7 minute read
Razze feline
Francesca Serena
Medico veterinario Master II liv in Medicina Comportamentale Vice presidente Commissione Tecnica Centrale ANFI Presidente Assemblea Allevatori con Affisso ANFI
Foto di Silvia Pampallona
Igatti del Bengala o Bengal derivano da ibridi, creati incrociando gatti domestici e gatti leopardi asiatici selvatici. Questo mix ha un «look selvaggio» e seducente che si riflette nel mantello e nella forma del corpo, tratto tipico dalla sua parentela con l’ALC (Asian
Leopard Cat). Il loro mantello esotico è lucido e brillante, il pelo è folto ed estremamente morbido, decorato con macchie a forma di rosetta, a strisce e marmorizzate. Sebbene si tratti di gatti domestici, nel loro aspetto generale i Bengala conservano gran parte delle caratteristiche fisiche selvagge del leopardo asiatico. Sono una razza di dimensioni medio grandi. Hanno un corpo lungo, muscoloso e potente con zampe e coda allungate che gli consentono balzi e allunghi poderosi. Amato da coloro che apprezzano il mix tra il suo aspetto di creatura selvaggia e la sua natura curiosa e amorevole, il bengala è rinomato per il suo mantello riccamente colorato, contrastato di macchie vivaci o marmorizzato nel più puro stile della moda animalier. Il bengal o bengala è infatti l’unico gatto di razza che può avere le rosette sul mantello come leopardi, giaguari e ocelot.
Storia della razza
Le caratteristiche del mantello hanno origine dal fatto che la nascita di questa razza, nel 1973, a opera del dottor Centerwall, ha la sua genesi dall’incrocio di un gatto domestico con un esemplare di gatto leopardo asiatico selvatico, il Prionalurus bengalensis o Leopardo del Bengala. L’incrocio fu fatto per cercare di rendere immuni i gatti di casa da una terribile CREATO INCROCIANDO GATTI DOMESTICI E GATTI LEOPARDI ASIATICI SELVATICI, HA UN ASPETTO SELVATICO AMATO PARTICOLARMENTE DA CHI NE SA APPREZZARE IL CONTRASTO CON LA SUA NATURA CURIOSA E AMOREVOLE
ILGATTO BENGALA
malattia, la leucemia felina, reputando che il gatto da compagnia potesse diventare indenne alla malattia inserendo nel DNA il potente sistema immunitario di un parente selvatico; purtroppo questa prova non riuscì nell’intento, ma ebbe però il merito di dar vita a una nuova razza, il bengal, un gatto di casa vestito da leopardo.
Il temperamento di questi ibridi risentiva però dell’importante progenitore selvatico, pertanto un gatto bengala era considerato un vero gatto da compagnia soltanto dopo la terza generazione; prima di questo tempo poteva avere comportamenti ancora tipici del gatto selvatico. E fu per questo motivo che all’inizio furono fatti diversi incroci con esemplari di egyptian mau, il burmese, l’abissino e ocicat, per rendere questo felino più docile verso l’uomo.
Solo quando gli esemplari ottenuti da questo percorso risultarono soggetti tranquilli e giocherelloni, ancorché estremamente attivi, gli allevatori poterono iniziare il percorso di riconoscimento della nuova razza che fu riconosciuta dalla TICA nel 1986. Oggi i bengal nascono solo da soggetti di allevamento e non sono più previsti incroci con selvatici.
Le varietà di colori riconosciute
Il colore più popolare del Bengala è il marrone / nero tabby (cioè con il singolo pelo che riporta aree di colore più chiare e più scure) che può andare da un marrone ricco al nero intenso con sfumature vibranti di oro, bronzo, rame o mogano con macchie o marezzature varie, alcuni mantelli sono dotati del cosiddetto glitter (scintillio) che conferisce una lucentezza iridescente ad ogni singolo pelo.
Per quanto riguarda le macchie si distingue tra mantello spotted (maculato), rosetted (punteggiato o a rosette) e marbled (marmorizzato).
Il mantello spotted presenta appunto macchie rotondeggianti, il mantello rosetted è quello classicamente associato con il look leopardo con le caratteristiche macchie grandi o piccole e disposte come le macchie del giaguaro e del leopardo.
Il marbled è un mantello classico che si trova in molte razze di gatti, ma con la particolarità nel bengal di essere assai intenso e selvaggio con striature dal modello vorticoso che scorrono attraverso il corpo del gatto disegnando spesse linee diagonali ed orizzontali.
Un colore particolare è quello del bengal snow con una base che va dall’avorio al crema con macchie marrone chiaro o color cioccolata, questo mantello è associato ad una forma di albinismo, chiamata appunto neve dagli allevatori, e che indica una ascendenza siamese o burmese. In questi soggetti appunto il colore degli occhi è blu acquamarina.
Il carattere
Nonostante i suoi antenati selvaggi, il Bengala è una razza affettuosa e so-
cievole. Ciò a condizione che siano separati da almeno 3 generazioni dall’incrocio originale tra un gatto leopardo domestico e asiatico (F4). Le generazioni più vicine all’incrocio originario (F1 - F3, cioè dalla 1a alla 3a generazione), sono gestite soltanto in ambienti specializzati e non sono considerate gatti domestici. I Bengala di quarta generazione e successivi (da F4 in poi) sono gatti socievoli ed estroversi che amano la compagnia umana e amano far parte di qualunque cosa stia succedendo.
Il Bengala va d’accordo con le persone, ma anche con i cani e altri gatti. Questa razza è vivace, molto giocosa e ama l’interazione, il che lo rende un ottimo gatto per i bambini. È una grande aggiunta alle famiglie che hanno tempo per dargli l’attenzione che brama. I bengal amano giocare nell’acqua e possono anche decidere di fare compagnia ai loro proprietari nella vasca da bagno o in piscina. Si può insegnare loro a camminare al guinzaglio. Hanno una voce tipica e distinta dalla maggior parte degli altri gatti domestici.
A loro piace la conversazione e possono passare ore a “discutere” con i loro umani.
Osservare il Bengala in movimento è il modo migliore per apprezzare la sua combinazione unica di forza ed eleganza: adora saltare, correre e ha uno spiccato istinto predatorio verso tutto ciò che si muove. Ha bisogno di spazio per correre e arrampicarsi, anche dentro le mura di casa o in un giardino recintato. Seppure affettuoso, non va mai sottovalutata la componente turbolenta del carattere di questo gatto.
La salute e la cura del pelo
Gatto robusto e di buona salute, non si ammala facilmente ed è longevo arrivando a vivere fino a 15 anni. Gli allevatori sono impegnati nel controllare alcune malattie genetiche come la Progressive Retinal Atrophy (PRA) che determina un disturbo primario dei fotorecettori ad esordio precoce, e che porta alla cecità entro il primo anno di età, e anche la miocardiopatia ipertrofica (HCM), un difetto in cui il ventricolo sinistro del cuore si ingrossa fino a determinare disturbi circolatori.
Il Bengala non ha particolare bisogno di tolettature, e non perde molto pelo neanche durante la muta, ma trarrà giovamento da una spazzolata quotidiana con una spazzola a setole morbide, sia per la pulizia del pelo che per creare un momento di interazione affettuosa con il proprietario, cosa che può diventare una piacevole routine giornaliera per entrambi. ●
LO STANDARD
Aspetto generale. Ha lecaratteristiche fisiche di un piccolo leopardo dall’aspetto scattante e molto muscoloso. Taglia da media a grande, i maschi sono dotati di muscolatura possente, mentre le femmine, seppur robuste, appaiono aggraziate. Ben equilibrato dal punto di vista fisico e comportamentale ha un carattere sicuro di sé, vivace, curioso e al tempo stesso amichevole. Testa. Ha la forma di cuneo allungato, con guance piene nei maschi adulti. La fronte è leggermente bombata fino alla canna nasale, il naso è grande e largo, proprio come i leopardi, le orecchie sono fondamentalmente corte, larghe alla base e con le punte arrotondate. Ben distanziate, se viste di fronte, seguono il contorno del muso e di profilo e sono inclinate in avanti. Gli occhi sono grandi e ovali, ben distanziati leggermente obliqui nei colori a seconda delle sfumature del mantello: verde bosco, marrone, oro e acquamarina. Collo. Grosso e possente. Corpo. Lungo e forte, un insieme di muscoli supportati da una robusta struttura ossea. Il treno posteriore è leggermente più alto delle spalle. Zampe. Di media lunghezza, leggermente più alte quelle posteriori ben tornite dalla muscolatura, piedi grandi e rotondi. Coda. Spessa, affusolata alla estremità, con la punta arrotondata, come quella di un vero leopardo. Mantello. Lunghezza da corta a media. È permessa una pelliccia leggermente più lunga nei gattini. La tessitura del manto è fitta, sontuosa, eccezionalmente morbida al tocco e preferibilmente lucida. Difetti rispetto allo standard di razza. Testa di tipo orientale cioè allungata, colore delle punte del pelo molto più scure, una pelliccia lunga o dura non è ammessa nelle competizioni. Difetti da squalifica. Macchie bianche sul ventre - una maculatura non perfetta determina la squalifica in gara.