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INDICE Guarda video o film sull’ sull’argomento!
•Definizione •La cascina •Il maso e la malga •I casolari toscani •Gli stazzi •La masseria •Il giardino pantesco •Il Monastero di Torba
I titoli di color arancio sono focus sui Beni del FAI
I termini in rosso sono spiegati nel GLOSSARIO
LA FATTORIA: DEFINIZIONE
La fattoria è un insediamento rurale composto da diverse strutture adibite all’agricoltura e all’allevamento di bestiame. Prende nomi differenti a seconda delle regioni italiane.
CASCINA/ CORTE COLONICA
MASO/MALGA
CASOLARE
MASSERIA STAZZI
LA CASCINA
Le cascine sono strutture agricole tipiche della pianura padana, diffuse in Lombardia, nel Piemonte orientale e in Emilia Romagna, dove sono spesso chiamate con il nome di corti coloniche. Sono formate da tutti gli edifici annessi alle abitazioni contadine, quali stalle, fienili, magazzini, pollai, depositi, granai, caseifici, forni, pozzi, lavatoi… La tipologia di cascina più diffusa è quella a corte: tutti gli edifici, circondati dai campi da coltivare, sono disposti intorno a uno spazio centrale di forma quadrangolare. Nel medioevo i materiali di costruzione impiegati erano quelli tradizionali: legno, paglia, rami intrecciati, erbe palustri (per coprire i tetti). Successivamente si diffusero sempre più i mattoni cotti in fornace realizzati con la terra locale, che spesso, nei depositi per i foraggi, erano disposti a griglia sfasata per consentire l’aerazione del fieno. Cascina San Romano a Milano.
LA CASCINA
Per scoprire la vita che si svolgeva all’interno di una cascina lombarda consigliamo la visione di alcuni spezzoni del film L’albero degli zoccoli, girato da Ermanno Olmi nel 1978. Il film è ambientato in una cascina ed è interpretato da contadini e abitanti della bergamasca senza alcuna esperienza di recitazione. Racconta la storia di quattro famiglie alla fine dell’Ottocento; la trama principale è inframmezzata da singoli episodi in cui vengono descritti momenti importanti della vita in cascina, come l’aratura, la semina, la spannocchiatura del granoturco (fotogramma a sinistra)… Nello spezzone segnalato sotto un venditore ambulante propone la sua merce alle donne: è ben visibile l’architettura di una tipica cascina lombarda.
http://www.youtube.com/watch?v=_LSyUuLvXDM
IL MASO E LA MALGA Il maso è una costruzione rurale tipica del Trentino Alto Adige, formato, oltre che dagli spazi abitativi, dal fienile e dalla stalla e attorniato da campi e prati. È chiamato maso “chiuso” quando viene applicata la tradizionale regola che ne impedisce la divisione tra diversi eredi, assegnandolo a uno soltanto, generalmente il figlio maschio più grande. In estate solitamente gli allevatori si spostano dal maso sugli alpeggi, dove risiedono nelle malghe, che comprendono fabbricati e attrezzature per la mungitura e la lavorazione del latte.
Malga in Trentino Alto Adige.
I CASOLARI TOSCANI Le case rurali toscane, che caratterizzano fortemente il paesaggio collinare, sono insediamenti isolati in campagna legati alla mezzadria. Costruite in pietra o muratura con tetto in laterizio, comprendono vari spazi: l’aia pavimentata dove trebbiare il raccolto, il fienile, la stalla, il pollaio, la colombaia, il forno per cuocere il pane, il pozzo e spesso il frantoio per le olive o l’essiccatoio per i fichi.
Casa rurale nel Deserto di Accona nei dintorni di Asciano (SI)
GLI STAZZI Gli stazzi sono insediamenti rurali tipici del nord della Sardegna; l’etimologia del termine deriva dal latino statio, che significa “luogo di sosta�. Queste abitazioni di pastori e agricoltori hanno una struttura architettonica molto semplice, a un solo piano di pianta rettangolare, generalmente occupato da un unico locale, con annessi il forno (lu furru) e un piccolo magazzino (lu pinnenti); tutto intorno pascoli e campi.
Anche in Abruzzo si possono trovare gli stazzi, strutture che comprendono il rifugio del pastore, il recinto delle pecore, lo spazio per la mungitura e un piccolo orto. Questi luoghi erano abitati solo d’estate, quando i pastori con le greggi sostavano in montagna di ritorno dalla transumanza. Uno stazzo restaurato in Sardegna
GLI STAZZI
Settembre, andiamo. È tempo di migrare. Ora in terra d'Abruzzi i miei pastori lascian gli stazzi e vanno verso il mare: scendono all'Adriatico selvaggio che verde è come i pascoli dei monti…
Gabriele D’Annunzio, Alcyone, 1903
- Paolo e Vittorio padrone, 1977
Taviani,
Padre
Il film, tratto dall’omonimo libro autobiografico di Gavino Ledda, è ambientato nella Sardegna degli anni Quaranta e racconta la storia di un bambino costretto a lasciare la scuola per badare al gregge insieme al padre. -Vittorio De Seta, Il mondo perduto, 1954-59 Raccolta di documentari sul mondo dei contadini e dei pescatori, tra cui “Pastori di Orgosolo” girato in Sardegna.
LA MASSERIA
La masseria è una fattoria spesso fortificata diffusa in sud Italia e in particolare in Sicilia e Puglia, espressione del sistema economico del latifondo. Si dispone su una corte centrale con funzione di aia, su cui si affacciano i vari ambienti di lavoro e residenziali. Al contrario degli altri tipi di fattoria, il perimetro è sovente costituito da un muro fortificato con poche aperture e caditoie, che difendeva l’edificio da attacchi di briganti o malintenzionati.
Esempio di masseria a Mottola (TA)
UNA SPECIALE COSTRUZIONE AGRICOLA: IL GIARDINO PANTESCO Nel 2008 il FAI ha ricevuto in dono dall’azienda vitivinicola Donnafugata un bene che è testimonianza delle tradizioni agricole dell’isola siciliana di Pantelleria: il giardino pantesco. In Sicilia “giardino” è sinonimo di “agrumeto”; il giardino pantesco è un agrumeto speciale che racchiude in sé una sola pianta di arancio, talvolta circondata, se lo spazio lo consente, da ortaggi e da un cedro, un limone o un mandarino. Gli agrumi sono piante originarie delle regioni tropicali a clima umido, dove crescono su terreni sufficientemente freschi per tutto l’anno. Condizione che non si riscontra nel Mediterraneo, dove è necessario intervenire con tecniche che modificano l’ambiente naturale creando l’habitat idoneo alla coltivazione. Giardino Pantesco Donnafugata (TP)
UNA SPECIALE COSTRUZIONE AGRICOLA: IL GIARDINO PANTESCO In particolare, nelle isole mediterranee battute dal vento (Pantelleria significa letteralmente “tutti i venti”) occorre coltivare gli agrumi assicurando loro la necessaria quantità d’acqua e il riparo dal vento. I giardini panteschi soddisfano queste caratteristiche perché, proteggendo la pianta con un muro circolare, creano un microclima favorevole alla sua crescita, riparato e sufficientemente umido. Una curiosità: il muro, con la sua ombrosa difesa, riduce anche la dispersione della rugiada, preziosa per il sostentamento della pianta.
I muri sono realizzati a secco, con pendenza verso l’interno: questo consente una maggiore illuminazione delle chiome durante le ore meno calde, la riduzione della turbolenza del vento e l’incanalamento delle acque piovane. Il diametro esterno del giardino pantesco varia dai 5 ai 12 metri, l’altezza va dai 3,5 ai 4,5 metri.
Giardino Pantesco Donnafugata (TP)
Nell’isola di Pantelleria sono stati contati circa 500 giardini panteschi, di cui 326 di forma circolare, in gran parte edificati tra il XVIII e il XIX secolo. In realtà è possibile che essi siano presenti nell’isola da tempi più remoti, forse dalla dominazione araba: nei paesi islamici infatti sono numerosi gli esempi di costruzione a cumuli di pietre realizzata per trattenere l’acqua accanto alle piante.
UNA SPECIALE COSTRUZIONE AGRICOLA: IL GIARDINO PANTESCO
Giardino Pantesco Donnafugata (TP)
UN MONASTERO SI TRASFORMA IN FATTORIA: TORBA L’origine del Monastero di Torba, Bene del FAI dal 1977, situato a Gornate Olona in provincia di Varese, risale all’antichità: inizialmente avamposto militare del castrum romano di Castelseprio, nell’VIII secolo divenne un monastero abitato da monache Benedettine.
La torre, struttura militare un tempo collegata con la cortina muraria del castrum romano, si alza su tre piani. I muri furono realizzati con ciottoli di fiume in cui sono stati inseriti frammenti di monumenti sepolcrari romani, reimpiegati come materiale di costruzione per potenziare le fortificazioni.
UN MONASTERO SI TRASFORMA IN FATTORIA: TORBA Il Monastero rimase attivo fino al XV secolo quando le monache, a causa della lontananza del sito da borghi abitati, unita a un progressivo degrado degli edifici ecclesiastici, si trasferirono in altri conventi della provincia di Varese: la proprietà rimase delle religiose, ma gli spazi del monastero vennero affittati ad alcuni massari. I contadini adattarono il luogo alle loro esigenze. La prima costruzione ad essere modificata fu la torre: vi fu aggiunto un piano con funzione di colombaia; l’antico sepolcreto delle monache venne trasformato in cucina; l’oratorio al piano superiore fu convertito in granaio e magazzino per le derrate e infine, accanto alla scala, si costruì un forno per il pane.
UN MONASTERO SI TRASFORMA IN FATTORIA: TORBA
Il corpo del monastero destinato al refettorio e alle celle delle monache divenne invece la vera e propria abitazione dei massari, che, per ampliare gli spazi interni, chiusero le arcate del portico, utilizzato fino a quel momento come ricovero per i numerosi pellegrini di passaggio sulla via tra Milano e Lugano. In questa fase vennero costruite ex novo la legnaia e la stalla-fienile.
UN MONASTERO SI TRASFORMA IN FATTORIA: TORBA
La chiesa mantenne la sua funzione di culto fino alla soppressione napoleonica del 1799; successivamente venne trasformata in granaio, per cui i massari aprirono la grande porta sul lato meridionale che permetteva l’accesso dei carri agricoli all’interno dell’edificio. I contadini lasciarono Torba nel 1970: grazie all’intervento del FAI la torre è stata restaurata, il portico a tre archi ripristinato, l’apertura della chiesa tamponata e il monastero è tornato al suo antico splendore.