L UGL I O
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E X P E R I E NC E
BIG IN JAPAN
MAGAZ I NE
Il Giappone è un miscuglio eterogeneo di realtà molto diverse, talvolta contrastanti. Città ultra moderne, templi antichissimi. Grattacieli che si mescolano a villaggi dal sapore di passato. Geishe e business men. Velocità e lentezza. Entusiasmante incontrare la cultura nipponica. I suoi riti antichissimi. Accoglienza. Tipicità e orgoglio. Il passato di Kyoto e Nara. Il futuro di Tokyo. Santuari e tecnologia. Cerimonie del tè e ristoranti favolosi. Tradizione artistica e cultura moderna. Cambi di scena continui, incalzanti, stupefacenti. Lasciatevi incantare, lasciatevi innamorare. Le montagne, la barriera corallina, le vette innevate, gli Onsen. Il sushi certo, ma anche gli imperdibili ramen. Ma soprattutto la prodiga, generosa, abbondante ospitalità giapponese. Gli inchini. La gentilezza che viene facile. La squisita accoglienza.
Experience Magazine vola in Giappone. Ci fa sognare attraverso gli scatti di un viaggio classico. Da Tokyo a Kyoto. Un Giappone che si impara a poco a poco. A piccolissimi passi, proprio come quelli delle geishe, avvolte in abiti tradizionali strettissimi. Abiti che sono essenza stessa di bellezza. Abiti che raccontano la cura per i dettagli, la scelta sempre rivolta alla misura, alla ricercatezza. In fondo trovai molte somiglianze fra la mia cultura, italiana, e la loro, giapponese. Molto ci lega, somiglianze che avvicinano, nella diversità. Cibo. Arte. Accoglienza. Buon gusto. Raffinatezza. Amore per la tradizione. Leggende e riti, alternati ad oggetti futuristici. Nulla è scontato, nulla vi risulterà chiaro, per me almeno è stato così, ma l’incanto costante renderà indimenticabile questo viaggio.
Japan is a heterogeneous mix of very different and contrasting realities. Ultra modern cities, ancient temples. Skyscrapers that mix with villages with a flavor of the past. Geishas and business men. Speed and slowness. Exciting to meet the Japanese culture. Ancient rites. Hospitality. Typicality and pride. The past of Kyoto and Nara. The future of Tokyo. Shrines and technology. Fabulous tea ceremonies and restaurants. Artistic tradition and modern culture. Continuous, pressing, amazing changes of scene. Let yourself be enchanted, let yourself fall in love. The mountains, the coral reef, the snow-capped peaks, the Onsen. Sushi of course, but also the unmissable tempura. But above all the big, generous, unique one Japanese hospitality. The bows. Kindness that comes easy. The exquisite welcome.
Experience Magazine flies to Japan. It makes us dream through the shots of a journey classic. From Tokyo to Kyoto. A Japan that is learned little by little. In very small steps, just like those of geishas, wrapped in traditional clothing very tight. Clothes that are the essence of beauty. Clothes that tell about care for details, the choice always addressed to measure, to refinement. Basically I found many similarities between my culture and theirs. Food. Art. Hospitality. Good taste. Refinement. Love for tradition. Traditional legends and rites alternated with futuristic objects. Nothing is taken for granted, nothing will be clear to you, for me at least it was like this, but the constant enchantment will make it unforgettable this travel.
A Tokyo incontrammo il Giappone moderno, i quartieri alla moda e i giovani trendy. A Kyoto andammo alla ricerca del Giappone tradizionale, a Nara ci imbattemmo in siti la cui bellezza è pari solo alla rilevanza storica. Tra Osaka e Okayama visitammo la piccola Himeji, col suo suggestivo castello. A Kobe fu la volta di un Giappone cosmopolita perché la città, grazie alla sua posizione privilegiata, funge sin dall’antichità da accesso marino per il Kansai. Infine ad Osaka gustammo atmosfera, cibo e “movida” tutta giapponese. Il Giappone è un Paese unico, contrastante, spiazzante. Uomini d’affari perennemente connessi si alternano a colorate geishe avvolte in preziosi kimono. Auto che sfrecciano tra i grattacieli di Tokyo convivono con l’atmosfera rarefatta che avvolge all’alba antichi templi nascosti tra la vegetazione. Leggende e riti tradizionali alternati ad oggetti futuristici. Nulla è scontato, nulla vi risulterà chiaro, per me almeno è stato così, ma l’incanto costante renderà indimenticabile questo viaggio.
JAPAN IN TOKYO WE ENCOUNTERED MODERN JAPAN, TRENDY NEIGHBORHOODS AND TRENDY YOUNG PEOPLE, IN KYOTO WE WENT IN SEARCH OF TRADITIONAL JAPAN, IN NARA WE CAME ACROSS SITES WHOSE BEAUTY IS MATCHED ONLY BY THEIR HISTORICAL SIGNIFICANCE. BETWEEN OSAKA AND OKAYAMA WE VISITED LITTLE HIMEJI, WITH ITS IMPRESSIVE CASTLE. IN KOBE IT WAS THE TURN OF A COSMOPOLITAN JAPAN BECAUSE THE CITY, THANKS TO ITS PRIVILEGED POSITION, HAS SERVED SINCE ANCIENT TIMES AS A MARINE GATEWAY TO THE KANSAI. FINALLY IN OSAKA WE ENJOYED JAPANESE ATMOSPHERE, FOOD AND "NIGHTLIFE". JAPAN IS A UNIQUE, CONTRASTING, UNSETTLING COUNTRY. PERPETUALLY CONNECTED BUSINESSMEN ALTERNATE WITH COLORFUL GEISHAS WRAPPED IN PRECIOUS KIMONOS. CARS WHIZZING AMONG TOKYO'S SKYSCRAPERS COEXIST WITH THE RAREFIED ATMOSPHERE THAT ENVELOPS ANCIENT TEMPLES HIDDEN AMONG THE VEGETATION AT DAWN. TRADITIONAL LEGENDS AND RITUALS ALTERNATED WITH FUTURISTIC OBJECTS. NOTHING IS TAKEN FOR GRANTED, NOTHING WILL BE CLEAR TO YOU, AT LEAST FOR ME IT WAS LIKE THIS, BUT THE CONSTANT ENCHANTMENT WILL MAKE THIS TRIP UNFORGETTABLE.
Esperienze imperdibili , must do... LE GEISHE CHE A PASSI PICCOLISSIMI CAMMINANO NELLE VIE DELLA KYOTO ANTICA. GLI ONSEN, DOVE NUDI DOVRETE SUPERARE IL NATURALE IMBARAZZO E AVRETE LA SENSAZIONE CHE TUTTI VI STIANO OSSERVANDO. LE RYOKAN CLASSICHE, DOVE SOGGIORNARE RESTERÀ UN MOMENTO UNICO E INDIMENTICABILE DEL VIAGGIO. IL MONTE FUJI IN UNA GIORNATA DI SOLE. IL CIBO FANTASMAGORICO E LE FESTE DEI TEMPLI. THE GEISHAS WHO WALK IN VERY SMALL STEPS IN THE OLD STREETS OF KYOTO. THE ONSEN, WHERE NAKED YOU WILL HAVE TO OVERCOME THE NATURAL EMBARRASSMENT AND YOU WILL HAVE THE FEELING THAT EVERYONE IS WATCHING YOU. THE CLASSIC RYOKANS, WHERE TO STAY WILL REMAIN A UNIQUE AND UNFORGETTABLE MOMENT OF THE TRIP. MOUNT FUJI ON A SUNNY DAY. PHANTASMAGORIC FOOD AND TEMPLE FEASTS.
“ Was hast du gesagt? kannst du wi eder sagen, bi tte?”. [“ cosa hai detto? Puoi ri petere per favore?”]. Con Etsuko dovevo ri petere l e cose mi l l e vol te. Comuni cavamo sol o i n tedesco ed entrambe eravamo al l e pri me armi con l a l i ngua. Al corso nacque l a nostra i nsol i ta ami ci zi a. I nsoli ta, davvero i nsol i ta. Le ami ci zi e tal vol ta, come gl i amori del resto, ri sul tano i nspi egabi l i . Lei gi apponese, converti ta al Cri sti anesi mo, suora, mol to vi ntage. I o tutt’ al tro. Eppure l ’ ami ci zi a ri esce a raggi ungere e toccare l e zone pi ù remote del l ’ ani mo umano. Ne custodi sce i l mi steri oso punto di i ncontro.
Cosa ci unì non l o so, eppure ri cordo perfettamente gl i occhi fel i ci di Etsuko quando l e comuni cai che saremmo andati a trovarl a i n Gi appone, a di cembre. I l suo programma era i n effetti di ri entrare a l ugl i o nel suo Paese. Scri sse subi to i l nome e i l cognome di Luca e Tommaso, vol eva i nformare l a Madre Superi ora, a Kobe, del l a nostra vi si ta. Ovvi amente noi saremmo stati suoi ospi ti , al convento. Era deci so. Era fel i ce Etsuko e quel l a fel i ci tà si ncera e commovente l a rese fi nal mente umana. Sì perché Etsuko, da gi apponese qual e è, fati ca ad essere spontanea. Pur consapevol e di ci ò, non smi si mai di abbracci arl a e baci arl a cal orosamente, generando i n l ei un probabi l e, ma di verti to, fasti di o.
P e r ò u n a c o s a è c e rt a , a s u o m o d o m i volle molto bene: adorava studiare da me, amava le nostre chiacchiere e mangiava i miei dolcetti preferiti, guardata sempre con estremo sospetto da Tigre (sospetto reciproco peraltro). Mi inteneriva. Quando il clima si fece mite la portai a visitare i luoghi della Franconia che amo. E li amò anche lei, a suo modo. Ascoltava i miei racconti, le mille spiegazioni, i miei perché. Quando giungemmo a Kobe trascorse tutto il suo tempo libero con noi. Onorandoci. Ci accompagnó in cima alla torre al tramonto, ammirammo insieme il panorama della baia e i gabbiani volteggianti. Etsuko era sempre misurata ma nel suo accoglierci fu infinita.
Cuci nò per noi una cena gi apponese eccel l ente, ci i ni zi ò al l a ceri moni a del tè, vol l e mostrarci l e sue foto di bambi na e ci raccontò del l a sua conversi one, del l e parol e dei suoi geni tori , del suo stupore per quel l a “ chi amata”fuori programma. Furono gi orni bel l i ssi mi . I n quei momenti l essi i n l ei tanta ri conoscenza e affetto. Ora che ci penso m’ accorgo che un po’ mi manca. Ma l a sento ancora ami ca. Lei c’ è. Come permane nel l a mente l a bel l ezza di quel suo Paese l ontano. Trascorremmo due setti mane i n Gi appone. Parti ti da Tokyo, con i l “ suppostone” Shi nkansen scendemmo nel Kansai : Nara, Kyoto ( subl i me), Kobe, Osaka.
I l Gi appone è un Paese dove ogni spostamento è un festi val del l a puntual i tà, un mi racol o del l ’ i ngegneri a ma al l o stesso tempo una danza i ni nterrotta di i nchi ni , ossequi e genufl essi oni . Cammi nammo anche tanti ssi mo, l e strade aprono spaccati di vi ta, i templ i dorati sono sparsi ovunque, l e ci ttà super moderne nascondono angol i “ ol d sti l e” e i l ci bo è subl i me.
A Kobe fu l a vol ta di un Gi appone cosmopol i ta perché l a ci ttà, grazi e al l a sua posi zi one pri vi l egi ata, funge si n dal l ’ anti chi tà da accesso mari no per i l Kansai . I nfi ne ad Osaka gustammo atmosfera, ci bo e “ movi da” tutta gi apponese. I l Gi appone è un Paese uni co, contrastante, spi azzante. Uomi ni d’ affari perennemente connessi si al ternano a col orate gei she avvol te i n prezi osi ki mono. Auto che sfrecci ano tra i grattaci el i di Tokyo convi vono con l ’ atmosfera rarefatta che avvol ge al l ’ al ba anti chi templ i nascosti tra l a vegetazi one. Leggende e ri ti tradi zi onal i al ternati ad oggetti futuri sti ci . Nul l a è scontato, nul l a vi ri sul terà chi aro, per me al meno è stato così , ma l ’ i ncanto costante renderà i ndi menti cabi l e questo vi aggi o.
Certo dei gi apponesi non capi mmo una mazza…ma questo non ci scoraggi ò. Conti nuano a essere un mi stero sebbene ne frequenti di versi , nonostante si ano mi ei ami ci , …. . restano del l e magni fi che sfi ngi .
Cosa non perdere in Giappone: Le gei she che a passi pi ccol i ssi mi cammi nano nel l e vecchi e vi e di Kyoto. Gl i Onsen dove nudi dovrete superare i l natural e i mbarazzo e avrete l a sensazi one che tutti vi sti ano osservando. Le Ryokan cl assi che, dove soggi ornare resterà un momento uni co e i ndi menti cabi l e del vi aggi o. I l monte Fuj i i n una gi ornata di sol e. I l ci bo fantasmagori co e l e feste dei templ i .
Ultima, piccola, indimenticabile esperienza tutta giapponese, una chicca direi, è il culto, l’arte del wc. Ecco lì tornerete bambini, vi sentirete come Actarus su Goldrake. Pulsanti e pulsantini vi introdurranno a un mondo che sa d’incredibile: musichette, spruzzi, asse riscaldato, cascate, profumo e pulizia da fare un baffo ai tedeschi. Sognerete di acquistarne uno e portarlo con voi a casa….. Se pensate stia esagerando vi sfido alla prova, poi ne riparleremo!!!
JAPAN
A
B I G
I N
With Etsuko I had to repeat things a thousand times. We only communicated in German and we were both new to the language. Our unusual friendship was born on the course. Unusual, very unusual. Sometimes friendships, like loves after all, are inexplicable. She is Japanese, converted to Christianity, nun, very vintage. I totally different. Yet friendship manages to reach and touch the most remote areas of the human soul. It guards the mysterious meeting point. What united us I don't know yet I remember Etsuko's happy eyes perfectly when I told her that we were going to visit her in Japan in December.
J A P A N
Her plan was in fact to return to his country in July. She immediately wrote the name and surname of Luca and Tommaso, She wanted to inform the Mother Superior, in Kobe, of our visit. Obviously we would be his guests at the convent. It was decided. Etsuko was happy and that sincere and touching happiness finally made her human. Yes, because Etsuko, as Japanese as she is, struggles to be spontaneous. Although aware of this, I never stopped hugging and kissing her warmly, generating in her a probable, but amused, annoyance.
A
But one thing is certain, she loved me very much in her own way: she loved studying with me, she loved our chatter and ate my favorite sweets, always looked upon with extreme suspicion by Tigre (mutual suspicion, moreover). It softened me. When the weather became mild I took her to visit the places in Franconia that I love. And she loved them too in her own way. He listened to my stories, the thousand explanations, my whys. When we got to Kobe he spent all his free time with us. Honoring us. He accompanied us to the top of the tower at sunset, together we admired the view of the bay and the soaring seagulls.
She cooked an excellent Japanese dinner for us, introduced us to the tea ceremony, wanted to show us her photos as a child and told us about her conversion, her parents' words, her astonishment at that unscheduled "call". Those were beautiful days. In those moments I read in her so much gratitude and affection. Now that I think about it, I realize that I miss it a little. But I still feel her friend. She is here. How the beauty of that distant country remains in your mind. We spent two weeks in Japan. Departing from Tokyo, with the "supposed" Shinkansen we went down to Kansai: Nara, Kyoto (sublime), Kobe, Osaka.
A
Japan is a country where every move is a festival of punctuality, an engineering miracle but at the same time an uninterrupted dance of bows, compliments and genuflections. We also walked a lot, the streets open splits of life, the golden temples are scattered everywhere, the super modern cities hide “old style” corners and the food is sublime. Japan is a country where every move is a festival of punctuality, an engineering miracle but at the same time an uninterrupted dance of bows, compliments and genuflections. We also walked a lot, the streets open splits of life, the golden temples are scattered everywhere, the super modern cities hide “old style” corners and the food is sublime.
In Kobe it was the turn of a cosmopolitan Japan because the city, thanks to its privileged position, has served since ancient times as a marine gateway to the Kansai. Finally in Osaka we enjoyed Japanese atmosphere, food and "nightlife". Japan is a unique, contrasting, unsettling country. Perpetually connected businessmen alternate with colorful geishas wrapped in precious kimonos. Cars whizzing among Tokyo's skyscrapers coexist with the rarefied atmosphere that envelops ancient temples hidden among the vegetation at dawn. Traditional legends and rituals alternated with futuristic objects. Nothing is taken for granted, nothing will be clear to you, at least for me it was like this, but the constant enchantment will make this trip unforgettable.
A
Of course, the Japanese didn't understand a club… but that didn't discourage us. They continue to be a mystery although I frequent several, although they are my friends, ... .. they remain magnificent sphinxes.
What not to miss in Japan: The geishas who walk in very small steps in the old streets of Kyoto. The naked Onsendove you will have to overcome the natural embarrassment and you will have the feeling that everyone is watching you. The classic ryokans, where to stay will remain a unique and unforgettable moment of the trip. Mount Fuji on a sunny day. Phantasmagoric food and temple feasts.
Last, small, unforgettable allJapanese experience, a gem I would say, is the cult, the art of the toilet. There you will be children again, you will feel like Daisuke on Grendizer. Buttons and small buttons will introduce you to a world that smells incredible: music, splashes, heated board, waterfalls, perfume and cleaning. You will dream of buying one and taking it home with you ... .. If you think I'm exaggerating I challenge you to the test, then we'll talk about it !!!
EXPERIENCE WORKSPACE UNCONVENTIONAL SPACE
Da noi puoi allestire il tuo temporary shop. Contattaci e ti daremo tutte le informazioni.
Questo è il nostro spazio. Può trasformarsi nel tuo spazio. In uno spazio senza confini, un luogo di scambio. Qui, dove le esperienze si condividono. Dove ci incontriamo, interagiamo, mescoliamo e trasformiamo. Dove tu puoi essere un po' me e viceversa. Arte, cultura, viaggi, lettura, bellezza, cibo, musica, movimento. Pensieri in movimento. Mai statici. Mai immobili. Pronti al cambiamento. Questo è il luogo della nostra metamorfosi. Questo è EXPERIENCE WORKSPACE. Devi solo entrare. This is our space. It can transform into your space. In a space without borders, a place of exchange. Here, where experiences are shared. Where we meet, interact, mix and transform. Where you can be a bit of me and vice versa. Art, culture, travel, reading, beauty, food, music, movement. Thoughts in motion. Never static. Never motionless. Ready for change. This is the place of our metamorphosis. This is EXPERIENCE OPENSPACE. You just have to enter.
CONTACT US: EXPERIENCE Via Pignolo 38/C - 24122 Bergamo MAIL: experience.bg1@gmail.com
LA MIA TOKYO
L'HO TROVATA ESTREMAMENTE MODERNA EPPURE TRANQUILLA. DI CORSA MA ANCHE LENTA. SPUMEGGIANTE E MALINCONICA. GENTILE, ASSORTA, EFFICIENTE, INSTANCABILE. DINAMICA MA CON ANGOLI DI TRADIZIONE. TOKYO INCARNA L'ANIMA DEL GIAPPONE. LA SUA STESSA ESSENZA. TOKYO RACCHIUDE TUTTO. TOKYO ESALTA MA NON STORDISCE. RACCONTA MA NON INCALZA. ASCOLTA LA TUA VOCE E LA PROIETTA IN INFINITI SPAZI TOKYO È UNA METROPOLI AFFASCINANTE, IL SUO FLUSSO INCESSANTE FINIRÀ PER FAGOCITARVI EPPURE PERMANGONO LUOGHI IMMOBILI. LUOGHI INIMMAGINABILI. TOKYO È DA SCOPRIRE. TOKYO È MOLTO ALTRO, BUTTATEVI..
A
Vortice di persone. Mi butto nel movimento incessante di una città che sembra muoversi senza sosta. Rinasce dalle sue ceneri, Tokyo, con la sua estensione, la sua varietà, mi stupisce. Mi sento quasi in uno stato di immersione subacquea, costante. Una città che è risorta, esattamente come la mia, quella in cui vivo. Norimberga e Tokyo, due città figlie di un miracolo. Incessante come il moto. Un moto perpetuo. Una città che è divenuta trainante, una città che si è rialzata con tenacia. Forza. Costanza. Tokyo mi osserva. Dall'alto dei suoi grattacieli strabilianti, con la luce che attraversa il mio sguardo,
Eccola la mia Edo, il suo antico nome, "la porta del fiume". Terremoti, incendi, isolamento, shogunato, bombardamenti. Ammirarla oggi è inevitabile. Trionfante e moderna. Veloce, velocissima, impavida e coraggiosa. Tokyo oggi è una città solida. La sua economia traina e anticipa mode. I suoi anime, entrano nelle case di tutto il mondo. Raccontano la tradizione fingendosi futuro, I manga, che oggi riscuotono successo tra i giovani europei, hanno le loro origini nelle stampe ukiyo-e dell'antica Edo, le stesse che ispirarono la corrente artistica del Japonisme a cui Van Gogh attinse intorno al 1880.
A
Un tè caldo è quello che ci vuole ora. Il mite inverno giapponese ci permette ore e ore all'aperto, ma al pomeriggio è piacevole intrufolarsi nelle sale da tè. Ce ne sono diverse. Mi piace sorseggiare e osservare gli avventori. Donne soprattutto, ma anche uomini d'affari, ben vestiti, distinti nei modi e nella forma. Qui la forma conta più di tutto. Le buone maniere, la misura, la riservatezza, ma anche i biglietti da visita con la posizione gerarchia aziendale ben in vista. Chiara. Come a non lasciare dubbi. Osservo movimenti delle mani, pressoché inesistenti. Posture dei corpi. Abiti.
La cameriera si avvicina silenziosa. Anche lei riservata, composta, algida a tratti. Ci sorride, per un istante. Sottile e lieve. Entra nella stanza una signora in kimono. Tommaso la osserva e mi cerca con lo sguardo. Sa che mi piacciono molto gli abiti tradizionali, e ogni kimono racconta una storia diversa. Letteralmente la parola kimono significa "cosa da indossare", Spesso sono in seta e le figure femminili risultano sempre così longilinee quando ne sono avvolte. Poi i fiocchi, chiusi sulla schiena. Sapienti e trionfanti. Piccoli dettagli mai lasciati al caso. Girano intorno alla vita quelle fusciacche.
Primi assaggi di Giappone. Queste ore a Tokyo scorrono così, a zonzo per la città. Dal Tsukiji Fish Market al Palazzo Imperiale, Dal Tokyo Museum al panorama notturno di Rappongi. Alla ricerca della vera anima della città. Del cuore di Tokyo. Introvabile a mio giudizio, ma non per questo meno affascinante. La mia curiosità, le sollecitazioni, le letture e i film che si sovrappongono e intrecciano. Da "Lost in Traslation" a Rashōmon. Samurai e guerrieri popolano la mia fantasia. Poi l'arte giapponese, la calligrafia, le xilografie, immagini di un mondo fluttuante, metafore degli effimeri piaceri terreni. Le ceramiche e le lacche. La bellezza del legno lucido e impermeabile. Quelle color ambra o marroni, oggetti pregiati che adoro toccare, annusare, osservare. La ricerca di un Kimono, ne vorrei tanto uno da sfoggiare, trovo questo indumento molto femminile e versatile. Eccomi Tokyo, sono qui.
TOKYO
I FOUND IT EXTREMELY MODERN YET QUIET. RUNNING BUT ALSO SLOW. BUBBLY AND MELANCHOLY. KIND, ABSORBED, EFFICIENT, TIRELESS. DYNAMIC BUT WITH CORNERS OF TRADITION. TOKYO EMBODIES THE SOUL OF JAPAN. ITS VERY ESSENCE. TOKYO HAS IT ALL. TOKYO EXCITES BUT DOES NOT STUN. HE TELLS BUT DOES NOT PRESS. LISTEN TO YOUR VOICE AND PROJECT IT INTO INFINITE SPACES TOKYO IS A FASCINATING METROPOLIS, ITS INCESSANT FLOW WILL END UP ENGULFING YOU YET THEY REMAIN IMMOBILE PLACES. UNIMAGINABLE PLACES. TOKYO IS TO BE DISCOVERED.
A
Whirlwind of people. I throw myself into the incessant movement of a city that seems to move relentlessly. Reborn from its ashes. Tokyo, with its extension, its variety, drowns me. I feel almost in a state of constant diving. A city that has risen, just like mine, the one in which I live. Nuremberg and Tokyo, two cities born of a miracle. As incessant as motion. A perpetual motion. A city that has become a driving force, a city that has stood up with tenacity. Power. Constance. Tokyo watches me. From the top of its amazing skyscrapers, with the light crossing my gaze,
Here it is my Edo, its ancient name, "the door of the river". Earthquakes, fires, isolation, shogunate, bombings. Admiring it today is inevitable. Triumphant and modern. Fast, very fast, fearless and courageous. Tokyo today is a solid city. Its economy drives and anticipates trends. His souls enter homes all over the world. Manga, which today are successful among young Europeans, tell the tradition by pretending to be future, have their origins in the ukiyo-e prints of ancient Edo, the same ones that inspired the artistic current of Japonisme from which Van Gogh drew around 1880.
A
From Tokyo Bay to the Kantō plain. Extensive and multifaceted. I get on the JR Yamamote Line. I find it a very pleasant way to get to know the city. Marunouchi or Ōtemachi. Ginza with its shopping, Ueno with its museums. Electronics stores, music, pedestrian crossings that destabilize me too. Here it is the famous Shibuya crossing, the pedestrian crossing that forms people stars. Galaxies that seem to know no rest, no colors. Green, red, go, stop.
I head to the Imperial Palace. The Japanese Emperor's residence is closed to the public but exploring the surroundings is interesting. Gardens are a good place to refresh. I also love Tokyo's parks, its endless temples, shrines. All free and usable at different times of the day. The gardens of Meiji-jingū, the most evocative Shinto shrine in Tokyo offer moments of complete peace. Unfortunately the sanctuary was completely destroyed during the bombings of the Second World War, but the reconstruction is pleasant, in cypress wood.
Kyoto
MOLTE SONO LE BELLEZZE DI KYOTO, TROPPE PER INCLUDERLE IN POCHE PAGINE.....
La cultura tradizionale giapponese è qui che risiede. Con ben 17 siti dichiarati Patrimonio dell'Umanità dell'Unesco, più di 1600 templi buddisti e oltre 400 luoghi di culto scintoisti, è sicuramente una delle città più ricche al mondo, dal punto di vista culturale. Kyoto. La meravigliosa Kyoto. La città più amata del Giappone, fondata nell'800 a.C., fu la prima capitale imperiale, e la sua architettura è geometrica, con riferimento al palazzo dell'imperatore. Giardini solcati da viottoli, templi dai colori incantevoli, capanne di poeti, santuari dorati che galleggiano da centinaia di anni su pittoreschi laghetti, geishe che camminano nelle strettissime viuzze di case di legno. Dimore che sembrano racchiudere secoli di vita. Atmosfere eteree. Avvolte dalla foschia di queste nostre albe invernali. Una sorta di magia sembra aleggiare da queste parti. La percepisco tutta. La sento nelle ossa, come l'umidità di questo inverno nipponico. Forse sono solo suggestioni, o forse no. Difficile a dirsi, eppure l'immagine del Giappone che mi torna spesso alla mente, è legata proprio a questi luoghi incantevoli. Apparentemente immobili da sempre. Apparentemente fermi a secoli fa. Kyoto è antica e moderna. Come tutto qui. La sua pianta a scacchiera rende semplice l'orientamento. Camminiamo senza sosta, alcune attrazioni sono in centro, ma quasi tutti i siti di maggiore interesse restano un po' fuori. Lungo pendici di monti, sulle colline, in quartieri decentrati, è lì che si apre lo spettacolo di una città che è "mille e una". Abbiamo qualche giorno a disposizione e Kyoto merita tutta la nostra attenzione. Allo stesso tempo però è forte il desiderio di lasciarsi andare alla bellezza. Goderne. .
Accoglierla senza troppa voracità. Con equilibrio. Un castello, santuari e templi. Tutti unici e avvolti da un paesaggio pittoresco e al tempo stesso malinconico. Me lo senso scivolare addosso. Scorrere, esattamente come la vita. Andare. Fluire. Il paesaggio va. Edifici e giardini di incalcolabile valore storico e culturale. Eppure è a passeggio per l'antico centro storico che mi abbandono a me. Mi abbandono alla curiosità, alle botteghe antiche di pittori e calligrafi. La carta col suo odore indescrivibile. La carta racchiude infinite formule magiche, mi lascio portare da ciò che da dentro mi pervade, la carta diviene un'esperienza sensoriale unica. Profumo che come una macchina del tempo accompagna in sogni lontani. Carte e inchiostri come alchimie. Carte e inchiostri. Carte di riso, ideogrammi che divengono disegni di racconti inaccessibili. Inviolabili. Intimi. Un calamaio, una scatola di cartone, un nastro che le gira attorno in una maniera che mai saprei ripetere. Intrecci di nodi preziosi, fiocchi. Roland Barthes, nel suo libro sul Giappone, racconta di come, qui, il contenitore sia di gran lunga più importante del contenuto. L'arte della presentazione assume un ruolo preponderante. Mi soffermo e osservo. Provo quell'indescrivibile piacere, che mi accompagna sin da piccola, nell'osservazione di atti apparentemente banali. Il piacere mi inonda quando poso gli occhi sulla preparazione di un dono, una sorta di pacchetto regalo. Colgo la maestria del movimento delle mani. Le mani, quanta poesia nelle mani che lentamente si muovono. Le mani che preparano, inconsapevoli della delicatezza. La leggiadria. La lentezza. In Giappone la delicatezza straripa il vaso. La cura accarezza. Nell'antico quartiere di Kyoto mi smarrisco per poi ritrovarmi e smarrirmi di nuovo. In questi angoli di mondo, apparentemente distanti, io mi ritrovo, sento di esserci. Mi riconosco.
L'antica Kyoto mi pervade. Passo dalla carta allo sfarzo del Padiglione d'oro del Kinkakuji, raggiungo in seguito la tomba del venerabile Tanizaki, salgo su di una collina. Ideogrammi e foglie d'acero, che miscuglio nella mia testa. Da queste parti li festeggiano, gli aceri, nella seconda domenica di novembre. I boschi cingono la città. La conca dove si trova è circondata da verdi colline. Facile perdersi in mille pensieri. Nei tragitti in bus per esempio. Guardando fuori dal finestrino scorrono tetti alati,
Kyoto è bella sino alle lacrime, i versi della poesia di Wislana Szymborska riecheggiano nella mia mente. Ne assaporo tutta la maestria e il concetto di bellezza salvifica mi pervade. La bellezza che salvò questa città dai bombardamenti. Kyoto si salvò, decisamente più bella di Hiroshima, e i suoi templi ancora cantano la vita. Mai come in questo caso "la bellezza ha salvato il mondo".....Kyoto è tutt'intorno a me, a noi, e gioca a incantare, ancora.
"Kyoto ha fortuna, fortuna e palazzi, tetti alati, gradini in scala musicale. Attempata ma civettuola, di pietra ma viva, di legno, ma come crescesse dal cielo alla terra. Kyoto è una città bella fino alle lacrime. Vere lacrime d’un certo signore, un intenditore, un amatore di antichità, che in un momento decisivo al tavolo delle conferenze esclamò che in fondo ci sono tante città peggiori – e d’improvviso scoppiò in lacrime sulla sua sedia.* Così si salvò Kyoto, decisamente più bella di Hiroshima. Ma questa è storia vecchia. Non posso pensare sempre solo a questo né chiedere di continuo cosa accadrà, cosa accadrà. Nel quotidiano credo alla durata, alle prospettive della storia. Non riesco ad addentare le mele in un continuo orrore". […] da Scritto in un albergo, tratto da Wisława Szymborska, La gioia di scrivere. Tutte le poesie (1945-2009), * Secondo quanto si racconta, Henry L. Stimson, il Segretario alla guerra del governo statunitense, propose di risparmiare Kyoto dal bombardamento atomico facendo appello a una serie di ragioni “ufficiali”. In realtà, ciò che molto probabilmente lo spinse a chiedere che la città venisse risparmiata, fu il suo amore per essa: a Kyoto, infatti, sarebbe stato sia da giovane, sia in luna di miele. .
Da non perdere: Templi grandiosi, santuari, palazzi e giardini nella città di Kyoto e dintorni Sontuose specialità dalla cucina multiportata kaiseki e sistemazioni nei tradizionali ryokan Spiagge di sabbia bianca e sorgenti termali con acqua ricca di minerali nella penisola di Tango Uno dei tre paesaggi più belli del Giappone con viste panoramiche ad Amanohashidate
Come arrivare: Kyoto è raggiungibile mediante il treno "proiettile" dalle principali città del Giappone. Gli aeroporti più vicini sono quelli di Itami e Kansai. Entrambe si trovano nella Prefettura di Osaka, a circa 60-80 minuti di distanza. Link di riferimento: https://kyoto.travel/en/ https://kmtc.jp
Traditional Japanese culture is where it resides. With 17 Unesco World Heritage sites, more than 1600 Buddhist temples and over 400 Shinto places of worship, it is certainly one of the richest cities in the world from a cultural point of view. Kyoto. The wonderful Kyoto. The most loved city in Japan, founded in 800 BC, was the first imperial capital, and its architecture is geometric, with reference to the emperor's palace. Gardens furrowed by paths, temples with enchanting colors, poets' huts, golden sanctuaries that have been floating for hundreds of years on picturesque lakes, geishas walking in the narrow alleys of wooden houses. Houses that seem to contain centuries of life. Ethereal atmospheres. Wrapped in the mist of these winter dawns of ours. A kind of magic seems to be hovering around here. I feel it all. I feel it in my bones, like the humidity of this Japanese winter. Maybe they are just suggestions, or maybe not. Difficult to say, yet the image of Japan that often comes to my mind is linked precisely to these enchanting places. Always apparently immobile. Apparently stuck centuries ago. Kyoto is ancient and modern. Like everything here. Its checkerboard layout makes orientation easy. We walk non-stop, some attractions of Kyoto are in the center, but almost all the major places of interest are a little out of the way. Along the slopes of mountains, on the hills, in decentralized districts, it is there that the spectacle of a city that is "a thousand and one" opens up. We have a few days to spare and the city deserves all our attention. At the same time, however, there is a strong desire to let oneself go to beauty. Enjoy it. .
Accept it without too much greed. A castle, shrines and temples. All unique and surrounded by a picturesque and at the same time melancholy landscape. Each of them has buildings or gardens of incalculable historical and cultural value. Yet it is a stroll through the ancient historic center that I abandon myself to myself. I abandon myself to curiosity, to the ancient workshops of painters and calligraphers. The paper with its indescribable smell. The paper contains infinite magic formulas, I let myself be carried away by what pervades me from inside, the paper becomes a unique sensory experience. Perfume that, like a time machine, accompanies you into distant dreams. Papers and inks as alchemy. Papers and inks. Rice papers, ideograms like drawings of inaccessible stories. An inkwell, a cardboard box, a ribbon that goes around it in a way that I would never know how to repeat. Intertwining of precious knots, bows. Roland Barthes, in his book on Japan, tells of how the container is more important than the content. The art of presentation takes on a preponderant role. I pause and observe. I feel that indescribable pleasure, which I felt since childhood, of the observation of apparently trivial acts. Pleasure floods me when I look at the preparation of a gift. the mastery in the movement of the hands. The hands, how much poetry in the hands that slowly move. The hands that prepare, unaware of the delicacy. The gracefulness. The slowness. In Japan, delicacy overflows the vase. In the ancient district of Kyoto I get lost only to find myself and get lost again.
Ancient Kyoto pervades me. I pass from paper to the opulence of the Golden Pavilion of Kinkakuji, then reach the tomb of the venerable Tanizaki, climb a hill. Ideograms and maple leaves, which I mix in my head. In these parts they celebrate them, the maples, on the second Sunday of November. The woods surround the city. The basin where it is located is surrounded by green hills. Easy to get lost in a thousand thoughts. On bus trips for example. Looking out the window, winged roofs slide,
Kyoto is beautiful to the point of tears, the lines of Wislana Szymborska's poem echo in my mind. I savor all the mastery and the concept of saving beauty pervades me. The beauty that saved this city from bombing. Kyoto was saved, much more beautiful than Hiroshima, and its temples still sing about life. Never as in this case "beauty has saved the world" ..... Kyoto is all around me, us, and still plays to enchant.
Geisha and Maiko
The word geisha means "art person". It is a little known that the original geisha were men. Geisha are highly trained and skilled in the traditional arts of entertainment, lighthearted games, playing musical instruments and traditional Japanese dancing - while wittily conversing and graciously serving foood and drinks. It is a career in which they are able to work to quite advanced age. In the distant past, girls sometimes began their training very young, at age ten or so, but today's mandatory education laws means that girls must complete middle school and so are unable to begin such intensive training until about fifteen. Geisha, or geiko in the local Kyoto dialect, and thei maiko apprentices, are symbol of that city, wich was an ancient capital of Japan where tradition are strongly upheld. Geisha and maiko lives together, sorority stile, with mama-san in charge in a house called an Okiya. They are hired to accompany and entertain clients and parties in certain teahouses and restaurants. Their company is quite costly, and is calculated "per stick", as traditionally a certain sum of time needed for a stick of incense to burn down, roughly ten minutes. .
Geisha and Maiko
La parola geisha significa "persona d'arte" o dedita all'arte. È poco noto che le geisha originali fossero uomini. Le geisha sono altamente qualificate e abili nelle arti tradizionali dell'intrattenimento, nei giochi spensierati, nel suonare strumenti musicali e nelle danze tradizionali giapponesi, il tutto avviene mentre conversano argutamente e servono gentilmente cibo e bevande. Quella della geisha è una carriera vera e propria, le donne che la intraprendono sono in grado di lavorare fino a un'età piuttosto avanzata. In un lontano passato, capitava che le ragazze iniziassero la loro formazione molto giovani, all'età di dieci anni circa, ma le leggi sull'istruzione obbligatoria di oggi fanno sì che esse debbano completare la scuola, quindi non possono iniziare una formazione così intensa fino all'età di quindici anni. Geisha, o geiko nel dialetto locale di Kyoto, e le loro apprendiste maiko, sono il simbolo della città, che fu l'antica capitale del Giappone, nella quale le tradizioni sono fortemente sentite ancor oggi. Geisha e maiko vivono insieme, in una sorta di sorellanza, con "mamma-san" loro responsabile, in una casa denominata Okiya. Vengono chiamate e assunte per accompagnare e intrattenere clienti a feste in sale da tè e ristoranti estremamente raffinati. La loro compagnia è piuttosto costosa, e viene calcolata "per bastoncino", che è il tempo necessario affinché bruci un intero bastoncino di incenso, all'incirca dieci minuti.
La Rotonda 2
NARA GIAPPONE
Nara fu.
I pasti scandirono il tempo. Le passeggiate tranquille
Con la fantasia o l’immaginazione spesso percorsi
nei parchi della città. Santuari, foreste, rovine, palazzi.
i sentieri del Giappone, prima di viaggiarvi, di quel mondo remoto che nel mio immaginario albergava ancora da qualche parte. Cercavo quella piccola ampolla che contenesse il profumo
Nara, in quel suo perimetro limitato, offrì ciò di cui avevamo bisogno, la lentezza. Io, viaggiatrice ingorda talvolta, decisi che a Nara fosse necessario cambiar ritmo. E il ritmo cambiò. Ci fu tempo per una più lenta
antico d’un mondo lontano. Perduto forse. A Nara
assimilazione. Ci fu tempo per regalarsi le carezze ai
fu, fu che scoprii quel luogo di cui,
cervi, che prima dell’avvento del buddismo erano
probabilmente senza saperlo, ero alla ricerca.
considerati messaggeri degli dei. Ci fu tempo per
Non regina incontrastata di bellezza perfetta
godere d’un laghetto meraviglioso, tempo per sedersi
quale Kyoto, Nara con le sue dimensioni, quel suo essere discreta e sottotono, con i suoi Ryokan semplici, regalò un prezioso ritaglio di normalità.
.
sui tatami e assaporare un’atmosfera autentica, tempo per una lunga colazione tradizionale cucinata da una cara signora.
Tempo per non far nulla, che in fondo non corrisponde
Cosa fare a Nara….sì insomma, a zonzo con me:
al niente, corrisponde semplicemente all’ozio.
奈良市) è una delle più antiche del
Corrisponde al tempo per raccogliere le idee,
La città di Nara (
riordinare i pensieri, togliere polvere dalle scarpe e
Giappone; ne è stata capitale dal 719 al 794 e nel 1998 è
ammirare la bellezza che sta intorno e che talvolta
stata dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO.
sfugge.
Con i suoi templi e i quartieri tradizionali è un
Non è detto, ma può accadere. Allora basta sedersi a
concentrato di arte e cultura giapponese. Non c’è una
piedi scalzi accanto ad un lago, un fiume, una cascata,
stagione giusta per visitare Nara, perché ogni periodo
un ruscello.
dell’anno offre uno spettacolo unico. Per raggiungere
Immergere i piedi e aspettare. Forse, in quell’attesa del
Nara, uno dei punti di partenza migliori è sicuramente
nulla, non è da escludere che si possa ritrovare il
la città di Kyoto.
gusto del tutto.
Naturalmente in treno, altra esperienza imperdibile da
Nara fu.
fare in Giappone (35 minuti Kyoto-Nara).
Must do:
Dove dormire a Nara:
Una visita al meraviglioso Issui-en, uno dei giardini più
La città di Nara (
奈良市) è una delle più antiche del
belli di Nara, l’imperdibile Todai-ji e l’altrettanto stupefacente Kofuku-ji, due templi buddisti
Questo è il Ryokan dove alloggiammo a Nara:
perfettamente conservati. Lo Yoshiki , un altro giardino-gioiello situato a poca
Hotobil Ryokan Nara (http://hotobil.com/), noi
distanza dal giardino Isuien, da cui è separato solo dal
fummo accolti con molta gentilezza e le camere
fiume Yoshikigawa, al quale deve il suo nome.
tradizionali pulite e graziose. Ottima la colazione,
E’ diviso in tre parti: un giardino con i laghetti, un
anch’essa tradizionale, a base di pesce e piatti tipici.
giardino di muschio ed uno in cui si tiene la cerimonia del tè.
Nara è una città talmente raccolta che si visita tranquillamente a piedi, in un paio di giorni. E’ perfetta per lo shopping, infatti vi potrete trovare piccoli oggetti d’artigianato tradizionale.
NARA. JAPAN Nara was. With fantasy or imagination I often traveled the paths of Japan, before traveling there, of that remote world that still harbored somewhere in my imagination. I was looking for that small cruet that contained the ancient perfume of a distant world. Lost perhaps. In Nara it was, was that I discovered that place which, probably without knowing it, I was looking for. Not the undisputed queen of perfect beauty like Kyoto, Nara with her size, her discreet and subdued being, with her simple ryokans, gave her a precious cut of normality. Meals marked the time. The quiet walks in the city parks. Sanctuaries, forests, ruins, palaces. Nara, within its limited perimeter, offered what we needed, slowness. I, a sometimes greedy traveler, decided that Nara needed a change of pace. And the pace changed. There was time for a slower assimilation. There was time to treat oneself to deer, which before the advent of Buddhism were considered messengers of the gods. There was time to enjoy a wonderful lake, time to sit on the tatami mats and savor an authentic atmosphere, time for a long traditional breakfast cooked by a dear lady.
There was time for a slower assimilation. There was time to enjoy a wonderful lake, time to sit on the tatami mats and savor an authentic atmosphere, time for a long traditional breakfast cooked by a dear lady. Time to do nothing, which basically does not correspond to nothing, it simply corresponds to idleness. It corresponds to the time to collect ideas, rearrange thoughts, remove dust from shoes and admire the beauty that is around and that sometimes escapes. Not necessarily, but it can happen. Then it would be enough to sit barefoot next to a lake, a river, a waterfall, a stream. Dip your feet and wait. Perhaps, in that waiting for nothing, it cannot be ruled out that you can find the taste of everything. Nara was. What to do in Nara ... yes in short, strolling with me: The city of Nara (
奈良 市) is one of the oldest in
Japan; it was its capital from 719 to 794 and in 1998 it was declared a World Heritage Site by UNESCO.
With its temples and traditional neighborhoods it is a concentrate of Japanese art and culture. There is no right season to visit Nara, because every period of the year offers a unique spectacle. To reach Nara, one of the best starting points is certainly the city of Kyoto. Naturally by train, another unmissable experience to do in Japan (35 minutes Kyoto-Nara). must do: A visit to the wonderful Issui-en, one of the most beautiful gardens in Nara, the unmissable Todai-ji and the equally stunning Kofuku-ji, two perfectly preserved Buddhist temples. Yoshiki - en is another jewel-garden located a short distance from the Isuien garden, from which it is separated only by the Yoshikigawa River, to which it owes its name. It is divided into three parts: a garden with ponds, a moss garden and one where the tea ceremony is held.
Where to sleep: This is the Ryokan where we stayed in Nara: Hotobil Ryokan Nara (http://hotobil.com/), we were greeted with a lot of kindness and the traditional rooms clean and nice. Excellent breakfast, also traditional, based on fish and typical dishes. Nara is such a small city that you can easily visit it on foot in a couple of days. It is perfect for shopping, in fact you can find small traditional handicrafts.
Small essential japanese vocabulary. Ryokan: Traditional Japanese inn with a style unchanged over time. Tatami: traditional Japanese flooring composed of modular rectangular panels, built with a frame of wood or other materials covered with woven and pressed straw. Onsen: Japanese spa. Futon: It is the traditional mattress of Japanese culture, entirely in cotton, rigid, thin and rollable.
OSAKA
Osaka muove il Kansai. La sua energia attraversa strade. Rasa quasi al suolo dai bombardamei del secondo conflitto mondiale, Osaka, moderna e schietta, risponde con entusiasmo al richiamo dei giovani. Blocchi di cemento un po' monotoni, certo, questo di giorno. Ma la sera si trasforma. Neon e affollati locali. Cibo invitante e ben cucinato. Vita e movida. Minami, il quartiere dei divertimenti, ha negozi alla moda e locali notturni invidiabili. Kita è il quartiere amministrativo e commerciale della città, ospita le due importanti stazioni ferroviarie della città. A Osaka spostarsi è semplice, grazie alla sua eccellente rete tranviaria di superficie e sotterranea. Due fiumi la attraversano, in mezzo ad essi sorge un'isola tranquilla, sede del Museo delle Ceramiche Orientali. Il monumento storico principale della città è il castello di Osaka, che risale allo shogunato del XVI secolo e ha subito diversi restauri. Il castello è circondato da un fossato e un parco con alberi di susine, pesche e ciliegie. Il castello rappresenta un luogo ideale per approfondire la storia giapponese e per passeggiare attraverso giardini bellissimi, soprattutto durante la stagione della fioritura dei ciliegi ad aprile, quando sboccia il sakura e il meteo è spesso nelle condizioni migliori.
Da non perdere
Come arrivare:
Le luci al neon del ponte di Dotombori e della zona di Minami a Osaka
Da Tokyo, prendi lo shinkansen della linea
Una visita al parco e al Castello di Osaka
Tokaido-Sanyo fino alla stazione di Shin-
e al Parco commemorativo dell'Expo del
Osaka.
1970
Il viaggio dura circa due ore e mezza. Dalla
I principali festival della stagione come il
stazione di Shin-Osaka, prendi la linea JR
Tenjin Matsuri (sfilata di barche),
locale fino alla stazione di Osaka.
Kishiwada Danjiri (grandi carri di legno)
Dall'aeroporto internazionale di
e il Festival di Ebessan (dedicato al
Kansai (KIX), prendi le linee Nankai o JR fino
successo negli affari)
alla stazione di Tennoji o Namba.
I celebri piatti della tradizione culinaria in particolare quelli dei quartieri di Tenma e Ura Namba
Osaka moves the Kansai. Its energy runs through streets. Almost razed to the ground by World War II bombing, Osaka, modern and straightforward responds with enthusiasm to the call of young people. A bit monotonous concrete blocks, sure, this day. But in the evening it changes. Neon and crowded locals. Inviting and well cooked food. Life and nightlife. Minami, the entertainment district, has trendy shops and enviable nightlife. Kita is the administrative and commercial district of the city, home to the two important railway stations of the city. Getting around in Osaka is easy, thanks to its excellent surface and underground tram network. Two rivers cross it, in the middle of them stands a quiet island, home to the Museum of Oriental Ceramics. The city's main historical monument is Osaka Castle, which dates back to the 16th-century shogunate and has undergone several restorations. The castle is surrounded by a moat and a park with plum, peach and cherry trees. The castle is an ideal place to delve into Japanese history and to stroll through beautiful gardens, especially during the cherry blossom season in April, when sakura blooms and the weather is often at its best.
Chi non ha mai visto la famosissima onda del
La natura riveste un ruolo centrale nella cultura
maestro Hokusai o le bellissime donne di
e nell’arte giapponese per via dello shintoismo.
Utamaro?
Secondo lo shintoismo, tutto ciò che esiste in
Per non parlare delle numerosissime
natura è espressione di una divinità, consegue
raffigurazioni del monte Fuji.
che i dipinti che raffigurano paesaggi o soggetti
Non c’è dubbio: l’arte giapponese è rinomata in
naturali non rappresentano solamente un oggetto
tutto il mondo, e un motivo ci sarà.
fisico del mondo terreno, ma un vero e proprio
Uno dei soggetti privilegiati dell’arte giapponese
ritratto del mondo sacro.
è la natura. Nell’ onda di Hokusai la vediamo
Mondo sacro che emerge nelle forme più
rappresentata nella sua forza inarrestabile,
semplici della natura.
mentre nei dipinti paesaggistici è esaltata la sua
Un albero, un paesaggio, il mare.
dimensione più armoniosa.
Probabilmente una delle forme artistiche più
Il nome significa “mondo fluttuante” e fa
iconiche della tradizione giapponese è
riferimento allo stile di vita edonistico dei
l’ukiyo-e che consiste nella realizzazione di
nuovi centri urbani arricchitisi durante il 17°
xilografie, che venivano ricavate incidendo
secolo.
blocchi di legno, poi dipinti e usati per
I soggetti privilegiati dall’ukiyo-e sono
stampare su carta, numerose copie dello
bellissime cortigiane, attori di teatro, lottatori
stesso disegno.
di sumo e scene cittadine.
Le xilografie sono i prodotti più tipici di questo stile, ma non mancano anche esempi di dipinti realizzati seguendo le principali caratteristiche dell’ukiyo-e.
A questi si aggiungono, successivamente, rappresentazioni naturali, come nelle famose opere di Hokusai.
Who has never seen the famous wave of the
nature plays a central role in Japanese
master Hokusai or the beautiful women of
culture and art due to Shintoism. According
Utamaro?
to Shintoism, everything that exists in
Not to mention the numerous depictions of
nature is an expression of a divinity, it
Mount Fuji.
follows that paintings depicting landscapes
There is no doubt: Japanese art is renowned
or natural subjects do not represent only a
all over the world, and there must be a
physical object of the earthly world, but a
reason.
true portrait of the sacred world.
One of the privileged subjects of Japanese
Sacred world that emerges in the simplest
art is nature. In Hokusai's wave we see it
forms of nature.
represented in its unstoppable strength,
A tree, a landscape, the sea.
while in the landscape paintings its more harmonious dimension is enhanced.
Probably one of the most iconic art forms of
The name means "floating world" and
the Japanese tradition is
refers to the hedonistic lifestyle of the
ukiyo-e which consists in the creation of woodcuts, which were obtained by engraving wooden blocks then painted and used to print numerous copies of the same drawing on paper. Woodcuts are the most typical products of this style, but there are also examples of
new urban centers which enriched themselves during the 17th century. The privileged subjects of ukiyo-e are beautiful courtesans, theater actors, sumo wrestlers and city scenes. To these are added, subsequently, natural
paintings made following the main
representations, as in the famous works of
characteristics of ukiyo-e.
Hokusai.
HIMEJI CASTLE. CASTELLO DI HIMEJI
Quello che reputo il castello più suggestivo del
Il castello di Himeji ci attende in tutta la sua
Giappone, si trova a metà strada fra Okayama e
pienezza.
Osaka.
Il suo legno così preponderante. Profumato di
L’Himeji castle è meraviglioso e visitabile ancor
storia. Scricchiolante e tirato a lucido.
oggi. La sua struttura è originaria, lo chiamano
Quello di Himeji è un tipico esempio di castello
“airone bianco”, per l’enorme sagoma bianca che
giapponese, che contiene molte delle strutture
lo contraddistingue.
architettoniche e difensive presenti in questo
Il castello fu costruito nel 1580 da Hideyoshi
tipo di costruzione.
Toyotomi, poi ingrandito anni dopo.
Le alte fondazioni in pietra, i muri bianchissimi,
Lo intravedo da lontano, l'airone bianco.
l'organizzazione e disposizione degli edifici
Leggerezza e maestosità. Grandezza e leggiadria.
all'interno del complesso, sono elementi standard
Solo apparentemente ossimori, in realtà prevale
di ogni tipico castello giapponese, come anche le
la delicatezza, sebbene si tratti di un edificio
postazioni dell'artiglieria e i fori per il lancio di
difensivo.
pietre contro il nemico.
All'interno del castello sono presenti
Ammirare il paesaggio circostante e immaginare i
settantaquattro strutture, tra cui una torre e un
pensieri ambiziosi di un condottiero feudale che
portone classificati "Beni culturali importanti del
mirava a dominare l'intero Paese, questo mi passa
Giappone".
per la testa.
Un aspetto caratterizzante è lo spesso
Kyoko e Hiromi San hanno deciso di
rivestimento di intonaco bianco sulla superficie,
accompagnarci alla scoperta di questo prezioso
che gli conferiva una straordinaria resistenza al
luogo. La loro presenza è stata preziosa.
fuoco e ai proiettili, oltre che donargli, ora, uno
Ci hanno mostrato con orgoglio e dovizia di
splendido aspetto.
descrizioni questo monumento nazionale.
Il torrione si erge sulla cima del Monte
Di notte, tutto il castello è illuminato.
Himeyama a 32 metri di altezza.
Vale la pena di visitarlo dopo il tramonto.
La vista dalla cima del torrione è spettacolare.
Lasciarsi avvolgere dall'atmosfera suggestiva e
soprattutto al tramonto. Le suggestioni sono
unica di questo luogo.
senza fine.
What I consider to be the most impressive castle
Himeji Castle awaits us in all its fullness.
in Japan is located halfway between Okayama and
Its wood so preponderant. Scented with history.
Osaka.
Creaking and polished.
Himeji castle is wonderful and can still be visited
Himeji Castle is a typical example of a Japanese
today. Its structure is original, they call it "white
castle, which contains many of the architectural
heron", due to the huge white shape that
and defensive structures found in this type of
distinguishes it ....
construction.
The castle was built in 1580 by Hideyoshi
The high stone foundations, the white walls, the
Toyotomi, then enlarged years later.
organization and arrangement of the buildings
I see it from afar, the white heron.
within the complex, are standard elements of
Lightness and majesty. Greatness and
every typical Japanese castle, as are the artillery
gracefulness. Only apparently oxymorons, in
positions and the holes for throwing stones at
reality delicacy prevails, although it is a defensive
the enemy.
building.
Inside the castle there are seventy-four
AAdmiring the surrounding landscape and
structures, including a tower and a gate
imagining the ambitious thoughts of a feudal
classified as Important Cultural Heritage of
leader who aimed to dominate the entire
Japan.
country, this goes through my head.
An important aspect is the thick white plaster
Kyoko and Hiromi San have decided to
coating on the surface, which gives it
accompany us to discover this precious place.
extraordinary resistance to fire and bullets, as
Their presence was invaluable.
well as giving it a beautiful appearance.
They showed us this national monument with
The keep stands on the top of Mount Himeyama
pride and a wealth of descriptions.
32 meters high.
At night, the whole castle is illuminated.
The view from the top of the tower is
It is worth a visit after dark.
spectacular. especially at sunset. The suggestions
Let yourself be enveloped by the suggestive and
are endless.
unique atmosphere of this place.
Pubblicazione a cura di Raffaella Vacis