Manfredi, F.(2016),“L’etica del paesaggio di Teresa Gali-Izard"

Page 1

W DIPARTIMENTO DI ARCHITETTURA FIRENZE

didaworkshop

OPLÀ 2016

Ongoing Projects on Landscape Architecture a cura di Ludovica Marinaro



W didaworkshop


W didaworkshop

La serie di pubblicazioni scientifiche DIDAWorkshop ha l’obiettivo di diffondere i risultati di una specifica attività del Dipartimento di Architettura DIDA: i workshop ed i seminari nazionali ed internazionali condotti sulle tematiche del progetto dell'architettura, del territorio, del paesaggio e del design. Ogni volume è soggetto ad una procedura di accettazione e valutazione qualitativa basata sul giudizio tra pari affidata ad un apposito Comitato Scientifico del Dipartimento. Tutte le pubblicazioni sono inoltre open access sul Web, favorendo una valutazione effettiva aperta a tutta la comunità scientifica internazionale. Nella diversità dei temi, della durata, dei luoghi, i workshop sviluppano la continua sperimentazione che unisce ricerca, formazione e progetto nella Scuola e nel Dipartimento di Architettura dell’Università di Firenze. Nei workshop si esprimono inoltre le intense relazioni del Dipartimento sia con altre Università che con i territori, con le loro Associazioni, ONG, Amministrazioni, Enti ed imprese. DIDAWorkshop series of scientific publications has the purpose of divulging the results of a specific activity of the Department of Architecture (DIDA): the national and international workshops and seminaries that are undertaken on the various themes related to architecture, territory, landscape and design projects. Every volume is subject to a qualitative process of acceptance and evaluation based on peer review, which is entrusted to a specialized Scientific Committee from the Department of Architecture (DIDA). Furthermore, all publications are available on an open-access basis on the Internet, which favors an effective evaluation tfrom the entire international scientific community. Within their diversity of subject matter, duration, and location, the workshops develop a continuous process of experimentation which blends research, education and specific projects within the School and in the Department of Architecture of the University of Florence. The workshops also reflect the intense relationships the Department maintains with other Universities, as well as with the territories and their associations, NGOs, agencies, governmental authorities and enterprises.


OPLĂ€ 2016

Ongoing Projects on Landscape Architecture a cura di Ludovica Marinaro


Oplà 2016 raccoglie i contributi, le riflessioni e i progetti più significativi presentati alla terza edizione di OPEN SESSION ON LANDSCAPE, il ciclo di seminari internazionali promosso dal curriculum in Architettura del Paesaggio del Dottorato di ricerca in Architettura che è stato realizzato con il patrocinio dell’Ordine e della Fondazione degli Architetti di Firenze e con il sostegno dell’Istitut Francais e del Consolato Cinese di Firenze. I seminari internazionali vedono una collaborazione attiva con le sedi universitarie di Roma Tre, Barcellona (Universitat Autònoma De Barcelona Escola Tècnica Superior d’Arquitectura de Barcellona — ETSAB, Universitat Politècnica De Catalunya — UPC), della Virginia (U. S), Versailles (École Nationale Supérieure du Paysage — ENSP), Lisbona (Universdade Autonoma de Lisboa), Pechino (Peking University), Reggio Calabria (Università degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria), Trento (Università di Trento).

OPEN SESSION ON LANDSCAPE 2016 DIDA Dipartimento di Architettura, Università degli Studi di Firenze Dottorato di ricerca in Architettura | Curriculum di Architettura del paesaggio

Referenti Gabriele Paolinelli | Enrico Falqui | Ludovica Marinaro Nicoletta Cristiani | Marta Buoro | Flavia Veronesi | Elisa Baisi

Fotografia Laboratorio Fotografico di Architettura DIDA LABS

Traduzioni dall'inglese, dallo spagnolo e dal francese Ludovica Marinaro

In collaborazione con

Laboratorio Comunicazione Dipartimento di Architettura Università degli Studi di Firenze

didapress Dipartimento di Architettura Università degli Studi di Firenze via della Mattonaia, 8 Firenze 50121 © 2017

ISBN 978-88-3338-001-8

con il patrocinio di


OPLĂ€ 2016

Ongoing Projects on Landscape Architecture a cura di Ludovica Marinaro



Indice

Prefazione | Esquisses. Tra immaginario e realtà Ludovica Marinaro LE TEORIE, LE RIFLESSIONI Progetto di paesaggio? Si, grazie! Emanuela Morelli Giardini da migliaia di ettari. Criteri e metodi per dare un futuro ai paesaggi Guido Ferrara Dall’autostrada, paradigma moderno, all’infrastruttura e paesaggio, paradigma futuro nell’era del 2.0 Pino Scaglione Giardini urbani. Caleidoscopi sul mondo Antonella Valentini Invenzione e evoluzione dell’idea di giardino pubblico Franco Panzini Progettare nella complessità del territorio della Città globale Marta Buoro LA CULTURA DEL PROGETTO Gli alberi nelle Smart Cities Francesco Ferrini Creating Deep Forms in Urban Nature Kongjan Yu L’etica del paesaggio di Teresa Galì-Izard Fabio Manfredi Dinamiche e processo nell’architettura del paesaggio. Un nuovo linguaggio formale basato sulle relazioni Teresa Galì-Izard Costruire Paesaggi Joao Ferreira Nunes Landscape Urbanism e spazio pubblico Lorenza Fortuna

9

13

17

23 33 39

47

61 69 77

81 87 95

I MAESTRI Ricordando Jaques Simon Enrico Falqui Dialoghi sul Progetto di Paesaggio Mediterraneo. Teresa Galì e ‘il lusso della povertà Daniela Colafranceschi Dal giardino alla Land Art. Percorsi attraverso l’arte e l’architettura del paesaggio Nicoletta Cristiani I PROGETTI 20160216, Firenze Gabriele Paolinelli Arte e creatività nello spazio verde e nella città costruita Lynn Kinnear La Pazienza del paesaggista Tessa Matteini L’acqua risorsa del progetto Urbano Anne Sylvie Bruel, Christophe Delmar Nutrire il possibile. Learning from Making Space in Dalston Anna Lambertini Urban Ecological Patchiness Jhoanna Gibbons Landscape Layers Neil Davidson Reverse Design Process: an experimentation in the understanding of Landscape Architecture’s Theory and Practice Claudia Mezzapesa

103

113

125

133

137 149 155

165 169 177

185

Bibliografia generale

189

Gli autori

195


Capitolo 2 La cultura del paesaggio

76


L’etica del paesaggio di Teresa Galì-Izard Fabio Manfredi

Negli ultimi decenni si è registrata, per l’architettura del paesaggio, una fase di maturazione, nella pratica come nella ricerca. La sperimentazione espressiva e i virtuosismi linguistici, che negli scorsi decenni hanno avuto enorme influenza come avanguardie a livello internazionale, hanno recentemente ceduto il passo a una nuova fase di ‘etica del paesaggio’ mirata a raggiungere obiettivi più complessi e ambiziosi. L’architettura del paesaggio più recente, infatti, sviluppa progetti meno ‘estetici’ e più ‘etici’ promuovendo un futuro alternativo, più sostenibile e credibile. La disciplina ‘paesaggio’, raggiunta la consapevolezza che l’ambiente non è una risorsa rinnovabile e che si consuma ogni qual volta si attui una trasformazione incurante o indifferente alle ‘regole’ sottese che ne hanno guidato l’evoluzione — regole scritte (leggi, norme) e non scritte (processi fisici-biologici-sociali) — si è investita della leadership per ridurre l‘impatto delle pratiche umane che ha portato alla perdita, a volte anche sostanziale, della capacità di autorigenerazione del territorio, aumentandone, spesso in modo incontrollato, la sua vulnerabilità. Le ultime esposizioni internazionali di architettura evidenziano in maniera chiara questa inversione di tendenza. La VI Biennale di Architettura di Rotterdam (2014) è fortemente indirizzata sui temi della sostenibilità ponendo l’accento su tutti quei progetti e quelle politiche che hanno tenuto in debito conto le complessità multidimensionali della città e le reciproche dipendenze tra infrastrutture urbane, produzione alimentare e trattamento dei rifiuti, produzione e distribuzione di energia, isole di calore e flussi di dati. Si leggeva sul manifesto dell’evento:

Se vogliamo affrontare le questioni reali e oppressive del pianeta urbano del XXI secolo, un messaggio moralistico equivale a dire che noi esseri umani siamo andati troppo lontano e quindi invertire la rotta è di scarsa utilità. Non si torna indietro. Benvenuti nell’Antropocene!

ovvero l’era geologica nella quale all’uomo e alla sua attività sono attribuite le cause principali delle modifiche territoriali, strutturali e climatiche. Walking Up in the Anthropocene è lo slogan, Urban By Nature il titolo che sottende gli interessi e le pertinenze della più recente architettura del paesaggio europea. “Guardare alla città attraverso la lente dell’architettura del paesaggio ci consente una visione chiara della situazione. C’è solo una linea d’azione a nostra disposizione: se vogliamo risolvere il mondo dei problemi ecologici, abbiamo prima bisogno di risolvere i problemi delle nostre città e l’unico modo in cui possiamo raggiungere delle soluzioni è studiare in termini di metabolismo della città”. Così il paesaggista Dirk Sijmons, quale curatore della biennale, introduce l’esposizione internazionale. Questa dichiarazione d’intenti, se da un lato sancisce il nuovo approccio progettuale che interessa una scala diversa da quella del parco, del giardino o della piazza, ovvero la città, dall’altro pone come rilevante la questione dell’ecologia, della sostenibilità, della resilienza; registra il desiderio di discutere ed esplorare i confini di nuovi e diversi approcci alla pianificazione e del progetto di paesaggio auspicando il lavoro con i processi naturali e le loro idiosincrasie. I temi sottendono, infatti, specifici e affini ambiti di ricerca: un pianeta coltivato, esplorazione del sottosuolo, paesaggio urbano e cambiamento climatico, metabolismo urbano, strategie per il paesaggio urbano.

77


Capitolo 2 La cultura del paesaggio

78

Analogamente la XV Biennale di Architettura di Venezia (2016) chiede alle discipline spaziali di fornire risposte, non solo a tematiche artistiche e culturali, ma anche sociali, politiche, economiche e ambientali, affrontando più di una dimensione al contempo e integrando settori e approcci. L’architettura si occupa di dare forma ai luoghi in cui viviamo. […] La forma di questi luoghi, però, non è definita soltanto dalla tendenza estetica del momento o dal talento di un particolare architetto. Essi sono la conseguenza di regole, interessi, economie e politiche, o forse anche della mancanza di coordinamento, dell’indifferenza e della semplice casualità. Le forme che assumono possono migliorare o rovinare la vita delle persone.

Il curatore Alejandro Aravena rileva nel manifesto che “il concetto di qualità della vita si estende dai bisogni fisici primari alle dimensioni più astratte della condizione umana. Ne consegue che migliorare la qualità dell’ambiente edificato è una sfida che va combattuta su molti fronti, dal garantire standard di vita pratici e concreti all’interpretare e realizzare desideri umani, dal rispettare il singolo individuo al prendersi cura del bene comune, dall’accogliere lo svolgimento delle attività quotidiane al favorire l’espansione delle frontiere della civilizzazione”. Disuguaglianza, sostenibilità, insicurezza, segregazione, traffico, inquinamento, spreco, migrazione, calamità naturali, casualità, periferie e carenza di alloggi sono state così le tematiche salienti affrontate dalla Biennale di Venezia. Le recenti esposizioni universali registrano dunque uno stato dell’arte di strategie volte ad avanzare in campi complessi e inesplorati, di progetti innovativi che tengono conto dell’ambiente costruito, così come del contesto più ampio di un paesaggio sostenibile al di fuori di esso. Evidenziano gli interventi che hanno tenuto in considerazio-

ne le complessità del compito da assolvere, esprimendo conoscenza e saggezza nell’intervento, creatività e sensibilità nell’interpretazione delle problematiche attuali. Di questa fase ‘etica del paesaggio’ che si va diffondendo, Teresa Galì è stata indiscutibilmente precorritrice. Già nelle prime pagine del suo portfolio si ritrova quell’approccio che ora diventa modus operandi e metodo condiviso da più parti. Il progetto paesaggistico di Garraf del 2002 è un complesso lavoro di rinaturalizzazione di una discarica di rifiuti solidi urbani, frutto di conoscenze multidisciplinari che spaziano dal paesaggismo all’ingegneria ambientale, dall’agronomia alla geologia. Il progetto definisce (già nel 2002) il modello di paesaggio oggi auspicato, in grado di garantire sostenibilità, resilienza e valore ecologico, senza sacrificare formalizzazione e valore estetico. Il Parco naturale del Garraf, realizzato con Battle i Roig, è uno dei suoi progetti più noti, ha ricevuto premi per il suo valore architettonico, “Premio per il miglior spazio urbano europeo pubblico 2004”, così come per l’approccio a problematiche prettamente ambientali, WAF2008 Energia, Rifiuti e Riciclo. Al sostanziale contributo alla ricerca architettonica offerta da opere diventate iconografiche nel panorama europeo, Teresa Galì aggiunge un approccio innovativo e certamente precursore dei tempi cui oggi andiamo incontro. Ha alle spalle un lungo periodo di attività progettuale e di ricerca iniziata nel periodo fiorente della Barcellona degli anni ‘80, l’era delle grandi trasformazioni che hanno cambiato il volto di una città diventata così punto di riferimento assoluto sui temi inerenti alle strategie di riqualificazione urbana e paesaggistica. A dispetto della varietà e della quantità degli interpreti e degli autori che questa trasformazione l’hanno attuata, Teresa Galì si è rivelata


Fabio Manfredi L’etica del paesaggio di Teresa Galì Izard

protagonista originale: ha sperimentato differenti scale d’intervento, dalla pianificazione urbana alle grandi infrastrutture, dal progetto della piazza al giardino, evidenziando costantemente una personalità innovatrice e fuori dagli schemi. Nel libro di Daniela Colafranceschi edito da Gustavo Gili (GG) Landscape + 100 words to inhabit it, Teresa Galì sceglie la parola ‘tempo’ per definirlo. “La differenza tra i paesaggi non umanizzati, estrinsecamente naturali, e quelli che, in misura maggiore o minore, sono gestiti dall’uomo, è precisamente il tempo”. Nei paesaggi naturali, esigui e reconditi, espressione di libertà e naturalezza, il tempo diventa privo di significato, scompare. Nei secondi, certamente più numerosi e prossimi, l’uomo interviene insistentemente a cambiare il corso naturale del tempo e adattarli alle proprie esigenze. Il futuro tuttavia esige oasi nella quali sia possibile ignorare il tempo, nelle quali poter essere osservatori interessati di un processo naturale infinito. I paesaggi del XXI secolo sono perciò “Paesaggi liberi. Paesaggi necessari. Paesaggi che ci permettano di dimenticare che il tempo esiste e, anche per pochi minuti, lasciarci credere che il tempo non ci interessi”. In una lezione tenuta alla Princeton University dove, da alcuni anni, svolge attività didattica, Teresa Galì elegge Parc Güell il progetto di paesaggio più importante del suo paese definendolo “un dispositivo per cambiare per sempre il luogo e interagire con il metabolismo della città”, un’infrastruttura, un complesso sistema idrico che ha consentito la crescita di un lussureggiante parco in un’area arida come la montagna Carmel. Teresa Galì, non solo per la propria formazione d’ingegnere agro-

nomo con la quale affronta il progetto di paesaggio, è in definitiva una figura anomala nel panorama catalano; occupa una dimensione internazionale e trasversale confermata dalla sua rilevante attività professionale, d’insegnamento e ricerca oltre i confini della Catalogna. Le sue opere sono efficienti macchine per produrre natura in contesti antropizzati, sfruttano i processi naturali, garantiscono duttilità, predisposizione al cambiamento e all’adeguamento, quindi sostenibilità e resilienza. Attraverso un’estetica che asseconda la contaminazione della natura e l’eterogeneità ecologica, le sue opere assicurano, da sempre, il grado di ‘naturalità’ auspicato oggi dalla Biennale di Rotterdam e lo spirito innovatore proposto all’esposizione di Venezia, la capacità di dare risposte alle problematiche attuali e future ed entrare in sinergia con le popolazioni. I suoi progetti costruiscono spazi nei quali condividere la bellezza e il fascino di una natura che è così sperimentata come esperienza vissuta, percepita, condivisa. Il valore di queste opere non è quantificato in meri dati analitici relativi alla superficie di verde o alla quantità di alberi ma nella risposta a una condizione difficile del nostro habitat. Una condizione che richiede oggi conoscenza e saggezza, creatività e sensibilità. Richiede la virtù di saper intervenire negli spazi instabili, rendendoli terreno fertile per la ricerca e la progettazione di paesaggi del futuro, pratica non solo estetica, ma anche di osservazione e d’interpretazione, di propensione verso i luoghi e le loro qualità, nevralgie, potenzialità, presenti e future.

79


Gli Autori



197

Enrico Falqui Professore Associato di paesaggio e pianificazione ambientale presso l'Università di Firenze, è il curatore scientifico del ciclo di seminari internazionali Open Session on Landscape. Membro di numerose organizzazioni internazionali, come UNISCAPE, ICOMOS e IAIA, è autore di numerose pubblicazioni e libri di istruzione scientifica, direttore di una serie di libri denominata “Terre e Paesaggi di confine” dal redattore ETS, Pisa, e direttore responsabile della rivista di architettura del paesaggio NIPmagazine (www.nipmagazine.it).

Guido Ferrara Urbanista e architetto del paesaggio, già docente di pianificazione territoriale e Architettura del Paesaggio presso l’Università di Firenze. Dal 1994 al 2000 è stato Presidente dell’Associazione Italiana di Architettura del Paesaggio (AIAPP), responsabile del 33° Congresso Mondiale della Federazione Internazionale di Architettura del Paesaggio (IFLA). Autore di numerosi libri e saggi, ha ottenuto i più alti riconoscimenti in vari concorsi nazionali ed internazionali sulla progettazione e pianificazione del paesaggio e dei sistemi urbani.

Ludovica Marinaro Architetto, PhD candidate in Architettura del paesaggio presso l’Università di Firenze, dal 2013 collabora all’attività didattica nei corsi di progettazione del paesaggio come cultore della materia e dal 2014 collabora con l'Osservatorio del Paesaggio della Catalogna. Coordinatrice esecutiva del ciclo di seminari internazionali Open Session on Landscape 2014-2016 dell’Università di Firenze, da Novembre 2015 è caporedattore della rivista scientifica NIPmagazine, (www.nipmagazine.it).

Emanuela Morelli Architetto, specializzata in “Architettura dei Giardini e Progettazione del Paesaggio”, dottore di Ricerca in Progettazione Paesistica, è Ricercatore in “Architettura del paesaggio”. Ha pubblicato vari contributi nell’ambito dell’Architettura del paesaggio. In ambito professionale si è occupata di progettazione del paesaggio alle varie scale sia per privati sia per Enti pubblici. Ha partecipato inoltre con successo a concorsi di progettazione nazionali e internazionali.


Gli Autori

198

Antonella Valentini Architetto, con specializzazione post-laurea e PhD in Progettazione Paesistica. Svolge dal 1996 attività di ricerca presso il Dipartimento di Architettura di Firenze, dove è docente a contratto di Urban Landscape Design. È membro della redazione di «Ri-Vista». Ricerche per la progettazione paesistica e di Architettura del Paesaggio. Cofondatrice dello studio Paesaggio2000 di Firenze, esercita attività professionale nel campo della pianificazione e progettazione del paesaggio.

G. Pino Scaglione Architetto-urbanista, professore di Progettazione Urbana e del Paesaggio, presso l’Università di Trento e docente invitato in università italiane e straniere. Fonda lo studio associato Scaglione&Leone, nel 1984, nel 1996 espone alla VI Biennale di Architettura di Venezia. Ha fondato e diretto la Rivista Italiana d’Architettura, ed è direttore delle riviste monograph. it e ALPS. Ideatore e coordinatore di TALL/ FULLDesign TrentinoAltoAdige Advanced Landscape design Lab (Università di Trento), e le attività editoriali ed espositive collegate.

Franco Panzini Architetto e paesaggista ha pubblicato numerosi libri sulla storia dei giardini, fra cui i volumi: Per i piaceri del popolo. L’evoluzione del giardino pubblico in Europa dalle origini al XX secolo, Zanichelli 1993; Progettare la natura, Zanichelli 2005, edizione in lingua portoghese Projetar a natureza, Senac — São Paulo 2013. È membro dei consigli di redazione delle riviste «Studies in the History of Gardens & Designed Landscapes» e «Architettura del Paesaggio». Insegna presso il presso il Master IUAV in architettura del paesaggio e del giardino e il Master OPEN — Architettura del paesaggio dell’Università Roma Tre.

Marta Buoro Architetto paesaggista, si laurea prima a Genova in Tecniche per la Progettazione del Paesaggio, per poi proseguire gli studi a Firenze e Lisbona. Dopo l'esperienza a Tenerife presso lo Studio PalTab (http://paltab.com/), frequenta il Dottorato di Ricerca in Architettura del Paesaggio presso l'Università di Firenze. È coordinatrice di Open Session on Landscape 2015-2016, redattrice della rivista NIPmagazine (http://www.nipmagazine.it/) e assistente del Laboratorio dei Sistemi Verdi Territoriali del CdL in Architettura del Paesaggio dell'Università di Firenze.


Open Session on Landscape 2016

199

Francesco Ferrini Professore Ordinario di Arboricoltura presso il Dipartimento di Scienze delle Produzioni Agroalimentari e dell’Ambiente di Firenze e, dal 1 novembre 2015, Presidente della Scuola di Agraria. Da oltre 20 anni conduce un’intensa attività di ricerca e sperimentazione che gli ha consentito il raggiungimento di positivi risultati nei settori dell’arboricoltura urbana e del vivaismo ornamentale pubblicati in oltre 260 lavori su riviste nazionali e internazionali di carattere scientifico, tecnico e divulgativo, e presentati in oltre 120 convegni italiani ed esteri.

Fabio Manfredi Architetto, PhD in Architettura del Paesaggio. Attualmente docente presso Quasar Design University ha svolto attività di ricerca e didattica presso l’Università Mediterranea di Reggio Calabria, la TU-Delft (Olanda), KU-Leuven (Belgio). È stato consulente del Dipartimento di Urbanista della Regione Calabria e dell’Observatori del Paisatge de Catalunya (Spagna).

Kongjian Yu Professore di Design di Harvard GSD, insegna dal 1997 pianificazione urbana, regionale e architettura del paesaggio alla Peking University, di cui è fondatore e decano del Collegio di architettura e paesaggio. Fonda Turenscape nel 1998 la cui attività di progettazione è diventata in pochi anni un marchio di eccellenza a livello internazionale. Ha vinto tre primi premi al World Landscape Architecture Festival 2009-2010-2011 e 12 premi ASLA (American Society of Landscape Architects).

Teresa Galì-Izard Fondatrice dello studio ARQUITECTURA AGRONOMIA, Professore associato ed ex presidente del Dipartimento di Architettura del Paesaggio presso UVA. Negli ultimi 20 anni il suo studio è stato coinvolto in alcuni dei più importanti progetti di architettura del paesaggio contemporaneo in Europa, tra cui la nuova urbanizzazione di Passeig de Sant Joan e il restauro della discarica di Sant Joan a Barcellona. Galí-Izard è autrice di Gli stessi paesaggi. Idee e interpretazioni, GG 2005 e co-editrice di Jacques Simon.


Gli Autori

200

Joao Nunes Architetto del paesaggio e direttore internazionale dello studio PROAP delle tre sedi di Lisbona, Luanda e Treviso di cui coordina l’attività progettuale, concettuale e creativa, João Ferreira Nunes insegna presso l’Università Tecnica di Lisbona e l’Università degli Studi di Sassari, Facoltà di Alghero.

Daniela Colafranceschi Architetto e professore ordinario, ha insegnato in molte università internazionali (Barcellona, Girona, Malaga, Las Palmas, Còrdoba-Argentina, Montevideo, Punta del Este, Maldonado-Uruguay, Rabat e Addis Abeba). Nel 2003 vince il premio “FAD, arcquitectura efimera” con il progetto del giardino del Museo di Storia della Città a Girona. Svolge attività di ricerca soprattutto nell’ambito dei paesi mediterranei, studiando i caratteri che ne identificano la complessità.

Lorenza Fortuna Architetto paesaggista, studia prima Scienze dell’Architettura a Roma e poi Architettura del Paesaggio a Firenze, focalizzando il suo interesse sull’interpretazione e la progettazione degli spazi aperti. Svolge l’attività professionale attraverso progetti, ricerche, workshop e attività di trasformazione diretta del paesaggio, praticando e promuovendo l’agricoltura urbana. Collabora da due anni con la rivista NIPmagazine (www.nipmagazine.it) e con il programma formativo Open Session On Landscape.

Nicoletta Cristiani Architetto, laureata presso la Scuola di Architettura dell'Università degli Studi di Firenze. Cultore della Materia in Progettazione e gestione degli spazi verdi presso il corso di laurea magistrale di Architettura del Paesaggio a Firenze. Collabora con lo studio di Architettura del Paesaggio di Franco Zagari a Roma. È coordinatrice del ciclo di seminari internazionali Open Session On Landscape fin dalla prima edizione del 2014. Redattrice e Responsabile Blog della rivista scientifica online Network in Progress (www.nipmagazine.it).


Open Session on Landscape 2016

201

Gabriele Paolinelli Professore di progettazione paesaggistica al corso di laurea magistrale in Architettura del paesaggio dell’Università di Firenze, dirige il Landscape Design Lab e la rivista scientifica Ri-Vista del Dipartimento di Architettura, dove coordina anche il curriculum di dottorato di ricerca in Architettura del paesaggio. È revisore per riviste scientifiche nazionali ed internazionali e consulente per enti pubblici e privati.

Tessa Matteini Architetto, paesaggista e Phd in Progettazione Paesistica, lavora come progettista e ricercatrice nel campo dell’architettura del paesaggio. Con Anna Lambertini è titolare a Firenze dello studio professionale limes. Insegna presso le Università di Firenze (DIDA), Venezia (IUAV, dCP) e Bologna (dA).

Lynn Kinnear Architetto paesaggista, fondatrice dello studio Kinnear Landscape Architects (KLA), vanta una comprovata esperienza in progetti innovativi che combinano Arte, Architettura e Paesaggio. Attualmente dirige un vasto gruppo interdisciplinare come capo progetto del “Walthamstow Wetlands” ed è consulente presso la All London Green Grid (ALGG) per l’area delle Pianure Londinesi, presso CABE, Design for London e il Lewisham Design Review Panel.

Anne Sylvie Bruel Architetto paesaggista, laureata presso la Scuola Nazionale di Paesaggio di Versailles, lavora dal 1989 con Christophe Delmar. Insegna in molte scuole di architettura e alla scuola di paesaggio di Versailles, dal 2014 è Paesaggista del Consiglio di Stato. authorities.


Gli Autori

202

Christophe Delmar Architetto paesaggista laureato presso la Scuola Nazionale di Paesaggio di Versailles. Divide il suo tempo tra il Laboratorio del paesaggio, il suo ruolo di consulenza paesaggistica per la città di Rennes e la Facoltà di Architettura della Città e del Territorio a Marne la Vallée affrontando questioni territoriali per i grandi enti locali.

Neil Davidson architetto paesaggista e partner di J & L Gibbons, si è formato presso il College of Art di Edimburgo dove è stato poi docente così come all’Università di Cambridge ed ha inoltre insegnato alla Architectural Association di Londra. I suoi progetti comprendono piani strategici subregionali, spazi pubblici, il restauro di un parco pubblico finanziato dalla Heritage Lottery e piani urbani di uso misto. Neil è consulente del Design Council/CABE, come esperto del Built Environment.

Anna Lambertini Architetto e paesaggista, è professoressa associata di Architettura del paesaggio presso l’Università degli Studi di Firenze e insegna presso l’Ecole Euro — méditerranéenne d’Architecture, Design et Urbanisme di Fés. Co-fondatrice dello studio limes architettura del paesaggio, è membro del comitato scientifico della Fondazione Benetton Studi e Ricerche per il Paesaggio. Tra le sue pubblicazioni: Urban Beauty. Luoghi prossimi e pratiche di resistenza estetica e Margini e spazi aperti delle città in trasformazione. Dal 2016 è direttore responsabile e scientifico della rivista di AIAPP Architettura del Paesaggio.

Johanna Gibbons Membro del Landscape Institut è partner fondatore di J & L Gibbons fondata nel 1986. È consulente del English Heritage, della Commissione forestale, del sindaco di Londra e del College of Art di Edimburgo dove si è formata in Architettura del Paesaggio. La sua premiata attività di progettazione concerne il patrimonio, l’infrastruttura verde e la rigenerazione urbana promuovendo un processo di pianificazione deliberativa ed nn approccio collaborativo alla progettazione.


Open Session on Landscape 2016

203

Claudia Mezzapesa Architetto e PhD candidate in architettura del paesaggio presso l’Università di Firenze. Nomade tra Puglia e Toscana, ha collaborato alla progettazione e realizzazione di giardini pubblici e privati in Italia e all’ estero. La sua ricerca di dottorato sperimenta la lettura del processo progettuale attraverso lo studio dei paesaggisti J&L Gibbons.


Finito di stampare per conto di

didapress Dipartimendo di Architettura UniversitĂ degli Studi di Firenze Novembre 2017



Ideato e curato dal curriculum in Architettura del paesaggio del dottorato di ricerca in Architettura dell’Università degli Studi di Firenze, il programma è promosso dal Dipartimento di Architettura, in collaborazione con il Corso di laurea magistrale in Architettura del paesaggio e il Master in Paesaggistica.

ISBN 9788833380018

didaworkshop

OPLÀ 2016 Open Session on Landscape 2016.


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.