Manfredi, F. (2015), “Paesaggi di dune”

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Un Altro Mediterraneo. Progetti per Paesaggi critici A cura di Daniela Colafranceschi

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Coordinamento editoriale di Fabio Manfredi Progetto grafico di Fabio Manfredi e Alessandro Battaglia

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SCALA 1:500

UNIVERSITA’DEGLISTUDIMEDITERRANEADIREGGIOCALABRIAFACOLTA’DIARCHITETTURACORSODILAUREAINARCHITETTURAQUINQUENNALE TESI:PARCODELTACOATENERIFE_RELATORE:PROF.DANIELACOLAFRANCESCHI_CORRELATORE:ARCH.ELENASANTANGELO_STUDENTESSA:VITTORIAPARRETTA_MAT.84295

TAV3

UN ALTRO MEDITERRANEO. PROGETTI PER PAESAGGI CRITICI Daniela Colafranceschi (ed.)

Daniela Colafranceschi. Architetto, Dottore in Progettazione Architettonica, è Professore Ordinario in Architettura del Paesaggio all’Università degli Studi ‘Mediterranea’ di Reggio Calabria – Dipartimento dArTe, dove insegna dal 1991. Ha svolto la borsa di studio CNR NATO 1998-99 sul tema dello spazio pubblico a Barcellona ed è stata consulente per il Comune di Barcellona – Dipartimento Progetti Urbani (1996-99). E’ stata Direttore Scientifico del Programma europeo IP “Changing Landscapes. Mediterranean Sensitive Areas Design” dell’Università Mediterranea (2008-11). Svolge Visiting, Seminari di Studio e Workshop in numerose Università italiane e straniere. Tra le sue opere, i giardini effimeri di Fara Sabina (Roma, 1993), Chaumont-Sur-Loire (Francia, 1996), Canet de Mar (Barcellona, 1999) Girona (Barcellona 2002), per il quale ha ottenuto il Premis FAD arquitectura espai efimer, nel 2003 e per il Festival del Giardino e del Paesaggio 2013 (progetto vincitore). Ha già pubblicato i volumi: Architettura in superficie, (Gangemi, Roma, 1995); Sull’involucro in architettura, (Ed. Librerie Dedalo, Roma, 1996); Mirades foranes: lectures ibèriques, (Col·legi d’Arquitectes de Barcelona, Barcellona, 2006); Landscape+100 words to inhabit it/ Landscape+100 palabras para habitarlo, (Gustavo Gili, Barcellona 2007); Un Mediterraneo. Progetti per Paesaggi Critici, (Alinea, Firenze 2007); Changing Landscapes. Mediterranean Sensitive Areas Design, (Alinea, Firenze 2010), TAV4 Carme Pinòs Arquitecturas, (Gustavo Gili, Barcellona 2015) e diretto tra il 2000 e 2011 la collana di libri di paesaggio “Land&Scapes” (Gustavo Gili, Barcellona) per la quale ha ottenuto la menzione d’onore al Premis FAD Pensamiento y Critica nel 2011.

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UN ALTRO MEDITERRANEO PROGETTI PER PAESAGGI CRITICI Daniela Colafranceschi (ed.)

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Progetti di: Marina Aitala, Alessio Andaloro, Alessandro Battaglia, Giuseppe Bonavita, Claudio Coltello, Antonio Costa, Giovanni Criseo, Rossana Cuticchia, Adele D’Andrea, Alberto D’Angelo, Angela Denaro, Marzia Faranda, Laura Faroti, Dionigi Gerace, Ilde Graziano, Sara La Piana, Elisa Maccarrone, Fabrizio Mangione, Andrea Massimino, Giuseppina Mellino, Concetta Messineo, Ivan Multari, Francesca Palmisano, Vittoria Parretta, Antonella Salvadore, Michelangelo Scriva, Giovanna Vadalà, Tany Vazzana. Traduzioni dall’inglese (testo di Imen Benkirane) dal Castigliano (Juan Manuel Palerm) e dal Catalano (Pere Sala) di Daniela Colafranceschi Pubblicazione realizzata grazie al contributo del Dipartimento dArTe – Università degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria e in crowdfunding, con docenti, assistenti, e gli ormai dottori in Architettura.

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UNIVERSITA’DEGLISTUDIMEDITERRANEADIREGGIOCALABRIAFACOLTA’DIARCHITETTURACORSODILAUREAINARCHITETTURAQUINQUENNALE

TESI:PARCODELTACOATENERIFE_RELATORE:PROF.DANIELACOLAFRANCESCHI_CORRELATORE:ARCH.ELENASANTANGELO_STUDENTESSA:VITTORIAPARRETTA_MAT.84295 ‘Mediterraneo’ è un pensiero, una attitudine di progetto, una cultura di leggere e interpretare i nostri territori, i nostri spazi, le nostre città. E’ una dimensione dalle molte nevralgie e criticità, in cui il progetto di paesaggio può istruirsi come strategia, come sistema, come dispositivo, laddove costruisce una interfaccia tra valori fisici e concettuali differenti. Questo libro, può legittimamente considerarsi in diretta continuità con Un Mediterraneo. Progetti per Paesaggi critici, (Alinea, 2007) e prosegue la raccolta di riflessioni, temi e progetti, sviluppati nelle tesi di laurea in Architettura del MASTERPLAN Paesaggio- in continuità con i Laboratori di Sintesi, condotti nell’Università Mediterranea di Reggio Calabria - e discusse da allora fin qui.

17 € 24,00


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Daniela Colafranceschi. Architetto, Dottore in Progettazione Architettonica, è Professore Ordinario in Architettura del Paesaggio all’Università degli Studi ‘Mediterranea’ di Reggio Calabria – Dipartimento dArTe, dove insegna dal 1991. Ha svolto la borsa di studio CNR NATO 1998-99 sul tema dello spazio pubblico a Barcellona ed è stata consulente per il Comune di Barcellona – Dipartimento Progetti Urbani (1996-99). E’ stata Direttore Scientifico del Programma europeo IP “Changing Landscapes. Mediterranean Sensitive Areas Design” dell’Università Mediterranea (2008-11). Svolge Visiting, Seminari di Studio e Workshop in numerose Università italiane e straniere. Tra le sue opere, i giardini effimeri di Fara Sabina (Roma, 1993), Chaumont-Sur-Loire (Francia, 1996), Canet de Mar (Barcellona, 1999) Girona (Barcellona 2002), per il quale ha ottenuto il Premis FAD arquitectura espai efimer, nel 2003 e per il Festival del Giardino e del Paesaggio 2013 (progetto vincitore). Ha già pubblicato i volumi: Architettura in superficie, (Gangemi, Roma, 1995); Sull’involucro in architettura, (Ed. Librerie Dedalo, Roma, 1996); Mirades foranes: lectures ibèriques, (Col·legi d’Arquitectes de Barcelona, Barcellona, 2006); Landscape+100 words to inhabit it/ Landscape+100 palabras para habitarlo, (Gustavo Gili, Barcellona 2007); Un Mediterraneo. Progetti per Paesaggi Critici, (Alinea, Firenze 2007); Changing Landscapes. Mediterranean Sensitive Areas Design, (Alinea, Firenze 2010), TAV4 Carme Pinòs Arquitecturas, (Gustavo Gili, Barcellona 2015) e diretto tra il 2000 e 2011 la collana di libri di paesaggio “Land&Scapes” (Gustavo Gili, Barcellona) per la quale ha ottenuto la menzione d’onore al Premis FAD Pensamiento y Critica nel 2011.

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Progetti di: Marina Aitala, Alessio Andaloro, Alessandro Battaglia, Giuseppe Bonavita, Claudio Coltello, Antonio Costa, Giovanni Criseo, Rossana Cuticchia, Adele D’Andrea, Alberto D’Angelo, Angela Denaro, Marzia Faranda, Laura Faroti, Dionigi Gerace, Ilde Graziano, Sara La Piana, Elisa Maccarrone, Fabrizio Mangione, Andrea Massimino, Giuseppina Mellino, Concetta Messineo, Ivan Multari, Francesca Palmisano, Vittoria Parretta, Antonella Salvadore, Michelangelo Scriva, Giovanna Vadalà, Tany Vazzana. Traduzioni dall’inglese (testo di Imen Benkirane) dal Castigliano (Juan Manuel Palerm) e dal Catalano (Pere Sala) di Daniela Colafranceschi Pubblicazione realizzata grazie al contributo del Dipartimento dArTe – Università degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria e in crowdfunding, con docenti, assistenti, e gli ormai dottori in Architettura.

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TESI:PARCODELTACOATENERIFE_RELATORE:PROF.DANIELACOLAFRANCESCHI_CORRELATORE:ARCH.ELENASANTANGELO_STUDENTESSA:VITTORIAPARRETTA_MAT.84295 ‘Mediterraneo’ è un pensiero, una attitudine di progetto, una cultura di leggere e interpretare i nostri territori, i nostri spazi, le nostre città. E’ una dimensione dalle molte nevralgie e criticità, in cui il progetto di paesaggio può istruirsi come strategia, come sistema, come dispositivo, laddove costruisce una interfaccia tra valori fisici e concettuali differenti. Questo libro, può legittimamente considerarsi in diretta continuità con Un Mediterraneo. Progetti per Paesaggi critici, (Alinea, 2007) e prosegue la raccolta di riflessioni, temi e progetti, sviluppati nelle tesi di laurea in Architettura del MASTERPLAN Paesaggio- in continuità con i Laboratori di Sintesi, condotti nell’Università Mediterranea di Reggio Calabria - e discusse da allora fin qui.

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Vorrei dedicare questo libro agli studenti della Mediterranea di Reggio Calabria, e a tutti coloro che lo sono stati. Da 25 anni il più grande regalo che ricevo è il loro intessere idee e curiosità in quello che impariamo insieme e, ritrovarli nel mondo, alimenta di bellezza ed emozione un dialogo che continua e ‘abitiamo’. dc


UN ALTRO MEDITERRANEO. PROGETTI PER PAESAGGI CRITICI Daniela Colafranceschi

© Altralinea Edizioni s.r.l. – 2015 Via P.L. da Palestrina 17/19 rosso – 50144 Firenze Tel. +39 055 333428 info@altralinea. it www.altralineaedizioni.it tutti i diritti sono riservati: nessuna parte può essere riprodotta in alcun modo (compresi fotocopie e microfilms) senza il permesso scritto dalla Casa Editrice ISBN 978-88-98743-47-6 Finito di stampare nel luglio 2015 Stampa: Bandecchi&Vivaldi - Pontedera (Pisa) www.bandecchievivaldi.com


UN ALTRO MEDITERRANEO PROGETTI PER PAESAGGI CRITICI Daniela Colafranceschi (ed.)


NOTE INTRODUTTIVE PROLOGO p 6 Daniela Colafranceschi PAESAGGI DIDATTICI, PAESAGGI DI RICERCA Gianfranco Neri

p 8

ABITARE E APPRENDERE IL PAESAGGIO Gian Piero Donin

p 11

INSEGNARE PAESAGGIO p 14 Daniela Colafranceschi

CALABRIA E SICILIA

p 19

PAESAGGI IN ATTESA p 24 Fabio Manfredi PROGETTI Alessio Andaloro p 29 Giovanna Vadalà p 36 Elisa Maccarrone p 43 Giuseppe Bonavita p 50 Angela Denaro - Adele D’Andrea p 57 Rossana Cuticchia p 64 Dionigi Gerace p 70 Marina Aitala p 76 Sara La Piana p 82

MAROCCO p 87

IL PAESAGGIO IN MAROCCO COME PRIORITÀ NAZIONALE p 92 Imen M. Benkirane

PROGETTI Tany Vazzana - Francesca Palmisano p 98 Concetta Messineo p 104 Giuseppina Mellino p 110 Michelangelo Scriva p 118 Claudio Coltello - Fabrizio Mangione p 124 Antonio Costa p 130


CANARIE

p 137

SULL’ECONOMIA, LA SOSTENIBILITÀ E IL PAESAGGIO Juan Manuel Palerm Salazar

p 142

PROGETTI Alessandro Battaglia Vittoria Parretta Andrea Massimino Giovanni Criseo - Antonella Salvadore Ivan Multari Alberto D’Angelo Ilde Graziano - Laura Faroti

OLANDA

p 152 p 158 p 164 p 170 p 176 p 182 p 188

p 195

PAESAGGI DI DUNE Fabio Manfredi

p 198

PROGETTI Marzia Faranda

RIFLESSIONI

p 204

p 211

PAESAGGIO EDUCAZIONE Alessandra Romeo

p 212

LINEARSCAPE Fabio Manfredi

p 215

AGRISCAPE. Esperienze Didattiche di Agricoltura Urbana Letizia Schiavone

p 219

PEOPLESCAPE Giovanna Vadalà

p 224

ECOLOGIA - DESIGN - PAESAGGIO Stefania Condurso

p 229

EPILOGO

p 235

MAPPE, PAESAGGIO E PROGETTO Pere Sala

p 236


Paesaggi di dune Fabio Manfredi

L’architettura del paesaggio olandese, nella pratica come nella ricerca, sembra essere giunta a una fase di maturazione. Quella sperimentazione espressiva e quei virtuosismi linguistici che negli scorsi decenni hanno avuto un’enorme influenza come avanguardie a livello internazionale, hanno recentemente ceduto il passo a una nuova fase di “etica del paesaggio” mirata a raggiungere obiettivi più complessi e ambiziosi. I recenti progetti di West8, B+B Bureau, Lola, così come di OMA, Mecanoo, eccellenze nel panorama mondiale, promuovono ora un futuro alternativo, sostenibile e credibile. Sono progetti meno “estetici” e più “etici” che conferiscono consapevolezza alla popolazione che li propone e utilizza. La recente biennale di architettura di Rotterdam – IABR-2014 – ha evidenziato in maniera chiara questa inversione di tendenza. Si legge sul manifesto dell’evento1: “Se vogliamo affrontare le questioni reali e oppressive del pianeta urbano del XXI secolo, un messaggio moralistico equivale a dire che noi esseri umani siamo andati troppo lontano e quindi invertire la rotta è di scarsa utilità. Non si torna indietro. Benvenuti nell’Antropocene!”, ovvero l’era geologica nella quale all’uomo e alla sua attività sono attribuite le cause principali delle modifiche territoriali, strutturali e climatiche2. L’era in cui il fattore umano è determinante. Il titolo stesso della IABR-2014, Urban by Nature, sottende gli interessi e le pertinenze della più recente architettura del paesaggio olandese. “Guardare alla città attraverso la lente dell’architettura del paesaggio ci consente una visione chiara della situazione. C’è solo una linea d’azione a nostra disposizione: se vogliamo risolvere il mondo dei problemi ecologici, abbiamo prima bisogno di risolvere i problemi delle nostre città, e l’unico modo in cui possiamo raggiungere delle soluzioni, è studiare in termini di metabolismo della città”. Così il curatore della biennale Dirk Sijmons introduce l’esposizione internazionale. Questa dichiarazione d’intenti, se da un lato sancisce un nuovo approccio progettuale che interessa una scala diversa da quella del parco, del giardino o della piazza, dall’altro pone come rilevante la questione dell’ecologia e della sostenibilità, soffermandosi su un necessario carattere di “naturalità” della città. 1 Dirk Simons, “Waking up in the Anthropocene in George Brugmans”, Jolanda Strien (ed. by) IABR 2014 – Urban By Nature, International Architecture Biennal Rotterdam, 2014 2 Paul Crutzen, Benvenuti nell’Antropocene. L’uomo ha cambiato il clima, la Terra entra in una nuova era, Mondadori, 2005

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L’esposizione internazionale ha indagato il metabolismo dell’organismo urbano e mostrato quelle strategie innovative volte a raggiungere un rapporto simbiotico tra città e natura, che hanno tenuto conto dell’ambiente costruito così come del contesto più ampio di un paesaggio sostenibile al di fuori di esso. Sono stati messi in evidenza quei progetti e quelle politiche che hanno tenuto in debito conto le complessità multidimensionali della città e le reciproche dipendenze tra infrastrutture urbane, produzione alimentare e trattamento dei rifiuti, produzione e distribuzione di energia, isole di calore e flussi di dati. “Con lo sviluppo di visioni all’avanguardia dell’ecologia complessa della città saremo in grado di gestire in modo più efficace l’adattamento, la crescita e il restringimento delle regioni urbane e delle megalopoli che presto ospiteranno l’80% della popolazione mondiale”. La scuola olandese dunque, sulla scia del Landscape Urbanism di matrice americana, si rivolge agli interessi del paesaggio in un senso sempre più multidisciplinare e inclusivo. L’esito di questa esposizione/manifesto vuole essere una maggiore consapevolezza dell’uso del suolo, delle trasformazioni urbane e delle esigenze di sostenibilità ambientale, ecologica, energetica, economica. In questo senso, una delle sfide più importanti cui le discipline spaziali sono chiamate a confrontarsi sul territorio dei Paesi Bassi è indubbiamente la pressante necessità di proteggersi dall’acqua. Questione tanto economica e territoriale quanto paesaggistica e identitaria. L’aspetto del paesaggio olandese è legato indissolubilmente alla sua posizione nei delta del Reno e della Mosa e alla peculiare geomorfologia di questa zona ibrida tra la terraferma e il mare. Le Dutch Lowlands sono il risultato di numerose trasformazioni storiche che hanno cercato di coniugare le esigenze della pianificazione urbana con le modeste risorse economiche a disposizione e il bisogno di sostenibilità. Le grandi opere di laminazione e di ritenzione idrica attuate con la costruzione dei polder3, del lago artificiale di IJsselmeer4 e delle numerose dighe, chiuse, serrature, argini e barriere del Piano Delta5, disegnano oggi i paesaggi più caratteristici dell’Olanda. Le Dutch Lowlands appaiono come il prodotto di grande talento organizzativo, acuto senso degli affari, spiccate qualità imprenditoriali, scientifiche e tecnologiche, sensibilità artistica e amore incondizionato per la natura.

3 I polder sono tratti di mare asciugati artificialmente attraverso l’uso di dighe e sistemi di drenaggio dell’acqua. Questi acquitrini prosciugati si ritrovano per gran parte dell’anno a essere al di sotto del livello dell’acqua e quindi soggetti ad inondazioni anche per le condizioni climatiche avverse o per l’eccessivo trasporto di acqua da fiumi e canali. L’acqua in eccesso viene pompata o drenata con l’apertura di chiuse, approfittando della bassa marea. 4 L’IJsselmeer è un lago artificiale creato nel 1932, quando lo Zuiderzee, il mare interno che allora bagnava le province del Flevoland, dell’Olanda Settentrionale e della Frisia, fu separato dal mare esterno tramite l’Afsluitdijk, una diga di 32 km nota anche come Diga del Nord. Con superficie di pari a 1.100 km² è uno dei più grandi d’Europa. 5 Il piano Delta è un progetto ideato e avviato in seguito all’inondazione causata dal Mare del Nord nel 1953 per evitare il ripetersi di simili catastrofi. Le dune costiere esistenti furono rialzate di oltre 5 metri e le isole della Zelanda furono collegate da dighe e altri capolavori di alta ingegneria. Una di queste infrastrutture, l’Oosterscheldekering, è considerata da alcuni l’ottava meraviglia del mondo e l’American Society of Civil Engineers l’ha indicata tra le sette meraviglie del mondo moderno.

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Questa tradizione olandese si è sempre basata, sin dal XVII secolo, su un approccio dinamico al progetto del paesaggio e da un costante adeguamento del sistema di difesa dall’acqua alla ricerca di un difficile – quasi impossibile – equilibro. Oggi, infatti, il sistema rischia di diventare vittima del suo stesso successo a causa delle mutate condizioni economiche e ambientali. I 25 km di opere d’arte ingegneristiche del Piano Delta, che avevano l’ambizione di incrementare la sicurezza delle zone topograficamente più depresse dei Paesi Bassi, hanno ridotto la costa di circa 700 chilometri e risultano oggi un paradossale problema: i livelli del terreno diminuiscono, i livelli del mare si alzano, i periodi di siccità diventano sempre più prolungati. Le dighe necessitano di essere rinforzate e rialzate ancora una volta, intensificando il processo di subsidenza del terreno. La pianificazione urbanistica ed economica necessità di nuova superficie da “usare”. Si ritiene da più parti che trasferire le città e restituire le terre al mare sarebbe, nel lungo periodo, una soluzione più sostenibile rispetto a un’ardua battaglia contro le acque. Però le coste rappresentano l’emblema del paesaggio olandese e un importante volano di sviluppo; sono spina dorsale per attività economiche relative alla pesca, al turismo, al commercio. Pianificare lo sviluppo del paesaggio costiero significa rispondere al pressante credito di superficie, sottraendo gradualmente altro spazio alla natura. Allo stesso tempo significa prevedere nuove invasive trasformazioni infrastrutturali al fine di proteggere l’entroterra dal mare. Da qualche anno è attuata una strategia “soft“ di ampliamento attraverso ripascimenti artificiali di grandi quantità di sabbia ”pompata” direttamente dal Mare del Nord, con lo specifico obiettivo di rilanciare in termini economici il paesaggio costiero e rispondere così alle richieste delle comunità residenti. Si stratta di strategie a lungo termine che cercano di sviluppare gradualmente l’economia sopperendo a quelle incertezze sul futuro che compromettono gli sviluppi attuali. Queste strategie mostrano come da un punto di vista rigorosamente ingegneristico il problema della difesa è attuabile, ma è spesso incalzante il rischio di compromettere le qualità spaziali dei paesaggi costieri. Troppo spesso il rapporto tra la città e il mare si è perso determinando strutture urbane senza chiarezza e continuità. La nuova architettura del paesaggio olandese è orientata a esplorare la tradizione del “fare paesaggio” alla ricerca di soluzioni alternative, utilizzando il paesaggio delle Dutch Lowlands come vero e proprio campo sperimentale. Sono in fase di sviluppo strategie di rinforzo costiero che intendono sfruttare le dinamiche naturali permettendo alle coste non soltanto di adattarsi all’aumento del livello del mare ma addirittura di crescere con esso. Si studiano metodologie per il controllo dei processi di sedimentazione di dune artificiali, imitando e utilizzando i processi naturali. La ricerca in questo senso è orientata alla creazione di un profilo costiero “resiliente” che sia la base per l’identità e il carattere del paesaggio costiero e che possa allo stesso migliorare il valore ecologico delle città; un paesaggio di dune in grado di rivitalizzare lo sviluppo economico, rafforzare il rapporto tra mare e città e allo stesso tempo assecondare le dinamiche naturali con conseguente produzione di biodiversità. Si sperimenta un modo efficace – ed efficiente – di utilizzare i processi naturali a beneficio della sicurezza e dell’ecologia e supportare uno sviluppo realmente sostenibile in termini economici, sociali e urbanistici.

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Si legge e interpreta il contesto urbano e la sua storia individuando le problematiche ambientali presenti e preventivando quelle future, alla ricerca di scelte coerenti e compatibili con il futuro nel medio e lungo termine. Si ricerca il grado di naturalità suggerito dalla IABR quanto la capacità della natura stessa di entrare in sinergia con il resto, quanto ogni processo naturale possa instaurare future relazioni con gli altri elementi della città, comprese le popolazioni. Punto di condensazione di queste problematiche è spesso lo spazio pubblico. Si sperimentano waterfront, promenade, piazze entro i nuovi confini della città che intendono sfruttare i processi naturali per evolversi nel tempo e nello spazio, assecondando lo sviluppo sociale oltre che ambientale. Si tenta di valorizzare i centri della vita civica e della cultura urbana fornendo infrastrutture per il tempo libero, lo sport, luoghi d’interazione sociale e culturale per le comunità urbane; riserve naturali e corridoi biologici come parchi, giardini e spazi aperti nei quali condividere la bellezza e il fascino del paesaggio olandese, tanto naturale quanto artificiale al tempo stesso. La natura è così sperimentata come esperienza vissuta, percepita, condivisa. Il suo valore non è quantificato in meri dati analitici relativi alla superficie di verde o alla quantità di alberi. Si cerca di valorizzare il paesaggio urbano accrescendo esteticamente e ambientalmente le sue potenzialità, progettandone contemporaneamente l’identità. Attraverso la potenzialità dei processi naturali, i progetti che negli ultimi anni si stanno attuando, cercano di garantire duttilità e predisposizione al cambiamento e all’adeguamento, attraverso un’estetica che assecondi la contaminazione della natura e l’eterogeneità ecologica, senza scadere nella ricerca frenetica di una finta natura che spesso ha tentato la pianificazione olandese nei decenni precedenti. Spazi interstiziali diversi, eterogenei, accomunati dalla diversità biologica ed ecologica tentano di garantire un valore culturale, sociale, estetico al paesaggio.

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UNIVERSITA’DEGLISTUDIMEDITERRANEADIREGGIOCALABRIAFACOLTA’DIARCHITETTURACORSODILAUREAINARCHITETTURAQUINQUENNALE TESI:PARCODELTACOATENERIFE_RELATORE:PROF.DANIELACOLAFRANCESCHI_CORRELATORE:ARCH.ELENASANTANGELO_STUDENTESSA:VITTORIAPARRETTA_MAT.84295

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Daniela Colafranceschi. Architetto, Dottore in Progettazione Architettonica, è Professore Ordinario in Architettura del Paesaggio all’Università degli Studi ‘Mediterranea’ di Reggio Calabria – Dipartimento dArTe, dove insegna dal 1991. Ha svolto la borsa di studio CNR NATO 1998-99 sul tema dello spazio pubblico a Barcellona ed è stata consulente per il Comune di Barcellona – Dipartimento Progetti Urbani (1996-99). E’ stata Direttore Scientifico del Programma europeo IP “Changing Landscapes. Mediterranean Sensitive Areas Design” dell’Università Mediterranea (2008-11). Svolge Visiting, Seminari di Studio e Workshop in numerose Università italiane e straniere. Tra le sue opere, i giardini effimeri di Fara Sabina (Roma, 1993), Chaumont-Sur-Loire (Francia, 1996), Canet de Mar (Barcellona, 1999) Girona (Barcellona 2002), per il quale ha ottenuto il Premis FAD arquitectura espai efimer, nel 2003 e per il Festival del Giardino e del Paesaggio 2013 (progetto vincitore). Ha già pubblicato i volumi: Architettura in superficie, (Gangemi, Roma, 1995); Sull’involucro in architettura, (Ed. Librerie Dedalo, Roma, 1996); Mirades foranes: lectures ibèriques, (Col·legi d’Arquitectes de Barcelona, Barcellona, 2006); Landscape+100 words to inhabit it/ Landscape+100 palabras para habitarlo, (Gustavo Gili, Barcellona 2007); Un Mediterraneo. Progetti per Paesaggi Critici, (Alinea, Firenze 2007); Changing Landscapes. Mediterranean Sensitive Areas Design, (Alinea, Firenze 2010), TAV4 Carme Pinòs Arquitecturas, (Gustavo Gili, Barcellona 2015) e diretto tra il 2000 e 2011 la collana di libri di paesaggio “Land&Scapes” (Gustavo Gili, Barcellona) per la quale ha ottenuto la menzione d’onore al Premis FAD Pensamiento y Critica nel 2011.

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UN ALTRO MEDITERRANEO. PROGETTI PER PAESAGGI CRITICI Daniela Colafranceschi (ed.)

Daniela Colafranceschi. Architetto, Dottore in Progettazione Architettonica, è Professore Ordinario in Architettura del Paesaggio all’Università degli Studi ‘Mediterranea’ di Reggio Calabria – Dipartimento dArTe, dove insegna dal 1991. Ha svolto la borsa di studio CNR NATO 1998-99 sul tema dello spazio pubblico a Barcellona ed è stata consulente per il Comune di Barcellona – Dipartimento Progetti Urbani (1996-99). E’ stata Direttore Scientifico del Programma europeo IP “Changing Landscapes. Mediterranean Sensitive Areas Design” dell’Università Mediterranea (2008-11). Svolge Visiting, Seminari di Studio e Workshop in numerose Università italiane e straniere. Tra le sue opere, i giardini effimeri di Fara Sabina (Roma, 1993), Chaumont-Sur-Loire (Francia, 1996), Canet de Mar (Barcellona, 1999) Girona (Barcellona 2002), per il quale ha ottenuto il Premis FAD arquitectura espai efimer, nel 2003 e per il Festival del Giardino e del Paesaggio 2013 (progetto vincitore). Ha già pubblicato i volumi: Architettura in superficie, (Gangemi, Roma, 1995); Sull’involucro in architettura, (Ed. Librerie Dedalo, Roma, 1996); Mirades foranes: lectures ibèriques, (Col·legi d’Arquitectes de Barcelona, Barcellona, 2006); Landscape+100 words to inhabit it/ Landscape+100 palabras para habitarlo, (Gustavo Gili, Barcellona 2007); Un Mediterraneo. Progetti per Paesaggi Critici, (Alinea, Firenze 2007); Changing Landscapes. Mediterranean Sensitive Areas Design, (Alinea, Firenze 2010), TAV4 Carme Pinòs Arquitecturas, (Gustavo Gili, Barcellona 2015) e diretto tra il 2000 e 2011 la collana di libri di paesaggio “Land&Scapes” (Gustavo Gili, Barcellona) per la quale ha ottenuto la menzione d’onore al Premis FAD Pensamiento y Critica nel 2011.

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UN ALTRO MEDITERRANEO PROGETTI PER PAESAGGI CRITICI Daniela Colafranceschi (ed.)

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Progetti di: Marina Aitala, Alessio Andaloro, Alessandro Battaglia, Giuseppe Bonavita, Claudio Coltello, Antonio Costa, Giovanni Criseo, Rossana Cuticchia, Adele D’Andrea, Alberto D’Angelo, Angela Denaro, Marzia Faranda, Laura Faroti, Dionigi Gerace, Ilde Graziano, Sara La Piana, Elisa Maccarrone, Fabrizio Mangione, Andrea Massimino, Giuseppina Mellino, Concetta Messineo, Ivan Multari, Francesca Palmisano, Vittoria Parretta, Antonella Salvadore, Michelangelo Scriva, Giovanna Vadalà, Tany Vazzana. Traduzioni dall’inglese (testo di Imen Benkirane) dal Castigliano (Juan Manuel Palerm) e dal Catalano (Pere Sala) di Daniela Colafranceschi Pubblicazione realizzata grazie al contributo del Dipartimento dArTe – Università degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria e in crowdfunding, con docenti, assistenti, e gli ormai dottori in Architettura.

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UNIVERSITA’DEGLISTUDIMEDITERRANEADIREGGIOCALABRIAFACOLTA’DIARCHITETTURACORSODILAUREAINARCHITETTURAQUINQUENNALE

TESI:PARCODELTACOATENERIFE_RELATORE:PROF.DANIELACOLAFRANCESCHI_CORRELATORE:ARCH.ELENASANTANGELO_STUDENTESSA:VITTORIAPARRETTA_MAT.84295 ‘Mediterraneo’ è un pensiero, una attitudine di progetto, una cultura di leggere e interpretare i nostri territori, i nostri spazi, le nostre città. E’ una dimensione dalle molte nevralgie e criticità, in cui il progetto di paesaggio può istruirsi come strategia, come sistema, come dispositivo, laddove costruisce una interfaccia tra valori fisici e concettuali differenti. Questo libro, può legittimamente considerarsi in diretta continuità con Un Mediterraneo. Progetti per Paesaggi critici, (Alinea, 2007) e prosegue la raccolta di riflessioni, temi e progetti, sviluppati nelle tesi di laurea in Architettura del MASTERPLAN Paesaggio- in continuità con i Laboratori di Sintesi, condotti nell’Università Mediterranea di Reggio Calabria - e discusse da allora fin qui.

17 € 24,00


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