SISTEMA ORTI E COLTIVAZIONE ALOE
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Un Altro Mediterraneo. Progetti per Paesaggi critici A cura di Daniela Colafranceschi
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Coordinamento editoriale di Fabio Manfredi Progetto grafico di Fabio Manfredi e Alessandro Battaglia
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SCALA 1:500
UNIVERSITA’DEGLISTUDIMEDITERRANEADIREGGIOCALABRIAFACOLTA’DIARCHITETTURACORSODILAUREAINARCHITETTURAQUINQUENNALE TESI:PARCODELTACOATENERIFE_RELATORE:PROF.DANIELACOLAFRANCESCHI_CORRELATORE:ARCH.ELENASANTANGELO_STUDENTESSA:VITTORIAPARRETTA_MAT.84295
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UN ALTRO MEDITERRANEO. PROGETTI PER PAESAGGI CRITICI Daniela Colafranceschi (ed.)
Daniela Colafranceschi. Architetto, Dottore in Progettazione Architettonica, è Professore Ordinario in Architettura del Paesaggio all’Università degli Studi ‘Mediterranea’ di Reggio Calabria – Dipartimento dArTe, dove insegna dal 1991. Ha svolto la borsa di studio CNR NATO 1998-99 sul tema dello spazio pubblico a Barcellona ed è stata consulente per il Comune di Barcellona – Dipartimento Progetti Urbani (1996-99). E’ stata Direttore Scientifico del Programma europeo IP “Changing Landscapes. Mediterranean Sensitive Areas Design” dell’Università Mediterranea (2008-11). Svolge Visiting, Seminari di Studio e Workshop in numerose Università italiane e straniere. Tra le sue opere, i giardini effimeri di Fara Sabina (Roma, 1993), Chaumont-Sur-Loire (Francia, 1996), Canet de Mar (Barcellona, 1999) Girona (Barcellona 2002), per il quale ha ottenuto il Premis FAD arquitectura espai efimer, nel 2003 e per il Festival del Giardino e del Paesaggio 2013 (progetto vincitore). Ha già pubblicato i volumi: Architettura in superficie, (Gangemi, Roma, 1995); Sull’involucro in architettura, (Ed. Librerie Dedalo, Roma, 1996); Mirades foranes: lectures ibèriques, (Col·legi d’Arquitectes de Barcelona, Barcellona, 2006); Landscape+100 words to inhabit it/ Landscape+100 palabras para habitarlo, (Gustavo Gili, Barcellona 2007); Un Mediterraneo. Progetti per Paesaggi Critici, (Alinea, Firenze 2007); Changing Landscapes. Mediterranean Sensitive Areas Design, (Alinea, Firenze 2010), TAV4 Carme Pinòs Arquitecturas, (Gustavo Gili, Barcellona 2015) e diretto tra il 2000 e 2011 la collana di libri di paesaggio “Land&Scapes” (Gustavo Gili, Barcellona) per la quale ha ottenuto la menzione d’onore al Premis FAD Pensamiento y Critica nel 2011.
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UN ALTRO MEDITERRANEO PROGETTI PER PAESAGGI CRITICI Daniela Colafranceschi (ed.)
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Progetti di: Marina Aitala, Alessio Andaloro, Alessandro Battaglia, Giuseppe Bonavita, Claudio Coltello, Antonio Costa, Giovanni Criseo, Rossana Cuticchia, Adele D’Andrea, Alberto D’Angelo, Angela Denaro, Marzia Faranda, Laura Faroti, Dionigi Gerace, Ilde Graziano, Sara La Piana, Elisa Maccarrone, Fabrizio Mangione, Andrea Massimino, Giuseppina Mellino, Concetta Messineo, Ivan Multari, Francesca Palmisano, Vittoria Parretta, Antonella Salvadore, Michelangelo Scriva, Giovanna Vadalà, Tany Vazzana. Traduzioni dall’inglese (testo di Imen Benkirane) dal Castigliano (Juan Manuel Palerm) e dal Catalano (Pere Sala) di Daniela Colafranceschi Pubblicazione realizzata grazie al contributo del Dipartimento dArTe – Università degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria e in crowdfunding, con docenti, assistenti, e gli ormai dottori in Architettura.
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UNIVERSITA’DEGLISTUDIMEDITERRANEADIREGGIOCALABRIAFACOLTA’DIARCHITETTURACORSODILAUREAINARCHITETTURAQUINQUENNALE
TESI:PARCODELTACOATENERIFE_RELATORE:PROF.DANIELACOLAFRANCESCHI_CORRELATORE:ARCH.ELENASANTANGELO_STUDENTESSA:VITTORIAPARRETTA_MAT.84295 ‘Mediterraneo’ è un pensiero, una attitudine di progetto, una cultura di leggere e interpretare i nostri territori, i nostri spazi, le nostre città. E’ una dimensione dalle molte nevralgie e criticità, in cui il progetto di paesaggio può istruirsi come strategia, come sistema, come dispositivo, laddove costruisce una interfaccia tra valori fisici e concettuali differenti. Questo libro, può legittimamente considerarsi in diretta continuità con Un Mediterraneo. Progetti per Paesaggi critici, (Alinea, 2007) e prosegue la raccolta di riflessioni, temi e progetti, sviluppati nelle tesi di laurea in Architettura del MASTERPLAN Paesaggio- in continuità con i Laboratori di Sintesi, condotti nell’Università Mediterranea di Reggio Calabria - e discusse da allora fin qui.
17 € 24,00
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Daniela Colafranceschi. Architetto, Dottore in Progettazione Architettonica, è Professore Ordinario in Architettura del Paesaggio all’Università degli Studi ‘Mediterranea’ di Reggio Calabria – Dipartimento dArTe, dove insegna dal 1991. Ha svolto la borsa di studio CNR NATO 1998-99 sul tema dello spazio pubblico a Barcellona ed è stata consulente per il Comune di Barcellona – Dipartimento Progetti Urbani (1996-99). E’ stata Direttore Scientifico del Programma europeo IP “Changing Landscapes. Mediterranean Sensitive Areas Design” dell’Università Mediterranea (2008-11). Svolge Visiting, Seminari di Studio e Workshop in numerose Università italiane e straniere. Tra le sue opere, i giardini effimeri di Fara Sabina (Roma, 1993), Chaumont-Sur-Loire (Francia, 1996), Canet de Mar (Barcellona, 1999) Girona (Barcellona 2002), per il quale ha ottenuto il Premis FAD arquitectura espai efimer, nel 2003 e per il Festival del Giardino e del Paesaggio 2013 (progetto vincitore). Ha già pubblicato i volumi: Architettura in superficie, (Gangemi, Roma, 1995); Sull’involucro in architettura, (Ed. Librerie Dedalo, Roma, 1996); Mirades foranes: lectures ibèriques, (Col·legi d’Arquitectes de Barcelona, Barcellona, 2006); Landscape+100 words to inhabit it/ Landscape+100 palabras para habitarlo, (Gustavo Gili, Barcellona 2007); Un Mediterraneo. Progetti per Paesaggi Critici, (Alinea, Firenze 2007); Changing Landscapes. Mediterranean Sensitive Areas Design, (Alinea, Firenze 2010), TAV4 Carme Pinòs Arquitecturas, (Gustavo Gili, Barcellona 2015) e diretto tra il 2000 e 2011 la collana di libri di paesaggio “Land&Scapes” (Gustavo Gili, Barcellona) per la quale ha ottenuto la menzione d’onore al Premis FAD Pensamiento y Critica nel 2011.
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Progetti di: Marina Aitala, Alessio Andaloro, Alessandro Battaglia, Giuseppe Bonavita, Claudio Coltello, Antonio Costa, Giovanni Criseo, Rossana Cuticchia, Adele D’Andrea, Alberto D’Angelo, Angela Denaro, Marzia Faranda, Laura Faroti, Dionigi Gerace, Ilde Graziano, Sara La Piana, Elisa Maccarrone, Fabrizio Mangione, Andrea Massimino, Giuseppina Mellino, Concetta Messineo, Ivan Multari, Francesca Palmisano, Vittoria Parretta, Antonella Salvadore, Michelangelo Scriva, Giovanna Vadalà, Tany Vazzana. Traduzioni dall’inglese (testo di Imen Benkirane) dal Castigliano (Juan Manuel Palerm) e dal Catalano (Pere Sala) di Daniela Colafranceschi Pubblicazione realizzata grazie al contributo del Dipartimento dArTe – Università degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria e in crowdfunding, con docenti, assistenti, e gli ormai dottori in Architettura.
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Vorrei dedicare questo libro agli studenti della Mediterranea di Reggio Calabria, e a tutti coloro che lo sono stati. Da 25 anni il più grande regalo che ricevo è il loro intessere idee e curiosità in quello che impariamo insieme e, ritrovarli nel mondo, alimenta di bellezza ed emozione un dialogo che continua e ‘abitiamo’. dc
UN ALTRO MEDITERRANEO. PROGETTI PER PAESAGGI CRITICI Daniela Colafranceschi
© Altralinea Edizioni s.r.l. – 2015 Via P.L. da Palestrina 17/19 rosso – 50144 Firenze Tel. +39 055 333428 info@altralinea. it www.altralineaedizioni.it tutti i diritti sono riservati: nessuna parte può essere riprodotta in alcun modo (compresi fotocopie e microfilms) senza il permesso scritto dalla Casa Editrice ISBN 978-88-98743-47-6 Finito di stampare nel luglio 2015 Stampa: Bandecchi&Vivaldi - Pontedera (Pisa) www.bandecchievivaldi.com
UN ALTRO MEDITERRANEO PROGETTI PER PAESAGGI CRITICI Daniela Colafranceschi (ed.)
NOTE INTRODUTTIVE PROLOGO p 6 Daniela Colafranceschi PAESAGGI DIDATTICI, PAESAGGI DI RICERCA Gianfranco Neri
p 8
ABITARE E APPRENDERE IL PAESAGGIO Gian Piero Donin
p 11
INSEGNARE PAESAGGIO p 14 Daniela Colafranceschi
CALABRIA E SICILIA
p 19
PAESAGGI IN ATTESA p 24 Fabio Manfredi PROGETTI Alessio Andaloro p 29 Giovanna Vadalà p 36 Elisa Maccarrone p 43 Giuseppe Bonavita p 50 Angela Denaro - Adele D’Andrea p 57 Rossana Cuticchia p 64 Dionigi Gerace p 70 Marina Aitala p 76 Sara La Piana p 82
MAROCCO p 87
IL PAESAGGIO IN MAROCCO COME PRIORITÀ NAZIONALE p 92 Imen M. Benkirane
PROGETTI Tany Vazzana - Francesca Palmisano p 98 Concetta Messineo p 104 Giuseppina Mellino p 110 Michelangelo Scriva p 118 Claudio Coltello - Fabrizio Mangione p 124 Antonio Costa p 130
CANARIE
p 137
SULL’ECONOMIA, LA SOSTENIBILITÀ E IL PAESAGGIO Juan Manuel Palerm Salazar
p 142
PROGETTI Alessandro Battaglia Vittoria Parretta Andrea Massimino Giovanni Criseo - Antonella Salvadore Ivan Multari Alberto D’Angelo Ilde Graziano - Laura Faroti
OLANDA
p 152 p 158 p 164 p 170 p 176 p 182 p 188
p 195
PAESAGGI DI DUNE Fabio Manfredi
p 198
PROGETTI Marzia Faranda
RIFLESSIONI
p 204
p 211
PAESAGGIO EDUCAZIONE Alessandra Romeo
p 212
LINEARSCAPE Fabio Manfredi
p 215
AGRISCAPE. Esperienze Didattiche di Agricoltura Urbana Letizia Schiavone
p 219
PEOPLESCAPE Giovanna Vadalà
p 224
ECOLOGIA - DESIGN - PAESAGGIO Stefania Condurso
p 229
EPILOGO
p 235
MAPPE, PAESAGGIO E PROGETTO Pere Sala
p 236
Linearscapes Fabio Manfredi
Camminare ha fatto sempre parte della routine quotidiana e, nonostante l’incessante promozione dell’uso di veicoli iniziata negli anni cinquanta, il futuro punta sicuramente verso una crescente importanza del camminare. La crisi economica e ambientale in generale ci costringe a pianificare una mobilità sostenibile per il futuro, quella che definiamo eco-mobility, smart mobility o green mobility, in cui il “walking” avrà senza dubbio un ruolo determinate. Tuttavia, la mobilità pedonale ha ancora potenzialità inespresse per chi ha il compito di progettare e costruire l’ambiente sostenibile. Negli ultimi decenni c’è stata molta ricerca sulla mobilità, sulle relazioni tra infrastrutture (autostrade e ferrovie) e il paesaggio, ma poco è stato fatto in materia d’infrastrutture per la mobilità pedonale e il paesaggio contemporaneo. Eppure sappiamo che il camminare ha sempre prodotto architettura e paesaggio. Come nota Francesco Careri (2002) “la prima azione estetica dall’uomo sul territorio è stata la costruzione di un percorso”1; il paesaggio è nato quando l’uomo ci ha camminato dentro, l’ha mappato, gli ha assegnato un nome e un significato. Il “camminare” ha prodotto sentieri e percorsi; ha generato concezioni locali e transcontinentali di spazio, ha plasmato città, parchi, e ha ispirato una vasta libreria di racconti e poesie “on the road” che rivelano una forte relazione tra camminare e paesaggio. Sappiamo che negli anni venti e settanta, con l’avanguardia del movimento Dadaista, del Surrealismo, Lettrizionismo, Minimalismo e della Landart, andare a zonzo è diventato anche un modo di fare arte, sperimentando e scoprendo luoghi sconosciuti. Sappiamo soprattutto che oggi, rispetto al passato, camminare ha un significato molto più inclusivo e meno soggettivo. È un atto puramente pratico, un modo ecologico e sostenibile di locomozione ma è soprattutto “Wanderlust”2, piacere e godimento dei luoghi, a volte gesto trasgressivo e affermazione di libertà. Si cammina sempre più per compiere un’esperienza individuale o collettiva di piacere, intenzionalmente o inconsciamente, per produrre relazioni tanto interne quanto esterne, con se stessi, con altri individui o con un luogo. Come nota la scrittrice Rebecca Solnit, camminando “si moltiplicano i piedi, gli occhi e le orecchie, e quindi anche i desideri, le deviazioni, gli incontri: si moltiplicano le interazioni con il territorio”. Camminare sottintende un andare piano guardandosi intorno osservando le cose che s’incontrano, soffermandosi a chiacchierare con gli altri, sostando a sentire i rumori, i silenzi, e a cogliere tutto ciò che il paesaggio emana. 1 F. Careri, Walkscapes. Camminare come pratica estetica, Einaudi 2006 2 R. Solnit, Wanderlust: A History of Walking, Penguin Books 2000
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Per l’antropologo David Le Breton significa aprirsi al mondo poiché induce “la varietà delle impressioni, l’attesa, serena o ansiosa, di sorprese, ma anzitutto il lato meraviglioso dei rapporti con persone che ci sono nuove ed estranee”3. Le Breton sostiene che passeggiando in un luogo ne intraprendiamo contemporaneamente una lettura che, declinata in diverse forme e con vari esiti, rappresenta un’indagine di fenomeni altrimenti invisibili. È una lettura che permette di penetrare nell’essenza del paesaggio, cogliendone le sue molteplici dimensioni e la sua logica. Secondo il geografo Joan Nogué4 “il paesaggio non si potrebbe apprezzare né scoprire, […] senza quello stato d’animo ricettivo che genera il passeggio”. Dal mondo dell’arte e della storia, camminare è diventato una sorta di terreno comune a geografi, antropologi, sociologi, coreografi, fotografi, scrittori. Eppure le discipline spaziali come l’architettura, l’architettura del paesaggio, l’urbanistica, curiosamente si sono interessate poco alla comprensione del movimento delle persone in relazione alla loro comprensione del paesaggio e dell’ambiente e ancor meno alla relazione che intercorre tra la pianificazione della mobilità e il fare paesaggio. Il focus del mio lavoro di ricerca negli ultimi anni è la relazione tra strategie di mobilità pedonale e progettazione del paesaggio. Questa ricerca si concentrata su una visione della mobilità come ricerca e disciplina progettuale strategica che coinvolge non solo i problemi spaziali, ma anche questioni ambientali, culturali, sociali. Lo studio non si limita a una specifica disciplina – urbanistica, architettura del paesaggio, progettazione urbana – ma si configura come un approccio multidisciplinare e ‘olistico’. La mobilità pedonale è studiata da diversi punti di vista: percezione del paesaggio, antropologia, morfologia, sociologia, geografia umana. Nel corso degli anni, questa indagine è stata implementata e testata nel laboratorio di laurea all’Università Mediterranea di Reggio Calabria. Le sperimentazioni progettuali raccontate nelle pagine di questo libro sono state condotte in paesaggi di limite; spazi che ancora non si riescono a vedere, che sfuggono allo sguardo e alla cultura della gente ma che sono potenzialmente paesaggio: quelli che i Surrealisti chiamavano “Paesaggi Inconsci”, Robert Smithson “Paesaggi Entropici”, Gilles Clément “Terzo Paesaggio”, ovvero vuoti, interstizi e frange ancora da registrare e definire. Queste sperimentazioni sono state affrontate spesso con il preciso obiettivo di riuscire a vedere e mostrare questo “scarto” come paesaggio, e quindi di creare – attraverso il progetto – le condizioni necessarie per andarci, camminarci, viverci e percepirli come opportunità. “I luoghi disturbati, complessi e caratterizzati da contrasti di scala, rappresentano una sfida ai modi convenzionali di rappresentazione” nota la paesaggista americana Linda Pollak. “Come può un progettista approfondire lo studio di un luogo segnato dall’abbandono, dal degrado e dalla sua esclusione dalle storie ufficiali? Un sito marginale, culturalmente invisibile, spesso non è rappresentabile nel senso più letterale del termine. Alcune delle più importanti battaglie per la rigenerazione urbana hanno a che fare con la trasformazione della percezione di un sito.” 3 D. Le Breton, Il mondo a piedi. Elogio alla Marcia, 2001 4 J. Nogué, Entre Paisajes, S.A. Ambit Serveis Editorials 2009
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Si è affrontato il tema del recupero degli scarti di molte città cercando di prevedere come la presenza delle persone e la loro mobilità possa influenzare le performance dei luoghi – dalla scala della città a quella di una strada o di una piazza – e come i comportamenti sociali, economici o ambientali possano trasformare gradualmente il senso del paesaggio. Focalizzando l’attenzione su quella relazione che esiste tra accessibilità, mobilità e progetto di paesaggio, sono stati identificati i sentieri battuti e individuati possibili percorsi di riabilitazione in differenti contesti sensibili. Si è spesso scelta una riqualificazione determinando il “modo” con cui si va da un punto all’altro della città o del quartiere e suggerendo come si possa valorizzare quello che esiste tra A e B. Si sono sperimentati nuovi percorsi, rimovendo, sostituendo e re-inserendo gli elementi del paesaggio lungo la linea del tracciato – sia in termini fisici sia di significato – determinando una diversa trama ordinatrice. A Messina come a Tenerife o IJmuiden sono stati pensati progetti di paesaggio complessi che intendono stabilire la linea che va dal punto A al punto B determinando quello che sta nel mezzo ovvero progettando i paesaggi intermedi. Molti progetti allo stesso tempo vogliono essere “linee con vista” sul paesaggio, spazi lineari che hanno la possibilità di ridefinire intere parti di territorio guidandone progressivamente la mobilità e l’uso. Come suggerisce Bernard Lassus, “un percorso è una strada che passa e fa scoprire e non una strada che attraversa”. È fondamentale per la fruizione del paesaggio perché ci permette di registrare quella sequenza di vedute che cambiano e che lo rappresentano. È dunque uno strumento attraverso il quale percepire il paesaggio ovvero una sequenza di lettura della sua struttura sintattica. Il layout e la modalità di percorrenza di un percorso definiscono il modo in cui si va da A a B e determinano la capacità di collegare due punti estremi ma anche molti punti (paesaggi) intermedi5. Un percorso può, infatti, suggerire cambiamenti di velocità, rallentamenti, può estendere il “viaggio” con lo scopo di capire e comprendere e apprezzare l’intorno. Può introdurre in questo modo profondità al progetto e diventare sistema di ancoraggio e di dialogo con un contesto più ampio creando continue relazioni. Un percorso è, in questo senso, sia lo spazio adibito alla passeggiata sia i luoghi che si attraversano o che si ammirano soltanto. Le aree limitrofe sono spazio intermedio che non appartiene esclusivamente all’architettura del percorso o al luogo, ma contemporaneamente a entrambi. Queste aree esplicitano la relazione tra la il progetto e il paesaggio che l’accoglie; sono “porte di comunicazione del paesaggio” come le definirebbe Bernard Lassus. Queste sono state le premesse del lavoro svolto con gli studenti della “Mediterranea” che ha avuto l’obiettivo di pensare a città, quartieri, territori meno indiffenti agli “utenti”, concedendo agli stessi la possibilità di mettere le mani e di mutare in qualche modo l’ambiente che attraversano, consentendogli l’uso, la possibilità di entrare in contatto con l’intorno e fare attività di conoscenza, determinando così nuove coordinate e nuovi riferimenti. 5 F. Manfredi, Linearscape, Meaning of a path in landscape, Altralinea 2014
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Il geografo Eugenio Turri6 afferma che, in un paesaggio come in un teatro, quando camminiamo siamo attori e spettatori allo stesso tempo, siamo interpreti che recitano una parte partecipando fisicamente con il movimento, ma anche testimoni e percettori dei valori che il paesaggio offre alla vista. Siamo attori/insiders ma anche spettatori/outsiders. Abbiamo spesso ricercato con il progetto l’ambivalenza di essere insiders/outsiders, fuori e dentro l’architettura, fuori e dento il paesaggio, di essere spettatori di una rappresentazione ma esserne contemporaneamente parte attiva come attori protagonisti. 6 E. Turri, Il paesaggio come teatro, Marsilio 2006
RO&AD Architecten, Moses Bridge, Halsteren, 2010, (©RO&AD architecten) West8 - Garden of 10.000 Bridges, Xi’an, 2011, (©Jeremi Bigosinski - Rem)
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Un Altro Mediterraneo. Progetti per Paesaggi critici A cura di Daniela Colafranceschi
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UNIVERSITA’DEGLISTUDIMEDITERRANEADIREGGIOCALABRIAFACOLTA’DIARCHITETTURACORSODILAUREAINARCHITETTURAQUINQUENNALE TESI:PARCODELTACOATENERIFE_RELATORE:PROF.DANIELACOLAFRANCESCHI_CORRELATORE:ARCH.ELENASANTANGELO_STUDENTESSA:VITTORIAPARRETTA_MAT.84295
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UN ALTRO MEDITERRANEO. PROGETTI PER PAESAGGI CRITICI Daniela Colafranceschi (ed.)
Daniela Colafranceschi. Architetto, Dottore in Progettazione Architettonica, è Professore Ordinario in Architettura del Paesaggio all’Università degli Studi ‘Mediterranea’ di Reggio Calabria – Dipartimento dArTe, dove insegna dal 1991. Ha svolto la borsa di studio CNR NATO 1998-99 sul tema dello spazio pubblico a Barcellona ed è stata consulente per il Comune di Barcellona – Dipartimento Progetti Urbani (1996-99). E’ stata Direttore Scientifico del Programma europeo IP “Changing Landscapes. Mediterranean Sensitive Areas Design” dell’Università Mediterranea (2008-11). Svolge Visiting, Seminari di Studio e Workshop in numerose Università italiane e straniere. Tra le sue opere, i giardini effimeri di Fara Sabina (Roma, 1993), Chaumont-Sur-Loire (Francia, 1996), Canet de Mar (Barcellona, 1999) Girona (Barcellona 2002), per il quale ha ottenuto il Premis FAD arquitectura espai efimer, nel 2003 e per il Festival del Giardino e del Paesaggio 2013 (progetto vincitore). Ha già pubblicato i volumi: Architettura in superficie, (Gangemi, Roma, 1995); Sull’involucro in architettura, (Ed. Librerie Dedalo, Roma, 1996); Mirades foranes: lectures ibèriques, (Col·legi d’Arquitectes de Barcelona, Barcellona, 2006); Landscape+100 words to inhabit it/ Landscape+100 palabras para habitarlo, (Gustavo Gili, Barcellona 2007); Un Mediterraneo. Progetti per Paesaggi Critici, (Alinea, Firenze 2007); Changing Landscapes. Mediterranean Sensitive Areas Design, (Alinea, Firenze 2010), TAV4 Carme Pinòs Arquitecturas, (Gustavo Gili, Barcellona 2015) e diretto tra il 2000 e 2011 la collana di libri di paesaggio “Land&Scapes” (Gustavo Gili, Barcellona) per la quale ha ottenuto la menzione d’onore al Premis FAD Pensamiento y Critica nel 2011.
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Progetti di: Marina Aitala, Alessio Andaloro, Alessandro Battaglia, Giuseppe Bonavita, Claudio Coltello, Antonio Costa, Giovanni Criseo, Rossana Cuticchia, Adele D’Andrea, Alberto D’Angelo, Angela Denaro, Marzia Faranda, Laura Faroti, Dionigi Gerace, Ilde Graziano, Sara La Piana, Elisa Maccarrone, Fabrizio Mangione, Andrea Massimino, Giuseppina Mellino, Concetta Messineo, Ivan Multari, Francesca Palmisano, Vittoria Parretta, Antonella Salvadore, Michelangelo Scriva, Giovanna Vadalà, Tany Vazzana. Traduzioni dall’inglese (testo di Imen Benkirane) dal Castigliano (Juan Manuel Palerm) e dal Catalano (Pere Sala) di Daniela Colafranceschi Pubblicazione realizzata grazie al contributo del Dipartimento dArTe – Università degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria e in crowdfunding, con docenti, assistenti, e gli ormai dottori in Architettura.
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TESI:PARCODELTACOATENERIFE_RELATORE:PROF.DANIELACOLAFRANCESCHI_CORRELATORE:ARCH.ELENASANTANGELO_STUDENTESSA:VITTORIAPARRETTA_MAT.84295 ‘Mediterraneo’ è un pensiero, una attitudine di progetto, una cultura di leggere e interpretare i nostri territori, i nostri spazi, le nostre città. E’ una dimensione dalle molte nevralgie e criticità, in cui il progetto di paesaggio può istruirsi come strategia, come sistema, come dispositivo, laddove costruisce una interfaccia tra valori fisici e concettuali differenti. Questo libro, può legittimamente considerarsi in diretta continuità con Un Mediterraneo. Progetti per Paesaggi critici, (Alinea, 2007) e prosegue la raccolta di riflessioni, temi e progetti, sviluppati nelle tesi di laurea in Architettura del MASTERPLAN Paesaggio- in continuità con i Laboratori di Sintesi, condotti nell’Università Mediterranea di Reggio Calabria - e discusse da allora fin qui.
17 € 24,00
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Daniela Colafranceschi. Architetto, Dottore in Progettazione Architettonica, è Professore Ordinario in Architettura del Paesaggio all’Università degli Studi ‘Mediterranea’ di Reggio Calabria – Dipartimento dArTe, dove insegna dal 1991. Ha svolto la borsa di studio CNR NATO 1998-99 sul tema dello spazio pubblico a Barcellona ed è stata consulente per il Comune di Barcellona – Dipartimento Progetti Urbani (1996-99). E’ stata Direttore Scientifico del Programma europeo IP “Changing Landscapes. Mediterranean Sensitive Areas Design” dell’Università Mediterranea (2008-11). Svolge Visiting, Seminari di Studio e Workshop in numerose Università italiane e straniere. Tra le sue opere, i giardini effimeri di Fara Sabina (Roma, 1993), Chaumont-Sur-Loire (Francia, 1996), Canet de Mar (Barcellona, 1999) Girona (Barcellona 2002), per il quale ha ottenuto il Premis FAD arquitectura espai efimer, nel 2003 e per il Festival del Giardino e del Paesaggio 2013 (progetto vincitore). Ha già pubblicato i volumi: Architettura in superficie, (Gangemi, Roma, 1995); Sull’involucro in architettura, (Ed. Librerie Dedalo, Roma, 1996); Mirades foranes: lectures ibèriques, (Col·legi d’Arquitectes de Barcelona, Barcellona, 2006); Landscape+100 words to inhabit it/ Landscape+100 palabras para habitarlo, (Gustavo Gili, Barcellona 2007); Un Mediterraneo. Progetti per Paesaggi Critici, (Alinea, Firenze 2007); Changing Landscapes. Mediterranean Sensitive Areas Design, (Alinea, Firenze 2010), TAV4 Carme Pinòs Arquitecturas, (Gustavo Gili, Barcellona 2015) e diretto tra il 2000 e 2011 la collana di libri di paesaggio “Land&Scapes” (Gustavo Gili, Barcellona) per la quale ha ottenuto la menzione d’onore al Premis FAD Pensamiento y Critica nel 2011.
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UN ALTRO MEDITERRANEO PROGETTI PER PAESAGGI CRITICI Daniela Colafranceschi (ed.)
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Progetti di: Marina Aitala, Alessio Andaloro, Alessandro Battaglia, Giuseppe Bonavita, Claudio Coltello, Antonio Costa, Giovanni Criseo, Rossana Cuticchia, Adele D’Andrea, Alberto D’Angelo, Angela Denaro, Marzia Faranda, Laura Faroti, Dionigi Gerace, Ilde Graziano, Sara La Piana, Elisa Maccarrone, Fabrizio Mangione, Andrea Massimino, Giuseppina Mellino, Concetta Messineo, Ivan Multari, Francesca Palmisano, Vittoria Parretta, Antonella Salvadore, Michelangelo Scriva, Giovanna Vadalà, Tany Vazzana. Traduzioni dall’inglese (testo di Imen Benkirane) dal Castigliano (Juan Manuel Palerm) e dal Catalano (Pere Sala) di Daniela Colafranceschi Pubblicazione realizzata grazie al contributo del Dipartimento dArTe – Università degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria e in crowdfunding, con docenti, assistenti, e gli ormai dottori in Architettura.
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UNIVERSITA’DEGLISTUDIMEDITERRANEADIREGGIOCALABRIAFACOLTA’DIARCHITETTURACORSODILAUREAINARCHITETTURAQUINQUENNALE
TESI:PARCODELTACOATENERIFE_RELATORE:PROF.DANIELACOLAFRANCESCHI_CORRELATORE:ARCH.ELENASANTANGELO_STUDENTESSA:VITTORIAPARRETTA_MAT.84295 ‘Mediterraneo’ è un pensiero, una attitudine di progetto, una cultura di leggere e interpretare i nostri territori, i nostri spazi, le nostre città. E’ una dimensione dalle molte nevralgie e criticità, in cui il progetto di paesaggio può istruirsi come strategia, come sistema, come dispositivo, laddove costruisce una interfaccia tra valori fisici e concettuali differenti. Questo libro, può legittimamente considerarsi in diretta continuità con Un Mediterraneo. Progetti per Paesaggi critici, (Alinea, 2007) e prosegue la raccolta di riflessioni, temi e progetti, sviluppati nelle tesi di laurea in Architettura del MASTERPLAN Paesaggio- in continuità con i Laboratori di Sintesi, condotti nell’Università Mediterranea di Reggio Calabria - e discusse da allora fin qui.
17 € 24,00