OTTOBRE 2020
COSE DI CASA
A zonzo per l'Italia
OTTOBRE 2020
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ALLA RICERCA DELLE RADICI: "ON THE ROAD" TUTTO ITALIANO DI RAFFAELLA VACIS Il viaggio attraverso la penisola ha inizio. Poche le regole, ma fondamentali. Se "l'andare a zonzo" prevede, e quasi si augura, l'imprevisto del perdersi, considerato come valore aggiunto, il navigatore (google map e blablabla) è bandito dal viaggio. Non ci importa l'arrivare ma l'andare. Farà bella mostra, sul cruscotto dell'auto, la mappa d'Italia. Da sgualcire e ripiegare rigorosamente come viene. Chi non segue le pieghe amen. Nella scelta dei luoghi da visitare, i blasonati non mancheranno, ma si deve poter dar spazio all'ispirazione.
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Al suggerimento. Allo sconosciuto che, a suo modo, trasforma itinerari. Valgono anche consigli ricevuti anni e anni fa, che si rincorrono, ancora, tra le pieghe della mente. Se hanno resistito tutto questo tempo ci sarà senz'altro un motivo. A noi scoprirlo. Aggiungerei un pizzico di anarchia, sì insomma, non ci devono essere regole marcate. Cristallizzazioni. Deve regnare la leggerezza. Flessibilità, lentezza e senso dell'avventura. È così che "a zonzo per l'Italia" ha inizio.
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IN SEARCH OF ROOTS: AN ALL-ITALIAN "ON THE ROAD"
DI RAFFAELLA VACIS
The journey across the peninsula begins. Few rules, but fundamental. If "wandering around" foresees, and almost hopes, The unexpected of getting lost, considered as an added value, the navigator (google map and blablabla) is banned from the trip. We don't care about arriving but about going. The map of Italy will be displayed on the dashboard of the car. To be creased and folded strictly as it comes. Who does not follow the folds amen. In choosing the places to visit, there will be no shortage of noblemen, but you must be able to give space
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to inspiration. At the suggestion. To the unknown who, in his own way, transforms itineraries. Also valid advice received years and years ago, which still chase each other in the folds of the mind. If they have resisted all this time, there is certainly a reason. It is up to us to find out. I would add a pinch of anarchy, yes in short, there must be no strong rules. Crystallizations. Lightness must reign. Flexibility, slowness and a sense of adventure. This is how "strolling around Italy" begins.
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Sinestesia L'Italia è la girandola tra le mani, ed io che soffio. Soffio forte. I colori si sovrappongono, rincorrono, accavallano. Ruotano in un girotondo di mani nelle mani. L'Italia è la tavolozza che osservo stupita. È ocra come le colline toscane e blu come quel cielo profondo, che si tuffa nel turchese dei mari che la cingono. Avvolgono questa bella, sensuale, emozionante, conturbante Penisola. Una Penisola color vermiglio, rubino come il vino che lentamente cullo nel bicchiere. Bianca accecante come quel marmo, che se lo osservo al tramonto diviene caldo, rosa albicocca. Bianca come la schiuma delle sue onde che battono e sbattono spiagge assolate. È il verde acceso dei vigneti che si trasforma in quello spento, che annoda a perdita d'occhio rami d'ulivo. Rossa come i pomodori che affetto nel piatto e brillante di mosaici bizantini che scruto dal basso. Torna a essere blu cobalto per poi accoppiarsi col giallo di limoni profumati. Arancione incandescente di peperoncino essiccato al sole e sabbia come sassi di antiche chiese. È profumo di pane, sa di intingoli e si scioglie in bocca come morbido formaggio. È trasparente, a volte, e cola dalla bocca come l'olio e il tovagliolo per tamponare. È finestrini abbassati al sapore di cicale. È scura, d'odore di caffè, l'Italia di casa è quel rumore dell'acqua che sale. Caffettiera che gorgoglia quasi come un mulinello. Italia girandola. Italia camaleonte. Italia.
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Sinestesia Italy is the pinwheel in my hands, and I am blowing. Strong blow. Colors overlap, chase, overlap. They rotate in a circle of hands in hands. Italy is the palette that I observe amazed. It is ocher like the Tuscan hills and blue like that deep sky, which plunges into the turquoise of the seas that surround it. They envelop this beautiful, sensual, exciting, disturbing Peninsula. A vermilion-colored peninsula, ruby like the wine that I slowly rock in the glass. It is dazzling white like that marble, which if I observe it at sunset becomes warm, apricot pink. It is as white as the foam of its waves that beat and beat sunny beaches. It is the bright green of the vineyards that turns into the dull one, which knots olive branches as far as the eye can see. Red like the tomatoes that I slice into the plate and bright with Byzantine mosaics that I peer into from below. It returns to being cobalt blue and then mates with the yellow of fragrant lemons. Glowing orange of sundried chili and sand like ancient church stones. It smells like bread, tastes like dips and melts in the mouth like soft cheese. It is transparent at times, and it drips from the mouth like oil and a towel to dab. It's cicadas-down windows. It is dark, with the smell of coffee, home Italy is that sound of rising water. Coffee maker that bubbles almost like a whirlpool. Italy pinwheel. Italy chameleon. Italy.
EXPERIENCE DI RAFFAELLA VACIS Esperienza è riscoprire se stessi. Riscoprire la bellezza di un Paese che è il nostro. Esperienza è socchiudere gli occhi e riconoscere un profumo. Familiare. Esperienza è quel percorso che giorno dopo giorno si costruisce. Prende forma l'esperienza del viaggio. Strade. Le statali che ci accompagnano, curva dopo curva, nel mondo di un'Italia rurale, agreste, dimessa.
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Ma che incanta. Curve come labirinti. Fili invisibili che si dipanano. Esperienza è trovare la strada smarrita. Seguire l'istinto, ascoltare l'intuito. Esperienza è condividere le tradizioni. Esperienza è un sapore che non conoscevo. Esperienza è empatia. Esperienza è comprendere uno sguardo, il profilo sconosciuto di un sorriso. Esperienza è conoscere la tua casa. Esperienza è quel panorama che mi mostri.
Esperienza è la salsa di pomodoro all'alba. La tavola delle feste. Esperienza è il vino della casa. Tua madre, che ci accoglie. Esperienza è ascoltare quella ninna nanna antica. Esperienza è stupirsi. Esperienza è riscoprire le proprie radici.. Appartenere. Esperienza è misurarsi con se stessi. Esperienza è giocare la vita. Esperienza è quella partita sempre aperta. La nostra.
EXPERIENCE DI RAFFAELLA VACIS Experience is rediscovering myself. Rediscover the beauty of a country that is mine. Experience is squinting your eyes and recognizing a perfume. Familiar. Experience is that path that is built day after day. The experience of travel takes shape. Streets. The state roads that accompany you, curve after curve, in the world of a rural Italy.
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Agreste. Discharged. But what a charm. Curves like labyrinths. Invisible threads that unravel. Experience is finding the lost road. Follow your instinct, listen to your intuition. Experience is sharing traditions. Experience is that flavor I didn't know about. Experience is empathy. Experience is understanding a look, the profile of an unknown smile. Experience is knowing your home.
Feel like it was mine. Experience is the scent of tomato sauce at dawn. The table for holidays. Experience is that old lullaby. Experience is the house wine, grandma's recipe. Yours becoming a little mine. Enchanting. Experience is roots. Membership. Art. Beauty. Experience is to measure oneself. Experience is playing life. Experience is that game that is always open. Ours.
EXPERIENCE WORKSPACE, IL NOSTRO MAGAZINE. SERATA DI PRESENTAZIONE DI RAFFAELLA VACIS Il 16 settembre 2020 abbiamo presentato il nostro Magazine, una serata per farci conoscere, raccontare chi siamo e cosa vorremmo fare in questo spazio. E' stato emozionante condividere sogni. Attraverso i meravigliosi scatti di Alessandro Bassan, riviviamo alcuni momenti. On 16 September 2020 we presented our Magazine, an evening to let us know, tell who we are and what we would like to do in this space. It was exciting to share dreams. Through the wonderful shots of Alessandro Bassan, we relive some moments.
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SCATTI DI RAFFAELLA VACIS Scatti sparsi. Scatti al profumo di prato o al sapore di formaggio. Scatti sorridenti, entusiasti, curiosi. Scatti intrufolati, scatti stanchi, affamati. Scatti rumorosi. Scatti silenziosi, scatti pieni d'entusiasmo. Scatti che accolgono talento. Scatti pazienti e scatti frettolosi. Scatti eterni o fuggevoli. Scatti che si ritrovano, si fanno spazio, danzano.
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Scatti che raccontano. Scatti di passato e scatti intrisi di futuro. Scatti di poesia. Scatti d'amore, di energia, di novità e di paura. Scatti di un Paese visto da un finestrino. Scatti d'un Paese solo sfiorato. Scatti d'un Paese che è una fucina. Scatti di voglia di fare, scatti di coraggio. Scatti di ripresa, di saracinesche che si rialzano, nonostante tutto. Scatti che sanno di pizza e caffè. Scatti di racconti e di famiglie numerose.
Scatti di botteghe, scatti di mani che si sfiorano, finalmente. Scatti d'arte, scatti di un canto, scatti di vecchi palazzi che si sono trasformati in relais. Scatti di orgoglio. Scatti di un'Italia che ho ritrovato. Scatti di radici. Forti. Scatti di semplicità e di tenacia. Scatti di strade percorse, senza sosta. Scatti di magia. Scatti di rinascita. Scatti che siamo tutti noi. Scatti di Italia.
SHOTS DI RAFFAELLA VACIS Scattered shots. Lawn-scented or cheese-flavored shots. Smiling, enthusiastic, curious shots. Sneaked shots, tired shots, hungry. Noisy shots. Silent shots, shots full of enthusiasm. Shots that welcome talent. Patient shots and hasty shots. Eternal or fleeting shots. Shots that meet, make room, dance. Shots that tell.
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Shots of the past and shots of the future. Shots of poetry. Shots of love, energy, novelty and fear. Shots of a country seen from a window. Shots of a country only touched upon. Shots of a country that is a forge. Shots of desire to do, shots of courage. Shooting shots, of shutters that are raised, despite everything. Shots that taste like pizza and coffee. Shots of stories and large families. Shots of shops, shots of hands touching,
finally. Shots of art, shots of a song. shots of old buildings that have been transformed into relais. Shots of pride. Shots of an Italy that I have rediscovered. Shots of roots. Strong. Shots of simplicity and tenacity. Shots of roads traveled, without stopping. Shots of magic. Shots of rebirth. Shots that are all of us. Shots of Italy.
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"Per me si va" in Val d'Orcia
"PER ME SI VA" DI RAFFAELLA VACIS Questo fazzoletto di Toscana scorre dinnanzi agli occhi. Sguardi ondulati di colline. Borghi antichi, cipressi allineati e campi dorati di grano che da destra a sinistra danzano il loro eterno swing. Il tipico paesaggio toscano avvolge. Incanta. Tiene in scacco. Siena, Buonconvento, San Quirico d'Orcia, Monticchiello, Pienza, Montepulciano. Una regione che affascina da sempre.
Scorrono paesi piccini, uno dopo l'altro, E sono solo apparentemente tutti uguali. Qui, hanno un'identità. Raccontano storie. Sì, appena lasciata Siena il ritmo cambia. Anche il nostro, quasi automaticamente. È un attimo immaginare i pellegrini che da Canterbury si dirigevano a Roma. Attraversiamo le Crete Senesi. Argilla e burroni, burroni e argilla che si alternano dando origine ad un paesaggio irripetibile. Unico. Dolci colline e pianure ondulate.
Città incantevoli che sembrano rincorrersi senza sosta. Tutte a gara per esser la più bella. Tappa dopo tappa. Deviazione dopo deviazione. Come rinunciare alla mostra lassù? Come perdersi Beethoven che perfora il cuore di Montepulciano? Deviazioni. Osservo il Palazzo Comunale, il Duomo del XV secolo, mentre mi smarrisco nella sinfonia. Che non mi dà tregua. Senza nessuna pianificazione. Per puro caso. Come per caso è il tramonto viola a Monticchiello. I pici nel piatto e la tradizione che attraversa il palato, colonizzandolo. La bellezza dell'arte, del borgo antico. Il teatro di strada per tenere vive le tradizioni, per animare borghi che lentamente si spopolano. Poi le cantine, autentici luoghi sacri, più sacri delle chiese, da queste parti. Il vino. Un protagonista assoluto, indiscusso. Il bicchiere tra le mani e il nettare che attende il posarsi delle labbra. Mesci il vino e siediti a tavola, Così, è subito poesia.
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"PER ME SI VA" DI RAFFAELLA VACIS Tuscany flashes before my eyes. The wavy looks of hills. Ancient villages, lined cypresses and golden fields of wheat that dance their eternal swing from right to left. The typical Tuscan landscape envelops. Enchants. Keeps in check. Siena, Buonconvento, San Quirico d'Orcia, Monticchiello, Pienza, Montepulciano. A region that has always fascinated.
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Small villages flow, one after the other, And they are just apparently all the same. Here, they have an identity. They tell stories. Yes, as soon as you leave Siena the pace changes. Even ours, almost automatically. It is a moment to imagine the pilgrims who were heading from Canterbury to Rome. We cross the Crete Senesi. Clay and ravines, ravines and clay that alternate giving rise to an unrepeatable landscape. Single. Rolling hills and rolling plains.
Enchanting cities that seem to chase each other relentlessly. All competing to be the most beautiful. Stage after stage. Diversion after diversion. How to give up the exhibition up there? How to get lost Beethoven piercing the heart of Montepulciano? Deviations. I observe the Palazzo Comunale, the 15th century Cathedral, while I get lost in the symphony. Which gives me no respite. Without any planning. By pure chance. As by chance it is the purple sunset in Monticchiello. The pici in the dish and the tradition that crosses the palate, colonizing it. The beauty of the art of the ancient village. Street theater to keep traditions alive, to animate villages that are slowly depopulating. Then the cellars, authentic sacred places, more sacred than churches, in these parts. The wine. An absolute, undisputed protagonist. The glass in your hands and the nectar waiting for the lips to rest. Put the wine and sit down at the table, Thus, it is immediately poetry.
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LA BOTTEGA DI PORTANUOVA DI RAFFAELLA VACIS Il viaggiare, si sa, è strettamente legato al cibo. Filo doppio direi. Conoscere luoghi attraverso ingredienti e sapori è un’occasione inimitabile. Quando poi la tradizione si lega con uno stile leggero e giovane. Quando un locale è informale ma allo stesso tempo con un suo carattere e un pizzico di ricercatezza. Allora mi fermo. Mi siedo. Mi lascio raccontare una storia.
Luigi e Roberta regalano tutto questo. “La bottega di Portanuova”, a San Quirico d’Orcia. Un negozio di alimentari che si trasforma in luogo di ristoro ma anche fucina di idee e creatività. Un’anima sincera e schietta che non perde la sua identità ma ne accoglie anche altre. Una bottega molto toscana ma aperta al mondo. Se passate da quelle parti, che siate
Traveling, as we know, is closely linked to food. Double thread I would say. Getting to know places through ingredients and flavors is an inimitable opportunity. Then when tradition is linked with a light and young style. When a place is informal but at the same time with its own character and a pinch of refinement. Then I stop. I sit. I let myself be told a story. Luigi and Roberta give all this. "The Portanuova workshop", in San Quirico d’Orcia. A grocery store that turns into a place of refreshment but also a hotbed of ideas and creativity. A sincere and frank soul that does not lose its identity but also welcomes others. A very Tuscan shop but open to the world. If you pass over there, be it minstrels, pilgrims on the way to Rome or just curious ... Come and find them, you will not regret it.
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menestrelli, pellegrini sulla strada verso Roma o semplici curiosi... Passate a trovarli, non ve ne pentirete. https://labottegadiportanuova.com/foto
Sua Maestà Lecce
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LECCE DI RAFFAELLA VACIS Lecce è quel ricciolo che non sta mai al suo posto. È quel vino che mi gira la testa in un istante. Scrivo di Lecce percorrendo un itinerario emotivo. Un moto d'animo che qui sobbalza. Si muove, ininterrottamente. Lecce, color ocra, quasi d'acquerello, dove i contorni non sono mai marcati. Mai immobili. Mai statici. Ma dove la pietra è pietra. Solida. Alzo gli occhi, come in uno di quei miei sogni assurdi, incrocio figure tridimensionali, mostruose o meravigliose. Sono le due del pomeriggio, i leccesi se ne stanno chiusi in casa, io no. Oggi ho deciso di tornare sui miei passi. Non lo faccio mai, ma Lecce merita il mio ritorno. Mi attrae.
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Riccioli, fronzoli, decori complessi, esuberanti, sfacciati. Macchinosi. È una macchina del tempo, è un attimo che percorro secoli, sino al suo Seicento. Cortili interni, vuoti, smarriti, silenziosi, oziosi. Lecce s'infila negli anfratti, i miei. Stordisce il suo barocco. Attraverso piazze e mi lascio accecare da quel colore che sembra l'unico esistente. L'architettura seduce e ammalia. Lecce è identità spiccata. Forte, che mai scende a compromessi. E' fatta così, in un modo che è solo suo, nel modo che mi attraversa. Contemplo. Accolgo. Incontro. Avvicinamento e assimilazione, che è sempre tentativo di trasformazione. Prendo tempo. Regalarsi momenti. Oggi mi regalo Lecce.
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LECCE DI RAFFAELLA VACIS Lecce is that curl that never stays in its place. It's that wine that turns my head in an instant. I write about Lecce following an emotional itinerary. A mood that jumps here. It moves, continuously. Lecce, ocher colored, almost watercolor, where the outlines are never marked. Never motionless. Never static. But where stone is stone. Solid. I raise my eyes, as in one of those absurd dreams of mine, crossing three-dimensional figures, monstrous or marvelous. It's two o'clock in the afternoon, the people of Lecce are locked up in the house, I'm not. Today I decided to retrace my steps. I never do, but Lecce deserves my return. It attracts me.
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Curls, frills, complex, exuberant, cheeky decorations. Cumbersome. It is a time machine, it is a moment that I travel through centuries, up to its seventeenth century. Inner courtyards, empty, lost, silent, idle. Lecce slips into the ravines, mine. It stuns its baroque. Through squares and I let myself be blinded by that color that seems to be the only one in existence. Architecture seduces and captivates. Lecce is a strong identity. Strong, who never compromises. It is like that, in a way that is hers alone, in the way that goes through me. I contemplate. I welcome. Meeting. Approach and assimilation, which is always an attempt at transformation. I take time. Give yourself moments. Today I give myself Lecce
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GIOVINAZZO, L'ALTRA PUGLIA DI RAFFAELLA VACIS Un affascinante borgo marinaro dal cuore antico, con il dolmen di San Silvestro, la Cattedrale di Santa Maria Assunta e l'Arco di Traiano. Questo è Giovinazzo, un borgo medievale con il caratteristico porticciolo e lo splendido lungomare fortificato. Siamo a pochi chilometri da Molfetta. In Puglia. Giovinazzo è una cittadina poco battuta, pittoresca e tranquilla. L'atmosfera è diversa da quella incontrata sino ad ora. La Puglia, in questi caldi giorni d'agosto è piuttosto caotica. Non qui.
Questa è la dimensione che stavamo cercando, questa è la Puglia che ricordavo. Qui l'accoglienza è di casa, il cibo genuino scivola nei piatti, anche nelle taverne più semplici. Sono i prodotti della terra a fare la differenza, sempre. I pomodori succosi e l'olio profumato. La semplicità di Giovinazzo ci seduce e per due giorni ci riposiamo, non guardiamo l'orologio e cerchiamo di prendere il ritmo locale, un po' indolente,
Assaggiamo la focaccia fatta in casa dalla signora, Zi' Nico si siede accanto a noi e, fumando una sigaretta, ci racconta quel lungo sodalizio con la moglie. Condivisione di tutto, dalla casa alla bottega. Mentre parla mi perdo nel blu del mare, osservo i passanti che uno dopo l'altro interrompono Nico. Si conoscono tutti, si fermano a scambiare due parole, ci chiedono curiosi da dove veniamo. Il tempo scorre così. Tra ozio e parole. Gustando piatti cucinati dalla signora, come fossimo ospiti a casa sua. Un caffè, un amaro, un altro caffè. Adoro questo ritmo lento, adoro quest'atmosfera, apprezzo, come non mai, la semplicità di gesti quotidiani. Ci sentiamo a casa, stiamo bene, e abbiamo come la sensazione d'aver scoperto un piccolo tesoro. Giovinazzo, un nome che non ci diceva nulla ma che oggi s'è trasformato nel nostro angolo di paradiso. "Ciao Zi' Nico", andiamo a farci un ultimo bagno e ci godiamo il tramonto sul mare. Attimi preziosi di questa calda terra pugliese.
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Passeggiamo nel grazioso centro storico. Piccole chiese, minuscoli cortili, scalinate adornate con piante grasse, botteghe e ristorantini suggestivi. Poi il bel porticciolo, le barche colorate, l'acqua trasparente. Facciamo un bagno, ci godiamo questo clima piacevole, ventilato. Decidiamo, successivamente, di fare una sosta da Zi' Nico. Lui e la moglie gestiscono un localino semplice, proprio di fronte al mare. Qualche tavolino, sedie scombinate e atmosfera autentica.
GIOVINAZZO,THE OTHER APULIA DI RAFFAELLA VACIS A charming seaside village with an ancient heart, with the dolmen of San Silvestro, the Cathedral of Santa Maria Assunta and the Arch of Trajan. This is Giovinazzo, a medieval village with the characteristic port and the splendid fortified seafront. We are a few kilometers from Molfetta. In Puglia. A little traveled, picturesque and peaceful town. The atmosphere is different from that encountered so far. Puglia, in these hot August days is rather chaotic. Not here.
This is the dimension we were looking for, this is the Puglia I remembered. Here the welcome is at home, genuine food slips on the plates, even in the simplest taverns. It is the products of the earth that make the difference, always. Juicy tomatoes and fragrant oil. Giovinazzo's simplicity seduces us and for two days we rest, we don't look at the clock and we try to take the local rhythm, a little indolent,
Let's taste the lady's homemade focaccia, Zi 'Nico sits down next to us and, smoking a cigarette, tells us about that long association with his wife. Sharing everything, from the house to the shop. While he speaks I get lost in the blue of the sea, I observe the passers-by who one after the other interrupt Nico. They all know each other, they stop to exchange a few words, curiously ask us where we come from. Time goes by like this. Between idleness and words. Enjoying dishes cooked by the lady, as if we were guests in her home. A coffee, an amaro, another coffee. I love this slow pace, I love this atmosphere, I appreciate, as never before, the simplicity of everyday gestures. We feel at home, we are fine, and we have the feeling of having discovered a small treasure. Giovinazzo, a name that said nothing to us but which today has turned into our corner of paradise. "Hello Zi 'Nico", let's go for a last swim and enjoy the sunset over the sea. Precious moments of this warm Apulian land.
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We stroll through the pretty historic center. Small churches, tiny courtyards, stairways adorned with succulent plants, suggestive and restaurants. Then the beautiful marina, the colorful boats, the transparent water. We take a bath, we enjoy this pleasant, breezy climate. We then decide to make a stop at Zi 'Nico. He and his wife run a simple little place right in front of the sea. A few tables, messy chairs and an authentic atmosphere.
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EXPERIENCE, NEL NOSTRO SPAZIO. WORKSHOP "ABITI PARLANTI" DA FAREBERGAMO, ON LINE MAGAZINE
Sabato 19 settembre 2020 è stato tempo di workshop. I partecipanti si sono incontrati nel nostro Spazio Experience per prendere parte al laboratorio, uno dei tanti eventi in programma durante la Fashion Revolution Week Bergamo.
Seçil Uğur Yavuz, una designer che lavora nel campo del design di prodotti interattivi, ha guidato i partecipanti durante il laboratorio.
Saturday 19th September 2020 was workshop time. The participants met in our Spazio Experience to take part in the workshop, one of the many events scheduled during the Bergamo Fashion Revolution Week. Seçil Uğur Yavuz, a designer working in the field of interactive product design, led the participants during the workshop.
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Questo processo collaborativo è stato pensanto con l’intento di stimolare il dialogo e di tradurre la comprensione olistica del sistema moda, in una narrazione di gruppo. Il racconto ha preso vita attraverso i componenti elettronici e le tradizionali tecniche del ricamo, effettuate con dei fili conduttivi,
This collaborative process was conceived with the aim of stimulating dialogue and translating the holistic understanding of the fashion system into a group narrative. The story came to life through electronic components and traditional mending techniques, carried out with conductive threadsp.
Le parti della superficie del tessuto rivitalizzato, sensibili al tocco, hanno illustrato le percezioni e i valori collettivi incorporati in un artefatto, capace di indurre il cambiamento sociale, ambientale ed economico. Hanno collaborato al progetto: Iryna Kucher e Chiara Zardi. Al termine dell’evento è stato presentato al pubblico il lavoro svolto.
The touch-sensitive parts of the surface of the revitalized fabric illustrated the collective perceptions and values embedded in an artefact capable of inducing social, environmental and economic change. The following collaborated on the project: Iryna Kucher and Chiara Zardi. At the end of the event, the work carried out was presented to the public
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L'anima di Napoli
L'ANIMA DI NAPOLI DI RAFFAELLA VACIS
Colori. Mi incantano sempre. Mi fermo ad acquistare qualche minuscolo cornetto rosso, non è scaramanzia, solo folclore. La musica, in sottofondo, canta canzoni napoletane struggenti. Drammatiche. Il dramma, qui, è di casa. Lacrime e risa, decadimento e rinascita, vita e morte. Napoli mi commuove e i Quartieri Spagnoli mi riportano con la mente a Delhi. Non ne comprendo la ragione.
Oggi ho come la sensazione che l'anima di Napoli sia tutta qui. Racchiusa in queste scritte, nelle frasi comiche o tragiche, in questi eroi che splendono sorridenti su muri scrostati. Scrostate lavagne che si vestono a festa. Palazzi e facciate, erosi dal tempo, dall'incuria, dall'indifferenza, che improvvisamente si trasformano. Vivono una nuova vita.
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Provo la stessa commozione, lo stesso stupore costante, lo stesso sgomento e la stessa gioia. Riscontro la medesima generosità, la medesima fatica. Napoli oggi è il mio ponte, il mio ponte per l'India. Passeggio tra le vie strette dei Quartieri Spagnoli, leggo le scritte sui muri, osservo le persone. Alzo lo sguardo al cielo e penso alla mia città indiana.
Napoli è un crogiolo di elementi diversi. Convivono sentimenti. Convivono complessità, convivono epoche. Un'anima profonda quella che riesco a percepire. Un'anima bella e ferita. Un'anima che non perde mai, nemmeno per un istante, la sua capacità di guardare al futuro con ottimismo disarmante. Con ironia, con rinnovata speranza. Sorridendo di se stessa, come pochi sanno fare.
Un tempo passeggiare per questi vicoli era considerato imprudente, oggi si può fare. Camminando scorgo murales, li adoro, adoro la street art, questa forma nuova di espressione. Quest'arte moderna che racconta un territorio. Santi e calciatori. Artisti, poeti, personaggi della smorfia, personaggi dei fumetti, in versione partenopea.
A zonzo finisco sul suo golfo, di fronte al Vesuvio e torno a commuovermi. La luce, quella luce taglia lo sguardo. Poi c'è il blu e la gioia di vivere dei napoletani, che si tuffano nelle acque del suo mare. Finisce con una pizza a Spaccanapoli questa giornata. La pizza più buona di Napoli, giura il ragazzo che ci indica il tavolo. Seduta, sotto un porticato, solo apparentemente instabile, non posso che riflettere sulla precarietà della vita. Sulle incognite che ci accompagnano. Sulla bellezza di questo tempo sospeso. Tra India e Italia.
THE SOUL OF NAPLES DI RAFFAELLA VACIS
Colors. They always enchant me. I stop to buy some tiny red croissants, it's not superstition, just folklore. The music in the background sings poignant Neapolitan songs. Dramatic. The drama here is constantly on the doorstep. Tears and laughter, destruction and rebirth, life and death. Naples moves me and the Spanish Quarters bring my mind back to Delhi. I don't understand why.
Today I have the feeling that the soul of Naples is here. Enclosed in these writings, in comic or tragic phrases, in the heroes who shine smiling on its peeling walls. Peeling blackboards that dress up. Buildings, facades, eroded by time, neglect, indifference, which are suddenly transformed. They live this new life.
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It is the same emotion, the same constant amazement, the same dismay and the same joy. I find the same generosity, the same effort. Naples today is my bridge, it takes me to India. I walk through the narrow streets of the Spanish Quarters, I read the writing on the walls, I observe the people. I look up to the sky And I think of my Indian city.
Naples is a melting pot of different elements. Feelings coexist. Diversity coexist, eras coexist. A deep soul that I can perceive. A beautiful and wounded soul. A soul that never loses, not even for a moment, its ability to look to the future with disarming optimism. With irony, with renewed hope. Laughing at herself, as few can do.
Once walking through these alleys was considered crazy, today you can do it. Walking I see murals, I love them, I love street art, this new form of expression. This modern art tells a territory. Saints, artists, footballers. Actresses, characters of the grimace, characters of comics in the Neapolitan version.
I end up strolling on its gulf, in front of Vesuvius and I am moved again. The light, that light cuts the gaze. Then there is the blue of the sea and the joie de vivre of the Neapolitans, who plunge into the waters of its sea. This day ends with a pizza in Spaccanapoli. The best pizza in Naples, swears the boy who points us to the table. Sitting under a portico that is only apparently precarious, I can only reflect on the precariousness of life. On the unknowns that accompany us. On the beauty of this suspended time. Between India and Italy.
PRENDETE E LEGGETENE TUTTI: PERCHE' SCRIPTA VOLANT DI PAOLO MARABINI
L’idea mi è venuta così, come tante altre, camminando in montagna. Tra i monti, del resto, c’è il mio laboratorio di idee preferito. Ed è nata questa cosa. E con ‘sta cosa' è venuto fuori pure il titolo “Prendetene e leggetene tutti”. Un pochino blasfemo, ha detto qualcuno. Per me no. Se proprio, ci si può vedere un po’ di sacro e un po’ di profano. Perché ci sono libri di ogni genere, anche qualcosa di sacro e qualcosa di profano. I libri, appunto.
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“Prendete e leggetene tutti” è un mio personalissimo omaggio alla lettura attraverso un modo nuovo di concepirla. Io (ma in questo caso non solo io) metto dei libri a disposizione. Un locale di grande suggestione e dalle straordinarie potenzialità nel cuore di Bergamo - lo spazio Experience Workspace, in via Pignolo 38/c - li ospita, sparsi qua e là: su tavoli, mensole, nicchie, poltrone, sgabelli. Chi vuole entra, li sfoglia, si siede, comincia a leggerli, ascoltando musica, bevendo un tè o un bicchiere di
vino, lasciandosi irretire dalla storia tra le righe, ma anche dai mattoni a vista, dai quadri dei maestri Franco Travi e Marino Angelo Rossi, dai gioielli “Halibut”, dalle creazioni artistiche di Luca Pedone. Mettete dentro la testa e provate questa esperienza un po’ inusuale. E non preoccupatevi se non finirete di leggere il libro. Per un mese resterà lì, e ogni giorno, negli orari di apertura dello spazio Experience, potrete continuare la lettura.
TAKE AND READ THEM ALL: BECAUSE SCRIPTA VOLANT DI PAOLO MARABINI
This is how the idea came to me, like many others, while walking in the mountains. Among the mountains, after all, there is my favorite laboratory of ideas. And this thing was born. And with 'this thing, the title "Take it and read it all" also came out. A little blasphemous, someone said. For me no. If at all, you can see a bit of the sacred and a bit of the profane. Because there are books of all kinds, even something sacred and something profane.
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The books, in fact. "Take and read them all" is my personal tribute to reading through a new way of conceiving it. I (but in this case not only me) make books available. A highly suggestive place with extraordinary potential in the heart of Bergamo - the Experience Workspace, in via Pignolo 38 / c - hosts them, scattered here and there: on tables, shelves, niches, armchairs, stools.
Whoever wants to enter, leaf through them, sit down, start reading them, listening to music, drinking a tea or a glass of wine, letting themselves be entangled by the history between the lines, but also by the exposed bricks, by the paintings of the masters Franco Travi and Marino Angelo Rossi, from the “Halibut” jewels, from the artistic creations of Luca Pedone.
La rinascita di Matera
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LA RINASCITA DI MATERA DI RAFFAELLA VACIS
Rinata. Una città che è riscatto, resurrezione. "Il Vangelo secondo Matteo", che Pasolini girò proprio in questi luoghi, mi scorre dinnanzi agli occhi. Ne ripercorro passaggi e paesaggi. Scorci. Pasolini la amò e ne fu catturato, trasformandola nella Gerusalemme del Sud. Lo stesso Cristo, che a Eboli si era fermato, aveva pennellato una terra dove la civiltà contadina era esattamente come quella dei mangiatori di patate di Van Gogh. Cupa. Squallida. Priva di dignità. Gli abitanti dei Sassi, con il loro carico di dolore, divennero iconici.
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Icone di un Sud dimenticato. Inumano. La croce sulla spalla la portavano questi contadini, ogni giorno. Intere famiglie, che con gli animali condividevano destino ed esistenza. Ma poteva essere l'abbandono dei Sassi l'unica soluzione? La società contadina, portatrice di valori e tradizioni, poteva sacrificarsi in nome del progresso? Una questione di equilibrio. La bellezza, molto spesso, è solo questo. Equilibrio tra passato, presente e futuro. La Matera di oggi ha vinto, parzialmente, la sua partita e mostra come possa esserci un'alternativa.
Una strada. Matera insegna che la rinascita si nutre anche, e soprattutto, del passato. Che i Sassi, un tempo abbandonati forzatamente, oggi sono vivi. Dimenticarli, sacrificarli, avrebbe significato piegarsi al destino, accettare una rinunzia. Rinunciare alle radici di un popolo. Piccoli ateliers, laboratori, botteghe, le attività che oggi i Sassi accolgono sono la prova tangibile della rinascita, del riscatto, del presente. La metamorfosi di Matera, città "in fieri", lancia uno sguardo al futuro, diviene altro.
Si sta reinventando, ci prova, senza snaturarsi completamente. La storia, la cultura, la tradizione coesistono nell'anima della città. Le ho percepite passeggiando nelle sue bellissime vie. Scalinate, grotte, edifici incastonati nella roccia, musei e chiese. Tutti luoghi di indescrivibile e suggestiva bellezza. Matera è quindi da visitare, esplorare, vivere, assaporare.
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Una città che apre le sue porte e accoglie in una regione, per anni, avvolta dall'oblio. Una regione di borghi arroccati e dimenticati, una regione che m'ha toccato corde profonde. La Basilicata, che lentamente sembra svegliarsi dal torpore e aprirsi al nuovo. Avventurarsi nell'accoglienza, mantenendo le sue peculiarità. Quello che le auguro. Rimanere se stessa.
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Reborn. A city that is redemption, resurrection. "The Gospel according to Matthew", which Pasolini shot in these places, flows before my eyes. I retrace passages and landscapes. Glimpses. Pasolini loved it and was captured by it, transforming it into the Jerusalem of the South. Christ himself, who had stopped at Eboli, had stopped brushing a land where peasant civilization was exactly like that of the Van Gogh potatoes. Poor. Dark. Shabby. Without dignity. The inhabitants of the Sassi, with their load of pain, became iconic. cons of a forgotten South. Inhuman. These peasants wore the cross on their shoulder every day. Whole families who shared fate and existence with animals. But could the abandonment of the Sassi be the only solution? Could peasant society, bearer of values and traditions, sacrifice itself in the name of progress? A question of balance. Beauty, very often, is just that. Balance between past, present and future. Today's Matera has partially won its match and shows how there can be an alternative. Matera teaches that rebirth is nourished also, and above all, by the past.
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That the Sassi, once coercively abandoned, are now alive. To forget them, to sacrifice them, would have meant yielding to fate, accepting a renunciation. Giving up the roots of a people. Small workshops, laboratories, shops, the activities that the Sassi welcome today are tangible proof of rebirth, redemption, of the present. The metamorphosis of Matera, a city "in fieri", looks to the future, becomes something else. It is reinventing itself, it tries, without completely distorting itself. History, culture, tradition coexist in the soul of the city. I perceived them walking in its beautiful streets. Stairways, caves, buildings set in the rock, museums and churches. All places of indescribable and evocative beauty. Matera is therefore worth visiting, exploring, experiencing, savoring A city that opens its doors and welcomes in a region, for years, shrouded in oblivion. A region of perched and forgotten villages, a region that has touched me deeply. Basilicata, which slowly seems to wake up from its torpor and open up to the new. Venture into hospitality, maintaining its peculiarities. What I wish you. Remain herself.
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Autunno a Pavia
AUTUNNO LOMBARDO, PAVIA DI RAFFAELLA VACIS
Una sorta di nebbiolina umida avvolge Pavia stasera. Foglie secche che si incastrano nelle mie scarpe. La pasticceria storica con lo zucchero a velo. Soffio e s’alza una nube di dolcezza che arriva sino al cortile interno dell’università, avvolgendone i portici di luci giallognole. Statue di avi e passi silenziosi nella prima vera domenica autunnale di questo insolito ottobre. Pieno di malinconia e di vita.
Amici. Incontri. Gomitoli che si annodano col gioco di un gatto. Le nostre vite che si legano e sciolgono.Lo sguardo sul Ticino illuminato mi riporta a oggi. Ora. Essere qui e passeggiare mi inserisce in una strana dimensione. L’aperitivo sul Ticino, tutta la bellezza lombarda. Italiana. Chiese. Magnifiche. Vie animate. Acquerelli di vita che scorre e noi dietro, a rincorrerla sempre. Il rumore dei passi, i nostri.
Sublime bellezza. Tutt’uno in questa serata autunnale. Chiaroscuro dentro di noi. Risate che si mescolano a nostalgia di un vissuto comune ormai lontano. Trascorso. Finalmente un tagliere di salumi sotto gli occhi. Pane a fette profumato. Focaccia di Recco. La tavola tutta italiana. Vino bianco, un brindisi. Ricordi, speranze, scorci di bellezza decadente, appassita ma anche viva. Il vecchio liceo, la torre implosa tanti anni fa. La pavimentazione sconnessa. Il cane, il negozio, persone che ti passano accanto. Stasera. Pavia.
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L’immensa Basilica di San Michele maggiore accende gli occhi. Architettura lombarda medievale. Austerità ed eleganza. Percepisco ancora la forza e il peso della fede. Lontana nel tempo ma viva in questo luogo perduto. Il sottofondo di antichi riti. Riti millenari. Ci perdiamo nel soffitto dipinto magistralmente. La lenta disgregazione della basilica mi riporta alla fugacità del tempo. Erosione.
LOMBARD AUTUMN: PAVIA DI RAFFAELLA VACIS
A sort of humid mist envelops Pavia tonight. Dry leaves that get stuck in my shoes. The historic confectionery with icing sugar. I blow and a cloud of sweetness rises that reaches the inner courtyard of the university, wrapping its arcades in yellowish lights. Statues of ancestors and silent footsteps on the first real autumn Sunday of this unusual October. Full of melancholy and life.
Friends. Meetings. Balls that are tied with the game of a cat. Our lives that bind and melt. The look on the illuminated river brings me back to today. Now. Being here and strolling puts me in a strange dimension. The aperitif on the Ticino, all the Lombard beauty. Italian. Churches. Magnificent. Animated streets. Watercolors of life flowing and us behind, always chasing it. The sound of footsteps, ours.
Breakup. Sublime beauty. All one in this autumn evening. Chiaroscuro within us. Laughter that mingles with nostalgia for a common experience that is now far away. Passed. Finally a platter of cold cuts under your eyes. Sliced, fragrant bread. Focaccia from Recco. The all-Italian table. White wine, a toast. Memories, hopes, glimpses of decadent, withered but also alive beauty. The old high school, the tower imploded many years ago. The bumpy pavement. The dog, the shop, people passing by. Tonight. Pavia.
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The immense Basilica of San Michele Maggiore lights up the eyes. Medieval Lombard architecture. Austerity and elegance. I still feel the strength and weight of faith. Far in time but alive in this lost place. The background of ancient rites. Millennial rites. We get lost in the masterfully painted ceiling. The slow disintegration of the basilica brings me back to the fleetingness of time. Erosion.
From me to you
CONCLUSIONI...MA SOPRATTUTTO, QUANDO SI RICOMINCIA? Me la sono goduta ogni giorno “la bella Italia”. Il sole, il cibo, l’atmosfera, la libertà autentica di un ‘road trip’, la bellezza di un Paese da cui mancavo da tempo. L’ho assaporato come chi, da più di sei anni, vive altrove. L’ho osservato con una lente particolare, l’ho riscoperto. Mi sono lasciata incantare e travolgere. Estasiare e stupire. Coinvolgere. Siamo andati un po’ a spanne, ma con una logica ferrea. La ricerca della bellezza. In tutte le sue accezioni. Un tramonto, un’opera d’arte, un bicchiere di vino, un’amicizia, una storia. La bellezza ti sommerge, in Italia, ti cattura, ti fa sorridere, ti emoziona. Mi sono lasciata ispirare dal canto, dai formaggi, dai dialetti, dalla generosità, dalla voglia di ricominciare. Dal mare e dai monti, dai tramonti e dalle albe. Sarei voluta arrivare sino a Palermo, il prossimo giro sarà quello. Sicilia “on the road”. Soprattutto ho regalato a Tommaso la scoperta delle sue origini. Volevo vedesse quanto c’è di bello. Cosa siamo. Chi siamo. È stato a tratti faticoso, con un adolescente. Ma se di tutte queste bellezze, saprà dirvi che almeno una gli ha rapito il cuore, allora ne sarà valsa la pena.
From me to you
CONCLUSIONS ... BUT ABOVE ALL, WHEN DO YOU START OVER? I enjoyed every day "the beautiful Italy". The sun (a lot), the food, the atmosphere, the authentic freedom of a 'road trip', the beauty of a country I had been missing for some time. I tasted it like someone who has lived abroad for more than six years. I observed it with a particular lens, I rediscovered it. I let myself be enchanted and overwhelmed. Enrapture and amaze. Involve. We went a bit short, but with an iron logic. The pursuit of beauty. In all its meanings. A sunset, a work of art, a glass of wine, a friendship, a story. Beauty overwhelms you, in Italy, captures you, makes you smile, excites you. I let myself be inspired by singing, cheeses, dialects, generosity, the desire to start over. From the sea and the mountains, from sunsets and dawns. I would have liked to get to Palermo, the next lap will be that. Sicily "on the road". Above all, I gave Tommaso the discovery of his origins. I wanted you to see how beautiful it is. What we are. Who we are. It was tiring at times with a teenager. But if of all these beauties, he will be able to tell you that at least one has stolen his heart, then it will be worth it.