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Uno degli ultimi voli di un F-104 “Special color” del 3° Stormo
Anno LV
N. 2 - FEBBRAIO 2010
Mensile - Sped. in abb. post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 2 DCB - Roma
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FEBBRAIO 2010 ANNO LV
AERONAUTICA Anno di fondazione 1956 Pubblicazione mensile edita dall’Associazione Arma Aeronautica Direttore editoriale GIANBORTOLO PARISI Direttore responsabile SILVANO BRONCHINI Direzione, Redazione, Amministrazione 00192 - Roma, via Marcantonio Colonna, 23 Tel. 06/3215145 - Tel. e Fax 06/3216882 e-mail: assoaerorivista@libero.it (per il periodico sociale) e-mail:assoaeroamministra@libero.it (per l’amministrazione) www.assoaeronautica.it (per l’Associazione) www.cesmaweb.org (per il Centro Studi Militari Aeronautici) c/c.p. ASSOCIAZIONE ARMA AERONAUTICA, 310003 c/c. banc. n. 000000136949 Banca Popolare di Lodi Ag. 4 via Pompeo Magno, 25 - 00192 Roma IBAN: IT20 F 05164 03204 000000136949 Realizzazione grafica e stampa Veant srl - 00146 Roma, via Guido Castelnuovo,35 Tel. 06/5571229 - Fax 06/5599675 - http://www.veant.it / e-mail: info@veant.it Registr. Tribunale di Roma n. 5315 del 12.7.56
Mario Cobianchi, Pionieri dell’aviazione in Italia, 1908-1914. Vignola (MO), 2009. Formato A4, pp. 604. € 75,00 + spedizione.
nel 2003 per celebrare i 100 anni del primo volo. (S.B.)
pensasse prevalentemente ad un volo planato.
Disponibile presso l’editore Vaccari srl, Via M. Buonarroti, 46 – 41058 Vignola (Modena), tel. 059764106, fax 059 760157, info@vaccari.it www.vaccari.it
Disponibile in libreria Gianni Bianchi, Ginetto Brizzolari. Marina di Carrara, in proprio, 2009. Cm 17x21, pp. 224. € 20 più spese postali.
Edoardo Zanon, Il libro del Codice del Volo. Milano, Leonardo 3, 2009. Cm 17,5 x 24,5, pp. 448. € 39,90.
Iscrizione al R.O.C. n. 6972 “Aeronautica” fruisce dei contributi statali diretti di cui alla L. 7/8/1990, n. 250 In copertina Una veduta aerea del Museo Storicio dell’AM di Vigna di Valle. Alle attività di tale Ente nel 2009 è dedicato l’articolo a pag. 5.
Associato all’Unione Stampa Periodica Italiana Gli articoli rispecchiano esclusivamente le opinioni degli autori. Proprietà letteraria, artistica e scientifica riservata. Per le riproduzioni, anche se parziali, dei testi, è fatto obbligo citare la fonte. I testi delle collaborazioni - che si intendono comunque inviati a titolo di liberalità - anche se non pubblicati, non si restituiscono. Chiuso in tipografia il 5 febbraio 2010
In quarta di copertina Uno degli ultimi voli di un F-104 “Special color” del 3° Stormo
Il periodico sarà inviato in omaggio a “sostenitori” che verseranno almeno una somma annuale di € 21,00; il predetto invio si riferisce al solo territorio nazionale. Per spedizioni all’estero si invita a prendere contatti con l’amministrazione. ISSN: 0391-7630
Soci aeromodellisti La bella riproduzione, in scala 1:32, di un F-18C realizzata dal socio Nedo Mori della sezione di Pisa.
Un “classico” d’aviazione ormai introvabile sul mercato librario, se non presso rari antiquari, è nuovamente a disposizione di tutti gli appassionati e studiosi del settore che ne erano privi, grazie ad una iniziativa della casa editrice Vaccari che ha dato alle stampe una edizione anastatica - tratta dall’originale del 1943 del noto libro di Cobianchi – con note di aggiornamento ed errata corrige a cura di Fiorenzo Longhi. Il volume contiene, in ordine cronologico, informazioni, note e documenti, illustrazioni di circuiti aerei, campi scuola, cartoline e fotografie, gare aviatorie, spettacoli di aviazione, elenco dei precursori del volo e degli aeroplani protagonisti di quello storico periodo pionieristico indicato nel titolo. I contenuti del libro, come già scrisse Gianni Caproni nella prefazione, «sono di moltissimo interesse» e, aggiungiamo noi, costituiscono senza dubbio una preziosa ed accurata fonte di documentazione per quanti – semplici amatori o già esperti cultori della materia – intendono approfondire molti particolari di quegli eventi e personaggi che hanno caratterizzato la nascita ed i primi sei anni dell’aviazione italiana. In omaggio, allegato al libro, il foglietto con i quattro francobolli che le Posteitaliane hanno emesso
Straordinariamente illustrato con riproduzioni fedeli del Codice del Volo di Leonardo da Vinci mescolate a ricostruzioni elettroniche tridimensionali delle sue macchine volanti, questo libro bilingue condensa anni di ricerche per diversi tipi di esigenze che vanno dalla possibilità di consultazione ad un prezzo accessibile fino alla critica scientifica. Le immagini antiche e moderne si intrecciano ai testi con grande efficacia didattica, estraendo dalla quarantina di facciate del Codice una quantità insospettata di materiale, notizie e spunti di ogni genere, anche grazie ad un continuo confronto con il mondo animale e l’odierna tecnica aeronautica. Il risultato rinvigorisce l’immagine tradizionale di un Leonardo precursore del volo, anche se nel capitolo dedicato alla ricostruzione della macchina volante l’autore dà atto che il suo meccanismo ad ali battenti sarebbe stato un fallimento ed ipotizza pertanto che l’inventore
Proseguendo nella propria linea di riscoprire figure dimenticate dell’aviazione italiana, iniziata nel 1997 con Carlo Faggioni, Bianchi giunge a trattare un pilota del 1° Stormo Caccia di Campoformido, protagonista delle pattuglie acrobatiche alle quali si fa risalire la tradizione delle odierne Frecce Tricolori. Nato nel 1907 e morto nel 1930 ad Atene, Brizzolari fu dunque uno dei ragazzi di Rino Corso Fougier, del quale è riprodotta la lettera di condoglianze alla famiglia. Si tratta in realtà della ristampa, ampliata, di un lavoro apparso nel 2001 ed oggi corredato da un lungo capitolo scritto da Annamaria Chiavatti, nipote della fidanzata del pilota, e da un altro di Salvatore Pennisi, sullo “Spirito di Campoformido”, in pratica una storia delle pattuglie italiane sino al 1963; infine, una ventina di pagine tratte da Renato Rocchi. Un’opera, come tutte quelle di Bianchi, scritta col cuore e utile soprattutto quale stimolo ad ampliare le ricerche oltre i soliti nomi. Disponibile presso l’autore (via Repubblica 116, 54100 Massa; tel. 328 5405547)
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L’Aeronautica Militare
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Chiusi altri due Gruppi IT
Oltre 50.000 le visite al Museo Storico dell’AM nel 2009
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Fucilieri dell’Aria nelle squadre di soccorso ad Haiti
Piloti greci completano corso “pre-operativo” al 61° Stormo
Tematiche politico-militari
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La comunicazione strategica come leva del miglioramento organizzativo di Vincenzo Camporini
Scienza, spazio, tecnica e industria
Varie
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Haiti: il coraggio e la fede del dottor Larry Mellon di Giorgio Torelli
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La maturità. Quale maturità? di Mario De Paolis
Il caccia di 6ª generazione: un lusso o una necessità? di Gaetano Battaglia
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Luigi Olivari, “asso” della prima guerra mondiale
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Luigi Falchi, il primo medico-pilota di Fausto Pettinelli
Il Regolamento di attuazione dello Statuto dell’AAA
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Legislazione, pensionistica e trattamenti economici
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L’Associazione Arma Aeronautica
Libri
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Il gen. Camporini confermato CSMD fino al 3 agosto
Il gen. Lodovisi nuovo sottocapo di SM dell’AM
Il Consiglio dei ministri ha confermato fino al prossimo 3 agosto il generale Vincenzo Camporini nell’incarico di capo di Stato Maggiore della Difesa.
Il Consiglio dei ministri ha deliberato la nomina del gen. SA Maurizio Lodovisi quale nuovo sottocapo di Stato Maggiore dell’AM.
L’AM ha chiuso anche il 58° e il 72° Gruppo IT Nell’ambito del programma di ristrutturazione della forza armata anche il 58° e il 72° Gruppo Intercettori teleguidati sono stati soppressi nel corso di due cerimonie che, presiedute dal gen. DA Roberto Corsini, comandante delle Forze da combattimento dell’AM, hanno avuto luogo l’11 e il 15 dicembre scorsi rispettivamente a Cordovado e a Bovolone. La chiusura dei due reparti – dopo quella di altre unità similari già da tempo avvenute - è dovuta al venir meno delle esigenze di difesa che cinquanta anni fa avevano portato alla loro istituzione. L’attuale contesto geostrategico, infatti, non richiede più strumenti di difesa aerea stanziali, ma facilmente rischierabili dove la minaccia risulta di volta in volta più forte; da qui l’esigenza per la Forza Armata di chiudere i Gruppi IT dotati di sistema d’arma Nike Hercules, più adatto alla difesa di vaste aree che a quella di punto. Le capacità operative e la missione dei Gruppi sopracitati sono state trasferite al neocostituito Gruppo missili del 2° Stormo di Rivolto, polo missilistico di riferimento della Forza Armata, reparto al quale sono stati affidati anche i relativi stendardi che verranno custoditi insieme a quello dell’80° Gruppo IT già ubicato a Bagnoli di Sopra e anch’esso di recente chiusura.
Completato da piloti greci il corso “preoperativo” l 21 gennaio quattro piloti dell’’aeronautica militare greca, in addestramento al 61° Stormo di Galatina, hanno completato il 3° Corso “Preoperativo 2009”, noto anche come “Lead In Fighter Training” (LIFT), corso di addestramento avanzato caccia, ricevendo il relativo diploma. Una nota di quel Reparto sottolinea come sia la prima volta che la Scuola di Volo salentina, che ha da tempo intrapreso un percorso di internazionalizzazione, brevetta un corso LIFT costituito interamente da personale straniero. Il corso, svolto presso il 212° Gruppo Volo su MB339CD, prevede un iter formativo di circa 70 missioni durante il quale i frequentatori apprendono tutti gli elementi basici dell’attività operativa su velivoli da caccia, provando in volo i profili tipici delle missioni di attacco al suolo e combattimento aria-aria, comprese alcune missioni svolte al poligono di tiro di Decimomannu. A questo si aggiunge un intenso programma di addestramento teorico ed un corso basico di intelligence.
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Il comandante della PAN tra gli ospiti della “Giornata Qualità Italia” al Quirinale Il 20 gennaio il tenente colonnello pilota Massimo Tammaro, comandante della Pattuglia Acrobatica Nazionale (PAN) “Frecce Tricolori”, ha partecipato al Palazzo del Quirinale alla “Giornata Qualità Italia”, il tradizionale appuntamento annuale con gli esponenti dell’eccellenza italiana che nei diversi settori promuovono il Made in Italy nel mondo. Il 313° Gruppo “Frecce Tricolori” dell’Aeronautica Militare ha infatti ricevuto nel 2008 dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano il “Premio Leonardo” per «l’impegno, la passione e la costante dedizione dimostrati nello svolgimento delle esibizioni acrobatiche collettive».
Futuri ingegneri aerospaziali in visita al 37° Stormo l 19 gennaio sessanta studenti del terzo e quinto anno della Facoltà d’ingegneria aerospaziale dell’università di Palermo, hanno visitato il 37° Stormo trascorrendo una intera giornata con il personale del Reparto per conoscere alcuni aspetti della manutenzione degli F-16 che quotidianamente assicurano, in collaborazione con altri Stormi, la sorveglianza dello spazio aereo nazionale. Dopo aver assistito presso il Gruppo Efficienza Aeromobili (GEA) all’illustrazione del “Peace Cesar”, il programma di leasing con il quale l’AM ha acquistato dagli USA un pacchetto di ore di volo con un coinvolgimento nella manutenzione congiunto di personale italiano ed americano, i visitatori si sono recati nell’area operativa della base per seguire il lavoro degli specialisti impegnati nelle attività manutentive degli aerei e lo svolgimento dell’attività di volo. La visita, continuata nel pomeriggio alla Sala Equipaggiamento, dove sono state illustrate le particolarità degli indumenti di volo utilizzati dai piloti del 10° e del 18° Gruppo, è stata conclusa da un incontro con il personale dell’82° Centro CSAR (Combat Search and Rescue), che opera quotidianamente, anche a favore della popolazione civile, sugli elicotteri HH-3F.
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L’aeroporto di Aviano per aiutare i ricoverati al CRO l 16 dicembre, sulla base aerea di Aviano, ha avuto luogo la presentazione dell’associazione Onlus ‘Rosario Scarpolini’ sorta per aiutare, con un sostegno di tipo logistico, coloro che necessitano di cure presso il Centro di Riferimento Oncologico (CRO) di Aviano ed i loro familiari chiamati ad assisterli. L’associazione – intitolata al compianto generale Rosario Scarpolini, già comandante di quell’aeroporto dal 2001 al 2005 e tragicamente scomparso una settimana dopo averne ceduto il comando – è svincolata da qualsiasi legame con l’Amministrazione militare, è nata da una iniziativa del personale in forza a quell’ente, personale che ad essa dedicherà la propria opera di volontariato in forma gratuita e privata, ma è aperta alla comunità locale che già sta dando il proprio sostegno con slancio ed entusiasmo. Il presidente dell’associazione, 1° m.llo Claudio Buonandi, ha ricordato che «una spinta determinante verso l’idea di costituire un’associazione di volontariato è scaturita dalla malattia che aveva colpito una bambina di cinque anni, figlia di un nostro collega residente in un’altra regione, bisognevole di cure presso il CRO. Data la particolare gestione delle terapie in età pediatrica, la famiglia ha dovuto affrontare il problema della ricerca di un alloggio le cui spese, con spirito di solidarietà, furono sostenute dai colleghi del Reparto». Da questo spunto emotivo è nata l’associazione il cui scopo è quello di dare ospitalità a titolo gratuito alle famiglie degli ammalati e, a questo scopo, l’Associazione ha messo a disposizione un primo appartamento arredato con i fondi delle sottoscrizioni. Presenti all’evento, oltre alla vedova del gen. Scarpolini, molte autorità locali tra cui il vescovo di Pordenone mons. Ovidio Poletto, il gen. BA Fernando Giancotti, capo del 1° Reparto dello Stato Maggiore Aeronautica, il generale Brown, comandante del 31° Fighter Wing dell’USAF, il dott. Del Ben, direttore generale del CRO ed il col. Filippo Zampella, comandante dell’aeroporto di Aviano.
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Riconoscimenti USA al s.ten. nav. Alfredo Pini l 29 gennaio, alla Naval Air Station di Pensacola (USA), si è svolta la cerimonia di graduation del “Joint Undergraduate Navigator Training” (JUNT) nel corso della quale il sottotenente Alfredo Pini del corso Eolo 5° - oltre a ricevere l’aquila di navigatore militare e la “Gold Wing” della US Navy – è stato premiato con il prestigioso “Paul F. Lorence Award”, riconoscimento riservato al “Top Graduate” Strike Fighter, ed ha ricevuto per la terza volta, nel corso del’iter istruzionale, la “Commodore’s List”, onorificenza riservata ai “Top Scorer” nelle varie fasi addestrative.
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Il 103° Gruppo dona un kit salvavita Il 23 dicembre, a Castelfranco Veneto, è avvenuta la donazione al locale Ospedale San Giacomo - da parte del personale del 103° Gruppo di volo del 51° Stormo tra il quale è avvenuta un’apposita raccolta di fondi - di una apparecchiatura medica grazie alla quale è possibile somministrare le cure adeguate ai bambini in tenera età affetti da gravi problemi cardio-vascolari. Presenti all’evento, tra gli altri, il comandante del 103° Gruppo, magg. pil. Davide Testa, il direttore sanitario dell’Ulss 8, Paola Corziali, il primario di pediatria, Luigi Pavanello, il responsabile del presidio castellano, Lorena Sandonà, il sindaco di Castelfranco Veneto, Maria Gomierato, e l’assessore ai servizi sociali, Giancarlo Turioni.
53.000 le visite al Museo Storico AM nel 2009 el 2009, al Museo Storico dell’AM di Vigna di Valle, vi è stata una presenza di 53.000 visitatori e ben 400 sono state le visite guidate effettuate dai volontari dell’Associazione Arma Aeronautica di Bracciano e dal personale del Museo. E’ da ricordare in proposito che nell’anno citato è stato riaperto al pubblico il padiglione ‘Skema’ e sono stati esposti nuovi aeromobili, come il prototipo dell’MB.323 e dell’elicottero AB204-B. La Sezione Mostre del Museo è stata presente a numerose e importanti manifestazioni nazionali ed ha realizzato la rassegna itinerante “Il secolo con le Ali”, mostra storico-fotografica rievocativa dei cento anni del volo in Italia. Il Museo ha inoltre organizzato il corso di restauro aeronautico, novità assoluta nel campo della museologia militare e civile di settore e quello di movimentazione di materiali storici. Per l’anno in corso è prevista l’ultimazione del restauro del velivolo Ro.43, ed è in programma la pubblicazione online, nel sito web del Museo, dell’elenco delle monografie consultabili al Centro Documentazione “Umberto Nobile”. In campo internazionale, oltre alle ormai consolidate collaborazioni con altri enti e musei aeronautici, sono in corso trattative con quello “Del Aire” di Madrid per il restauro di due velivoli Ro.37bis che, una volta ricondizionati, andrebbero ad arricchire le collezioni di entrambi i musei.
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Fucilieri dell’Aria dell’AM nelle squadre di soccorso ad Haiti Il 19 gennaio undici Fucilieri dell’Aria del 16° Stormo ‘Protezione delle Forze’ di Martina Franca sono partiti per Haiti, con la portaerei Cavour, nell’ambito della Task Force interforze predisposta dallo Stato Maggiore della Difesa per recare soccorso alle popolazioni colpite dal sisma che ha devastato quell’isola caraibica. I Fucilieri dell’Aria avranno il compito di concorrere alla ‘Force Protection’ della citata Task Force italiana.
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TEMATICHE POLITICO-MILITARI AERONAUTICA MILITARE Pubblichiamo, tratto da “Informazioni della Difesa” n. 6/2009 - che ringraziamo per avercelo concesso - il testo dell’intervento che il capo di Stato Maggiore della Difesa, generale Vincenzo Camporini, ha tenuto il 25 novembre scorso al Centro Alti Studi per la Difesa (CASD) in occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico 2009-2010 di tale Istituto.
La comunicazione strategica come leva del miglioramento organizzativo di Vincenzo Camporini l Gruppo di Volo da cui provengo ha un motto: “Melius esse quam videri” e, pur non essendo negli anni ‘60-70 considerato un Reparto di punta, fu l’unico ad essere considerato nella più realistica ricostruzione romanzata dell’ipotetico scontro est-ovest “La terza guerra mondiale” di John Hackett. Erano altri tempi, era un altro mondo. Oggi, nel villaggio globale, dove anche le nostre Forze Armate operano e svolgono la loro mission, la comunicazione, sempre più, sta diventando uno dei fattori chiave per determinare il successo dell’organizzazione e un indicatore imprescindibile da un lato per consentire, dall’altro per misurare l’efficacia del loro operato. Un buon risultato non comunicato potrebbe, infatti, essere un risultato conseguito, ma non efficace. Non dobbiamo citare illustri studiosi per affermare che, nella società in cui viviamo, il “ben fare” da solo non basta. La nostra è una società molto competitiva e anche le diverse articolazioni dello Stato si trovano a dover fare marketing al fine di farsi assegnare le risorse necessarie. A dire il vero, nell’attuale situazione socio-economica, ci troviamo in una posizione di paradossale debolezza: mentre altri settori dell’Amministrazione dello Stato ottengono attenzione, e risorse, evidenziando le loro inefficienze, la Difesa deve dimostrare di saper spendere bene quanto le viene assegnato, il che rende meno pressanti per il mondo politico le nostre esigenze e un’insufficienza sul terreno sarebbe motivo non di rilanci ma di ridimensionamento del livello di ambizione. Risulta pertanto decisivo anche per le Forze Armate, mantenere i riflettori accesi sui propri progetti e sulla propria organizzazione. Non impegnarsi in tal senso significherebbe, prima o poi, pagare un fallimento nella percezione della propria missione. Ma vi è un secondo fondamentale
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motivo che rende oggi basilare l’importanza della comunicazione per lo strumento militare: l’attuale quadro strategico vede un impiego prevalente delle Forze Armate in operazioni di stabilizzazione in regioni dove la legalità è scomparsa e regna la violenza. Le popolazioni coinvolte sono sfiduciate, diffidenti, a volte istintivamente ostili e il rapporto comunicativo che si riesce a stabilire con queste comunità locali diventa elemento chiave del successo stesso dell’operazione. Ritengo pertanto opportuno proporre alcune riflessioni sulla comunicazione che definiremo strategica; strategica in quanto funzionale al raggiungi mento di obiettivi strategici. Veniamo ad analizzare il primo aspetto, quello per così dire “interno”: comunicare le Forze Armate significa, innanzitutto, comunicare un progetto. Occorre, quindi, elaborare ed avere ben chiaro un progetto di lungo termine, da perseguire con coerenza, comunicando il quale si rende possibile convincere gli opinion makers e quindi l’opinione pubblica, e quindi il livello politico, che è giusto e desiderabile dedicare risorse importanti per il conseguimento di quel progetto, in sintonia con i propri valori fondanti. La comunicazione ha, pertanto, l’obiettivo di promuovere e mantenere un’immagine coerente con l’anima dell’organizzazione, garantendo visibilità giusta e positiva, informazione e trasparenza all’esterno e all’interno. All’esterno ci rivolgiamo ai cittadini, ai media nazionali, internazionali e locali, agli opinion leader, al mondo delle Università e della Scuola, alla Pubblica Amministrazione e alle Istituzioni locali. All’interno il target sono i membri delle Forze Armate, le loro famiglie, le rappresentanze e, per il personale civile, i sindacati. La coerenza dei messaggi emessi dall’organizzazione è garantita dalla condivisione e dalla
conoscenza degli stessi al suo interno. Sarebbe “schizofrenica” una comunicazione che contempli argomenti ed aspetti organizzativi che non siano il prodotto - meditato e consapevole - dell’agire e del sentire di tutte le sue componenti. Assicurata la coerenza interna, la necessità di comunicare l’istituzione si traduce ancora, per noi, nel progressivo avvicinarsi della nostra organizzazione al mondo non militare, in un processo di “secolarizzazione” che ci vede impegnati quotidianamente su più fronti, utilizzando più media e con l’attenta missione di far conoscere nel modo più adeguato, trasparente e convincente che le Forze Armate non costituiscono un comparto fine a sé stesso ma una realtà che concorre al più ampio progetto di rinnovare e rendere migliore il nostro Paese. Le Forze Armate hanno dunque il dovere, prima ancora che il diritto, di far conoscere quanto fanno per il Paese e per la comunità internazionale, in termini di riconosciuta utilità sociale e di difesa e salvaguardia della stabilità e della sicurezza. E veniamo, quindi, al secondo aspetto che ho citato in premessa e cioè le operazioni fuori area. Proprio in tal senso, l’impegno delle Forze Armate, specialmente quello nei teatri operativi internazionali ci vede operare sempre più non solo “contro” qualcuno ma anche “a favore” di qualcuno. Le Forze Armate si trovano quindi ad operare “among the people” in un quadro in cui le forze opponenti fanno parte del complesso contesto che si deve stabilizzare, e che, paradossalmente è meglio convincere che vincere. E’ pertanto necessario saper valutare l’impatto che, in ogni situazione, l’azione o l’iniziativa militare può avere nel contesto nel quale opera, in particolare se questo contesto è rappresentato - come sempre più spesso accade da complesse realtà in cui popolazioni civili ed aspetti mediatici assumono una valenza determinante. Diventa pertanto un unicum indivi-
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TEMATICHE POLITICO-MILITARI sibile l’interrelazione tra la funzione di comando e controllo delle operazioni, la gestione degli eventi e il mondo mediatico. E ciò è confermato dal fatto che la comunicazione esterna con l’ambiente nel quale si opera - pensiamo alle autorità e alle popolazioni locali - ha un diretto e condizionante impatto sulle operazioni stesse e sulla loro efficacia, arrivando a condizionare molto spesso la sicurezza dei contingenti. Proprio per questo, “conquistare le menti e i cuori” si traduce operativamente nel guadagnare il consenso e il sostegno dell’ambiente operativo, sociale e culturale nel quale siamo impegnati. Per converso, sapere di far bene, sapere di avere il consenso per ciò che si fa, sapere che ciò che si fa non viene nascosto o sottovalutato o male interpretato non può che aiutare a farlo meglio. Ma per “conquistare le menti e i cuori” serve qualcosa in più, qualcosa che non si vende se non si possiede, come recita una regola base del marketing. Comunicare è condividere codici ed avere ritorni corretti di ciò che si fa e si comunica: molto spesso proprio questo è mancato tra mondo militare e mondo della comunicazione. Sulla base di questo ventaglio di riflessioni desidero richiamare l’attenzione su quelli che ritengo essere alcuni principi utili a migliorare l’efficacia della nostra comunicazione. Per ottenere l’auspicata armonia comunicativa, dobbiamo tenere presente che:
• La comunicazione è ascoltare Contrariamente a quello che si può pensare il successo della comunicazione non è solamente parlare, dire, informare ma anche ascoltare. Ascoltare e sentire l’altro è importante per almeno due ragioni: in primo luogo raccogliere e saper analizzare le opinioni dei propri target groups o segmenti del pubblico deve essere considerato un fattore fondamentale; in secondo luogo bisogna cercare di capire veramente chi ci sta di fronte, gli usi, i costumi, le religioni al fine di poter trovare un luogo comune di dialogo e rispetto reciproco, nel quale poter far conoscere i rispettivi interessi e la validità delle proprie ragioni, che devono essere analizzate senza pregiudizi o categorie di pensiero che noi diamo per scontate perché nostre. Un approccio comu-
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nicativo che non ascolta è destinato a fallire.
• La comunicazione deve essere credibile per essere efficace Ciò che si applica per trattare con gli operatori della comunicazione vale anche con i partners pubblici. Se si prova a manipolare o a non dire la verità, si perde immediatamente di credibilità. In tempi di crisi o di azioni di confiitto, può apparire funzionale non dire le cose correttamente o almeno correggerle il più possibile. ma, a dispetto dell’overflow di informazioni del mondo mediatico, la memoria dell’opinione pubblica lavora molto bene e una bugia o un sotterfugio non sono facilmente dimenticati. La credibilità non si conquista da un giorno all’altro: essa richiede impegno personale e lavoro continuo e motivato; è facilissima da distruggere difficilissima da ricostruire.
• La comunicazione non deve sempre essere gestita da noi Talvolta per ottenere una più efficace comunicazione, essa deve essere condotta e gestita dalla nostra organizzazione ma altre volte le nostre scelte di policy risultano comunicate meglio da terzi. Essi possono essere, per esempio, uomini e organizzazioni della cultura e del mondo accademico e possono sostenere e agevolare la discussione nella pubblica opinione e far adottare una strategia comunicativa che introduca una problematica o una scelta di policy all’attenzione del pubblico. La vera sfida per la nostra organizzazione è quella di favorire e sviluppare il dibattito mantenendo il focus su una particolare problematica di nostro interesse.
• La comunicazione richiede una adeguata e corretta pianificazione, formazione e risorse Per troppo tempo la comunicazione non è stata vista come un valore strategico. Anche nelle aziende, se si devono operare tagli al bilancio, questi vanno a toccare la comunicazione. Gli stessi addetti ai lavori nelle Pubbliche Amministrazioni, troppo spesso entrano in gioco alla fine del processo decisionale e di produzione, lontani dal centro ne-
vralgico dove viene decisa ed implementata la policy comunicativa. Questo deve essere cambiato. Parafrasando un principio della Public Diplomacy potremmo dire che la “comunicazione deve far parte del decollo e non di un atterraggio di emergenza”. Ma questa idea fatica a prendere piede. Troppo spesso si concentra lo sviluppo delle attività nell’immediato dell’evento, in maniera quasi estemporanea e in un contesto locale: questo non favorisce la crescita di consenso da parte dell’opinione pubblica relativamente ad una particolare scelta comunicativa o ad un cambio di attività. La comunicazione deve invece far parte della policy nazionale, favorire e pianificare la cultura della difesa e, in ultimo, diventare elemento fondamentale di decision making. Queste rifiessioni mettono in evidenza come la comunicazione sia una leva importante per il miglioramento organizzativo, sia percepito che reale. Ma essa non deve essere a senso unico. Ancora una volta dobbiamo pensare che non solo la tecnica ma anche la motivazione e la condivisione di ciò che si fa, porta risultati vincenti. Ancora una volta l’emozione e la psicologia motivante della comunicazione può essere vanificata da una cattiva gestione metodologica della funzione comunicativa. Come d’altro canto un’ottima gestione della comunicazione è vanificata se non condivisa o realmente sentita propria dai protagonisti. Se da un lato la struttura spontaneamente e tradizionalmente gerarchica della nostra organizzazione consente il controllo di flusso in senso verticale delle decisioni e dei contenuti comunicativi, dall’altro è necessario creare e potenziare la rete e sviluppare un sistema orizzontale, reticolare, per la gestione dell’informazione e della comunicazione. I due approcci devono convivere e sinergicamente dialogare con la finalità di migliorare le funzionalità dell’organizzazione e favorire la conoscenza dei progetti in atto, delle operazioni e della percezione che il nostro operato ha nella società e all’interno della stessa organizzazione. Conoscenza che sempre più deve farsi condivisa e che il Centro Alti Studi per la Difesa alimenta, dando un vero contributo, profondo e dinamico, per assicurare alle future generazioni la preparazione umana e professionale che è prerequisito ineludibile dello sviluppo.
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SCIENZA, SPAZIO TECNICA E INDUSTRIA Pronto al volo “Polluce”, secondo esemplare del laboratorio aerospaziale del CIRA l 22 gennaio, il Centro Italiano di Ricerca Aerospaziale (CIRA), ha annunciato che “Polluce”, il secondo esemplare di laboratorio volante aerospaziale senza pilota (USV) del CIRA stesso, è pronto al volo. Nell’occasione, sono stati illustrati obiettivi, tecnologie ed esperimenti di volo dell’intero programma che mira a investigare il campo dell’ipersonica, sia per il rientro atmosferico e sia per il volo transatmosferico. Protagonista del volo sarà appunto “Polluce”, progettato dal CIRA e realizzato con il contributo di importanti industrie nazionali del settore come il gemello “Castore”, l’USV1 che nel febbraio 2007, pur incidentatosi al momento del suo ritorno sulla superficie del mare, ha compiuto con successo la sua missione raggiungendo l’80% degli obiettivi prefissati (v. anche pag. 12 di Aeronautica n. 3/2007). Pur essendo molto simile al Castore, il Polluce è tecnologicamente più avanzato e la missione sarà più complessa. Il prossimo lancio sarà infatti caratterizzato tra l’altro da una quota di sgancio del velivolo dal pallone stratosferico di
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24 km contro i 20 del primo; oltre ad una manovra di richiamata più lunga, il velivolo eseguirà anche una manovra di alfa-sweep, tale, cioè, da variare l’angolo d’attacco mantenendo costante la velocità, e due virate con manovra di bank; la velocità massima raggiunta sarà di Mach 1,2 (circa 1.500 km/h) contro i Mach 1,07 del Castore. La durata di questo secondo volo sperimentale sarà di circa 140 secondi contro i 47 del primo. Nel corso del volo saranno provate le tecnologie di guida senza pilota (unmanned) ed il comportamento aerodinamico e strutturale dell’aereo che riproduce il rientro in atmosfera di una navicella spaziale. Inoltre, a bordo del Polluce saranno ospitati due esperimenti ideati da altri enti: l’uso di tecnologia MEMS (sistemi elettromeccanici miniaturizzati) per misurare le accelerazioni caratteristiche del volo fino all’ammaraggio; l’altro, un esperimento di fisica dell’atmosfera, denominato IRIS, per la rilevazione dell’opacità dell’atmosfera collegata alla presenza di aerosol.
Accordo per la produzione di bombe SDB I per l’AM a Boeing e la OTO Melara hanno annunciato di aver firmato un accordo per la coproduzione di bombe di precisione Small Diameter Bomb Increment I (SDB I) per l’Aeronautica Militare. La SDB I, denominata GBU-39, è una bomba di precisione del peso di circa 130 kg, con involucro in acciaio, testata penetrante del tipo “blast-fragmentation”, sistema di guida inerziale e GPS, e munita di piccole ali ripiegabili che le consentono una gittata fino a 100 km. Nell’occasione è stato fatto notare che le piccole dimensioni e l’alta precisione delle GBU-39 rendono possibile
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una maggiore efficacia e, quindi, un minor numero di missioni per raggiungere lo scopo, riducendo nel contempo i danni collaterali. L’accordo – del valore di 34 milioni di euro - prevede che la Boeing fornisca una parte dei componenti meccanici ed elettrici e l’attrezzattura di prova per la produzione di 50 lanciatori quadrupli e di 500 bombe, più vari materiali di supporto, mentre la Breda Meccanica Bresciana, associata di Oto Melara, produrrà gli altri componenti ed assicurerà il montaggio e le prove finali con l’assistenza tecnica dell’azienda statunitense.
Naufraga il sogno della NASA di tornare sulla Luna
Iran: nuovi lanci missilistici sperimentali
l presidente statunitense Brack Obama, illustrando il 1° febbraio il bilancio per il 2011, ha assegnato sì 19 miliardi di dollari (13,7 in euro) alla NASA, ma ha in pratica cancellato il programma Constellation per il ritorno USA sulla Luna entro il 2020 (v. pag. 12 di Aeronautica n. 11/2009). Cancellato anche quello per lo sviluppo dei grandi vettori Ares I e 5 e dell’astronave Orion che avrebbe dovuto prendere il posto degli “space shuttle”, giunti ormai alla fine della loro vita operativa in quanto effettueranno solo cinque voli entro quest’anno per poi essere radiati. Cancellazioni che, lo ricordiamo, erano state già proposte dalla Commissione Augustine in quanto il programma era stato ritenuto irreale (v. pag. 11 di Aeronautica n. 11/2009). L’attuale finanziamento, è stato precisato, dovrà servire allo sviluppo di un vettore commerciale per portare gli astronauti in orbite basse, vettore che dovrebbe essere sviluppato e prodotto da aziende private sotto la supervisione della NASA, come da noi già riferito negli articoli sopra richiamati.
l 16 dicembre l’Iran ha lanciato per la terza volta la versione avanzata del missile terra-terra Sejil-2 (v. anche pag. 14 di Aeronautica n. 6/2009) con una gittata di circa 2.000 chilometri e quindi in grado di colpire Israele e le basi statunitensi nel Golfo. Alle preoccupazioni espresse in proposito da molti paesi occidentali il governo iraniano ha risposto che «le capacità missilistiche di Teheran sono solo difensive». Nei primi giorni di febbraio l’Iran ha effettuato il lancio di prova di un missile che, denominato Kavoshcar-3 (Esploratore) e destinato a mettere in orbita satelliti, recava in una apposita capsula un topo, due tartarughe ed alcuni vermi.
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Caro Gianbortolo, la tragedia a puntate di Haiti ha convocato nell’isola aeroplani ed elicotteri d’ogni bandiera. Ci siamo anche noi italiani, consapevoli che la fatica del soccorrere durerà a lungo. Haiti ha bisogno di tutto. Haiti, così bella, così miserevole, ha sempre avuto bisogno e urgenza di tutto. Forse, a voi della rivista azzurra, interesserà questo mio “reportage” haitiano. E’ del 1970, quarant’anni fa. Ma è più che mai attuale, perché, da allora, nulla è cambiato nell’isola caraibica, dove i diritti, forse tutti, sono disattesi. Solo l’ospedale di Deschapelles, che qui racconto, ha continuato e continua, nella tenaglia dell’emergenza, a compiere i doveri per cui è nato. Quando le circostanze si fanno groviglio, ma qualcosa e qualcuno continua a rifulgere, questa – dimmi se sbaglio – è un’esperienza che l’Aeronautica di guerra ha interpretato da par suo. Eccoti Haiti, allora. Eccoti l’Haiti che rappresentai per “Epoca” (settimanale di Mondadori diffuso, impegnato e condiviso da lettori indimenticabili). Giorgio Torelli Osservatore dall’Aeroplano
Haiti: il coraggio e la fede del dottor Larry Mellon, miliardario americano divenuto lo “Schweitzer dei Caraibi”. di Giorgio Torelli 1970: HAITI Dal DC-8 della Transcaribbean avvisto sulla sinistra i fianchi rossicci delle montagne di Haiti. In lingua creola Haiti vuol dire Terre Montagnose. Vengo dalle luci di New York invernale. Decollando avevo individuato lo spento profilo dei grattacieli di Manhattan, poi più niente per tre ore e mezza di rotta, dall’Atlantico al Mare delle Antille: tutto mare e cielo, tersi ambedue, senza navi né aerei. Solo un attimo, al disotto delle ali, era balenato un frammento verde e azzurro, probabilmente uno scoglio delle Bahamas. Adesso abbiamo Cuba sulla destra e le cinture allacciate per prendere terra, nelle spire dell’aliseo, a Port-au-Prince. Il quadrigetto è affollato di negri lucidi, sembra una grande piroga. Sono haitiani che vivono negli Stati Uniti e tornano per Natale nell’isola nativa. Portano come dono, ai parenti delle capanne, grosse bambole di pelle mulatta con i vestiti in organdis rosa. Sono partiti coi cappotti, e ora li stanno infagottando nelle borse da viaggio. Restano in camicia, pronti per l’atterraggio al Tropico dove si annunciano 30 gradi. Con le bambole tra le braccia nude e vigorose hanno intonato una canzone: «Antilles’Antilles d’or! Vous ètes d’odorants bouquets...» Tutti hanno avuto il bisnonno schiavo. I primi negri in catene furono sbarcati a Haiti nel 1506: erano stati comprati dai pirati in Guinea. Nel 1791 gli schiavi si ribellavano e nel 1801 promulgavano la Costituzione indossando, sulla pelle nera, le rutilanti uniformi e le feluche dei francesi. Per quasi due secoli Haiti è stata una ribalta di negri in costume: ha avuto negri generali, negri imperatori e anche re, rivoluzionari, dittatori. Tutti di viso bantu, le labbra prominenti, i capelli crespi.
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Spade, cotone, cavalli impennati, scarlatti fiori di ibisco, polveriere, palme, vascelli e somari, si sono rimescolati in una sontuosa bagarre storica. Oggi Haiti è sotto François Duvalier, un dottore in medicina eletto presidente a vita. Vive in un palazzo che ha perfino i tetti dipinti di bianco. Non ne esce mai. I nativi sono quattro milioni e mezzo circa, quasi tutti paysans. Possiedono un asino, una zappa, un tetto di paglia, un’illimitata fiducia nella liturgia magica della religione vudù (intreccio di riti pagani di matrice africana), e si gloriano - ve lo dicono subito in francese - di essere la Première République Noire du Nouveau Monde. Nel cuore di Haiti, diciamo nelle piantagioni, un reddito medio non è mai accertato. Si vuole non superi le 75mila lire annue. Un cavallo costa 18mila lire, un casco di banane 200. Tubercolosi, tetano e malnutrizione falciano. Niente è più tragico dei tersi cieli caraibici, della prorompente vegetazione tropicale, quando coprano, con un manto sgargiante gli antichi mali dell’uomo, le insolute afflizioni della negritude a tre ore e mezza di jet dallo shopping di Natale a New York. Gli haitiani sono nominalmente cattolici, ma ignorano dove siano Roma e il Papa. À l’étranger, azzardano indicando gli spazi oltre le montagne. Il diavolo sta a Cuba. Circola il dollaro. Anch’io mi cambio d’abito nella toilette dell’aereo. Vesto abiti da fatica e scarpe da polvere. Appena a terra, devo correre in Land Rover per cento quaranta chilometri, prima lungo la costa orientale, poi nell’interno. Le strade sono in condizioni d’abbandono, crivellate di buche. In quattr’ore di marcia intendo raggiungere, nella vallata del fiume Artibonite, l’ospedale - miracolo del dottor Larry Mellon, lo Schweitzer dei Caraibi. Mi propongo di dedicare alla sua buona volontà questa testimonianza
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natalizia. L’ombra del jet si ingigantisce sul mare che sfioriamo: ecco le palme, il cemento della pista, il tonfo dei carrelli. Ci sono abiti dai colori accesi, sulle terrazze dell’aerostazione, orecchini d’oro, negre opulente. I poliziotti hanno revolvers scoperti, col manico arabescato. Una voce di accenti francesi, intima agli arrivati: «Passepòrt, passepòrt, dollàrs, dollàrs». Per accedere alla Repubblica noire si pagano 3 dollari d’ingresso, talora trattabili. Dico al doganiere: «Vado dal dottor Mellon». «Mellon?» riflette, guardando i ventilatori. Non rammenta. La folla con le bambole in rosa spinge. Dove è andato a ficcarsi quel Mellon? William Larimer Mellon, che oggi ha sessant’anni, nacque milionario in dollari. Suo padre, William Larimer I, era il presidente della Gulf Oil Corporation. La Gulf la conoscono tutti, c’è anche sulle strade italiane; Extra Service è il suo slogan in campo arancione. E nella Gulf ci sono tuttora i Mellon. La famiglia del dottore controlla sempre la compagnia petrolifera, che resta la quinta per importanza negli Stati Uniti e avrebbe dovuto avere come presidente proprio William Larimer II. Il signor William Larimer I ne era così convinto da avere puntato tutto su questa sicura successione. Larry, una volta frequentata Princeton, si sarebbe fatto le ossa vicino al trono di daddy per succedergli nella corona al momento giusto, sigaro tra i denti e occhio di falco. Abitavano - i Mellon - in una casa vittoriana di Pittsburgh in Pennsylvania. Nel 1910, quando venne al mondo il futuro Schweitzer yankee, la casa era di trenta stanze. C’erano quattro camerieri irlandesi in livrea, otto cameriere, un cuoco e due autisti che guidavano una Pierce Arrow, una Packard, una Locomobile e una Cunningham, vetture di grande prestigio su cui il petroliere della Gulf portava in giro per l’America il suo profilo di nuovo ricco. Era repubblicano e presbiteriano. Non sapeva neanche che cosa fosse un college, parlava mordendo il sigaro. Il piccolo Larry veniva cresciuto per somigliargli. Ma non accadde. Traccio appena una sintesi della vita polemica di Larry perché sembra seguire un disegno invisibile, del tutto opposto a quello immaginato dal padre magnate. A diciannove anni il giovane candidato al petrolio entra in banca come figlio di papà e prende anche moglie. Un matrimonio sbagliato, divorzierà dopo sei anni. Dai ventuno ai ventiquattro, siede alla Gulf; la presidenza sarà sua se la perseguirà. Ma a venticinque, inquieto, tormentato, eccolo già fuori. Ottiene dal padre allibito una parte del denaro che gli spetta e che è depositato in banca per il suo futuro. Lascia la casa vittoriana con un’auto di serie e un rimorchio su cui ha sistemato il cavallo da sella Goldie e il cane Chubby. E’ diretto all’Ovest per individuare, nel territorio dell’Unione, uno spazio di terra dove impiantare un ranch. Non ha fretta. Vuole scegliere bene. Avverte l’improrogabile richiamo del silenzio, dei cieli aperti. I bollettini di borsa lo deprimono. Si ferma in Arizona dopo quattro settimane di viaggio e acquista un ranch con diritto di pascolo su un territorio di trecento miglia quadrate. Con gli stivali nella polvere volge lo sguardo attorno: ha il temperamento del pioniere. Il deserto non lo deprime, al contrario lo stimola. Resta
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così nel ranch dai venticinque ai trentotto anni, con un intervallo per servire il Paese durante la guerra. Che vita conduce, in Arizona, l’uomo che avrebbe potuto guidare la Gulf? La dura vita del cow-boy. Larry - che ancora non sa niente di medicina, né ha mai sentito parlare di Schweitzer, né considera motivi esistenziali più importanti che la marcatura del bestiame o la tecnica per saettare un lazo intrecciato in pelle - passa dodici ore al giorno in sella. Mette il piede nella staffa alle cinque, lascia il cavallo «da quarto» dopo il tramonto. E galoppa, insegue, costruisce recinti e serbatoi per l’acqua, doma puledri. E’ un duro, cotto dal sole, che la notte fa bisboccia coi suoi ragazzi, tutti col cappellone da cinque galloni, come chiamano il feltro western. Porta i chaparejos di cuoio per rivestire le gambe, e gli speroni con la rotella. L’inverno affonda nella neve fino al bordo della sella. Ha il Winchester che batte sul ventre del cavallo. Ci sono coyotes nel ranch. Tra alti e bassi, arriva a possedere quattromila capi di razza Hereford, vacche rosse con la testa bianca. Non gli va male; coi profitti può comprare altre due fattorie. Il padre, che non gli aveva più scritto, si rifà vivo. Tutto sommato, Larry ha contestato il petrolio ma, con le vacche e i cavalli, ci ha saputo fare. Un giorno del 1943, a trentatré anni, Larry incontra una bellissima divorziata con tre figli. Si chiama Gwenn Grant, sa stare in sella come nessuno, ha un profilo altero, le gambe lunghe. Il cow-boy si innamora e parte per la guerra in Europa con l’immagine di Gwenn stampata dentro. Viene in Svizzera e in Spagna come addetto alla Secret Intelligence. Lavora in borghese. Deve prendere contatto col maquis francese e la Resistenza italiana per combinare azioni, intrecciare fili. Organizzare è il suo mestiere. Il comandante Larry ha buoni esiti. Ho veduto io stesso, giorni fa al suo ospedale haitiano, un volume sulla pittura italiana del Duecento e Trecento offertogli nel 1945 dal Comitato di Liberazione Nazionale per parte di un certo Pizzoni, che operò col nome di battaglia di Longhi. Appena tornato a casa, nel 1946, il cow-boy della Secret Intelligence sposa Gwenn. Larry ha avuto un figlio dal primo matrimonio (morirà tragicamente a trentun anni); Gwenn, come ho detto, ne ha avuti tre. Mettono tutto in comune e diventano una sola famiglia americana in una fattoria dell’Arizona. La vicenda finirebbe così, nelle luci dell’Occidente, se una sera davanti al camino non capitasse nelle mani callose di Larry una copia di «Life». Siamo nel 1947, e l’erede della Gulf ha trentasette anni. C’è silenzio nel ranch, le bestie sonnecchiano nei corrals, Gwenn lavora a maglia, i ragazzi sono in città. «Life» dedica un reportage a un singolare «gentiluomo col casco bianco che tende le mani a due antilopi» (fu questa la prima definizione di Schweitzer data dal ranchero d’Arizona). Che strana storia questa del dottor Schweitzer: una laurea tardiva, un ospedale fondato nella foresta equatoriale nel 1913, la musica per organo di Bach, lo spirito del Vangelo. Larry Mellon II guarda i baffi del medico di Lambaréné: da una fattoria di vacche Hereford, il Gabon è la Luna. Che ci fa, nel cuore dell’ Africa, quel «gentiluomo»? Le
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fotografie del servizio mostrano negri bendati, canoe, capanne: un punto del mondo dove ci si è stretti in comunità per lenire il dolore. La motivazione non importa, anche se è una motivazione cristiana. A Lambaréné si ama il prossimo nero. Il cow-boy fissa il fuoco che arde, e riflette. Ritorna a sfogliare le pagine e riguarda il fuoco. Che singolare combinazione di cose. Giorni fa ha avuto un intenso momento di concentrazione. Poiché si interessa allo studio delle lingue, ha chiamato nel ranch un siriano per apprendere l’arabo, che lo incanta. Gli piace scendere da cavallo e trovarsi sui libri a districare parole cifrate. E’ già avanti nella decifrazione, ormai si muove bene tra quei segni dell’Oriente mediterraneo. Ha prescelto come testo di studio, come campo di esercizio, il Vangelo di san Marco. Alla Gulf o a cavallo di un mustang, il presbiteriano Larry non ha mai smesso di mandare ogni tanto un pensiero a Dio: si è sempre detto che Dio c’è, che ci ama, che va amato, che è un Dio esigente, che il petrolio è suo, sue le giornate di polvere e sudore tra le Hereford, suo il riposo senza stivali e speroni. Ricorda dunque che una sera della settimana scorsa stavano traducendo, lui e il siriano, un passo di san Marco e indugiavano sulle parole, conquistandole a fatica una dopo l’altra. Finché una frase non era uscita netta, sofferta punto per punto, vissuta. Era un passo del capo decimo di san Marco a partire dal versetto 17. Da allora, quelle parole di pietra gli sono rimaste incise nella memoria, insopprimibili. Il passo dice (Larry ne rivede le lettere stampate): «E come Gesù uscì sulla strada, un tale, accorrendo e buttandosi in ginocchio davanti a lui, gli disse: «Buon maestro, che devo fare per guadagnarmi la vita eterna?» Allora Gesù gli disse: «Conosci i comandamenti: “non farai adulterio, non ucciderai, non ruberai, non attesterai il falso, non usurperai, onora il padre tuo e la madre”». Quegli allora (rispondendo) disse a lui: «Maestro, tutte queste cose le ho seguite dalla mia prima età». Allora Gesù posò gli occhi con affetto su di lui e gli disse: «Una cosa ti resta: và, quello che hai vendilo e donalo ai poveri, e ti procurerai un tesoro nel cielo. Andiamo, prendi la tua croce e seguimi». Il fuoco crepita, manda riflessi sulla carta patinata della rivista dove Schweitzer suona l’organo per un pellicano che lo fissa. Anche Larry, spesso, suona violino, violoncello, chitarra, flauto, concertina. Bach è dei suoi. Dunque, ricapitola: Schweitzer s’è laureato tardi, ha costruito dal niente, ha interpretato alla lettera le parole scritte in san Marco, ed eccolo suonare Bach dopo cena con un ospedale attorno e una notte di coscienza limpida. Sono due le circostanze: o dimenticare il passo di san Marco o adottarlo. Fuma adagio guardando gli occhi di Schweitzer sotto il casco, finché la notte è fonda. Domattina all’alba, montando a cavallo, ci ripenserà. Ci pensa per mesi: a san Marco e a Schweitzer. Infine capisce, con calma, con ponderatezza, di essere nei guai. «You’ve got it bad, stai andando male, ragazzo mio» gli dice il più caro degli amici. Il cow-boy ha mutato pelle. Nel 1948, a trentotto anni, decide di scrivere a Schweitzer a Lambaréné «per spiegare solo questo: mi sono domandato se sarebbe utile e possibile studiare la medicina così da fare
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Haiti, dicembre1970, Il dott. Larry Mellon visita una piccola haitiana in un villaggio prossimo all’ospedale Albert Schweitzer qualcosa di simile a ciò che ha fatto lei, dottore». Un cow-boy va in città a imbucare la lettera e, un mattino, ecco in Arizona un messaggio da Lambaréné. Il dottor Schweitzer, con una di quelle penne dalla cannuccia spezzata che tiene tra indice e medio, ha risposto in bella scrittura: «Caro amico Larry, ricevo spesso scritti con richieste di consigli. Il mio pensiero su di voi è che amiate la medicina in un’età un pochino avanzata. Vi confesso: di solito sconsiglio. Nel vostro caso, però, ho avvertito qualcosa che mi fa ritenere sincera la volontà di riuscire». Quel «qualcosa» basta a Larry. Del resto s’era deciso da un pezzo. Vende i suoi terreni d’accordo con Gwenn che lo comprende e, a trentatto anni suonati, ritorna al college insieme ai teenagers. Disertato il petrolio, spente le luci nel ranch, è deciso a procurarsi «un tesoro nel cielo», Va in Luisiana, alla Tulane University di New OrIeans, si piega sui testi di microbiologia e anatomia umana. Nello stesso mese suo padre, Larry I, muore. Gli troveranno nello scrittoio delle lettere di Larry II, quelle dove dichiara di voler diventare medico. Gli scritti gualciti, sono stati letti e riletti. Il vecchio milionario ha forse segretamente capito che una Gulf può essere battuta da un san Marco. Anche la scelta di san Marco è un Extra Service. Aiutato da Gwenn e sempre in corrispondenza con Schweitzer (che incontra, poi, a Gunsbach in Alsazia e ascolta suonare Bach, tutt’e due seduti sulla stessa panchetta dell’organo), Larry procede negli studi e nell’età. E’ stato anche a vedere Lambaréné, insieme a Gwenn. Monta ancora a cavallo, qualche domenica, ma senza speroni. Nel 1952, quando ha quarantadue anni e gli mancano pochi mesi alla laurea, Larry va a prepararsi in
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Haiti. Da tempo, ormai, fin da quando s’è iscritto a medicina, ambisce come Schweitzer - che è il suo modello di fondare un ospedale là dove il bisogno degli uomini resti senza risposta. Ogni estate, in jeep, col figlio e con quelli di Gwenn, ha viaggiato il Sudamerica accampandosi presso i villaggi, studiando le condizioni sociali. Ha censito la miseria. Di ospedali, si è convinto, se ne dovrebbero fare mille, di cowboys-dottori ne servirebbero squadroni. E tuttavia sceglie Haiti, la valle dell’ Artibonite: a suo avviso, i più poveri, nella statistica dell’indigenza, sopravvivono sotto quelle palme grandi. Dice: «Accetto la sfida». L’ospedale dell’imminente dottor Mellon, fu Gulf, sorgerà accanto alle anse giallastre del fiume, in un’area dove 250mila persone restano senza medico né medicine, dove si beve l’acqua torbida e trafficano i medici stregoni. Anzi, s’impinguano. “Haiti perle de Antille” dicono le targhe delle automobili e i pieghevoli turistici. L’Artibonite non è citata. Figlio di suo padre president, Larry ha il senso di come si conduce un business, di come si metta nero su bianco. Non basta voler fare un ospedale ed essere decisi a costruire senza chiedere un soldo agli haitiani: occorrono garanzie e consensi del governo. Ci vuole mano libera come nel fare i recinti al ranch. In cuor suo è disposto a dare, per l’ospedale, tutto quel che possiede e, negli anni che seguiranno, gli introiti della sua parte di pacchetto azionario della Gulf («Quello che hai, vendilo e dona ai poveri»). Una sera del 1952 si fa ricevere nella villa di montagna di La Baule, residenza estiva dell’allora presidente Paul Magloire. E’ una notte di festa. C’è in visita il presidente del Nicaragua, generale Somoza, che ha addirittura portato con sé a Haiti l’orchestra personale. I negri sono in smoking. Quando è il momento di essere presentato a Magloire, il laureando quarantaduenne Mellon dice al presidente: «Scusi il momento inopportuno: ma sono un americano che vuole costruire un ospedale a Haiti». «Chi paga?» «lo». «Venga domattina, adesso c’è musica». La mattina seguente Mellon va da Magloire che gli dice secco: «Se mia moglie è d’accordo, avrete luce verde. Se no, il vostro ospedale ve lo sognerete per un secolo». Il cow-boy, col cappello in mano, indaga: «E la signora?» «E’ d’accordo» sentenzia il presidente. E’ cosa fatta. Adesso occorre una legge di Haiti che autorizzi Mellon a procedere. I termini del contratto compaiono sul «Moniteur» haitiano il 30 giugno 1953. Mellon ha dato vita a una Fondazione e l’ha chiamata Grant, dal cognome della moglie. L’accordo è dunque tra la Fondazione Grant e il governo della Repubblica noire. Dire Fondazione è pomposo: «La Fondazione sono io» spiega a tutti Larry, che nel frattempo s’è laureato e trasferito a Haiti. La legge firmata da Magloire dice che lo Stato consente la costruzione di un ospedale «per indigenti»; lo esonera da imposte e balzelli doganali; gli dà il terreno, senza scadenze di data; gli fornisce l’acqua, l’elettricità (mai arrivata), le strade (bisogna averle percorse per giudicare il loro stato d’abbandono). Haiti autorizza inoltre Mellon a «importare» medici e infermiere stranieri e gli promette medici indigeni (i laureandi in medicina di Haiti sono cinquecento: Larry ne ha avuti venti in quindici anni). Infine, ancora
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un impegno: fermo restando che tutto - attrezzature, idee, strumenti, organizzazione - è a carico di Mellon, una trentina di cottages, con i mobili occorrenti, li darà Haiti. «Le Moniteur» va in vendita. Non c’è che cominciare. Con una jeep il dottor Mellon raggiunge la vallata che ha scelto. Si ferma, sale su una quercia e studia il terreno: è tutta una boscaglia fino alle pendici delle colline. Si levano brevi voli di aironi, si vedono tetti sbrecciati di capannucce. Con l’immaginazione Larry traccia il suo nuovo «recinto». Poi scende dalla quercia, impugna un machete e comincia a disboscare. E’ partito. In tre anni, tra il 1953 e il 1956, finirà l’ospedale spendendo di tasca sua, in perfetta letizia evangelica, un miliardo e quattrocento milioni di lire. Schweitzer gli scrive: «Bravo». L’ospedale è il meglio che la tecnologia americana possa esprimere. A Lambaréné, Schweitzer si è messo al passo con i gabonesi: in capanne uguali alle loro. A Deschapelles - questo il nome dell’area prescelta da Mellon - Larry, invece ha creato un esempio di civiltà che fornisce servizi superiori, interventi di prim’ordine, trattamenti sanitari di attualità. Niente capanne. Ma sale operatorie esemplari, aria condizionata dove occorre, laboratorio con microscopi elettronici, infermiere inamidate, frigoriferi monumentali: il meglio per i più poveri. Adotta la stessa dedizione di Schweitzer, la stessa forza d’amore. Schweitzer scelse l’Africa nel 1913 e realizzò quel che poteva. Il miliardario della Gulf, Mellon, ha scelto Haiti nel 1953 e anche lui ha realizzato quel che poteva. La differenza, a ben considerare, è nei dettagli. Fin qui la vicenda di Mellon che doveva essere spiegata nelle sue premesse perché, sulle stesse parole trascritte da san Marco, continua a fondarsi il suo slancio. Il 26 giugno, Larry ha compiuto sessant’anni, diciassette dei quali in Haiti. L’ospedale, di anni, ne ha quindici e Gwenn, tuttora incantevole e così elegante anche nel servizio degli altri, cinquantanove. I suoi tre figli le hanno già dato sette nipotini. Si scrivono, si vedono talvolta. Ma Haiti è un punto remoto tra i tanti punti dei Caraibi. Quanto a me, diretto a incontrare Larry e Gwenn, eccomi in viaggio sulla Land Rover in un giorno di sole a picco. Incontra carovane di nativi a cavalcioni di asini someggiati. Le donne hanno cappelli di paglia e reggono in arcione bambini nudi. Vedo palme, mais, riso, cotone, manghi, papaie. Scorgo anche una mangusta che sfreccia e, sui crinali delle colline, piantagioni di caffé. Ci sono check-points, posti di blocco con soldati armati di fucile che giocano a carte. Qualche volta, ecco un negro al galoppo nella polvere. Arrivo all’Ospedale Albert Schweitzer a Deschapelles che è notte piena. Ci sono fuochi che avvampano davanti alle capanne e, sopra le ombre delle palme, un gran cielo stellato. Non intendo, nel buio, la topografia dell’ospedale, che è grande e articolato. Ne intravedo i viali, i reparti, le luci, mentre raggiungo, al sommo di una collina fitta di frangipani, il bungalow dei Mellon. Sono coperto di polvere. Appena si spegne il motore, sento i grilli e le rane. Nel riquadro di una porta illuminata, Mellon tende la mano e sorride: è alto, scarno, il viso assorto, i capelli
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Haiti, dicembre 1970. Al crepuscolo, dopo le fatiche ospedaliere, il dottor Larry Mellon suona Bach sotto un grande banyan tutti bianchi. Calza dei sandali contadini, ha addosso una camicia a scacchi e un paio di calzoni coloniali. Parla inglese, francese, spagnolo. Comprende qualcosa dell’italiano. Dopo l’arabo, sta studiando il latino e il greco moderno. È un uomo dolce, francescano: nel patio della casa sulla collina, c’è un san Francesco, e ce n’è uno sul tavolino da notte di Larry. Ci sono santi cattolici anche per i presbiteriani. Il cristianesimo di Larry non ha limitazioni. Gwenn ha un abito messicano, è scalza. I suoi occhi azzurri, molto fieri, prendono venature di ametista alla luce dei quattro candelieri d’argento che illuminano la nostra cena. C’è musica di Bach per solo violino. Come ogni luce dell’ospedale, il giradischi è alimentato da un gruppo elettrogeno di 150 Kw/ora. Il solista è Haifetz, che l’anno prima è stato qui. I Mellon si nutrono di musica: sono amici anche di Pablo Casals. Il soggiorno è grande, aperto sulla natura. Mobili, stoviglie, tappeti, tessuti, sono prodotti all’ospedale che Larry ha dotato di atelier, operosi perché si raggiunga, dov’è possibile, l’autosufficienza. Prima di cena si prega, a capo chino e occhi chiusi. Dopo cena, si parla. A una parete c’è una fotografia del fiume Ogouè, nel Gabon. L’isola che si scorge sul filo della corrente è quella dove Schweitzer fondò Lambaréné. Come fanno molte sere, Larry e Gwenn suonano insieme davanti a uno spartito di Beethoven: lui fa il basso continuo con una concertina da marinaio, lei soffia nel flauto. Fuori, al chiarore della luna, si stende un verde Eden. Dirà Mellon: «Da ragazzo guardavo l’illustrazione immaginaria dell’Eden nelle prime pagine della Bibbia di famiglia. E l’ho trovato qui».
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Incredibilmente trilla un telefono: l’ospedale ha un circuito di quaranta telefoni. Tutti interni. Qualcuno chiede un suggerimento a Larry. Il cow-boy ha quasi smesso di fare il dottore a pieno tempo. S’è tolto il camice. E’ diventato, come voleva, direttore e organizzatore dell’ospedale. Esplora di continuo in Land Rover tutte le necessità dei 250mila nativi che hanno come punto d’orientamento Deschapelles. Quando vado a dormire in un cottage che ha la doccia, la cucina col frigorifero, i paralumi, un secrétaire giapponese e dei quadri naifs di contadini haitiani alle pareti, sento di essere dentro una nobile storia. E guardo a lungo il buio, ascoltando i suoni notturni del Tropico. Sono rimasto all’ospedale tre giorni, ho visto e toccato tutto. Questo è il mio rapporto. L’ospedale nella brousse, inaugurato il 26 giugno 1956, compleanno di Larry, ha 30 edifici, 190 letti e 5 reparti: chirurgia, medicina interna, pediatria, oftalmologia, odontoiatria. Conta anche 2 sanatori per tbc. I medici sono 15: 9 americani, 1 dottoressa cinese di Formosa, 1 messicano, 4 haitiani. A Deschapelles non hanno mai visto un medico italiano. Le infermiere, invece, sono 30: il quaranta per cento di loro è di pelle bianca (sono olandesi, canadesi, svizzere e americane con un’inglese), il resto haitiane. Le 50 aiutoinfermiere sono tutte indigene, con la cuffietta candida e l’uniforme azzurra. Tutti i medici - non importa il ruolo guadagnano 330mila lire al mese, hanno una casa di due o quattro stanze, a seconda se tengono con sé la famiglia, e non sono vincolati da nessun contratto. Mellon ritiene che un dottore, anche animato da spirito altruistico, debba ricevere il giusto compenso. Non sono molti i dottori disposti a rompere col mondo del benessere per dedicare qualche anno a un ospedale di poveri. Le infermiere, dal canto loro, ricevono uno stipendio mensile di 83mila lire. Il viaggio di ritorno è pagato. In genere le ragazze restano a Haiti due anni. Se un medico vuol fruire della mensa, paga per i pasti 1 dollaro e mezzo al giorno. Mentre un’infermiera ha il cibo gratuito. Le abitazioni di dottori e nurses sono corredate di frigorifero, ventilatori, mobili, tessuti e dipinti haitiani. Molte sere si fa musica insieme, dottori e infermiere. In genere, quartetti d’archi. Viene proiettato un film una volta la settimana. C’è la chiesa cattolica, tenuta da sei suore canadesi. Gli ammalati che entrano all’ospedale soltanto per una visita, una radiografia o un esame, pagano 2 gourde, (è la moneta d’Haiti; 5 gourde, valgono 1 dollaro). Gli ospitalizzati dovrebbero versare 2 dollari al giorno se sono bambini e 6 dollari se sono adulti. L’ospedale li domanda per abituare la gente a un minimo di responsabilità, per convincere gli isolani a essere provvidi, risparmiando qualcosa per i giorni difficili. Pochi pagano, però. E se pagano, la cifra basta appena a coprire il dieci per cento delle spese effettive. L’ospedale di Mellon, la sua cristiana follia tropicale, costa ogni anno la cifra di mezzo miliardo: questo è quanto si spende per tenere in piedi i reparti. Chi paga? Da parte loro, Larry e Gwenn non hanno mai smesso di donare all’ospedale, per quindici anni gran parte dei proventi delle loro azioni Gulf: in genere dai 90 ai 150 milioni di lire
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l’anno. Circa un miliardo e mezzo dal 1955. Poi, attorno alla Fondazione Grant, s’è mossa una schiera di amici americani e anche europei. Ho veduto la lista delle donazioni per il 1969: c’erano cifre di rilievo, ma anche piccole somme di 10 dollari. Con l’aiuto di tutti, l’ospedale va avanti in piena efficienza. La più importante delle operazioni chirurgiche che vi si compia è la pneumectomia, l’asportazione completa di un polmone compromesso da tbc. L’anestesista, dotata dei più moderni apparecchi, è haitiana. Ha gli anelli d’oro alle orecchie: sfiorano la mascherina di garza. Quanto ai rifornimenti (attorno all’ospedale non c’è che la campagna, e Port-au-Prince è a 140 chilometri di dura strada), essi arrivano per via di cielo e via di terra fino a Deschapelles. Larry ha organizzato il suo mini-ponte aereo. Quasi ogni settimana un jet scarica all’aeroporto della capitale cinque tonnellate di merce: medicinali, lenzuola, apparecchi, scatolame, macchinari, pezzi di ricambio, materiale elettrico, tutte le voci tecnologiche di una comunità moderna al lavoro. Poi, un camion da cinque tonnellate, un International della General Motors, reca il carico nell’Artibonite. Un gruppo di dottori americani riuniti nel Medicai and Surgical Relie/Committee, si sono impegnati a inviare al collega Mellon cinque tonnellate di medicinali, gratis, ogni trenta giorni. Il carico fraterno che vola ad Haiti ha un valore di 10 milioni di lire. Tutto il resto - nafta, benzina, ferramenta - Larry lo prende nell’isola. Ha anche creato due fattorie. Nella prima alleva bestiame da carne: cresce 100 animali di una razza nuova, ottenuta da lui stesso incrociando le vacche Charolais francesi con zebù importati per via aerea. Nella seconda, invece, tiene 20 mucche Holstein: ne trae il latte destinato ai suoi malati. In cooperativa con contadini haitiani, poi, ha 400 polli e vari branchi di maiali. Un parco di sette Land Rover e tre autocarri pesanti provvede a tutti i trasporti. L’ospedale marcia come un orologio. Anche Gwenn lavora: fa da interprete tra i medici di lingua inglese e i pazienti di lingua creola; organizza molti lavori negli ateliers; è vicina a tutti, medici, infermiere, piccoli pazienti che piangono. Le tre battaglie che Mellon conduce sono contro la tbc (mortalità del 10 per mille), il tetano e la malnutrizione. Il suo ospedale non è un forte assediato dalla miser i a e d a l l e m a l a t t i e . D a F o r t L a r ry si compiono quotidiane sortite per prevenire e arginare il male. Ogni mattina partono in Land Rover squadre sanitarie di haitiani: nei mercati sono riusciti a vaccinare contro il tetano anche settemila persone al giorno (la curva dell’incidenza mortale del tetano, dopo queste azioni di commandos, è bruscamente precipitata: si muore cento volte di meno). Le squadre controllano anche i malati di tbc, capanna dopo capanna, si accertano che le prescrizioni siano rispettate; ricoverano i sospetti. E nei villaggi - terza battaglia - individuano i bambini malnutriti, con i ventri gonfi e l’occhio apatico. Li portano all’ospedale, li trattengono due mesi insegnando alle madri, che hanno l’obbligo di presenziare a corsi di puericultura, come variare l’alimentazione dei piccoli anche in termini di povertà, come permettere loro
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di sopravvivere. I bambini si salvano. Dopo due mesi giocano a palla. Il vecchio cow-boy - che definisce il suo ospedale «una stazione di servizio Gulf» - ha anche portato l’acqua ai villaggi che non l’avevano mai vista. Ha scoperto dopo lunghe ricognizioni solitarie le sorgenti, ha interrato tubi di plastica per otto chilometri e infine ha fatto zampillare le fontane. Le prime sei hanno buttato acqua pulita a Petite Rivière, dove si beveva l’acqua putrida del fiume. Ha anche costruito una diga sul fiume Tapion con la collaborazione volontaria di tutti i lavoratori dei villaggi circostanti. Cinque anni fa, proprio in Italia, aveva veduto un acquedotto etrusco a cielo aperto. Era nei pressi di Tarquinia. L’ha realizzato identico in Haiti. E subito, là dove arrivava l’acqua, l’incidenza delle malattie s’è smorzata e hanno preso a verdeggiare cotone, riso, mais, palme da cocco, arachidi, pomodori, manghi. Le due vasche parallele del condotto d’acqua - un vero binario idrico - corrono per 210 metri. Sono di cemento, fatte dai negri dell’ospedale e trasportate sul posto con gli autocarri, grazie alle braccia haitiane. La diga e il condotto di Tapion sono costati 18 milioni di lire. Un altro regalo di Mellon ispirato da san Marco in arabo. Larry sorride sempre. Passa in Land Rover nei villaggi. «Papà» gridano i nativi a lui che ha perduto il figlio. Col cappellone in mano, ascolta tutti, specialmente i bambini. Dà un passaggio agli zoppi, ai ciechi, alle ragazze che percorrono sei chilometri per raggiungere la chiesa. Uno scolaro haitiano ha scritto in un tema: «Se c’è un masso in mezzo alla strada, tutti vi girano attorno, camion e asini. Ma papà Mellon scende dalla jeep e lo sposta». Abbiamo tanto parlato insieme, col dottore, su quella dannata Land Rover diretta ogni giorno a guadare i corsi d’acqua e a imboccare piste desolate. Larry non è certo preoccupato di cosa accadrebbe all’ospedale il giorno che lui non ci fosse più. Spera solo che i futuri medici haitiani, al contrario di quelli che oggi lasciano l’isola per andare a guadagnare a New York in mezzo ai loro connazionali neri, mutino tendenza. Non è uomo che si preoccupi del piano di Dio. Sa che un piano c’è. Forse l’avvenire del suo ospedale vi è compreso. Un mattino di grande luce Larry ha fermato la jeep, tirando forte il volante come avrebbe tirato le briglie. Ha buttato indietro il cappellone di paglia e ha sospirato. «Che c’è dottore?» «Ho un problema», mi ha detto. «E ci penso spesso» «Che problema?» Ha esitato. Poi, con una voce che interpretava la coscienza, ha detto: «Ho imparato a distaccarmi dalle cose. Mi sento libero e spoglio. Non ho più niente, o quasi, di terreno che mi avvinca, che mi tenga legato. Ma però, mio Dio, com’è difficile staccarsi dal violoncello!» Volavano aironi in un ampio cielo. Prima, quando gli avevo domandato che cosa, a suo avviso, avrebbe detto il vecchio Schweitzer se mai fosse venuto all’ospedale del cow-boy, s’era illuminato al ricordo del maestro di Lambaréné. E aveva risposto con gli occhi in letizia: «Certamente qualcosa di molto interessante. Ognuno di noi, nella vita, monta sulle spalle di qualcuno. lo, sono salito su quelle di Albert Schweitzer».
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La maturità. Quale maturità? di Mario De Paolis
enso che la maturità sia un termine complesso e spesso abusato in quanto somma di vari addendi, caratteristici di varie fasi della vita; altresì ambiguo perché se non se ne indica il riferimento e il significato che gli si vuol dare in occasione dei relativi scambi verbali è facile, avendo in mente gli interlocutori persone e situazioni diverse, giungere comunque a conclusioni contrastanti e confuse.
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Per il fine che mi prefiggo, pertanto, per il processo logico che mi propongo, ritengo necessario indicare subito sommariamente: quale età, quale figura cioè quale individuo, ma soprattutto quale inserimento sociale è stato prescelto dal tipo d’uomo cui mi riferirò e, conseguentemente, quale maturità reputo di riscontrare nello stesso per poterlo giudicare maturo. Per semplificare il procedimento relativo alla suddetta individuazione ed al successivo giudizio, aggiungerò che intendo rapportarmi ad un soggetto sulla trentina (25–30 anni) divenuto nel frattempo, a seguito di personale decisione ed attraverso corsi e prove particolari, ufficiale dell’Aeronautica Militare; un militare, perciò, già all’Ente di destinazione che - prescindendo dalla sua professionalità - sia in possesso di quella maturità che viene normalmente definita come “l’età intermedia fra la giovinezza e la senilità sentita come il periodo di maggiore consistenza ed equilibrio specialmente spirituale” (G. Devoto – G. C. Oli – Dizionario della lingua italiana). Maturità corrispondente all’appropriazione delle qualità e delle capacità implicite nel conseguimento di uno sviluppo compiuto. In particolare all’avvenuta assimilazione dei procedimenti conoscitivi e formativi atti a rendere propri concetti e comportamenti rispondenti alla maturità ricercata, possibilmente in modo definitivo. Definitivo? So bene che in detto processo l’uomo, specie se ancor giovane e pur se, formalmente, ben inserito nell’organismo di appartenenza, può riservare sorprese. Al riguardo voglio però nutrire una speranza: voglio considerare che una volta conseguita la maturità già ac-
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cennata, l’ambiente aeronautico sia di tale interesse ideale, umano e professionale, da attrarre, convincere ed appassionare tanto, il neofita, da far sì che la paventata eventualità di ripensamenti, eccezion fatta per casi specifici, possa considerarsi rara o addirittura anomala. Inevitabilmente però, il tipo di giovane ufficiale da me considerato, non può in realtà avere evitato durante la sua “ingrata” formazione culturale ed educazione sociale, la fuorviante influenza subìta, in particolare, nella mini società scolastica governata - fatte le debite eccezioni - da responsabili le cui modalità di conduzione non sono mai riuscito a condividere, né tanto meno ad apprezzare. In effetti, secondo me, dai primi anni delle medie fino agli atenei, in genere si è mirato spesso verso obbiettivi camuffati, ma soprattutto estranei a qualsiasi didattica realmente educativa e costruttiva; obbiettivi, invece collegati, ogni qual volta possibile, a movimenti politici e a sussulti sociali esaltanti, anche se in maniera poco palese, l’individualismo e la libertà assoluti fino all’eversione. Obbiettivi operativamente perseguiti quasi sempre nelle aule e nelle piazze attraverso pubbliche manifestazioni sovente pretestuose, seguite da incidenti seri: incidenti fecondi di episodi inaccettabili e per giunta quasi sempre conclusisi con inverosimile tolleranza o addirittura con colpevole permissivismo; entrambi questi atteggiamenti altamente pregiudizievoli per qualsivoglia sistema educativo e formativo. D’altro canto il nostro giovane, confuso e sconcertato come era fatale che fosse, spontaneamente si è adeguato indirizzandosi verso il fine più istintivo, più naturale: la propria convenienza; senza avvedersi e ancor meno curarsi, dei disvalori umani che incalzavano e dell’alto prezzo che, così agendo, pur se con tanti altri, in seguito avrebbe pagato: lui stesso, la sua famiglia, la società tutta, che egli andava inconsapevolmente costruendo, come una società egois ta e ostile e pertanto non affidabile. Così spesso, la scuola nonostante le sue eccellenti eccezioni, soprattutto nel privato, con i suoi subdoli insegnamenti è divenuta an-
che ricettacolo di episodi di microcriminalità e di violenza inauditi. Povera scuola! Ecco una delle origini, forse la più importante, della nostra decadenza, uno dei baratri dove ci ha condotto la nostra inesorabile involuzione, una delle fornaci dove abbiamo bruciato inutilmente le nostre migliori energie; giungendo, quasi, a cancellare dalla nostra memoria: le nostre tradizioni, il rispetto per la nostra storia, fausta od infausta che sia, la nostra identità e l’amore per la nostra patria. Questo è il contesto, questo è il foraggio (alimento didattico-culturale), questi gli esempi che da alcuni decenni, troppi, sono stati serviti, ammanniti da falsi maestri (inviati speciali!) ai nostri… prima aspiranti concorrenti e poi giovani ufficiali. Certamente, la più parte di loro, già selezionata e scelta è sicuramente animata da principi ideali o quanto meno procede verso obbiettivi socialmente validi. Ma vogliamo proprio ritenere che con tutte le crisi politico-sociali (furori delle ideologie) che si sono succedute, e di cui il nostro soggetto è stato, ed è, spettatore e vittima, lo stesso non sia stato mai colto da qualche titubanza, da qualche imbarazzo? Educazione e formazione, le colonne portanti di uno stato civile, due concetti che a parer mio, come accennato, da tempo sono statii quasi privati degli appropriati contenuti didattico-comportamentali, contribuendo così a cancellare o, quanto meno, ad indurre a ritenere incerti e mutevoli i limiti fra alcuni fondamentali e ormai storici precetti formativi: il giusto e l’ingiusto, il lecito e l’illecito, il doveroso e il discrezionale. In tal modo si è formata una sedimentazione dura da rimuovere anche perché all’occasione la sedimentazione stessa può dimostrarsi utile al contingente interesse personale. In tal modo pregiudicando del tutto il completamento di una autentica, stabile consistenza caratteriale e di una positiva fisionomia etico-spirituale, cioè umana. Date le perplessità che lo hanno coinvolto e suppongo lo coinvolgano ancora, io credo, invece, che il giovane ufficiale, educato, disciplinato, dedito al
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dovere e animato da uno schietto spirito di servizio, si sia sentito mortificato nelle sue più intime e delicate aspirazioni e nel suo orgoglio, da una situazione generale estremamente confusa e difficilmente comprensibile. Reputo pertanto che in lui sia sorta una naturale inquietudine sfociante in una curiosità insoddisfatta, quindi irritante e provocante, curiosità che conseguentemente lo ha spinto a cercare risposte per chiarirsi le idee, per capire ciò che gli veniva detto e ancor più, forse, ciò che non gli si diceva. Sintomo, tutto ciò, di una instabilità che la maturità acquisita, probabilmente, non è riuscita a controllare. In estrema sintesi vorrei precisare che chi scrive aspira, spero assieme ad altri, alla rinascita di un gentiluomo con l’animo e la mente disposti a vivere in un contesto non del tutto ben accetto. Un gentiluomo in divisa forte delle sue nobili risorse e dotato di un’intelligenza e perspicace realismo, da non confondere affatto – è capitato! - con il materialismo; un militare acconcio a vivere con compostezza, in circostanze poco gratificanti, talvolta tristi e deprimenti, che procede quindi senza mutare il suo originale oggetto di vita, anzi adattandosi all’ambiente per alcuni aspetti secondari risoluto, però, a perseverare nel suo intento ideale con tutto il suo vigore e il suo coraggio. Trovandomi a parlare con colleghi in genere molto più giovani, mi si è fatto rilevare, con un tantino di malcelato stupore, che sono un pessimista e che i giovani di oggi sono migliori di quelli della mia generazione ultraottantenni e, deduco, appartenen-
ti alle fasce limitrofe. Affermazione questa che mi ha stupito perché, a mio avviso, essa è decisamente in contrasto con il divenire reale in questi ultimi 50-60 anni della funzione didattica e mediatica nazionale; come da me, per quanto brevemente, già posto in evidenza. Altri mi hanno fatto notare che l’ambiente professionale è decisamente migliorato, alcuni sono arrivati perfino a dirmi che la professionalità benedetta professionalità! (1) - si è talmente elevata da rendere il combattente che vola così abile da colpire un obbiettivo con probabilità quasi assoluta. Ma l’Uomo? L’Uomo, cittadino o soldato, l’Uomo che secondo me è il supporto vitale del professionista; l’Uomo che alberga nel giovane ufficiale è sereno, è soddisfatto per come viene condotto, guidato, assistito? Questo Uomo nutre ancora le certezze di un tempo? Com’è il suo equilibrio etico-spirituale? Gli rimane sempre agevole orientarsi per agire e comportarsi con la maturità necessaria, per adempiere con coerenza, con equilibrio e con dignità alle funzioni direttive e di comando che lo attendono? Come giudica, come commenta il giovane ufficiale la guerra in atto, così poco ortodossa, così complessa così multiforme? Riassumendo, questi quesiti sono miei, certo, ma soltanto miei? In ogni caso, secondo me, è possibile o probabile che, nel soggetto in argomento, tenendo conto anche della perenne distruttiva discordia della politica e parallelamente della critica situazione militare, possano manifestarsi delusioni ed interrogativi conseguenti specie in anime non ancora ben strutturate, ma coscienti e
pertanto dubbiose, risentite e in attesa. E allora? Ci sarà un seguito? Le alternative sono due. Se gli interrogativi posti sono solo miei, e prevale la tesi del mio pessimismo, il discorso finisce qui; nell’ipotesi migliore potrà consolarmi la constatazione che l’argomento trattato ha suscitato un certo interesse nei giovani. Se invece questi interrogativi, almeno in parte, sono già oggetto di attenzione, immagino che sia indispensabile che la Forza Armata prenda qualche iniziativa. Iniziative semplici, che tendano innanzi tutto ad attuare un dialogo vero tra il vertice e la periferia: enti e reparti. Un colloquio sereno, amichevole, schietto e costruttivo che induca i giovani a riprendere con sicurezza e fiducia il percorso intrapreso dopo la scelta originaria. Quasi un risveglio, ma effettivo, gagliardo per ristabilire valori, certezze e motivazioni. Mi pare opportuno, al riguardo, citare ancora il pensiero di uno psichiatra, attinente alla problematica in argomento, Giovanni Bollea: “aiutiamo i giovani, sempre più passivi e insicuri, a passare dall’ascolto rudimentale e ipnotico delle notizie, alla comprensione di un linguaggio più articolato che possa introdurli a un percorso di formazione vasto e ricco di aperture, sia sulla drammatica e inquietante realtà che li spaventa, sia sulla programmazione del loro futuro”. ————————— (1) vedasi mio articolo dal titolo “Il protagonista”, pubblicato nel “Corriere dell’Aviatore” n. 4 del 2003.
La manifestazione “Gate XXI” all’Urbe Dal 21 al 24 gennaio, sull’aeroporto romano dell’Urbe, ha avuto luogo la prima esposizione internazionale dedicata al mondo aeronautico, dall’ultraleggero al satellite. In questa prima edizione si è voluta focalizzare l’attenzione sulle problematiche riguardanti il settore aeroportuale: dagli equipaggiamenti per l’handling ai sistemi di gestione bagagli, dall’ATC ai sistemi di sicurezza per gli accessi, dalla passenger-line alla gestione del cargo. Una occasione unica per il Paese su un settore in cui l’industria italiana ha sempre saputo offrire un contributo di grande qualità. Una opportunità di approfondimento culturale e giuridico sulle prospettive aperte dallo sviluppo tecnologico e sui nuovi scenari che riguarderanno il trasporto aereo del futuro, sia quello a medio sia quello a lungo raggio. Una finestra sul futuro incardinata sulla capacità di immaginare soluzioni per le problematiche attuali, con una attenzione particolare a quelle ambientali. PLB
(La rubrica “varie” prosegue a pagina 29)
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PROVA TITOLO
ASSOCIAZIONE ARMA AERONAUTICA buiti dal Presidente nazionale, sentito il Consiglio direttivo nazionale I soci che sono nominati ad honorem, vengono iscritti nell’Albo d’Oro, esistente presso la Presidenza Nazionale. Il Presidente nazionale avrà cura della regolare tenuta e dell’aggiornamento dell’Albo d’Oro.
TITOLO I
TITOLO II
Denominazione Sede - Scopo
Acquisto e perdita delle qualità di socio Sanzioni disciplinari
Art. 1 Art. 3 L’Associazione Arma Aeronautica, costituita in Torino il 29 Febbraio 1952 ed eretta in ente morale con Decreto del Presidente della Repubblica del 13 Maggio 1955 - n. 575, ha sede in Roma. Le attività e le finalità dell’Associazione Arma Aeronautica, sono attuate attraverso il presente regolamento. L’Associazione è costituita dal complesso dei Soci iscritti alle Sezioni ed ai Nuclei e persegue i propri fini attraverso l’attività svolta dagli Organi centrali e territoriali. Art. 2 L’Associazione è apolitica, ha finalità sociali e non ha scopo di lucro; si propone di: mantenere vivo l’amor di Patria, il culto della bandiera e dell’onore nonché tramandare il patrimonio culturale e spirituale dell’Aeronautica Militare, promovendo idonee iniziative; farsi interprete degli interessi morali e materiali dei soci e dei loro familiari presso gli organi competenti; tenere i necessari collegamenti con le Istituzioni civili e militari dello Stato, nonché con le Associazioni similari italiane ed estere; promuovere, incentivare e sviluppare la ricerca storica aeronautica; organizzare e dirigere studi sull’utilizzo del mezzo aereo; collaborare alle attività che le Amministrazioni centrali e periferiche dello Stato e degli Enti locali svolgono nei settori della protezione civile, della tutela dell’ambiente, della salute e della solidarietà; incoraggiare, promuovere, organizzare ed attuare iniziative dirette a diffondere le attività aeronautiche a livello sportivo, professionale ed amatoriale; incentivare le iniziative culturali e di promozione sociale. L’Associazione mantiene, in particolare, stretti rapporti con l’Aeronautica Militare al fine di sviluppare e realizzare ogni possibile forma di collaborazione in tutti i settori della F.A. nei quali tale collaborazione sia ritenuta possibile ed opportuna.
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I soci dell’Associazione si suddividono nelle seguenti categorie: 1) ad honorem; 2) onorari; 3) effettivi; 4) aggregati. Possono essere soci ad honorem coloro che, caduti o viventi, hanno acquisito eccezionali benemerenze in ambito aeronautico. Possono essere soci onorari coloro che si sono distinti in attività di supporto a favore dell’Aeronautica Militare e/o dell’Associazione. Possono essere soci effettivi: a) il personale militare e civile che presta o abbia prestato servizio, con qualsiasi grado e qualifica, nell’Aeronautica militare; b) coloro che, con un brevetto od incarico aeronautico, prestano od hanno prestato servizio in Reparti di volo dell’Esercito, della Marina militare, dei Carabinieri e di altri Corpi ed Enti dello Stato; c) gli appartenenti ad altre Forze Armate che hanno prestato o prestano servizio presso l’Aeronautica militare Possono essere soci aggregati: a) i familiari dei Caduti e dei Mutilati di guerra e/o per servizio ordinario dell’Aeronautica militare; b) i familiari dei soci, anche se deceduti; c) coloro che operano o hanno operato in attività aeronautiche civili, nonché coloro che hanno particolare inclinazione per le attività aeronautiche ed aerospaziali e/o che praticano od abbiano praticato sport aeronautici. I soci effettivi e aggregati che si sono particolarmente distinti con opere, elargizioni e donazioni, finalizzate alla valorizzazione ed allo sviluppo dell’Associazione, possono essere insigniti del titolo onorifico di benemerito. Non può essere socio chi sia incorso in condanne passate in giudicato che abbiano potuto lederlo sul piano dell’onore. Le qualifiche “ad honorem”, “onorario” ed il titolo onorifico di benemerito sono attri-
Ai soci onorari ed ai soci insigniti del titolo onorifico di benemerito viene rilasciato un attestato a firma del Presidente nazionale. Le motivate proposte per la nomina a socio ad honorem, onorario e per l’attribuzione del titolo onorifico di benemerito sono presentate, per iscritto, al Consiglio direttivo nazionale dal Presidente nazionale: per sua autonoma decisione; su richiesta di un Presidente di Sezione, previa delibera del Consiglio direttivo di Sezione e parere del Presidente regionale. In caso di parere contrario del Consiglio direttivo nazionale il Presidente nazionale non procede alla nomina. La nomina decorre dalla data di comunicazione all’interessato salvo il caso di suo rifiuto. Per iscriversi all’Associazione come socio effettivo o socio aggregato è necessario: – presentare, alla Sezione cui si intende iscriversi, domanda di iscrizione redatta sui moduli appositamente predisposti, e corredarla di due fotografie formato tessera nonché di idonea documentazione attestante il possesso dei requisiti necessari per acquisire la qualifica di socio; – effettuare il pagamento della quota sociale fissata dall’Assemblea di Sezione. Qualora l’aspirante socio sia minorenne ma di età non inferiore a 16 anni: la domanda di iscrizione deve essere controfirmata da un genitore o da chi esercita la patria potestà; la partecipazione alle attività sociali deve essere autorizzata da un genitore o da chi esercita la patria potestà I soci aggregati facenti parte del nucleo famigliare di altro socio pagante la quota sociale intera, limitatamente al coniuge ed ai figli conviventi, possono, previa volontaria rinuncia al periodico dell’Associazione, chiedere l’applicazione di una quota sociale ridotta, stabilita annualmente dal Consiglio Direttivo di Sezione E’ compito del Presidente di Sezione accertare, per ogni nuovo socio, il possesso dei requisiti necessari. La qualifica di Socio decorre, con riserva, dal momento dell’avvenuto pagamento della quota sociale e della sottoscrizione, da parte del Presidente di Sezione, della domanda di
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iscrizione. La qualifica di Socio diviene definitiva con l’avvenuta ratifica dell’iscrizione da parte del Consiglio direttivo di Sezione nel corso della prima seduta successiva alla data della domanda. In caso di mancata ratifica da parte del Consiglio direttivo la qualifica di socio attribuita con riserva è nulla. Contro la delibera del Consiglio direttivo di Sezione, che non ratifica l’iscrizione a socio, è ammesso, entro 30 giorni dalla data di comunicazione al socio della mancata ratifica, ricorso al Consiglio direttivo nazionale, la cui decisione in merito è definitiva. La quota pagata dall’aspirante socio viene restituita: – scaduto il termine per produrre ricorso al Consiglio direttivo nazionale; oppure – dopo la pronuncia del Consiglio direttivo nazionale, in caso di delibera contraria all’interessato. L’assunzione della qualità di socio comporta i seguenti doveri: – l’osservanza di tutti gli obblighi previsti per i soci dallo Statuto sociale e dal presente Regolamento, nonché dalle deliberazioni delle Assemblee generale e regionale dei soci, del Consiglio Direttivo nazionale dell’Assemblea e del Consiglio Direttivo di Sezione; – l’obbligo di tenere condotta seria, dignitosa ed onesta, ispirata ai principi di lealtà e di fraterna solidarietà, sui quali è basato il contenuto morale e materiale dell’Associazione; – l’impegno a collaborare, nei limiti delle proprie possibilità, al miglioramento morale e materiale dell’Associazione; – l’onere di pagare la quota sociale annuale e di dotarsi dell’uniforme sociale. L’assunzione della qualità di socio garantisce i seguenti diritti: – intervenire ed esercitare i propri diritti nell’Assemblea della Sezione alla quale si è iscritto; – frequentare i locali sociali, rispettando la relativa regolamentazione; – fregiarsi del distintivo dell’Associazione; – partecipare a tutte le manifestazioni della vita associativa con le modalità previste; – indossare l’uniforme sociale – ricevere, il periodico: “Aeronautica”. Il socio deve essere iscritto in una sola Sezione, a sua scelta, indipendentemente dalla propria località di residenza. Sono tenuti al pagamento della quota sociale i soci effettivi e quelli aggregati.
sidente regionale, i nominativi dei soci ad honorem, onorari e di quelli insigniti del titolo onorifico di benemerito per l’aggiornamento dei relativi registri e schedari e per gli altri adempimenti di competenza. Sotto il controllo del Segretario Generale, vengono tenuti presso la Presidenza nazionale distinti registri nei quali sono trascritti i nominativi dei soci onorari e dei soci insigniti del titolo onorifico di benemerito. Gli atti di più ampia rilevanza della Presidenza Nazionale o delle Sezioni devono essere esposti, ai fini della loro rituale notifica agli eventuali interessati, in appositi spazi di facile accesso (bacheche sociali) allocati nella Sede Centrale dell’A.A.A. e delle Sezioni/Nuclei. Art. 4 La qualifica di socio si perde: – per volontaria rinuncia; – per decadenza a seguito di morosità ; – per radiazione. Il socio che non desidera continuare ad appartenere all’Associazione deve comunicare per iscritto tale sua decisione al Presidente di Sezione o al Capo Nucleo di appartenenza. Il Presidente di Sezione o il Capo Nucleo prendono atto di tale manifestazione di volontà e ne danno rispettivamente notizia scritta agli organi sovraordinati La quota associativa deve essere pagata entro il 31 dicembre dell’anno precedente a quello cui si riferisce. Il socio che non paga la quota sociale entro il 30 settembre dell’anno cui la stessa si riferisce decade dalla qualifica di socio per morosità. Il Presidente di Sezione, prima di considerare decaduto per morosità un socio è tenuto ad inoltrare al socio stesso, nel periodo tra dicembre dell’anno precedente e settembre dell’anno di riferimento della quota sociale non pagata, almeno due comunicazioni scritte al fine di comprendere le effettive motivazioni del mancato pagamento e, in caso di conferma dell’intenzione di non provvedervi, di richiedere la restituzione della tessera sociale. Il socio che, per qualsiasi motivo decade dalla qualifica di socio è tenuto a restituire alla Sezione la tessera sociale. Se il socio decaduto, successivamente, desidera riacquistare la qualifica di socio deve produrre domanda di iscrizione come nuovo socio e la sua nuova anzianità di socio decorrerà dalla data di accettazione di detta domanda. Art. 5
La Presidenza nazionale comunicherà a ciascuna Sezione, dandone conoscenza al Pre-
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prescritti dallo Statuto e dal presente regolamento, che con il proprio comportamento arrechi danni morali e/o materiali all’Associazione, o che ne comprometta il prestigio o il buon nome, è passibile dei seguenti provvedimenti disciplinari: – richiamo scritto; – sospensione; – radiazione. Prima dell’applicazione dei suddetti provvedimenti il socio viene invitato dal Presidente di Sezione ad adeguare il proprio comportamento ai doveri sociali. Nel caso in cui il socio persista in tale comportamento è passibile di richiamo scritto da parte del Presidente di Sezione, deliberato dal Consiglio direttivo di Sezione dopo aver sentito il socio interessato. Avverso detto provvedimento è ammesso ricorso al Presidente nazionale entro trenta giorni dalla notifica. Il socio che nonostante il richiamo scritto non uniformi la propria condotta sociale alle norme sopra citate, oppure con il proprio comportamento pregiudichi il buon nome del sodalizio, può essere sospeso da ogni attività associativa per un periodo da uno a dodici mesi. Il relativo provvedimento, sottoscritto dal Presidente di Sezione, è deliberato dal Consiglio direttivo della Sezione medesima, dopo aver contestato al socio i relativi addebiti, e viene comunicato all’interessato, dal Presidente della Sezione, a mezzo lettera raccomandata con avviso di ricevimento. Avverso il provvedimento di sospensione l’interessato può ricorrere, entro trenta giorni dalla data di ricevimento della relativa lettera, al Consiglio direttivo nazionale, la cui deliberazione, adottata dopo aver sentito il Presidente regionale, è definitiva. Detta deliberazione viene comunicata all’interessato, dal Presidente nazionale, a mezzo lettera raccomandata con avviso di ricevimento Il socio che abbia compiuto atti disonorevoli o abbia completamente ignorato i doveri sociali, ovvero abbia gravemente danneggiato in qualunque modo l’interesse morale e materiale e il buon nome dell’Associazione viene proposto per la radiazione. Detta proposta, scritta e motivata, viene avanzata al Consiglio direttivo nazionale a cura del Presidente nazionale autonomamente o su proposta di un Presidente Regionale o di un Presidente di Sezione. Il provvedimento di radiazione viene deliberato dal Consiglio direttivo nazionale previa acquisizione, a cura del Segretario Generale, di una dettagliata relazione sui fatti dal: – Presidente della Sezione cui il socio appartiene; – Presidente regionale di appartenenza della Sezione; – socio stesso.
Il socio che venga meno ai doveri sociali
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ASSOCIAZIONE ARMA AERONAUTICA Il predetto provvedimento viene notificato all’interessato dal Presidente nazionale a mezzo lettera raccomandata con avviso di ricevimento. Avverso la decisione del Consiglio direttivo nazionale è ammesso ricorso al Collegio nazionale dei Probiviri entro trenta giorni dalla notifica all’interessato. La decisione del Collegio nazionale dei Probiviri è definitiva ed è comunicata all’interessato a cura della Presidenza nazionale. Le delibere relative al “richiamo scritto” ed alla “sospensione” sono portate a conoscenza del Presidente regionale e del Presidente nazionale. La delibera relativa alla “radiazione” è portata a conoscenza del Presidente regionale e del Presidente di Sezione. I provvedimenti di richiamo scritto, sospensione e radiazione, qualora debbano essere presi a carico dei componenti degli Organi Centrali, degli Organi che coadiuvano il Presidente nazionale, dei Presidenti regionali e dei Presidenti di sezione, vengono deliberati dal Consiglio direttivo nazionale, su proposta del Presidente nazionale, con motivazione scritta. I provvedimenti di richiamo scritto e sospensione non sono applicabili al Presidente nazionale nei cui confronti può essere preso solo il provvedimento di radiazione, deliberato dal Consiglio direttivo nazionale, su proposta della maggioranza dei componenti il Consiglio direttivo nazionale stesso, con motivazione scritta. I provvedimenti disciplinari adottati a carico dei componenti degli Organi Centrali (escluso il Presidente nazionale), degli Organi che coadiuvano il Presidente nazionale, dei Presidenti regionali e dei Presidenti di sezione, sono comunicati agli interessati, dal Presidente nazionale, a mezzo lettera raccomandata con avviso di ricevimento. La comunicazione al Presidente nazionale dell’avvio, nei suoi confronti, della procedura per l’adozione del provvedimento di radiazione nonché il provvedimento stesso sono comunicati al Presidente nazionale dal Vice Presidente designato quale sostituto di cui al successivo articolo 16.
dei Probiviri sono definitive. Il socio sospeso o radiato decade immediatamente da qualsiasi carica e funzione in seno all’Associazione. La carica sociale per elezione o nomina ricoperta eventualmente dal socio sospeso o radiato resta vacante fino alla: – scadenza dei termini per proporre ricorso; scaduto tale termine si procede all’elezione o nomina di un altro socio; – pronuncia sul ricorso, qualora proposto, dopodichè: – in caso di pronuncia favorevole al socio, lo stesso viene reintegrato nella carica precedentemente ricoperta; – in caso di pronuncia contraria al socio, si procede all’elezione o nomina di un altro socio. In materia disciplinare gli organismi competenti deliberano a scrutinio segreto Art. 6 Possono essere associazioni “AFFILIATE” quegli Organismi le cui finalità statutarie sono coerenti con quelle dell’Associazione Arma Aeronautica. L’affiliazione comporta esclusivamente rapporti collaborativi reciproci con esclusione di rilevanza, ai fini associativi, delle persone fisiche che compongono le associazioni affiliate. La competenza a conferire il titolo di “affiliato” rientra nelle facoltà del Consiglio Direttivo Nazionale. Art. 7 Possono essere nominati sostenitori dell’Associazione Arma Aeronautica quegli Enti/Aziende che, sensibili agli scopi sociali dell’Associazione, ne sostengono l’attività. La competenza a conferire il titolo di “sostenitore” rientra nelle facoltà del Consiglio Direttivo Nazionale.
Le decisioni adottate dal Collegio nazionale
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Gli Organi territoriali hanno patrimonio proprio, distinto da quello degli Organi centrali e godono, rispetto a questi ultimi, di piena autonomia nei limiti dello statuto. Sono responsabili verso i terzi degli effetti dell’attività svolta. Sono nulle l’elezione o la nomina a ricoprire una carica sociale in seno agli organi centrali e territoriali dell’Associazione se il Socio non è in regola con il pagamento della quota sociale. Art. 10 Il Presidente Nazionale è coadiuvato dai seguenti Organi: – Comitato consultivo – Segreteria Generale; – Direzione Amministrativa; – Centro Studi Militari Aeronautici (CESMA); – Direzione della rivista “Aeronautica” – Direzione del Dipartimento per le attività aeronautiche. Sono nulle l’elezione o la nomina a ricoprire una carica sociale in seno agli organi di collaborazione del Presidente nazionale se il Socio non è in regola con il pagamento della quota sociale. Art. 11 L’Assemblea generale dei soci è costituita dai Presidenti delle Sezioni ovvero, in loro sostituzione, da un membro del Consiglio Direttivo della Sezione stessa, da questi all’uopo delegato L’Assemblea generale dei soci, all’inizio della seduta elegge, scegliendoli tra gli aventi diritto di voto, un Presidente, un Vice Presidente ed un Segretario.
TITOLO III Ordinamento
Avverso i provvedimenti di richiamo scritto, sospensione e radiazione presi a carico dei componenti degli Organi Centrali, degli Organi che coadiuvano il Presidente nazionale, dei Presidenti regionali e dei Presidenti di sezione è ammesso il ricorso al Collegio nazionale dei Probiviri entro trenta giorni dalla data di ricevimento della lettera raccomandata. Quando il provvedimento riguarda un componente del Collegio nazionale dei Probiviri è ammesso ricorso al Collegio stesso alla cui composizione non può partecipare il ricorrente.
Sono Organi Territoriali: – l’Assemblea regionale dei Presidenti di Sezione; – i Presidenti regionali. – l’Assemblea di Sezione; – il Presidente di Sezione; – il Consiglio direttivo di Sezione; - il Capo Nucleo.
Art. 8 L’Associazione si articola in Organi centrali e territoriali come specificato nel successivo articolo 9. Art. 9 Sono Organi centrali dell’Associazione: – l’Assemblea generale dei soci; – il Presidente nazionale; – il Consiglio Direttivo nazionale – il Collegio nazionale dei Revisori dei Conti – il Collegio nazionale dei Probiviri;
In caso di Assemblea elettiva, devono essere anche eletti, tra i partecipanti all’assemblea, tre scrutatori che non risultino candidati alle cariche sociali. All’Assemblea Generale può assistere qualsiasi socio, ma senza diritto di voto. In caso di convocazione dell’assemblea generale che preveda, all’ordine del giorno, il rinnovo degli Organi Centrali e segnatamente di: Presidente nazionale, Consiglio direttivo nazionale, Collegio dei Revisori dei Conti e dei Probiviri, ciascun Socio, interessato ad essere eletto deve, almeno sessanta giorni prima della data dell’Assemblea, far pervenire, per iscritto, al Presidente della Sezione di appartenenza, la propria candidatura, even-
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tualmente corredata dal proprio curriculumvitae. Il Presidente della Sezione, effettuato il controllo che il socio sia in regola con il pagamento della quota sociale e che trattasi di socio effettivo che presta o ha prestato servizio nell’Aeronautica militare, invia la suddetta candidatura alla Presidenza nazionale e, per conoscenza, al presidente regionale, almeno quaranta giorni prima della data di convocazione dell’Assemblea. Contestualmente dovrà comunicare il numero di soci aventi diritto di voto. La Presidenza nazionale procederà alla verifica di tali numeri in tempo utile per la votazione Hanno diritto di voto tutti i soci che, sessanta giorni prima dell’Assemblea, risultino in regola con il pagamento della quota sociale per l’anno precedente a quello in cui avviene la votazione purché, per gli stessi, sia già stata versata alla Presidenza Nazionale la parte di quota dovuta. Hanno altresì diritto di voto i nuovi Soci iscritti nell’anno, fino a sessanta giorni prima della votazione, purché, per gli stessi, sia già stata versata alla Presidenza Nazionale la parte di quota dovuta. Art. 12 L’Assemblea generale dei soci viene convocata entro il primo semestre di ogni anno, nella località, alla data e con l’ordine del giorno fissati dal Presidente nazionale, sentito il Consiglio Direttivo nazionale. Essa è costituita, in prima convocazione, con la presenza di tanti Presidenti di Sezione o Consiglieri delegati che rappresentino almeno la metà più uno dei soci iscritti aventi diritto di voto; in seconda convocazione, almeno ventiquattrore dopo, qualunque sia il numero dei partecipanti. L’Assemblea Generale dei soci: – approva la relazione del Presidente nazionale, i bilanci consuntivi e preventivi annuali e delibera su qualsiasi argomento di interesse generale dell’Associazione che non rientri, in base a quanto previsto dal presente Regolamento, nella specifica competenza di altri Organi. – elegge, allo scadere dei mandati, il Presidente Nazionale, tredici Consiglieri nazionali (di cui sei ufficiali e sette sottufficiali e graduati), i membri del Collegio Nazionale dei Revisori dei Conti e del Collegio Nazionale dei Probiviri, prescegliendoli tra coloro che prestano o abbiano prestato servizio nell’Aeronautica militare. – può eleggere un Presidente nazionale Onorario. L’Assemblea Generale dei soci può essere convocata in seduta straordinaria in qualsia-
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si momento dal Presidente Nazionale di propria iniziativa, o su proposta del Consiglio Direttivo Nazionale o dei Presidenti di Sezione, purché questi ultimi rappresentino, complessivamente, almeno un quinto dei soci dell’Associazione iscritti ed aventi diritto di voto. L’Assemblea generale dei soci delibera a maggioranza, adottando il sistema ponderale significando che i membri con diritto di voto sono portatori di tanti voti quanti sono i soci con diritto di voto da loro rappresentati. La Presidenza nazionale comunica ai Presidenti di Sezione: – la data dell’Assemblea Generale con almeno novanta giorni di anticipo; – l’Ordine del Giorno almeno trenta giorni prima della data di convocazione, inviando tutta la documentazione opportuna affinché i partecipanti siano edotti sugli argomenti che dovranno trattare. Nei casi di seduta straordinaria, non elettiva, i predetti termini possono essere ridotti fino a dieci giorni in funzione dell’urgenza degli argomenti da discutere Nel corso dell’Assemblea generale dei soci per l’elezione delle cariche nazionali, ciascun Presidente di Sezione o Consigliere delegato sarà munito, con opportuni accorgimenti tecnici, predisposti a cura della Segreteria Generale, di tante schede quante ne occorrono per esprimere voti non riconoscibili rapportati al suo potere numerico di rappresentanza. Ciascuna scheda dovrà essere predisposta per consentire l’espressione di n. 13 preferenze (6 per Ufficiali e 7 per Sottufficiali/Truppa) per il Consiglio Direttivo Nazionale e 5 per i Collegi dei Revisori dei Conti e dei Probiviri Ciascun Presidente o Consigliere delegato è portatore di tanti voti quanti sono i soci con diritto di voto iscritti nella propria Sezione; per ciascun organo collegiale da rinnovare potrà esprimere un numero di preferenze pari al numero dei membri da eleggere. Il Segretario dell’Assemblea provvede alla stesura del verbale della seduta. Gli scrutatori eletti dall’Assemblea provvedono, congiuntamente, allo spoglio delle schede elettorali e al controllo dei voti distintamente per ciascun organo collegiale. Prima di dare inizio ai lavori, il Presidente dell’Assemblea Generale eletto accerta l’esistenza del numero legale degli aventi diritto di voto previsto per la validità dell’Assemblea. Egli, avvalendosi anche del Segretario generale e del Direttore amministrativo, dirige i lavori; apre e chiude le discussioni; stabilisce la durata e le modalità degli interventi; propone il metodo di votazione (per alzata di mano od a scrutinio segreto) quando il metodo stesso
non sia tassativamente indicato nello Statuto o nel presente Regolamento; proclama l’esito delle votazioni e gli eletti. Il Presidente dell’Assemblea può autorizzare più di un intervento per persona. Il Presidente dell’Assemblea elettiva autorizza i candidati che ne fanno richiesta ad esporre il proprio programma. Il tempo a disposizione sarà deciso dal Presidente dell’Assemblea in funzione del numero dei richiedenti. Egli sottoscrive, unitamente al Segretario eletto ai sensi del precedente articolo, il verbale delle sedute. Art. 13 Il Consiglio Direttivo nazionale è composto dal Presidente nazionale e tredici Consiglieri nazionali. I Consiglieri nazionali vengono eletti secondo le modalità stabilite dal presente Regolamento di attuazione dello Statuto, con un mandato di quattro anni e sono rieleggibili per un solo successivo mandato. Nel caso che un membro cessi dalla carica, per qualsiasi motivo, prima del termine del mandato, subentra, per il restante periodo, il socio della stessa categoria (Ufficiale o Sottufficiale/graduato) che, fra i non eletti, abbia ottenuto nell’ultima elezione il maggior numero di voti. In caso di parità di voti, subentra il socio con maggiore anzianità d’iscrizione all’Associazione. Nel caso di dimissioni di più del 60% del Consiglio Direttivo nazionale, l’assemblea Generale dei Soci sarà chiamata ad eleggere un nuovo Consiglio direttivo nazionale, per un mandato di quattro anni. Il Consiglio Direttivo nazionale, tra i tredici Consiglieri nazionali, elegge tre Vice Presidenti nazionali. Il Presidente Nazionale, un Vice Presidente Nazionale e un Consigliere nazionale devono avere il proprio domicilio nell’ambito della provincia di Roma. Sono eleggibili quali Consiglieri nazionali coloro che: – sono Soci effettivi e prestano o hanno prestato, con qualsiasi grado e qualifica, servizio nell’A.M.; – sono in regola con il pagamento della quota sociale dell’anno in corso e di quello precedente; – non hanno in corso un provvedimento disciplinare di cui al precedente articolo 5; – hanno presentato, nei termini previsti, la propria candidatura. L’elezione ha luogo nel corso dell’Assemblea generale dei Soci con le procedure di cui ai precedenti articoli 11 e 12.
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ASSOCIAZIONE ARMA AERONAUTICA Art. 14 Il Consiglio direttivo nazionale traccia le linee programmatiche necessarie al raggiungimento delle finalità statutarie, al perseguimento degli interessi dell’Associazione e stabilisce le linee programmatiche del periodico sociale “Aeronautica”, in armonia con le deliberazioni dell’Assemblea Generale dei soci. Provvede a esaminare il progetto dei bilanci annuali consuntivo e preventivo della Presidenza nazionale. Indica l’importo della quota annua dei soci da versare alla Presidenza nazionale intendendosi per quota annua dei soci quella parte di quota sociale che le Sezioni devono versare alla Presidenza nazionale. Per la validità delle sue riunioni è necessaria la presenza di almeno la metà più uno dei suoi componenti. Le deliberazioni vengono prese a maggioranza di voti; in caso di parità prevale il voto del Presidente. Le funzioni di Segretario del Consiglio Direttivo nazionale sono assolte dal Segretario Generale. Le riunioni del Consiglio direttivo nazionale si svolgono nel luogo e nell’ora stabilita dal Presidente nazionale che definisce anche l’ordine del giorno, tenendo conto delle indicazioni fornite dai Consiglieri. Le riunioni sono presiedute dal Presidente nazionale. Qualora non diversamente disposto da apposita norma approvata dal Consiglio Direttivo Nazionale, i lavori del Consiglio stesso si svolgono secondo la seguente procedura: – il Presidente nazionale, dopo le eventuali espressioni di saluto, formula al Consiglio le raccomandazioni ritenute opportune; – presenta al Consiglio il primo punto all’ordine del giorno (o lo fa presentare dal Consigliere che ne ha richiesto l’inserimento all’ordine del giorno); – dopo la presentazione stabilisce i tempi massimi di intervento di ciascun consigliere (di norma 3 minuti per gli interventi normali e 5 per quelli sul bilancio) e prende nota dei consiglieri che si iscrivono per un proprio intervento; – da la parola ad ogni consigliere iscritto a parlare, nell’ordine di iscrizione; – riepiloga i concetti espressi; – prende nota dei Consiglieri che intendono iscriversi per un secondo intervento; – da la parola ai consiglieri che hanno richiesto un secondo intervento; – valuta e decide se consentire, eccezionalmente, ulteriori interventi; – riepiloga i risultati degli interventi; – pone ai voti l’argomento e comunica al Segretario la delibera del Consiglio; – utilizza la stessa procedura per tutti i successivi punti all’ordine del giorno salvo quello relativo alle “Varie ed eventuali” nel
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corso del quale non possono essere prese decisioni né effettuate votazioni. Art. 15 La Presidenza nazionale ha sede in Roma. Il Presidente nazionale proviene dai ruoli dell’Aeronautica Militare e viene eletto per un mandato di quattro anni ed è rieleggibile per un solo successivo mandato, secondo le modalità stabilite dal presente Regolamento di attuazione dello Statuto. Egli: – ha la rappresentanza legale dell’Associazione; – convoca e presiede il Consiglio direttivo nazionale; – attua, attraverso gli uffici di Presidenza, le linee programmatiche approvate dal Consiglio Direttivo nazionale; – ha la direzione editoriale del periodico sociale “Aeronautica”, delle pubblicazioni dell’Associazione e del Centro Studi Militari Aeronautici; – autorizza la costituzione di Sezioni e Nuclei, sentito il parere del Consiglio Direttivo nazionale; – provvede, sentito il Consiglio Direttivo, alla nomina del Segretario Generale, del Direttore Amministrativo, del Direttore del Dipartimento per le attività aeronautiche, del Direttore del CESMA e del Direttore responsabile del periodico “Aeronautica”; – conferisce eventuali specifici mandati ai Vice Presidenti nazionali e/o a soci particolarmente qualificati che, del loro operato, rispondono direttamente al conferente; – presiede il Comitato consultivo; – vigila su eventuali incompatibilità nelle cariche sociali; – esercita il proprio mandato, sia sul territorio nazionale, che all’estero; – non può ricoprire altre cariche in seno agli Organi centrali e territoriali dell’Associazione. Ad avvenuta conclusione di un’Assemblea Generale, nel corso della quale siano stati eletti i componenti degli Organi centrali dell’Associazione, il Presidente nazionale deve convocare tempestivamente: – il Collegio nazionale dei Revisori dei Conti affinché proceda all’elezione del Presidente; – il Collegio nazionale dei Probiviri affinché proceda all’elezione del Presidente – il Consiglio direttivo nazionale affinché provveda alla elezione dei tre Vice Presidenti nazionali. e del Consigliere nazionale, residente nella provincia di Roma, che dovrà far parte del Comitato consultivo. Nel corso di tale riunione il Presidente nazionale deve designare: – il Vice Presidente destinato a sostituirlo ed a far parte del Comitato consultivo; – sentito il Consiglio, due nominativi di Soci residenti in provincia di Roma per la nomina a Segretario Generale e Direttore Amministrativo.
Qualora non possa procedersi alla nomina del Segretario generale e/o del Direttore amministrativo dell’Associazione, il Segretario generale ed il Direttore amministrativo, decaduti per compiuto periodo, vengono prorogati fino alla prima successiva riunione del Consiglio direttivo nazionale. In tale successiva riunione, il Presidente nazionale dovrà indicare al Consiglio direttivo nazionale i nominativi di soci residenti in provincia di Roma per le cariche di Segretario Generale e di Direttore Amministrativo. Ad avvenuta conclusione di un’Assemblea Generale nel corso della quale sia stato eletto il solo Presidente Nazionale, i Vice Presidenti e gli Organi deputati a coadiuvarlo restano in carica a meno che il nuovo Presidente non ne proponga la parziale o totale sostituzione. In tale ipotesi si procede come previsto dal presente regolamento per l’elezio-ne/nomina dei Vice Presidenti/Organo per il quale è proposta la sostituzione. E’ obbligatoria, da parte della Presidenza nazionale, a cura del Direttore Amministrativo, la tenuta dei seguenti registri: prima nota, giornale mastro d‘inventario dei beni mobili ed immobili. E’ inoltre obbligatoria la tenuta dei registri fiscali secondo la normativa vigente. Art. 16 In caso di impedimento, il Presidente nazionale viene sostituito, con le stesse attribuzioni, dal Vice Presidente nazionale da lui designato. Nel caso di cessazione, per qualsiasi motivo, dalla carica del Presidente nazionale, lo stesso Vice Presidente nazionale provvederà, entro il termine di sessanta giorni, ad indire una riunione straordinaria dell’Assemblea Generale dei soci, per l’elezione del nuovo Presidente nazionale. Quando il Presidente nazionale, o chi lo sostituisce temporaneamente, si trovi nella necessità di dover adottare dei provvedimenti che richiedono il preventivo intervento del Consiglio direttivo nazionale o di altri Organi dell’Associazione ma la cui inderogabilità ed urgenza, non ne consentano la convocazione in tempo utile, deve sentire il parere del Comitato consultivo. Le conseguenti decisioni debbono essere rese note al Consiglio direttivo nazionale, per la ratifica, alla prima successiva riunione. Possono essere adottati con tale procedura solo quei provvedimenti aventi carattere di estrema urgenza e la cui mancata adozione sarebbe causa di grave nocumento per l’Associazione. Art. 17 Il Collegio nazionale dei Revisori dei conti, i
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cui componenti durano in carica quattro anni e sono rieleggibili, è composto da tre Revisori effettivi e due supplenti. Il Collegio nazionale dei Revisori ha la vigilanza ed il controllo economico e finanziario degli Organi centrali dell’Associazione, secondo le vigenti norme di legge; esercita funzione consultiva per il Presidente nazionale. Sono eleggibili nel Collegio nazionale dei Revisori dei Conti i Soci effettivi che prestino o abbiano prestato, con qualsiasi grado e qualifica, servizio nell’A.M., che siano in regola con il pagamento della quota sociale e che non siano mai stati soggetti a condanne penali per reati non colposi o a provvedimenti disciplinari Il Collegio nazionale dei Revisori dei Conti controlla nella più ampia forma, a termine di legge, la gestione economica e finanziaria degli Organi centrali dell’Associazione Più particolarmente, esso indica la forma di bilancio, esamina e si pronuncia sui bilanci preventivi e su quelli consuntivi corredandoli di apposita relazione; svolge inoltre azione ispettiva sulle scritture contabili e sulle consistenze finanziarie e patrimoniali dell’Associazione. I Revisori dei Conti possono, in qualsiasi momento, procedere ad atti di ispezione e di controllo. Degli accertamenti eseguiti deve farsi constare nel Libro dei verbali del Collegio dei Revisori dei Conti. Nel corso della prima convocazione indetta dal Presidente nazionale, i componenti del Collegio dei Revisori dei Conti debbono provvedere a nominare, tra i Membri effettivi, il proprio Presidente, a cui spetta di indire le riunioni del Collegio, che dovranno avvenire almeno ogni trimestre, e fissare l’ordine dei lavori. Al termine di ogni riunione dovrà essere redatto il relativo verbale da riportare sull’apposito Libro, sottoscritto dagli intervenuti. Nel caso di impedimento temporaneo del Presidente del Collegio, le sue funzioni vengono assunte dal Revisore effettivo che ha ricevuto più voti in sede assembleare. Nel caso di impedimento permanente, di rinuncia e/o decadenza di un Revisore effettivo subentra il Revisore supplente che in sede assembleare ha ricevuto più voti. Così dicasi nel caso che trattasi di un Revisore supplente. Se trattasi del Presidente del Collegio, i Revisori effettivi dovranno provvedere alla nuova nomina Per la validità delle riunioni del Collegio dei Revisori dei Conti occorre che siano presenti sempre almeno tre membri tra titolari e supplenti: quello più giovane di età funge da Segretario e provvede a redigere un processo verbale che deve essere sottoscritto da tutti gli intervenuti.
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I membri supplenti vengono chiamati a sostituire i titolari, in caso di loro assenza, a partire da quello che, nelle elezioni, ha ottenuto il maggior numero di voti. Le deliberazioni debbono essere prese a maggioranza assoluta. Il revisore dissenziente ha diritto a fare iscrivere a verbale i motivi del proprio dissenso.
Il membro eventualmente eletto o nominato ad altra carica deve far conoscere alla Presidenza nazionale, alla Presidenza regionale ed alla Presidenza della Sezione presso la quale è iscritto la sua decisione relativa alla carica che preferisce ricoprire. In caso di mancata opzione, egli decade dalla nuova carica alla quale è stato eletto o nominato.
Il Collegio nazionale dei Revisori dei Conti presenzia alle riunioni dell’Assemblea generale dei Soci. Presenzia altresì alle riunioni del Consiglio direttivo nazionale qualora richiesto dagli argomenti all’Ordine del Giorno.
La decadenza viene dichiarata dal Consiglio direttivo nazionale, su segnalazione della Presidenza nazionale, cui compete l’accertamento dell’esistenza di eventuali incompatibilità.
I membri del Collegio nazionale dei Revisori dei Conti non possono ricoprire altre cariche sociali né incarichi in seno alla Presidenza nazionale.
Nel corso della prima convocazione da parte del Presidente nazionale il Collegio nazionale dei Probiviri deve provvedere a nominare, tra i propri membri effettivi, il Presidente.
Il membro eventualmente eletto o nominato ad altra carica deve far conoscere alla Presidenza nazionale, alla Presidenza regionale ed alla Presidenza della Sezione presso la quale è iscritto la sua decisione relativa alla carica che preferisce ricoprire.
I lavori di tale seduta verranno condotti dal Proboviro più anziano di età.
In caso di mancata opzione, egli decade dalla nuova carica alla quale è stato eletto o nominato. La decadenza viene dichiarata dal Consiglio direttivo nazionale, su segnalazione della Presidenza nazionale, cui compete l’accertamento dell’esistenza di eventuali incompatibilità. Art. 18 Il Collegio nazionale dei Probiviri, i cui componenti durano in carica quattro anni e sono rieleggibili, è composto da tre membri effettivi e due supplenti. Il Collegio dei Probiviri si pronuncia su ogni controversia che, nell’ambito dell’Associazione, possa sorgere nei confronti dei soci e degli Organi dell’Associazione stessa. Il suo giudizio al riguardo è inappellabile; esercita funzione consultiva per il Presidente nazionale. Sono eleggibili nel Collegio nazionale dei Probiviri i Soci effettivi che prestino o abbiano prestato, con qualsiasi grado e qualifica, servizio nell’A.M., che siano in regola con il pagamento della quota sociale e che non siano mai stati soggetti a condanne penali per reati non colposi o a provvedimenti disciplinari. Il Collegio nazionale dei Probiviri presenzia alle riunioni dell’Assemblea generale dei Soci e può essere invitato a partecipare alle riunioni del Consiglio direttivo nazionale, senza diritto di voto, in relazione agli argomenti posti all’ordine del giorno. I membri del Collegio nazionale dei Probiviri non possono ricoprire altre cariche statutarie.
Per l’espletamento delle proprie funzioni, il Collegio nazionale dei Probiviri può compiere o ordinare ispezioni e controlli su tutti i documenti sociali inerenti alla materia del contendere e chiedere che questi vengano esibiti. Esso può inoltre invitare le parti a comparire personalmente per deporre, anche separatamente, sulla materia del contendere; inoltre può richiedere eventuali testimonianze verbali o deposizioni scritte. Ai membri del Collegio nazionale dei Probiviri incombe l’obbligo del segreto d’ufficio, anche dopo la cessazione dalla carica. In caso di assenza o impedimento del Presidente del Collegio, le sue funzioni vengono assunte dal Proboviro più anziano per iscrizione all’Associazione. Il Presidente del Collegio, o il suo sostituto, stabilisce l’ordine del giorno, convoca i membri e presiede la riunione. Le delibere sono assunte a maggioranza di voti ed il voto è espresso a scrutinio segreto. Per la validità delle sue riunioni occorre che siano presenti sempre almeno tre membri tra titolari e supplenti. Quello più giovane di età funge da segretario e provvede a redigere e firmare, unitamente al Presidente, il verbale dei lavori nelle riunioni. I membri supplenti vengono chiamati a sostituire i titolari, in caso di loro assenza, a partire da quello che, nelle elezioni, ha ottenuto il maggior numero di voti Art. 19 Il Comitato consultivo è costituito dal Presidente nazionale, che lo presiede, dal Vice Presidente di cui al precedente art. 16 e da un Consigliere nazionale domiciliato nell’ambito della Provincia di Roma.
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ASSOCIAZIONE ARMA AERONAUTICA Esso è organo consultivo del Presidente nazionale per gli affari ordinari e straordinari, organizzativi e gestionali di particolare urgenza. Può essere convocato ogni qualvolta il Presidente nazionale lo ritenga opportuno. Deve essere convocato quando il Presidente nazionale, o chi lo sostituisce temporaneamente, si trovi nella necessità di dover adottare dei provvedimenti che richiedono il preventivo intervento del Consiglio direttivo nazionale o di altri Organi dell’Associazione, ma la cui inderogabilità ed urgenza non ne consentano la convocazione in tempo utile. Art. 20 Il Segretario Generale, il Direttore Amministrativo, il Direttore del Dipartimento per le attività aeronautiche, il Direttore del CESMA ed il Direttore della rivista sono i coadiutori diretti del Presidente nazionale e vengono da questi nominati tra i soci dell’Associazione. Il Segretario Generale assolve altresì alle funzioni di Segretario del Consiglio Direttivo nazionale, redige i verbali delle sue riunioni, li sottoscrive unitamente al Presidente nazionale e ne cura la tenuta e la conservazione.. Il Direttore del Dipartimento per le attività aeronautiche, il Direttore del CESMA ed il Direttore della rivista possono essere invitati alle riunioni del Consiglio direttivo nazionale, senza diritto di voto, in relazione agli argomenti posti all’ordine del giorno. Il Segretario generale, d’intesa con il Presidente nazionale e, ove necessario, con il Direttore amministrativo, svolge i seguenti compiti: – assicura il funzionamento di tutti gli Uffici e Servizi della Presidenza nazionale; – traduce in strutture ordinative ed organiche ed in provvedimenti esecutivi le prescrizioni dello Statuto e del Regolamento nonché le deliberazioni dell’Assemblea generale dei soci e quelle del Consiglio direttivo nazionale, concernenti la vita dell’Associazione a tutti i livelli; – pianifica, dirige, coordina e controlla tutte le manifestazioni, cerimonie e celebrazioni sociali a livello centrale; – dirama disposizioni sulle attività delle Sezioni, al fine del loro efficace coordinamento e buona riuscita delle stesse, tenendo presente la necessità di una equa assegnazione degli apporti logistici disponibili che, di volta in volta, su richiesta della Presidenza nazionale, vengono concessi dalle autorità competenti. Il Direttore amministrativo, d’intesa con il Presidente nazionale e, ove necessario, con il Segretario generale, svolge i seguenti compiti: – presiede al Servizio di amministrazione e
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contabilità dei fondi a disposizione della Presidenza (custodia dei fondi, eventuali contributi del Ministero della Difesa, quote associative e proventi eventuali); – svolge in proprio le funzioni di Tesoriere, delegabili comunque per la parte attinente al solo Servizio di cassa; – firma insieme con il Presidente, i mandati di riscossione e quelli di pagamento, mediante i quali vengono eseguite le operazioni di cassa. Detti mandati vengono registrati cronologicamente nel giornale mastro, tenuto con il sistema della partita doppia; detto registro viene preventivamente vidimato dal Presidente del Collegio nazionale dei Revisori dei Conti; – attende ai compiti di cui sopra per quanto concerne il periodico “Aeronautica”, curando altresì il controllo del servizio spedizioni del medesimo; – procede alla regolamentazione del servizio materiali necessario alle Sezioni; – stabilisce nei confronti delle Sezioni le norme amministrative da adottare; – di volta in volta, emana, nei riguardi delle Sezioni stesse, ogni disposizione di carattere amministrativo che si rendesse necessaria; – provvede alla tenuta ed al controllo dello schedario nazionale dei soci in coordinamento con il Segretario generale; – sulla base dei dati contabili della sede centrale e di quelli profferti dai bilanci delle Sezioni, predispone il bilancio consuntivo e quello preventivo annuali, da sottoporre all’esame del Consiglio direttivo nazionale ed alla successiva approvazione dell‘Assemblea generale dei soci in seduta ordinaria; – procede alla stipula dei contratti, convenzioni ed atti d’impegno per quanto concerne il Servizio di Stampa del periodico “Aeronautica” e l’acquisto di materiali vari per le Sezioni; stipula con il Ministero della Difesa apposita convenzione per l’aggiornamento del personale in congedo; – mantiene rapporti con gli Organi centrali del Ministero della Difesa per l’erogazione di contributi all’Associazione; – nelle proprie funzioni di Tesoriere, mantiene rapporti con gli Enti statali e bancari, procedendo al deposito della propria firma per la esecuzione di operazioni finanziarie; – finanzia il fondo di dotazione dei Presidenti regionali nella misura e secondo le modalità di spesa indicate dal Consiglio direttivo nazionale; – partecipa, con parere consultivo, a tutte le sedute del Consiglio direttivo nazionale; – esplica funzioni di Consigliere del Presidente nazionale in campo legale ed amministrativo e su quanto altro venga ritenuto opportuno sottoporre al suo parere dal Segretario generale. Il Segretario generale ed il Direttore amministrativo durano in carica fino alla scadenza del mandato del Consiglio direttivo nazionale che li ha nominati o confermati, salvo quanto disposto dal precedente art. 15. In caso di loro dimissioni il Presidente na-
zionale convoca immediatamente il Consiglio direttivo nazionale per procedere alla loro sostituzione. Nel periodo intercorrente tra le dimissioni e la nuova nomina sono sostituiti: – il Segretario generale: da un membro della Segreteria generale nominato dal Presidente Nazionale; – il Direttore Amministrativo: da un membro della Direzione amministrativa nominato dal Presidente Nazionale; Il “Centro Studi Militari Aeronautici” (CeSMA). ha sede nell’edificio “Gen. Douhet” sito in Roma, Via Marcantonio Colonna n. 23. Il CeSMA persegue l’obiettivo di effettuare studi sulle problematiche aeronautiche, nei loro molteplici aspetti sia nazionali che internazionali, con particolare riferimento a quelle di carattere militare nei loro aspetti politici, tecnici ed operativi, al fine di: – sviluppare il pensiero militare aeronautico in relazione al continuo progresso tecnologico del mezzo aereo; – contribuire con l’Aeronautica Militare ad aggiornare il suo personale sulle principali linee di tendenza in tale settore; – far nascere una sensibilità a tali tematiche in seno alla società creando sinergie tra il mondo militare, quello della cultura, quello politico e quello industriale – aiutare i soci dell’A.A.A. a non perdere i contatti con la realtà aeronautica nel suo continuo divenire; – promuovere la realizzazione e la diffusione di informazioni nel settore di pertinenza, sia attraverso pubblicazioni cartacee che attraverso canali informatici ed audiovisivi; – organizzare varie attività di ricerca e culturali tra le quali dibattiti, seminari, convegni e incontri di studio su aspetti delle problematiche aeronautiche individuati dallo stesso CeSMA o suggeriti dall’AM o dall’industria nazionale, partecipando attivamente al dibattito internazionale su tali problemi. Il CeSMA potrà assumere ulteriori funzioni e finalità che potranno derivare da norme e disposizioni emanate sulle materie di interesse, nonché da specifiche delibere del Consiglio direttivo nazionale. Per conseguire gli obiettivi prefissati il CeSMA: – beneficia di un apposito stanziamento nel bilancio di previsione dell’Associazione; – ricerca il sostegno alle proprie iniziative mediante donazioni o sovvenzioni di vario genere sia da parte di organismi istituzionali che da parte di privati; – qualora ne venga ravvisata la necessità, potrà dare in appalto o in gestione a terzi, persone fisiche o giuridiche, le attività ed i servizi necessari all’organizzazione degli eventi programmati per il conseguimento dei suoi fini sociali; – potrà usufruire di fondi stanziati da leggi
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nazionali ed europee, partecipare a bandi di concorso per l’eventuale assegnazione di contributi, anche a fondo perduto, e ricercare il sostegno finanziario di istituzioni/enti pubblici e privati; – si avvale dell’opera e del contributo di pensiero dei Soci, del personale in servizio e non dell’Aeronautica Militare, di esperti dell’industria nazionale o di cultori esterni di discipline aeronautiche e militari in genere, sia italiani che stranieri, volontari o retribuiti; – mantiene rapporti di collaborazione con Istituzioni e Centri di Studi e ricerche in Italia e all’estero, con gli organi di stampa, in particolare con quella specializzata nel settore. Il Centro Studi Militari Aeronauti (CeSMA) è retto da un Direttore posto alle dirette dipendenze del Presidente nazionale dell’Associazione. Esso si avvale di: – un Comitato Tecnico Scientifico (C.T.S.); – una segreteria. Il Comitato Tecnico Scientifico, da intendersi come organo meramente consultivo, è composto da prestigiosi rappresentanti dell’A.M., delle FF.AA., del mondo accademico e dell’industria che, nel dare lustro e visibilità all’Associazione, l’assiste nella scelta delle attività culturali e di studio da promuovere e/o da effettuare. Esso è coordinato opportunamente da un responsabile che ne gestisce le attività. Il C.T.S. si riunisce periodicamente, in particolare all’inizio di ogni anno accademico, e propone le attività di natura culturale (seminari, studi, gruppi di lavoro – G. di L. – su temi specifici, eventi vari) che si rendano necessarie per perseguire gli scopi sociali. Tali orientamenti consentiranno di porre in essere una pianificazione di breve e medio periodo che, tenuto conto delle capacità attuali e prevedibili, indichi le priorità ed individui le possibili risorse per portare a termine le varie iniziative. All’interno del C.T.S. potranno essere costituiti dei G. di L., od altre strutture ordinative non permanenti, per l’effettuazione di studi specifici, con un referente all’uopo individuato che riferirà al responsabile del C.T.S. e, tramite questi al Direttore del Ce.S.M.A.. Per la valenza degli orientamenti che esprime e le ricadute sulle attività associative le riunioni del C.T.S. sono presiedute dal Presidente dell’A.A.A. o, in sua vece, dal Direttore del Ce.S.M.A.. Le attività/competenze della Direzione Dipartimento per le attività aeronautiche sono definite/disciplinate con un regolamento ad hoc. Art. 21 L’Assemblea regionale è composta dai Presidenti delle Sezioni esistenti nella Regione stessa. In caso di impedimento del Presidente di Sezione, interviene, in sostituzione, un Con-
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sigliere della Sezione interessata da lui nominato. I Presidenti di Sezione e/o loro delegati rappresentano la totalità degli iscritti nelle Sezioni operanti nella propria Regione ed aventi diritto di voto. Hanno diritto di voto tutti i soci che, sessanta giorni prima dell’Assemblea, risultino in regola con il pagamento della quota sociale per l’anno precedente a quello in cui ha luogo la votazione purchè, per gli stessi, sia già stata versata alla Presidenza Nazionale la parte di quota dovuta. Hanno altresì diritto di voto i nuovi soci iscritti nell’anno, fino a sessanta giorni prima della votazione, purchè, per gli stessi, sia già stata versata alla Presidenza Nazionale la parte di quota dovuta. E’ compito di ogni Presidente di Sezione comunicare al proprio Presidente regionale, almeno sessanta giorni prima della data dell’Assemblea, il numero dei voti di cui è portatore nonché proporre eventuali argomenti da porre all’ordine del giorno. Art. 22 L’Assemblea regionale viene convocata il primo quadrimestre di ogni anno dal Presidente regionale, il quale fissa la data e la località della riunione. Provvede inoltre, sentito il parere dei Presidenti delle Sezioni della propria Regione, a stilare l’ordine del giorno. L’Assemblea è valida, in prima convocazione, con la presenza di tanti Presidenti di Sezione o loro delegati, che rappresentino almeno la metà più uno dei soci iscritti aventi diritto di voto; in seconda convocazione, almeno ventiquattro ore dopo, qualunque sia il numero dei presenti. L’Assemblea, all’inizio dei lavori, elegge un proprio Presidente, un Segretario e, se elettiva, due Scrutatori.
ni dovrà tener conto in modo preminente dei rapporti già esistenti fra le Sezioni ed il contesto sociale i quali debbono tendere sempre al raggiungimento dei massimi obiettivi dell’Associazione; – nel promuovere manifestazioni e cerimonie di interesse collettivo e regionale dovrà adoperarsi perché queste siano di aggregazione non solo fra i soci di Sezioni diverse, ma in particolare, fra Sezioni ed Organismi sociali esistenti. Qualora si verifichi l’indisponibilità di Presidenti di Sezione ad essere eletti alla carica di Presidente Regionale, verranno accettate le candidature di Soci effettivi iscritti nelle Sezioni o Nuclei della loro Regione. Art. 24 Il Presidente regionale dura in carica quattro anni ed è rieleggibile per un solo successivo mandato. Nel caso di temporaneo impedimento, viene sostituito dal Presidente di Sezione della propria Regione con maggiore anzianità di iscrizione all’Associazione. Qualora detto Presidente di Sezione, si dichiari indisponibile ad assolvere quotidianamente l’incarico di sostituto o la sua Sezione abbia un’eccessiva lontananza dalla sede della Presidenza regionale, per cui il nuovo incarico non possa essere assolto con la necessaria assiduità, il Presidente regionale sarà sostituito dal suo Socio collaboratore più anziano per iscrizione all’Associazione. Nel caso di anticipata cessazione dalla carica di Presidente regionale, per qualsiasi motivo, lo stesso Presidente di Sezione o il Socio collaboratore più anziano che lo sostituisce, provvederà ad indire, entro sessanta giorni, un’Assemblea regionale straordinaria per l’elezione del nuovo Presidente regionale. Art. 25
Le votazioni avvengono a maggioranza, adottando il sistema ponderale, nel senso che ciascun Presidente di Sezione è portatore di tanti voti quanti sono i soci con diritto di voto da lui rappresentati, e le delibere sono vincolanti per tutte le Sezioni della Regione.
Il Presidente Regionale rappresenta l’Associazione nell’ambito della propria Regione, quando non siano presenti il Presidente nazionale o un suo Delegato.
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Convoca e predispone l’ordine del giorno dell’Assemblea regionale, sentiti i Presidenti di Sezione, riferendone alla Presidenza nazionale.
L’Assemblea regionale: – elegge il Presidente regionale scegliendolo tra i Presidenti di Sezione della Regione stessa, ma escludendo coloro che già ricoprono cariche presso gli Organi Centrali; - esamina qualsiasi argomento riguardante la vita e le attività delle Sezioni, il loro sviluppo ed il loro inserimento nel contesto sociale, locale e regionale; – indice ed approva manifestazioni e cerimonie aventi carattere di interesse collettivo e regionale; – nell’esame e nella delibera sugli argomenti riguardanti la vita e le attività delle Sezio-
Il Presidente Regionale coordina le attività di interesse regionale delle Sezioni.
Il Presidente regionale può presenziare, senza diritto di voto, alle Assemblee annuali delle Sezioni della propria Regione. Ulteriori funzioni possono essere, di volta in volta, delegate dal Presidente Nazionale al Presidente Regionale. A similitudine della carica di Presidente regionale il Consiglio direttivo nazionale ha anche conferito analoghi compiti e attribuzioni a livello di Paesi esteri al fine di meglio
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ASSOCIAZIONE ARMA AERONAUTICA governare ed assistere le Sezioni dell’Associazione presenti in quei Paesi. Egli, inoltre: – gestisce, per l’espletamento del suo mandato, il fondo di dotazione, del quale annualmente provvederà a rendere conto alla Presidenza nazionale;. – fornisce consulenza alle Sezioni e, nel caso di declassamento di proprie Sezioni o di scioglimento di propri Nuclei, provvede a tutte le incombenze con la Presidenza nazionale al fine di: – rendere effettivi i declassamenti o gli scioglimenti; – fornire ogni utile indicazione alle Sezioni ed ai Nuclei coinvolti per il corretto assolvimento di tutte le azioni da svolgere per la sostituzione del labaro e per tutte le altre eventuali operazioni necessarie. – per l’assolvimento dei compiti a lui affidati, si avvale di uno o più soci collaboratori da lui prescelti che del loro operato rispondono direttamente al conferente. Di tale nomina e di eventuali sostituzioni deve informare il Presidente nazionale ed i Presidenti di Sezione della Regione,
propria candidatura. In caso di convocazione dell’Assemblea annuale dei Soci che preveda, all’ordine del giorno, il rinnovo delle cariche della Sezione e segnatamente di Presidente e Consigliere di Sezione, ciascun Socio, interessato ad essere eletto, deve, almeno quindici giorni prima della data dell’Assemblea, far pervenire, per iscritto, al Presidente della Sezione di appartenenza, la propria candidatura, eventualmente corredata dal proprio curriculumvitae. Il Presidente di Sezione, effettuato il controllo che il Socio sia “eleggibile”, in relazione a quanto sopra riportato, ne accetta la candidatura e dispone a che sia reso pubblico, mediante affissione nei locali/punto d’incontro della sezione, l’elenco dei candidati alle rispettive cariche (Presidente, Consigliere), almeno sette giorni prima dell’Assemblea annuale dei Soci in cui si prevede si svolgano le votazioni. Contestualmente dovrà indicare il numero dei Soci aventi diritto di voto ed il relativo numero di consiglieri eleggibili.
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Può inoltre eleggere un Consigliere rappresentante dei soci aggregati, senza diritto di voto.
L’Assemblea di Sezione è convocata entro il primo bimestre dell’anno e vi partecipano i soci, compresi quelli dei Nuclei dipendenti. L’Assemblea elegge, all’inizio della seduta, un Presidente, un Segretario e, in caso di Assemblea elettiva, tre Scrutatori.
Tuttavia, quando la percentuale dei Soci aggregati raggiunge il 20% del totale dei soci della Sezione/Nuclei, tale Consigliere ha diritto di voto.
Hanno diritto di voto tutti i soci che, alla data dell’Assemblea, risultino in regola con il pagamento della quota sociale per l’anno precedente a quello in cui ha luogo la votazione purché per gli stessi sia già stata versata alla Presidenza Nazionale la parte di quota dovuta. Hanno altresì diritto di voto i nuovi Soci iscritti nell’anno della votazione, purché, per gli stessi, sia già stata versata alla Presidenza Nazionale la parte di quota dovuta. Ogni socio può rappresentare, mediante delega scritta, non più di tre soci. Art. 27 L’Assemblea di Sezione elegge tra i propri soci effettivi , inclusi quelli dei Nuclei dipendenti, i componenti del Consiglio direttivo di Sezione, prescegliendo il Presidente tra coloro che hanno prestato o prestano servizio nell’Aeronautica Militare. Sono eleggibili quali Consiglieri/Presidente coloro che: – sono soci effettivi e prestano o hanno prestato con qualsiasi grado e qualifica servizio nell’A.M.; – sono in regola con il pagamento della quota sociale dell’anno in corso e di quello precedente la votazione; – non hanno in corso un provvedimento disciplinare di cui al precedente art. 5; – hanno presentato, nei termini previsti, la
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L’Assemblea delibera sulla relazione del Presidente, sui rendiconti annuali preventivi e consuntivi e su qualsiasi argomento che interessa la vita di Sezione. L’Assemblea di Sezione può eleggere un Presidente di Sezione onorario. Art. 28
anziano per iscrizione all’Associazione. Nel caso di anticipata cessazione dalla carica di Presidente di Sezione, per qualsiasi motivo, il predetto Vice Presidente provvede ad indire, entro sessanta giorni, un’Assemblea straordinaria di Sezione per l’elezione del nuovo Presidente che, comunque, rimane in carica fino al completamento del mandato originario. L’assemblea straordinaria viene convocata solo nel caso in cui la cessazione anticipata del Presidente abbia luogo almeno sei mesi prima della naturale scadenza del mandato. Qualora la cessazione anticipata abbia luogo nel corso dei sei mesi che precedono la naturale scadenza del mandato, il Presidente viene sostituito dal Vice Presidente più anziano per iscrizione all’Associazione il quale assolverà, nei termini e modalità previsti dal presente Regolamento, tutte le previste operazioni per l’elezione sia del Consiglio direttivo che del Presidente. Art. 29 Il Consiglio direttivo di Sezione è composto: – dal Presidente di Sezione; – da due Vice Presidenti di Sezione e da cinque Consiglieri, per le Sezioni con un numero di soci non superiore a cento; – da due Vice Presidenti e da cinque Consiglieri, più un ulteriore Consigliere ogni cento soci o frazione superiore a cinquanta, oltre al primo centinaio. – dal Rappresentante dei soci aggregati, senza diritto di voto, o dal Consigliere scelto fra i Soci Aggregati, con diritto di voto, qualora eletto. Il numero complessivo dei Consiglieri, compresi i due Vice Presidenti, non può comunque essere superiore a undici più l’eventuale Consigliere rappresentante dei soci aggregati.
Il Presidente di Sezione: – è titolare della rappresentanza legale della propria Sezione; – presiede il Consiglio Direttivo della Sezione; – emana le direttive necessarie al raggiungimento delle finalità statutarie, in accordo a quanto approvato dal Consiglio Direttivo di Sezione; – nomina i Capi Nucleo, sentito il Consiglio Direttivo; – nomina il Tesoriere ed il Segretario della Sezione , sentito il Consiglio direttivo di Sezione; – presiede alle attività della Sezione; – compila i rendiconti annuali, preventivi e consuntivi, avvalendosi dell’opera del Tesoriere; – propone, con parere favorevole del Consiglio Direttivo di Sezione, la nomina di soci onorari e benemeriti. Nel caso di temporaneo impedimento, il Presidente della Sezione viene sostituito nelle sue funzioni dal Vice Presidente più
L’eventuale riduzione del numero dei soci non comporta la riduzione dei Consiglieri legittimamente eletti e solo al termine del mandato, in occasione delle nuove elezioni, il numero dei Consiglieri sarà adeguato all’effettivo numero dei soci. I membri del Consiglio direttivo durano in carica quattro anni e sono rieleggibili. Ad ogni rinnovo il Consiglio direttivo di Sezione provvede ad eleggere i due Vice Presidenti, scegliendoli tra i Consiglieri dei soci effettivi. Nel caso che un membro del consiglio direttivo cessi dalla carica, per qualsiasi motivo, prima della scadenza del suo mandato, per il rimanente periodo, subentra il socio che, fra i non eletti, abbia ottenuto nell’ultima elezione il maggior numero di voti. In caso di parità subentra il socio più anziano per iscrizione all’Associazione. Nel caso di dimissioni di più del 60% del
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Consiglio Direttivo, l’assemblea di Sezione sarà chiamata ad eleggere un nuovo Consiglio, per un mandato di quattro anni. Art. 30 Il Consiglio Direttivo di Sezione individua ed approva le linee programmatiche necessarie al raggiungimento delle finalità statutarie ed al perseguimento degli interessi della Sezione, in armonia con le deliberazioni dell’Assemblea dei soci. Esso determina, annualmente, l’entità della quota sociale Per la validità delle riunioni è necessaria la presenza di almeno la metà più uno dei suoi componenti Esso delibera a maggioranza dei partecipanti alla votazione. In caso di parità prevale il voto del Presidente. Il Presidente ed il Consiglio direttivo di Sezione svolgono, nell’ambito della sezione, le corrispondenti funzioni del Presidente nazionale e del Consiglio direttivo nazionale. Art. 31 La Sezione è l’unità fondamentale dell’Associa-zione e può essere costituita in ogni Comune italiano e anche all’estero, con le modalità stabilite nel regolamento. La Sezione deve essere intitolata ad uno o più Caduti o ad uno o più Decorati deceduti dell’Aeronautica Militare, i cui nomi vengono riportati sul Labaro di dotazione della Sezione medesima. La Sezione può essere costituita qualora raggiunga un numero pari a cento iscritti aventi i requisiti per essere soci effettivi e vi sia disponibilità di idoneo luogo di riunione e di mezzi organizzativi sufficienti. Il Consiglio direttivo nazionale può autorizzare la costituzione di Sezioni anche con un numero inferiore a cento soci effettivi, purché siano comprovati sufficienti mezzi organizzativi e motivi di ordine territoriale. Le Sezioni, già costituite legittimamente, il cui numero di soci effettivi si sia ridotto al di sotto delle cento unità, ma non sia inferiore a trenta, ancorché i soci stessi risiedano in Comuni diversi da quello sede della Sezione, continuano a sussistere. La Sezione deve essere declassata a Nucleo qualora il numero di soci totale, inclusi gli aggregati, sia inferiore a trenta. In tal caso la Sezione deve: – individuare la Sezione viciniore cui aggregarsi come Nucleo; – ottenere la dichiarazione scritta di disponibilità all’aggregazione da parte del Presidente di tale Sezione, che deve acquisire il parere favorevole del proprio Consiglio direttivo; – trasmettere la richiesta di declassamento e
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la dichiarazione di disponibilità della Sezione individuata alla propria Presidenza Regionale che dovrà provvedere a tutte le incombenze con la Presidenza nazionale al fine di: – rendere effettivo il declassamento; – fornire ogni utile indicazione alla Sezione declassata, al nuovo Nucleo ed alla Sezione aggregante per il corretto assolvimento di tutte le azioni da svolgere per la sostituzione o restituzione del labaro e per tutte le altre eventuali operazioni necessarie. La Sezione non può rivolgere ufficialmente istanze, richieste o proposte ad Organi ministeriali o Enti a livello nazionale senza la preventiva autorizzazione della Presidenza nazionale ma può contattare tali Enti/Organismi, a scopo organizzativo, per acquisire elementi utili ai fini di una efficace organizzazione di un’eventuale cerimonia o evento inserito/da inserire nel programma annuale. Può, altresì intraprendere autonomamente, per l’esplicazione dell’attività associativa, tutte le iniziative ritenute opportune con gli Enti a livello comunale, provinciale e regionale nonché con i Comandi di Regione Aerea. Le Sezioni, in quanto coordinate nella loro gestione dai Presidenti regionali, costituiscono l’organizzazione periferica funzionale attraverso la quale la Presidenza nazionale persegue gli scopi sanciti dallo Statuto. Le Sezioni, possedendo un patrimonio proprio, dispongono di una loro autonomia amministrativa e di gestione da svolgersi nei rigorosi limiti offerti dalle proprie disponibilità finanziarie e patrimoniali. In ogni Sezione devono essere nominati un Segretario e un Tesoriere, i cui compiti sono analoghi, con le limitazioni dovute alla competenza di Organo periferico, a quelli esercitati dal Segretario generale e dal Direttore amministrativo dell’Associazione. Le Sezioni hanno l’obbligo della tenuta dei libri di contabilità e dei libri verbali delle attività associative. Le Sezioni, qualora ne abbiano esigenza, a qualsiasi titolo, dovranno provvedere a dotarsi del Codice Fiscale in quanto non è loro consentito l’utilizzo di quello della Presidenza Nazionale. La procedura per la costituzione di una nuova Sezione è la seguente: – La richiesta di costituzione di una Sezione può essere avanzata alla Presidenza nazionale dal Segretario generale e, per il tramite della Presidenza regionale: – dal Presidente della Sezione territorialmente più vicina alla località ove dovrebbe aver sede la costituenda Sezione; – da un Consigliere nazionale; – da un Delegato regionale per la sola zona di sua giurisdizione; – da un gruppo di almeno dieci aspiranti soci effettivi residenti nel Comune designato come sede della nuova Sezione. Il Presidente nazionale esamina la richiesta di costituzione di una nuova Sezione ed autorizza la formazione, fra i primi aspiranti soci aderenti, di un Comitato promotore
composto da un Presidente, da un Vice Presidente, da un Segretario con mansioni anche di Tesoriere e da due Membri collaboratori. A cura del Segretario generale saranno inviati al Comitato promotore gli stampati e i moduli occorrenti per la raccolta delle adesioni dei soci. Il Comitato promotore procederà alla raccolta delle adesioni ed all’accertamento dell’esistenza delle condizioni statutarie per divenire socio dell’Associazione, nonché alla ricerca di un locale da adibire a sede sociale, con l’eventuale necessario aiuto, anche economico, della Presidenza nazionale. Dopo aver raccolto l’adesione di almeno cento aspiranti soci o di un numero inferiore, in caso di autorizzazione della Presidenza nazionale, il Comitato promotore indice una Assemblea degli aderenti, per deliberare sulla scelta del Caduto o del Decorato deceduto dell’Aeronautica Militare al cui nome intitolare la Sezione e il labaro sociale nonché sulla idoneità della sede sociale. Esauriti gli adempimenti di cui sopra, il Comitato promotore dovrà trasmettere alla Presidenza nazionale la seguente documentazione, dandone conoscenza al Presidente regionale: – copia del verbale della seduta degli aderenti; – un elenco nominativo degli aderenti quali soci, con l’indicazione del grado militare, ruolo, categoria e specialità di appartenenza, della posizione di stato militare di ciascuno (SPE, CPL, ausiliaria, riserva, riserva di complemento, ruolo d’onore, congedo assoluto), nonché dell’indirizzo e località di residenza; – copia della domanda di iscrizione a socio. Il Presidente nazionale, esaminata la documentazione di cui sopra, accertata l’esistenza dei requisiti prescritti, e sentito il parere del Consiglio direttivo nazionale, autorizza o meno la costituzione della Sezione. La decisione favorevole del Presidente nazionale viene comunicata al Presidente del Comitato promotore che: – entro 30 giorni dovrà provvedere al versamento alla Presidenza nazionale della parte di quote sociali ad essa dovuta ed a trasmettere la relativa ricevuta di versamento; – entro sessanta giorni, dovrà convocare l’Assemblea dei soci per l’elezione delle cariche sociali e l’inizio della normale attività associativa. Qualora il Comitato promotore entro un anno dalla sua costituzione: – non riesca ad ottenere l’adesione di cento soci, o di un numero inferiore qualora autorizzato dal Presidente nazionale; – non provveda al versamento, alla Presidenza nazionale, della parte di quote dovuta; – o nel caso in cui il Presidente nazionale non autorizzi la costituzione della Sezione, lo stesso Presidente nazionale dispone lo scioglimento del Comitato promotore, interessando, se del caso, il Presidente regionale perché assuma idonee iniziative tendenti ad associare con la Sezione viciniore, nella forma ritenuta più opportuna, coloro che avevano manifestato la volontà
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ASSOCIAZIONE ARMA AERONAUTICA di costituirsi in Sezione. Dalla Sezione possono dipendere dei Nuclei che rappresentano l’unità minima dell’organizzazione territoriale dell’Associazione. Un Nucleo può essere costituito con le modalità stabilite dal presente Regolamento attuativo in una località dove risiedano almeno trenta soci effettivi.
Il Capo Nucleo può essere autorizzato dal Presidente di Sezione a gestire parte dei proventi raccolti dal Nucleo rispondendone direttamente al Presidente di Sezione e con l’obbligo di fornire tutti gli elementi necessari per la tenuta dei libri di contabilità della Sezione stessa.
La sua costituzione è autorizzata dal Presidente nazionale.
Quando i Nuclei sono autorizzati a gestire parte dei proventi da essi raccolti, essi sono tenuti a versare alla Sezione da cui dipendono la parte di quota sociale destinata alla Presidenza nazionale.
Esso fa capo alla Sezione viciniore da cui trae origine.
Tale quota parte deve essere versata alla Presidenza nazionale a cura della Sezione.
Il Nucleo è parte integrante della Sezione e da essa dipende per tutte le attività.
I Nuclei possono essere elevati a Sezione, dal Presidente nazionale, qualora abbiano un numero sufficiente di soci effettivi ed idonei mezzi organizzativi.
La richiesta di costituzione di un Nucleo può essere promossa dal Presidente di Sezione, dal Consiglio di Sezione o da parte di un Gruppo promotore di almeno dieci residenti nella località sede del costituendo Nucleo. Sarà cura del Presidente di Sezione accertare che esista il numero dei soci, i mezzi organizzativi adeguati ed un luogo idoneo di riunione. Dopo tale accertamento, il Presidente di Sezione invierà alla Presidenza nazionale, dandone conoscenza al Presidente regionale, la seguente documentazione: Elenco nominativo dei soci, completo dell’indirizzo e località di residenza; Relazione del Presidente di Sezione sull’esistenza dei mezzi organizzativi adeguati e di un idoneo locale di riunione; Proposta del nominativo di un Caduto o di un Deceduto decorato dell’Aeronautica Militare cui intestare il Nucleo. Il Presidente nazionale esamina la proposta del Presidente di Sezione e, dopo avere sentito il parere del Consiglio direttivo nazionale, decide in via definitiva sulla costituzione del Nucleo. La decisione favorevole viene comunicata dal Presidente nazionale per conoscenza al Presidente regionale e per competenza al Presidente di Sezione proponente il quale darà disposizioni al nuovo Nucleo per l’inizio dell’attività sociale. Parimenti il Presidente nazionale comunicherà la motivata decisione negativa, perché il Presidente di Sezione ne prenda atto e colmi, ove possibile, le lacune riscontrate in sede di valutazione da parte del Presidente nazionale e del Consiglio direttivo nazionale. I Capi Nucleo sono nominati dal Presidente di Sezione, sentito il Consiglio direttivo.
Il Nucleo che raggiunga un numero di soci effettivi pari o superiore a cento e disponga di mezzi organizzativi e di locali idonei può essere elevato a Sezione su proposta del Presidente di Sezione o su richiesta del Capo Nucleo al Presidente di Sezione. Quest’ultimo è tenuto ad inoltrare la richiesta, corredata del proprio motivato parere, al Presidente nazionale, dandone conoscenza al Presidente regionale.
Le cariche elettive e sociali non sono retribuite e vengono conferite ed accettate sulla base di tale premessa. Le spese sostenute nell’espletamento delle attività inerenti l’Associazione vengono rimborsate secondo le modalità previste dal presente regolamento. Ogni Presidente regionale dispone di un fondo di dotazione, annualmente finanziato, da utilizzarsi secondo quanto stabilito al precedente articolo 20. Al Segretario generale ed al Direttore amministrativo saranno rimborsate le spese sostenute per i compiti inerenti all’Associazione. Per le attività sociali della Presidenza nazionale che comportino l’uso del mezzo aereo e/o del treno, del mezzo privato e del telefono privato ovvero la consumazione di pasti presso ristoranti ed il pernottamento presso strutture alberghiere è ammesso il rimborso. In tale evenienza è richiesta la preventiva autorizzazione della Presidenza Nazionale che, periodicamente, emanerà direttive per fissare limiti di spesa e di rimborso nonché per chiarire la documentazione probatoria che dovrà essere prodotta.
Il Presidente nazionale, accertata l’esistenza dei requisiti e sentito il Consiglio direttivo nazionale, decide in merito ed in via definitiva.
I rimborsi per le attività sociali svolte dai soci nell’ambito delle Sezioni, su disposizione del Presidente di Sezione o del suo sostituto, saranno rimborsate o meno secondo le norme stabilite dal Consiglio direttivo di ciascuna Sezione.
I Nuclei, già costituiti legittimamente, il cui numero di soci effettivi si sia ridotto al di sotto delle venticinque unità ma non sia inferiore a cinque, ancorché i soci stessi risiedano in Comuni diversi da quello sede del Nucleo, continuano a sussistere.
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Il nucleo deve essere sciolto nel caso in cui il numero totale dei soci, alla data dell’Assemblea di Sezione, si sia ridotto al di sotto delle cinque unità. In tal caso il Presidente della Sezione di cui il Nucleo da sciogliere fa parte, informerà il Presidente Regionale che dovrà provvedere a tutte le incombenze con la Presidenza nazionale al fine di: – rendere effettivo lo scioglimento; – fornire ogni utile indicazione alla Sezione di cui fa parte il Nucleo da sciogliere per il corretto assolvimento di tutte le azioni da svolgere per la restituzione del labaro e per tutte le altre eventuali operazioni necessarie.
TITOLO IV
Essi sono invitati dal Presidente di Sezione a partecipare alle riunioni del Consiglio direttivo di Sezione, senza diritto di voto.
Disposizioni Amministrative
I Nuclei non godono di autonomia amministrativa.
L’anno sociale ha inizio il 1° Gennaio e termina il 31 Dicembre.
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Art. 33
Art. 32
Le entrate dell’Associazione sono costituite: a) dalle quote di associazione; b) dalle eventuali donazioni, lasciti, elargizioni, oblazioni; c) dagli eventuali proventi delle manifestazioni promosse e/o attuate dall’Associazione; d) dalla rendita del fondo sociale; e) dagli eventuali contributi erogati da altri Enti pubblici e privati. Le quote associative dovute dalle Sezioni alla Presidenza nazionale devono essere trasmesse con tempestività e, comunque, entro tre mesi dalla data di pagamento da parte del socio. Art. 35 In relazione ai programmi delle attività della Sezione, il Consiglio direttivo di Sezione determina, annualmente, la quota sociale, comprensiva della quota nazionale, che il socio è tenuto a versare. Le entrate della Sezione sono costituite: – dalla quota sociale; – da eventuali oblazioni, elargizioni e contributi conferiti a qualsiasi titolo;
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– da eventuali proventi derivanti dalle attività e dalle manifestazioni promosse dalla Sezione; – dalla rendita del fondo della Sezione. Nel caso di scioglimento della Sezione, il Presidente della Sezione, sentito il Consiglio di Sezione, ovvero il Commissario straordinario, quando nominato, determinerà i criteri di destinazione dei beni residuali. I beni residuali sono costituiti dalla massa attiva accertata, a seguito della liquidazione del fondo comune, rimanendo a carico dei membri del Consiglio direttivo, quali Amministratori, la responsabilità verso terzi per obbligazioni assunte oltre le disponibilità offerte da tale fondo. Il fondo comune della Sezione è costituito da: – i contributi degli associati alle Sezioni stesse; – i contributi e le sovvenzioni comunque concesse sia dagli associati sia da terzi; – i corrispettivi delle prestazioni rese agli stessi soci nel quadro delle attività sociali e statutarie (dedotte le spese e gli oneri passivi) ed i beni acquistati con le attività medesime.
TITOLO V Modifiche allo Statuto-Regolamento Art. 36 Eventuali modifiche allo Statuto possono essere proposte dai Presidenti di Sezione, sentito il Consiglio Direttivo della Sezione di appartenenza. Dell’inoltro al Presidente nazionale di tali proposte deve essere data conoscenza al Presidente regionale. Il Presidente nazionale, sentito il Consiglio Direttivo nazionale, le sottopone all’Assemblea Generale dei soci per l’approvazione. Lo Statuto sociale può essere modificato dall’Assemblea Generale dei soci, con l’approvazione di almeno tre quarti della totalità dei voti rappresentati dagli intervenuti e semprechè tale aliquota rappresenti la maggioranza della totalità dei soci dell’Associazione aventi diritto a voto. Lo Statuto è sottoposto all’approvazione delle Autorità competenti. Art. 37 Eventuali modifiche al Regolamento di attuazione dello statuto possono essere proposte dai Presidenti di Sezione, a seguito di delibera del Consiglio direttivo della Sezione di appartenenza ed inviate al Presidente nazionale per il tramite dei rispettivi Presidenti
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regionali. Il Presidente nazionale sottopone tali modifiche al Consiglio direttivo nazionale per l’approvazione. Il Regolamento di attuazione dello Statuto può essere modificato dal Consiglio direttivo nazionale, con l’approvazione dei due terzi dell’intero Consiglio dei propri Membri. Le modifiche entrano immediatamente in vigore, ma dovranno essere ratificate alla prima Assemblea generale utile dei soci, con l’approvazione della maggioranza della totalità dei voti rappresentati dagli intervenuti.
TITOLO VI Varie Art. 38 In caso di carenza nel funzionamento di una Sezione o qualora la Sezione stessa non abbia la possibilità di provvedere alla propria riorganizzazione, ovvero per altre cause di particolare gravità, debitamente contestate alla Sezione stessa dal Presidente nazionale, quest’ultimo, sentito il Consiglio Direttivo nazionale ed il Presidente regionale, può nominare un Commissario straordinario, col compito di provvedere al riordinamento della Sezione e alla convocazione dell’Assemblea dei soci per la regolare elezione delle cariche sociali. Il Commissario straordinario può rimanere in carica per un periodo non superiore a sei mesi, durante i quali assume tutti i poteri del Consiglio direttivo di Sezione, per lo svolgimento dell’ordinaria attività della Sezione stessa. Qualora al termine di tale periodo permangano difficoltà per il regolare funzionamento della Sezione, il Presidente nazionale, su indicazione del Commissario, delibera: – la proroga di un ulteriore periodo non superiore a sei mesi della gestione commissariale; – lo scioglimento della Sezione.
Art. 39 Il Labaro sociale ed il distintivo sociale sono conformi agli allegati n. 1 e 2 al presente Regolamento vistati dalle Autorità dello Stato competenti. Art. 40 L’appartenenza all’Associazione viene comprovata dalla tessera sociale, rilasciata all’atto dell’iscrizione e convalidata annualmente secondo le norme del presente regolamento. La convalida della tessera sociale viene effettuata, annualmente, a cura della Sezione o del Nucleo cui il socio è iscritto. A seguito del pagamento della prescritta
quota sociale annuale, la Sezione consegnerà al socio, per l’apposizione sul retro della tessera sociale, il bollino predisposto dalla Presidenza nazionale, recante in cifre l’indicazione dell’anno solare cui si riferisce la convalida. Art. 41 La Presidenza nazionale, la Sezione ed i Nuclei intervengono alle cerimonie ufficiali con il Labaro sociale. I soci possono portare il distintivo dell’Associazione ed indossano l’uniforme sociale nelle manifestazioni e rappresentanze ufficiali nelle fogge previste dal presente Regolamento. La foggia dell’uniforme sociale nonchè tutte le norme relative al suo utilizzo sono contenute nella direttiva della Presidenza Nazionale “A.A.A.-01 Predisposizioni organizzative per gli eventi di vita rappresentativa della Associazione Arma Aeronautica.” Art. 42 In caso di scioglimento dell’Associazione, il patrimonio viene devoluto ad uno o più Enti di carattere aeronautico che perseguono fini di assistenza , precisati nella relativa deliberazione dell’Assemblea generale dei soci. Il patrimonio è costituito dalla massa attiva accertata. I consiglieri nazionali ed i membri del Collegio nazionale dei Revisori dei Conti hanno la responsabilità verso terzi per obbligazioni assunte oltre le disponibilità dell’Associazione.
TITOLO VII Norme transitorie Art. 43 Lo Statuto è entrato in vigore all’atto dell’approvazione del presente Regolamento e tutte le cariche conferite secondo le norme dello statuto approvato il 14 febbraio 2003 e secondo il suo Regolamento di attuazione si intendono confermate fino alla data della loro naturale scadenza. Il presente Regolamento è entrato in vigore il giorno 6 novembre 2009, data dell’approvazione dello Statuto da parte della Prefettura di Roma. Esso è stato approvato dall’ Assemblea generale Ordinaria dei Soci in data 13 giugno 2009 Eventuali dubbi interpretativi dello statuto e del presente regolamento saranno chiariti a cura del Consiglio direttivo nazionale. Per quanto non sia stato in essi espressamente previsto si fa rinvio alle vigenti leggi dello Stato.
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Il caccia di 6ª generazione: quali prospettive? L’F-35 non è ancora in linea e gli USA hanno già iniziato la ricerca e lo sviluppo di un nuovo caccia per il 2030. di Gaetano Battaglia
uasi tutte le forze aeree dei paesi sviluppati sono al momento alle prese con lo sviluppo di caccia di 5ª generazione e con la soluzione dei problemi che tale impresa comporta e sembra non abbiano in mente di pensare al futuro. Tutti gli addetti ai lavori seguono, ad esempio, le vicende riguardanti il programma F-35 (JSF) al quale partecipano numerose nazioni occidentali, inclusa l’Aeronautica Militare. L’esigenza di un nuovo velivolo da caccia non è sentita al momento, anche, sulla base della critica situazione. D’altra parte, se si prendesse in considerazione l’inizio di un tale studio nel momento in cui l’esigenza si presenti sarebbe troppo tardi perché dall’inizio dello studio all’impiego operativo di un nuovo velivolo occorrono circa 20 anni. Proprio per tale motivo negli Stati Uniti si sta già procedendo alla ricerca e sviluppo del caccia di 6ª generazione. Ciò è quanto il segretario dell’Air Force, Michael B. Donley, ed il capo di Stato Maggiore dell’USAF, gen. Norton A. Schwartz, hanno dichiarato, nell’aprile scorso, al quotidiano Washington Post.
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Studio Boeing denominato FA-XX
Tale dichiarazione ed il conseguente inizio dello studio traggono origine da analisi e valutazioni di esperti e delle industrie interessate che temono che gli USA possano perdere la leadership nel settore, in particolare nei riguardi di quelle nazioni, emergenti e non, che ormai hanno acquisito le tecnologie di 5ª generazione (tecnologia stealth con armamento interno, agilità estrema, avionica integrata, piena fusione dei sensori) e hanno iniziato lo studio del caccia della generazione successiva (ad esempio la Russia con il progetto PAK-FA (v. altro articolo a pag. 34), la Cina con lo J-XX, l’India con l’MCA, il Giappone con il Mitsubishi ATD-X. Il secondo motivo, legato al primo, nonché alla crisi economica e ai desideri delle lobby industriali, risiede nel fatto che mantenere la leadership mondiale nello sviluppo di nuove tecnologie ha, come conseguenza, quell’auspicabile recupero dei posti di lavoro perduti con la grave crisi dell’ultimo anno. In sostanza, mentre l’Europa affronta la crisi, ancora una
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volta, divisa, non conferendo il giusto peso alla ricerca quale motore di sviluppo e, quindi, di benessere, gli USA e gli altri principali attori mondiali puntano sulla consueta ricetta della ricerca scientifica quale atout per uscire dalla crisi finanziaria. Lo sviluppo e lo studio di un caccia denominato “di 6ª generazione” s’inquadra in tale ottica. Ma quali sono le nuove capacità che dovrà avere tale caccia rispetto a quelli di 5ª generazione, quali ad esempio l’F22, l’F-35? Il primo dilemma che deve essere risolto è quello del velivolo “manned” o “unmanned”, cioè con pilota a bordo o pilotato a distanza. Al momento non si riesce a concepire l’idea di un caccia multiruolo (perché tale e la caratteristica dei futuri caccia) senza pilota a bordo. In tale concezione c’è ovviamente tutta la “ritrosia” dei piloti che non possono accettare la loro uscita di scena, anche se, come molti sostengono, non si tratta di una scomparsa della categoria ma di una “riqualificazione” della professione che continuerà ad essere espletata in maniera diversa. D’altra parte la velocità con la quale la tecnologia si sviluppa fa immaginare che in futuro la quasi totalità dei velivoli, almeno di quelli “atmosferici”, potrà essere a pilotaggio remoto. Tra queste due visioni, tuttavia, una terza per un caccia che potrà essere sia con pilota a bordo che con pilota a distanza, a seconda del tipo di missione da svolgere. Non c’è dubbio che la versione pilotata a distanza affascina una parte degli addetti ai lavori per i minori costi di costruzione e di gestione. Addirittura essi prevedono si possa costruire un caccia-robot completamente autonomo. Sarà vero? Forse. Non c’è dubbio che il velivolo pilotato a distanza elimina le limitazioni di manovra dovute ai limiti fisici del pilota. Tra le altre, innovative caratteristiche, il caccia di 6ª generazione molto probabilmente sarà costruito con materiali e tecnologie elettroniche tali da costituire un grande sensore integrato, eliminando così l’esigenza di un radar posto sulla parte anteriore del velivolo. Sarà in grado di effettuare anche attacchi “cybernetici” ed equipaggiato con armamenti ad energia diretta – laser e onde magnetiche ad alto poten-
Studio cinese J-142
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ziale – e con munizionamento “ad effetto programmato”, cioè in grado, a seconda dei risultati che si vogliono conseguire, di rendere non-operativo, di danneggiare o di distruggere completamente l’obiettivo. Il futuro caccia dovrà essere ancora più “invisibile” dei precedenti - attraverso dei sensori, inseriti in tutta la sua superficie, in grado di rendere il colore della parte inferiore uguale a quello del cielo sovrastante e quello della parte superiore uguale a quello del terreno che si sta sorvolando F-22
L’UCAV X45c
- e sarà in grado di modificare la sua forma in volo, a seconda delle esigenze, attraverso l’utilizzo esteso di “smart structures”, particolari strutture che, per mezzo di fibre ottiche direttamente “immerse” nella superficie del velivolo, sono in grado di modificarne la forma a seconda della manovra che si vuole effettuare. L’utilizzo di tali sensori e della micro elettronica consentirà, tra l’altro, di posizionare tali sensori in parti del velivolo prima “vietate” a causa delle alte temperature che si potevano raggiungere, e di eliminare centinaia di metri se non chilometri di cavi elettrici. Le fibre ottiche, inoltre, renderanno il caccia meno vulnerabile al jamming. Tutti i sensori del velivolo saranno integrati e non solo forniranno un’immagine completa di quanto avviene attorno al velivolo ma saranno dotati di capacità di “apprendimento” tali da poter indicare al pilota quale sia l’azione migliore da perseguire, ad esempio se rendere l’obiettivo temporaneamente non operativo, se danneggiarlo o se distruggerlo. Da notare, in particolare, che l’utilizzo di armamento ad energia diretta renderà meno importante la manovrabilità del velivolo. Infatti, di fronte ad armi che operano alla velocità della luce non esiste manovra evasiva efficace. Un’altra caratteristica che dovrà avere il futuro caccia è quella della velocità che dovrà essere di cinque/sei volte quella del suono. Ciò, al momento, appare alquanto difficile in quanto lo sviluppo di motori con tali capacità implica
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la ricerca e sviluppo di nuovi materiali in grado di operare, con tutto il loro equipaggiamento di sensori, ad alte temperature. Peraltro, il velivolo ipersonico potrebbe rendere necessario l’utilizzo di due diversi motori, uno per portare il velivolo dal livello del mare ad alta quota e l’altro, quello ipersonico, per fargli raggiungere la velocità operativa. Per tale capacità, quindi, è probabile si debba attendere oltre. In conclusione, le caratteristiche che un tale velivolo dovrebbe avere e le sue prestazioni fanno pensare alla fantascienza. Ma gli enormi progressi tecnologici ai quali ci siamo abituati negli ultimi decenni rendono tali obiettivi perfettamente raggiungibili. Il dubbio è soltanto legato ai tempi di realizzazione. Infatti, secondo gli esperti il caccia di 6ª generazione dovrebbe essere operativo nel 2030. Si ritiene difficile un tale progresso tecnologico nell’arco dei prossimi 10/15 anni, specie per quanto concerne la ricerca e sviluppo di nuovi materiali per i motori. L’aspetto più importante, tuttavia, non è quello del raggiungimento di un tale obiettivo entro i tempi prefissati ma quello del continuo investimento nella ricerca di nuove tecnologie, motore principale dello sviluppo socio-economico. A tale riguardo, mentre gli USA, la Russia e le nuove potenze emergenti sembra vogliono investire e competere nel settore tecnologico, l’Europa continua a perdere terreno, incapace di giungere ad adeguate soluzioni comuni che consentano almeno di colmare il gap tecnologico che separa le due sponde dell’Atlantico. Gli europei hanno le capacità e le risorse finanziarie per farlo ma manca la necessaria unità politica e una convergenza d’intenti.
“Concept” del caccia di 6a generazione
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VARIE Nel riordinare l’archivio della sezione AAA di Ghedi è stato ritrovato un documento, di provenienza sconosciuta, riguardante uno degli eroi della prima guerra mondiale: il tenente aviatore Luigi Olivari, valoroso pilota al quale è stato intitolato l’aeroporto militare di Ghedi, attuale sede del 6° Stormo. Ritenendo il documento di considerevole valore storico, la sezione indicata lo ha trasmesso per la pubblicazione sul nostro periodico sociale «a testimonianza di un’epoca gloriosa che tanto lustro ha dato alla nostra arma».
Luigi Olivari, “asso” della prima guerra mondiale «Luigi Olivari nacque a La Spezia il 29 Dicembre 1891, da Tommaso e da Maria Ferrando. Conseguito il brevetto di pilota d’aeroplano in data 1-9-1915, con il grado di Aspirante fu assegnato alla 1ª Squadriglia Aeroplani (Nieuport). Inviato in zona di operazioni, alla 70ª Squadriglia Caccia di stanza nel campo di S. Caterina, nel Gennaio 1916, insieme con il Ten. Bosio, iniziò i voli di guerra. Il Ten. Baracca appena giunti al campo scrisse di loro: «Scavezzacolli impazienti di rompere il ghiaccio della morta stagione, tratteggiano grandi disegni bellicosi». Dopo poco, alla Squadriglia venne assegnato un velivolo più moderno, il “Nieuport” di 13 metri chiamato anche “Bebè”. Il Ten. Baracca anima la volontà di Olivari che è il più giovane. Negli ultimi giorni di Marzo 1916 l’Aspirante Olivari ha il battesimo del fuoco. Attacca un velivolo nemico presso Medea, ma la mitragliatrice s’inceppa. Nell’Aprile dello stesso anno si ha l’entrata in campagna dell’aviazione da caccia Italiana. Il nemico tenta di bombardare dall’aria i centri di raccolta, i nodi di smistamento, le stazioni ferroviarie, ma sarà contrastato dalla caccia Italiana. All’alba del 7 aprile, alle ore 4, suona l’allarme a Udine. Le batterie antiaeree entrano subito in azione unitamente ai riflettori che rovistano il cielo. Lo strepito dei motori della squadriglia nemica s’ingrandisce sempre più, mentre la 70ª squadriglia Italiana scivola sul prato e prende il volo per contrastare l’offesa della formazione avversaria. Nello scontro che ne segue, il Ten. Baracca conquista la sua prima vittoria aerea abbattendo un velivolo ne-
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mico su Medea, mentre Olivari in cooperazione con il Ten. Tacchini ed il S.Ten. Bolognesi abbatte sul cielo di Villesse a 2500 metri un altro apparecchio austriaco. Il 23 Agosto dello stesso anno, Olivari con Baracca e Fulco Ruffo di Calabria abbatte un ricognitore tedesco presso Ranziano. In un successivo scontro aereo gli stessi piloti abbattono un altro velivolo nemico. Dopo un periodo di forzata inattività per la 70ª squadriglia, finalmente il 26 Aprile 1917 segnerà la ripresa. In quel giorno s’alzano in volo Baracca, Olivari, che è stato promosso S.Tenente, ed il Sergente Gorini. L’Olivari è in testa alla pattuglia ed, avvistato un ricognitore austriaco, gli va sopra a pochi metri e dirige il fuoco della mitragliatrice sulla carlinga. Dopo tre colpi però l’arma gli s’inceppa ed è costretto a rientrare al campo. Sarà il Ten. Baracca ad abbattere l’apparecchio segnando al suo attivo 8 apparecchi nemici abbattuti. Fra Aprile e Maggio 1917, dal nucleo della 70ª si costituisce la 91ª Squadriglia a disposizione del Comando Supremo. E’ ordinata su tre sezioni. Della prima fanno parte Baracca, Ruffo di Calabria e Caselli; della seconda Ranza, Olivari e Gorini. La 91ª è al Comando del Capitano Tacchini, più anziano. Un nuovo velivolo, lo “SPAD” è assegnato alla squadriglia, che con tali apparecchi esordisce nelle giornate dell’offensiva del Maggio 1917. L’aviazione è impegnata in tutte le fasi della battaglia, e la sua azione è decisiva in certi momenti. Essa riafferma tempre eccezionali di piloti. La 91ª Squadriglia vive ed opera nella grande battaglia attaccando aeropla-
ni nemici e scortando i “Caproni” da bombardamento sulle linee avversarie. I nomi di Piccio, Ruffo, Olivari, Baracchini, Olivi, Ranza, Baracca, ed altri ancora senza distinzione di merito e di grado sono legati a quelle epiche giornate. Ai primi di Giugno della stesso anno, Baracca, promosso Capitano, prende il Comando della 91ª e si trasferisce con la squadriglia sul campo di Istrana in servizio di sorveglianza sul cielo dell’altopiano di Asiago. Il S. Ten. Olivari, spintosi fin sulle linee di Monte Santo abbatte un “Albatros” austriaco. Per il valore dimostrato dai suoi piloti la 91ª viene chiamata “ La Squadriglia degli Assi”. Ritornata sul campo di Santa Caterina, i suoi piloti, Baracca, Ruffo, Olivari, Ranza e Piccio, volano ore ed ore in cerca del nemico e quando lo trovano lo annientano. Alla fine di Settembre del 1917 nella “Squadriglia degli Assi” il bilancio della vittorie aeree conta: per Baracca 19 apparecchi abbattuti, per Olivari 12, per Piccio 12, e un numero minore da parte degli altri piloti della squadriglia. E’ tanta la gloria della 91ª che Gabriele D’Annunzio la designa per la scorta ai suoi apparecchi da bombardamento che voleranno su Vienna. L’impresa sarà però rinviata ad epoca migliore. Il S. Ten. Olivari sin dai primi voli di guerra di dimostrò in possesso d’un coraggio indomito, d’uno sprezzo supremo d’ogni qualsiasi pericolo, d’uno spirito di aggressività così elevato, da costituire non solo un esempio mirabile ed un alto incitamento per tutti gli aviatori, ma l’ammirazione ed il timore dello stesso nemico. Andò spesso da solo alla ricerca di aeroplani nemici entro le loro linee, offertagli possibilità di scontro, lo accettò sempre e dovunque. Decorato di tre medaglie d’argento e tre di bronzo al V.M. trasse dall’intimo orgoglio per le ricompense ricevute sempre nuovo incitamento a meglio operare, sfruttando le sue belle energie di pilota da caccia per il massimo rendimento delle azioni. Dopo l’ultima ricompensa ottenuta, effettuò ancora numerosi voli distinguendosi in altri sei brillanti combattimenti contro apparecchi nemici potenti e bene armati. Ma la morte era in agguato ed il 13 Ottobre 1917, ritornato dalla Francia, impaziente di riprendere i voli, nella manovra di decollo cadeva all’improvviso con il proprio velivolo uccidendosi. Era il primo morto della 91ª Squadri-
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VARIE glia e lo stesso Baracca così scrisse alla madre: «Siamo tutti rimasti desolatissimi per la perdita del bravo Olivari. La tristezza rimarrà ancora molto tempo fra noi». Così, in una luce di gloria e di eroismo, l’anima ardita del Ten. Olivari raggiungeva in cielo il regno degli eroi.
Motivazioni delle ricompense al V.M. ed encomio del Comando Supremo conferite all’aviatore Luigi Olivari. Medaglia di Bronzo, conferitagli sul campo e sanzionata con D,L, 18 Maggio 1916. Soldato Battaglione squadriglie aviatori: “Nell’occasione di un’incursione aerea nemica, pilotando un aeroplano da caccia, arditamente affrontava un velivolo nemico, e, dando prova di grande perizia aviatoria, efficacemente concorreva, con altri aeroplani, all’abbattimento di quello nemico, i cui aviatori furono catturati. - Cielo di Cortello (Udine), 7 Aprile 1916”. Medaglia d’Argento, D.L. 15 Marzo 1917. Aspirante ufficiale di complemento del Genio, Battaglione squadriglie aviatori: “Pilota aviatore addetto ad una squadriglia di aeroplani da caccia, con sereno sprezzo di ogni pericolo e grande sangue freddo, dando prova di molta perizia aviatoria, affrontava arditamente potenti aeroplani nemici, riuscendo col fuoco della propria mitragliatrice a determinare la precipitosa caduta di uno di essi in territorio avversario presso il campo di aviazione di Aissovizza e concorrendo molto efficacemente all’abbattimento di un altro velivolo avversario in territorio nazionale a Creda presso Caporetto. - Cielo di Medea, 25 Agosto 1916; Cielo di Caporetto, 16 Settembre 1916”. Medaglia di Bronzo, D.L. 10 Giugno 1917 Aspirante ufficiale di complemento, Gruppo squadriglie aviazione di artiglieria: “Informato con altri aviatori, che un aeroplano nemico volteggiava con insistenza sopra Monte Stol e Monte Stariski per regolare il tiro delle proprie batterie, montato su un aeroplano da caccia, arditamente assaliva l’apparecchio avversario, che strenuamente si difese con una mitragliatrice e con un fucile a tiro rapido e,
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dopo una brillante e pericolosa lotta, concorreva ad abbatterlo rimanendone ucciso l’ufficiale osservatore e ferito mortalmente il pilota. - Monte Stariski, 16 Settembre 1916”. Medaglia d’Argento, conferitagli sul campo e sanzionata con D.L. 30 Novembre 1917. Sottotenente di complemento del Genio, Corpo aeronautico militare: “Pilota aviatore addetto ad una Squadriglia da caccia, con sereno sprezzo del pericolo dava prova di grande perizia, affrontando arditamente, da solo, due potenti velivoli nemici, riuscendo a fugarne uno e a determinare la precipitosa discesa e la cattura dell’altro, dopo brillante ed accanito combattimento. – Cielo di Monfalcone, 18 Marzo 1917”. Medaglia d’Argento, conferitagli sul campo e sanzionata con D.L. 7 Febbraio 1918. Sottotenente, Battaglione squadriglia aviatori: “Pilota aviatore addetto ad una squadriglia da caccia, dando prova di rara perizia e sangue freddo, affrontava decisamente ed abbatteva un velivolo nemico. - Selo, 18 Maggio 1917.- Col tiro aggiustato della sua mitragliatrice faceva precipitare nell’acqua un idrovolante nemico. – Grado, 24 Maggio 1917”. Medaglia di Bronzo, R.D. 1° febbraio 1920. Sottotenente, Corpo aeronautico militare: “Pilota aviatore da caccia, dava in ogni volo belle prove di perizia e di valore, dopo aver abbattuto 12 aeroplani nemici ed aver sostenuto numerosi combattimenti, in seguito ad incidente aviatorio immolava alla Patria la sua giovane esistenza. - Santa Caterina, 13 Ottobre 1917”. R. Esercito Italiano – Comando Supremo – Ufficio Servizi Aeronautici «A tutto il personale aeronautico. Una delle più poderose e valorose ali del nostro cielo si è ripiegata per sempre, recisa nei suoi tendini vitali. L’anima ardita di LUIGI OLIVARI ha abbandonato il suo corpo inerte sul campo incolto testimone della sua magnifica attività, ed è trasmigrata nelle regioni celesti testimoni delle sue vittorie. Noi abbiamo raccolto questo corpo con devozione di padri e di fratelli, l’abbiamo ricomposto con affetto, l’abbiamo circondato di fiori, e con fede di credenti lo abbiamo accompagnato nel sacro recinto all’eterno riposo, tra il compianto di tutti i colleghi soldati dell’aria.
LUIGI OLIVARI fu una meteora nell’azzurro della nostra vita di guerra. Se però la meteora sparisce lasciando solo traccia nel ricordo della sua scia luminosa, LUIGI OLIVARI lascia ben altra traccia, ben altri ricordi di sé. Sono sempre vive nelle nostre anime le sensazioni, le emozioni sentite quando il nostro occhio seguiva commosso, ammirante le superbe evoluzioni di questo falco umano; il nostro cuore, scosso, angosciosamente vibrante di fronte all’inatteso insospettato fato, conserverà eterna la visione di questo eletto che viveva ed operava nell’alta atmosfera come nel suo naturale elemento. Dire delle virtù militari di LUIGI OLIVARI è superflua cosa: son note a tutti. Egli non era più un gregario all’opera, ma per noi, suoi colleghi, era un duce, era un simbolo di arditezza, di valore, di disciplina, di eroismo, così come per il nemico era un temuto formidabile esecutore di vendetta italiana. Oggi, la necessità ed i doveri della guerra ci sospingono e non permettono di attardarci presso i nostri affetti; ma domani, quando la immane tragedia che si svolge sarà storia del passato, coloro tra noi che saranno ancora, ritorneranno tra le tombe dei nostri caduti per raccoglierne i nomi ed i resti e ricomporli in un altare di fede e di riconoscenza, che sarà sacro ai futuri soldati dell’aria. E ciascuno di questi pellegrini alle sacre tombe porterà un blocco di granito alpino ed un pensiero affettuoso, per erigere alla memoria di coloro che s’immolarono per la nuova Italia, un tempio e un monumento, materiale e spirituale, di roccia e di gloria. E questo altare di riconoscenza e di fede dovrà sorgere sulle terre redente, sotto il cielo percorso, ripercorso, combattuto e conquistato da essi, e dovrà essere vivente ricordo per tutti noi, ma più ancora dovrà essere monito angoscioso per l’eterno nemico di oltre confine. Alla salma di LUIGI OLIVARI, diciamo oggi non addio, ma arrivederci; e la sua anima si libri pure fidente e serena nell’azzurro aere della Patria nostra perché è anche e molta opera Sua, se più non penetra la croce nera dove solo la croce bianca impera. F.to Il Maggiore Generale Capo Servizi Aeronautici, A. Maggiorotti». Nota della redazione: Le vittorie reclamate da Olivari sono state 19, ma gliene furono ufficialmente riconosciute 12 ponendolo al 7° posto nella graduatoria degli “assi” della 1ª Guerra mondiale. L’aereo sul quale perse la vita era uno Spad VII.
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VARIE Pur avendo già pubblicato su Aeronautica n. 2/1996 un articolo dello stesso autore e dallo stesso titolo, ne riproponiamo ai lettori - in considerazione del fatto che il personaggio cui si riferisce riveste un particolare interesse storico - una nuova formulazione più ampia della precedente, ricordando altresì che a pag. 43 di Aeronautica n. 2/2007 è anche apparsa la recensione del libro, edito da LoGisma, di Silvio Ficini dal titolo ”Luigi Falchi, pioniere del bombardamento aereo”.
Luigi Falchi, il primo medico-pilota di Fausto Pettinelli Montopoli Valdarno, amenissimo paese delle colline pisane, vanta un primato poco o punto conosciuto, quello di aver dato i natali al primo medico-pilota entrato nella storia dell’Aeronautica italiana. Non solo, ma di Montopoli è anche il primo cane aviatore, perché Luigi Falchi, il medico che agli albori del secolo scorso si avventurò nei cieli con gli aeroplani di tela e compensato, portò sempre con sé Derby, una bastardina intelligente e coraggiosa, regalo del conte Enrico De Larderel, suo amico. Come il padre, Luigi Falchi avrebbe dovuto fare l’archeologo, invece scelse la via opposta e anziché scavare e scendere nelle viscere della terra salì sempre più in alto con i traballanti velivoli che animavano lo scapigliato scenario della belle époque ormai al tramonto. Appena laureato esercitò la professione di medico, ma non digerì mai il sonnolento ménage della vita di provincia e allora decise di intraprendere la carriera militare come ufficiale medico in Cavalleria, prima nel Reggimento Lancieri di Aosta e poi in quello di Montebello. Nel 1905 fu nominato ufficiale medico effettivo. L’aviazione sta vivendo la mitica stagione pionieristica che avrebbe fatto passare alla storia nomi celeberrimi come i fratelli Wright, Mario Calderara primo pilota italiano, eppoi Cagno, Ruggerone, Cattaneo, Blériot, Ginocchio. Ginocchio fu l’istruttore di Falchi il quale si innamorò del “più leggero dell’aria” una domenica di settembre del 1909 ad una manifestazione a Brescia. C’era anche Gabriele D’Annunzio che dopo un breve frullo, disse “è una cosa divina, provo ancora adesso una beatitudine come di godimento fisico”.
Due anni dopo, il 15 agosto 1911, Falchi prende il brevetto di pilota su un monomotore Blériot-Anzani e da allora per il medico aviatore montopolese inizia una vita intensa, avventurosa, costellata di rischi, incontri, invenzioni, liti, onori e gelosie. Come medico studia e realizza indumenti adatti al volo, comportamenti di volo, tecnica di soccorso, progetta perfino calzature di carta per evitare i congelamenti da lui sofferti durante la “grande guerra”. E’ il precursore di una nuova scienza, la medicina aeronautica e così incontra Guglielmo Marconi, il duca d’Aosta, Ruffo di Calabria, il futuro asso dell’Aeronautica, del quale diventa istruttore. Deve però combattere un potente e pericoloso nemico che non sono gli austriaci, bensì la burocrazia. E lui fa sempre tutto di testa sua, incassando rimproveri e punizioni da parte dei vari Comandi, ma è un uomo eccezionale, un genio coraggiosissimo e bisogna che lo prendano così com’è. Durante la campagna di Libia “La Nazione” del 10 marzo 1912 gli dedica un trafiletto nel quale, tra l’altro, è scritto: “Il coraggioso giovane Falchi essendosi innalzato col suo aeroplano in ricognizione si trovò a lottare per un’ora colle insidie del tempo sopra il campo nemico di Gargaresch. Il Ten. Falchi dette prova di valente aviatore e di impavido soldato”. Da tutta Italia gli arrivano lettere di elogio e il sindaco di Montopoli, Guicciardini, gli manda questo roboante indirizzo di saluto. “Noi tutti siamo contenti che Montopoli non è orfano e c’è un eroe che non apprezza la vita per la Patria”. Il medico-pilota è ormai famoso nel mondo dell’Aeronautica appena nata. A Pisa fa amicizia con i fratelli Antoni costruttori di aerei. Ugo Antoni nel 1912 compie lo storico volo Bastia-Pisa e il Re, in vacanza a San Rossore, lo decora con la medaglia d’oro. Nel 1996, nel 73° anniversario della costituzione dell’Aeronautica Militare, la figlia di Ugo, Milena Albizi Antoni, dona le medaglie del celebre padre al Comando della 46ª Brigata Aerea di Pisa. Nel 1915, alla vigilia del conflitto, gli viene affidato il comando del campo di volo di Coltano, sede di una scuola di pilotaggio e due anni dopo in piena guerra, sul campo di Aviano, davanti al fior fiore di piloti come Baracca, Locatelli e Cagno, il maresciallo Cadorna, capo di Stato Maggiore Generale, decora il maggiore Falchi con la medaglia Falchi, al centro, con alcuni ufficiali aviatori
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d’argento al valor militare. Alle decorazioni italiane si aggiungono presto anche quelle degli Stati alleati dell’Italia. Addirittura la Francia gli conferisce la Legion d’Onore e il suo carisma come medico-scienziato e audacissimo aviatore cresce a dismisura. La resa degli eserciti austro-ungarici lo coglie negli Stati Uniti, inviato dal gen. Douhet a capo della Missione Aeronautica Italiana per la divulgazione del valore non solo dei piloti, ma anche dei velivoli italiani e fa affari d’oro per conto dell’industria nazionale a quell’epoca fra le più prestigiose. In Canada conosce Marguerite Claire Stephens, bellissima e ricca nobildonna che sposa a Parigi nel 1919, ma è un’unione infelice che dura poco per via del carattere di lui, sempre in cerca di avventure. Da Montréal Falchi inizia un’intensa campagna di stampa per promuovere la realizzazione dei “Parchi della Rimembranza”, un’altra delle sue numerose iniziative che ha subito un grande successo in Italia e non solo. Rientrato in patria, col grado di colonnello assume il comando del 7° Stormo da bombardamento notturno con base a Lonate Pozzolo e intanto il Fascismo gli mette gli occhi addosso. Un uomo come lui è ambitissimo dal regime. In un primo tempo aderisce agli inviti, risponde ai richiami, ma poi resta deluso dalla politica verticistica e totalitaria e, come già gli capitò durante la guerra 15-18, entra in rotta di collisione con gli alti gerarchi, con le stanze dei bottoni. Allora lascia l’Italia ritirandosi a Parigi in esilio volontario. Quando il 10 giugno 1940 l’Italia dichiara guerra alla Francia e all’Inghilterra, il medico-pilota soffre una crisi profonda. Si trova a Montecarlo dove conduce una brillante vita mondana fatta di feste, gioco e belle donne, ma è triste. E’ presidente dell’UNUCI del Principato di Monaco, non un semplice incarico onorifico come potrebbe sembrare, visto che si occupa con altri quaranta ufficiali di delicate mansioni diplomatiche e promuove iniziative
per rappresentare al meglio l’Italia all’estero. I francesi lo arrestano. Ha sessant’anni ed è malato quando è internato in un campo di concentramento a Bezieres dove i prigionieri dormono all’addiaccio e mangiano erba e bucce di patate. Viene ricoverato in condizioni disperate nell’ospedale di quella città e qui è raggiunto in modo avventuroso da una giovane e piacente infermiera conosciuta durante una degenza nell’ospedale di Monaco. E’ Gilbert, crocerossina francese, che sposa in “articulo mortis”. Il matrimonio gli giova e, come per un miracolo, Falchi guarisce. La moglie lo seguirà amorevolmente per tutto il resto della vita. Con l’armistizio fra l’Italia e la Francia Luigi Falchi riacquista la libertà e riprende a lavorare nel Consolato di Monaco. Caduto il Fascismo, dopo l’8 settembre 1943 si mette a disposizione del Re e del governo Badoglio e da clandestino con la moglie, torna a Montopoli, ma trova la sua villa occupata da un Comando di “SS”. Perfetto conoscitore di lingue estere il colonnello si presenta senza indugi al comandante tedesco per salvare un gruppo di giovani montopolesi dalla deportazione in Germania e ne ottiene l’immediata liberazione. Quando il 18 luglio 1944 i fanti americani della V Armata entrano in Montopoli, collabora con i Comandi Alleati come interprete e disegna mappe delle strade, delle zone minate e delle postazioni di artiglieria tedesche dissimulate lungo l’Arno. Negli anni Cinquanta, ormai vecchio, soggiorna a Montopoli e a Firenze scrivendo articoli giornalistici e saggi di storia. In uno di questi, l’ultimo, dimostra che prima di Cristoforo Colombo, una parte dell’America era già conosciuta agli europei. La chiamarono Terra del Baccalà. Nota della redazione: Luigi Falchi morì nel 1964.
Ha volato il prototipo del caccia Sukhoi PAK FA
Anche i “Red Bull” alla corsa aerea di New York
Il 29 gennaio il prototipo del caccia russo di quinta generazione Sukhoi PAK FA ha compiuto il suo primo volo di poco meno di un’ora a Komsomolsk-na-Amur. L’aereo, prodotto in collaborazione con l’India e il cui programma ne prevede l’entrata in linea a partire dal 2015, intende conseguire caratteristiche e prestazioni simili a quelle del Lockheed Martin F-22 Raptor statunitense (v. pag. 21 di Aeronautica n. 10/2008) entrato in servizio nel 1997. Del Sukhoi PAK FA si tratta anche nell’articolo sui caccia di 6ª generazione pubblicato a pag. 29.
Uno degli aerei del team “Red Bull” sarà tra i 15 che prenderanno parte alla avvincente corsa aerea che si svolgerà a New York il 19 e 20 giugno prossimi su un circuito il cui tracciato, a quanto si è appreso finora, dovrebbe svolgersi nella parte bassa di Manhattan per consentire la massima possibilità di osservazione della gara da parte degli spettatori dalle due sponde dell’Hudson.
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LEGISLAZIONE, PENSIONISTICA E TRATTAMENTI ECONOMICI Cumulo delle pensioni ai superstiti (reversibilità/indirette) con i redditi del beneficiario (art.1, comma 41, legge 335/95 - tabella F). Aggiornamento fasce di reddito anno 2010. Come noto le pensioni di reversibilità o indirette sono assegnate al coniuge superstite nella misura del 60% del trattamento che sarebbe spettato all’assicurato. Qualora con il coniuge (60%) concorrano anche i figli (minori, inabili o studenti, anche universitari - per la durata del corso legale di laurea -) a ciascuno di essi compete una quota del 20%. In ogni caso la somma delle quote non può superare il 100% della pensione che sarebbe spettata al lavoratore. I trattamenti pensionistici così determinati, come stabilito dalla norma in titolo, sono cumulabili con i redditi del beneficiario nelle percentuali corrispondenti alla fasce di reddito qui sotto indicate aggiornate alla misura annuale della pensione minimo INPS stabilita per l’anno 2010 (€ 5992,61 - vedi Aeronautica n. 1/2010). Reddito del beneficiario (1) (importo annuale) Fino a da da da
17.977,83 (3 volte minimo INPS) 17.997,84 a 23.970,44 (4 volte min. INPS) 23.970,45 a 29.963,05 (5 volte min. INPS) 29.963,06 in poi
Cumulabilità della pensione
100% 75% (2) 60% (2) 50% (2)
(1) Sono esclusi i seguenti redditi: trattamenti di fine rapporto (TFR, TFS o anticipazioni), reddito abitazione principale, competenze arretrate sottoposte a tassazione separata, importi della pensione ai superstiti sulla quale dovrebbe essere effettuata l’eventuale riduzione o altre pensioni ai superstiti. (2) La riduzione della pensione non opera se sono contitolari i figli minori, inabili, studenti per la durata del corso legale di laurea.
IRPEF sul decimo della pensione privilegiata ordinaria. Punto di situazione. L’art. 34, comma 1, del DPR n. 601/1973, ha stabilito che le pensioni di guerra sono esenti dall’imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF). La Corte costituzionale, con sentenza n. 387 del 4 novembre 1989, ha riconosciuto la natura “risarcitoria” e non “reddituale” delle pensioni privilegiate ordinarie tabellari corrisposte ai militari in servizio di leva a seguito di menomazioni riportate a causa del servizio prestato, dichiarando illegittima la norma predetta nella parte in cui non estende alle pensioni medesime l’esenzione dall’IRPEF. In precedenza la stessa Corte è stata investita della questione di legittimità costituzionale della stessa norma per violazione dell’art. 3 della Costituzione in relazione alla equiparazione, ai fini fiscali, delle pensioni privilegiate ordinarie (aumento del decimo - art. 67, DPR 1092/1973) a quelle di guerra e, con sentenza n. 151 del luglio 1981, ha dichiarato non fondata la questione confermando la natura reddituale delle pensioni privilegiate ordinarie che pertanto restano soggette ad imposizione fiscale. Recentemente, sull’argomento è intervenuta anche la Corte di cassazione la quale, con sentenza n. 18852/2009, accogliendo un ricorso dell’Agenzia delle entrate, ha stabilito che “non spetta al pensionato contribuente il rimborso dell’IRPEF trattenuta alla fonte dall’Ente erogatore sulla corresponsione del decimo sulla pensione privilegiata ordinaria”, confermando quindi la natura reddituale del decimo. In relazione alle disposizioni predette l’Agenzia delle entrate, con circolare n. 16 del 12 ottobre 1989, e successivamente, con circolare n. 104 del 19 maggio 2000, con risoluzioni n. 143 del 20 luglio 1996 e n. 348/2002, ha chiarito che le pensioni privilegiate tabellari e quelle di guerra avendo natura risarcitoria sono esenti dall’imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF), mentre le pensioni privilegiate ordinarie (aumento del decimo) hanno natura reddituale e pertanto soggette a tassazione. Rispetto al quadro normativo predetto diverse sentenze emesse dalle Commissioni tributarie regionali e provinciali, al contrario, hanno asserito il principio in base al quale il ”decimo” della pensione privilegiata ordinaria non è assoggettabile all’IRPEF in quanto costituisce un’integrazione patrimoniale (c.d. danno emergente) e non un reddito di cui all’art.1- legge 597/1973 equiparandole, per quanto riguarda l’aspetto fiscale, sia alle pensioni di guerra e privilegiate tabellari sia alle rendite vitalizie erogate dall’Istituto Nazionale Infortuni sul Lavoro alle vittime di infortuni sul lavoro (INAIL), alle quali l’Amministrazione finanziaria ha esteso l’esenzione IRPEF. Anche la Camera dei deputati è intervenuta sulla questione con un ordine del giorno (n.9/1713/17 del 13/11/2008)con il quale impegna il Governo “a valutare l’opportunità di conferire carattere risarcitorio alle pensioni privilegiate ordinarie (integrate dall’aumento del decimo per l’invalidità) e fare sì che ai fini dell’imponibile IRPEF concorrano nella misura del 90 per cento, anziché per intero”. Inoltre, per le stesse finalità, in Parlamento sono state inoltrate diverse petizioni e presentato un disegno di legge. Si auspica quindi la urgente emanazione di un provvedimento normativo che elimini tali difformità impositive ai fini IRPEF attualmente esistenti. Al riguardo molti soci richiedono informazioni e suggerimenti circa l’opportunità di inoltrare ricorso per richiedere il rimborso e l’esenzione della ritenuta IRPEF sul decimo della pensione privilegiata ordinaria, in considerazione delle predette sentenze favorevoli delle Commissioni tributarie.
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LEGISLAZIONE, PENSIONISTICA E TRATTAMENTI ECONOMICI
Per coloro che volessero tentare la via del ricorso si riportano alcune informazioni di carattere generale. Innanzitutto il diritto al rimborso si estingue per prescrizione con il decorso di dieci anni. Per proporre il ricorso occorre inviare una istanza (come da fac-simile sotto riportato) all’Agenzia delle entrate competente per territorio del luogo di residenza, tramite raccomandata A/R. Se l’Agenzia delle entrate non risponde entro 90 giorni dall’invio della raccomandata, dal quel momento in poi, si può adire la competente Commissione tributaria provinciale (1°grado di giudizio). Qualora l’Agenzia delle entrate comunichi il rigetto dell’istanza, il ricorso alla stessa Commissione deve essere proposto entro il termine perentorio di 60 giorni. In caso di esito negativo del ricorso è possibile inoltrare appello alla Commissione tributaria regionale e successivamente, in caso di sentenza negativa, alla suprema Corte di cassazione. Per tutti e tre i gradi di giudizio occorre il patrocinio di un avvocato. Fac-simile dell’istanza da proporre all’Agenzia delle entrate, già utilizzata da alcuni soci ANUPSA che hanno ottenuto sentenze favorevoli (Tradizione Militare n.6/2009) AL MINISTERO DELLE FINANZE Agenzia delle Entrate di ________ Oggetto: istanza di rimborso e di esenzione per la ritenuta IRPEF applicata sul trattamento privilegiato della pensione privilegiata ordinaria. Il sottoscritto______________, CF_____________, nato a _________________, il____________, residente a _________ CAP_______, in Via ________________________________. PREMESSO CHE a) in data _______ ha acquisito il diritto al trattamento pensionistico; b) con nota prot. n.___________ in data_________, allegata alla presente, ha ottenuto il riconoscimento al trattamento privilegiato consistente nel decimo del trattamento pensionistico ordinario a vita dal____________; c) il sostituto di imposta ha sottoposto e continua ad assoggettare a tassazione IRPEF entrambi i trattamenti pensionistici, di cui alle precedenti lettere “a” e “b”; CONSIDERATO CHE a) la “quota privilegio” di cui alla lettera “b” della premessa, di natura risarcitoria, non sostitutiva di reddito e non tassabile, è stata attribuita allo scrivente in virtù di infermità, contratta in servizio e per causa di servizio, giudicata permanentemente insanabile; b) per le stesse infermità ha ricevuto, ai sensi dell’art. 68 del DPR n. 3 del 10 gennaio 1957, un equo indennizzo, detassato (metà del quale restituito in data __________, ai sensi dell’art. 50 del DPR n. 686 del 3 maggio 1957; c) tutte le rendite similari INAIL e tutti i trattamenti similari privilegiati erogati agli invalidi civili, sono sempre esentasse, come previsto anche dalla circolare I/R.T. del 15 dicembre 1973 di codesto Ministero, prescrivente l’esclusione della tassazione di tutte le indennità, come quelle da infortunio, aventi natura di reintegrazione patrimoniale e non funzione sostitutiva o integrativa della retribuzione; d) la circolare n. 29 del 31 maggio 1979 di codesto Ministero dichiara, tra l’altro, che le prestazioni economiche correlate ad infortuni sul lavoro o alla insorgenza delle malattie professionali sono commisurate al salario percepito, al fine precipuo di risarcire il danno che si è determinato e che può anche aver lasciato inalterate le capacità lavorative; e) la “quota privilegio” è il ristoro della fattispecie prevista dall’art. 1223 c.c. definita “danno emergente” che, a differenza del “lucro cessante” NON costituisce in nessun caso incremento del patrimonio; f) la quota privilegiata non può costituire reddito della stessa natura dell’aliquota alla quale è connessa, poiché è correlata ad invalidità “permanente” e, come tale, esentasse ai sensi dell’art. 6 del Testo Unico delle Imposte sui redditi, di cui al DPR 917/1986; CHIEDE a) il rimborso di tutte le ritenute operate dal_________ al_____________da Aerogestioni (personale Aeronautica Militare) con sede a Roma e dal _________al___________ dall’INPDAP di _____________ sul trattamento pensionistico privilegiato indicato alla lettera “b” della premessa; b) che dalla data della presente il trattamento pensionistico privilegiato in parola (quota privilegio), attribuito alla scrivente sia esentasse. Si allega fotocopia della determinazione (o decreto) di pensione privilegiata ordinaria (prot. n. ________ in data __________) (Firma )_______________________ _______________,li______________
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Donazione dell’AAA a favore dei bambini del Mali Nel corso dell’ultima missione umanitaria effettuata dal 26 novembre all’11 dicembre, nell’ambito del progetto “Ridare la luce”, cui hanno partecipato l’Aeronautica Militare, l’Associazione dei Fatebenefratelli per i Malati Lontani e Alenia Aeronautica, ci siamo recati ancora una volta a Gao, cittadina situata tra il deserto del Sahel ed il fiume Niger. Questa volta l’Associazione Arma Aeronautica ha voluto far parte del numero di benefattori inviando una notevole quantità di materiale scolastico, giocattoli e dolciumi sia ai piccoli ospiti dell’Istituto di assistenza, sia agli studenti di scuola secondaria. Annunciata la nostra visita, il sindaco di Gao si è offerto di accompagnarci e partecipare alla distribuzione dei nostri doni, ma siamo rimasti comunque sorpresi dalla solennità con cui i bambini e insegnanti ci hanno accolto. Nel vedere tutti presentarsi con l’”abito buono”, i capelli pettinati a dovere, l’ansia di dimostrarci la dignitosa felicità di ricevere, noi abbiamo capito e sentito profondamente la dignitosa felicità del donare. Di quel giorno rimarrà scolpito nella nostra mente e nei nostri cuori il sorriso di gratitudine di tutti quei bambini e il coro di “mercì” che ci ha accompagnato quando ci siamo allontanati. Di tutto questo mi preme rendere partecipi i componenti della
RINNOVO CARICHE Ascoli Piceno Presidente: serg. Roberto Giantomassi; vice presidenti: 1° av. Marcello Di Luigi (anche tesoriere) e Tonino Pallotta; consiglieri: av. gov. Giovanni Annibali, M. Teresa Correzzola, av. VAM Giovanni Paci e Giuseppina Vitali.
Manfredonia Presidente onorario: col. pil. Michele Renzullo; presidente: ten. col. Giovanni Civica; vice presidenti: m.llo sc. Francesco Chiarenza e aiut. Gaetano Fichera; segretario: aiut. Francesco Di Denia; tesoriere: aiut. Salvatore Fattizzo; consiglieri: aiut. Matteo Armillotta, m.llo sc. Carlo Gatta, m.llo sc. Matteo Guerra e m.llo 1a cl. Francesco Schiavone.
NUOVI INDIRIZZI
nostra Associazione che hanno contribuito a tendere una mano di solidarietà tra chi ha forse troppo e chi non ha quasi nulla. Manlio Carboni
RADUNI Raduno del 40°, 41° e 42° Corsi normali marconisti Il 30 maggio 2010 si terrà a Caserta il 1° Raduno dei Marconisti C.B.E. dei Corsi normali 40, 41 e 42, arruolati rispettivamente nell’ottobre 1967, nel novembre 1967 e nel gennaio 1968. Gli interessati a partecipare al raduno sono invitati a contattare per ogni informazione in proposito il responsabile unico del comitato organizzativo: Francesco Sibiano, tel. e fax 0541730532, cell. 334-8667511, e-mail: sibiano46@libero.it
Raduno 43° Corso A.C.D.A. E’ in corso di organizzazione per il prossimo 1° ottobre il raduno degli allievi del 43° Corso “Assistenti Controllori Difesa Aerea” svoltosi a Caserta dal 1° ottobre 1968 ed a Borgo Piave dall’aprile 1969. Tutti coloro che si riconoscono nella fotografia sono invitati a contattare: (1) lgt. Gianni Murgia, telefono 041 5211053, cellulare 3482838659, e-mail: giamurgia@libero.it (2) m.llo 1ª cl. Enrico Pes, telefono 0818391939, cellulare 3392031647, e-mail: chicopes@libero.it (3) aiut. Michele Marzulli, telefono 0805038448, cellulare 34967 67985, e.mail: malimile@libero.it
Acqui Terme L’indirizzo e.mail della sezione è ora assoaeronautica@alice.it
Prato La sezione non ha più la casella postale 193. La corrispondenza va quindi ora inviata a: Francesco Farina, presidente AAA, C.P. 57 , 59100 Prato.
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( AV V E N I M E N T I L I E T I ( PROMOZIONI A luogotenente - Franco Calò (sezione di Galatone);
A sergente - Marco Fiorenza (sezione di Parma); - Ciro Santarpia (sezione di Santa Maria Capua Vetere).
- Tiziano Mastrangeli (sezione di Colleferro);
LAUREE
- Stefano Tarducci (nucleo di Sansepolcro);
In formazione, comunicazione e innovazione nei contesti sociali e organizzativi - Simona Badella, figlia del socio Giuseppe (sezione di Trani).
- Luigi Biccheri, Alfredo Cartellone, Giuseppe Corrente, Giovanni Malfa, Concetto Marziano, Davide Medda, Pantaleo Santese e Vito Sorbello (sezione di Siracusa). - Luigi Bicchiri, Alfredo Cartellone, Giuseppe Corrente, Giovanni Malfa, Concetto Marziano, Davide Medda, Pantaleo Santese e Vito Corbello (sezione di Siracusa).
In psicologia - Giorgia Piccini, figlia adottiva del consigliere Mauro Bucchioni Ducci (sezione di La Spezia). In psicologia dello sviluppo ed intervento nella scuola - Irene De Cristofaro, figlia del socio aiut. Fedele (sezione di Treviso).
NOZZE DI DIAMANTE Hanno raggiunto l’ambito traguardo il socio s.ten. (to) Flavio Giardini e la signora Luisa (sezione di Gioia del Colle). NOZZE D’ORO Le hanno felicemente festeggiate il presidente di sezione gen. Mario Sciorella con la signora Marisa (sezione di Imperia). CULLE - Il socio Salvatore Andrea Faà e la signora Alessia annunciano la nascita di Ludovica (sezione di San Gavino Monreale). - Il socio Dario Ferrara e la signora Alejandra annunciano la nascita del
Caro amico, dove sei?
L’av. sc. elettricista Rinaldo Moretto della sezione di Manzano, primo a destra nella foto insieme ad alcuni commilitoni nell’estate 1961 al 3° SOC di Martina Franca, chiede a coloro che si riconoscono nella fotografia di contattarlo scrivendogli in Via della Stazione 48/9 – 33047 Remanzacco (UD) o telefonandogli allo 0432 668041.
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primogenito Carlo (sezione di Cassino). - Il socio serg. Marco Fiorenza e la signora Valentina annunciano la nascita della primogenita Rebecca (sezione di Parma). - Il socio Rocco Loiacono e la signora Stephanie annunciano la nascita del primogenito Luca (nucleo di Ventimiglia). - Il socio 1° av. Stefano Marenco e la signora Barbara annunciano la nascita della primogenita Petra (sezione di Novi Ligure). - Il socio s. ten. Raffaele Parisi e la signora Corinna annunciano la nascita della primogenita Linda (sezione di Roma).
SOSTENITORI DI “AERONAUTICA” Giorgio Baldelli 1° av. Aldo Bellocco Cesare Bernabei Sebastiano Boscarino Guido Campopiano col. G. Battista Cersosimo Giovanni Cico Maria Cucchi Gino Carmelo D’Errico Silvio Lalumera Costante Lanzani Francesco Liuzzi Lorenzo Medici Mario Nobilione Giovanni Piredda Alberto Ruggieri Giuseppe Ruggiero Antonio Russo Gaetano Scimia Stanislao Spina Vitaliano Stanchina s.ten. Errico Votto
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SEZIONI E NUCLEI LOMBARDIA Assemblea dei presidenti delle sezioni AAA della Lombardia Nord-Ovest Il 23 gennaio, presso il 2° Deposito Centrale AM di Gallarate, e con la presenza del suo comandante col. Cosimo Lospinoso, si è svolta - indetta dal presi-
dente regionale m.llo sc. Giancarlo Milani -l’assemblea dei presidenti delle sezioni AAA della Lombardia Nord-Ovest.
Lumezzane Anche quest’anno la sezione, con il ricavato della raccolta dei tappi di plastica integrato dalle offerte
dei soci, ha potuto donare una carrozzina per disabili alla comunità “Felice Saleri”.
Gallarate Il 28 gennaio la sezione ha completato il ripristino del Monumento all’aviatore, progettato
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dall’ing. Agostino Iacuone, che era stato danneggiato in un incidente automobilistico.
Robbio Lomellina Il 20 dicembre il nucleo ha inaugurato il Monumento all’aviatore nel corso di una cerimonia alla
quale era presente, tra gli altri, il sindaco Marcello Gasperini.
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LAZIO Colleferro Il 19 gennaio il presidente e i vice presidenti del sodalizio, accompagnati dalla signora Daniela Vari, figlia del gen. SA Quirino Vari cui è intitolata la sezione stessa, si sono recati in visita al Centro Naziona-
le Supervisione Reti di Montecavo – che si occupa della supervisione delle reti geografiche telematiche della forza armata - per un incontro con il comandante di tale ente, magg. Giampaolo Liberatore.
TOSCANA Prato Commemorato il 18° anniversario dell’incidente di Montemurlo
Il 10 gennaio la sezione e il dipendente nucleo AAA di Montemurlo hanno ricordato il 18° anniversario dell’incidente occorso l’8 gennaio 1992 ad un
G.222 della allora 46ª Aerobrigata di Pisa impegnato in una missione addestrativa antincendio e nel quale persero la vita i tre componenti dell’equipaggio. Nel corso della cerimonia, alla quale erano presenti numerose autorità locali, rappresentanze delle associazioni d’arma del luogo e una rappresentanza della 46ª Brigata Aerea e della Scuola Militare Aero-
nautica “Douhet di Firenze, sono stati onorati anche i quattro caduti nel cielo della Bosnia il 2 settem-
bre dello stesso anno ed i cinque aviatori caduti a Pisa nell’incidente del 23 novembre scorso.
VISITE DI AGGIORNAMENTO TECNICO E GITE T U R I S T I C O - C U LT U R A L I
Sinalunga all’Abbazia di Sant’Animo di Montalcino
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L’ASSOCIAZIONE ARMA AERONAUTICA
SEZIONI E NUCLEI
HANNO CHIUSO LE ALI Luigi Tortorelli Il 7 gennaio è deceduto, all’età di 79 anni, il m.llo sc. fot. Luigi Tortorelli della sezione di La Spezia. Aveva prestato un lungo ed apprezzato servizio presso l’aeroporto di Cadimare, sede dell’Istituto ONFA “Umberto Maddalena” dove, assegnatovi nel 1957, operò a lungo impegnandosi nel recupero fotografico-storico degli eventi che hanno caratterizzato la vita di quell’ente. La sua figura è anche legata all’attività da lui sempre generosamente svolta, con entusiasmo ed animo paterno, nei riguardi di centinaia di allievi ONFA che non potranno mai dimenticare il loro “Papà Luigi”. - Italo Morricone (sezione di Alba); - av. Giovanni Manfredi (sezione di Albenga); - signora Maria Dal Pian, sorella della MOVM Ermenegildo Dal Pian, 1° av. Lino Martin (sezione di Belluno); - 1° av. Agide Zenezini, già consigliere di sezione (sezione di Bergantino); - cap. Giorgio Setta (sezione di Bologna); - Erice Zanolo (nucleo di Borgosesia); - Germano Tosi (sezione di Bovolone); - av. Gian Franco Miriani (sezione di Castano Primo); - Giorgio Venga (sezione di Ciampino); - serg. Stelio Mosconi (nucleo di Cirié); - 1° av. Sabino Chieppa (Nucleo di Cossato); - Tullio Soragni (sezione di Cremona); - s.ten. Vitangelo Gadaleta (sezione di Desenzano del Garda); - signora Maria De Martini De Carli (nucleo di Feltre); - 1° av. Aldovino Marcatili (sezione di Fermo); - aiut. Bruno Bambini, m.llo 1ª cl. Mattia Petriccione (sezione di Grosseto); - Alvaro Dirani, Dario Landini, Giuseppe Lorenzetti (sezione di Lugo); - serg. magg. pil. Aldo Bottari De Castello (nucleo di Montebelluna); - magg. GArat Vincenzo Re (sezione di Novara); - 1° av. Giovanni Toson (sezione di Padova); - Francesco Borrelli (sezione di Pignataro Maggiore); - gen. DA Celso Morena (sezione di Roma); - Enzo Bonini (nucleo di Rubiera); - m.llo sc. Luigi Giurato, s.ten. to Umberto Monaco (sezione di Taranto); - 1° av. Luigi Chetta (sezione di Taviano); - Tarcisio Leoni (sezione di Trento); - signora Annamaria Da Broi, m.llo sc. Gino Zanasca (sez. di Treviso); - Augusto Ballerini (sezione di Viareggio).
Il presidente nazionale dell’A.A.A., ricordando con affetto i soci scomparsi, a nome proprio e di tutto il sodalizio, esprime ai familiari il più sentito cordoglio.
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L’ASSOCIAZIONE ARMA AERONAUTICA
SEZIONI E NUCLEI
Libri a cura di Gregory Alegi Maurizio Di Terlizzi, Fieseler Fi156 Storch in Italian Service, IBN, Roma, 2006. Cm 21 x 29,7, pp. 88, € 21.
Disponibile presso l’editore (via Mingazzini 7, 00161 Roma; tel. 064452275; www.ibneditore.it)
Disponibile presso l’editore (www.airbritain.com) e le librerie specializzate Bob Ogden, Aviation Museums and Collections of Mainland Europe. Staplefield, Air-Britain, 2009. Cm 15,5 x 21, pp. 640. Lst. 28.
Le ineguagliabli caratteristiche di volo lento e decollo corto, unite alla partecipazione a voli celebri quali il recupero di Mussolini dal Gran Sasso e l’atterraggio di Hanna Reitsch nella Berlino distrutta degli ultimi giorni di guerra, hanno meritato al Fieseler Fi.156 Storch un posto di riguardo nella storia dell’aviazione. L’aereo tedesco fu presente in piccolo numero anche nella Regia Aeronautica, ed è a questo impiego che è dedicato il 12° volume della collana Aviolibri Special. Il testo bilingue ricostruisce, con qualche elemento di novità sull’importazione dei primi esemplari, le vicende piuttosto note di queste poche macchine utilizzate nell’attesa di un aereo nazionale che non arrivò mai. La documentazione fotografica comprende alcune immagini nuove e l’intera sequenza (purtroppo mal stampata) dell’esemplare MM.12822 utilizzato da Furio Lauri per rischiose azioni oltre le linee tedesche nel 1945. Come di consueto in questa collana, 24 pagine sono dedicate al montaggio di un modello in plastica con dettagliatissima descrizione degli interventi necessari. Ai modellisti sono rivolte anche le otto pagine sulle colorazioni e le numerose foto a colori del velivolo oggi esposto a Vigna di Valle. I disegni tecnici ed i profili a colori sono di Angelo Brioschi.
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consentono di aggiungere un sapore aeronautico a qualsiasi viaggio.
Bob Ogden cataloga i musei aeronautici del mondo ed i loro contenuti da una quarantina d’anni, distillando periodicamente il frutto delle sue fatiche in libri pubblicati dagli editori più disparati. Lo schema è semplicissimo: le nazioni sono descritte in ordine alfabetico (in questo caso dall’Albania all’Ucraina, per un totale di 43), ed all’interno di ciascuna si susseguono musei, collezioni e monumenti dei quali vengono forniti indirizzo, telefono, orari ed altre informazioni essenziali. Di ogni aereo esposto in ogni collezione ci sono la matricola, una sintetica storia e un codice di condizione (da relitto a volante). Lo sforzo compiuto si comprende bene raffrontando il volume 2009 con quello del 1985: le pagine sono quadruplicate ed i paesi aumentati di oltre il 50%. Le foto, prevalentemente in bianco/nero, sono raggruppate in inserti un po’ monotoni ma comunque utili per visualizzare i posti e comprendere la tipologia dell’esposizione. La sola sezione italiana elenca 256 siti su 50 pagine. L’indice dei tipi di velivoli permette di usare il libro come guida per cercare il proprio aereo preferito, mentre le mappe dei vari paesi
Madina Fabretto, “Con tutte le mie forze”. Storia di Giovanni Battista Boscutti. Roma, Settimo Sigillo, 2009. Cm 17 x 24, pp. 64+XVI. S.i.p.
Partendo dal recupero nel 2006 a Correzzola del relitto di un Macchi C.205 dell’ANR abbattuto l’11 marzo 1944, l’autrice traccia un breve profilo del pilota sulla scorta del fascicolo personale conservato presso l’Archivio Centrale dello Stato e lo inquadra nelle vicende storiche del periodo. A questo la ricerca locale ha aggiunto alcune testimonianze di quanti assistettero all’ultimo combattimento di Boscutti, morto a 32 anni contro i bombardieri americani. A differenza di altri lavori analoghi, manca la ricostruzione della missione sul versante dell’allora nemico; in compenso viene riproposto un interessante articolo scritto nel 1948 da Franco Pagliano sulle donne degli aviatori, che prende spunto proprio dalla morte di Boscutti. Realizzato con il contributo della provincia di Padova, il libretto contiene anche un CD con la canzone “11 marzo 1944” su Boscutti e, più in generale, gli aviatori repubblicani. Disponibile presso l’editore (via Santamaura 15, 00192 Roma; tel. 0639722155; www.libreriaeuropa.it)
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AERONAUTICA Anno di fondazione 1956 Pubblicazione mensile edita dall’Associazione Arma Aeronautica Direttore editoriale GIANBORTOLO PARISI Direttore responsabile SILVANO BRONCHINI Direzione, Redazione, Amministrazione 00192 - Roma, via Marcantonio Colonna, 23 Tel. 06/3215145 - Tel. e Fax 06/3216882 e-mail: assoaerorivista@libero.it (per il periodico sociale) e-mail:assoaeroamministra@libero.it (per l’amministrazione) www.assoaeronautica.it (per l’Associazione) www.cesmaweb.org (per il Centro Studi Militari Aeronautici) c/c.p. ASSOCIAZIONE ARMA AERONAUTICA, 310003 c/c. banc. n. 000000136949 Banca Popolare di Lodi Ag. 4 via Pompeo Magno, 25 - 00192 Roma IBAN: IT20 F 05164 03204 000000136949 Realizzazione grafica e stampa Veant srl - 00146 Roma, via Guido Castelnuovo,35 Tel. 06/5571229 - Fax 06/5599675 - http://www.veant.it / e-mail: info@veant.it Registr. Tribunale di Roma n. 5315 del 12.7.56
Mario Cobianchi, Pionieri dell’aviazione in Italia, 1908-1914. Vignola (MO), 2009. Formato A4, pp. 604. € 75,00 + spedizione.
nel 2003 per celebrare i 100 anni del primo volo. (S.B.)
pensasse prevalentemente ad un volo planato.
Disponibile presso l’editore Vaccari srl, Via M. Buonarroti, 46 – 41058 Vignola (Modena), tel. 059764106, fax 059 760157, info@vaccari.it www.vaccari.it
Disponibile in libreria Gianni Bianchi, Ginetto Brizzolari. Marina di Carrara, in proprio, 2009. Cm 17x21, pp. 224. € 20 più spese postali.
Edoardo Zanon, Il libro del Codice del Volo. Milano, Leonardo 3, 2009. Cm 17,5 x 24,5, pp. 448. € 39,90.
Iscrizione al R.O.C. n. 6972 “Aeronautica” fruisce dei contributi statali diretti di cui alla L. 7/8/1990, n. 250 In copertina Una veduta aerea del Museo Storicio dell’AM di Vigna di Valle. Alle attività di tale Ente nel 2009 è dedicato l’articolo a pag. 5.
Associato all’Unione Stampa Periodica Italiana Gli articoli rispecchiano esclusivamente le opinioni degli autori. Proprietà letteraria, artistica e scientifica riservata. Per le riproduzioni, anche se parziali, dei testi, è fatto obbligo citare la fonte. I testi delle collaborazioni - che si intendono comunque inviati a titolo di liberalità - anche se non pubblicati, non si restituiscono. Chiuso in tipografia il 5 febbraio 2010
In quarta di copertina Uno degli ultimi voli di un F-104 “Special color” del 3° Stormo
Il periodico sarà inviato in omaggio a “sostenitori” che verseranno almeno una somma annuale di € 21,00; il predetto invio si riferisce al solo territorio nazionale. Per spedizioni all’estero si invita a prendere contatti con l’amministrazione. ISSN: 0391-7630
Soci aeromodellisti La bella riproduzione, in scala 1:32, di un F-18C realizzata dal socio Nedo Mori della sezione di Pisa.
Un “classico” d’aviazione ormai introvabile sul mercato librario, se non presso rari antiquari, è nuovamente a disposizione di tutti gli appassionati e studiosi del settore che ne erano privi, grazie ad una iniziativa della casa editrice Vaccari che ha dato alle stampe una edizione anastatica - tratta dall’originale del 1943 del noto libro di Cobianchi – con note di aggiornamento ed errata corrige a cura di Fiorenzo Longhi. Il volume contiene, in ordine cronologico, informazioni, note e documenti, illustrazioni di circuiti aerei, campi scuola, cartoline e fotografie, gare aviatorie, spettacoli di aviazione, elenco dei precursori del volo e degli aeroplani protagonisti di quello storico periodo pionieristico indicato nel titolo. I contenuti del libro, come già scrisse Gianni Caproni nella prefazione, «sono di moltissimo interesse» e, aggiungiamo noi, costituiscono senza dubbio una preziosa ed accurata fonte di documentazione per quanti – semplici amatori o già esperti cultori della materia – intendono approfondire molti particolari di quegli eventi e personaggi che hanno caratterizzato la nascita ed i primi sei anni dell’aviazione italiana. In omaggio, allegato al libro, il foglietto con i quattro francobolli che le Posteitaliane hanno emesso
Straordinariamente illustrato con riproduzioni fedeli del Codice del Volo di Leonardo da Vinci mescolate a ricostruzioni elettroniche tridimensionali delle sue macchine volanti, questo libro bilingue condensa anni di ricerche per diversi tipi di esigenze che vanno dalla possibilità di consultazione ad un prezzo accessibile fino alla critica scientifica. Le immagini antiche e moderne si intrecciano ai testi con grande efficacia didattica, estraendo dalla quarantina di facciate del Codice una quantità insospettata di materiale, notizie e spunti di ogni genere, anche grazie ad un continuo confronto con il mondo animale e l’odierna tecnica aeronautica. Il risultato rinvigorisce l’immagine tradizionale di un Leonardo precursore del volo, anche se nel capitolo dedicato alla ricostruzione della macchina volante l’autore dà atto che il suo meccanismo ad ali battenti sarebbe stato un fallimento ed ipotizza pertanto che l’inventore
Proseguendo nella propria linea di riscoprire figure dimenticate dell’aviazione italiana, iniziata nel 1997 con Carlo Faggioni, Bianchi giunge a trattare un pilota del 1° Stormo Caccia di Campoformido, protagonista delle pattuglie acrobatiche alle quali si fa risalire la tradizione delle odierne Frecce Tricolori. Nato nel 1907 e morto nel 1930 ad Atene, Brizzolari fu dunque uno dei ragazzi di Rino Corso Fougier, del quale è riprodotta la lettera di condoglianze alla famiglia. Si tratta in realtà della ristampa, ampliata, di un lavoro apparso nel 2001 ed oggi corredato da un lungo capitolo scritto da Annamaria Chiavatti, nipote della fidanzata del pilota, e da un altro di Salvatore Pennisi, sullo “Spirito di Campoformido”, in pratica una storia delle pattuglie italiane sino al 1963; infine, una ventina di pagine tratte da Renato Rocchi. Un’opera, come tutte quelle di Bianchi, scritta col cuore e utile soprattutto quale stimolo ad ampliare le ricerche oltre i soliti nomi. Disponibile presso l’autore (via Repubblica 116, 54100 Massa; tel. 328 5405547)
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Direzione, Redazione, Amministrazione - via Marcantonio Colonna, 23 - 00192 Roma
Uno degli ultimi voli di un F-104 “Special color” del 3° Stormo
Anno LV
N. 2 - FEBBRAIO 2010
Mensile - Sped. in abb. post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 2 DCB - Roma