OTTOBRE 2021
COSE DI CASA
MAGAZINE
A zonzo per l'Italia
Esplorare l'Italia di piccoli tesori nascosti. Meno noti forse, ma certo non meno preziosi. Angoli da scoprire, vie secondarie, piatti antichi e nuovi. Chi eravamo? Chi siamo oggi? Cosa saremo? Explore Italy of small secret treasures. Less well known perhaps, but certainly no less valuable. Hotel to discover, old and new dishes. Who we were? Who are we today? What will we be?
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Sinestesia L'Italia è la girandola tra le mani, ed io che soffio. Soffio forte. I colori si sovrappongono, rincorrono, accavallano. Ruotano in un girotondo di mani nelle mani. L'Italia è la tavolozza che osservo stupita. È ocra come le colline toscane e blu come il cielo profondo, che si tuffa nel turchese dei mari che la cingono. Una Penisola color vermiglio, rubino come il vino che lentamente cullo nel bicchiere. Bianca accecante come quel marmo, che se lo osservo al tramonto diviene caldo, rosa albicocca. Bianca come la schiuma delle sue onde che battono e sbattono spiagge assolate. È il verde acceso dei vigneti che si trasforma in quello spento, che annoda a perdita d'occhio rami d'ulivo. Rossa come i pomodori che affetto nel piatto e brillante di mosaici bizantini che scruto dal basso. Torna a essere blu cobalto per poi accoppiarsi col giallo di limoni profumati. Arancione incandescente di peperoncino essiccato al sole e sabbia come sassi di antiche chiese. È profumo di pane, sa di intingoli e si scioglie in bocca come morbido formaggio. È trasparente, a volte, e cola dalla bocca come l'olio e il tovagliolo per tamponare. È finestrini abbassati al sapore di cicale. È scura, d'odore di caffè, l'Italia di casa è quel rumore dell'acqua che sale. Caffettiera che gorgoglia quasi come un mulinello. Italia girandola. Italia camaleonte. Italia.
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Sinestesia Italy is the pinwheel in my hands, and I am blowing. Strong blow. Colors overlap, chase, overlap. They rotate in a circle of hands in hands. Italy is the palette that I observe amazed. It is ocher like the Tuscan hills and blue like that deep sky, which plunges into the turquoise of the seas that surround it. They envelop this beautiful, sensual, exciting, disturbing Peninsula. A vermilion-colored peninsula, ruby l ike the wine that I slowly rock in the glass. It is dazzling white like that marble, which if I observe it at sunset becomes warm, apricot pink. It is as white as the foam of its waves that beat and beat sunny beaches. It is the bright green of the vineyards that turns into the dull one, which knots olive branches as far as the eye can see. Red like the tomatoes that I slice into the plate and bright with Byzantine mosaics that I peer into from below. It returns to being cobalt blue and then mates with the yellow of fragrant lemons. Glowing orange of sundried chili and sand like ancient church stones. It smells like bread, tastes like dips and melts in the mouth like soft cheese. It is transparent at times, and it drips from the mouth like oil and a towel to dab. It's cicadas-down windows. It is dark, with the smell of coffee, home Italy is that sound of rising water. Coffee maker that bubbles almost like a whirlpool. Italy pinwheel. Italy chameleon. Italy.
EXPERIENCE MAGAZINE, A STATE OF MIND DI RAFFAELLA VACIS Esperienza è riscoprire se stessi. Riscoprire la bellezza di un Paese che è il nostro. Esperienza è strade e autostrade, autogrill, stazioni di servizio, fermate d'autobus e di metro. Esperienza è quel percorso che giorno dopo giorno si costruisce. Prende forma l'esperienza del viaggio. Un saliscendi. I mille volti d'Italia. Le infinite narrazioni legate a cambi repentini di paesaggio.
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Narrazioni che ci assomigliano o differiscono dalla nostra essenza. Narrazioni che ci permettono di tornare alle radici. Piazze, caffè, angoli, chiese, bassorilievi, giardini. La cura. Cura per le ristrutturazioni. Cura e ospitalità, in questo il grande valore aggiunto, la modalità che contraddistingue botteghe o piccoli B&B. Stanze preziose, ristorantini dove la cucina è tradizione di famiglia, il caffè sospeso, la musica classica.
L'Esperienza di un viaggio in Italia è questo e molto altro. Experience Magazine compie questo viaggio per ritrovarsi e ritrovare. L'Italia che non esiste più ma che, a tratti, si percepisce nel ricamo raffinato, nell'intaglio, nel broccato, nel vino che lento si mesce. L'Italia perduta ma che ancora aleggia serena nell'aria d'una serata sospesa fra estate autunno. Settembrina forse. La luce che sfiora, addolcisce profili taglienti. Luce di un'estate che lenta diviene ricordo indelebile di tuffi e spanciate. Quasi schizzi di giorni felici.
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EXPERIENCE MAGAZINE, A STATE OF MIND DI RAFFAELLA VACIS Experience is rediscovering yourself. Rediscover the beauty of a country that is our. Experience is roads and highways, motorway restaurants, village stations, bus and metro stops. Experience is that path that is built day after day. The travel experience takes shape. An ups and downs. The thousand faces of Italy. The infinite narratives linked to sudden changes of landscapes.
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Narratives that resemble us or differ from our essence. Stories that allow us to go back to the roots. Squares, cafes, corners, churches, bas-reliefs, gardens. The cure. Care for renovations. Care and hospitality, in this the great added value, the modality that distinguishes shops or small B & Bs. Precious rooms, restaurants where grandma cooks, suspended coffee, classical music.
The experience of a trip to Italy is this and much more. Finding oneself and finding again. The Italy that no longer exists but that, at times, is perceived in the refined embroidery, in the brocade, in the wine that is slowly mixed. Italy lost but still floating in the air of a suspended evening. September maybe. The light that touches softens sharp profiles. Light of a summer that slowly becomes an indelible memory of dives and belly flops. Dives and splashes of happy days.
Ascoltate la musica con l'anima. Non sentite un essere interiore che vi si risveglia dentro? È per lui che la testa vi si drizza, che le braccia si sollevano che camminate lentamente verso la luce. E questo risveglio è il primo passo della danza come la concepisco io. (una vetrina di Lucca).... Isidora Duncan
Il cortile di Palazzo Pfanner (Lucca), pare costruito per ospitare spettacoli, con la sua scalinata da teatro e l’atrio dal soffitto a volta che sfuma in lontananza nella piacevole vista di un fresco giardino verdeggiante André Suarès (1868-1948)
by
the
way
BY THE WAY Le strade, le piazze, i vicoli nascosti persi in città anch'esse smarrite e lontane, esattamente come sono io. Nomade ed eremita. Città che mi sono appartenute forse, per un solo istante.
Città senza significato o con mille volti e storie. Le calli, contorni di statue corrose dal tempo. Il tempo in Italia, dove gli strati sovrapposti attraversano ere geologiche di infinito. Epoche. Illusorie sedimentazioni emotive. Decadenti, sfiorite. Corrosioni appunto, ataviche. Architetture uniche quelle che scopro, mi imbatto in bellezza in ogni dove. Qui, laggiù, in fondo al vicolo, salendo quei tre gradini. Significanze. Profili, riccioli, cavalli a spron battuto. Anch'io corro veloce sebbene il movimento appaia lento. Sto in punta di piedi, alla porta, sull'uscio, come dicono da queste parti. Parametri nuovi mi impongo, solo miei, forse. Calpesto il mio passato. Echi immensi di grida di bambini che rincorrono palloni nella notte. Echi di una bellezza inenarrabile. Addento ricordi, quasi fossero eterne sinestesie senza accordi. Vie silenziose, addentrarsi è un rito. Un caffè, un tè, la misura delle abitudini. Vie dove mi sento a mio agio. Panni stesi come pensieri esposti al vento. Accarezzati nella danza d'Eolo. Capaci di cambiare forma, trasformarsi, come questo Paese che talvolta si cela, che si nasconde dietro lo spioncino della vita. Un occhio scuro che crea vortici nello spazio. Statue che furono imperatori, compositori, poeti, condottieri o viaggiatori. Immobili, senza vita, eppur per sempre lì, a raccontar talenti. Statue che sono a riecheggiar imprese e cavalieri. Scalinate d'eterno, salendo ne respiro echi. Respiro forte l'aria piacevole e fresca d'una serata d'inizio autunno. Scorrono fotografie di luoghi magnetici, che attraggono e respingono, contemporaneamente.
Vie, piazze, scalinate, vicoli, carruggi, porticati: luoghi di vita, radici, significati. luoghi che siamo e che sono. Streets, squares, stairways, alleys, alleys, arcades: places of life, roots, meanings. places that we are and that are.
Senza strade non potrebbe affermarsi questo popolo. Il mio. Le piazze sono luoghi dell'esistere, dell'esserci. Per denunciare, festeggiare, amare. Le piazze, che spesso sono metafore d'altro. Forse banalmente solo lontane parenti dell'agorà. Ma dove mi portano tutte queste strade che disegnano triangoli di linee? Piazze che sono spazi che si aprono. Anche io m'apro alla vita. Alla luce. Al giorno, all'esistenza, all'immensità d'attimi che sanno di per sempre. Ma da dove partono queste strade? Ci confondono pensieri che sfioriamo per il puro gusto di immaginare. Come saremmo noi italiani senza le strade? Le vie secondarie, le botteghe, i borghi appollaiati su crinali scoscesi. Borghi pericolanti, vulcani solo apparentemente spenti. Magma che si muove, fluido sottosuolo di idee, ispirazioni, progetti, opere. Musica classica che proviene dalla finestra semiaperta, accostamento di emozioni. La musica ha il potere di toccare corde profonde. E le gambe prendono quel ritmo, e l'anima danza nel passeggio estivo. Ripercorro Lucca dentro le mura, scorgo il villaggio di pescatori, colgo profili di ponti sull'acqua. Leggo scritte di muri. Parole. La lingua, quella mia, finalmente, che modula melodie di infinito. Le labbra che canticchiano canzoni demodé, il profumo di cibo che improvviso investe l'aria. Il senso del presente. e il passato che nel presente si fonde, e il futuro che si affaccia coraggioso all'orizzonte. Pesce, l'odore di pesce e mare. Scrosciare, sciabordare. Miagolare, bisbigliare. Frusciare. Onomatopee nel silenzio.
Vie, piazze, scalinate, vicoli, carruggi, porticati: luoghi di vita, radici, significati. luoghi che siamo e che sono. Streets, squares, stairways, alleys, alleys, arcades: places of life, roots, meanings. places that we are and that are.
BY THE WAY The streets, the squares, the hidden alleys lost in the city are also lost and distant, just like I am. Nomad and hermit. Cities that perhaps belonged to me, for just a moment.
City without meaning or with a thousand faces and stories. The calli, contours of statues corroded by time. Time in Italy, where the superimposed layers cross geological eras of infinity. Epochs. Illusory emotional sedimentations. Decadent, withered. Corrosions in fact, atavistic. Unique architectures the ones I discover, I come across beauty everywhere. Here, over there, at the end of the alley, climbing those three steps. Significances. Profiles, curls, horses at full speed. I too run fast although the movement appears slow. I'm on tiptoe, at the door, at the door, as they say around here. New parameters I impose, only mine, perhaps. I step on my past. Immense echoes of the cries of children chasing balloons in the night. Echoes of unspeakable beauty. I bite into memories, as if they were eternal synesthesia without chords. Silent ways, entering is a ritual. A coffee, a tea, the measure of habits. Routes where I feel comfortable. Clothes hanging like thoughts exposed to the wind. Caress yourself in the dance of Aeolus. Able to change shape, transform, like this country that sometimes hides itself, that hides behind the peephole of life. A dark eye that creates swirls in space. Statues that were emperors, composers, poets, leaders or travelers. Motionless, lifeless, yet forever there, to tell talents. Statues that are echoing businesses and knights. Stairs of eternity, climbing up I breathe echoes. I breathe strong the pleasant and fresh air of an early autumn evening. Photographs of magnetic places flow by, attracting and repelling at the same time.
Without roads this people could not assert themselves. Mine. Squares are places of existing, of being there. To denounce, celebrate, love. The squares, which are often metaphors for something else. Perhaps trivially only distant relatives of the agora. Where do all these roads lead that draw triangles of lines? Squares that are spaces that open up. I too open up to life. To the light. To the day, to existence, to the immensity of moments that know of forever. But where do all these roads start from? We are confused by thoughts that we touch for the pure pleasure of imagining. How would we Italians be without roads? The secondary roads, the shops, the villages perched on steep ridges. Unsafe villages, volcanoes only apparently extinct. Magma that moves, fluid underground of ideas, inspirations, projects, works. Classical music that comes from the half-open window, a juxtaposition of emotions. Music has the power to strike deep chords. And the legs take that rhythm, and the soul dances in the summer stroll. I retrace Lucca inside the walls, I see the fishing village, I see the profiles of bridges over the water. I read graffiti on walls. Words. The language, mine, finally, that modulates melodies of infinity. The lips humming old-fashioned songs, the scent of food that suddenly invests the air. The sense of the present. and the past that merges into the present, and the future that faces courageously on the horizon. Fish, the smell of fish and sea. Roaring, lapping. Meow, whisper. Rustle. Onomatopoeia in silence.
Vie, piazze, scalinate, vicoli, carruggi, porticati: luoghi di vita, radici, significati. luoghi che siamo e che sono. Streets, squares, stairways, alleys, alleys, arcades: places of life, roots, meanings. places that we are and that are.
EXPERIENCE WORKSPACE, UN SOLO SPAZIO, INFINITE POSSIBILITÀ. LETTURE, DEGUSTAZIONI, SPEAKING CLUB, YOGA CLASS, ARTE, EVENTI, MEETING AZIENDALI. TU CHE EXPERIENCE SEI? DI RAFFAELLA VACIS Experience Workspace si trasforma ogni giorno. Ogni giorno prende la forma che desideriamo. Ci trasformiamo per soddisfare nuove curiosità. Ci trasformiamo perchè vogliamo essere camaleontici. Uno Spazio, Experience Workspace, senza limiti, senza barriere, sempre nuovo. Sempre vivo. Vieni a conoscere le nostre attività. Ci trovi su Instagram e Facebook, col nostro calendario. https://www.experiencebg.it
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LAGO MAGGIORE E' il luogo più voluttuoso che io abbia mai visto al mondo. La natura incanta con mille seduzioni sconosciute e ci si sente in uno stato di rara sensualità e raffinatezza. Gustave Flaubert Scelto fin dal ’600 dalla nobile famiglia dei Borromeo, che costruirono i loro sfarzosissimi palazzi sull’ isola Bella e sull’ isola Madre, il lago Maggiore divenne dal ‘700 una delle mete di villeggiatura preferite dalle più facoltose famiglie lombarde che vi costruirono ville circondate da grandi parchi e, successivamente, dall’alta borghesia europea, che amava trascorrere lunghi periodi nei suoi lussuosi Hotel. Ad essi si unirono via via intellettuali, poeti, colti viaggiatori, che fecero del Verbano una delle mete di vacanza più esclusive del continente. Arturo Toscanini, George Bernard Shaw, Alessandro Manzoni, i reali d’Inghilterra, Antonio Rosmini, Giovanni Verga e Gabriele D’Annunzio furono solo alcuni degli ospiti illustri che visitarono e s’innamorarono della bellezza ammaliante del Lago.
Vie, piazze, scalinate, vicoli, carruggi, porticati: luoghi di vita, radici, significati. luoghi che siamo e che sono. Streets, squares, stairways, alleys, alleys, arcades: places of life, roots, meanings. places that we are and that are.
LAKE MAGGIORE It is the most voluptuous place I have ever seen in the world. Nature enchants with a thousand unknown seductions and one feels in a state of rare sensuality and refinement. Gustave Flaubert Chosen since the 17th century by the noble Borromeo family, who built their sumptuous palaces on Isola Bella and on Isola Madre, from the 18th century Lake Maggiore became one of the favorite holiday destinations of the wealthiest Lombard families who built villas surrounded by it. from large parks and, subsequently, from the European high bourgeoisie, who loved to spend long periods in its luxurious hotels. They were gradually joined by intellectuals, poets, educated travelers, who made the Verbano one of the most exclusive holiday destinations on the continent. Arturo Toscanini, George Bernard Shaw, Alessandro Manzoni, the royals of England, Antonio Rosmini, Giovanni Verga and Gabriele D'Annunzio were just some of the illustrious guests who visited and fell in love with the bewitching beauty of the lake.
Vie, piazze, scalinate, vicoli, carruggi, porticati: luoghi di vita, radici, significati. luoghi che siamo e che sono. Streets, squares, stairways, alleys, alleys, arcades: places of life, roots, meanings. places that we are and that are.
ISOLE BORROMEE DI RAFFAELLA VACIS I monti lontani sorgono con ondulazioni alternate. Più intense, meno intense. Placido il lago. Silenzioso e molle. Accomodante, pacifico, d’una bellezza ineluttabile. Palazzi, cupole, torri antiche, architetture d’un tempo sfavillante. Altera, di bianco abbacinante, l’antica residenza ancora domina il paesaggio. Preziosa di stucchi e trompe d’oeil. Leggera di giardini e fresche brezze.
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Rose e oleandri, colori e sapori d’una estate senza fine. Il sole appare quasi senza lucentezza. La luce proviene dalle opere contenute in sale di lampadari minuziosamente imponenti. Alberi e tronchi accatastati in minuscole spiagge di sassi. Socchiudo gli occhi e la brezza lieve attraversa pensieri. Il movimento del battello, che taglia il lago, culla passeggeri dai mille volti. La brezza più intensa, d’un attracco alla luce del tramonto, mi fa sorridere. Svolazza sorridente il mio abito e sorride il pescatore mentre trascina reti e secoli di storia.
Sorridono pesci sfuggiti alle reti, sorride il gatto, sornione, in attesa di succulenti doni, sorridono sguardi ancestrali e finestre che si specchiano nel lago. La simbiosi di questa piccola isola, sorella dimessa della Bella di fronte, col lago, è in ogni dove. Le reti, come ragnatele, aggrovigliano pensieri e lampioni in moto nell’oscurità della notte. Passeggiare è come assaggiare scorze appassite, d’un tempo antico, al sapore di agrumi.
Furono i Borromeo, prestigioso casato originario di Firenze, a dare avvio alla trasformazione delle isole, costruendovi ville con elaborati giardini, quando ne divennero proprietari, nel XIV secolo. Ancora oggi la famiglia possiede l'Isola Bella, l'Isola Madre e i due scogli noti come Castelli di Cannero, in cui sono presenti ruderi di edifici risalenti all'epoca medioevale.
It was the Borromeo family, a prestigious family originally from Florence, who initiated the transformation of the Borromean islands, building villas with elaborate gardens, when they became their owners in the 14th century. Even today the family owns Isola Bella, Isola Madre and the two rocks known as Castelli di Cannero, where there are ruins of buildings dating back to medieval times. Isola Madre and Isola Bella, also known as "the sisters", are popular destinations. There are really numerous travelers who go to visit them, for the splendid palaces and gardens, famous for the care and variety of their plant architectures, made up of over two thousand varieties of different species. The only permanently inhabited island is the Isola dei Pescatori, also known as Isola Superiore, which rises in front of Stresa. The pretty alleys and the characteristic market where you can buy local handicrafts are pleasant to discover while walking.
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L'Isola Madre e l'Isola Bella, anche dette “le sorelle”, sono mete ambite. Sono davvero numerosi i viaggiatori che si recano a visitarle, per gli splendidi palazzi e i giardini, famosi per la cura e la varietà delle loro architetture vegetali, composte da oltre duemila varietà di specie differenti. L'unica isola abitata stabilmente è l'isola dei Pescatori, anche conosciuta come Isola Superiore, che sorge davanti a Stresa.
I graziosi vicoli e il caratteristico mercatino in cui acquistare prodotti di artigianato locale sono piacevoli da scoprire passeggiando. Amabile la chiesa e i piccoli hotel a conduzione familiare. L'Isola dei Pescatori regala pittoreschi scorci, ristoranti dove l'intimità è di casa. Luci soffuse e cibo delicato. La sera l'isola si spopola, restano gli abitanti e i pochi che, come noi, alloggiano qui. Ecco, il momento magico è proprio questo. Dimessa e silenziosa l'isola sbadiglia e sonnecchia immutata e familiare.
The church and the small family-run hotels are delightful. Isola dei Pescatori offers small gracious glimpses. Restaurants where intimacy is at home. Soft lights and delicate food. In the evening the island is depopulated, the inhabitants and the few who, like us, stay here remain. Here, the magic moment is just that. Low and silent the island yawns and slumbers unchanged and simple.
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BORROMEAN ISLANDS DI RAFFAELLA VACIS The distant mountains rise with alternating undulations. More intense, less intense. The lake is placid. Quiet and soft. Comfortable, peaceful, with an inescapable beauty. Palaces, domes, ancient towers, glittering architecture of the past. Alter, dazzling white, the ancient residence still dominates the landscape. Precious in stuccoes and trompe d'oeil. Slight of gardens and cool breezes.
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Roses and oleanders, colors and flavors of an endless summer. The sun appears almost without shine. The light comes from the works contained in rooms of meticulously impressive chandeliers. Trees and trunks stacked on tiny pebble beaches. I close my eyes and the light breeze passes through thoughts. The movement of the boat, which cuts across the lake, cradles passengers with a thousand faces. The most intense breeze, from a docking in the light of the sunset, makes me smile. My suit flutters smiling and the fisherman smiles as he drags nets and centuries of history.
Smile fish escaped from the nets, the cat smiles, slyly, waiting for succulent gifts, smile ancestral gazes and windows that are reflected in the lake. The symbiosis of this small island, the modest sister of Bella opposite, with the lake, is everywhere. The nets, like cobwebs, tangle thoughts and moving street lamps in the darkness of the night. Strolling is like tasting citrus-flavored dried rinds of ancient times.
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ISOLA DEI PESCATORI DI RAFFAELLA VACIS Spalanco le persiane, ecco il lago, placido e silenzioso, infilo le scarpe e scendo a passeggiare nel minuscolo borgo di pescatori. Questa sistemazione fa al caso mio, il balcone, in particolare, è la nota di pregio della stanza. Delle Isole Borromee questa è l’unica abitata. Piccola, minuscola, eppure preziosa di reti da pesca, appese ai muri degli edifici.
Il legame di quest’isola con il lago affonda le sue radici in un passato lontanissimo, che nel presente si rinnova. I ristoranti, che si affacciano sul sentiero perimetrale, raccontano ricette antiche, una cucina povera che dal lago trae sostentamento. Qualche bottega con prodotti tipici, la chiesa, un gatto pigro, la vecchia scuola trasformata in museo, un cimitero.
Apro il cancelletto scricchiolante, due file di lapidi, in tutte un piccolo simbolo a ricordare lo stretto legame di queste genti con il lago. Una barchetta di legno intagliata in una croce, pesci di marmo, cognomi tutti uguali che si ripetono. Esco e raggiungo una spiaggia, anch’essa piccola e deserta. Solo un cane gioca a rincorrere bastoni di legno. Qualche panchina che si affaccia su un prato verde.
PICCOLA, MINUSCOLA, EPPURE PREZIOSA DI RETI APPESE
IL LAGO, PLACIDO E SILENZIOSO
Rumori sempre gli stessi, signore che danno aria alle case, il cameriere che sparecchia due tazze di caffè, uccelli che si rincorrono nel cielo disegnando enormi cerchi di infinito.
MI PIACE L’ARIA Una musica che arriva da lontano, qualcuno canticchia e sottovoce lo accompagno. Penetra nelle narici l’odore forte d’acqua stagnante e di pesce. Fare colazione, perdendosi con lo sguardo nel Lago Maggiore, è una bella sensazione. Mi piace l’aria malinconica e démodé che permea questi luoghi che furono rifugio di poeti e artisti. Adesso ne capisco il perchè, il paesaggio qui è incantevole. Prima che arrivino i traghetti a scaricare visitatori mi regalo attimi dal sapore autentico.
MALINCONICA E DÉMODÉ CHE PERMEA QUESTI LUOGHI
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FISHERMEN'S ISLAND RAFFAELLA VACIS I throw open the shutters, here is the lake, placid and silent, I put on my shoes and go down to walk in the tiny fishing village. This arrangement is for me, the balcony, in particular, is the note of value of the room. Of the Borromean Islands this is the only one inhabited. Small, tiny, yet precious with hanging nets.
The bond of this island with the lake has its roots in a very distant past, which is renewed in the present. The restaurants, which overlook the perimeter path, tell ancient recipes, a poor cuisine that draws sustenance from the lake. A few shops with typical products, the church, a lazy cat, the old school transformed into a museum, a cemetery.
I open the creaking gate, two rows of tombstones, in all of them a small symbol to remember the close bond of these people with the lake. A wooden boat carved into a cross, marble fish, surnames all the same that are repeated. I go out and reach a beach, which is also small and deserted. Only a dog plays chasing wooden sticks. A few benches overlooking a green lawn.
SMALL, TINY, YET PRECIOUS WITH HANGING NETS
THE LAKE, PLACID AND SILENT
Rumori sempre gli stessi, signore che danno aria alle case, il cameriere che sparecchia due tazze di caffè, uccelli che si rincorrono nel cielo disegnando enormi cerchi di infinito.
I LIKE THE MELANCHOLY Music that comes from afar, someone hums and softly accompanies him. The strong smell of stagnant water and fish penetrates the nostrils. Having breakfast, gazing into Lake Maggiore, is a good feeling. I like the melancholy and démodé air that permeates these places that were a refuge for poets and artists. Now I understand why, the landscape here is enchanting. Before the ferries arrive to unload visitors, I give myself moments with an authentic flavor.
AND DÉMODÉ AIR THAT PERMEATES THESE
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L'altra Toscana: Lucca
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LUCCA «Questi pareva a me maestro e donno, | cacciando il lupo e' lupicini al monte | per che i Pisan veder Lucca non ponno.» Dante Alighieri, poeta
Tantissime sono le cose da vedere a Lucca, città dall’immensa ricchezza storico-monumentale per cui è stata anche avanzata la proposta di includere il suo centro storico nella lista del patrimonio dell'umanità dell’UNESCO. A cominciare dalle mura quasi intatte che la circondano. Si può accedere alla città passando le Mura attraverso sei porte costruite tra il 1500 e i primi del '900. Altre porte, risalenti a tracciati murari anteriori sono tuttora visibili all'interno della cinta attuale, si tratta dell’Antica Porta San Donato (1590), all'interno dell'omonima piazza sede dell’Opera delle Mura, Porta San Gervasio (1198) e Porta dei Borghi.
LUCCA DI RAFFAELLA VACIS Mattoni rossi, stetti stretti in un abbraccio che tutta la cingono. Lucca mi appare così, contenuta nelle sue mura che mai furono impiegate militarmente. Mi piace questo dettaglio. La cinta muraria è oggi luogo del tempo libero, del piacere, dell’aria aperta, del relax, della gioia di vivere qui. La storia antichissima della città è evidente.
Le stradine sono strette, le case medievali, quasi appiccicate, le piazze e le piazzette incastonate come pietre preziose. La sensazione è quella d’un viaggio nel tempo, color mattone. È una città colta Lucca, lo si evince in ogni dove, una città dove l’essenza della toscanità ha il sapore d’un buon vino, degli insaccati dal sapore deciso, contadino, dove nessuno spreco vien concesso, dove nulla si butta.
La giornata primaverile invoglia l’andare a zonzo, anche se la bicicletta mi sembra il mezzo più adatto per spostarsi qui. Inforco e giù a pedalare, circumnavigo la città come un moderno Magellano e mi guardo attorno, verde e rosso mattone si mescolano dinnanzi a me. Una volta erano solo cipressi, oggi platani, ippocastani, aceri, cedri, lecci, uno dopo l’altro, ombre sovrapposte, anche la mia si sovrappone, a tratti, ed io scompaio, come fagocitata dall’ombra gigante della natura. Nel platano mi perdo. Mi piace divenir tutt’uno con questa selva cittadina. Sono quattro i chilometri di mura che scorrono veloci, al profumo di vegetazione e piccole buche di sassi color sabbia. Nel cestino pane e salumi, due bicchieri, che a fermarsi si è sempre a tempo. Il tempo, lascio che scorra lieve, lieve come una piuma che vola, come le note di un’aria che aleggia, note che furono pene d’amore,
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Ha il sapore del borgo la città, passeggio e osservo antiche insegne, profilate d’oro, a raccontare stili ed epoche differenti. Scritte Liberty, anfratti bui, quelli tra un vicolo e l’altro, piazze e piazze e piazze. Mi emoziona quella ovale, la perfetta cornice che fu anfiteatro, oggi le abitazioni ocra che la popolano creano una sublime danza cromatica, pantone del sole.
"Ma nel ritrar costei il mio solo pensiero, il mio sol pensier sei tu, Tosca, sei tu!“. Puccini, illustre lucchese, piacevole ripercorrere i suoi luoghi più significativi. Riscoprire le antiche locandine di opere liriche. Preziose opere d’arte che tengo fra le mani, riproduzioni certo, ma così graziose che me ne sto qui a rimirarne dettagli e colori. La misura della quotidianità appare d’un vivere quieto a Lucca, d’una accoglienza spoglia di vezzeggiativi, d’una normalità che mi pare le renda giustizia.
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Lucca la trovo più sincera, più ritrosa, più vera di altre parti di Toscana. Con la bicicletta si può partire alla scoperta delle sue cento chiese, magari, forse, dieci possono bastare, perchè a entrarci, nelle chiese, ti perdi tra Tintoretto e Ghirlandaio, tra mosaici e organi, ti perdi nella storia e nell’arte che sono passate da qui. L’arte ti avvolge completamente e non c’è nulla di più sublime, o quasi. In un attimo, un calice di rosso tra le mani, mi siedo con amici che qui ci attendono. A parlar di vita, progetti, sogni.
Alzo lo sguardo e lo rivolgo alla torre, eccola, Regina della città. Eccola, col suo verde giardino pensile. Immensa nei suoi 44 metri, quelli che la distinguono da tutto il resto del centro storico. Domani ci saliamo, oggi mi fermo qui, in contemplazione estatica e mi lascio andar a mille “divagazioni e garbugli”, così, per far tardi e assaporare anche l’anima notturna della città. Buonanotte Lucca…
LUCCA DI RAFFAELLA VACIS Red bricks, held tight in an embrace that all surround it. This is how Lucca appears to me, contained within its walls which were never used militarily. I like this detail. The walls are now a place for free time, for pleasure, for the outdoors, for relaxation, for the joy of living here. The ancient history of the city is evident.
The streets are narrow, the medieval houses almost stuck together, the squares and squares set like precious stones. The feeling is that of a journey through time, brick-colored. Lucca is a cultured city, it can be seen everywhere, a city where the essence of Tuscany tastes like good wine, sausages with a strong, peasant flavor, where no waste is allowed, where nothing is thrown away.
The spring day invites you to go for a stroll, even if the bicycle seems to me the most suitable way to get around here. I take off and pedal down, circumnavigate the city like a modern Magellan and look around me, green and brick red mix in front of me. Once they were just cypresses, today plane trees, horse chestnuts, maples, cedars, holm oaks, one after the other, overlapping shadows, mine too overlaps, at times, and I disappear, as if engulfed by the giant shadow of nature. I get lost in the plane tree. I like to become one with this city forest. There are four kilometers of walls that run fast, with the scent of vegetation and small sand-colored pebbles. In the basket bread and cold cuts, two glasses, which always stop in time. Time, I let it flow lightly, light as a flying feather, like the notes of an air that hovers, notes that were pains of love,
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The city has the flavor of the village, I walk around and observe ancient signs, outlined in gold, to tell of different styles and eras. Liberty writings, dark ravines, those between one alley and another, squares and squares and squares. I am moved by that oval, the perfect frame that was once an amphitheater, today the ocher houses that populate it create a sublime chromatic dance, pantone of the sun.
"But in portraying her my only thought, my only thought is you, Tosca, you are!". Puccini, illustrious Lucca, pleasant to retrace its most significant places. Rediscover the ancient posters of operas. Precious works of art that I hold in my hands, certainly reproductions, but so pretty that I sit here gazing at their details and colors. The measure of everyday life appears to be a quiet life in Lucca, a welcome without endearments, a normality that seems to me to do it justice.
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I find Lucca more sincere, more reluctant, truer than other parts of Tuscany. With the bicycle you can set out to discover its one hundred churches, maybe, perhaps, ten are enough, because to enter them, in the churches, you get lost between Tintoretto and Ghirlandaio, between mosaics and organs, you get lost in the history and art that are go through here. Art envelops you completely and there is nothing more sublime, or almost. In a moment, a glass of red in my hands, I sit down with friends who are waiting for us here. Talking about life, projects, dreams.
I look up and turn to the tower, there she is, Queen of the city. Here it is, with its green roof garden. Immense in its 44 meters, those that distinguish it from the rest of the historic center. Tomorrow we go up, today I stop here, in ecstatic contemplation and I let myself go to a thousand "digressions and tangles", in this way, to be late and savor even the nocturnal soul of the city. Goodnight Lucca ...
LUCCA «Questi pareva a me maestro e donno, | cacciando il lupo e' lupicini al monte | per che i Pisan veder Lucca non ponno.» Dante Alighieri, poeta
There are so many things to see in Lucca, a city of immense historical and monumental wealth for which the proposal was also made to include its historic center in the UNESCO World Heritage List. Starting with the almost intact walls that surround it. The city can be accessed by passing the walls through six gates built between 1500 and early 1900s. Other doors, dating back to earlier wall layouts, are still visible within the current walls, it is the Antica Porta San Donato (1590), inside the homonymous square where the Opera delle Mura is located, Porta San Gervasio (1198) and Porta dei Borghi.
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L'anima di Filicudi
L'ANIMA DI FILICUDI DI RAFFAELLA VACIS
Filicudi: antica, impervia, quasi disabitata (150 persone d’inverno), ma bagnata da un mare che, ogni estate, fa innamorare. Innamora chi vuole nascondersi dal vociare, innamora sognatori di ogni età, innamora chi si vuole stare al riparo dal caos. Innamora chi non ama la confusione, chi desidera ritrovare il lato selvaggio delle Eolie. Innamora me, noi, in questo lento assorbire salsedine e vento. .
Filicudi non è solo un'isola per amanti del mare, anche chi adora la montagna e le lunghe passeggiate potrà godere al meglio l'isola. La cima dell'isola è alta 774m, il microclima lassù è differente dal resto dell'isola, fa fresco anche il pieno agosto, la vegetazione è particolare, ci sono radure sabbiose dove riposarsi o poter dormire la notte col sacco a pelo.
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Prendiamo la strada che sale, ci inerpichiamo, sotto il sole di fine agosto, un sole che è sì caldo ma non impossibile. Saliamo e da lassù ci si apre l'isola tutta quanta, s'apre lo splendore di un panorama che toglie letteralmente il fiato. Una terra lambita da acque cristalline. Un luogo generoso, selvaggio, aspro. Le Eolie sono splendide ma Filicudi di più. Più di tutte. Qui ho come sensazione si respiri un tempo passato.
Gli antichi sentieri che innervano l'isola, e le mulattiere di pietra che ne congiungono i vari centri abitati, sono un'esperienza alla quale è difficile sottrarsi. Il villaggio neolitico di Capo graziano offre lo spunto per un emozionante viaggio nel tempo. Tremila anni fa i primi insediamenti dell'isola, lassù era facile nascondersi da possibili assalti.
Filicudi, in effetti, è ieri. Apro i sensi, voglio essere colonizzata da questo posto e al contempo vorrei colonizzarlo, farlo mio, almeno un po'. Filicudi piccina ma nemmeno troppo, Filicudi naif e bizzarra, Filicudi portavoce di memorie, Filicudi di mare e di vento, colpevole, soltanto, di troppa bellezza. Immortalo con scatti di blu istanti di ora, qui.
Anche sotto la superficie del mare l'isola di Filicudi è stupenda. Le frastagliate coste laviche delineano paesaggi unici, con canyon di roccia che terminano in ampie vallate di poseidonia. Il fondale scende rapidamente di profondità e si perde nel blu, creando strapiombi sommersi pullulanti di vita. Un classico dell'estate filicudara è partecipare all'aperitivo serale al Saloon, mitico locale gestito per decenni dallo zio Nino Triolo in riva al mare di Pecorini.
THE SOUL OF FILICUDI DI RAFFAELLA VACIS
Filicudi: ancient, impervious, almost uninhabited (150 people in winter), but bathed by a sea that, every summer, makes you fall in love. Fall in love with those who want to hide from shouting, fall in love with dreamers of all ages, fall in love with those who want to stay away from chaos. Fall in love with those who do not like confusion, those who want to rediscover the wild side of the Aeolian Islands. Fall in love with me, us, in this slow absorbing of salt and wind.
We take the road that climbs, we climb, under the sun of late August, a sun that is hot but not impossible. We go up and from there the whole island opens up, the splendor of a panorama that literally takes your breath away. A land lapped by crystal clear waters. A generous, wild, harsh place. The Aeolian Islands are splendid but Filicudi more. Most of all. Here I have the sensation of breathing in a past time.
Filicudi, in fact, is yesterday. I open my senses, I want to be colonized by this place and at the same time I would like to colonize it, make it mine, at least a little. Filicudi small but not too much, Filicudi naive and bizarre, Filicudi spokesperson for memories, Filicudi of sea and wind, guilty, only, of too much beauty. Immortalize it with instant blue shots of the hour here.
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Filicudi is not only an island for sea lovers, even those who love the mountains and long walks can enjoy the island to the fullest. The top of the island is 774m high, the microclimate up there is different from the rest of the island, it is cool even in the middle of August, the vegetation is particular, there are sandy clearings where you can rest or sleep at night with a sleeping bag.
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The ancient paths that innervate the island, and the stone mule tracks that connect the various inhabited centers, are an experience that is difficult to escape. The Neolithic village of Capo Graziano offers the starting point for an exciting journey through time. Three thousand years ago the first settlements on the island, it was easy to hide up there from possible assaults.
Even under the surface of the sea the island of Filicudi is beautiful. The jagged lava coasts outline unique landscapes, with rock canyons ending in wide valleys of poseidonia. The seabed drops rapidly in depth and is lost in the blue, creating submerged overhangs teeming with life. A classic of the Filicudara summer is to participate in the evening aperitif at the Saloon, a mythical place managed for decades by uncle Nino Triolo on the seashore of Pecorini.
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Via Pignolo 38C Bergamo
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Autunno a Pavia
AUTUNNO LOMBARDO, PAVIA DI RAFFAELLA VACIS
Una sorta di nebbiolina umida avvolge Pavia stasera. Foglie secche che si incastrano nelle mie scarpe. La pasticceria storica con lo zucchero a velo. Soffio e s’alza una nube di dolcezza che arriva sino al cortile interno dell’università, avvolgendone i portici di luci giallognole. Statue di avi e passi silenziosi nella prima vera domenica autunnale di questo insolito ottobre. Pieno di malinconia e di vita.
Amici. Incontri. Gomitoli che si annodano col gioco di un gatto. Le nostre vite che si legano e sciolgono.Lo sguardo sul Ticino illuminato mi riporta a oggi. Ora. Essere qui e passeggiare mi inserisce in una strana dimensione. L’aperitivo sul Ticino, tutta la bellezza lombarda. Italiana. Chiese. Magnifiche. Vie animate. Acquerelli di vita che scorre e noi dietro, a rincorrerla sempre. Il rumore dei passi, i nostri.
Sublime bellezza. Tutt’uno in questa serata autunnale. Chiaroscuro dentro di noi. Risate che si mescolano a nostalgia di un vissuto comune ormai lontano. Trascorso. Finalmente un tagliere di salumi sotto gli occhi. Pane a fette profumato. Focaccia di Recco. La tavola tutta italiana. Vino bianco, un brindisi. Ricordi, speranze, scorci di bellezza decadente, appassita ma anche viva. Il vecchio liceo, la torre implosa tanti anni fa. La pavimentazione sconnessa. Il cane, il negozio, persone che ti passano accanto. Stasera. Pavia.
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L’immensa Basilica di San Michele maggiore accende gli occhi. Architettura lombarda medievale. Austerità ed eleganza. Percepisco ancora la forza e il peso della fede. Lontana nel tempo ma viva in questo luogo perduto. Il sottofondo di antichi riti. Riti millenari. Ci perdiamo nel soffitto dipinto magistralmente. La lenta disgregazione della basilica mi riporta alla fugacità del tempo. Erosione.
LOMBARD AUTUMN: PAVIA DI RAFFAELLA VACIS
A sort of humid mist envelops Pavia tonight. Dry leaves that get stuck in my shoes. The historic confectionery with icing sugar. I blow and a cloud of sweetness rises that reaches the inner courtyard of the university, wrapping its arcades in yellowish lights. Statues of ancestors and silent footsteps on the first real autumn Sunday of this unusual October. Full of melancholy and life.
Friends. Meetings. Balls that are tied with the game of a cat. Our lives that bind and melt. The look on the illuminated river brings me back to today. Now. Being here and strolling puts me in a strange dimension. The aperitif on the Ticino, all the Lombard beauty. Italian. Churches. Magnificent. Animated streets. Watercolors of life flowing and us behind, always chasing it. The sound of footsteps, ours.
Breakup. Sublime beauty. All one in this autumn evening. Chiaroscuro within us. Laughter that mingles with nostalgia for a common experience that is now far away. Passed. Finally a platter of cold cuts under your eyes. Sliced, fragrant bread. Focaccia from Recco. The all-Italian table. White wine, a toast. Memories, hopes, glimpses of decadent, withered but also alive beauty. The old high school, the tower imploded many years ago. The bumpy pavement. The dog, the shop, people passing by. Tonight. Pavia.
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The immense Basilica of San Michele Maggiore lights up the eyes. Medieval Lombard architecture. Austerity and elegance. I still feel the strength and weight of faith. Far in time but alive in this lost place. The background of ancient rites. Millennial rites. We get lost in the masterfully painted ceiling. The slow disintegration of the basilica brings me back to the fleetingness of time. Erosion.
Testi e fotografie a cura di Raffaella Vacis
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