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TORRE DI PISA, 850 anni di sfide

Simbolo dell’Italia ma anche di una rinomata tradizione nel campo dell’ingegneria geotecnica

Tower of Pisa, 850 years of challenges

DI GIANLUCA DE FELICE *

La Torre di Pisa, o meglio il Campanile della Cattedrale, pende, ma resiste. Il monumento è stato visitato e studiato da scienziati di tutto il mondo. Dai primi del Novecento a oggi, e soprattutto negli ultimi cinquant’anni, i rapporti sulla condizione statica del Campanile hanno riempito intere biblioteche.

Negli archivi dell’Opera della Primaziale Pisana, ente no profit preposto alla conservazione dei monumenti e dei musei della Piazza dei Miracoli, sono conservate centinaia di proposte diverse, provenienti da tutto il mondo, per ripristinare o raddrizzare il Campanile.

La realtà è che il 6 gennaio 1990 Pisa, il Paese e il mondo intero dovettero assistere alla necessaria chiusura del monumento e prendere atto della concreta possibilità di un crollo. Il ricordo di quel triste giorno appare oggi lontano per il tempo passato e perché ormai quotidianamente centinaia di turisti provenienti da tutte le parti del globo risalgono i trecento scalini che dalla base conducono fino alla sommità della cella campanaria. Ancor più lontane e superate le ansie per le difficilissime e coraggiose scelte da compiere e anche le emozioni liberatrici vissute negli anni di intensi studi e lavori a fianco dell’ultimo Comitato Internazionale per la Salvaguardia della Torre, il diciassettesimo, presieduto dal professore Michele Jamiolkowski, geotecnico di fama mondiale e allora docente al Politecnico di Torino.

Per questo coraggio, unito a straordinarie specifiche competenze, è opportuno ricordare i componenti del Comitato, alcuni dei quali purtroppo non sono più con noi, a cui la comunità internazionale deve rivolgere un segno di grande riconoscenza: Jean Barthelemy, Michele Cordaro, Michele D’Elia, Roberto Di Stefano, Salvatore Settis, Fernando Veniale, Remo Calzona, Giuseppe Creazza, Giorgio Croci, Giorgio Macchi, Luca Sanpaolesi, John Boscawen Burland, Michele Jamiolkowski, Carlo Viggiani, Francesco Guerrieri, Mario Desideri,

Renato Lancellotta, Raymond Lemaire, Fritz Leonhardt, Gerald A. Leonards, Angela Maria Romanici, Alma Maria Minosi.

L’Opera della Primaziale Pisana conserva nei suoi archivi i numero-

9 agosto 1173: la posa della prima pietra

sissimi progetti di intervento formulati nel corso dei decenni, dai più autorevoli ai più bizzarri. Tutti prevedevano pesanti opere di consolidamento che avrebbero irreversibilmente modificato l’anima del celeberrimo monumento pendente.

Fortunatamente questo non è avvenuto e sintesi grafica quanto mai rappresentativa della tecnica che invece fu adottata e del risultato raggiunto è quella piuma del dipinto di René MaLa notte di Pisa ritratta in opposizione allo strapiombo della Torre.

Come ha insegnato il professore Michele Jamiolkowski, la stabilizzazione del Campanile è stata una vera sfida per l’ingegneria geotecnica, perché l’impiego delle convenzionali tecnologie di intervento sul terreno di fondazione, come iniezioni o sottofondazioni, comportava un rischio inaccettabile. La sottoescavazione si è invece rivelata una metodologia completamente compatibile con i requisiti di un restauro architettonico del tutto conservativo e ha permesso di vincere l’incredibile sfida. Questo Comitato, nel corso di più di dieci anni, ha centrato uno scopo che sembrava impossibile da raggiungere e, riducendo l’inclinazione del Campanile di circa 1.900 arcosecondi, corrispondenti a una diminuzione dello strapiombo della settima cornice rispetto al piano di fondazione di ben 460 millimetri, ha riportato il monumento alle condizioni di preesistenza databili ai primi dell’Ottocento.

Il salvataggio è stato quindi compiuto ma l’inclinazione della Torre continua a essere presente e ad appassionare i tantissimi visitatori.

Il Campanile, infatti, non è mai stato verticale.

Già nel 1179, sei anni dopo l’inizio dei lavori, lo stesso Bonanno Pisano, architetto che progettò il monumento, come da conferma di un recente studio della professoressa Giulia Ammannati della Scuola Normale Superiore di Pisa, fermò il cantiere perché il terreno aveva cominciato a cedere e i primi tre piani presentavano già un’evidente inclinazione. I lavori ripresero quasi un secolo dopo, con l’intervento di Giovanni di Simone, il progettista del Camposanto Monumentale di Piazza del Duomo. Egli cercò di raddrizzarla, ma il progetto rimase fermo a causa della sconfitta della repubblica pisana nelle acque della Meloria da parte della rivale Genova. Bisognerà aspettare la metà del Trecento per vedere completato il monumento, con la cella campanaria di Tommaso Pisano.

La colpa dell’irrisolta inclinazione, in questo caso estremamente fortunata, fu del terreno cedevole e dell’immane massa del Campanile, circa 14.453 tonnellate.

“Instabilità dell’equilibrio, un fenomeno complicato, che nasce dalla presenza di un oggetto così pesante, che ha un centro di gravità molto alto sopra un terreno deformabile. Una malattia che si autoalimenta e se non si ferma porterà a far ribaltare il monumento”.

Michele Jamiolkowski

Come ha recentemente affermato il Presidente dell’Opera della Primaziale Pisana, Pierfrancesco Pacini, il salvataggio del Campanile permette di arrivare oggi ai festeggiamenti dell’850° anniversario della posa della prima pietra (9 agosto 1173) e per organizzare le celebrazioni dell’evento si è costituito un apposito Comitato sorto spontaneamente dalla volontà di alcuni cittadini pisani e supportato da un prestigioso Comitato Scientifico scelto dalle principali istituzioni della città. Ma ciò che la stabilizzazione della Torre soprattutto permette oggi è poter ancora ammirare lo sforzo progettuale speso dai nostri antenati nella disposizione dei monumenti della Piazza del Duomo, i quali, sebbene edificati in epoche diverse, non si compongono in modo casuale, ma a rappresentare il percorso della vita umana, dalla nascita (il Battistero) attraverso la vita cristiana (la Cattedrale e il suo Campanile), la sofferenza (l’Ospedale oggi in parte Museo delle Sinopie) e la morte (il Camposanto Monumentale). Al Campanile di Pisa, mediante le sue campane, si lega la scansione del tempo liturgico, richiamo sonoro e visivo per la comunità dei fedeli che continuano ad ammirare la sua perfetta inclinazione.

* Segretario Opera della Primaziale Pisana

The Tower of Pisa, i.e., the Bell Tower of the Cathedral, is yet leaning, but, nevertheless, enduring. The monument has been visited and studied by scientists from all over the world. From the early twentieth century to the present, and especially in the last fifty years, reports on the static condition of the Tower have filled entire libraries. In 1990 Pisa, the country and the whole world had to witness the necessary closure of the monument and consider the real possibility of a fatal collapse. Thus, the rescue operations of the Tower began: a real challenge for geotechnical engineering! Today, the success in the rescue makes it possible to celebrate the 850th anniversary of the laying of the foundation stone for the construction of the famous monument (August 9, 1173).

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