Zanzibar Magic Island

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Z A N Z I B A R M A G I C I S L A N D

EXPERIENCE
s e t t e m b r e 2 0 2 2
Indice Zanzibar, un luogo che mescola essenze, atmosfere, architetture e sapori. EXPERIENCE4 ZANZIBAR: UN PO' DI STORIA8 COSTA EST EAST COAST 20 COSTA OVEST WEST COAST 28 STONE TOWN BELLEZZA DECADENTE 38 2 JOZANI FOREST47 PEMBA ISLAND55 JUA RETREAT UN LUOGO, UNO STATO D'ANIMO 51

L'arcipelago di Zanzibar si trova nel mezzo di importanti crocevia culturali del mondo. Qui l’Africa e l’Arabia si incontrano, l’Oceano Indiano accarezza entrambe in una danza blu Stone Town, la parte più antica della capitale Zanzibar Town, racconta di infinite presenze. Gli edifici sono sì decrepiti, eppure maestosi. Come anziani saggi, detentori del sapere. Edifici in stile arabo, balconi finemente ornati Portoni scolpiti, imponenti e solenni, dinnanzi ai quali si rimane in silenzio, avvolti dal fascino che emanano.

Aprirne uno è come affacciarsi su un’epoca. O mille epoche Infinite epoche Lungo la costa i dhow alzano le vele pronti a partire, mentre in campagna si lavora nelle risaie o nelle piantagioni di chiodi di garofano, al cui aroma Zanzibar deve il nome di ‘isola delle spezie’. Mi piace pensare sia così Zanzibar, il solo nome evoca atmosfere suggestive. Evoca colori, sfumature infinite di blu che sembrano mescolarsi e sovrapporsi in una danza felice. Il vento che scompiglia i capelli, le donne velate di mille colori, il sole che caldo avvolge la pelle Salsedine, ragazzi che rincorrono palloni lungo spiagge enormi, senza fine, magnifiche. Sorrisi, parole, scambi. Zanzibar è da sempre luogo di incontro.

Incontro di culture, religioni, fusione di cibi e spezie. La sua magia autentica è la mescolanza e il risultato è suggestivo, unico Percorriamo chilometri a piedi o in bicicletta.

Ci immergiamo nella foresta, tra scimmie che vivono solo qui e vegetazione imponente, di foresta appunto e mangrovie Vicoli che ci riportano all'Africa del Nord, al Medio Oriente. Poi gli incredibili mercati africani e il ritmo lento e indolente dei villaggi Case, bambini, donne, anziani che ti accolgono con un saluto che è già di per sé una benedizione. Andare a zonzo per Zanzibar è piacevole e tutto sommato fattibile anche con mezzi pubblici I famosi o "famigerati" dala dala sono il nostro modo per entrare in contatto con le persone che a Zanzibar vivono. Sebbene non siano sempre comodissimi ci permettono di entrare, in punta di piedi e con rispetto, in una dimensione autentica di vita locale.

Experience Magazine vola in Africa e ci regala spaccati di autentica bellezza

Vegetazione lussureggiante e mare dalle mille sfumature. Mercati, persone, gatti, luce, colore, kite surf, città misteriose e antiche botteghe dove l'Africa incontra il mondo intero

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Zanzibar is located right in the middle of one of the world's great cultural crossroads, where Africa meets Arabia and the Indian Ocean.

The narrow alleys of Stone Town, the historic center of Zanzibar Town, wind through decrepit Arab style buildings adorned with balconies and monumental sculpted doors; along the coast the dhows raise their sails ready to go, while in the countryside they work in the rice fields or in the clove plantations, whose aroma Zanzibar owes the name of 'spice island'.

Zanzibar, the name alone evokes suggestive atmospheres

It evokes colors, infinite shades of blue that seem to mix and overlap in a happy and infinite dance. The wind that ruffles the hair, the women veiled in a thousand colors, the sun that warms the skin

Salsedine, boys chasing balls along huge, endless, magnificent beaches. Smiles, words, exchanges. Zanzibar has always been a meeting place

A meeting of cultures, religions, a fusion of food and spices. Its authentic magic is the mixture and the result is suggestive, unique

We travel kilometers on foot or by bicycle

We immerse ourselves in the forest, among monkeys that live only here and imposing vegetation, of forest and mangroves

Alleys that take us back to North Africa, to the Middle East.

Then the incredible African markets and the slow and indolent pace of the villages. Homes, children, women, the elderly who welcome you with a greeting that is in itself a blessing. Strolling around Zanzibar is pleasant and all in all feasible even with public transport. The famous or "infamous" dala dala are our way to get in touch with the people who live in Zanzibar. Although they are not always very comfortable, they allow us to enter, on tiptoe and with respect, an authentic dimension of local life.

Experience Magazine flies to Africa and gives us insights into authentic beauty.

Lush vegetation and sea of a thousand shades. Markets, people, cats, light, color, kite surfing, mysterious cities and ancient shops where Africa meets the whole world.

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di

Zanzibar Un po'
storia 8

Fin dall’antichità commercianti, esploratori, pirati e avventurieri hanno raggiunto le rive di Zanzibar. Assiri, Sumeri, Egizi, Fenici, indiani, cinesi, portoghesi, arabi e omaniti, infine olandesi e inglesi, tutti sono sbarcati su quest’isola almeno una volta. I primi fra questi ad insediarsi stabilmente sull’isola e a dettare le proprie regole giungendo a un compromesso con i reggenti locali, furono i mercanti arabi provenienti dalla Persia nel XII secolo d C

Grazie alla loro influenza si diffuse la religione islamica, e le prime testimonianze storiche sono ancora visibili all’interno della moschea di Kizimkazi (località a sud dell’isola), prima moschea ad essere costruita in Africa orientale nel 1107 Per secoli gli arabi provenienti dall’Oman navigarono i mari spinti dai monsoni per commerciare principalmente avorio, schiavi e spezie

Nel 1832, anno di svolta per l’arcipelago, il sultano Seyyid Said bin Sultan decise di trasferire la capitale del suo Sultanato dal Muscat, in Oman, a Zanzibar, dove la sua dinastia governò per oltre 130 anni

In poco tempo Zanzibar divenne il più grande mercato della costa orientale dell’Africa

La decisione fondamentale per lo sviluppo economico dell’isola fu lo sforzo intrapreso per stimolare la coltivazione del chiodo di garofano, che nel 1850, conquistò il monopolio del mercato mondiale.

Il 7 novembre 1890 venne proclamato il Protettorato britannico su Zanzibar, e durante i successivi 73 anni i funzionari inglesi, nominati dal Foreign Office britannico, occuparono posti chiave all’interno dell’amministrazione pubblica, dirigendo dietro le quinte le sorti dell’arcipelago.

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Il 10 dicembre 1963 Zanzibar ricevette l’indipendenza dal Regno Unito, e pochi mesi dopo scoppiò una feroce rivoluzione contro il secolare giogo dei sultani omaniti.

La rivolta che seguì l’indipendenza segnò il rovesciamento della classe dirigente araba, accompagnata da violenze nei confronti degli stessi. Fu così che Zanzibar divenne una Repubblica.

Il 26 aprile 1964, l'ex colonia britannica del Tanganica e Zanzibar si unirono, formando la "Repubblica Unita di Tanganica e Zanzibar", ribattezzata il 29 ottobre 1964 Tanzania, portmanteau di "Tanganica" e "Zanzibar"

Zanzibar mantenne un certo grado di autonomia, con un proprio governo e una propria costituzione, subordinati però al governo e alla costituzione centrale.

Zanzibar è nota per molti motivi A causa dell'influenza congiunta delle culture arabe, persiane e bantu, e della frenetica attività commerciale che ha legato lo Zanzibar al Medio Oriente e persino all'India e alla Cina, l'arcipelago è uno dei luoghi più rappresentativi della cultura swahili, la cui lingua fu a lungo quella predominante negli scambi commerciali fra Asia e Africa, e quella che tuttora svolge il ruolo di lingua franca in gran parte dell'Africa orientale.

Il centro storico della capitale di Zanzibar, Stone Town, ricco di testimonianze architettoniche e storiche della cultura swahili, è stato dichiarato patrimonio dell'umanità UNESCO.

Zanzibar fu anche un luogo centrale del commercio di schiavi a est dell'Africa, nonché della via delle spezie, e ancora oggi una parte significativa della sua economia si basa sulla produzione di chiodi di garofano, noce moscata, cannella, pepe e zenzero. Negli ultimi decenni il settore turistico, che sfrutta il patrimonio naturale, paesaggistico e culturale dell'isola, ha conosciuto un continuo e rapido sviluppo Gran parte del patrimonio architettonico, artistico e culturale di Zanzibar è concentrato a Stone Town, dove si trovano gli antichi palazzi dei sultani, tra cui Beit el Sahel e il Palazzo delle Meraviglie, le fortificazioni del periodo omanita, numerose moschee e altri luoghi di culto, e numerosi altri importanti esempi di architettura swahili.

Stone Town è anche la capitale del taarab, il genere musicale tradizionale della cultura swahili, che unisce testi in lingua swahili e melodie, ritmi e strumenti di ispirazione araba e indiana.

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Since ancient times, traders, explorers, pirates and adventurers have reached the shores of Zanzibar

From the ancient Assyrians, Sumerians, Egyptians, Phoenicians, to the Indians, Chinese, Portuguese, Arabs, Persians and Omani, Dutch and English, all have landed on this island at least once.

The first of these to settle permanently on the island and to dictate their own rules, reaching a compromise with the local rulers, were the Arab merchants from Persia in the 12th century AD.

Thanks to their influence, the Islamic religion spread, and the first historical evidence can still be seen inside the Kizimkazi mosque (a town in the south of the island), the first mosque to be built in East Africa in 1107. For centuries the Arabs from Oman sailed the seas pushed by the monsoons to trade mainly ivory, slaves and spices

Only in 1832, a turning point for the archipelago, when Sultan Seyyid Said bin Sultan decided to transfer the capital of his Sultanate from Muscat, Oman, to Zanzibar, where his dynasty ruled for over 130 years In a short time Zanzibar became the largest market on the east coast of Africa.

The fundamental decision for the economic development of the island was the effort undertaken to stimulate the cultivation of cloves, which in 1850 gained a monopoly on the world market

On November 7, 1890, the British Protectorate of Zanzibar was proclaimed, and for the next 73 years, British officials, appointed by the British Foreign Office, occupied key posts within the public administration, directing the fate of the archipelago behind the scenes

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On December 10, 1963, Zanzibar received independence from the United Kingdom, and a few months later a ferocious revolution broke out against the centuries old yoke of the Omani sultans.

The revolt that followed independence marked the overthrow of the Arab ruling class, accompanied by violence against them.

And so it was that Zanzibar became a Republic.

On April 26, 1964, the former British colony of Tanganyika and Zanzibar united, forming the "United Republic of Tanganyika and Zanzibar", renamed on October 29, 1964 Tanzania, portmanteau of "Tanganyika" and "Zanzibar"

Bantu, arabi, persiani, portoghesi, omaniti, Zanzibar maintained a certain degree of autonomy, with its own government and its own constitution, subordinated however to the central government and constitution.

Zanzibar is known for many reasons. Due to the joint influence of Arab, Persian and Bantu cultures, and the frenetic commercial activity that has linked Zanzibar to the Middle East and even India and China, the archipelago is one of the most representative places of Swahili culture, the whose language was for a long time the predominant one in commercial exchanges between Asia and Africa, and the one that still plays the role of lingua franca in much of East Africa.

The historic center of the capital of Zanzibar, Stone Town, rich in architectural and historical evidence of the Swahili culture, has been declared a UNESCO World Heritage Site.

Zanzibar was also a central place of the slave trade to the east of Africa, as well as the spice route, and even today a significant part of its economy is based on the production of cloves, nutmeg, cinnamon, pepper and ginger. In recent decades the tourism sector, which exploits the natural, landscape and cultural heritage of the island, has experienced a continuous and rapid development. Much of the architectural, artistic and cultural heritage of Zanzibar is concentrated in the main city of Stone Town, where there are the ancient palaces of the sultans (including Beit el Sahel and the Palace of Wonders), the fortifications of the Omani period, numerous mosques and other places of worship, and numerous other important examples of Swahili architecture.

Stone Town is also the capital of taarab, the most traditional musical genre of Swahili culture, which combines Swahili language texts and Arabic and Indian inspired melodies, rhythms and instruments.

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Costa

Est 20

Camminate infinite

Chilometri e chilometri di sabbia bianca, morbida come talco, abbacinante. Lascio che la luce mi avvolga interamente. Evaporo divenendo parte di questo incanto.

Incantevole di mare e sole. È un attimo lasciarsi andare, tuffarsi nelle sfumature di blu Cobalto, indaco, turchino, celeste, turchese

La costa est di Zanzibar è meravigliosa. Incanta appunto. Più di tutto la spiaggia ininterrotta per chilometri, le palme verdi, la vegetazione che giunge quasi sino al mare. Un tripudio di verde, azzurro, bianco Non smetto di pensare di trovarmi in una sorta di paradiso Adoro camminare, anche per ore, senza interruzioni. Verso nord o verso sud, a seconda dell'umore.

Da Paje, villaggio che abbiamo scelto come base ci spostiamo ogni giorno Con un mezzo, se desideriamo allontanarci molto, o a piedi, se abbiamo in mente di fare pochi chilometri. Verso nord la tranquilla Jambiani regala solitudine, silenzi, tranquillità. Un piccolo villaggio ancora poco turistico, dove gli incontri autentici sono quotidiani Ci fermiamo in uno dei tanti locali dove bere un drink col viso rivolto al mare. Incredibile espansione di blu. Alta marea, bassa marea, la spiaggia diventa più estesa, a seconda dei momenti, a seconda della luna Le donne avvolte dai colori sgargianti di abiti leggeri e veli svolazzanti si spostano come tavolozze di colore. L'arcobaleno che incontra il mare.

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Bambini che scorrazzano in ogni dove Ragazzi che rincorrono un pallone, giovani coppie che conversano timidamente.

Pescatori di reti e rughe. Masai, d'un rosso che si allarga come inchiostro sul bianco abbagliante della sabbia.

Cerco di raccogliere bellezza, mi rendo conto del grande privilegio di ora. E resto qui, in silenzio, mi prendo la luce, le voci lontane, il vento, la grazia dell'incedere delle donne, i sorrisi disinteressati dei bimbi, i saluti che non mancano mai.

L'atmosfera è rilassata, ovunque. L'acqua che avanza e si ritira, ciclicamente e senza sosta, seguendo il ritmo della luna Ci adattiamo a questo ritmo, pure noi, quasi come le persone del posto che approfittando del mare che si ritira vanno in cerca di alghe e conchiglie.

La luna che scandisce i tempi e i movimenti, che regola i flussi come in una danza e così l’oceano appare e scompare, lasciando dietro di sé un candido fondale di sabbia, coralli e piccole creature marine.

Ogni giorno la stessa danza meravigliosa. C'è chi rifugge questa zona proprio per le sue maree. Io trovo affascinante tutto questo "Come sarà il mare ora?", spesso me lo domando Lo scopro ogni volta. Gonfio d'acqua o scarno. È una continua suggestione.

Cammino quasi sino alla barriera corallina, ci sono giorni in cui si può fare anche questo, e mi diverto a inventarmi linee perpendicolari nel vuoto assoluto della battigia che si dilata e moltiplica

Con la bassa marea anche le biciclette avanzano veloci in piste passeggere. Un altro modo per scoprirne i dintorni.

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East Coast

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Endless walks

Miles and miles of white sand, soft as talc, dazzling I let the light envelop me entirely. I evaporate becoming part of this enchantment. Enchanting of sea and sun. It is a moment to let go, dive into the shades of blue. Cobalt, indigo, light blue, turquoise

The east coast of Zanzibar is wonderful It enchants in fact. Most of all, the uninterrupted beach for kilometers, the green palms, the vegetation that reaches almost to the sea. A riot of green, blue, white. I can't stop thinking I'm in some kind of paradise. I love to walk, even for hours, without interruption Towards or north or south, depending on the mood

From Paje, a village we have chosen as a base, we move every day With a means, if we wish to go far, or on foot, if we plan to do a few kilometers. Towards to the north the quiet Jambiani gives solitude, silence, tranquility. A small village yet very little tourist, where authentic encounters they are daily We stop in one of the many clubs where to have a drink facing the sea. Incredible dilation of blue. High tide, low tide, the beach gets longer extended, depending on the moment, depending on the moon Women wrapped in bright colors of light dresses and fluttering veils move like color palettes. The rainbow he meets the sea.

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Children running around everywhere

Guys chasing a ball, young couples chatting amiably. Fishermen of nets and wrinkles. Masai, with red that dips the dazzling white of the sand with ink.

I try to collect beauty, I realize the great privilege of now. And I stay here, in silence, I take the light, the distant voices, the wind, the grace of the walk of the women, the disinterested smiles of the children, the greetings that never fail

The atmosphere is relaxed, everywhere The water that advances and withdraws, cyclically and without stopping, following the rhythm of the moon. We adapt to this rhythm, too, almost like the locals who, taking advantage of the receding sea, go in search of sea urchins and shells

The moon that marks the times and movements, that regulates the flows as in a dance and so the ocean appears and disappears, leaving behind a white backdrop of sand, corals and small marine creatures

The same wonderful dance every day There are those who shy away from this area because of its seas.

I find all this fascinating. "What will the sea be like now?", I often ask myself. Then I find out every time. Swollen with water or gaunt. It is a surprise every time, and every time it gives me suggestions

I walk almost up to the coral reef, there are days when this can also be done, and I enjoy inventing perpendicular lines in the absolute emptiness of the shoreline that expands and multiplies.

At low tide, even bicycles move fast on passing tracks. Another way to discover the surroundings.27

Costa Ovest

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Costa Ovest

Un altro tramonto infuocato. La costa ovest di Zanzibar ne regala di indimenticabili, un giorno dopo l'altro. Adoro l'atmosfera che si respira sul far della sera, quando il sole lascia alla luna il ruolo da protagonista del cielo

I ragazzi escono per lunghe e chiassose partite di pallone. Anche nostro figlio si aggrega a questi gruppi infervorati, si diverte come un pazzo, sudato e felice, deciso a godersi il clima meraviglioso di questa isola che ad agosto offre giornate perfette. Limpide, ventilate e secche. Zanzibar nell'estate europea è una meta davvero ottima.

Di giorno le temperature non superano i 28 gradi, la sera una felpa leggera per il vento Si sta bene, non c'è afa e l'aria condizionata nemmeno serve.

Zanzibar è una destinazione ideale sia per i single che per le famiglie Lunghe spiagge, immersioni, snorkeling, belle escursioni alle isole vicine, un entroterra verde e rigoglioso e un cibo delizioso e decisamente fusion Portando il cibo alla bocca ritrovo sapore d'India e di Oman Le spezie in ogni

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piatto, dosate e calibrate, evocano echi di Marocco. Fusione. Sì, Zanzibar è mescolanza. Un'isola meticcia, ibrida. Ho imparato, nel mio viaggiare che dalle mescolanze scaturiscono identità e alterità. Mi piace ripercorrere tutte le epoche e i popoli che passando da qui hanno lasciato un segno, il proprio. La cultura di Zanzibar è figlia del matrimonio tra la cultura araba e quella persiana; la sua architettura ha subito influenze indiane, europee e moresche. Anche lo swahili, che ad oggi è la lingua ufficiale della Tanzania nasce da questa fusione e si sviluppò come metodo di comunicazione e di interscambio per le reti commerciali che univano Africa e Asia, mettendo insieme elementi bantu, arabi e persiani.

In seguito, con l’arrivo degli europei, acquisì anche termini portoghesi e inglesi.

Mi piace ripercorrere la storia che ha segnato quest'isola e questo Paese. Credo sia un buon modo per comprendere la Tanzania di oggi.

Per me il viaggio è anche e soprattutto questo.

Un ponte che unisce culture e che avvicina persone, identità altre che in questo modo si scoprono meno distanti. Spiagge lunghissime anche a ovest, è proprio grazie alle mie passeggiate che incontro persone. Mamme con i bambini, scolaresche in gita qui, gente del posto che fa della spiaggia il proprio luogo del riposo, del relax.

Questa zona di Zanzibar è più frequentata, quindi forse più "caotica" rispetto a quella a est. Ci sono molti più resort, più concentrazione di locali, ma resta pur sempre tranquilla e piacevole.

West Coast

Another fiery sunset.

The west coast of Zanzibar offers unforgettable ones, day after day.

I love the atmosphere that reigns in the evening, when the sun leaves the star of the sky to the moon

The boys go out for long and noisy football matches.

Our son also joins these fervent groups, having fun like a madman, sweaty and happy, determined to enjoy the wonderful climate of this island which offers perfect days in August.

Zanzibar in the European summer is a really good destination

During the day the temperatures do not exceed 28 degrees, in the evening a light sweatshirt for the wind. It feels great, there is no heat and the air conditioning is not even needed.

Zanzibar is an ideal destination for singles and families alike Long beaches, diving, snorkeling, beautiful excursions to nearby islands, a lush green hinterland and delicious and decidedly fusion food. By bringing food to my mouth I rediscover the taste of India and Oman. Spices in each dish, dosed and calibrated, they evoke echoes of Morocco.

Merger.

Yes, Zanzibar is a mix.

A hybrid, hybrid island I have learned, in my travels, that identity and otherness arise from mixtures.

I like to retrace all the eras and peoples who, passing through here, have left their mark, their own.

The culture of Zanzibar is the daughter of the marriage between Arab and Persian cultures; its architecture has undergone Indian, European and Moorish influences.

Swahili, which today is the official language of Tanzania, was also born from this fusion and developed as a method of communication and interchange for the commercial networks that united Africa and Asia, bringing together Bantu, Arabic and Persian elements.

Later, with the arrival of the Europeans, it also acquired Portuguese and English terms.

I like to retrace the history that has marked this island and this country.

I think it is a good way to understand Tanzania today

For me, travel is also and above all this

A bridge that unites cultures and brings people together, other identities that in this way discover themselves less distant

Long beaches even in the west, it is thanks to my walks that I meet people.

Mothers with children, school groups on a trip here to the north, locals who make the beach their place of rest and relaxation.

This area of Zanzibar is busier, therefore perhaps more "chaotic" than the one to the east

There are many more resorts, more concentration of locals, but it still remains quiet and pleasant.

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Stone

Bellezza Decadente

Town
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Incrostazioni.

Muri che non nascondono segni del tempo Sedimentati di fragilità Testimoni di bellezza fugace Vicoli poco illuminati Vicoli ubriachi, a ciondoloni Vicoli biascicati. Vicoli in rovina, sul lastrico. Colori sbiaditi, testimoni di antichi trionfi.

Orologi fermi, lancette arrugginite, immobili su di un’ora lontana Il tempo

A Stone Town, il tempo, parla Sussurra, bisbiglia, osserva di nascosto, dall’alto delle sue finestre socchiuse.

Passi che rimbombano sul selciato, la sera, quando la città vecchia si addormenta.

Giorni sonnolenti, oziosi come gatti.

Il mercato è l’unico luogo davvero vitale a Stone Town. Colorato, rumoroso.

L’odore acre di carne esposta con trascuratezza mi disturba Apnea

Il corteo delle mosche mi distrae, sono instancabili, esasperanti, come taluni venditori. Stone Town.

Scatti in bianco e nero nella bottega dell'anziano fotografo. Un bugigattolo poco illuminato. Polveroso.

Quasi abbandonato a se stesso, ma ricco. Inconsapevolmente ricco sfondato

Ascoltai la storia di quelle immagini Fotografi da generazioni in quella famiglia. Un nonno traboccante di talento colse espressioni, volti, parole a mezz’aria, angoli, eventi di un’epoca.

La amai senza mezze misure, perché so farlo così

Stone Town è solo apparentemente incurante di se stessa.

È solo apparentemente schiava del tempo.

È solo apparentemente spenta

Amai la sua caducità, la sua precarietà L’arrendevolezza.

I tempo riacquistò un significato.

Non è banale. Qui volti e muri si specchiano. Rughe e crepe si osservano oneste

È un valzer quello del tempo

Nelle stanze di antiche dimore abbandonate, immaginai danze.

La musica, che a tratti mi parve d’udire, ripercorreva epoche

Bantu, arabi, persiani, portoghesi, omaniti, inglesi. Ogni pietra mi raccontò un’appartenenza.

“Città di pietra”, pietra corallina che grazie al suo colore caldo conferisce a Stone Town un’identità particolare

Il centro storico, patrimonio dell’umanità. Come ogni ruga del nostro volto, ogni crepa, a Stone Town narra della vita e dona il fascino del tempo.

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Incrustations.

Walls that do not hide the signs of aging.

Settled in fragility. Witnesses of fleeting beauty. Dimly lit alleys Drunken, lolling alleys

Mumbled alleys Ruined alleys, on the pavement

Faded colors, witnesses of ancient triumphs.

Stationary watches, rusty hands, motionless on a distant hour. The weather.

In Stone Town, time speaks It whispers, whispers, secretly observes, from the top of its half closed windows. Steps that echo on the pavement in the evening, when the old city falls asleep.

Sleepy days, idle like cats.

The market is the only truly vital place in Stone Town.

Colorful, noisy

The acrid smell of carelessly exposed meat bothers me. Apnea.

The parade of flies distracts me, they are tireless, maddening, like some sellers Stone Town.

Black and white shots in the elderly photographer's workshop A dimly lit closet Dusty.

Almost abandoned to himself, but rich. Unknowingly filthy rich.

I listened to the story of those images You've been photographing in that family for generations. A grandfather overflowing with talent caught expressions, faces, words in mid air, angles, events of an era

I loved her without half measures, because I know how to do it that way. Stone Town is only apparently oblivious to itself

It is only apparently a slave of time.

It is only apparently off.

I loved its transience, its precariousness. The compliance

Time regained meaning.

It is not trivial. Here faces and walls are mirrored. Wrinkles and cracks are observed honest. Time is a waltz

In the rooms of old abandoned houses, I imagined dances.

The music, which at times I seemed to hear, traced back eras.

Bantu, Arabs, Persians, Portuguese, Omani, English. Each stone told me a belonging.

"City of stone", coral stone which, thanks to its warm color, gives Stone Town a particular identity.

The historic center, a world heritage site.

Like every wrinkle on our face, every crack in Stone Town tells of life and gives the charm of time

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To experience a few hours of romantic beauty, you can book a dinner at the restaurant overlooking the lake or have an aperitif in the bar located along the romantic dock.

Strictly before sunset, to experience the best of the lake light and all the magic of a truly unique place in the world.

The charm of the sunset at Punta San Vigilio is undeniable: the waters of the lake sparkle and a pink light envelops the ancient stone of the buildings.

Time remains suspended: an aperitif on the port, with friends or a loved one, accompanies the end of the day, an interval of serenity waiting for the evening.

The story tells of the traveler who, arriving at the tavern, had the opportunity to enjoy good food and sip excellent wine. Even today, as then, the tradition is repeated and renewed with ancient hospitality.

Behind the tavern there is a large garden shaded by centuries old olive trees from where you can see a wonderful view of the Benaco. We stop here ecstatic.

We sip the still white of San Vigilio accompanied by a plate of delicious appetizers

The sunset on the lake, in the tranquility of this July evening, seems to us a precious asset. The renowned resort has not yet been stormed by the numerous tourists from the North.

I am sure, but they are still small in number and the outdoor tables are not sold out

The kind waiter serves us with a smile, he too can take it easy, he even takes a picture of us and exchanges a few words with us

A couple of girls from the East, all dressed up, they give themselves endless selfies and shots that immediately pop up in their social profiles

In fact, everything is so beautiful here that shooting is inevitable and impressive. Softly, languidly we let time go by Almost with the feeling that it is infinite, with the fresh sip in the mouth to the flavor of these Garda vineyards So lavish with enchantment

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Experience Workspace Via Pignolo 38C Bergamo www.experiencebg.it Instagram: experienceworkspace

JOZANI FOREST

Una visita all’interno della Foresta, significa avere l’incredibile fortuna di osservare questi affascinanti animali all’interno del proprio habitat naturale.

Ma le scimmie colobo non sono l’unica specie che abita questo sensazionale luogo naturale. Infatti qui vivono anche altre specie affascinanti come il cercopiteco a gola bianca e una grande varietà di farfalle e uccelli.

La foresta di Jozani ha una varietà di paesaggi impressionante.

Si va dalle zone boschive caratterizzate dalla presenza di alberi di mangrovie, fino alle baie dell’isola di Chwaka e Uzi, dove è possibile ammirare colorate specie di pesci, molluschi e granchi.

L’attività principale nel parco è una passeggiata di 45 minuti che conduce attraverso un sentiero naturalistico.

Durante il percorso naturalistico nella foresta, si visita la Mama Mtondoo, un maestoso albero di mogano che si ritiene abbia più di 200 anni.

Altrettanto affascinanti sono i “gemelli”: ovvero il fico strangolatore e il sicomoro che crescono in simbiosi l’un l’altro. Infine bisogna menzionare la passerella che attraversa le mangrovie del torrente e la foresta costiera in cui vivono farfalle e uccelli.

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JOZANI FOREST

A visit inside the Forest means having the incredible fortune of observing these fascinating animals within their natural habitat.

But colobus monkeys are not the only species that inhabit this sensational natural place.

In fact, other fascinating species also live here such as the white throated vervet and a great variety of butterflies and birds.

Jozani Forest has an impressive variety of landscapes.

They range from wooded areas characterized by the presence of mangrove trees, to the bays of the island of Chwaka and Uzi, where you can admire colorful species of fish, molluscs and crabs.

The main activity in the park is a 45 minute walk that leads through a nature trail.

During the nature trail in the forest, visit the Mama Mtondoo, a majestic mahogany tree believed to be over 200 years old.

Equally fascinating are the "twins": the strangler fig and the sycamore that grow in symbiosis with each other.

Finally we must mention the walkway that crosses the mangroves of the stream and the coastal forest where butterflies and birds live.

E S T A B L I S H E D I N T H E 1 9 6 0 S , T H E J O Z A N I F O R E S T I S A S P E C T A C U L A R
P R O T E C T E D R E S E R V E T H A T E X T E N D S O V E R 5 0 S Q U A R E K I L O M E T E R S O N U N G U J A I S L A N D , T H E M A I N I S L A N D O F T H E Z A N Z I B A R A R C H I P E L A G O .
A L S O K N O W N A S J O Z A N I C H W A K A N A T I O N A L P A R K , T H I S R E S E R V E W A S E S T A B L I S H E D T O P R E S E R V E T H E I N C R E D I B L E E N D E M I C A N I M A L S P E C I E S O F Z A N Z I B A R , A M O N G W H I C H T H E W E L L K N O W N R E D C O L O B U S M O N K E Y S
T H A T L I V E T H E I R L I V E S A M O N G B U S H E S A N D T R E E S S T A N D O U T .
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Jua Retreat

luogo, uno stato d'animo

place, a state of mind

La mia scelta a Zanzibar
Uno
A
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Nato dallo spirito selvaggio e dalla passione per l’Africa dei suoi proprietari, Jua è un luogo unico nel suo genere sull’isola di Zanzibar dove il concetto di open air ed intimità si respira ovunque Nessun orario per gli ospiti se non quelli dettati dal sorgere e dal tramontare del sole. L'’arredo è costituito da pezzi unici realizzati a mano da artisti e falegnami, oggetti che suscitano nel visitatore infinite evocazioni. Non ci sono finestre a Jua, le ville offrono un panorama a 180 gradi di mare e cielo; a proteggerle una invisibile zanzariera di ultima concezione. Nel grande giardino di palme e bouganvilles vi è la piscina vista oceano e lo sguardo può spaziare, perdendosi in tutta questa bellezza Sotto un grande tetto in makuti è possibile trovare una zona relax ricca di cuscini, un irresistibile richiamo per chi ama abbandonarsi alla lettura di un buon libro

Jua Retreat si trova sulla costa est di Zanzibar, dista 250 metri dalla Spiaggia di Michamvi Pingwe e 3,2 km dal "The Rock Restaurant" Zanzibar.

PERIODO MIGLIORE per la visita: Zanzibar è in una zona subtropicale con temperature comprese tra 28°C e 32°C tutto l'anno

Da giugno a settembre la stagione è "secca" con temperature moderate ed è considerata alta stagione Seguono le "piccole piogge" intermittenti di ottobre/novembre che presentano un gradito sollievo dal caldo di ogni giorno e non rappresentano una barriera alla vita all'aperto. Dic metà marzo è il periodo più caldo dell'anno ed è alta stagione.

Poi arrivano le "grandi piogge" fino a fine maggio, quando sono frequenti le tempeste tropicali

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Born from the wild spirit and passion for Africa of its owners, Jua is a unique place of its kind on the island of Zanzibar where the concept of open air and intimacy can be felt everywhere No hours for guests other than those dictated by the rising and setting of the sun.

In Jua, the furniture consists of unique pieces made by hand by artists and carpenters, which arouse infinite evocations in the visitor. There are no windows in Jua, the villas offer a 180 degree view of the sea and sky; to protect them an invisible mosquito net of the latest conception

In the large garden of palm trees and bougainvillea there is the spectacular swimming pool overlooking the ocean.

Under a large makuti roof built around the surrounding nature it is possible to find a relaxation area full of cushions, an irresistible attraction for those who love to indulge in reading a good book.

Jua Retreat is located on the east coast of Zanzibar, 250 meters from Michamvi Pingwe Beach and 3.2 km from Rock Restaurant Zanzibar.

BEST TIME TO VISIT

Zanzibar is sub tropical with even temperatures of between 28C 32C year round. June to September is the ‘dry’ season with moderate temperatures and is considered high season. The intermittent ‘small rains’ of October / November follow which present a welcome relief from the heat of each day and do not present a barrier to being outdoors. Dec mid March is the hottest time of the year and is also high season. Then come the ‘big rains’ until end May, when tropical storms are ever present

GETTING HERE & GOOD TO KNOW

Jua is on the south eastern side of Zanzibar, on the tip of the Michamvi peninsula, about one hour from the international airport or ferry terminal, Stone Town.

www.juazanzibar.com

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PEMBA ISLAND

Quante volte avete sognato di ritrovarvi distesi in una spiaggia di sabbia bianchissima di un’isola tropicale, bagnati da un mare cristallino e sopratutto lontani dal caos della vita moderna, vivendo un’esperienza alla Robinson Crusoe...ma con molti più comfort? Probabilmente migliaia di volte. Eppure, a dispetto di quanto possa sembrare onirico questo scenario, è molto più reale di quanto possiate immaginare: l’isola di Pemba, (Pemba Island in Tanzania) situata nella parte settentrionale dell’arcipelago di Zanzibar, conserva ancora oggi il fascino dell’isola incontaminata. Tuttavia, Pemba non è solo sole, mare e spiagge, ma nasconde anche tantissime altre bellezze.

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Una delle maggiori attrazioni dell'isola di Pemba è data dalle sue spiagge di sabbia bianchissima e l’acqua azzurro intenso. L’acqua cristallina che bagna l’isola, permette una perfetta visibilità sott’acqua fino a 50 metri, per questo rappresenta un sogno per glia amanti dello snorkeling.

Pemba Island, è celebre anche per la grande esperienza naturalistica che offre: l’isola ha mantenuto nel tempo la vegetazione originale del luogo, rappresentata dalla Ngezi Rain Forest, una foresta dove è possibile ammirare specie animali uniche al mondo, come il Vervet Monkey (detto anche cercopiteco verde) il Flying Fox (la traduzione letteraria è volpe volante, ma si tratta di un pipistrello molto particolare non presente in altre zone dell’Africa) e il Blu Duiker (una piccola antilope)

Se siete invece interessati agli spettacoli della natura sottomarina, l’isola di Misali, piccola isoletta all’interno del Canale di Pemba, costituisce il più bel parco marino della zona. Ogni anno si possono vedere tantissime tartarughe che approdano sull’isola per riprodursi

Per gli amanti dell'avventura e delle leggende, l’isola di Misali nasconde il tesoro di uno dei pirati più feroci della storia, il Capitano Kidd. Nonostante l’isola di Pemba costituisca una grande oasi naturalistica, sono diversi i centri urbani da visitare su quest’isoletta di Zanzibar. Il villaggio di Chake Chake è il centro urbano di riferimento dell’isola, dove sono presenti sia la stazione degli autobus che un piccolo aeroporto. A Chake Chake è possibile visitare rovine risalenti al VIII secolo d C , appartenenti all’antica città musulmana di Qanbalu.

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PEMBA ISLAND

How many times have you dreamed of finding yourself lying on a white sandy beach of a tropical island, bathed by a crystalline sea and above all away from the chaos of modern life, experiencing a Robinson Crusoe experience ... but with much more comfort? Probably thousands of times. Yet, despite what this scenario may seem dreamlike, it is much more real than you can imagine: the island of Pemba, (Pemba Island in Tanzania) located in the northern part of the Zanzibar archipelago, still retains the charm of the untouched island. However, Pemba is not only sun, sea and beaches, but also hides many other beauties.

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One of the major attractions of the island of Pemba is its white sand beaches and deep blue water.

The crystal clear water that bathes the island allows perfect visibility underwater up to 50 meters, which is why it represents a dream for snorkelers

Pemba Island is also famous for the great naturalistic experience it offers: the island has maintained the original vegetation of the place over time, represented by the Ngezi Rain Forest, a forest where it is possible to admire unique animal species in the world, such as the Vervet Monkey ( also called green vervet) the Flying Fox (the literary translation is flying fox, but it is a very particular bat not present in other areas of Africa) and the Blu Duiker (a small antelope).

If, on the other hand, you are interested in the spectacles of underwater nature, the island of Misali, a small island within the Pemba Canal, is the most beautiful marine park in the area. Every year you can see many turtles that land on the island to reproduce.

For lovers of adventure and legends, the island of Misali hides the treasure of one of the fiercest pirates in history, Captain Kidd. Although the island of Pemba constitutes a large natural oasis, there are several urban centers to visit on this islet of Zanzibar. The village of Chake Chake is the reference urban center of the island, where there are both the bus station and a small airport.

In Chake Chake it is possible to visit ruins dating back to the eighth century AD, belonging to the ancient Muslim city of Qanbalu.

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A M O T U T T I I V I A G G I A T O R I N A T I A B B I A M O P O L V E R E D I S T E L L E N E L L E V E N E ,
C A R T E G E O G R A F I C H E C O N S T R A D E D ' A R G E N T O N E G L I O C C H I E I S T R U Z I O N I
P E R V I A G G I A R E F I N O A A N D R O M E D A
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Al centro l'individuo sempre con la sua curiosità i sogni il desiderio di mettersi in viaggio

In questo modo ogni esperienza è unica, come l'unicità che accompagna ognuno di noi

Testi e fotografie a cura di Raffaella Vacis

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