Lombardia Superstar Una regione in 100 film A region in 100 movies
INDICE INDEX
SONDRIO
LECCO
VARESE COMO
BERGAMO
MONZA BRIANZA
BRESCIA
MILANO
LODI PAVIA CREMONA
Aeroporto di Milano Linate Milan Linate Airport Aeroporto di Milano-Malpensa Milan-Malpensa Airport Aeroporto Internazionale di Orio al Serio Orio al Serio International Airport
MANTOVA
Lombardia Superstar
INDICE Table of Contents
LA METROPOLI EUROPEA E IL PARCO REALE THE EUROPEAN METROPOLIS AND THE ROYAL PARK Milano, Monza e Brianza pag. 11 IL LAGO DELLE STAR THE STAR-STUDDED LAKE Como, Lecco e Sondrio
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TRA LAGHI E MONTAGNE LAKES AND MOUNTAINS Bergamo, Brescia e Varese
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LA PIANA IN MEZZO AI FIUMI THE PLAIN BETWEEN THE RIVERS Pavia, Lodi, Cremona e Mantova
pag. 87
CONTENUTI SPECIALI Special Features
pag. 113
INDICE ANALITICO INDEX
pag. 133
Lombardia Superstar Una regione in 100 film A region in 100 movies
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Milano, Palazzo Lombardia
Da Lumière en Italie dei Fratelli Lumière (1899) a Miracolo a Milano di Vittorio De Sica (1951). Da Rocco e i suoi fratelli di Luchino Visconti (1961) a Star Wars-Episodio II di George Lucas (2002). Da Ocean’s Twelve di Steven Soderbergh (2004) ai grandi spot. Sono solo alcune delle centinaia di pellicole che hanno fatto della Lombardia l’ambientazione di piccoli e grandi capolavori del cinema italiano e internazionale. Lombardia terra di cultura, di città d’arte e di montagne, ma anche di acque, di laghi e di vita all’aria aperta. Luoghi straordinari all’interno di una regione a forte vocazione turistica, capace di offrire a registi e sceneggiatori scenari diversissimi e singolarmente eccezionali. All’attrattività della nostra regione concorrono diversi elementi distintivi, che attraversano la vitalità delle nostre città, il sapere e il tessuto economico delle province, lo splendore e l’importanza degli edifici e degli itinerari religiosi, le eccellenze enogastronomiche, l’artigianato e la fruizione della natura. Questa guida è in grado di condurre gli appassionati più esigenti e i viaggiatori più curiosi dentro i set cinematografici più rappresentativi che hanno portato alla ribalta internazionale i luoghi della nostra amata terra di Lombardia. From Lumière en Italie by Fratelli Lumière (1899) to Miracle in Milan by Vittorio De Sica (1951). From Rocco and His Brothers by Luchino Visconti (1961) to Star Wars - Episode II by George Lucas (2002). From Ocean’s Twelve by Steven Soderbergh (2004) to some great TV commercials. These are just a few of the hundreds of films in which the Italian region of Lombardy provides the setting for some minor and major masterpieces of Italian and international cinema. Lombardy is a land of culture, of cities of art and of mountains, but also of water, lakes and the open air life. Extraordinary places in a region where tourism has a special importance, offering film directors and screenwriters a huge variety of exceptional settings. Various distinctive features work together to make our region so attractive, permeating the vitality of its cities, the know-how and economic fabric of its provinces, the splendour and importance of the religious buildings and destinations, the fine food and wine, the handcraftsmanship and the excellence of the natural environment. This guide will give both the most demanding of enthusiasts and the most curious of travellers a better understanding of some of the film sets that have put our beloved Lombardy under the international spotlight. Mauro Parolini Assessore allo Sviluppo Economico Councillor for Economic Development Regione Lombardia
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Milano, Stazione Centrale
Totò, Peppino e la... malafemmina
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Benvenuti nella “magnifica regione”. La Lombardia vista dai grandi registi
Welcome to this “magnificent region”. Lombardy seen through the eyes of the great film directors
In Lombardia si può arrivare in automobile, come Al Pacino e Marthe Keller, che varcano il confine con la Svizzera sulla mitica Alfetta di Un attimo una vita. Oppure in treno, alla Stazione Centrale di Milano, così monumentale, ché per un attimo può capitare a tutti di sentirsi stupefatti come Totò e Peppino o Rocco/Alain Delon e i suoi fratelli, in due film che fanno parte della storia del cinema italiano. Al giorno d’oggi l’aereo è senz’altro il mezzo usato più frequentemente, soprattutto da chi viene dall’estero (come Naomi Watts e Clive Owen in The International o Stephen Dorff ed Elle Fanning in Somewhere). E questo viaggio attraverso i grandi film alla scoperta della regione più popolosa e industrializzata d’Italia, ma anche straordinariamente ricca di bellezze naturali e create dall’uomo, vogliamo cominciarlo proprio volando. Non, però, con uno dei tanti jet che ogni giorno portano migliaia di persone da tutto il mondo agli aeroporti di Malpensa, Linate e Orio al Serio, bensì con un idrovolante, come i “pionieri dell’aria” della prima metà del Novecento, che hanno avuto in questo territorio un punto di riferimento mondiale.
You can drive to Lombardy like Al Pacino and Marthe Keller, who cross the Swiss border in their legendary Alfetta in Bobby Deerfield. Or you can travel by train to Milan’s main railway station, Stazione Centrale, which is so monumentally impressive that we are all justified in feeling the same sense of awe as Totò and Peppino, or Rocco/Alain Delon and his brothers, in two films that have written pages in the history books of Italian cinema. Today, the aeroplane is the most frequently used means of transport, particularly for those arriving from abroad (like Naomi Watts and Clive Owen in The International or Stephen Dorff and Elle Fanning in Somewhere). And it is by air that we will begin our journey through some great films to discover Italy’s most populous and industrialised region, but also one that is extraordinarily rich in both natural and manmade beauty. But not in one of the numerous jets that everyday bring thousands of people from all over the world to the airports of Malpensa, Linate and Orio al Serio, but in a seaplane, like the aviation pioneers of the first half of the twentieth century, for whom this area was so important on the international scene.
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Non è un caso che Milano sia entrata nell’immaginario del più grande cartoonist degli ultimi trent’anni, Hayao Miyazaki, appassionatissimo di volo, e attraverso i suoi film in quello di milioni di fan sparsi per il mondo. Ricordate Porco Rosso, che nell’omonimo lungometraggio del 1992 (arrivato in Europa molti anni dopo) decolla spericolatamente sul Naviglio grande, tra ponti, barche e passanti attoniti lungo le rive? E Gianni Caproni, l’ingegnere italiano incontrato nei sogni dal protagonista di Si alza il vento (2013), che osserva ammirato i primi aeroplani costruiti nelle fabbriche di Malpensa, dove oggi vicino al Terminal 1 dell’omonimo aeroporto si può visitare il museo del volo, e di Taliedo, nei pressi dell’attuale scalo di Linate, dove allora sorgeva l’aerodromo d’Italia? Visto che l’essenza del cineturismo, cui è dedicata questa guida, è ripercorrere i luoghi del cinema e se possibile sperimentare le stesse esperienze delle star più amate,
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potete provare anche voi l’ebbrezza del volo idro, come Porco Rosso, e soprattutto, come un altro personaggio che ha sicuramente più sex appeal, George Clooney. Dal 2004, ovvero da quando ha preso casa (la famosa Villa Oleandra, più altre tre collegate) e cittadinanza onoraria sul lago di Como, è il testimonial numero uno di questa regione. Per uno spot Mercedes del 2012 ha volato sopra un altro incantevole lago lombardo, quello di Iseo (dove si trova l’Isola di Loreto, cui Miyazaki si è ispirato per quella di Gina, sempre in Porco Rosso), pilotando un velivolo dell’Aeroclub Como, il più importante d’Europa e più antico del mondo, dove tutti gli interessati possono effettuare un “volo introduttivo”. E ammirare i paesaggi mozzafiato, tra cui diverse location cinematografiche, che ha immortalato di recente un altro regista di fama mondiale, Yann Arthus-Bertrand, in uno dei documentari filmati dall’elicottero che lo hanno reso famoso.
Milano, Naviglio Grande
It is no coincidence that Milan plays such a big role in the imaginary world of the greatest cartoonist of the last thirty years, flying enthusiast Hayao Miyazaki, and through his films in the minds of millions of fans throughout the world. Just think of Porco Rosso, the main character in the feature-length animated film of the same name made in 1992 (but released in Europe many years later) who makes a daredevil takeoff from the Naviglio Grande under the astonished gaze of onlookers on the banks of the canal, narrowly avoiding the bridges and boats. Or of Gianni Caproni, the Italian engineer we meet in the dreams of the leading character in The Wind Rises (2013), who admires the first aeroplanes built in the factories around Malpensa, where today, near Terminal 1 at the airport of the same name, the Volandia aviation museum stands, and Taliedo, near Linate airport today, which was then the site of the famous aerodrome known as Aerodromo d’Italia? Since the essence of film tourism, to which this guide is devoted, is to visit the settings depicted in films and if
Lago d’Iseo, George Clooney
Lago d’Iseo
possible experience the same emotions as their stars, you too can experience the thrill of flying in a seaplane, like Porco Rosso or another film star with unquestionably more sex appeal, George Clooney. Since 2004, when he bought a house on Lake Como (the famous Villa Oleandra and three other connected buildings) and became an honorary citizen of Laglio, he has been the region’s leading testimonial. For a commercial to promote Mercedes in 2012, he flew over another enchanting lake in Lombardy, Iseo (where the island of Loreto is located, which provided Miyazaki with his inspiration for the island in Porco Rosso called Gina), in an aeroplane provided by the Aero Club Como, Europe’s leading flying club and the oldest in the world. All those interested in joining are offered an “introductory flight” to admire the breathtaking views, including a number of film sets, which have recently been immortalised by another celebrated director, Yann Arthus-Bertrand, in one of the documentaries filmed from a helicopter for which he has become famous.
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Ora allacciate le cinture, ché tra pochi minuti si atterra e inizieremo un tour, ci auguriamo entusiasmante, di quella che lo stesso Arthus-Bertand ha definito “una magnifica regione”. Seguiremo le tracce disseminate nei loro film da altri grandi registi, che l’hanno scelta come eccezionale set a cielo aperto, con una varietà di panorami che spaziano dalle Alpi fino al grande fiume Po, caratteristica ideale soprattutto per le riprese in esterno. Su circa un migliaio di pellicole girate in Lombardia, ne abbiamo scelte poco più di cento, inseguendo come valore e obiettivo non soltanto quello primario della bellezza, ma anche il desiderio di farvi esplorare il più possibile in lungo e in largo i tanti diversi territori che compongono questa regione: dalla metropoli ai piccoli villaggi, dai grattacieli ultramoderni ai più antichi centri storici, dai laghi alle montagne. A Milano seguiremo un percorso
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suddiviso tra le cinque principali macroaree (centro storico, Stazione Centrale/Garibaldi, Città studi/ Forlanini, navigli, San Siro/Fiera) e, attraversando un paesaggio senza soluzione di continuità, sconfineremo nella contigua provincia di Monza e Brianza per una salutare passeggiata tra parchi e ville. Attorno al lago di Como potremo percorrere quattro itinerari cineturistici, che fanno parte di un progetto di promozione del territorio già attivo da qualche anno, per poi passare alla sponda di Lecco e raggiungere i monti della Valtellina. Quindi, ad una ad una, visiteremo le altre tre province del Nord della Lombardia comprese tra laghi e montagne, ovvero Varese, Bergamo e Brescia. Infine attraverseremo la piana della Bassa Lombardia, tra Pavia, Lodi, Cremona e Mantova, seguendo il corso del fiume Po e dei suoi affluenti. Buon viaggio.
Lenno, Villa del Balbianello (photo Yann Arthus-Bertrand)
So now fasten your seatbelts, because in a few minutes we will be landing, ready to start what we hope will be an exciting tour of the area that Arthus-Bertrand has called “a magnificent region”. We will be following in the footsteps of other great directors, who have chosen the area as a remarkable open air set for their films, one that offers a variety of landscapes ranging from the Alps to the river Po, making it ideal above all for exteriors. Out of more than a thousand films shot in Lombardy, we have chosen just over one hundred, based not only their beauty, but also on our desire to give you the opportunity to explore as much of the variety offered by the region as possible, from the metropolis to small villages, from ultramodern skyscrapers to centuries-old town centres, and from the lakes to the mountains. Our visit to Milan will be split into five main macro areas (the
Milano, Sempione Garibaldi
old city centre, Stazione Centrale/ Garibaldi, Città Studi/Forlanini, the ‘navigli’ or canals and San Siro/the trade fair complex), as well as taking in the neighbouring provinces of Monza and Brianza for some healthy walks in the area’s parks and villas. Around Lake Como, we can choose between four film tours that form part of a project launched several years ago to promote the local area, before moving over to the Lecco side of the lake and the mountains of Valtellina. Then, one by one, we will be visiting the three remaining provinces set among the lakes and mountains of northern Lombardy: Varese, Bergamo and Brescia. Finally, we’ll follow the course of the river Po and its tributaries across the south of Lombardy, taking in Pavia, Lodi, Cremona and Mantua. Have a good trip.
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GUARDA LA MAPPA SEE THE MAP
Milano
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Monza e Brianza
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Film girati a Milano, Monza e Brianza Movies shot in Milan, Monza and Brianza 1
Lumière en Italie (1896-99) di Auguste Lumière pag. 12, 30
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Totò, Peppino e la Malafemmina/Totò, Peppino and the Hussy (1956) di Camillo Mastrocinque pag. 12
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Rocco e i suoi fratelli/ Rocco and his brothers (1961) di Luchino Visconti pag. 12 Miracolo a Milano/ Miracle in Milan (1951) di Vittorio De Sica pag. 14 Il tempo dei gitani/ Time of the Gypsies (1988) di Emir Kusturica pag.14 Lo Svitato/The Screwball (1956) di Carlo Lizzani pag. 16 Il vedovo/The widow (1959) di Dino Risi pag. 16 Somewhere (2010) di Sofia Coppola pag. 18 Ratataplan (1979) di Maurizio Nichetti pag. 18 Ho fatto splash/I made a splash (1980) di Maurizio Nichetti pag. 18 Boccaccio ’70 (1962) di Mario Monicelli, Federico Fellini, Luchino Visconti e Vittorio De Sica pag.18 The International (2009) di Tom Tikwer pag. 21
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Sotto il vestito niente/ Nothing underneath (1985) di Carlo Vanzina pag. 21 La notte/The night (1961) di Michelangelo Antonioni pag. 21 La vita agra/ It’s a hard life (1964) di Carlo Lizzani pag. 21 Benvenuti al Nord/ Welcome to the North (2012) di Luca Miniero pag. 21 Il mio domani/ My tomorrow (2011) di Marina Spada pag. 22 Milano calibro 9/ Caliber 9 (1972) di Fernando Di Leo pag. 25
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Ieri, oggi domani/ Yesterday, today, tomorrow (1963) di Vittorio De Sica pag. 25
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L’albero degli zoccoli/ The three of wooden clogs (1978) di Ermanno Olmi pag. 26
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Eccezzziunale… veramente (1982) di Carlo Vanzina pag. 26
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Marrakech Express (1989) di Gabriele Salvatores pag. 26 Eccezzziunale… veramente. Capitolo secondo... me (2006) di Carlo Vanzina pag. 26
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Leonardo chi?/ Leonardo who? (2010) di Salvatore Nocita pag. 28 Mani di velluto/ Velvet hands (1979) di Castellano e Pipolo pag. 30 Il giardino dei Finzi \ Contini/The garden of the Finzi-Continis (1970) di Vittorio De Sica pag. 32 Made in Milan (1990) di Martin Scorsese pag. 114 Catwalk (1995) di Robert Leacock pag. 115 I promessi sposi/ The betrothed (1941) di Mario Camerini pag. 120 Grand Prix (1966) di John Frankenheimer pag. 125 Amanti/A place of lovers (1968) di Vittorio De Sica pag. 125 Love in Milan (2014) di Li Chen Kai pag. 127 Only you (2014) di Zhang Hao pag. 127 Rossini!Rossini! (1991) di Mario Monicelli pag. 128 Giuseppe Verdi (1938) di Carmine Gallone pag. 128 Chiedimi se sono felice/ Ask me if I’m happy di Aldo, Giovanni, Giacomo e Massimo Venier pag. 128
LA METROPOLI EUROPEA E IL PARCO REALE THE EUROPEAN METROPOLIS AND THE ROYAL PARK Milano, Monza e Brianza
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Place du Dôme à Milan avec le monument à Victor Emmanuel. Il titolo del primo film girato a Milano non poteva che essere in francese, essendo stato realizzato dalla casa di produzione dei Fratelli Lumière, per la precisione dall’operatore Charles Moisson, appena sei mesi dopo il debutto del cinematografo, avvenuto a Parigi il 28 dicembre 1895. In 50 secondi di filmato si vede un frammento di vita milanese: un uomo e una donna (la moglie dell’operatore, prima attrice protagonista in terra lombarda) salgono sul tram con il Duomo e Palazzo Reale a fare da straordinaria quinta. Il nostro viaggio non può che cominciare da qui, in particolare dalla Cattedrale, monumento simbolo del capoluogo lombardo e dell’intera regione, che avrà una lunga e fortunata carriera cinematografica: da Totò, Peppino e la Malafemmina (1956) di Camillo Mastrocinque, in cui i due comici venuti da Napoli la scambiano per il municipio, a Rocco e i suoi fratelli (1961) di Luchino Visconti, che fa passeggiare Alain Delon e Annie Girardot tra le guglie sul tetto, una delle esperienze più indimenticabili che un turista possa fare nella metropoli lombarda. 12
Milano, piazza Duomo, Place du Dôme à Milan avec le monument à Victor Emmanuel, Fratelli Lumière
Milano, tetto Duomo Rocco e i suoi fratelli (1961) di Luchino Visconti
Milan
Place du Dôme à Milan avec le monument à Victor Emmanuel. The title of the first film made in Milan could hardly be in a language other than French, because it was produced by the company owned by the Lumière brothers and shot by cameraman Charles Moisson, just six months after he made his debut as a filmmaker in Paris on December 28, 1895. In the 50-second film, we catch a glimpse of life in Milan at the time: a man and a woman (the cameraman’s wife and the first leading lady in a film made in Lombardy) get onto a tram, with the Duomo and Palazzo Reale providing an extraordinary backdrop for the action. Our journey couldn’t start anywhere but here, near the Cathedral, which acts as a symbol for the capital of Lombardy and the region as a whole and has had a long and fortunate career in the world of film: from Totò, Peppino and the Hussy (1956) by Camillo Mastrocinque, in which the two comedians from Naples think it is the town hall, to Rocco and His Brothers (1961) by Luchino Visconti, in which we see Alain Delon and Annie Girardot walking among the spires on its roof, which is one of the most unforgettable experiences a tourist can have in the city.
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La scena più notevole, ma decisamente irripetibile per noi comuni mortali, è senz’altro quella di Miracolo a Milano (1951), capolavoro neorealista di Vittorio De Sica, dove nel finale i poveri protagonisti del film volano sulle loro scope più alti della Madonnina che dalla sommità del Duomo protegge la città e la regione. Un altro povero che a Milano cercherà il riscatto è Perhan, lo zingaro slavo protagonista de Il tempo dei gitani (1988) di Emir Kusturica: in piazza Duomo avviene, simbolicamente, il suo passaggio da accattone a cliente di un caffè di lusso e alla madre, rimasta a Belgrado, spedirà una cartolina della Cattedrale, di cui lei costruirà un modellino, finito poi in fiamme in una sorta di rito voodoo.
Non è un caso che in entrambi questi film i registi contrappongano centro e periferia della metropoli come icone di povertà e ricchezza, integrazione ed emarginazione: i senzatetto di De Sica sono accampati in una spianata a Est del centro storico (oggi non esiste più, ma si riconoscono in lontananza gli edifici più antichi del Politecnico di Milano), nella zona Forlanini/Città studi; i rom di Kusturica poco distanti sotto i cavalcavia della Tangenziale. Nello stesso quartiere, in via Birago, è posto anche lo scantinato dove trova inizialmente alloggio la famiglia di Rocco, che vi arriva dopo aver attraversato mezza Milano in tram, ammirando vetrine e luminarie dai finestrini con gli occhi sgranati. Fatelo anche voi: un giro in tram è d’obbligo per “vivere” Milano, se possibile utilizzando una delle 163 vetture del 1928 ancora in funzione, alcune delle quali utilizzate anche per itinerari prettamente turistici.
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Milano, Vittorio De Sica backstage Miracolo a Milano
The most memorable scene, but one to which we common mortals cannot aspire, is in Miracle in Milan (1951), the neorealist masterpiece by Vittorio De Sica, in which the film’s poverty stricken protagonists fly on their broomsticks high over the Madonnina, who protects the city and the region as a whole from the top of the Duomo. Perhan, the leading character in Time of the Gypsies (1988) by Emir Kusturica, is another destitute character who comes to Milan seeking his fortune. In the film, it is in Piazza Duomo that Perhan undergoes his symbolic transition from beggar to a customer in a smart cafe. He then sends his mother, who still lives in Belgrade, a postcard of the Cathedral, from which she makes a model that ends up in flames in a sort of voodoo ritual. It is no coincidence that in both these films the directors set the city centre and the outskirts off against each other
as icons of poverty and wealth, of social integration and exclusion. De Sica’s homeless protagonists camp out in the Forlanini/Città Studi area to the east of the old city centre (the precise location no longer exists today, but we can recognise the oldest buildings in the Milan Polytechnic campus in the background), while in the film by Kusturica, the gypsies of the film’s title live rough just a short distance away under one of the flyovers on the Tangenziale ring road. In the same district, Via Birago provides the setting for the basement where Rocco’s family first lives, after crossing half Milan in a tram to reach it and admiring the shop windows and illuminations on the way, wide-eyed with amazement. In fact, a tram ride is a must if you want to experience the real Milan, if possible on one of the 163 trams which were built in 1928 and are still in regular service today, some of them offering tours of the city.
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Ma torniamo nel centro storico, che corrisponde al perimetro dell’antica cerchia dei Bastioni, eretti nel XVI secolo durante la dominazione spagnola e scanditi da sei porte di accesso: è il set prediletto degli oltre 500 film girati a Milano, la città dove il cinema italiano è rinato nel secondo dopoguerra, mentre Roma era meta delle produzioni hollywoodiane. A chi vuol vedere la Milano di una volta si consiglia Lo svitato (1956), il primo di otto film girati nel capoluogo lombardo da Carlo Lizzani, con il futuro premio Nobel Dario Fo, che si aggira frenetico per la città intento a scalare le classi sociali per passare da fattorino a giornalista. Tra gli sfondi del suo girovagare si riconosce la basilica di San Lorenzo, presente nel tessuto urbano fin dal VI secolo e assolutamente da visitare, mentre è profondamente cambiata la zona dell’Università degli studi che due anni dopo sarà interessata dalla costruzione della Torre Velasca, controverso grattacielo che richiama un castello medievale, divenuto subito un simbolo ne Il Vedovo di Dino Risi, con Alberto Sordi e Franca Valeri, girato nel 1959, appena un anno dopo la fine dei lavori. 16
But let’s get back to the old city centre, or the area contained inside the city walls, which were built in the sixteenth century during the period of Spanish domination and have six ‘porte’ or gateways in them. It acts as the set for over 500 films shot in Milan, the city where Italian filmmaking was reborn after the second world war, while Rome was a favourite location for Hollywood-based productions. If you are interested in seeing Milan as it once was, we recommend The Screwball (1956), the first of eight films shot in the regional capital of Lombardy by Carlo Lizzani, starring the future Nobel prize-winner Dario Fo as a messenger who moves frenetically from one part of the city to the other, desperate to climb the social ladder and become a journalist. As he makes his way through the town, in the background we can make out the Basilica of San Lorenzo, which was built at the turn of the fourth and fifth centuries and can’t be missed, while the area where the University campus is located has changed dramatically. Two years after the completion of the film, the Torre Velasca was built on the site. This controversial tower block is reminiscent of a medieval castle and immediately became a symbol in The Widow by Dino Risi with Alberto Sordi and Franca Valeri, which was shot in 1959 just a year after construction work on the building was completed.
Milano, Basilica di San Lorenzo, Lo svitato, Dario Fo
Milan
Milano, Il Vedovo, Alberto Sordi e Franca Valeri
Milano, Torre Velasca
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Milano, Hotel Principe di Savoia
Nel centro storico si trovano anche hotel di lusso come il Principe di Savoia, in piazza della Repubblica, dove alloggiano i protagonisti di Somewhere (2013) di Sophia Coppola nella suite di 500 metri quadri con tanto di piscina privata: sono padre (Stephen Dorff) e figlia di 11 anni (Elle Fanning), età che aveva la regista quando venne in Italia con il celebre genitore Francis Ford a ritirare il Telegatto, premio della rivista “Tv sorrisi&canzoni” cui si ispira un’altra scena girata al Teatro Smeraldo.
Una piccola curiosità: il collega italiano cui la Coppola fa vincere il trofeo per la miglior regia nel suo film è Maurizio Nichetti, milanese che nella propria città aveva ambientato tra il 1979 e l’80 due lungometraggi 18
caratterizzati da una notevole comicità surreale esaltata anche dalle location prescelte. In Ratataplan, tra le altre, il Monte Stella nella zona di San Siro, unica “montagna di Milano”, alta 50 metri e costruita con le macerie delle case bombardate nella Seconda guerra mondiale e dei resti dei bastioni spagnoli demoliti subito dopo; in Ho fatto splash, il Piccolo Teatro fondato da Giorgio Strehler e l’idroscalo, ovvero “il mare (artificiale) dei milanesi” vicino all’aeroporto di Linate. Per fare il bagno a Milano, anche senza essere milionari e disporre di una piscina privata, si può approfittare del centro balneare Scarioni, immortalato da Mario Monicelli in Boccaccio ’70 (1962), che si trova in via Valfurva, non lontano dalle stazioni di Milano Centrale e Porta Garibaldi, altra zona da guardare con l’occhio dei registi.
Milano, Piccolo Teatro
Sofia Coppola
The old city centre is also home to luxury hotels like the Principe di Savoia in Piazza della Repubblica, where the main characters in Somewhere (2013) by Sophia Coppola (father Stephen Dorff and his 11 year old daughter played by Elle Fanning) stay in the hotel’s famous 500-square-meter presidential suite, complete with private swimming pool. The director and her famous father Francis Ford stayed in the same suite when they visited Italy to receive the Telegatto award presented by the magazine “TV Sorrisi & Canzoni”, an episode on which another scene is based, this one shot at the Teatro Smeraldo. Curiously, the Italian filmmaker from Milan who wins the award as best director in the film by Sofia Coppola is Maurizio Nichetti, who set two feature length films in the period from 1979 to 1980 in his hometown, both typified by a surreal sense of humour that is enhanced further by the locations chosen. In Ratataplan they include Monte Stella in the San Siro district, Milan’s only “mountain”, which is 50 meters high and was built using rubble from the buildings bombed during the second world war and the remains of the Spanish walls, which were demolished shortly afterwards. In I Made a Splash, on the other hand, the setting is Giorgio Strehler’s Piccolo Teatro and the “idroscalo” or seaplane station near Linate airport, known endearingly as Milan’s “seaside resort”. To go swimming in Milan, if you aren’t a millionaire with your own private pool, you can still visit the Scarioni bathing establishment immortalised by Mario Monicelli in Boccaccio ’70 (1962), which is located in Via Valfurva not far from Centrale and Porta Garibaldi railway stations, in another area worth seeing through the eyes of a film director.
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Our choice out of many is Tom Tikwer, who in The International (2009), with the good taste of a landscape architect, selected the locations he uses to tell a story of murder, wars and corruption revolving around a huge multinational bank, and he then gives these places even more importance by naming them in captions and establishing their context with panoramic shots. In Milan he opted for Piazzale Duca d’Aosta, with the Stazione Centrale in the background (this is the set he uses for a rally that recalls the fashion show in Nothing Underneath, made in 1985 by Carlo Vanzina with super model Renee Simonsen), Galleria Vittorio Emanuele, the Hotel Gallia and also a local florist in Piazza Cordusio, who unwillingly gets caught up in the world of arms trafficking. But most importantly, he enters one of the most popular sets used by the films that are “made in Milan”, one which until then had only been seen on the big screen in exteriors: the Grattacielo
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Milano, The International, Clive Owen e Naomi Watts
Pirelli or Pirelli Tower, known affectionately as “il Pirellone”, designed by Gio Ponti and built between 1958 and 1960 on the initiative of Leopoldo Pirelli, who sold it to the Lombardy Regional Administration in 1978. It was the first building in Milan to rise above the Duomo and became a symbol of economic and political power. The Night (1961) by Michelangelo Antonioni opens with a view of Milan reflected in the skyscraper’s glass-clad facade (and ends, like this chapter, with an outing to the park in Monza); in It’s a Hard Life (1964) by Carlo Lizzani, Ugo Tognazzi contemplates blowing it up in revenge against the mining company headquartered there, which is guilty of having fired him; in The International, mentioned above, it plays host to the offices of the aspiring politician played by Luca Barbareschi, while similarly, in Welcome to the North (2012) by Luca Miniero, it becomes the headquarters of the powerful chief executive of the Italian postal service, Poste Italiane, played by Paolo Rossi.
Scegliamo, tra i tanti, quello di Tom Tikwer che in The International (2009) ha selezionato con gusto da architetto paesaggista le location per raccontare una storia di omicidi, guerre e corruzione che ruota attorno a una grande banca transnazionale, e le valorizza facendo comparire in sovraimpressione il nome del luogo e contestualizzandole con riprese panoramiche. A Milano opta per piazzale Duca d’Aosta con lo sfondo della Stazione Centrale (qui ambienta un comizio che ricorda la sfilata di moda di Sotto il vestito niente del 1985, di Carlo Vanzina con la supermodella Renee Simonsen), Galleria Vittorio Emanuele, l’Hotel Gallia e anche un caratteristico fioraio di piazza Cordusio, reso suo malgrado complice di un traffico d’armi. Ma, soprattutto, entra in uno dei “luoghi comuni”, cioè i set più utilizzati, del cinema “made in Milan” fino a quel momento sempre ripreso solo dall’esterno: il Grattacielo Pirelli, comunemente chiamato “il Pirellone”, costruito tra il 1958 e il ’60 su progetto di Gio Ponti, per volontà dell’industriale Leopoldo Pirelli, che nel 1978 lo ha venduto a Regione Lombardia. Fu il primo edificio milanese a superare in altezza il Duomo e divenne il simbolo del potere economico e politico.
Milano, il Grattacielo Pirelli
Milano, The International, Clive Owen
La notte (1961) di Michelangelo Antonioni si apre con una ripresa di Milano specchiata nelle vetrate del suo grattacielo (e non a caso si chiuderà, come questo capitolo, con una scampagnata nel parco di Monza); ne La vita agra (1964) di Carlo Lizzani Ugo Tognazzi medita di farlo saltare in aria per vendicarsi della compagnia mineraria che lì ha sede, rea di averlo licenziato; nel già citato The International ospita gli uffici del politico rampante interpretato da Luca Barbareschi, così come in Benvenuti al Nord (2012) di Luca Miniero diventerà il quartier generale del supercapo di Poste italiane impersonato da Paolo Rossi.
The International
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Una zona, quella tra le due stazioni delle Ferrovie dello Stato, in corrispondenza dei quartieri Porta Nuova e Isola, interessata nei cinque anni che hanno preceduto Expo 2015 da numerosi interventi di riqualificazione, che si mescolano con la vita della protagonista (Claudia Gerini) in Il mio domani (2011), film della regista milanese Marina Spada, attentissima ai mutamenti della propria città.
Claudia Gerini
Milano, Palazzo Lombardia
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Monica, questo il nome della giovane donna al centro della storia, si muove tra cantieri, nel frattempo ultimati (le nuove torri della stazione Garibaldi, piazza Gae Aulenti, il “Bosco verticale”, doppio grattacielo dell’architetto Stefano Boeri con mille alberi sui suoi terrazzi/rami), e il grandioso complesso di edifici vetrati di Palazzo Lombardia, nuova sede della Giunta regionale inaugurata nel 2010. Fanno da contraltare a questi scenari urbani, le evasioni sulle colline di Ruinello (Pavia), dove si trova la casa paterna. Il nuovo che avanza, nella zona della stazione Garibaldi, ha il colore lilla della linea della metropolitana numero 5, inaugurata tra il 2013 e il 2015.
È il mezzo che più di ogni altro vi potrà condurre in un viaggio nella storia e nelle immagini del cinema “made in Lombardy”: scendendo alla fermata Bicocca troverete a pochi passi, in viale Fulvio Testi 121, il Mic (Museo interattivo del cinema), aperto nel 2012 da Cineteca italiana con la collaborazione della Regione Lombardia nei capannoni dell’ex Manifattura Tabacchi. Uno straordinario e accessibile archivio dedicato al grande set naturale lombardo, dalle Alpi fino al Po, con particolare attenzione per il capoluogo.
Milan
This area between the two mainline railway stations is formed of the two districts of Porta Nuova and Isola. In the five years leading up to Expo 2015, it was the site of numerous redevelopment projects, which become tangled up in the life of the main character (Claudia Gerini) in the film My Tomorrow (2011) by Milan-based director Marina Spada, who keeps a watchful eye on how her hometown changes. Monica, as the young woman the story revolves around is called, spends her time between the various different worksites, which have in the meantime been completed (the new Garibaldi railway station towers, Piazza Gae Aulenti, the twin skyscrapers of architect Stefano Boeri’s “Vertical Forest”, with a thousand trees growing on their branch-like balconies), and Palazzo Lombardia, the impressive campus of glass-clad buildings, officially opened in 2010, where the Regional Administration has its new headquarters. The counterpoint for these urban settings is provided by Monica’s trips to the hillslopes of Ruinello near Pavia, where her father lives. The advance of the new in the area around Garibaldi railway station is symbolised by the colour lilac chosen for line 5 in Milan’s underground railway system. Officially opened in the period 2013 to 2015, the line represents the ideal means of transport to take you on a journey through the history and images of the films that have been “Made in Lombardy”. If you get off at Bicocca station, just a short walk away in Via Fulvio Testi, is the Museo Interattivo del Cinema (MIC - Interactive Museum of Cinema), which was opened in 2012 by Cineteca Italiana, on a joint basis with the Lombardy Regional Administration, in the former Manifattura Tabacchi tobacco factory. This extraordinary public archive is devoted to the immense natural film set provided by the region of Lombardy, from the Alps to the river Po, and has a special focus on the regional capital.
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You can also see Milan on the big screen based on genre. Film noir production has been especially prolific, drawing inspiration from the Milan-based criminal organisation known as the “ligéra”, which from the late nineteenth century to the 1970s produced a series of criminals who have a reputation that is more often romantic than bloodthirsty. The many films made in this genre include Caliber 9 (1972) by Fernando Di Leo, which Quentin Tarantino considers to be the “greatest Italian thriller of all time”. The film also takes us to discover another unmissable area of Milan, the canals or ‘navigli’, which include the Darsena in Viale Gorizia, the Naviglio Grande and the Naviglio Pavese. And it also takes us into a typical “casa di ringhiera” (the apartment buildings characterised by internal courtyards, balconies running around each floor and shared outdoor toilets, built in the nineteen thirties to optimise the use of space) in Ripa di Porta Ticinese, where the fictional Philippe Leroy lives. And if you look carefully at the opening shot, you can see the slender Torre Branca in the background, the vantage point in Parco Sempione that is open to the public and has a beautiful view out over Milan. We can continue our voyage of discovery along Milan’s canals by moving to Italian comedy, another genre for which the Milan of the 1960s and ‘70s provided the ideal backdrop. One of these apparently “lightweight” films, Yesterday, Today, Tomorrow (1963) by Vittorio De Sica, in fact won an Oscar. The second of the three episodes in the film (Anna, written by Alberto Moravia), starring the formidable screen couple made up of Marcello Mastroianni and Sophia Loren, takes us on a tour through the streets of Milan and then along the banks of the river Ticino in the Rolls Royce driven by the bored wife of a millionaire industrialist, played by the famous actress. Through the windscreen, we catch glimpses of Piazza Duomo, Piazza della Scala, Piazzale Duca d’Aosta with the Stazione Centrale railway station in the background and then Ripa di Porta Ticinese. On the Naviglio Grande, Sophia Loren meets her lover Mastroianni in his Seicento. We’ll describe the rest of their journey in the section of this booklet about the area around Varese…
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Milano Calibro 9, Naviglio Grande e Parco Sempione, Torre Branca
Milano si può guardare sul grande schermo anche per “generi”. Prolifico quello noir, che ha tratto ispirazione dalla “ligéra”, la mala milanese che, dalla fine dell’Ottocento fino agli anni Settanta del Novecento, ha prodotto banditi circondati da un’aura spesso più romantica che sanguinaria. Citiamo, tra i tanti titoli, Milano calibro 9 (1972) di Fernando Di Leo, il “più bel thriller italiano di tutti i tempi” secondo Quentin Tarantino. La pellicola ha anche il merito di portarci a scoprire un’altra zona imperdibile di Milano, quella dei Navigli: la Darsena di viale Gorizia, il Naviglio Grande, il Naviglio Pavese. E ci fa entrare in una tipica casa di ringhiera (le abitazioni caratterizzate da corti interne e ballatoi che scandiscono ogni piano, con i servizi igienici esterni in comune, sorte negli anni Trenta per ottimizzare gli spazi) in Ripa di Porta ticinese 5, dove nella finzione vive Philippe Leroy. Fate attenzione anche all’inquadratura iniziale, che mostra la filiforme Torre Branca, all’interno del Parco Sempione, belvedere di Milano aperto al pubblico. Possiamo proseguire la scoperta dei navigli, passando alla commedia italiana, altro genere che ha trovato in Milano uno sfondo ideale tra gli anni Sessanta e gli Ottanta. Una di queste pellicole apparentemente “leggere”, Ieri, oggi, domani (1963) di Vittorio De Sica venne premiata con l’Oscar. Il secondo dei tre episodi (Anna scritto da Alberto Moravia), interpretati dalla formidabile coppia Marcello Mastroianni-Sophia Loren, è quasi un itinerario turistico per le strade di Milano e poi lungo il fiume Ticino a bordo della Rolls Royce della Loren, annoiata moglie di un industriale milionario. Oltre il parabrezza scorrono piazza Duomo, piazza della Scala, piazzale Duca d’Aosta con la Stazione Centrale e poi Ripa di Porta Ticinese. Presso il Naviglio Grande la Loren incontra l’amante Mastroianni con la sua Seicento. Il resto del viaggio ve lo raccontiamo nel capitolo dedicato a Varese…
Gastone Moschin e Philippe Leroy
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A voi consigliamo, invece, di continuare a scoprire il naviglio navigando su uno dei battelli turistici, come gli sposini de L’albero degli zoccoli (1978) di Ermanno Olmi, fino a raggiungere le zone più rurali ammirate in quel film, come Robecco e Castelletto di Cuggiono. Poi vennero gli anni Ottanta, quelli della cosiddetta “Milano da bere”, tempi di mode effimere che contagiarono anche il cinema. Qualche pellicola, però, è sopravvissuta al decennio. È il caso di Eccezzziunale… veramente (1982) di Carlo Vanzina, cui vanno riconosciuti almeno due meriti: aver rivelato alle masse le qualità istrioniche di Diego Abatantuono e aver portato sul grande schermo un luogo della periferia nordovest di Milano che eravamo abituati a vedere su quello televisivo, lo stadio “Meazza” di San Siro. Alla fine di quel decennio Abatantuono lo ritroveremo ai giardini pubblici di Porta Venezia, intitolati al grande giornalista Indro Montanelli, tra i giochi per bambini e il Planetario dove, assieme a un gruppo di amici, deciderà di partire per il Marocco in Marrakech Express del futuro premio Oscar Gabriele Salvatores. Intanto, Eccezzziunale diventa un cult e nel 2006 arriva il sequel, con un cameo di alcuni campioni del Milan come Paolo Maldini e Gennaro Gattuso. Un film che porta fortuna, non solo al regista e al protagonista, visto che sia nel 1982 sia nel 2006 l’Italia è diventata campione del mondo. 26
Paolo Maldini e Diego Abatantuono
Milano, San Siro: Stadio Meazza
Robecco, L’albero degli zoccoli
Our advice to you, on the other hand, is to continue your voyage of discovery by going for a ride on one of the tourist boats, like the newlyweds in The Three Wooden Clogs (1978) by Ermanno Olmi, to the more rural areas featured in the film, like Robecco and Castelletto di Cuggiono. Then came the 1980s and “Milano da bere”, as the city was known in this period of fleeting fashions which also contaminated the film world. Nevertheless, a few of the films made in this decade have survived. One of them is Eccezzziunale… veramente (1982) by Carlo Vanzina, which deserves at least two acknowledgements: first it introduced the Italian public to the acting talent of Diego Abatantuono and second it gave a place on the big screen to an area on the northwestern outskirts of Milan that we had become accustomed to seeing only on television, the “Meazza” football stadium in San Siro. At the end of the decade, Abatantuono made another appearance, this time in the public gardens in Porta Venezia, named after the great Italian journalist Indro Montanelli, between the children’s playground and the Planetarium where, together with a group of friends, he decides to set off to Morocco on the Marrakech Express in the film of the same name by future Oscar prize-winner Gabriele Salvatores. In the meantime, Eccezzziunale… veramente had become a cult film and a sequel was released in 2006, with cameo performances by several top Milan football players, including Paolo Maldini and Gennaro Gattuso. It was a film that brought fortune not only to the director and the main character, but also to the Italian public as a whole, because in both 1982 and 2006 Italy won the World Cup.
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A proposito di generi cinematografici, parlando di Milano bisogna citare almeno un documentario, dedicato all’uomo senza il quale il capoluogo lombardo sarebbe stato diverso: Leonardo chi? (2010) di Salvatore Nocita. Philippe Leroy, già protagonista nel 1970 della fiction tv di Castellani su Leonardo, guida lo spettatore nei luoghi in cui l’artista e scienziato ha vissuto e ha trovato ispirazione, oltre a quelli dove sono conservate le sue opere: il Castello Sforzesco, il Cenacolo di Santa Maria delle Grazie, la Biblioteca Ambrosiana, il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia di Milano e anche il fiume Adda tra Lecco e Vaprio. Erano anni di grande fermento, quelli in cui Leonardo visse alla corte degli Sforza (1482-1499). Il Duomo era in costruzione già da un secolo e al genio vinciano venne chiesta una consulenza per la cupola (ma, per una volta, la sua soluzione fu scartata a favore del progetto di Giovanni Antonio Amadeo e Giovanni Dolcebuono).
On the subject of film genres, when we talk about Milan we need to mention at least one documentary, devoted to the man without whom the regional capital of Lombardy would have been a very different place: Leonardo chi? [Leonardo who?] (2010) by Salvatore Nocita. Philippe Leroy, who had already played the leading role in the 1970 TV fiction series about Leonardo by Castellani, takes the viewer on a tour both of the places where the artist and scientist lived and from which he drew his inspiration, as well as those where his work can be found: Castello
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Sforzesco, the Cenacolo di Santa Maria delle Grazie, the Biblioteca Ambrosiana, the Milan Museum of Science and Technology and also the river Adda between Lecco and Vaprio. Leonardo lived at the court of the Sforzas (1482-1499) in a period of great turmoil. Construction work on the Duomo had begun the previous century and while the great genius was asked for his advice on the dome, on this occasion his solution was rejected in favour of the plans proposed by Giovanni Antonio Amadeo and Giovanni Dolcebuono.
Leonardo Da Vinci
Milano, Santa Maria delle Grazie
Parco Sempione e Castello Sforzesco
Milano, Leonardo chi?, backstage, Philippe Leroy
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Torniamo così alla Cattedrale e ai Fratelli Lumière che, dopo quel primo film a Milano, si spostarono a fare delle riprese a Monza, immortalando un altro monumento simbolo, la settecentesca Villa Reale. Questa volta è l’operatore Vittorio Calcina a inquadrare la Regina Margherita e il Re Umberto I, mentre discendono le scale del palazzo neoclassico e salgono in carrozza.
Monza, Villa Reale, Regina Margherita e il Re Umberto I
Di proprietà pubblica dopo la seconda guerra mondiale e la caduta della monarchia, la Villa Reale ha ospitato altri set cinematografici nel suo vastissimo parco, voluto nel 1805 da Napoleone Bonaparte: 7.200.000 metri quadri, ricchi di percorsi godibilissimi sia pedonali sia ciclabili. Attenti a non cadere in qualche canale artificiale, frequentatissimo dalle tartarughe, o nella grande fontana davanti alla villa, come accade ad Adriano Celentano in Mani di velluto (1979) di Castellano e Pipolo, per colpa di una Vespa con i freni rotti.
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Monza, Villa Reale
Which brings us back to the monumental building that symbolises the city and to the Lumière brothers who, after that first film in which the Cathedral appears, took their cameras to Monza to shoot footage of another symbolic building, the eighteenth century Villa Reale. In this case the cameraman who filmed Queen Margherita and King Umberto I as they walk down the stairway in their neoclassical palace and get into their carriage was Vittorio Calcina.
Monza, Villa Reale, Adriano Celentano
After the end of the second world war and the fall of the monarchy, Villa Reale became public property and has played host to a number of other film sets in the huge 7,200,000-square-meter area of parkland that surrounds it, which was added on the initiative of Napoleon Bonaparte in 1805 and is full of both pedestrian and bike paths.
Monza
While there, take care not to fall into any of the many artificial canals populated by numerous turtles, or the big fountain in front of the villa, as Adriano Celentano did when the brakes failed on his Vespa in Velvet Hands (1979) by Castellano and Pipolo.
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Dal 2004 Monza è stata promossa a capoluogo della provincia autonoma, che ingloba gran parte della Brianza, ampia area verdeggiante con lembi estesi fino alle vicine province di Lecco e Como, e il suo parco è tanto grande che ha due accessi anche nei comuni limitrofi di Villasanta e Vedano al Lambro. In quest’ultimo, proprio al confine con il parco della Villa Reale, si trova un’altra dimora nobiliare, Villa Litta Bolognini Modigliani, costruita nel 1840 con due caratteristiche “torri” ottagonali ai lati e a sua volta circondata da una grande area verde. Quella che attraversano in bicicletta Micol (Dominique Sanda), suo fratello Alberto (Helmut Berger) e i loro amici ne Il giardino dei Finzi Contini, altro film di Vittorio De Sica premiato con l’Oscar, prima che la soluzione finale di Hitler arrivi a spezzare i loro legami e a disperdere le loro vite. E anche, più banalmente nella finzione cinematografica, prima di spostarsi a Roma per girare le scene di interno al Villino Crespi.
Vedano al Lambro, Villa Litta Bolognini Modigliani
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Helmut Berger e Dominique Sanda
In 2004, Monza became the capital of the independent province that includes most of Brianza, a large wooded and grass-covered area with strips of land extending into the neighbouring provinces of Lecco and Como. The park in Monza is so big that two of its entrances are in the neighbouring provinces of Villasanta and Vedano al Lambro. In the latter of the two, right on the edge of Villa Reale Park, is another aristocratic residence, Villa Litta Bolognini Modigliani, which was built in 1840 with two
typical octagonal “towers” on each side and is also surrounded by a large area of green parkland. Micol (Dominique Sanda), her brother Alberto (Helmut Berger) and their friends ride across it on their bicycles in The Garden of the Finzi-Continis, another Oscarwinning film by Vittorio De Sica, before Hitler’s ‘final solution’ arrives to break the bonds between them and they lose touch with each other. And also, at a more banal level in terms of the film’s narrative, before they move to Rome to shoot the interiors in Villino Crespi.
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GUARDA LA MAPPA SEE THE MAP
Como, Lecco
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Sondrio 22 23
Film girati a Como, Lecco e Sondrio Movies shot in Como, Lecco and Sondrio 1
Un attimo, una vita/ Bobby Deerfield (1977) di Sidney Pollack pag. 38, 52
13
Malombra (1942) di Mario Soldati pag. 45
Rocco e i suoi fratelli/ Rocco and his brothers (1961) di Luchino Visconti pag. 38
Piccolo mondo antico/ Little ancient world (1941) di Mario Soldati pag. 45
Un mese al lago/ A month by the lake (1995) di John Irvin pag. 38, 42, 45
Una vita difficile/ A difficult life (1961) di Dino Risi pag. 45
La peggior settimana della mia vita/The worst week of my life (2011) di Alessandro Genovesi pag. 38
Star Wars: Episodio II- L’attacco dei Cloni/ Star Wars: Episode II- Attack of the Clones (2002) di George Lucas pag. 45
Frankenstein Unbound (1990) di Roger Corman pag. 41
007 Casino Royale (2006) di Martin Campbell pag. 45
C’era una volta in America/Once upon a time in America (1984) di Sergio Leone pag.41
Allonsanfàn (1974) di Paolo ed Emilio Taviani Pag. 46, 48
Innamorato pazzo/ Madly in love (1981) di Castellano & Pipolo pag. 42
I ragazzi di via Panisperna/ Via Panisperna boys (1985) di Gianni Amelio pag. 42
Ocean’s Twelve (2004) di Steven Soderbergh pag. 42
2 3 4
5 6
7 8
9 10
La partita - La difesa di Luzhin/The Luzhin defence (2001) di Marleen Gorris pag. 42
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Il labirinto della passione/The pleasure garden (1925) di Alfred Hitchcock pag. 42
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L’ombra del sospetto/ The other man (2008) di Richard Eyre pag. 42
14 15 16
17 18 19
Che bella giornata/ What a beautiful day (2011) di Gennaro Nunziante pag. 48
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26
Come due coccodrilli/ Like two crocodiles (1994) di Giacomo Campiotti pag. 52
Corsa di primavera/ Spring race (1989) di Giacomo Campiotti pag. 52
I figli di Annibale/ Children of Hannibal (1998) di Davide Ferrario pag. 54
Poesia che mi guardi/ Poetry you see me (2009) di Marina spada pag. 56
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Il cielo in me. Vita irrimediabile di una poetessa/The sky in me. Irremediable life of a poet (2014) di Sabrina Bonaiti e Marco Ongania pag. 56
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Antonia (2015) di Ferdinando Cito Filomarino pag. 56
Rangbaaz (2013) di Debajit Chandra pag. 117
Grand Hotel (1932) di Edmund Goulding pag. 118
I promessi sposi/ The betrothed (1941) di Mario Camerini pag. 120
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La signora di tutti/ Everybody’s woman (1934) di Max Ophuls pag. 48
Una breve vacanza/ A brief vacation (1973) di Vittorio De Sica pag. 51
Soldato semplice/ Simple soldier (2015) di Paolo Cevoli pag. 51
Renzo e Lucia (2004) di Francesca Archibugi pag. 120
Rupi del vino/Wine cliffs (2009) di Ermanno Olmi pag. 51
Love in Milan (2014) di Li Chen Kai pag. 126
Segni particolari: bellissimo/Distinguishing features: beautiful (1983) di Castellano e Pipolo pag. 52
I secondi vent’anni/ Second twenty (2015) di Park Heung-SiK pag. 126
L’uomo d’acqua dolce/ Frashwater man (1996) di Antonio Albanese pag. 52
21 22 23 24
25
33 34 35 36 37
IL LAGO DELLE STAR THE STAR-STUDDED LAKE Como, Lecco e Sondrio
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“Che un Dio ci sia, quando si guarda il cielo del lago di Como, è evidente”. Lo disse Robin Williams e se ne sono accorti innumerevoli registi e attori che sotto quel cielo hanno ambientato almeno un centinaio di film, attorno a un lago a forma di uomo, con due città ricche di storia e monumenti ai suoi piedi, Como e Lecco, un vestito di colline punteggiate di paesini dal sapore antico, e una corona di monti, quelli della provincia di Sondrio, che arrivano fino ai quattromila metri del Pizzo Bernina.
Bellagio
Sul “più telegenico dei laghi italiani”, come lo ha definito il il compianto critico Morando Morandini, autore dell’omonimo “Dizionario dei film”, negli ultimi anni sono fiorite iniziative volte a valorizzare la fruizione cineturistica del territorio, per volontà della Camera di commercio di Como (www.co.camcom.it). Due guide, scaricabili anche da Internet (“Le stelle del lago di Como” volume primo e volume secondo) e 18 totem, che identificano e illustrano i set naturali più utilizzati dal grande cinema, permetteno di costruire dei veri e propri percorsi. Ve ne proponiamo quattro. 36
Lecco
Lago di Como
“When you look at the sky over Lake Como, it’s clear that God exists.” These are the words of Robin Williams and many directors and actors have recognised as much, setting at least a hundred films around this lake shaped like a human being, which has the two cities of Como and Lecco at its feet, both steeped in history and packed with historical monuments, is dressed in hillslopes dotted with old world little towns, and wears a crown of mountains (in the province of Sondrio) that reach an altitude of four thousand meters at the summit of Pizzo Bernina. In recent years, the Como Chamber of Commerce has launched numerous initiatives to promote film tourism in the area around “Italy’s most photogenic Italian lake”, as is has been called by film critic Morando Morandini, the author of the Dictionary of Film that bears his name. They include two guides, which are also available for download (The Stars of Lake Como, volumes one and two), and 18 totems that mark and provide descriptions of the natural sets used in some great films and can also be used to create film-based tours. The pages that follow contain four such tours.
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Partiamo da Bellagio, la Perla del Lario, che si è rivelata tale anche per il cinema, diventando location di molte pellicole famose. La Punta Spartivento, raggiungibile a piedi in circa 15 minuti dall’imbarcadero è l’“ombelico” del lago di Como, eccezionale osservatorio sui tre rami che lo compongono, esaltato con una panoramica inquadratura dall’alto, accompagnata dal brano originale Bellagio’s vista del premio Oscar Dave Grusin, nel film Un attimo, una vita (1977) di Sidney Pollack. I protagonisti, Al Pacino e Marthe Keller, approdano a Bellagio con il traghetto da Cadenabbia. Sono incerti se ripartire subito o trascorrervi una notte. Optano per la seconda ipotesi e prendono due stanze al Grand Hotel Villa Serbelloni, ma, dopo una romantica cena in riva al lago, ne basterà una sola. Proprio dal Serbelloni, al cui ingresso è posizionato uno dei totem con le informazioni cineturistiche,
può iniziare l’esplorazione del borgo storico, fatto di caratteristiche viuzze a gradini su cui si affacciano ristoranti e negozi, e del romantico lungolago. Una passeggiata che evoca le scene di alcuni film famosi: Rocco e i suoi fratelli (1960) di Luchino Visconti, con Annie Girardot e Renato Salvatori, che si baciano sul lungolago Europa (un bacio che fece realmente innamorare i due attori, divenuti poi marito e moglie per tutta la vita) e poi fanno una sosta davanti all’ex Hotel Grande Bretagne; Un mese al lago (1995) di John Irvin, con Vanessa Redgrave, Edward Fox e Alessandro Gassman intenti a fare il bagno al lido; La peggior settimana della mia vita (2011) di Alessandro Genovesi, con Alessandro Siani e Fabio De Luigi, che a loro volta prendono il traghetto da Cadenabbia a Bellagio per raggiungere la promessa sposa di De Luigi, interpretata da Cristiana Capotondi.
Bellagio, Grand Hotel Villa Serbelloni
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Al Pacino
Al Pacino e Marthe Keller
We’ll set off from Bellagio, or the Pearl of Lake Lario as it is also known, which provides the setting for many famous films. Punta Spartivento, about 15 minutes on foot from the ferry landing stage, is the “bellybutton” of Lake Como and an excellent point from which to view the lake’s three branches. In the film Bobby Deerfield (1977) by Sidney Pollack it appears in a beautiful panoramic aerial shot, accompanied by Bellagio’s Vista, the original music written for the film by Oscar prize-winner Dave Grusin. The main characters in the film, Al Pacino and Marthe Keller, arrive in Bellagio on the ferry from Cadenabbia. They haven’t yet decided whether to continue their journey immediately or to spend a night in town. They choose the second option and although they book two rooms at the Grand Hotel Villa Serbelloni, after a romantic lakeside dinner they end up using only one of them. The hotel, where one of the totems mentioned above offering film tourism information is located, is a good place to start
exploring this storied little town, with its characteristic stepped lanes, packed with restaurants and shops, and the romantic lakeside promenade. Walking around the town conjures up scenes from several famous films: Rocco and His Brothers (1960) by Luchino Visconti, with Annie Girardot and Renato Salvatori, who kiss on the lakeside promenade (Lungolago Europa) in the film, and as a result fell in love in real life, remaining a married couple for the rest of their lives, after which they stop outside the former Hotel Grande Bretagne; A Month By the Lake (1995) by John Irvin, in which Vanessa Redgrave, Edward Fox and Alessandro Gassman go swimming at the Lido; The Worst Week of My Life (2011) by Alessandro Genovesi, with Alessandro Siani and Fabio De Luigi, who take the ferry from Cadenabbia to Bellagio to visit De Luigi’s fiancée, played by Cristiana Capotondi.
lago di Como
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Bellagio, Villa Melzi d’Eril
Not to be missed is a visit to Villa Melzi D’Eril, where three great English authors, Percy and Mary Shelley and Lord Byron, stay in Roger Corman’s Frankenstein Unbound (1990). The villa’s English style park is one of the most striking anywhere on Lake Como, as well as being a favourite holiday destination for Robert De Niro, who has returned on many occasions to the town where he shot a scene in Once Upon a Time in America (1984) by Sergio Leone. It is the one that takes place in senator Bailey’s villa, which is in fact Villa Gerli in Loppia. This tour doesn’t require a car, because Bellagio can be reached by bus or boat from Como and by ferry or boat from Menaggio, Cadenabbia, Tremezzo and Varenna. The storied villas surrounded by verdant parkland are another distinctive feature of Lake Como. Several of them have been chosen as locations for great films and can be explored using one of the boats operated by Navigazione Laghi. Ideally you should try to sail on the steamboat “Concordia”, which was hired in 2010 by Hollywood star Emily Blunt to celebrate her wedding with John Krasinsky (the guests included George Clooney, Meryl Streep, Matt Damon and David Shwimmer).
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Da non perdere una visita a Villa Melzi D’Eril, dove Roger Corman fa soggiornare tre grandi scrittori inglesi, Percy e Mary Shelley e Lord Byron, nel suo film Frankenstein Unbound (1990). Il parco all’inglese è uno dei più imponenti e scenografici del lago di Como, nonché una tra le mete preferite di Robert De Niro, che è tornato più volte da turista nel paese dove aveva girato una scena di C’era una volta in America (1984) di Sergio Leone, per la precisione quella nella villa del senatore Bailey, che è in realtà Villa Gerli in frazione Loppia. Questo itinerario si può fare anche senz’auto. Bellagio, infatti, si può raggiungere in autobus o in battello da Como e con traghetto o battello da Menaggio, Cadenabbia, Tremezzo e Varenna.
Milan
Le ville secolari, circondate da parchi lussureggianti, sono un’altra caratteristica peculiare del lago di Como. Diverse sono state scelte come location per grandi film ed è possibile scoprirle utilizzando uno dei battelli della Navigazione laghi. L’ideale sarebbe navigare a bordo dello storico piroscafo “Concordia”, affittato nel 2010 dalla diva di Hollywood Emily Blunt per festeggiare il suo matrimonio con John Krasinsky (tra gli invitati: George Clooney, Meryl Streep, Matt Damon e David Shwimmer).
Bellagio, Villa Gerli, Robert De Niro
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Una vivace sequenza del film Un mese al lago con protagoniste Uma Thurman e Vanessa Redgrave è stata girata sempre sullo stesso battello. Lasciando l’imbarco di piazza Cavour a Como e costeggiando la sponda occidentale, si ammirano in successione alcune famose ville del lago. Per prima compare la neoclassica Villa Olmo, set nel 1981 di Innamorato pazzo con Adriano Celentano e Ornella Muti, e nel 1988 de I ragazzi di via Panisperna di Gianni Amelio. A Cernobbio si sfila davanti a Villa Erba e al suo grande parco. Qui visse momenti gioiosi della propria infanzia Luchino Visconti, uno dei massimi registi italiani, e in questa dimora di famiglia ospitò amici come Franco Zeffirelli e Alain Delon. Il regista amava raccontare che da ragazzi lui e i fratelli giocavano a cospargersi di borotalco per sembrare delle statue e gettarsi 42
in acqua al passaggio dei battelli per stupire i turisti. Il loro trampolino era la balaustra fronte lago, quella davanti alla quale conversano i ladri rivali George Clooney e Vincent Cassel in Ocean’s Twelve di Steven Soderbergh (2004). Sempre nel parco di Villa Erba si innamorano John Turturro ed Emily Watson nel film La difesa di Luzhin (2001) di Marleen Gorris. A Cernobbio non si può non riconoscere Villa d’Este con la sua piscina galleggiante. Il celebre hotel di lusso ospitò nel 1925 la luna di miele dei protagonisti del primo lungometraggio di Alfred Hitchcock, Il labirinto della passione. Sempre qui, una Laura Linney in punto di morte rivela di aver trascorso i giorni più belli della sua vita, ma, come scoprirà il marito Liam Neeson, con The other man (titolo italiano L’Ombra del sospetto, 2008), ovvero l’amante Antonio Banderas.
Cernobbio, Villa Erba
Villa Erba, Ocean’s Twelve, George Clooney e Vincent Cassel
A lively sequence in the film A Month by the Lake with leading actors Uma Thurman and Vanessa Redgrave was also shot on the same boat. Setting off from the landing stage in Piazza Cavour and following the western bank of the lake takes you past some of the most famous villas on Lake Como. The first is the neoclassical Villa Olmo, which provided the set in 1981 for Madly in Love with Adriano Celentano and Ornella Muti, and in 1988 for Via Panisperna Boys by Gianni Amelio. Then, in Cernobbio, you pass Villa Erba and its huge park, where Luchino Visconti, one of Italy’s greatest film directors, spent a happy childhood in the family home and where his friends, including Franco Zeffirelli and Alain Delon, often stayed as guests. The director was fond of describing how when they were young, he and his brothers used to cover themselves with talcum powder so that they looked like statues and then dive into the water when the tourist boats passed to astound their passengers. Their diving board was the lakeside balustrade which also provides the backdrop for the conversation between rival thieves George Clooney and Vincent Cassel in Ocean’s Twelve by Steven Soderbergh (2004). The parkland around Villa Erba is also where John Turturro and Emily Watson fall in love in the film The Luzhin Defence (2001) by Marleen Gorris. Villa d’Este and its floating swimming pool are impossible to miss in Cernobbio. This famous luxury hotel was where the main characters in Alfred Hitchcock’s first featurelength film, The Pleasure Garden, stayed in 1925 on their honeymoon. It is also where Laura Linney, on her deathbed, reveals that she spent the best days of her life, although she wasn’t with her husband Liam Neeson, as he discovers, but with The Other Man (2008), her lover Antonio Banderas.
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A little further on, dominating the opposite bank of the lake, is the mysterious and austere Villa Pliniana, one of the oldest anywhere on Lake Como. In 1942 it was chosen by Mario Soldati as the setting for his film Malombra, based on the novel of the same name by Fogazzaro (the previous year Soldati adapted the same author’s The Little World of the Past for the big screen, in which he also used the writer’s villa in Oria di Valsolda, on the Como side of Lake Lugano, as a location). Continuing towards Laglio, curiosity gets the better of most visitors, who find themselves trying to peer through the hedges around the gardens of Villa Oleandra in the hope of catching a glimpse of its owner… a certain George Clooney. You should continue your boat trip at least as far as Lenno, Alberto Sordi’s destination as a partisan in A Difficult Life (1961) by Dino Risi. From here, when you look out over the lake, you can see the Dosso di Lavedo, the promontory on which Villa del Balbianello stands, the high point of this Villa del Balbianello, Star Wars: Episodio IIL’attacco dei Cloni
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tour. With its unique style and position, the villa and its elegant gardens were chosen by director George Lucas as the location for Star Wars Episode II - The Attack of the Clones (2002) and by Martin Campbell for 007 - Casino Royale (2006), as well as by John Irving for the main set in the film A Month by the Lake. Today, Villa del Balbianello is owned by the Italian Environmental Fund (FAI) and, when open to the public, offers the chance to visit the home of Padmé Amidala, where the princess celebrates her secret marriage to Anakin Skywalker. Don’t, however, be amazed if from the villa’s remarkable open gallery, where the leading characters kiss in the film, you can’t see the two islands in the background, because George Lucas added them during post production using computer graphics. If, however, you look southwards, you can make out a real island, Comacina, which was a favourite holiday destination of Alfred Hitchcock, who returned to visit it for almost half a century.
Si prosegue volgendo lo sguardo alla sponda opposta dove domina, misteriosa e austera, Villa Pliniana, una delle più antiche di tutto il lago di Como. Fu scelta nel 1942 da Mario Soldati per ambientare il film Malombra, tratto dall’omonimo romanzo di Fogazzaro (l’anno precedente Soldati aveva già ridotto per il grande schermo Piccolo mondo antico, utilizzando come location anche la villa dello scrittore a Oria di Valsolda, sulla sponda comasca del lago di Lugano). Proseguendo verso Laglio, la curiosità spinge il visitatore a scrutare oltre le siepi che circondano il giardino di Villa Oleandra, nella speranza di scorgere il padrone di casa… tale George Clooney. Si consiglia di proseguire la navigazione almeno fino a Lenno, dove sbarca Alberto Sordi, nelle vesti di un partigiano, in Una vita difficile (1961) di Dino Risi. Davanti a voi si staglia il profilo del promontorio di Lavedo con Villa del Balbianello, che rappresenta il culmine di questo itinerario. Unica per stile e posizione, la dimora e il suo raffinato giardino sono stati scelti dal regista George Lucas come location di Star Wars: Episodio II-L’attacco dei Cloni (2002) e da Martin Campbell per 007 Casinò Royale nel 2006 e ancora da John Irving come set principale per il film Un mese al lago. Villa del Balbianello, oggi è proprietà del FAI (Fondo per l’Ambiente Italiano) e nei giorni di apertura avrete la possibilità di visitare la dimora di Padmè Amidala, dove la principessa celebra il matrimonio segreto con Anakin Skywalker.
Lenno, Villa del Balbianello
Non stupitevi, però, se dalla straordinaria terrazza della villa, quella dove si baciano i protagonisti, non vedrete i due isolotti che si notano sullo schermo: li ha aggiunti George Lucas al computer. Guardando verso Sud, però, scorgerete un’isola vera, la Comacina, amata e frequentata da Hitchcock per quasi mezzo secolo.
Star Wars
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Nel Comasco è possibile anche fare turismo cinematografico “dolce”, utilizzando i treni di Trenord per visitare i set di alcuni famosi film, magari approfittando anche dell’opportunità di portare con sé una bicicletta. Quattro possibili tappe si trovano sulla rotta Milano-Canzo-Asso. La prima è Inverigo, per una breve digressione tra le fiction televisive, che pure hanno trovato tanti set in Lombardia, più di tutte Una grande famiglia, le cui riprese hanno toccato, a partire dal 2012, ben sei province della regione: Como, Lecco, Pavia, Bergamo, Monza e Milano. A Inverigo si trova il quartier generale della famiglia protagonista, i Rengoni: la casa familiare (ma gli interni sono girati a Roma) ispirata a Villa Sormani, quella del figlio Stefano situata in piazza San Marco e la loro azienda, che nella realtà è la Poliform. Seconda tappa a Merone, dove in località Cascina Campomarzo, dall’antico sapore contadino, i fratelli Paolo ed Emilio Taviani girarono alcune scene del film Allonsanfàn (1974), ambientato nel 1816. Nella vicina frazione di Baggero si appoggiò la troupe, durante le riprese, all’albergo-ristorante “Il Corazziere”. Qui merita una visita un antico mulino recentemente recuperato per produrre energia elettrica. 46
Erba, Villa Amalia
Inverigo
Villa Amalia, Allonsanfàn
The Como area also offers a “gentler” form of film tourism, using the trains in the Trenord rail network to visit the sets of several famous films, perhaps with the help of a bicycle you can bring with you on the train. There are four potential stops on the Milan-Canzo-Asso railway line. The first is Inverigo, for a brief diversion into the world of TV fiction. Many television series have been set in Lombardy, the most important being Una grande famiglia [One Big Family], which since 2012 has been shot on sets in six different provinces in Lombardy: Como, Lecco, Pavia, Bergamo, Monza and Milan. Inverigo is where the Rengoni family featured in the series have their headquarters, including the family home inspired by Villa Sormani (but the interiors were shot in Rome), son Stefano’s home in Piazza San Marco and their company (Poliform in real life). The second stop is Merone, where in the nearby country village of Cascina Campomarzo, the Taviani brothers Paolo and Emilio shot several scenes from their film set in 1816, Allònsanfan (Italy, 1974), while in the nearby village of Baggero, the hotel and restaurant “Il Corazziere” acted as a base for the crew during shooting. It is also the site of an old water mill that has recently been converted to generate electricity and is well worth a visit.
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Terza tappa a Erba, set primario di Allonsanfàn: Villa Amalia – dal 1963 proprietà pubblica e sede di una scuola superiore – è la lussuosa dimora neoclassica dove si ritira Marcello Mastroianni, dopo essere stato rilasciato dal carcere per aver aderito ai primi moti rivoluzionari del 1816. Una curiosità: nel film dei Fratelli Taviani compare anche un’altra location della Brianza comasca, il poetico lago di Alserio dove Mastroianni, su una barca, cerca di indurre un confratello al suicidio. Una scena molto più leggera verrà girata sullo stesso lago alcuni decenni dopo: quella in cui Checco Zalone, nel film Che bella giornata di Gennaro Nunziante (2011) dà da mangiare alle papere il cous cous.
Lago di Alserio, Marcello Mastroianni
Quarta e ultima fermata a Canzo, dove fu girato gran parte de La signora di tutti con Isa Miranda, il primo film italiano che mirava a replicare il successo di pubblico e di stampa delle pellicole hollywoodiane. Angelo Rizzoli, magnate dell’editoria, che possedeva una casa editrice e diversi periodici, affidò nel 1934 al regista tedesco Max Ophüls la trasposizione cinematografica del romanzo di Salvator Gotta pubblicato a puntate su una delle sue riviste e mise a disposizione come location la propria villa di campagna, ovvero Villa Magni Rizzoli di Canzo, oggi gestita da una società che vi organizza anche diversi eventi pubblici, come recital e concerti. 48
Lago di Alserio, Checco Zalone
Canzo, Villa Magni Rizzoli
La signora di tutti , Isa Miranda
Milan
Your third stop is Erba, which provides the main set for Allònsanfan: Villa Amalia (which has been public property since 1963 and is now used as a secondary school) is the luxurious neoclassical residence where Marcello Mastroianni goes to stay after being released from prison for taking part in the first revolutionary uprisings of 1816. Interesting fact: another location in the area to appear in the film by the Taviani brothers is the poetic Lake Alserio, where Mastroianni, on a boat, urges another member of the society to commit suicide. A much more upbeat scene was shot on the same lake many years later: the one in which Checco Zalone, in the film What a Beautiful Day by Gennaro Nunziante (2011), feeds couscous to the ducks. The fourth and last stop on this tour is Canzo, where much of Everybody’s Woman with Isa Miranda was shot. This was the first Italian film to attempt to replicate the success of Hollywood productions with both the public and the press. Angelo Rizzoli, the owner of a publishing house and a stable of periodicals, commissioned German director Max Ophüls in 1934 to write the film adaptation of the novel by Salvator Gotta that had appeared in episode form in one of his magazines. As the location for the film, he used his own Villa Magni Rizzoli in Canzo, which today is owned by a company that organises various public events here, amongst other things, including recitals and concerts.
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Sondalo, Florinda Bolkan
Valtellina, Paolo Cevoli
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Se vi piace il cineturismo in treno, guardate Una breve vacanza (1973), penultimo film di uno dei più grandi registi italiani di tutti i tempi, Vittorio De Sica (premiato con tre Oscar) e poi prendete lo stesso convoglio che porta la protagonista Florinda Bolkan da Milano alle cime innevate della Valtellina passando per Lecco.
Valtellina
Arrivate fino al capolinea di Tirano e da lì potrete raggiungere con venti minuti di pullman la location principale del film (l’ex sanatorio Morelli di Sondalo) e quelle corollarie (le chiese di Santa Marta e Santa Maria Maggiore, sempre a Sondalo, piazza Cavour a Bormio e la Valdidentro). Da queste parti, nel 2015, il comico televisivo Paolo Cevoli ha girato Soldato semplice, per ricordare il centenario della Grande guerra e un fronte, la cosiddetta Linea Cadorna, su cui non si combatté mai e dove oggi sono visitabili diverse fortificazioni utilizzate anche nel film (dallo Stelvio alla località Forni di Valdidentro e il rifugio Branca a Valfurva). Le stesse catene montuose sono anche, a quote più basse, le Rupi del vino immortalate nel 2009 da Ermanno Olmi in un documentario ispirato a un testo, Avventura in Valtellina, di un altro grande regista quale fu Mario Soldati.
If you like film tourism by train, watch A Brief Vacation (1973), the penultimate film by one of the greatest Italian directors ever, three-time Oscar winner Vittorio De Sica, and then take the same train that leading actress Florinda Bolkan travels on from Milan to Lecco, before continuing to the snow-covered peaks of Valtellina. When you reach the end of the line in Tirano, a twenty-minute bus ride takes you to the main location used in the film (the former Morelli sanatorium in Sondalo) and the secondary sets (the churches of Santa Marta and Santa Maria Maggiore, also in Sondalo, Piazza Cavour in Bormio and Valdidentro). In this area, in 2015, TV comedian Paolo Cevoli shot Simple Soldier to mark the centenary of the Great War and the so-called Cadorna Line, which never saw fighting and where today various fortifications used in the film are open to the public (from the Stelvio pass to Forni di Valdidentro and the Branca mountain hut in Valfurva). The Wine cliffs featured in the 2009 documentary by Ermanno Olmi, inspired by the book Avventura in Valtellina [Adventure in Valtellina] by another great film director, Mario Soldati, form part of the same mountain chain, but at a lower altitude.
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La medesima linea ferroviaria che da Milano giunge fino in Valtellina è utilizzata da Federica Moro per raggiungere Adriano Celentano a Lecco, in Segni particolari: bellissimo (1983) di Castellano e Pipolo. I due si sposeranno nella chiesa di Pescarenico, “una terricciola, sulla riva sinistra dell’Adda, o vogliam dire del lago, poco discosto dal ponte: un gruppetto di case, abitate la più parte da pescatori, e addobbate qua e là di tramagli e di reti tese ad asciugare” (così descrisse il luogo Alessandro Manzoni ne I Promessi sposi). Dallo stesso treno, qualche fermata dopo, per essere precisi alla stazione di Varenna-Esino-Perledo, scende la coppia coprotagonista del film L’uomo d’acqua dolce (1996), di
e con il comico Antonio Albanese, per staccare dalla metropoli e concedersi un weekend sul lago. Scelgono Varenna, che non è solo uno dei paesi più pittoreschi del Lago di Como, ma anche tra i più amati dal cinema: il film che meglio lo rappresenta è Come due coccodrilli (1994) del varesino Giacomo Campiotti, che qui stabilisce la villa di Giancarlo Giannini, padre di due famiglie, una fatta con la moglie e l’altra con l’amante, Valeria Golino, la cui casa si trova invece al Poggio di Casciago, in provincia di Varese, dove il regista è nato e dove aveva girato Corsa di primavera (1989). La Golino, nel film, interpreta la madre di Fabrizio Bentivoglio, allora suo compagno nella vita. Varenna la si può raggiungere dall’altra sponda del lago (Cadenabbia o Bellagio) con il traghetto, quello utilizzato da Marthe Keller e Al Pacino nel già citato Un attimo, una vita.
Lecco, Pescarenico e il Resegone
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Lecco, Pescarenico, Adriano Celentano
The railway line that runs from Milan to Valtellina is also used by Federica Moro to reach Adriano Celentano in Lecco in Distinguishing features: Beautiful (1983) by Castellano and Pipolo. The couple get married in the church at Pescarenico, “a small hamlet on the left bank of the Adda, or, rather, of the Lake, a few steps below the bridge; a group of houses, inhabited for the most part by fishermen, and adorned here and there with nets spread out to dry” (this is how the place is described by Alessandro Manzoni in The Betrothed). A few stops further down the line, in VarennaEsino-Perledo station to be precise, the two main characters leave the same train in the film L’uomo d’acqua dolce [The Fresh Water Man] (1996), by comedian Antonio Albanese, who also stars in the film, on a trip to get away from the city and spend a weekend on the lake.
They decide to go to Varenna, which is not only one of the most picturesque towns on Lake Como, but also one of the best-loved by the world of cinema. The film in which it can be seen in its best light it is Like Two Crocodiles (1994) by Varese native Giacomo Campiotti, who chose it as the setting for the villa owned by Giancarlo Giannini who has two families, one with his wife and the other with his lover Valeria Golino, whose house is in Poggio di Casciago, in the province of Varese, where the director was born and where he shot Spring Race (1989). In the film, leading actress Valeria Golino plays the part of the mother of Fabrizio Bentivolgio, who at the time was her partner in real life. Varenna can also be reached from the other side of the lake (Cadenabbia or Bellagio) by ferry, like the one used by Marthe Keller and Al Pacino in the aforementioned Bobby Deerfield.
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Più romantica la barchetta a remi utilizzata per inseguire la moglie e il nuovo compagno di lei dal povero Albanese, che tenta invano ben tre attracchi ad altrettanti punti caratteristici del lungolago varennasco: l’Hotel Royal Victoria, la Riva dei Marmisti e Villa Monastero, una delle più belle dell’intero lago, proprietà pubblica e visitabile, ammirata anche nella fiction tv La Piovra 6. Una curiosità: Antonio Albanese è lecchese, nativo di Olginate, paese dove un altro regista lombardo, il bergamasco Davide Ferrario, ha girato una scena del suo film I figli di Annibale (1998) memorabile soprattutto per la location: la frazione di Consonno, tra gli anni ’50 e ’70 trasformata in un grande parco dei divertimenti da un sedicente Conte Mario Bagno, e poi, dopo il crollo della strada, divenuta un paese fantasma.
Varenna
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Antonio Albanese
Varenna, Villa Monastero
Even more romantic is the row boat used by poor Antonio Albanese to follow his wife and her new partner, which he tries unsuccessfully to land at three well-known mooring points on the lakeside promenade in Varenna: the Hotel Royal Victoria, the Riva dei Marmisti and Villa Monastero, one of the most beautiful villas anywhere on the lake. Now owned by the Italian state, it is open to the public and can be admired in the Italian TV series about the mafia, La Piovra 6. Interesting fact: Antonio Albanese, a native of the province of Lecco, was born in Olginate, a town where another director from Lombardy, Bergamo native Davide Ferrario, shot a scene in Children of Hannibal (1998). His film is best remembered for its location in Consonno, which was transformed into a huge amusement park by the self-styled Count Mario Bagno in the period from the 1950s to the 1970s, but later became a ghost town after a landslide buried the only access road.
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Nei dintorni di Lecco facciamo un salto nel cinema indipendente, che in questa guida trova purtroppo poco spazio, non perché non meriti attenzione o non abbia raggiunto risultati interessanti, bensì poiché, più banalmente, il cineturismo presuppone che la spinta a visitare i luoghi scaturisca dalla visione dei film e quindi ci siamo limitati a quelli molto visti. Ma un’eccezione è giustificata dall’interesse che proprio il cinema indipendente ha saputo intercettare e catalizzare attorno a una figura e a un luogo assai notevoli della Lombardia: la poetessa milanese Antonia Pozzi, capace di versi, sentimenti e gesti di inaudita potenza, compreso quello che mise fine alla sua vita nel 1938 a soli 26 anni, e Pasturo, paese di poco meno di 2000 abitanti a 650 metri di altitudine ai piedi del monte della Grigna, dove questa Emily Dickinson lombarda ha scelto di riposare per sempre.
Pasturo, Antonia, Linda Caridi
Non è un caso che negli ultimi anni le siano stati dedicati ben tre film – Poesia che mi guardi (2009) di Marina Spada, Il cielo in me (2014) di Sabrina Bonaiti e Marco Ongania, Antonia (2015) di Ferdinando Cito Filomarino – e il Comune di Pasturo le abbia intitolato un itinerario in 20 tappe con cartelli bilingui, che è allo stesso tempo umano, paesaggistico, letterario e, considerato il consenso che le tre pellicole hanno ottenuto tra chi le ha potute vedere, anche cineturistico. 56
Monte della Grigna, Il cielo in me, Erika Redaelli
In the Lecco area we’ll make a foray into the world of independent filmmaking, which unfortunately doesn’t receive much attention in this guide, not because the films aren’t worthy of attention or haven’t been successful at the box office, but simply because film tourism is driven by people watching films, which is why we have only taken the most popular of them into consideration. But an exception to the rule is justified by the interest independent filmmakers have shown in a remarkable figure and location in Lombardy: the poet Antonia Pozzi, born in Milan, whose poetry is of unprecedented power, like her feelings and actions, including her suicide in 1938 when she was just 26 years old, and Pasturo, a town with a population of just under 2,000 in the foothills of Mount Grigna, 650 m above sea level, which this Emily Dickinson from Lombardy chose as her last resting place. It is no coincidence that three films have been made about her in recent years (Poetry You See Me (2009) by Marina Spada, The Sky In Me (2014) by Sabrina Bonaiti and Marco Ongania, and Antonia (2015) by Ferdinando Cito Filomarino) or that the Municipality of Pasturo has devoted a 20-stop tour to her, with information signs in Italian and English, covering her personal life, the landscape, her place in literature and, because of how well the three films have been received by the people who have seen them, the locations in which the films about her are set.
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GUARDA LA MAPPA SEE THE MAP
Bergamo, Brescia 32 31 30 28 33 Sotto il Monte
29 35
1
25 21 22 24
2
27 26 23 18 34 Palosco
12 13
36
16
17 14
19 20
15
Varese
8
9
11 Lonate Pozzolo
10
Film girati a Bergamo, Brescia e Varese Movies shot in Bergamo, Brescia and Varese 1
007 Quantum of Solace (2008) di Marc Forster pag. 60, 70, 122 2 Allonsanfàn (1974) di Paolo ed Emilio Taviani Pag.60, 72 3 Addio alle armi/ A farewell to arms (1957) di Charles Vidor e John Houston pag. 60 4 Venga a prendere il caffè da noi/Come have coffee with me (1970) di Alberto Lattuada pag. 62 5 La stanza del vescovo/ The bishop’s room (1977) di Dino Risi pag. 62 6 Il cappotto di Astrakan/ The persian lamb coat (1980) di Marco Vicario pag. 62 7 Il pretore/The pretor (2014) di Giulio Base pag. 62 8 Sono fotogenico/ I’m photogenic (1980) di Dino Risi pag. 62 9 Il capitale umano/ Human capital (2013) di Paolo Virzì pag. 64 10 Superstition (2001) di Kenneth Hope pag. 64 11 Ieri, oggi, domani/ Yesterday, today, tomorrow (1963) di Vittorio De Sica pag. 66 12 Mussolini ultimo atto/ The last 4 days (1971) di Carlo Lizzani pag.66 13 Io e il Duce/ Mussolini and I (1985) di Alberto Negrin pag. 68
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Claretta (1984) di Pasquale Squitieri pag. 68 15 Miss Arizona (1987) di Pal Sandor pag. 70 16 Notte d’estate con profilo greco, occhi a mandorla e odore di basilico/ Summer night with Greek profile, almond eyes and scent of basil (1986) di Lina Wertmüller pag. 70 17 Il letto in piazza/ Sex diary (1975) di Bruno Gaburro pag. 70 18 Francesca e Nunziata/ Francesca and Nunziata (2001) di Lina Wertmüller pag. 72 19 Il magnifico cornuto/ The magnificent cuckold (1964) di Antonio Pietrangeli pag. 72 20 Quando sei nato non puoi più nasconderti/Once you’re born you can no longer hide (2005) Marco Tullio Giordana pag. 72 21 Cuori solitari/Lonely hearts (1970) di Franco Giraldi pag.75 22 La poliziotta/ Policewoman (1974) di Steno pag. 75 23 Tre passi nel delirio/ Spirits of the dead (1968) di Roger Vadim, Louis Malle e Federico Fellini pag. 75 24 Colpire al cuore/Blow to the heart (1982) di Gianni Amelio pag. 77
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Felice chi è diverso/ Happy to be different (2013) di Gianni Amelio pag. 79 26 Cavaliere del sogno/ Life of Donizetti (1947) di Camillo Mastrocinque pag. 80 27 Allegro non troppo (1976) di Bruno Bozzetto pag. 80 28 Giulietta degli spiriti/ Juliet of the spirits (1964) di Federico Fellini pag. 80 29 Primo amore/First love (1978) di Dino Risi pag. 80 30 Le due vite di Mattia Pascal/The two lives of Mattia Pascal (1984) di Mario Monicelli pag. 80 31 La partita - La difesa di Luzhin/The Luzhin defence (2001) di Marleen Gorris pag. 82 32 Io, Arlecchino (2015) di Matteo Bini e Giorgio Pasotti pag. 82 33 E venne un uomo/And there came a man (1965) di Ermanno Olmi pag. 82 34 L’albero degli zoccoli/ The three of wooden clogs (1978) di Ermanno Olmi pag. 84 35 Bianco, rosso, giallo, rosa/The love factory (1964) di Massimo Mida pag. 84 36 Cars 2 (2011) Brad Lewis e John Lasseter pag. 124
TRA LAGHI E MONTAGNE LAKES AND MOUNTAINS Bergamo, Brescia e Varese
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In Casino Royale Daniel Craig finisce la sua avventura sulla scalinata di una sorta di castello – Villa La Gaeta a San Siro – sul lago di Como, gambizzando il cattivo di turno, e nel successivo film della serie 007, Quantum of Solace (2008) di Marc Forster, comincia il nuovo viaggio con un inseguimento all’interno di un tunnel scavato sotto la montagna, che si affaccia su un altro lago meraviglioso, quello di Garda, in località Tremosine. In Allonsanfàn (1974) dei fratelli Taviani, un gruppo di giovani intenti a festeggiare il carnevale attraversa in barca il lago di Alserio, uno dei cinque caratteristici bacini di origine glaciale che si incontrano nella pianura brianzola tra Como e Lecco, e approda nella darsena di un’imponente dimora settecentesca, che nella realtà si trova però sempre sul Garda: Villa Bettoni a Bogliaco di Gargnano.
Lago di Garda, Tremosine
Magie del cinema, ma anche di un paesaggio, quello del Nord della Lombardia, accomunato dalla presenza diffusa di laghi e monti. Vale per le province a Est del lago di Como (Brescia, cui appartiene il Garda, e Bergamo, con le sue Prealpi Orobiche), ma anche per quella ad Ovest, Varese, il cui confine con il Piemonte è delimitato da un altro specchio d’acqua fortemente legato alla letteratura e al cinema, il lago Maggiore: “Vidi uno spacco cuneiforme tra le montagne sull’altra sponda e pensai che dovesse essere Luino”, scrive Ernest Hemingway in Addio alle armi, scena che ritroviamo nella riduzione cinematografica del celebre romanzo, realizzata nel 1957 da Charles Vidor e John Houston. 60
In Casino Royale, Daniel Craig’s mission comes to an end on the steps leading up to a sort of castle (Villa La Gaeta in San Siro) on Lake Como, where he shoots the film’s bad guy in the leg. Then, in the next film in the 007 franchise, Quantum of Solace (2008) by Marc Forster, he starts his new adventure with a car chase through the opensided tunnel that runs along the bank of another magnificent lake, Lake Garda, near Tremosine. In Allonsanfàn (1974) by the Taviani brothers, a group of young people who are celebrating carnival take a boat across Lake Alserio, one of five lakes of glacial origin between Como and Lecco, and land at the pier of an imposing eighteenth century residence, which is in reality also on Lake Garda: Villa Bettoni in Bogliaco di Gargnano.
This is the magic of film, but also of the countryside in northern Lombardy, which all shares the same characteristics and is scattered with lakes and mountains. They can be found in the provinces to the east of Lake Como (Lake Garda in the Brescia area and the Orobic Alps around Bergamo), but also to the west, in the province of Varese, whose border with Piedmont is marked by another lake with strong ties to literature and film, Lake Maggiore: “I saw a wedgelike gap between the mountains on the other shore and I thought that must be Luino”, writes Ernest Hemingway in Farewell to Arms, a scene that appears in the 1957 adaptation of the famous novel for the cinema by Charles Vidor and John Houston.
Quantum of Solace, Lago di Garda, Tremosine
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Proprio Luino è il paese più amato dai registi sulla sponda lombarda del Lago Maggiore, per merito soprattutto di uno scrittore che qui è nato e vissuto, Piero Chiara, e dai cui romanzi sono stati tratti diversi film. Tuttavia, in Venga a prendere il caffè da noi (1970) di Alberto Lattuada, La stanza del vescovo (1977) di Dino Risi e Il cappotto di Astrakan (1980) di Marco Vicario, gli unici ambienti luinesi sono il Caffè Clerici e il Porto Vecchio, mentre la parte sostanziale delle riprese è stata realizzata sulla riva piemontese, a Stresa, per ragioni di “opportunità” (evitare che qualcuno potesse riconoscersi nei fatti e nelle persone rappresentati), invece Il Pretore (2014) di Giulio Base è stato girato a Luino nell’anno del centenario di Chiara e alle proiezioni sono stati abbinati dei movie tour, che potete intraprendere anche in autonomia (i punti cardine sono: il Municipio, Villa Hüssy, il Caffè Clerici e la Stazione internazionale dei treni). Un altro paese caratteristico della sponda varesina del Lago Maggiore è Laveno Mombello, da cui parte e al quale infine fa ritorno, dopo un vano tentativo di sfondare nel cinema a Roma e a Los Angeles, l’indigeno (è nato davvero qui) Renato Pozzetto in Sono fotogenico (1980) di Dino Risi. 62
Luino, Villa Hüssy, Il Pretore
Luino, Imbarcadero
Lago Maggiore
Luino, Il Pretore, Francesco Pannofino e Eliana Miglio
Luino is the most popular town with filmmakers on the Lombardy bank of Lake Maggiore. Much of the merit for this goes to Piero Chiara, who was born and lived here and is the author of several novels which have been made into films. Nevertheless, in Come Have Coffee With Me (1970) by Alberto Lattuada, The Bishop’s Room (1977) by Dino Risi and The Persian Lamb Coat (1980) by Marco Vicario, the only locations actually in Luino are the Caffè Clerici and the Old Port, while most of the film was shot on the Piedmont side of the lake, in Stresa, so that no one could possibly think that the events and people portrayed could in any way refer to them. The Pretor (2014) by Giulio Base, on the other hand, was shot in Luino during the centenary year of Piero Chiara’s birth and projections of the film were combined with movie tours which you too can go on (the main attractions are the Town Hall, Villa Hüssy, Caffè Clerici and the International Railway Station). Another typical local town on the Varese side of Lake Maggiore is Laveno Mombello. This is where Renato Pozzetto, who was born locally, sets off in his unsuccessful attempt to become a film star in Rome and Los Angeles, in the film I’m Photogenic (1980) by Dino Risi.
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Tornando al gioco delle somiglianze tra le “città dei laghi”, ne Il Capitale umano (2013) Paolo Virzì fa appassionare Valeria Bruni Tedeschi alla causa di un grande teatro dismesso di Como, il Politeama di piazza Cacciatori delle Alpi, ma il centro storico che la sorella dell’ex première dame attraversa per raggiungerlo è in realtà quello di Varese, tra Corso Matteotti e piazza Repubblica. Se il regista ha dichiarato di aver scelto per l’ambientazione del suo film la Brianza, suscitando polemiche per l’avidità immorale di cui ha reso emblema questa terra operosa, in realtà solo la casa di Fabrizio Bentivoglio e Valeria Golino si trova tecnicamente in quella zona (per la precisione ad Arese), mentre la mega villa in cui la Bruni Tedeschi vive con il marito finanziere, Fabrizio Gifuni, è a Fortunago in provincia di Pavia. Due interessanti spunti cineturistici varesini li offre un film del regista inglese Kenneth Hope, Superstition (2001), dedicato a un caso che aveva turbato l’Italia
diciannove anni prima, quello di una baby sitter inglese accusata di aver scatenato incendi nelle case delle famiglie per cui aveva lavorato, mettendo a repentaglio la vita dei bimbi affidati alle sue cure. E’ il Sacro Monte di Varese, dal 2003 riconosciuto sito Unesco, quello dove l’avvocato (Mark Strong) che difende la ragazza (Sienna Guillory) sale a cercare le informazioni necessarie per scagionarla e interpella una suora impersonata da Charlotte Rampling, con la quale intrattiene un colloquio segreto nella chiesa di Santa Maria del Monte. E l’aula con grandi dipinti sulle pareti, dove si svolge il processo, è il salone di Villa Panza. Piccola curiosità: la Rampling aveva già recitato nel Varesotto, a Villa della Porta Bozzolo di Casalzuigno, bene Fai (Fondo per l’ambiente italiano) assolutamente da visitare, dove l’attrice britannica sostiene un surreale dialogo sulla vendita della figlia con l’ex marito Adriano Celentano in Yuppi du (1975).
Fortunago, Il capitale umano
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To return to the similarities that exist between the various “lake towns”, in Paolo Virzì’s Human Capital (2013), Valeria Bruni Tedeschi becomes a passionate supporter of a great former theatre in Como that has fallen into disrepair, the Politeama in Piazza Cacciatori delle Alpi, but the old town centre that the sister of France’s former first lady crosses to get to it is in fact Varese, between Corso Matteotti and Piazza Repubblica. While the director has said that the setting for his film is the Brianza area, arousing controversy over the immoral greed for which this hardworking area becomes an emblem in the film, in fact only the house where Fabrizio Bentivoglio and Valeria Golino live is technically located in the area (in Arese), whereas the mega villa in which Bruni Tedeschi lives with her financier husband Fabrizio Gifuni is in Fortunago in the province of Pavia. Two more interesting film tourism destinations are provided by the English director Kenneth Hope in his film Superstition (2001), which tells the story of a disturbing case that shook Italy nineteen years previously, when an English babysitter (played by Sienna Guillory) was accused of having started fires in the homes of the families she worked for, endangering the lives of the children she was employed to look after. In it, the girl’s defence lawyer (Mark Strong) visits the Sacro Monte di Varese, which was made a UNESCO world heritage site in 2003, to search for the information he needs to prove her innocence. He asks one of the sisters at the convent, played by Charlotte Rampling, to help him and interviews her in secret in the church of Santa Maria del Monte. The courtroom with huge paintings on the wall in which the trial is held is in Villa Panza. Interesting fact: Charlotte Rampling had already acted in the Varese area, in Villa della Porta Bozzolo di Casalzuigno (an Italian Environmental Fund (FAI) site that is well worth a visit), where the British actress has a surreal conversation with her former husband Adriano Celentano in Yuppi du (1975) about the sale of her daughter.
Sacro Monte di Varese, Superstition, Sienna Guillory
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Per completare il tour cineturistico del Varesotto, risaliamo in auto con Sophia Loren e Marcello Mastroianni (Ieri oggi domani di De Sica), che avevamo lasciato lungo il Naviglio Grande di Milano. I due amanti, in cerca di un poco di privacy, si dirigono verso Varese in autostrada: trovato un angolo romantico lungo il fiume Ticino, a Lonate Pozzolo, si fermano per scambiarsi tenere effusioni, ma vengono disturbati da alcuni operai appesi ai tralicci dell’elettricità; quindi, proseguono scambiandosi la guida verso la seconda città della provincia, Busto Arsizio, ma il povero Mastroianni fonde la Rolls e viene abbandonato sulla strada dalla ricca amante.
Fiume Ticino, Lonate Pozzolo, Marcello Mastroianni e Sophia Loren
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Tornando ai laghi, quelli di Como e di Garda sono legati anche da un fatto storico, da cui hanno tratto ispirazione diversi registi: l’epilogo del regime fascista. Sul lago di Como si può seguire passo a passo la fuga del Duce da palazzo della prefettura nel capoluogo fino alla piazza di Dongo, dove ora sorge il Museo della Fine della guerra, utilizzando come guida Mussolini ultimo atto (1974) di Carlo Lizzani. Sul lago di Garda, nel comune di Salò, ebbe sede tra il 18 settembre del ’43 e il 25 aprile del ’45 la Repubblica sociale italiana, stato fantoccio governato da Benito Mussolini e controllato dai tedeschi, che pure ha ispirato diverse pellicole.
Lago di Garda
Villa Feltrinelli a Gargnano
To complete our film tour of the Varese area, let’s get back into the car with Sophia Loren and Marcello Mastroianni (Yesterday, Today, Tomorrow by De Sica), who we left on the banks of the Naviglio Grande canal in Milan. The two lovers take the motorway to Varese, looking for some privacy. They find a romantic spot on the river Ticino, in Lonate Pozzolo, and stop to flirt, but are disturbed by some workmen who are repairing an electricity pylon. So they carry on their way, taking turns to drive, towards the second most important city in the province, Busto Arsizio. But on the way the Rolls Royce has a breakdown while poor Mastroianni is driving and his rich lover leaves him by the road side. To return to the lakes, Como and Garda are also linked by a series of historical events from which several directors have drawn inspiration: the final stages of the fascist regime. On Lake Como you can follow the escape route used by Benito Mussolini step by step, from the regional capital’s prefecture to Piazza di Dongo, where the Museo della Fine della Guerra (End of the War Museum) now stands, using the film The Last 4 Days (1974) by Carlo Lizzani as a guidebook. From September 18, 1943 to April 25, 1945, the town of Salò on Lake Garda was the seat of government of the Italian Social Republic, the puppet state ruled over by Benito Mussolini but controlled by the Germans, which has provided the inspiration for several films.
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Epicentro della Rsi fu Villa Feltrinelli a Gargnano (via Rimembranza 38/40). Elegante dimora nobiliare, nel 1943 venne requisita dai nazisti per adibirla ad abitazione di Mussolini e nel dopoguerra fu restituita alla famiglia dell’editore rivoluzionario Giangiacomo Feltrinelli, che ne fece la sua residenza estiva. Oggi, invece, è un rinomato hotel. Dopo che, nel 1981, i Feltrinelli l’avevano venduta a un’immobiliare americana vi furono girate alcune scene di Io e il Duce (1985), film per la tv diretto da Alberto Negrin e ispirato ai diari del genero di Mussolini, Galeazzo Ciano, fatto uccidere dal suocero.
Il Vittoriale, Gardone Riviera
Spiccano un grande cast (Bob Hoskins è Benito Mussolini, Susan Sarandon la figlia Edda, Anthony Hopkins il genero, Annie Girardot la moglie Rachele e Barbara De Rossi l’amante Claretta Petacci) e location il più possibile fedeli alla storia, tra cui Villa del Sogno di Gardone Riviera, allora ospizio per gli ufficiali tedeschi in convalescenza oggi prestigioso albergo, e l’Hotel Laurin di Salò, ex villa Isabella, sede del ministero degli Esteri della Rsi. Più o meno nello stesso periodo si girò anche Claretta (1984) di Pasquale Squitieri con Claudia Cardinale, che mostra altre due perle di Gardone Riviera, adatte per completare un tour tra memoria storica e bellezza architettonica: Villa Turati, l’ex sede dell’ambasciata giapponese arredata per l’occasione con mobili e tappezzerie d’epoca, e il Vittoriale, la villa-mausoleo dello scrittore Gabriele D’Annunzio, dove realmente avvennero alcuni incontri tra il Duce e la Petacci, e che oggi è aperto al pubblico. 68
Claudia Cardinale
Claudia Cardinale
The nerve centre of the regime, also known as the Republic of Salò, was Villa Feltrinelli in Gargnano (Via Rimembranza 38/40). In 1943, this elegant aristocratic residence was requisitioned by the nazis for Mussolini to live in and after the war it was returned to the revolutionary publisher Giangiacomo Feltrinelli, who used it as his summer residence. Today it is a well-known hotel. After the Feltrinelli family sold the property in 1981 to an American real estate company, several scenes from the film Mussolini and I (1985) were shot there. This TV film directed by Alberto Negrin and inspired by the diaries of Mussolini’s son-in-law, Galeazzo Ciano, who was killed on the orders of his father-in-law, has a star-studded cast (Bob Hoskins is Benito Mussolini, Susan Sarandon his daughter Edda, Anthony Hopkins his son-in-law, Annie Girardot his wife Rachele and Barbara De Rossi his lover, Claretta Petacci) and the locations
are as faithful as possible to the historical facts, including Villa del Sogno in Gardone Riviera, which was used at the time by convalescing German officers and is now a highly reputed hotel, and the Hotel Laurin in Salò, the former Villa Isabella, which was used as the headquarters of the Italian Social Republic’s Foreign Ministry. The film Claretta (1984) by Pasquale Squitieri, made at around the same time and starring Claudia Cardinale, features two more architectural gems in Gardone Riviera that are the ideal places to complete this historical tour: Villa Turati, the former site of the Japanese embassy, decorated for the occasion with period furniture and wall hangings, and the Vittoriale, the villa-mausoleum once owned by the author Gabriele D’Annunzio, where Benito Mussolini and Claretta Petacci met on several occasions and which is now open to the public.
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Per completare la conoscenza cinematografica del lago di Garda si consigliano: Miss Arizona (1987) dell’ungherese Pal Sandor, con Marcello Mastroianni, Hanna Schygulla e Alessandra Martines, che spazia tra punta San Vigilio (villa Guarienti), il battello Zanardelli, Sirmione (Villa Cortine), Pozzolengo, Borghetto, Valeggio e Solferino; Notte d’estate con profilo greco, occhi a mandorla e odore di basilico (1986), con Michele Placido e Mariangela Melato, in cui Lina Wertmüller inserì una serie di immagini dell’isola BorgheseCavazza. Tornando a Salò, vale una citazione anche Il letto in piazza (1975) di Bruno Gaburro tratto da un romanzo di Nantas Salvalaggio: fece discutere la scena con Renzo Montagnani a fondoschiena scoperto sul campanile della chiesa parrocchiale, girata all’insaputa del parroco che andò su tutte le furie. È il lago di Garda anche quello che, nel già visto The International (2009) di Tom Tikwer, viene identificato dalla scritta in sovrimpressione come “Lago di Iseo”: gli esterni sono stati girati a Tremosine, di cui si riconosce il tunnel già utilizzato l’anno prima per l’inseguimento di 007 - Quantum of Solace, e gli interni in un bunker che si trova addirittura in Germania.
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Other recommended films to complete this overview of Lake Garda, seen from the perspective of the films in which it appears, include: Miss Arizona (1987) by Hungarian director Pal Sandor, starring Marcello Mastroianni, Hanna Schygulla and Alessandra Martines, in which the action takes place between Punta San Vigilio (Villa Guarienti), the paddle steamer Zanardelli, Sirmione (Villa Cortine), Pozzolengo, Borghetto, Valeggio and Solferino; Summer Night With Greek Profile, Almond Eyes and Scent of Basil (1986), with Michele Placido and Mariangela Melato, in which Lina Wertmuller included a series of images of Borghese-Cavazza island. Returning to Salò, also worthy of mention is Sex Diary (1975) by Bruno Gaburro, based on a novel by Nantas Salvalaggio. The controversial scene in which we see a bare-bottomed Renzo Montagnani at the top of the local church’s bell tower was shot without informing the parish priest, who was furious over the incident. In the film by Tom Tikwer mentioned earlier, The International, the lake identified by a caption as “Lake Iseo” is in fact Lake Garda: the exteriors were shot in Tremosine and in them we can see the open-sided tunnel used the previous year for the chase in 007 - Quantum of Solace, while the interiors were filmed in a bunker in Germany.
Miss Arizona, Marcello Mastroianni e Hanna Schygulla
Milan
Isola del Garda, Villa Borghese Cavazza
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Parlando di natura, nel Bresciano, oltre ai laghi di Garda e di Iseo, sono noti nel mondo anche i vigneti della Franciacorta, zona collinare a Nord-Est del capoluogo. Qui Lina Wertmüller ha girato in una villa seicentesca gli interni del film per la tv Francesca e Nunziata, con Giancarlo Giannini e Sophia Loren. Quest’ultima per un mese ha alloggiato al piano più elevato della Torre Bellavista, la parte più antica dell’hotel Albereta di Erbusco, con vista sui filari d’uva Chardonnay e il lago di Iseo all’orizzonte. Da allora la suite, che ha un armadio in più comprato per contenere le centinaia di scarpe con il tacco della diva, porta il nome della Loren. Non solo laghi e colline, anche la città di Brescia è stata set di film: nel già citato Allonsanfàn, i fratelli Taviani utilizzano nell’incipit il cortile del Broletto, con la scalinata che oggi porta all’Ufficio anagrafe, e in una scena di festino conviviale il Ridotto del Grande. La Pellicola che meglio si presta a un tour cineturistico è Il magnifico cornuto (1964) di Antonio Pietrangeli. Potete girare in auto come il marito,
Ugo Tognazzi, alla ricerca di un regalo per la consorte, che trova in un negozio di abbigliamento in corso Magenta, dopo aver attraversato piazza Arnaldo da Brescia, prima di fermarsi a una cena da amici in piazza del Mercato (sui titoli di testa lo si era invece visto camminare in piazza Paolo VI passando davanti al Duomo vecchio). Oppure potete attraversare a piedi il centro storico come la moglie, Claudia Cardinale, pedinata da un maldestro investigatore privato tra piazza della Loggia, via delle Battaglie, via Mazzini e i portici di via X Giornate, dove si infila per ore in una libreria. Le belle piazze di Brescia sono teatro anche di due scene fortemente simboliche di Quando sei nato non puoi più nasconderti (2005), storia di migranti che Marco Tullio Giordana ha scelto non a caso di ambientare in una delle città tra le più multietniche della Lombardia: in piazza Vittoria e piazza della Loggia, entrambe circondate da palazzi storici di grande bellezza, si svolgono i dialoghi tra il piccolo protagonista del film e due stranieri.
Brescia, piazza Arnaldo da Brescia, Il magnifico cornuto, Ugo Tognazzi
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Brescia, Piazza della Loggia
While we’re on the subject of nature, the Brescia area, in addition to Lake Garda and Lake Iseo, is also famous worldwide for the vineyards in Franciacorta, the hilly area to the north-east of the regional capital. Here, Lina Wertmüller shot the interiors for the TV film Francesca and Nunziata, with Giancarlo Giannini and Sophia Loren, who lived for a month on the top floor of the Torre Bellavista, the oldest section of the Hotel Albereta in Erbusco, with a fine view out over the rows of Chardonnay grapes in the vineyards and Lake Iseo in the distance. Since then the suite, which has had an extra wardrobe bought at the time to contain the hundreds of high-heeled shoes owned by the actress, has been known as the Loren suite. But it isn’t all lakes and hillslopes and the city of Brescia has also been used as a film set. In the opening sequence of the film Allònsanfan, mentioned above, the Taviani brothers use the courtyard of the Broletto building and the steps that today lead up to the Registry Office, while the Foyer of the Grande theatre plays host to a festive party. One of the films best suited to a film tour is The Magnificent Cuckold (1964) by Antonio Pietrangeli. You can either drive around like Ugo Tognazzi while he looks for a gift for his wife, which he finally finds in a clothes shop in Corso Magenta, after crossing Piazza Arnaldo da Brescia and before stopping for dinner with friends in Piazza del Mercato (in the opening credits we see him crossing Piazza Paolo VI on foot, with the old Duomo in the background). Or you can walk through the old town on foot like his wife, Claudia Cardinale, who is followed by a blundering private investigator through Piazza della Loggia, Via delle Battaglie, Via Mazzini and the open galleries in Via X Giornate, where she stops for hours to browse in a bookshop. Brescia’s beautiful town squares also provide the backdrop for two highly symbolic scenes in Once You’re Born You Can No Longer Hide (2005), a story about migrants which it is no coincidence Marco Tullio Giordana chose to set in one of Lombardy’s most multiethnic cities. The dialogue between the film’s young protagonist and two foreigners takes place in Piazza Vittoria and Piazza della Loggia, both of which are surrounded by beautiful historical buildings.
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Bergamo, Alain Delon
Bergamo, cittĂ alta - Piazza Vecchia
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Parlando di centri storici, tra le città lombarde, è di Bergamo quello più amato dai registi. Bergamo Alta, per la precisione, porzione più antica e panoramica del capoluogo orobico. A Villa Rumi è girata parte di un’altra storia di coppia in crisi (Cuori solitari, 1970, di Franco Giraldi, in cui il marito è di nuovo Tognazzi, affiancato da un’altra partner di grande bellezza, Senta Berger), mentre in piazza Vecchia la sensuale, ma integerrima, Mariangela Melato multa il pretore in La Poliziotta (1974) di Steno.
Bergamo
Sempre in piazza Vecchia si svolge un momento notevole di cinema, il duello finale tra Alain Delon e il suo alter ego in William Wilson di Louis Malle, secondo episodio del trittico Tre passi nel delirio (1967), tratto da altrettanti racconti di Edgar Allan Poe e firmato con Roger Vadim e Federico Fellini. Delon, dopo aver sfidato a carte Brigitte Bardot, scende le scale del palazzo della Ragione, si batte sotto il porticato del medesimo e infine si lancia dalla torre campanaria della basilica di Santa Maria Maggiore. Gli interni, però, erano stati girati in Francia. L’annuncio dell’arrivo in città di BB attirò una folla di curiosi, ma si presentò solo Delon: era il 1° di aprile e una testata locale, il Giornale di Bergamo, aveva pensato di fare uno scherzo ai suoi lettori.
On the subject of old town centres, Bergamo is the one best-loved by directors in Lombardy. Bergamo Alta, to be precise, the oldest part of the regional capital and the one with the best view. Villa Rumi is where part of another film about a couple on the verge of breaking up is shot (Lonely Hearts, 1970, by Franco Giraldi, in which the husband is played once again by Tognazzi, accompanied by another stunningly beautiful partner, Senta Berger), while in Piazza Vecchia the sensual, but highly principled Mariangela Melato gives the chief magistrate a fine in Policewoman (1974) by Steno. Piazza Vecchia is also where one of the great moments in film was shot, the final duel between Alain Delon and his alter ego in William Wilson by Louis Malle, the second episode in the triptych Spirits of the Dead (1967), based on three short stories by Edgar Allan Poe. The other two episodes were directed by Roger Vadim and Federico Fellini. After challenging Brigitte Bardot to a game of cards, Alain Delon walks down the steps in the Palazzo della Ragione, fights his alter ego in the open gallery in the same building and finally throws himself off the bell tower of the Basilica of Santa Maria Maggiore. The interiors, however, were shot in France. The announcement that BB would be visiting the city attracted a crowd of curious onlookers, but in fact only Delon turned up: it was April 1st and the local newspaper, the Giornale di Bergamo, had decided to play a practical joke on its readers.
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The best celluloid guide to Bergamo is without any doubt Blow to the Heart (1982) by Gianni Amelio, who fell so in love with the area that twenty years later he wrote the preface to a book about the films shot in the city, Blow to the Heart. Bergamo in film, by Emanuela Martini. In it, Amelio remembers how he discovered Bergamo by chance when a friend told him about a villa in Via San Martino della Pigrizia that she thought would be the ideal location for the country house where the main character’s grandmother lived. A few days later, after trying to shoot the emotional scenes of generational conflict between father (JeanLouis Trintignant) and son (Fausto Rossi) in Piazza della Scala in Milan, unsuccessfully because of all the traffic and passersby, he had the idea of returning to Bergamo in the dead of night and adapting the script so that it became even more credible (rather than wandering haphazardly around Milan in search of his son, the father goes to where he is sure he will find him, in the town where his grandmother lives). They had to work fast because of Trintignant’s prior commitments, so at three o’clock in the morning they shot the scene in which father and son have a heated conversation in Piazza Vecchia next to the eighteenth century Contarini fountain, but the younger of the two men isn’t interested in his father’s doubts and leaves alone. Dawn is breaking when Trintignant follows Rossi in his car, this time in the lower part of the town, Bergamo Bassa, in Largo Giovanni XXII (Porta Nuova and its distinctive portico can be seen in the background). And because the rain-soaked streets in the previous scene had in the meantime dried out, the production company hired a water truck to spray them before the actors passed.
Bergamo, Città Alta
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La miglior guida in celluloide per scoprire il capoluogo orobico è senz’altro Colpire al cuore (1982) di Gianni Amelio, che si innamorò di questi luoghi al punto da scrivere vent’anni dopo la prefazione di un libro sui film girati in città, Colpire al cuore. Bergamo nel cinema, a cura di Emanuela Martini. Amelio ricorda come abbia scoperto Bergamo per caso, su segnalazione di un’amica che gli aveva indicato una villa in via San Martino della Pigrizia come location ideale per la casa di campagna della nonna del protagonista. Qualche giorno dopo, non riuscendo a girare in piazza della Scala a Milano le scene intensissime del confronto generazionale tra padre (Jean-Louis Trintignant) e figlio (Fausto Rossi), a causa dell’eccessivo via vai, il regista ebbe l’idea di tornare a Bergamo nel cuore della notte, adattando la sceneggiatura che così ne guadagnò in credibilità (invece di girare a caso per Milano “a caccia” del figlio, il padre lo va a cercare a colpo sicuro dove vive la nonna). Dovevano fare in fretta, causa impegni di Trintignant: alle tre di notte si svolge il serrato dialogo tra padre e figlio in piazza Vecchia, attorno alla settecentesca fontana Contarini, ma il più giovane non lascia spazio ai dubbi del più anziano e se ne va da solo; è ormai l’alba quando Trintignant insegue Rossi con l’auto, stavolta in città Bassa, in viale Papa Giovanni XXIII (si vede Porta Nuova con il caratteristico portico). E siccome le strade, bagnate nella scena precedente, si erano nel frattempo asciugate, venne ingaggiata un’autobotte per cospargere d’acqua la via percorsa dagli attori.
Bergamo, Funicolare, Laura Morante
Bergamo, Fausto Rossi e Jean Louis Trintignant
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Bergamo, Colpire al cuore, Fausto Rossi
The film crew returned to the Caffè Della Funiculare the following night to shoot the key scene in which father and son, and by extension good and evil, repeatedly come to blows. Blow to the Heart was a production with more than its fair share of unusual coincidences: during the nighttime shoot, Amelio and the rest of the crew received a visit from their famous and controversial American colleague, Samuel Fuller, who happened to be in Bergamo at the time; then, at three o’clock in the morning, someone complained about the noise from a window in Piazza Vecchia, and it was only a long time afterwards that Amelio found out that the person in question was the famous orchestra conductor Gianandrea Gavazzeni (they both had a good laugh when reminded of the episode); and finally, the villa where the son’s grandmother lived in the film became the home of the director and Bergamo native Davide Ferrario, who made an appearance as an extra
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in Blow to the Heart, as did many of his school friends at the time, and who invited his friend and colleague Amelio to come and visit as his guest. After all this, it is hardly surprising that Amelio should sooner or later return to “the scene of the crime”. He finally did so in 2013, when he shot a sequence for Happy to be different, a film that makes a stand against homophobia, in the Caffè Della Funicolare. We advise beginning a film tour of Bergamo by following in Amelio’s footsteps, in the Lower City, where in Via Vittorio Emanuele I, a couple of hundred metres from Porta Nuova, you can take the funicular up to the Upper City. After visiting the old town, you can then take the other funicular, which climbs the hill to Castello di San Vigilio, from where there is a panoramic view of the San Martino della Pigrizia district, which takes its name from the church of the same name. If you feel up to it, you can walk back down to the Lower City in twenty or so minutes and visit it.
La troupe tornò la notte seguente per girare nel caffè della funicolare, di nuovo in città alta, il punto apicale dei ripetuti scontri tra padre e figlio, quello su bene e male. La lavorazione di Colpire al cuore fu colma di coincidenze eccezionali: sul set improvvisato nella notte Amelio e gli altri furono raggiunti da un famoso e controverso collega americano, Samuel Fuller, che si trovava in città in quei giorni; alle tre del mattino qualcuno da una finestra di piazza Vecchia si lamentò per il baccano e tempo dopo Amelio scoprì trattarsi del famoso direttore d’orchestra Giandandrea Gavazzeni (la circostanza fu ricordata dai due con una risata); infine, la villa della nonna divenne in seguito la casa del regista bergamasco Davide Ferrario, comparsa in Colpire al cuore come molti liceali dell’epoca, che invitò l’amico collega Amelio a fargli visita.
Bergamo, Città Alta
Dopo tutto questo era il minimo che Amelio prima o poi tornasse “sulla scena del delitto”, cosa che è accaduta nel 2013, quando nel caffè della funicolare ha girato una sequenza del film contro l’omofobia Felice chi è diverso.
Si consiglia di cominciare la cinevisita di Bergamo sui passi di Amelio da Città Bassa: a poche centinaia di metri da Porta Nuova, in via Vittorio Emanuele II, si trova la stazione della funicolare per salire a Città Alta. Una volta visitato il centro storico potete prendere l’altra funicolare che sale fino al Castello di San Vigilio e da lì ammirare una veduta panoramica della zona di San Martino della Pigrizia, che prende il nome dall’omonima chiesa. Se ve la sentite, potete anche scendere a piedi in una ventina di minuti e visitarla. 79
Ritornati in Città Bassa, non perdetevi il Teatro Donizetti, prestigiosa sala di origine settecentesca, intitolata nel 1897 al più celebre compositore nato nel capoluogo orobico (protagonista del film Cavaliere del sogno che gli dedicò nel 1946 Camillo Mastrocinque). Al suo interno un altro grande bergamasco, Bruno Bozzetto, il più importante cartoonist italiano, ha girato nel 1976 l’esibizione della surreale orchestra di vecchiette e i commenti, altrettanto surreali, di Maurizio Micheli, che fanno da collante tra i vari quadri animati di Allegro non troppo, lungometraggio ispirato a Fantasia di Walt Disney, in cui il cinema di animazione incontra la musica classica raggiungendo vette di poesia assoluta, ma senza mai dimenticare una sottile vena ironica che lo distingue dall’originale. Da Bergamo vale la pena di fare due cinegite fuoriporta in altrettante località della provincia. Una al Grand Hotel di San Pellegrino Terme e all’attiguo casinò, gioielli in stile liberty. Il 27 luglio 1964 salgono lo scalone dell’albergo Giulietta Masina e Valentina Cortese in una scena di Giulietta degli spiriti di Federico Fellini, per recarsi dal santone indiano Bishma, mentre nel parco si gioca una partita a carte. Nel 1978 è Dino Risi a girare al Grand hotel Primo amore con Ornella Muti, Ugo Tognazzi e Mario del Monaco. E nel 1984 sarà Marcello Mastroianni, nei panni di uno dei più celebri personaggi inventati dal premio Nobel Luigi Pirandello, a tentare la fortuna alla roulette in una scena di Le due vite di Mattia Pascal di Mario Monicelli. 80
San Pellegrino Terme, Casinò, Marcello Mastroianni
San Pellegrino Terme
San Pellegrino Terme, Casinò
When you return to the Lower City, make sure you pay a visit to the highly reputed Teatro Donizetti, which dates back to the eighteenth century and in 1897 was named after the most famous composer to be born in Bergamo (the main character in the film Life of Donizetti,1946, by Camillo Mastrocinque). In it, in 1976, another great Bergamo native and Italy’s most important cartoonist, Bruno Bozzetto, filmed the performance by the surreal old people’s orchestra and the equally surreal comments of Maurizio Micheli, which bind together the various animated episodes in Allegro non troppo, the feature length animated film inspired by Walt Disney’s Fantasia, in which animated film meets classical music and achieves the highest form of poetry, while always maintaining a subtle sense of irony that sets it apart from the original. Bergamo is the ideal starting point to go on two film excursions outside the city, to two destinations in the same province. One is to the Grand Hotel in San Pellegrino Terme and the neighbouring casino, both liberty style architectural gems. On July 27, 1964, Giulietta Masina and Valentina Cortese climbed the hotel’s staircase in Juliet of the Spirits by Federico Fellini to visit the Indian holy man Bishma, while a game of cards is being played in the hotel’s gardens. In 1978, Dino Risi shot First Love at the hotel with Ornella Muti, Ugo Tognazzi and Mario del Monaco. Then in 1984, Marcello Mastroianni, in the role of one of the most famous characters created by Nobel prize winner Luigi Pirandello, tried his luck at roulette in a scene in The Two Lives of Mattia Pascal by Mario Monicelli.
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Meritano un’escursione anche le valli bergamasche, dove viene abbandonato dai suoi antagonisti John Turturro ne La partita – La difesa di Luzhin di Marleen Gorris, dopo una sfida a scacchi giocata nella biblioteca civica di Bergamo, e che ritroviamo (in particolare la Val Brembana e il paesino medievale di Cornello dei Tasso) in Io, Arlecchino (2015) di due registi esordienti, Matteo Bini e Giorgio Pasotti, capaci di attualizzare una grande maschera bergamasca, Arlecchino appunto, che aveva già ispirato importanti scrittori e drammaturghi nei secoli passati. Bergamo ha dato i natali a un Papa e a un regista entrati nella storia e che sul grande schermo hanno intrecciato i loro destini. Uno figlio di contadini, l’altro di operai. Entrambi cresciuti in provincia, rispettivamente a Sotto il Monte e a Treviglio, uno a Nord e l’altro a Sud del capoluogo, il primo in
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Casa Natale di Papa Giovanni XXIII
collina il secondo nella pianura Padana, ma accomunati da una forte identità agricola. Nel 1965 si sono “incontrati” nel film E venne un uomo, che Ermanno Olmi ha dedicato a Giovanni XXIII, al secolo Giovanni Battista Roncalli. Il “Papa buono” era morto da due anni e il regista ne ricostruì la vita più intima e spirituale, dall’infanzia fino al soglio di Pietro, attingendo al Giornale dell’anima, il diario tenuto da Roncalli fin dal 1895, quando aveva 14 anni. Così Olmi, che nel 2000 ha curato anche la regia delle cerimonie di apertura e chiusura dell’Anno Santo per volontà di un altro sommo pontefice, Giovanni Paolo II, ricorda Roncalli: “Come un umile prete di campagna, ha messo in moto il cambiamento del pianeta, che la mia generazione aveva graniticamente consolidato in due blocchi opposti. Ha smosso i grandi capi di Stato, ma soprattutto ha smosso l’umore del mondo”.
Valli bergamasche, La difesa di Luzhin, John Turturro
An excursion to the valleys around Bergamo is also worth the trouble, where John Turturro is abandoned by his antagonists in Marleen Gorris’s The Luzhin Defence, after a chess match played in Bergamo’s public library. They then reappear (the Val Brembana in particular and the medieval town of Cornello dei Tasso) in Io, Arlecchino [I, Harlequin] (2015), by two new directors, Matteo Bini and Giorgio Pasotti, who have successfully modernised one of Bergamo’s greatest Commedia dell’Arte characters, Arlecchino or Harlequin, who has acted as a source of inspiration for many important authors and playwrights over the past centuries. Bergamo is also the birthplace of a Pope and a film director who have gone down in history and whose destinies have become entwined on the big screen. One is the son of farmers, the other of a working class family. They both grew up in the province of Bergamo, in Sotto il Monte and Treviglio respectively, one to the north and the other to the south of the provincial capital, the former in the foothills and the latter in the Po valley, but both sharing a strong agricultural heritage. In 1965 they “met” in Ermanno Olmi’s film And There Came a Man about Giovanni XXIII, whose real name was Giovanni Battista Roncalli. The “Good Pope”, as he was known, had died two years previously and the director recreated the most intimate and spiritual details of his life, from infancy to popehood, drawing on the Journal of the Soul, as Roncalli called the diary he had kept since 1895, when he was 14 years old. This is how Olmi, who in 2000 also directed the opening and closing ceremonies of the Holy Year at the request of another great pope, Giovanni Paolo II, remembers Roncalli: “As a humble country priest, he set a process of change in motion on a planet that my generation had divided into two unyielding and opposing blocs. He gave the great Heads of State something to think about, but even more importantly he changed the world’s mood.”
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Il capolavoro di Olmi, L’albero degli zoccoli (1978), che racconta la vita di quattro famiglie contadine tra l’autunno del 1897 e la primavera dell’anno successivo, utilizzando come interpreti degli agricoltori che si esprimono in dialetto, è anche uno straordinario affresco della Bassa bergamasca e bresciana: il set principale è la cascina Roggia Sale a Palosco, mentre gli esterni coinvolgono altre località bergamasche (Martinengo, Cividate al Piano, Mornico al Serio e Cortenuova) e bresciane (Pontoglio e Dello). Una fattora bergamasca, ma con tutt’altre fattezze, è anche Anita Ekberg, nell’episodio L’incastro del film Bianco, rosso, giallo, rosa di Massimo Mida con alcuni esterni girati a Barzizza, frazione del comune di Gandino.
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Ermanno Olmi
Bergamo, Palosco, Cascina Roggia Sale, L’albero degli zoccoli
Olmi’s masterpiece The Three Wooden Clogs (1978), which tells the story of four farming families in the period from autumn 1897 to the following spring, using farmers who speak in dialect as actors, also paints an remarkable picture of the area to the south of Bergamo and Brescia. Roggia Sale farm in Palosco is the main set, while the exteriors are shot in other locations near Bergamo (Martinengo, Cividate al Piano, Mornico al Serio and Cortenuova) and Brescia (Pontoglio and Dello). Anita Ekberg also plays a farmer’s wife from Bergamo, but to quite different effect, in the episode entitled L’Incastro [Stitch-Up] in Love Factory by Massimo Mida, for which several exteriors were shot in Barzizza, a village near Gandino.
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GUARDA LA MAPPA SEE THE MAP
Pavia, Lodi
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9
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13 4 Bereguardo
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3 5
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12 San Colombano al Lambro
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Cremona, Mantova
16 15 17 28 26 26
14 Piadena
2 Marcaria
1
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20 22 Bagnolo Sanvito
Film girati a Pavia, Lodi, Cremona e Mantova Movies shot in Pavia, Lodi, Cremona and Mantova 1 Novecento/1900 (1976)
di Bernardo Bertolucci pag. 88, 108
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Radiofreccia/Radio Arrow (1998) di Luciano Ligabue pag. 88
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Paura e amore/ Love and fear (1988) di Margarethe von Trotta pag. 90 I girasoli/Sunflower (1970) di Vittorio De Sica pag. 90 Fantasma d’amore/ Ghost of love (1981) di Dino Risi Pag. 90
6 Il maestro di Vigevano/ The teacher from Vigevano (1963) di Elio Petri pag. 93 7
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Teorema (1968) di Pier Paolo Pasolini pag. 93 Edipo Re/Oedipus Rex (1967) di Pier Paolo Pasolini pag. 94 Benvenuti al Nord/ Welcome to the North (2012) di Luca Miniero pag. 94 Vallanzasca: gli angeli del male/Angel of Evil (2011) di Michele Placido pag. 96
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La bella di Lodi/ The beauty of Lodi (1963) di Mario Missiroli pag. 96 La donna del fiume/ River girl (1954) di Mario Soldati pag. 98 Bianco, rosso e…/ The sin (1972) di Alberto Lattuada pag. 99 La tragedia di un uomo ridicolo/Tragedy of a ridiculous man (1981) di Bernardo Bertolucci pag. 100 La febbre/The fever (2005) di Alessandro D’Alatri pag. 102 La cura del Gorilla/ The Gorilla’s care (2006) di Carlo Sigon pag. 104 Il violino rosso/ The red violin (1996) di François Girard pag. 104 Ladyhawke (1985) di Richard Donner pag. 106 Il mestiere delle armi/ The profession of arms (2001) di Ermanno Olmi pag. 106 Il portaborse/ The yes man (1991) di Daniele Luchetti pag. 108
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Il mulino del Po/ The mill of the Po (1949) di Alberto Lattuada pag. 108 Centochiodi/ One hundred nails (2007) di Ermanno Olmi pag. 108 La memoria del domani. Il patrimonio Unesco della Lombardia/Memories of tomorrow. The Unesco heritage of Lombardy (2015) di Teresa Sala pag.110 Magic card (2015) di Jiang Guomin pag. 126 I secondi vent’anni/ Second twenty (2015) di Park Heung-Sik pag. 127 Chiedimi se sono felice/ Ask me if I’m happy (2000) di Aldo, Giovanni, Giacomo e Massimo Venier pag. 128 Rigoletto a Mantova/ Rigoletto from Mantua (2010) di Marco Bellocchio pag. 128 Stradivari (1988) di Giacomo Battiato pag. 128
LA PIANA IN MEZZO AI FIUMI THE PLAIN BETWEEN THE RIVERS Pavia, Lodi, Cremona e Mantova
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È facile, e quasi automatico, passare con lo sguardo, e anche con la macchina da presa, dalla parte meridionale delle province di Bergamo, Milano e Brescia alla cosiddetta Bassa Lombardia (Lodi, Cremona, Mantova e Pavia) e da lì all’Emilia Romagna. Non ci sono più monti a delimitare l’orizzonte, ma una grande piana, la Pianura padana, e un grande fiume, il Po, con i suoi affluenti (Ticino, Adda e Oglio). Un paesaggio attraverso cui scorrazza la telecamera di Bernardo Bertolucci in Novecento (1975), tra l’Emilia contadina e altrettanto rurali ambientazioni mantovane. Analogo percorso ha battuto il rocker Luciano Ligabue, nella sua prova da regista Radiofreccia (1998), immortalando un ponte amato dal cinema, quello di barche a Torre d’Oglio, che è in comune di Marcaria, di nuovo in provincia di Mantova.
Marcaria, Torre d’Oglio, ponte di barche
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Our gaze slides easily, almost automatically, as does the movie camera, from the southern part of the provinces of Bergamo, Milan and Brescia, to what is known as Lower Lombardy (Lodi, Cremona, Mantua and Pavia) and from there to Emilia Romagna. There are no more mountains to mark the horizon, but a huge plain, the Po Valley, and a huge river, the Po, with its tributaries (the Ticino, Adda and Oglio). It is a landscape that Bernardo Bertolucci explores with his camera in 1900 (1975), moving from the countryside of Emilia to other equally rural settings around Mantua. The same area is the subject of Radio Arrow (1998), the directing debut of Italian rock star Luciano Ligabue, which immortalises the bridge built on boats in Torre d’Oglio, near Marcaria in the province of Mantua, a favourite of the film world.
Curtatone, Santuario di Santa Maria delle Grazie
Milan
Curtatone, Santuario di Santa Maria delle Grazie, Novecento
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Altri registi si sono concentrati maggiormente sulle singole città, cogliendone alcuni aspetti identitari. Paura e amore (1985) di Margarethe Von Trotta, su sceneggiatura scritta con Dacia Maraini, coglie l’anima universitaria di Pavia.
Bereguardo, Fanny Ardant e Peter Simonischek
In apertura Fanny Ardant cammina sotto uno dei portici del cortile della sede centrale del prestigioso ateneo, situata in Corso Strada Nuova 65, poi la si vede in piazza del Collegio Borromeo. Assieme alle sue sorelle (interpretate da Greta Scacchi e Valeria Golino) – il film è liberamente ispirato al libro Le tre sorelle di Checov – pedala nella nebbia lungo l’argine del fiume Ticino e sempre in bicicletta raggiunge l’amante, professore di chimica rientrato dall’America, e vivono un momento di idillio nel “Boscaccio” in località Bereguardo, camminando e baciandosi sulla spiaggia di sassi lungo il Ticino. Sullo sfondo un altro ponte di barche del 1900, uno dei pochi rimasti, molto sfruttato dal cinema italiano: ne I girasoli di Vittorio De Sica, sono Marcello Mastroianni e Sophia Loren a ritrovarsi al Boscaccio e a rotolarsi sulla riva del fiume prima di vedere il ponte improvvisamente bombardato durante un’incursione aerea… siamo in piena Seconda Guerra Mondiale. Un bel colpo d’occhio sul Ticino lo si può avere dal più caratteristico dei ponti pavesi, il Ponte Vecchio, completamente coperto: quello che si vede nella prima inquadratura di un altro film quasi totalmente girato a Pavia, Fantasma d’amore (1981) di Dino Risi con Marcello Mastroianni e Romy Schneider. 90
Other directors have focused more on individual cities and their identifying features. Love and Fear (1985) by Margarethe Von Trotta, with screenplay by Dacia Maraini, for example, is permeated by the spirit of Pavia university. In the opening sequence, Fanny Ardant walks through one of the galleries in the courtyard at the university’s main site in Corso Strada Nuova, after which we see her again in Piazza del Collegio Borromeo. Together with her sisters, played by Greta Scacchi and Valeria Golino (the film is loosely based on the play by Chekhov, Three Sisters), she pedals along the bank of the river Ticino in the fog. She also rides her bicycle to meet her lover, a professor of chemistry back home from America, and they enjoy an idyllic moment together at the “Boscaccio” resort
in Bereguardo, strolling and kissing on the pebbly beach next to the river Ticino, with another bridge on boats in the background, this one built in 1900. One of very few left today, it too is used frequently in Italian films (in Sunflower by Vittorio De Sica, Marcello Mastroianni and Sophia Loren are the couple who meet at the Boscaccio resort and roll on the river bank before seeing the bridge unexpectedly bombed during an air attack at the height of the Second World War). There is a good view of the Ticino from one of the most characteristic bridges in the Pavia area, the completely covered Ponte Vecchio. It can be seen in the opening sequence of another film shot almost entirely in Pavia, Ghost of Love (1981) by Dino Risi with Marcello Mastroianni and Romy Schneider.
Pavia, Università
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Vigevano, Piazza Ducale
“A short distance from the right bank of the river Ticino, 116 meters above sea level, lies Vigevano, a town in the province of Pavia in Lombardy. It is the most important town in Lomellina, with a population of about 50 thousand inhabitants, and the main industry is shoemaking… Some of the most important factories in the world can be found here, about a thousand in all…”. While some of the demographic and administrative details need to be brought up to date (in 2017, the local administration will return to the control of Milan), the substance remains the same as in the opening words of The Teacher From Vigevano (1963) by Elio Petri, based on the novel of the same name by Lucio Mastronardi. Just as the appeal remains the same of one of the most beautiful town squares in Lombardy (the most beautiful in Italy according to the great American architect Peter Eisenman), which acts as a set that gives the film its identity at the beginning and in various other scenes featuring the local area. It’s name is Piazza Ducale and it was commissioned by Ludovico il Moro in 1492. In it, the sacred (the Cathedral) and the profane (the castle and the Bramante tower) live side by side in perfect harmony. While you’re there, don’t miss the “Pietro Bertolini” International Footwear Museum, which bears the name of the local businessman who established it. In Teorema (1968), by Pier Paolo Pasolini, in which most of the action takes place in Milan (and to be more precise in a stately villa in Via Palatino in the San Siro district), the main characters drive around the surrounding countryside looking for a freer and more archaic world on the route between Sant’Angelo Lodigiano and Pavia, following Via Emilia and Via Provinciale.
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“A breve distanza dalla riva destra del fiume Ticino, a metri 116 sul livello del mare, sorge Vigevano, città lombarda in provincia di Pavia. È il centro più importante della Lomellina, conta circa 50mila abitanti e la sua industria principale è quella delle calzature…Sorgono fabbriche tra le più importanti del mondo: se ne contano circa mille…”. Qualche dato statistico e amministrativo (nel 2017 tornerà sotto Milano) va aggiornato, ma la sostanza rimane tale quale viene presentata nell’incipit de Il maestro di Vigevano (1963) di Elio Petri, tratto dall’omonimo romanzo di Lucio Mastronardi. Ed eguale rimane il fascino di una delle più belle piazze della Lombardia (anzi, la più bella d’Italia, secondo il grande architetto americano Peter Eisenman), un set che dà identità al film all’inizio e in diverse scene topiche: è Piazza Ducale, fatta costruire nel 1492 da Ludovico il Moro, dove sacro (la Cattedrale) e profano (il castello con la torre del Bramante) si fondono mirabilmente. Non perdete il Museo internazionale della calzatura, intitolato all’imprenditore locale che lo istituì, Pietro Bertolini. Anche in Teorema (1968) di Pier Paolo Pasolini, che ha come epicentro Milano (per la precisione una villa signorile in via Palatino 16, zona San Siro), i protagonisti scorrazzano fuori città, alla ricerca di un mondo più arcaico e libero, lungo il percorso che collega Sant’Angelo Lodigiano a Pavia, percorrendo la via Emilia e la via Provinciale.
Alberto Sordi e Claire Bloom
Il maestro di Vigevano, Piazza Ducale
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Lodi, Auditorium
Lodi, Auditorium
Silvana Mangano raccoglie un giovanotto davanti alla chiesa di San Donato Milanese e lo porta fino all’Oratorio della Colombina nei pressi di Copiano, in aperta campagna, e qui si unisce a lui; il borgo rurale dove si rifugia Laura Betti è nel comune di Cura Carpignano, in provincia di Pavia, e in particolare la cascina si chiama Torre Bianca; a Sant’Angelo Lodigiano di nuovo la Mangano lascia altri due ragazzi, che aveva raccolto per soddisfare i propri desideri, in piazza De Martino. Nello stesso paese Pasolini aveva già ambientato l’anno precedente sequenze dell’infanzia agreste, che intendeva richiamare quella friulana del regista/poeta, di Edipo Re: il protagonista nasce in una casa in piazza dei Caduti e altre scene si svolgono nelle campagne circostanti, in particolare in località Cascina Moncucca, pochi chilometri a Nord di Sant’Angelo. Seguendo il corso del Po da Ovest verso Est, Lodi viene subito 94
dopo Pavia ed è la provincia della Bassa Lombardia più vicina a Milano, cui la uniscono anche forti legami storici e culturali, tant’è vero che nei secoli ha più volte perso e riguadagnato l’indipendenza amministrativa dal capoluogo regionale. Nel 2008 è tornata autonoma, ma permangono elementi di continuità “antropologica”, che si colgono anche nel film più recente girato da queste parti, Benvenuti al Nord (2012) diretto da Luca Miniero, in cui Milano e Lodi vengono di fatto utilizzate come un’unica grande metropoli. Nella finzione viene sempre citata Milano, come simbolo del Nord diffidente e operoso in cui approda da Castellabate il postino interpretato da Alessandro Siani, ma in realtà un paio di location sono lodigiane, in particolare l’auditorium, progettato dall’archistar Renzo Piano, dove si tiene la convention di Poste italiane dedicata agli impiegati meridionali.
Renzo Piano
Lodi, sede Banca Popolare di Lodi
Lodi
Silvana Mangano picks up a young man outside the church in San Donato Milanese and drives him out into the countryside, to the Oratorio della Colombina near Copiano, where they make love. The rural hamlet where Laura Betti takes refuge is near Cura Carpignano, in the province of Pavia, and the farm itself is called Torre Bianca. In another scene, in Piazza De Martino in Sant’Angelo Lodigiano, the character played by Silvana Mangano drops off two more young men she has picked up to satisfy her desires. The previous year, the film’s director Pasolini chose the same town for several sequences that depict the rural childhood of Edipo Re (Oedipus Rex), which he intended to be reminiscent of his own upbringing in the Friuli area. The main character in the film is born in a house in Piazza Dei Caduti and other scenes unfold in the surrounding countryside and in particular in Cascina Moncucca, a few kilometers North of Sant’Angelo. If we continue to follow the course of the river Po from west to east, Lodi is situated immediately after Pavia and is the closest province in Lower Lombardy to Milan, to which it has strong historical and cultural ties, so much so that over the centuries it has lost and then regained its administrative autonomy from the regional capital on several occasions. It regained its independent status in 2008, but the “anthropological” bonds between them remain, as portrayed in a film shot more recently in this area, Welcome to the North (2012) directed by Luca Miniero, in which Milan and Lodi are both used as parts of the same big metropolis. The film always talks about Milan, referring to it as a symbol of the diffident and hard-working north of Italy, as the place where the postman played by Alessandro Siani arrives from Castellabate, but in fact a couple of the locations are in the Lodi area, including the auditorium designed by archistar Renzo Piano, where the Italian postal service, Poste Italiane, holds its convention for employees from southern Italy.
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Vallanzasca. Gli angeli del male, Cast
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Milano e Lodi furono legate anche dalla scia di sangue lasciata nel 1976 dal boss della Comasina Renato Vallanzasca, soprannominato “Il bel René”. Nel film Vallanzasca. Gli angeli del male (2011) di Michele Placido, protagonista Kim Rossi Stuart, lo vediamo rapinare due banche a Lodi, che nella realtà sono le Poste di via Volturno e la prefettura di corso Umberto. Altri registi, invece, hanno puntato maggiormente l’attenzione sulle peculiarità di quest’area geografica, un triangolo quasi totalmente piano, compreso tra tre fiumi, e quindi particolarmente fertile. In particolare Mario Missiroli ne La bella di Lodi (1963), tratto dal romanzo omonimo di Alberto Arbasino, storia della liason tra una figlia di industriali (Stefania Sandrelli) e un giovane meccanico (Angel Aranda). Dopo l’avventura estiva in Versilia, i due si ritrovano alla stazione ferroviaria di Lodi. Sul piazzale della stazione medesima la protagonista fa arrestare il suo amante (e futuro marito), temendo che sia venuto per ricattarla, e il carcere dove lo va a cercare alcuni mesi dopo è l’attuale questura in piazza Castello. La celebrazione delle nozze d’argento dei nonni della “bella” si tiene nella chiesa di San Francesco, situata in piazza Ospitale. Durante il giro cineturistico di Lodi, potete ristorarvi al Caffè Spagnuolo, in piazza della Vittoria 37, davanti al quale la Sandrelli parcheggia la sua spider e dove scambia un anonimo per il meccanico di cui è, evidentemente, ancora innamorata.
Lodi, Piazza della Vittoria
Lodi
Milan and Lodi were also united by the trail of blood left in 1976 by Renato Vallanzasca, the leader of the criminal organisation known as the “Banda della Comasina”. “Il bel René”, or “handsome René”, as he was nicknamed, played by Kim Rossi Stuart in Angel of Evil (2011) by Michele Placido, robbed two banks in Lodi, which in real life are the post office in Via Volturno and the prefecture in Corso Umberto. Other directors, on the other hand, have focused more on the peculiarities of this geographical area, which forms a triangle of almost totally flat plain set between three rivers, making it especially fertile. One of these directors is Mario Missiroli in The Beauty of Lodi (1963), based on the novel of the same name by Alberto Arbasino. It tells the story of the liaison between the daughter of a family of industrialists (Stefania Sandrelli) and a young mechanic (Angel Aranda). After a summer fling in Versilia, they meet up again at Lodi railway station. The main female character has her lover (and future husband) arrested, fearing that he has come to blackmail her, and the prison where she goes to visit him a few months later is in fact the police headquarters in Piazza Castello. The silver wedding anniversary of the grandparents of the “beauty” referred to in the film’s title is celebrated in the church of San Francesco, situated in Piazza Ospitale. During your film tour of Lodi, you can stop for a break at Caffè Spagnuolo, in Piazza della Vittoria, outside which Stefania Sandrelli parks her sports car and where she mistakes an unknown person for the mechanic she is clearly still in love with.
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Sophia Loren
As we were saying, Lodi is situated in an almost completely flat area, with the exception of San Colombano al Lambro, which is the only hill... in Milan. Yes, Milan, because in a referendum its citizens decided to remain under the administrative control of the northern Italian metropolis. The unusual topographic and administrative nature of this enclave has inevitably proved attractive to various directors, as in the case of River Girl (1954), the film that launched the international career of Sophia Loren and the first set in her long love story with the film’s producer, Carlo Ponti. In it, Mario Soldati includes exteriors shot in one of the
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most characteristic and best preserved farms in the area, San Bruno, while the rest of the film was shot in the valleys around Comacchio in Emilia Romagna. Lodi is where Loren played the lead role in The Sin (1972) by Alberto Lattuada. In it, she stars in the role of sister Germana, who is put in charge of the local hospital, where communist activist Annibale (Adriano Celentano) occupies a bed he has no right to. Interesting fact: the collection of “mummies� in the hospital (166 bodies embalmed in the nineteenth century by the scientist Paolo Gorini) became a small and unquestionably unique museum in 1981, as Celentano hoped it would in the film. Well worth a visit.
Si diceva, una provincia quasi completamente pianeggiante, quella di Lodi, con l’eccezione di San Colombano al Lambro, l’unica collina… di Milano. Sì, perché con referendum i cittadini hanno scelto di rimanere sotto il governo della metropoli. L’eccezionalità orografica, oltre che amministrativa, di questa enclave non poteva non essere colta dalla macchina da presa di qualche regista. E così è stato ne La donna del fiume (1954), il film che ha lanciato Sophia Loren a livello mondiale ed è risultato anche primo set della sua lunghissima storia d’amore con il produttore Carlo Ponti. Mario Soldati ha inserito riprese in esterno di una delle più tipiche e meglio conservate cascine della zona, la San Bruno, mentre il resto della pellicola è stato girato nelle valli di Comacchio. A Lodi la Loren è stata protagonista di Bianco, rosso e… (1972) di Alberto Lattuada: interpreta suor Germana, messa a capo dell’ospedale locale, dove il comunista Annibale (Adriano Celentano) occupa abusivamente un posto letto. Una curiosità: la collezione di “mummie” del nosocomio (166 cadaveri imbalsamati nell’Ottocento dallo scienziato Paolo Gorini) è diventata dal 1981 un piccolo museo, decisamente unico nel suo genere, come auspicava Celentano nella finzione cinematografica. Da visitare.
Lodi, Ospedale, Sophia Loren e Adriano Celentano
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Proseguiamo lungo il Po verso Cremona, famosa come la città delle tre “t” (“Torrazz”, ovvero la maestosa torre campanaria, “Torun”, cioè il dolce torrone prodotto dai pasticceri del luogo e “Tetazz”, il generoso petto di alcune sue cittadine). Il cinema ne ha aggiunta una quarta: Tognazzi. Ugo Tognazzi, tra i maggiori protagonisti della commedia all’italiana, con 150 film girati da attore e 5 da regista, nonché una fortunata carriera teatrale e televisiva. Nato a Cremona nel 1922, lasciò la città a 23 anni per andare a cercare fortuna nel mondo dello spettacolo a Milano. Ma non ha mai dimenticato la sua cremonesità, che è stata una cifra distintiva in almeno un paio di film: La marcia su Roma (1962) di Dino Risi, in cui si lascia andare a una serie di memorabili battute nel suo dialetto, e Il federale (1961) di Luciano Salce, che lo vede nei panni di un fascista di Azzanello, piccolo paese in provincia di Cremona. Tuttavia l’unico set che lo ha visto impegnato nel Cremonese è stato quello de La tragedia di un uomo ridicolo (1981) di Bernardo Bertolucci, che gli ha valso il premio come miglior attore al festival di Cannes: il caseificio di Primo Spaggiari (l’industriale interpretato da Tognazzi, al quale viene rapito il figlio) non si trova nel parmense, bensì è la ex Latteria Sociale di Piadena, in provincia di Cremona. Nel 2015, in occasione del 25° anniversario della morte, la città ha reso omaggio al suo illustre “figlio”, aprendo un Archivio Tognazzi presso il dipartimento di Musicologia della sede locale dell’Università di Pavia. 100
Ugo Tognazzi, Laura Morante, La tragedia di un uomo ridicolo
Let’s continue our journey along the river Po to Cremona, famous as being the city of the three “T’s” (“Torrazz”, or the imposing bell tower, “Torun”, or the nougat produced by local confectioners, and “Tetazz”, or the generous bosoms of some of the local female population). To these the film world has added a fourth “T”: Tognazzi. Ugo Tognazzi is one of the leading lights of Italian comedy, with 150 films to his name as an actor and five as a director, as well as a fortunate theatre and TV career. Born in Cremona in 1922, he left the city when he was 23 to seek his fortune in the world of showbusiness in Milan. But he never forgot his roots in Cremona, which has played an important role in at least a couple of his films: March on Rome (1962) by Dino Risi, which contains a series of memorable lines in the local dialect, and The Fascist (1961) by Luciano Salce, in which he plays the part of a fascist from Azzanello, a small town in the province of Cremona. But the only film in which he appears that is actually set in the Cremona area was Tragedy of a Ridiculous Man (1981) by Bernardo Bertolucci, which won him a best actor award at Cannes: the cheese factory owned by Primo Spaggiari (the businessman played by Tognazzi, whose son is kidnapped) isn’t situated near Parma, but is in fact the former Piadena Latteria Sociale (a local dairy cooperative) in the province of Cremona. In 2015, to mark the 25th anniversary of his death, the city paid tribute to its illustrious “son” by opening a Tognazzi Archive in Pavia University’s Department of Musicology.
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Non a caso Tognazzi viene citato, insieme alla cantante Mina, come simbolo di Cremona da un gigante del teatro italiano, Giorgio Albertazzi, che interpreta il ruolo del presidente della Repubblica in La Febbre (2005) di Alessandro D’Alatri, il film più cremonese di tutti. Un po’ di dialetto a rendere più sapidi i dialoghi e scorci caratteristici della città ad accompagnare incontri, delusioni e mortificazioni di un trentenne italiano, Fabio Volo, che si scontra con la burocrazia e i nepotismi. Vediamo scorrere sullo schermo il Duomo, il Torrazzo, il palazzo del Comune, il cimitero (dove Volo viene costretto a lavorare dal suo superiore) e anche l’aula magna del Politecnico (nella quale sostiene un esame universitario), nonché suggestive inquadrature dall’alto di Cremona by day e by night: una mappa emozionale perfetta prima di visitare la città. Camminando in una fitta nebbia (è un sogno) il padre (Cochi Ponzoni) spiega al figlio (Volo), e agli spettatori, il senso del film: “…se l’invidia fosse febbre, tutto il mondo ce l’avrebbe…”.
Cremona, Piazza del Comune
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La campagna in cui il protagonista si concede una scappatella con la fidanzata e poi si ritira definitivamente a fare l’artigiano è tra Magnino, in provincia di Cremona, e il parco Oglio Sud, in quella di Mantova.
Cremona
Cremona, Torrazzo e Duomo
Parco Oglio Sud, Fabio Volo
Milan
It is no coincidence that Tognazzi, together with the singer Mina, is referred to as a symbol of Cremona by one of the greats of Italian theatre, Giorgio Albertazzi, who plays the role of the president of the Italian Republic in The Fever (2005) by Alessandro D’Alatri, the film with the closest ties of all to Cremona. A smattering of local dialect livens up the dialogues and iconic views of the city accompany the encounters, delusions and humiliations of a thirty year old Italian, Fabio Volo, in his dealings with bureaucracy and nepotism. On the screen we see images of the Duomo, the Torrazzo, the town hall, the cemetery (where Volo is forced to work by his boss) and also the assembly hall at the Polytechnic University (where he sits an exam), as well as evocative aerial shots of Cremona by day and by night. All told, it offers an emotional map that represents an ideal introduction to the city. While walking through the centre of Cremona in a dream, Volo’s fictional father, played by Cochi Ponzoni, explains to his son, and to cinema-goers, the meaning of the film: “... if envy were a fever, the whole world would have it…”. The countryside in which the main character indulges himself in a fling with his girlfriend, before retiring once and for all to become an artisan, is situated between Magnino near Cremona and Oglio Sud Park near Mantua.
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Cremona, Città dei violini
Alcuni di questi luoghi sono toccati anche ne La cura del Gorilla (2006), giallo scritto dal cremonese Sandrone Dazieri e portato sul grande schermo da Carlo Sigon, con un comico di razza come Claudio Bisio nei panni di un investigatore senza licenza e un grande vecchio di Hollywood, Ernest Borgnine, molto autoironico in quelli di una star bollita. A parte la festa per il lancio di un videogioco, che si tiene in una lussuosa dimora della provincia di Varese (Villa San Martino a Barasso), il resto è ambientato a Cremona, con tante riprese in centro storico, di cui lo stesso Bisio ha lodato sul suo blog la particolare bellezza.
Cremona non è solo la citta delle tre T, ma anche “la città dei violini”, soprannome che deve alla tradizione di maestri liutai, riconosciuta 104
nel 2012 patrimonio immateriale dell’umanità dall’Unesco. A questa si ispira Il violino rosso (1996) di François Girard, che narra la misteriosa storia di un violino e dei suoi numerosi proprietari attraverso i secoli. Il primo episodio è ambientato proprio a Cremona, dove il regista non ha badato a spese (5 milioni di lire per frutta, fiori, pani e pesci, 10 per coprire tutta la piazza di fieno, 15 per l’affitto dei costumi...) per ricostruire un mercato del 1600 nel portico di Palazzo dei Ghibellini e coinvolgere nella scena il Broletto, il Torrazzo e l’intera piazza del Duomo, dove sfilano nobili a cavallo e in portantina. Centocinquanta figuranti, 70 tecnici e anche diversi animali caratterizzano questa scena. Ma soprattutto, il suono magico dei violini cremonesi.
Cremona, Il violino rosso
Several of these locations also appear in The Bodyguard’s Cure (2006), a thriller written by Cremona native Sandrone Dazieri and adapted for the big screen by Carlo Sigon, starring comedian Claudio Bisio in the role of an investigator without a licence, and one of the grand old men of Hollywood, Ernest Borgnine, at his self-deprecating best in the role of a star who has had enough. Apart from the party organised to launch a video game in a villa near Varese (Villa San Martino in Barasso), the rest of the film is set in Cremona, with many scenes shot in the old part of the town, which Bisio has praised in his blog for its special beautiful. Cremona isn’t famous only for its three T’s, but also, and more importantly, as “the city of violins”, which in 2012 was added to the UNESCO Lists of Intangible Cultural Heritage. This is the inspiration behind The Red Violin (1996) by François Girard, which tells the mysterious story of a violin and its numerous owners through the centuries. The first episode is set in Cremona itself, where the director spared no expense in his reconstruction of a seventeenth century market under the portico of Palazzo dei Ghibellini (five million lira, or about 2,500 euros, for fruit, flowers, bread and fish, ten million to cover the entire square with hay, fifteen to hire the costumes…), in a scene that also includes the Broletto, the Torrazzo and the entire Piazza del Duomo, where aristocrats parade on horseback and in sedan chairs. A hundred and fifty extras, seventy technicians and various animals were needed in this scene, but also, and most importantly, the magical sound of the violins made in Cremona.
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Tracciando l’itinerario del vostro cinetour lombardo non dimenticate la Rocca sforzesca di Soncino, 40 chilometri a Nord del capoluogo cremonese, ma più o meno equidistante anche da Brescia, e a 60 da Milano. Se siete appassionati del genere fantasy, l’avrete già vista in un classico degli anni Ottanta, Ladyhawke di Richard Donner, che rivelò al mondo la bravura e la bellezza di Michelle Pfeiffer. Il castello del vescovo di Aguillon, che per gelosia lancia un incantesimo sulla protagonista e sul suo amante, e dalla cui prigione fugge un galeotto che si rivelerà fondamentale per rompere la maledizione, è, per l’appunto, la rocca di Soncino, costruita nel X secolo e ampliata da Francesco Sforza. È splendida e visitabile tutto l’anno.
Soncino, Rocca Sforzesca
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Per chi ama viaggiare nella storia, Mantova, ultima città della Bassa Lombardia lambita dal Po, è sicuramente la location più adatta dell’intera regione. Qui, tra Palazzo Te e Palazzo Ducale, si possono ancora respirare le atmosfere del tempo delle Signorie (XIII-XVI secolo). Un ottimo ripasso, prima di visitare le location, è senz’altro Il mestiere delle armi (2001) di Ermanno Olmi, film in costume ambientato all’epoca dei Gonzaga, che ricostruisce filologicamente sia i fatti (Joanni de’ Medici che cerca di fermare i Lanzichenecchi a Nord del Po nel 1526 e finisce ferito mortalmente) sia i luoghi (in parte quelli reali, in parte ricostruiti in Bulgaria).
Mantova, Il mestiere delle armi
Ermanno Olmi, backstage Il mestiere delle armi
Milan
When you plan your film tour of Lombardy, don’t forget to include Soncino Castle, which is about 40 kilometers north of the provincial capital Cremona, more or less the same distance from Brescia, and 60 kilometers from Milan. If you like the fantasy film genre, you will already have seen it in a classic from the 1980s, Ladyhawke by Richard Donner, which revealed the talent and beauty of Michelle Pfeiffer to the world. The castle of the bishop of Aguillon, who in a fit of jealousy casts a spell on the film’s main character and his lover, and from which a convict escapes who ends up playing a vital role in breaking the curse, is in fact Soncino Castle, which was built in the tenth century and extended by Francesco Sforza. It is a wonderful castle to visit and open to the public year round. Mantua, the last city on the river Po in Lower Lombardy, is without doubt the best place for history lovers to visit anywhere in Lombardy. Here, between Palazzo Te and Palazzo Ducale, you can still feel the atmosphere of the feudal Seigneuries in the period from the 13th to the 15th centuries. The Profession of Arms (2001) by Ermanno Olmi provides an excellent introduction to the area before visiting the actual locations. A period film set at the time of the Gonzagas, it offers a philological reconstruction of both the events of the time (Joanni de’ Medici who tries to stop the Lanzichenecchi mercenaries north of the river Po in 1526 and is mortally wounded in the attempt) and the places involved (some real, some recreated in Bulgaria).
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Potere e morale, dove le armi sono però quelle moderne del consenso, si intrecciano di nuovo a Mantova ne Il portaborse (1991) di Daniele Luchetti: a Palazzo Te lancia la propria campagna elettorale il ministro corrotto interpretato da Nanni Moretti; in piazza Canossa il suo ghost writer pentito, Silvio Orlando, fa a pezzi con una mazza da golf la Bmw rossa dell’ex capo.
Mantova
Olmi ci porta anche fuori dalla città rinascimentale a cercare quel che resta della vita contadina lungo gli argini del Po (quasi 60 anni dopo Il mulino del Po girato negli stessi luoghi da Alberto Lattuada), dove in Centochiodi (2007) il professore universitario ribelle Raz Degan viene accolto dalla piccola comunità di pescatori di Bagnolo San Vito. Ma il film che ha iscritto la campagna mantovana nella storia del cinema è stato in particolare Novecento di Bernardo Bertolucci. Il regista di Ultimo tango a Parigi girò da queste parti due scene clou: al Santuario delle Grazie di Curtatone, caratterizzato da statue lignee con funzione di ex voto a grandezze naturale (qui i proprietari terrieri arrivano in barca e si riuniscono per decidere l’adesione al fascismo, da cui si dissocia Robert De Niro), e nel cimitero vecchio di Poggio Rusco, dove viene giustiziato il fascista Attila (Donald Sutherland). 108
Daniele Luchetti
Power and morality, but using the modern weapons of consensus, are interwoven once again in Mantua in The Yes Man (1991) by Daniele Luchetti. In this film, the corrupt minister played by Nanni Moretti launches his election campaign in Palazzo Te, while in Piazza Canossa his repentant ghost writer, Silvio Orlando, uses a golf club to smash the red BMW owned by his former boss to pieces. Olmi also takes us outside the renaissance city in search of what remains of rural life along the banks of the river Po (nearly 60 years after The Mill of the Po was shot in this area by Alberto Lattuada), where in One Hundred Nails (2007), the rebellious
university professor played by Raz Degan is welcomed by the small community of fishermen in Bagnolo San Vito. But the film which truly put the countryside around Mantua on the map of film history is 1900 by Bernardo Bertolucci. The director of Last Tango in Paris shot two key scenes in this area, at the Sanctuary of the Beata Vergine Maria Delle Grazie, in Grazie di Curtatone, which is famous for its life-size wooden votive statues (the local landowners arrive here by boat and meet to decide whether or not to support the fascist regime, a decision from which Robert De Niro dissociates himself) and in the old cemetery of Poggio Rusco, where the fascist Attila (Donald Sutherland) is executed.
Mantova, Palazzo Te, Il Portaborse
IL PORTABORSE
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Mantova e la vicina Sabbioneta nel 2008 sono state riconosciute patrimonio dell’umanità dall’Unesco per l’indelebile “impronta” rinascimentale, che hanno saputo conservare e valorizzare. E sono solo uno dei 9 siti Unesco che si trovano in Lombardia: la chiesa e il convento domenicano di Santa Maria delle Grazie con L’Ultima Cena di Leonardo da Vinci (Milano); i Sacri Monti di Varese e Ossuccio (Como); Monte San Giorgio (Varese); la ferrovia retica tra Tirano (Sondrio) e la Svizzera; le incisioni rupestri della Val Camonica (Brescia); il villaggio operaio di Crespi d’Adda (Bergamo); i luoghi del potere longobardo in Italia, tra le province di Varese e Brescia; i siti palafitticoli attorno alle Alpi, che per la parte italiana si concentrano in particolare sul lago di Garda. A questi va aggiunta Cremona, dichiarata “patrimonio immateriale dell’umanità”, in quanto culla, come abbiamo già visto, dell’arte liutaria. Proprio il cinema è stato scelto come linguaggio universale per raccontare al mondo tale incredibile scrigno di bellezze in occasione di Expo 2015. Si
intitola “La memoria del domani. Il patrimonio Unesco della Lombardia” il documentario di 50 minuti diretto da Teresa Sala, promosso da Regione Lombardia e realizzato da Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia, eccellente scuola dedicata alla settima arte, che condivide la sede con il già citato Museo interattivo del cinema a Milano, sotto la direzione artistica del regista Maurizio Nichetti. “Che cos’è l’Europa”, si chiede il critico d’arte Philippe Daverio, uno dei dieci testimonial che compaiono nel documentario, “se non il risultato di questi incroci formidabili, che hanno plasmato una delle più incredibili unicità dell’umanità?”. E, incredibilmente ma non troppo, dopo tutto quello che avete visto e letto in questo volume, alla Lombardia l’Unesco ha riconosciuto il più alto numero di siti di interesse mondiale in Italia. E ora voi avete la duplice opportunità di scoprire queste, e molte altre, perle della “magnifica regione”, con i vostri occhi e anche con quelli dei registi che l’hanno voluta come protagonista nei loro film.
Bagnolo San Vito. Centochiodi, Raz Degan
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Mantova, Palazzo Te
Sabbioneta. Teatro Antico
In 2008, Mantua and the nearby Sabbioneta were made UNESCO world heritage sites because of the indelible renaissance “feel” they have successfully managed to preserve and promote. And they represent only one of nine UNESCO sites in Lombardy, the other eight being: the church and the Dominican convent of Santa Maria delle Grazie, home to The Last Supper by Leonardo da Vinci (Milan); the Sacri Monti of Varese and Ossuccio (Como); Monte San Giorgio (Varese); the Rhaetian Railway between Tirano (Sondrio) and Switzerland; the Valcamonica rock carvings (Brescia); the “company town” of Crespi d’Adda (Bergamo); the centres of power in the Italy of the Lombards, between the provinces of Varese and Brescia; the pile dwelling sites in the area around the Alps, many of which can be found near Lake Garda in Italy. Cremona has also been listed as an “intangible heritage of humanity” site for being the cradle of the art of the luthier. And film was chosen as the universal language in which to tell the world about this incredible treasure trove of beauty during Expo 2015. The 50-minute documentary Memories of Tomorrow. The Unesco Heritage of Lombardy, directed by Teresa Sala, promoted by the Lombardy Regional Administration and produced by Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia [Experimental Cinematography Centre Foundation], the school devoted to the ‘seventh art’, which shares a site with the Museo Interattivo del Cinema [Interactive Museum of the Cinema], under the artistic supervision of film director Maurizio Nichetti. “What is Europe,” wonders art critic Philippe Daverio, one of the ten testimonials to appear in the documentary, “if not the result of this amazing process of cross-breeding, which has shaped one of humanity’s most incredible and unique cultures?” And also incredibly, but not quite so incredibly after everything you have seen and read in this book, Lombardy is the region with most Unesco sites of worldwide interest. And now you have the double opportunity of being able to discover these and many other pearls of this “magnificent region”, both with your own eyes and with those of the film directors who have chosen it to play a leading role in their films.
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CONTENUTI SPECIALI Special Features
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Made in Milan Moda & cinema. “Sento di fare parte di questa città, come questa città fa parte di me. […] Una città che ti permette di esprimerti, se hai qualche cosa da comunicare e ti rispetta per questo. […] Ricca di bellezze inattese da scoprire giorno per giorno”. È un inno al capoluogo lombardo, la prima parte di Made in Milan, il cortometraggio che Martin Scorsese ha dedicato nel 1990 a uno tra gli stilisti più importanti del mondo, Giorgio Armani, che dalla natìa Piacenza, scelse da ragazzo di trasferirsi a Milano e qui ha lavorato e vissuto per tutta la vita. Milano è tra le 4 capitali mondiali del fashion, assieme a New York, Parigi e
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Milano, Duomo, Giorgio Armani
Londra: il “Quadrilatero della Moda” (delimitato dalle vie Montenapoleone, Manzoni, della Spiga e corso Venezia) ospita le boutique e le maison più blasonate, mentre l’Hub della Moda le due maggiori sfilate annuali. Da una di queste prende avvio un altro film, Catwalk (1995) di Robert Leacock, che con la sua macchina da presa ha seguito la top model Christy Turlington durante le sfilate di primavera di Milano, Parigi e New York. La Moda milanese ha spesso vestito il cinema e le sue stelle. Più di tutti lo stesso Armani, che nel film di Scorsese dichiara che avrebbe voluto fare il regista. Suo anche l’abito scelto da George Clooney, del quale lo stilista è stato più volte ospite nella villa sul lago di Como, per il matrimonio con Amal Alamuddin.
Made in Milan: Fashion & Film “I feel part of this city, in the same way that this city is part of me. […] It is a city that lets you express yourself, if you have something to say, and it respects you for this. […] Full of unexpected beauty to discover day after day”. The first part of Made in Milan, the short film produced in 1990 by Martin Scorsese about one of the world’s most important fashion designers, Giorgio Armani, who moved as a boy from his hometown of Piacenza to Milan, where he has lived and worked all his life, is an anthem to the regional capital of Lombardy. Milan is one of the world’s four fashion capitals, the others being New York, Paris and London. The “Quadrilatero della Moda” or Fashion District (the square
area defined by four streets, Via Montenapoleone, Via Manzoni, Via della Spiga and Corso Venezia) is where the top fashion brands have their boutiques, while the two main annual fashion show periods are organised at the Fashion Hub. One of these shows provides the inspiration for another film, Catwalk (1995) by Robert Leacock, who documented the life of top model Christy Turlington during the spring fashion shows in Milan, Paris and New York. The Milan fashion establishment has frequently provided the clothes for both films and the actors who star in them. Armani has done so more than any other and in Scorsese’s film he says he would have liked to have been a film director. For his wedding with Amal Alamuddin, George Clooney chose a suit by the designer, who has been a guest at the actor’s villa on lake Como on several occasions.
Milano, Via della Spiga
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Bollywood (chi)ama Lombardia L’India è la fabbrica dei sogni più prolifica del mondo: oltre mille film all’anno, che totalizzano più di 4 miliardi di biglietti staccati. In particolare Bollywood (Bombay + Hollywood), l’industria cinematografica in lingua hindi, è lo specchio della società indiana del Terzo Millennio: colori, musiche e location favolose fanno da sfondo a storie d’amore, film d’azione e narrazioni fantastiche. Sempre più spesso, grazie anche all’ottima collaborazione stabilita con la Film Commission regionale, balletti e canti corali (ingredienti fondamentali di queste pellicole) sono ambientanti in Lombardia. A Milano i registi indiani amano molto location moderne come piazza Città di Lombardia, la fiera di Rho e piazza Gae Aulenti, nonché quelle classiche e intramontabili, a
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Milano, Duomo
partire dal Duomo, per proseguire con la Stazione centrale e galleria Vittorio Emanuele. Esercita un grande fascino sulle produzioni e sul pubblico di Bollywood anche il lago di Como, su entrambe le sponde: piazza del Duomo a Como e il lungolago di Bellagio; Lecco, Dervio, Malgrate e Perledo sull’altro ramo. Due troupe si sono spinte fino a Imbersago (Lecco), lungo il fiume Adda, che si può attraversare su un traghetto quattrocentesco a fune inventato nientemeno che da Leonardo da Vinci, e a Livigno, tra le nevi dell’Alta Valtellina. Un po’ di titoli, per poterli cercare su Internet: Paglu 2, Ajab Gazabb Love, Baadshah, Sir Vacharu, Sarocharu, Mirchi, Attharintiki Daaredhi, Race Gurram, Bramhan, Majnu, Ranavik Rama, Shivalinga, Vandanga jeychangu. E, tra i più apprezzati dalla critica, il bengalese Rangbaaz.
Bollywood calling Lombardy, with love India is the world’s most prolific dream factory, with more than a thousand films made each year and over four billion cinema tickets sold. Bollywood (Bombay + Hollywood) in particular, the production centre for films made in the Hindi language, holds a mirror up to Indian society in the third millennium: bright colours, music and fabulous locations provide the backdrop for love stories, action films and fantasy tales. Increasingly frequently, in part as the result of excellent cooperation with the regional Film Commission, big song and dance numbers (basic ingredients in these films) are set in Lombardy. In Milan, Indian directors are very fond of modern locations like Piazza Città di Lombardia, the Rho trade fair complex and Piazza Gae Aulenti, as well as of the evergreen classics, the most popular being the Duomo,
Lago di Como, Perledo
followed by Stazione Centrale railway station and Galleria Vittorio Emanuele. Bollywood productions and audiences find both banks of Lake Como extremely appealing, and frequent use is made both of Piazza del Duomo in Como and the lakeside promenade in Bellagio, and of Lecco, Dervio, Malgrate and Perledo on the other branch of the lake. Two film crews even ventured as far as Imbersago (Lecco) on the river Adda, which can be crossed using a cable ferry invented in the fifth century by no less a person than Leonardo da Vinci, and Livigno, in the snow-covered Alta Valtellina. Here are just a few of the films in question for you to look up on the internet: Paglu 2, Ajab Gazabb Love, Baadshah, Sir Vacharu, Sarocharu, Mirchi, Attharintiki Daaredhi, Race Gurram, Bramhan, Majnu, Ranavik Rama, Shivalinga, Vandanga jeychangu. Plus the bengalese Rangbaaz, which is perhaps the film in this genre to receive the best reviews from critics.
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Vacanze da film sul lago di Como “E poi andremo a Tremezzo; ho una villa laggiù, splenderà il sole! Sarà divino!”. Parola di Greta Garbo, nel film Grand Hotel (1932) del britannico Edmund Goulding: alla Divina basta citare uno dei paesi più belli del lago di Como per evocare una villeggiatura da sogno. Quella che in Un mese al lago (1995) di John Irvin, ambientato proprio negli anni Trenta, si concede Vanessa Redgrave a Villa del Balbianello di Lenno. Era un “must” il lago di Como per gli inglesi: Alfred Hitchcock, dopo avervi girato parte del suo primo film, è tornato in vacanza per tutta la vita, fino al 1973, frequentando in particolare la Locanda dell’Isola Comacina e Villa d’Este. Quest’ultimo, cinque stelle lusso tra i più rinomati al mondo, ha ospitato tante coppie hollywoodiane:
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Elizabeth Taylor e Nick Hilton, Rita Hayworth e Orson Welles, Clark Gable e Carol Lombard, Ava Gardner e Frank Sinatra, Tyron Power e Linda Christian, Woody Allen e Mia Farrow. Diverse star, da Helmut Berger ad Alain Delon, furono accolte anche da Luchino Visconti nella sua Villa Erba di Cernobbio: (visitabile su appuntamento il piccolo museo “Le stanze di Luchino Visconti”). Tra i protagonisti del cinema italiano, pure la famiglia Mezzogiorno è legatissima al lago di Como: Vittorio ha scelto di farsi seppellire a Griante, dove villeggiava nella casa della moglie, e la figlia Giovanna lì si è sposata. Robert De Niro, affezionato al lago di Como da quando lo scoprì con Sergio Leone per cercare un set dove girare una scena di C’era una volta in America (1984), qualche anno fa ha cercato di farsi vendere dal suo amico George Clooney, oggi il più famoso villeggiante della zona, una delle sue ville, invano. Il bel George è, però,
Bellagio, Lido, Vanessa Redgrave e Edward Fox
Cernobbio, Villa d’Este
generoso ospite per tanti amici: da Brad Pitt a Bono, da Julia Roberts a Uma Thurman, con la quale visse un curioso, e per fortuna innocuo, incidente: ammirando dalla barca i fuochi d’artificio sparati proprio da Villa d’Este per il 4 luglio, uno ricadde su di loro. Il più romantico dei laghi italiani accolse anche Anita Ekberg ed Anthony Steel nella primavera del 1956, poco prima del loro matrimonio: una vacanza di lavoro, per lui, che stava girando Criminali sull’asfalto.
Holidays on Lake Como in Film “And then we’ll go to Tremezzo; I have a villa there, the sun will shine! It will be divine!” This is what the character played by Greta Garbo says in the film Grand Hotel (1932) by British director Edmund Goulding. All the great actress had to do to conjure up a dream holiday was to mention one of the most beautiful towns on Lake Como. Like the holiday Vanessa Redgrave treats herself to at Villa del Balbianello in Lenno in A Month by the Lake (1995), directed by John Irvin and set in the 1930s. Lake Como was a must for the English, like Alfred Hitchcock, who after shooting part of his first film here, returned to the area on holiday for the rest of his life, until 1973, becoming a regular at the Locanda Dell’Isola Comacina restaurant and Villa d’Este. One of the most celebrated five star luxury hotels in the world, Villa d’Este has welcomed numerous Hollywood
couples as its guests, including Elizabeth Taylor and Nick Hilton, Rita Hayworth and Orson Welles, Clark Gable and Carole Lombard, Ava Gardner and Frank Sinatra, Tyrone Power and Linda Christian, and Woody Allen and Mia Farrow. Various stars, including Helmut Berger and Alain Delon, were also guests of Luchino Visconti at Villa Erba in Cernobbio: (the small museum “Le stanze di Luchino” [Luchino’s Rooms] is open to visitors on appointment). The Mezzogiorno family, one of the most important in the world of Italian film, also has close ties with Lake Como: Vittorio Mezzogiorno, who died in 1994, is buried in Griante, where he used to go on holiday to his wife’s home and where his daughter Giovanna was married. Robert De Niro fell in love with Lake Como while on a scouting trip with Sergio Leone to find a set for a scene in Once Upon a Time in America (1984) and a few years ago tried unsuccessfully to persuade his friend George Clooney, today the area’s most famous holidaymaker, to sell him one of his villas. But although he refused, handsome George is a generous host to his many friends, from Brad Pitt to Bono and from Julia Roberts to Uma Thurman, with whom he shared the experience of a curious accident. While on the lake to watch a display organised by Villa d’Este as part of the July 4th celebrations, one of the fireworks landed on their boat, happily without any serious consequences. Anita Ekberg and Anthony Steel also spent a holiday on the most romantic of Italian lakes in spring 1956, shortly before their wedding, but as he was shooting Checkpoint (1956) at the time, for him it was a working holiday.
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Quel ramo del lago di Como: Lecco e i “Promessi sposi” al cinema “Quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti…”. È l’inconfondibile incipit del più celebre, e studiato, romanzo italiano: I promessi sposi di Alessandro Manzoni (prima edizione 1827), oggetto di innumerevoli riduzioni cinematografiche (e televisive) che hanno reso visibili i luoghi manzoniani sulla sponda lecchese del lago di Como e, a volte, li hanno anche ricostruiti sull’altro ramo, quello comasco (senza dimenticare le digressioni dei protagonisti tra Monza, Milano e Bergamo). I primi tentativi di trasformare il romanzo in film risalgono all’era del muto: nel 1909 per la regia di Mario Morais, nel 1913 di Eleuterio Rodolfi e nel ’23 di Mario Bonnard. Del 1941 la versione più riuscita, quella di Mario Camerini, con due grandi interpreti, Gino Cervi e Dina Sassoli, nel ruolo di Renzo e Lucia. Ne
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Renzo e Lucia (2004)
seguiranno altre sei, incluse due parodie. A Lecco vengono organizzate delle visite guidate ai luoghi manzoniani, facilmente reperibili su Internet: dal quartiere di Pescarenico, con la chiesa dei Santi Materno e Lucia, a Villa Manzoni, oggi museo, passando per il rione di Olate, dove una casetta in sasso è ritenuta essere quella della protagonista femminile del romanzo e dove sarebbe avvenuto il matrimonio. Ma vale la pena seguire anche altre suggestive location utilizzate in Renzo e Lucia (2004) da Francesca Archibugi, che vi ha potuto trovare situazioni più simili a quelle del Seicento in cui è ambientato il romanzo: nel cinquecentesco Palazzo Gallio di Gravedona e nella riserva naturale dei Piani di Spagna, 1600 ettari di natura incontaminata, all’estremità settentrionale del bacino lacustre, dove si incontrano le province di Como e di Sondrio e si apre un altro piccolo lago dal sapore antico, quello di Mezzola, con il millenario tempietto di San Fedelino adagiato sulla riva. Se non su una Lucia, la caratteristica imbarcazione che prende il nome dalla protagonista dei “Promessi sposi”, potete fare almeno un giro in canoa. Infine, fate una visita alla Rocca Borromea di Angera nella vicina provincia di Varese. Che c’entra? Il cinema, si sa, è (anche) finzione, tanto che la versione più internazionale del romanzo manzoniano, quella del 1989 per la regia di Salvatore Nocita e un cast che comprende Dario Fo, Helmut Berger e Alberto Sordi – le acque del lago di Como non le ha nemmeno toccate. Il Castello dell’Innominato (Murray Abraham, Oscar per la parte di Salieri in Amadeus), per esempio, è proprio la Rocca sul Lago Maggiore.
That branch of Lake Como: Lecco and “The Betrothed” in film “That branch of the lake of Como, which turns toward the south between two unbroken chains of mountains…”. This is the unmistakable opening of the most famous and most widely studied Italian novel: The Betrothed by Alessandro Manzoni. First published in 1827, the book has been adapted for the cinema (and television) on numerous occasions, introducing the public at large to the places described by Manzoni on the Lecco branch of Lake Como and, on occasion, even recreating them on the Como branch (without forgetting the main characters’ trips to Monza, Milan and Bergamo). The first attempts to turn the novel into a film date back to the days of silent movies, with films by Mario Morais in 1909, by Eleuterio Rodolfi in 1913 and by Mario Bonnard in 1923. The most successful version was made in 1941 by Mario Camerini with two great actors, Gino Cervi and Diana Sassoli, in the roles of Renzo and Lucia. Six more versions would follow, including two parodies. Guided tours are organised in Lecco to visit the places described in the book by Manzoni and information about them is easy to find on the internet: from the Pescarenico neighbourhood, where the Church of Santi Materno and Lucia is located, to Villa Manzoni,
now a museum, and taking in the district of Olate on the way, where a stone cottage is thought to be the home of the novel’s heroine and where she was married. But it is also worthwhile to take a look at some of the other evocative locations used in Renzo e Lucia [Renzo and Lucia] (2004) by Francesca Archibugi, who managed to find settings here that are closer to those found in the seventeenth century in which the novel takes place, including the sixth century Palazzo Gallio in Gravedona and the Piani di Spagna nature park, made up of 4,000 acres of unspoilt nature at the northernmost tip of the lake area, where the provinces of Como and Sondrio meet and where another small and storied lake, Mezzola, is located, with the thousand-year-old San Fedelino church on its banks. Here, if you can’t find a Lucia, the type of boat traditionally used on the lake and named after the heroine of “The Betrothed”, you can at least go for a ride in a canoa. And if possible you should also visit Rocca Borromea di Angera in the nearby province of Varese. Where does that come into it, you may ask? Film, as we all know, is fiction (at least in part). In fact, the most international film adaptation of the novel by Manzoni, directed in 1989 by Salvatore Nocita, with a cast including Dario Fo, Helmut Berger and Alberto Sordi, wasn’t shot anywhere near Lake Como. The Castle of the Nameless (Murray Abraham, who won an Oscar for his performance as Salieri in Amadeus), for example, is on Lake Maggiore.
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007 - dalla Lombardia con amore Non solo gli tocca inseguire e sgominare criminali per tutto il pianeta, ma ha dovuto baciare la Bond Girl Eva Green per ben 15 volte, perché uno stormo di gabbiani continuava a rovinare la scena. È successo a Daniel Craig, che ha vestito i panni di 007 in Casino Royale (2006) di Martin Campbell, nella settecentesca Villa del Balbianello di Lenno, sul lago di Como, dove trascorre un periodo di convalescenza dopo una brutta ferita. Guardando il film tenete d’occhio anche una terza figura sullo sfondo con il camice bianco da medico: la comparsa risponde al nome di Edward Coffrini dell’Orto, uno dei bondologi più appassionati del mondo, che nel suo Admiral Hotel a Milano ha allestito un museo di cimeli ricco di oltre 6mila pezzi. Potete cominciare da qui il tour bondiano della Lombardia, regione molto amata da 007, e proseguire in treno alla volta del lago di Como, dove merita una visita anche Villa La Gaeta di San Siro,
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costruita negli anni Venti in stile eclettico emulando gli antichi castelli. La si vede nella scena finale di Casino Royale, in cui Daniel Craig gambizza il cattivo Mr. White. E poi fermatevi a bere un Martini a Villa d’Este di Cernobbio, come James Bond in Niente fiori per James Bond (1993), il romanzo di John Gardner, in cui 007 arriva a Milano per sventare un attentato al Teatro alla Scala, assiste a un omicidio davanti al Duomo, insegue il cattivo di turno tra le guglie sul tetto del medesimo e poi si riunisce con M, il capo del servizio segreto, proprio nel prestigioso albergo cernobbiese. Sul lago di Como, per la precisione ai cantieri Matteri di Lezzeno, potete anche affittare uno dei motoscafi Riva utilizzati da Daniel Craig in The Case, spot Heineken uscito poco prima del film Spectre (2015), di cui l’azienda olandese è stata partner commerciale. In questo caso, però, i paesaggi lariani sono stati inseriti al computer in sequenze che, nella realtà, sono state girate sul mare, in Croazia. Nel 2008 James Bond era già tornato sul lago, questa volta di Garda, per la scena iniziale di Quantum of Solace di Marc Forster: un inseguimento sotto le gallerie scavate nella montagna tra Tremosine, Torbole e Malcesine, in provincia di Brescia, scenario che regala sensazioni notevoli a chi le percorre in auto, grazie agli squarci di panorama che si aprono tra i colonnati. Si raccomanda una velocità più moderata di quella tenuta da James Bond e dai suoi inseguitori armati nel film. Il rischio, a voler imitare troppo il proprio beniamino, sono i fuoriprogramma che hanno caratterizzato il set: uno stuntman finito in ospedale e una Aston Martin nel lago.
Villa La Gaeta di San Siro, Casino Royale, Daniel Craig
007 - From Lombardy with love Not only does he have to chase criminals all over the planet, but was also forced to kiss Bond girl Eva Green 15 times, because a flock of seagulls kept ruining the scene. It happened to Daniel Craig, the actor who plays 007 in Casino Royale (2006) by Martin Campbell, in the eighteenth century Villa del Balbianello in Lenno, on Lake Como, where he spends a period of convalescence after a nasty injury. When you watch the film, look out for a third character in the background, wearing a doctor’s white lab coat. The extra in question is Edward Coffrini dell’Orto, one of the world’s keenest Bondologists, who has created a museum of memorabilia with over six thousand exhibits in the Admiral Hotel he owns in Milan. This is a good place to start your ‘Bondian’ tour of Lombardy, a region 007 is very fond of, before continuing by train to Lake Como, where Villa La Gaeta in San Siro is well worth a visit. Built in the 1920s in an eclectic style that emulates the castles of antiquity, we see it in the final scene of Casino Royale, in which Daniel Craig shoots the evil Mr. White in the leg. Afterwards, stop for a Martini at Villa d’Este in Cernobbio, like James Bond in Never send flowers (1993), based on the novel by John
Gardner, in which 007 arrives in Milan to foil an attack on the Teatro alla Scala, witnesses a murder outside the Duomo, is involved in a chase to catch this film’s villain among the spires on the roof of the cathedral and is then reunited with M, the chief of the secret service, in the famous hotel in Cernobbio. On Lake Como, and more precisely at the Matteri shipyard in Lezzeno, you can also hire one of the Riva motorboats used by Daniel Craig in The Case, the Heineken advertising film released shortly before Spectre (2015), in which the Dutch company is a commercial partner. In this case, however, the backgrounds of Lake Como were added by computer during post production to sequences shot in Croazia. In 2008, James Bond was already back at the lake, Garda this time, for the opening scene of Quantum of Solace by Marc Forster. In it we see a chase through the open-sided tunnels dug into the mountainside between Tremosine, Torbole and Malcesine, in the province of Brescia, which arouse some incredible sensations when you drive through them because of the glimpses you catch of the view between the columns. And please don’t drive as fast as James Bond and his armed pursuers in the film. The risk you run if you try to imitate your hero is amply demonstrated by the unplanned events that were a feature of the set: a stuntman who ended up in hospital and an Aston Martin in the lake.
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Brescia e Monza: automobilismo superstar Cinquanta eleganti e coloratissime auto d’epoca, con occhioni appiccicati sul parabrezza, intente ad ammirare sul maxischermo le corse matte di altre auto in formato cartoon, quelle di “Cars 2”, sequel del premiatissimo film d’animazione del 2006. A maggio del 2011 la troupe della Disney/Pixar ha allestito questo set nel cuore di Brescia, in piazza della Loggia, per registrare un trailer proiettato poi nelle sale cinematografiche di tutto il mondo e su alcuni canali televisivi per il lancio dell’attesissimo lungometraggio, la cui anteprima mondiale è avvenuta il 20 giugno di quello stesso anno all’autodromo di Monza, presente di nuovo una rappresentanza di “Vecchie signore” delle scuderie bresciane. Se in “Cars 2” la Disney/ Pixar ha voluto rendere omaggio alla tradizione automobilistica italiana,
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oltre ai marchi Ferrari e Fiat, non potevano mancare le due corse più importanti del Bel Paese, entrambe disputate in Lombardia: il Gran Premio d’Italia sul circuito monzese e la Mille Miglia, che dal 1927 parte proprio da Brescia dove si trova anche un museo nel millenario complesso monastico di Santa Eufemia della Fonte. L’autodromo di Monza ha una consolidata tradizione cinematografica. Fu tra i set di Grand Prix (1966), film dell’americano John Frankenheimer, tra i migliori ambientati nel mondo delle corse: utilizzò per primo le telecamere montate sulle vetture, coinvolse nelle riprese le principali scuderie (Bmw, McLaren e in particolare Ferrari per la parte girata a Monza) e anche piloti veri come Phil e Graham Hill, che corsero assieme ai protagonisti James Garner e Yves Montand. Negli stessi anni, sempre sul circuito monzese, Marcello Mastroianni collauda auto da corsa in Amanti (1968) di Vittorio De Sica e qui ritrova l’amata Faye Dunaway.
Brescia, Piazza della Loggia, Cars 2 (trailer)
Brescia and Monza: superstar motor racing Fifty smart, brightly coloured vintage cars, with big eyes stuck on their windscreens, all concentrating on the maxi screen and the crazy races unfolding on it between other cartoon cars in “Cars 2”, the sequel to the multiple prize winning animated film made in 2006. In May 2011, the Disney/Pixar crew prepared this set in the heart of Brescia, in Piazza della Loggia, to record a trailer that would be shown in cinemas worldwide and on various television channels, promoting the launch of the long awaited feature length animation. The film’s world preview was held the same year on June 20 at the Monza racetrack, accompanied once again by a series of classic cars used by motor racing teams based in the Brescia area. In “Cars 2”, Disney/Pixar pays tribute to the Italian automotive tradition by celebrating not only the Ferrari and Fiat marques,
Monza, Autodromo
but also to two of Italy’s most important races, both organised in Lombardy: the Italian Grand Prix at Monza and the Mille Miglia, which since 1927 has started in Brescia, where there is also a museum about the race in the centuries-old Santa Eufemia della Fonte monastery complex. Monza racetrack has a long tradition in the film world, providing one of the locations for Grand Prix (1966) by American director John Frankenheimer, one of the best films to be set in the world of motor racing. It was the first to use cameras mounted on the cars themselves and made a point of involving the main racing teams in the shooting of the film (BMW, McLaren and Ferrari in particular for the sequences shot in Monza) as well as the actual drivers, including Phil and Graham Hill, who raced together with leading actors James Garner and Yves Montand. In the same period, once again at Monza racetrack, Marcello Mastroianni is a racing car test driver in A Place of Lovers (1968) by Vittorio De Sica, in which he meets up again with one of the great loves of his life, Faye Dunaway.
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Cina-Lombardia: la via della seta, del calcio e del cinema Quando li hanno visti insieme la prima volta, a parlare di film, lei incarnazione del cinema italiano e della bellezza mediterranea (Maria Grazia Cucinotta) e lui primo imprenditore cinese ad aver comprato una squadra di calcio nel Bel Paese (Zhu Xiao Dong, presidente del Pavia), è stato un gioco pressoché scontato definirli, citando un capolavoro di Gene Saks, La strana coppia. Un’accoppiata lungimirante e concreta, in verità, guardando quello che hanno prodotto in pochi mesi: un film internazionale, Magic Card, girato in gran parte nel capoluogo pavese, e un reality show per la tv cinese, registrato tra Pavia e Como, città della seta, che da sempre la lega all’estremo oriente (non a caso la casa di produzione fondata a Milano da Xiao Dong si chiama Marco
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Polo e punta anche a stimolare il cineturismo transcontinentale). Nei Paesi emergenti dell’Est pure la “fabbrica dei sogni” è in crescita e la Cucinotta, quando dieci anni fa decise di diventare produttrice, fu tra i primi ad accorgersene. Altri due film cinesi sono stati ambientati in parte a Milano: Love in Milan (2014), che propone anche una scena girata sul lago di Lecco, e Only You (2014). In Lombardia è approdato anche il regista sudcoreano Park Heung-Sik, già premiato nel 2007 al Torino Film Festival con la sua seconda opera The Railroad, per girare I secondi vent’anni (2015), storia di una coppia che si ritrova per caso all’aeroporto di Malpensa e parte per un viaggio in Italia che merita di essere imitato: vanno alla ricerca dei capolavori di Caravaggio, passando per Como (stazione delle Ferrovie Nord, piazza Duomo, funicolare e Conservatorio Giuseppe Verdi) e Mantova (Palazzo Te, piazza Sordello e Palazzo Ducale).
Milano, Castello Sforzesco, backstage Love in Milan
China-Lombardy: the Silk, Football and Film Road When the embodiment of Italian cinema and Mediterranean beauty (Maria Grazia Cucinotta) was first seen in the company of the first Chinese businessman to buy an Italian football team (Zhu Xiao Dong, the chairman of Pavia football club) to talk about films, it was almost inevitable that they would be referred to as The Odd Couple, to quote the title of Gene Saks’ masterpiece. But in fact, when we look at the results achieved in just a few short months, it is a farsighted and highly practical partnership: an international film, Magic Card, shot for the most part in Pavia, and a reality show for Chinese television, recorded in Pavia and Como, Italy’s silk capital, which for this reason has always had links with the Far East (it is no coincidence that the production company set up in Milan by Xiao Dong
is called Marco Polo and has a mission to promote transcontinental film tourism). In the emerging countries of the Far East, even the “dream factory” is booming and Maria Grazia Cucinotta, when she decided to become a producer, was one of the first to recognise this fact. Two more Chinese films are set in part in Milan: Love in Milan (2014), which also includes a scene shot on Lake Lecco, and Only You (2014). After receiving an award at the 2007 Turin Film Festival for his second film, The Railroad, South Korean director Park Heung-Sik chose Lombardy as the location for Second Twenty (2015), the story of a couple who meet by chance at Malpensa airport and set off on a journey through Italy that deserves to be imitated. Their aim is to admire Caravaggio’s masterpieces and to do so they travel to Como (the Ferrovie Nord railway station, Piazza Duomo, the funicular railway and the Giuseppe Verdi Conservatory) and Mantua (Palazzo Te, Piazza Sordello and Palazzo Ducale).
Milano, piazza Duomo, backstage Only You
Mariagrazia Cucinotta e Zhu Xiao Dong
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La regione del bel canto: dal palcoscenico allo schermo La Lombardia è anche il paradiso dei melomani. Il tour per gli appassionati del bel canto non può che cominciare dal tempio della lirica, il Teatro alla Scala di Milano, non a caso tra le location di due film dedicati ad altrettanti grandi musicisti italiani del Diciannovesimo secolo: Rossini!Rossini! (1991) di Mario Monicelli e Divine Armonie Giuseppe Verdi di Carmine Gallone (originale del 1938, remake del ‘53). La Scala è al centro di una rete di grandi teatri di tradizione, tutti a distanze facilmente colmabili, ma non certo con la rapidità di Aldo Baglio del trio comico Aldo, Giovanni e Giacomo nel loro fortunatissimo film Chiedimi se sono felice (2000): in ritardo alle prove di un’opera, butta la bicicletta davanti all’ingresso laterale (via Filodrammatici) del teatro di Milano e si ritrova all’interno del Ponchielli di Cremona. Voi ci
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potete arrivare in poco più di un’ora di auto o di treno e, nei dintorni, non dimenticate di visitare anche il Museo del violino intitolato ad Antonio Stradivari, l’iniziatore della grande tradizione locale di maestri liutai, al quale nel 1988 fu dedicato l’omonimo film per la televisione, diretto da Giacomo Battiato con Anthony Quinn e Stefania Sandrelli, girato in parte nel centro di Cremona. Un’altra oretta, scarsa, di strada e arriverete a Mantova, dove nel 2010 un grande regista come Marco Bellocchio ha curato e ripreso il Rigoletto di Verdi, interpretato da Placido Domingo, nei luoghi originali in cui è ambientato il libretto dell’opera. Nell’ordine, che potete seguire anche per visitarli, i set principali sono: Palazzo Te, la celebre villa destinata ai ricevimenti e agli “ozi” del duca di Mantova, costruita tra il 1525 e il 1535 per volere di Federico II Gonzaga; Palazzo Ducale, la residenza principale dei Gonzaga; la Rocca di Sparafucile, detta anche la Rocca del Rigoletto, antico presidio militare dei Gonzaga situato all’ingresso della città davanti al ponte di San Giorgio.
Milano, La Scala
The region of bel canto: from stage to screen Lombardy is also a paradise for opera enthusiasts. A tour for lovers of bel canto can only begin in the cathedral to opera, Teatro alla Scala in Milan, which by no coincidence provides one of the locations for two films devoted to two great Italian nineteenth century composers: Rossini! Rossini! (1991) by Mario Monicelli and Divine Armonie - Giuseppe Verdi [Divine Harmonies - Giuseppe Verdi] by Carmine Gallone (the original was made in 1938 and the remake in 1953). La Scala lies at the heart of a network of great theatres, all with great traditions and all quite easy to reach from one another, but not of course as quickly as Aldo Baglio, a member of the comedy trio Aldo, Giovanni and Giacomo, in their highly successful film Ask Me If I’m Happy (2000). When he arrives late for rehearsals, he leaves his bicycle outside the side entrance of La Scala in Via Filodrammatici in Milan and finds himself inside the Ponchielli Theatre
in Cremona. If you decide to make the same trip, it will take you about an hour by car or train, and when there don’t forget to visit the violin museum named in honour of Antonio Stradivari, who began the great local violin-making tradition and is the subject of the film for television of the same name made by Giacomo Battiato, with Anthony Quinn and Stefania Sandrelli, part of which is shot in the centre of Cremona. A little more than an hour away from here is Mantua, where in 2015 the great film director Marco Bellocchio recorded Rigoletto by Giuseppe Verdi with Placido Domingo, in the original locations in which the opera’s libretto is set. The order in which they appear in the opera, and in which you too can visit them, is: Palazzo Te, the famous villa used by the Duke of Mantua for receptions and other “idle” pastimes, built between 1525 and 1535 on the initiative of Federico II Gonzaga; Palazzo Ducale, the main residence of the Gonzaga family; Rocca di Sparafucile, also known as Rocca del Rigoletto, an old Gonzaga military garrison situated at the entrance to the city near San Giorgio bridge.
Mantova, Rigoletto a Mantova, Placido Domingo
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La presente pubblicazione viene realizzata e distribuita gratuitamente a scopi istituzionali e di promozione del territorio lombardo. Alcune immagini inserite sono di proprietà delle case di produzione che ne detengono i diritti. La loro pubblicazione non intende violare alcun copyright, è intesa come libera utilizzazione per fini di critica e promozione del territorio lombardo e non avviene a scopo di lucro. Qualora gli interessati ritenessero lesi eventuali diritti d’autore, sono pregati di comunicarlo via email all’indirizzo turismo@regione.lombardia.it This publication has been produced and is distributed free of charge for institutional purposes and to promote tourism in Lombardy. Some of the images in it are subject to copyright held by the production companies involved. The publication of these images is not therefore intended to infringe any intellectual property rights, but as fair use by a nonprofit organisation for the purposes of commentary and criticism and to promote the local area. If any interested party believes that their intellectual property rights have been infringed, please inform the regional administration by sending an email to: turismo@regione.lombardia.it
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Si ringrazia la Camera di Commercio di Como per la realizzazione di questo progetto nell’ambito dell’Accordo di Programma tra Regione Lombardia e Sistema Camerale lombardo. We would like to thank the Como Chamber of Commerce for the realisation of this project in the framework of the programme agreement between the Lombardy Regional Administration and the Lombardy Chamber of Commerce System.
CREDITI FOTOGRAFICI PHOTO CREDITS • Copertina Paul Ronald • Retro di copertina backstage “Piccolo mondo antico” di Mario Soldati • Archivio Aero Club Como • Archivio Lecco Film Commission • Archivio Provincia di Como settore Turismo • Archivio Fotografico provincia di Bergamo • Archivio Explora • Archivio Lombardia Film Commission • Archivio Regione Lombardia • Fotogrammi dei film citati • Foto pag. 4 Patrick Denker • Foto pag. 45 Giorgio Majno • Foto pag. 60-88 Massimo Telò • Foto pag. 80 Archivio fotografico Provincia di Bergamo • Foto pagg. 94-95 Umberto Barcella
BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE BIBLIOGRAPHY • Mauro D’Avino, Lorenzo Rumori, Simone Pasquali, Roberto Giani, Andrea Martinenghi, Milano, si gira! Gli scorci ritrovati del cinema di ieri (Gremese, 2012) • Marco Donna, Dall’Italia con amore. Guida alle location di James Bond in Italia (Edizioni Del Faro, 2012) • Emanuela Martini (a cura di), Colpire al cuore. Bergamo nel cinema (Sesaab, 2002) • Giulio Martini, I luoghi del cinema (Touring Club Italiano, 2005) • autori vari, 100 anni di cinema tra Como e Lecco 1895-1995 (Provincia di Como, 1996) • Le stelle del lago di Como (Camera di commercio di Como, 2011, testi di Pietro Berra) • Le stelle del lago di Como vol. 2 (Camera di commercio di Como, 2014, testi di Pietro Berra) • Cine.Guida-4 itinerari cinematografici per scoprire il lago (Camera di Commercio di Como, 2013, testi Guide turistiche della Provincia di Como) • Diego Pisati, Francesca Gambarini, Varese Hollywood (Macchione editore, 2006) • www.davinotti.it • www.cinetecamilano.it • www.cineturismo.it • www.filmcomlombardia.it • www.squadravolanteligera.com
LINK UTILI PER VISITARE LA LOMBARDIA USEFUL LINKS FOR VISITORS TO LOMBARDY www.in-lombardia.it www.turismo.regione.lombardia.it Milano www.turismo.milano.it Bergamo www.visitbergamo.net Brescia www.bresciatourism.it Como e Lecco www.lakecomo.it Cremona www.turismocremona.it Crema www.turismocrema.com Mantova www.turismo.mantova.it Lodi http://turismolodi.it Monza www.turismo.monza.it Pavia www.vivipavia.it Vigevano www.comune.vigevano.pv.it Varese www.vareselandoftourism.com Sondrio e Valtellina www.valtellina.it Lago di Garda www.visitgarda.com Lago d’Iseo www.iseolake.info Sabbioneta www.iatsabbioneta.org
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Testi/Text Pietro Berra Copyright Regione Lombardia Progetto/Project Newton Lab srl - gruppo 24ore newtonlab24.it Grafica/Design rb.studio [comunicazione visiva] rbstudiocomunicazionevisiva.com Traduzione testi/Translations Context srl traduzionicontext.it Stampato/Printed Larioprint 2016
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INDICE ANALITICO INDEX 133
INDICE ANALITICO INDEX • 007 Casino Royale (2006) di Martin Campbell pag. 45 • 007 Quantum of Solace (2008) di Marc Forster pag. 60, 70 • Addio alle armi/A farewell to arms (1957) di Charles Vidor e John Houston pag. 60 • Allegro non troppo (1976) di Bruno Bozzetto pag. 80 • Allonsanfàn (1974) di Paolo ed Emilio Taviani pag. 46, 48, 60, 72 • Amanti/A place of lovers (1968) di Vittorio De Sica pag. 125 • Antonia (2015) di Ferdinando Cito Filomarino pag. 56 • Benvenuti al Nord/ Welcome to the North (2012) di Luca Miniero pag. 21, 94 • Bianco, rosso e…/The sin (1972) di Alberto Lattuada pag. 99 • Bianco, rosso, giallo, rosa/The love factory (1964) di Massimo Mida pag. 84 • Boccaccio ’70 (1962) di Mario Monicelli, Federico Fellini, Luchino Visconti e Vittorio De Sica pag.18 • Cars 2 (2011) Brad Lewis e John Lasseter pag. 124 • Catwalk (1995) di Robert Leacock pag. 115 • Cavaliere del sogno/Life of Donizetti (1947) di Camillo Mastrocinque pag. 80 • Centochiodi/One hundred nails (2007) di Ermanno Olmi pag. 108 • C’era una volta in America/ Once upon a time in America (1984) di Sergio Leone pag.41 • Che bella giornata/What a beautiful day (2011) di Gennaro Nunziante pag. 48 • Chiedimi se sono felice/Ask me if I’m happy (2000) di Aldo, Giovanni, Giacomo e Massimo Venier pag. 128 • Claretta (1984) di Pasquale Squitieri pag. 68 • Colpire al cuore/Blow to the heart (1982) di Gianni Amelio pag. 77 • Come due coccodrilli/Like two crocodiles (1994) di Giacomo Campiotti pag. 52 • Corsa di primavera/Spring
race (1989) di Giacomo Campiotti pag. 52 • Cuori solitari/Lonely hearts (1970) di Franco Giraldi pag.75 • Eccezzziunale… veramente (1982) di Carlo Vanzina pag. 26 • Eccezzziunale… veramente. Capitolo secondo... me (2006) di Carlo Vanzina pag. 26 • Edipo Re/Oedipus Rex (1967) di Pier Paolo Pasolini pag. 94 • E venne un uomo/And there came a man (1965) di Ermanno Olmi pag. 82 • Fantasma d’amore/Ghost of love (1981) di Dino Risi Pag. 90 • Felice chi è diverso/Happy to be different (2013) di Gianni Amelio pag. 79 • Francesca e Nunziata/ Francesca and Nunziata (2001) di Lina Wertmüller pag. 72 • Frankenstein Unbound (1990) di Roger Corman pag. 41 • Giulietta degli spiriti/Juliet of the spirits (1964) di Federico Fellini pag. 80 • Giuseppe Verdi (1938) di Carmine Gallone pag. 128 • Grand Hotel (1932) di Edmund Goulding pag. 118 • Grand Prix (1966) di John Frankenheimer pag. 125 • Ho fatto splash/I made a splash (1980) di Maurizio Nichetti pag. 18 • Ieri, oggi, domani/Yesterday, today, tomorrow (1963) di Vittorio De Sica pag. 25, 66 • I figli di Annibale/Children of Hannibal (1998) di Davide Ferrario pag. 54 • I girasoli/Sunflower (1970) di Vittorio De Sica pag. 90 • Il capitale umano/Human capital (2013) di Paolo Virzì pag.64 • Il cappotto di Astrakan/The persian lamb coat (1980) di Marco Vicario pag. 62 • Il cielo in me. Vita irrimediabile di una poetessa/The sky in me. Irremediable life of a poet (2014) di Sabrina Bonaiti e Marco Ongania pag. 56 • Il giardino dei Finzi Contini/The garden of the Finzi-Continis (1970) di Vittorio De Sica pag. 32 • Il labirinto della passione/ The pleasure garden (1925) di
Alfred Hitchcock pag. 42 • Il lago di Como visto da Yann Arthus-Bertrand/Lake Como seen by Yann Arthus-Bertrand (2015) di Yann Arthus-Bertrand pag. 7 • Il letto in piazza/Sex diary (1975) di Bruno Gaburro pag. 70 • Il maestro di Vigevano/The teacher from Vigevano (1963) di Elio Petri pag. 93 • Il magnifico cornuto/The magnificent cuckold (1964) di Antonio Pietrangeli pag. 72 • Il mestiere delle armi/The profession of arms (2001) di Ermanno Olmi pag. 106 • Il mio domani/My tomorrow (2011) di Marina Spada pag. 22 • Il mulino del Po/The mill of the Po (1949) di Alberto Lattuada pag. 108 • Il portaborse/The yes man (1991) di Daniele Luchetti pag. 108 • Il pretore/The pretor (2014) di Giulio Base pag. 62 • Il tempo dei gitani/Time of the Gypsies (1988) di Emir Kusturica pag.14 • Il vedovo/The widow (1959) di Dino Risi pag. 16 • Il violino rosso/The red violin (1996) di François Girard pag. 104 • Innamorato pazzo/Madly in love (1981) di Castellano & Pipolo pag. 42 • Io, Arlecchino (2015) di Matteo Bini e Giorgio Pasotti pag. 82 • Io e il Duce/Mussolini and I (1985) di Alberto Negrin pag. 68 • I promessi sposi/The betrothed (1941) di Mario Camerini pag. 120 • I ragazzi di via Panisperna/ Via Panisperna boys (1985) di Gianni Amelio pag. 42 • I secondi vent’anni/Second twenty (2015) di Park Heung-Sik pag. 126 • La bella di Lodi/The beauty of Lodi (1963) di Mario Missiroli pag. 96 • La cura del Gorilla/The Gorilla’s care (2006) di Carlo Sigon pag. 104 • La donna del fiume/River girl (1954) di Mario Soldati pag. 98 • Ladyhawke (1985) di Richard
Donner pag. 106 • La febbre/The fever (2005) di Alessandro D’Alatri pag. 102 • L’albero degli zoccoli/The three of wooden clogs (1978) di Ermanno Olmi pag. 26, 84 • La memoria del domani. Il patrimonio Unesco della Lombardia/Memories of tomorrow. The Unesco heritage of Lombardy (2015) di Teresa Sala pag. 110 • La notte/The night (1961) di Michelangelo Antonioni pag. 21 • La partita - La difesa di Luzhin/The Luzhin defence (2001) di Marleen Gorris pag. 42, 82 •La peggior settimana della mia vita/The worst week of my life (2011) di Alessandro Genovesi pag. 38 • La poliziotta/Policewoman (1974) di Steno pag. 75 • La signora di tutti/ Everybody’s woman (1934) di Max Ophuls pag. 48 • La stanza del vescovo/The bishop’s room (1977) di Dino Risi pag. 62 • La tragedia di un uomo ridicolo/Tragedy of a ridiculous man (1981) di Bernardo Bertolucci pag. 100 • La vita agra/It’s a hard life (1964) di Carlo Lizzani pag. 21 • Le due vite di Mattia Pascal/The two lives of Mattia Pascal (1984) di Mario Monicelli pag. 80 • Leonardo chi?/Leonardo who? (2010) di Salvatore Nocita pag. 28 • L’ombra del sospetto/The other man (2008) di Richard Eyre pag. 42 • Lo Svitato/The Screwball (1956) di Carlo Lizzani pag. 16 • Love in Milan (2014) di Li Chen Kai pag. 126 • Lumière en Italie (1896-99) di Auguste Lumière pag. 12, 30 • L’uomo d’acqua dolce/ The Fresh Water Man (1996) di Antonio Albanese pag. 52 • Made in Milan (1990) di Martin Scorsese pag. 114 • Magic card (2015) di Jiang Guomin pag. 126 • Malombra (1942) di Mario Soldati pag. 45 • Mani di velluto/Velvet
hands (1979) di Castellano e Pipolo pag. 30 • Marrakech Express (1989) di Gabriele Salvatores pag. 26 • Milano calibro 9/Caliber 9 (1972) di Fernando Di Leo pag. 25 • Miracolo a Milano/Miracle in Milan (1951) di Vittorio De Sica pag. 14 • Miss Arizona (1987) di Pal Sandor pag. 70 • Mussolini ultimo atto/The last 4 days (1971) di Carlo Lizzani pag.66 • Notte d’estate con profilo greco, occhi a mandorla e odore di basilico/Summer night with Greek profile, almond eyes and scent of basil (1986) di Lina Wertmüller pag. 70 • Novecento/1900 (1976) di Bernardo Bertolucci pag. 88, 108 • Ocean’s Twelve (2004) di Steven Soderbergh pag. 42 • Only you (2014) di Zhang Hao pag. 127 • Paura e amore/Love and fear (1988) di Margarethe von Trotta pag. 90 • Piccolo mondo antico/Little ancient world (1941) di Mario Soldati pag. 45 • Poesia che mi guardi/Poetry you see me (2009) di Marina spada pag. 56 • Porco Rosso (1992) di Hayao Miyazaki pag. 6 • Primo amore/First love (1978) di Dino Risi pag. 80 • Quando sei nato non puoi più nasconderti/Once you’re born you can no longer hide (2005), Marco Tullio Giordana pag. 72 • Radiofreccia/Radio Arrow (1998) di Luciano Ligabue pag. 88 • Rangbaaz (2013) di Debajit Chandra pag. 117 • Ratataplan (1979) di Maurizio Nichetti pag. 18 • Renzo e Lucia (2004) di Francesca Archibugi pag. 120 • Rigoletto a Mantova/Rigoletto from Mantua (2010) di Marco Bellocchio pag. 128 • Rocco e i suoi fratelli/Rocco and his brothers (1961) di Luchino Visconti pag. 12, 38 • Rossini!Rossini! (1991) di Mario Monicelli pag. 128
• Rupi del vino/Wine cliffs (2009) di Ermanno Olmi pag. 51 • Segni particolari: bellissimo/ Distinguishing features: beautiful, 1983, di Castellano e Pipolo pag. 52 • Si alza il vento/The wind rises (2015) di Hayao Miyazaki pag. 21 • Soldato semplice/Simple soldier (2015) di Paolo Cevoli pag. 51 • Somewhere (2010) di Sofia Coppola pag. 18 • Sono fotogenico/I’m photogenic (1980) di Dino Risi pag. 62 • Sotto il vestito niente/ Nothing underneath (1985) di Carlo Vanzina pag. pag.21 • Star Wars: Episodio II-L’attacco dei Cloni/Star Wars: Episode II-Attack of the Clones (2002) di George Lucas pag. 45 • Stradivari (1988) di Giacomo Battiato pag. 128 • Superstition (2001) di Kenneth Hope pag. 64 • Teorema (1968) di Pier Paolo Pasolini pag. 93 • The International (2009) di Tom Tikwer pag. 21 • Tre passi nel delirio/Spirits of the dead (1968) di Roger Vadim, Louis Malle e Federico Fellini pag. 75 • Totò, Peppino e la Malafemmina/Totò, Peppino and the Hussy (1956) di Camillo Mastrocinque pag. 12 • Una breve vacanza/A brief vacation (1973) di Vittorio De Sica pag. 51 • Un attimo, una vita/Bobby Deerfield (1977) di Sidney Pollack pag. 38,52 • Una vita difficile/A difficult life (1961) di Dino Risi pag. 45 • Un mese al lago/A month by the lake (1995) di John Irvin pag. 38, 42, 45 • Vallanzasca: gli angeli del male/Angel of Evil (2011) di Michele Placido pag. 96 • Venga a prendere il caffè da noi/Come have coffee with me (1970) di Alberto Lattuada pag. 62
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