti, riservati, poco combattivi e aggressivi verso altri cani; sono ottimi atleti ed eccellenti corridori, che necessitano quindi di attività fisica frequente ed intensa. Esistono due ceppi di levrieri: quello orientale (comprendente il più famoso e regale Afgano) e quello europeo, più numeroso e nel quale ricordiamo l’aristocratico Borzoi russo. Tra le piccole e medie taglie, il Piccolo levriero italiano e infine il Whippet la più diffusa del gruppo, apprezzata per le sue doti di atleta, di vivacità ed intelligenza, che ben si adatta, anche per la mole non eccessiva, a un proprietario attivo e che ama passare tempo all’aria aperta. ●

LIMITE DI ISCRIZIONE: 17 OTTOBRE

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