Premio D'Arte Duchessa di Galliera

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Museo d’Arte Contemporanea di Villa Croce

2011-1956

PREMIO D’ARTE DUCHESSA DI GALLIERA

un percorso tra i linguaggi del contemporaneo in Liguria

2011-1956

PREMIO D’ARTE DUCHESSA DI GALLIERA

2011-1956

Roberto Anfossi  Sonia Armaniaco Rebecca Ballestra Giancarlo Bargoni  Guido Basso Giorgio Bonelli Rocco Borella Salvatore M. Carrossino   Sandro Cherchi Antonino Cerda Silvia Cini  Giannella Darbo   Arnaldo Esposto Luciano Fiannacca Giancarlo Gelsomino  Pietro Geranzani Luigi Grande Franco Leidi Stefania Maisano Giuliano Menegon Roberto Merani Pietro Millefiore Paolo Palagi   Lamberto Pellegrini Valdieri Pestelli Silvia Rizzo Lucrezia Salerno   Emilia Santona Giuseppe Scozzafava Raimondo Sirotti Gianni Stirone   Piero Terrone Giuseppe Trielli Diego Torri Gianfranco Zappettini

ISBN 978-88-89782-41-5

EDIZIONI FALSOPIANO


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2011-1956

PREMIO D’ARTE DUCHESSA DI GALLIERA

un percorso tra i linguaggi del contemporaneo in Liguria

a cura di Anna Lercari

EDIZIONI FALSOPIANO


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PREMIO D’ARTE DUCHESSA DI GALLIERA 2011-1956 Un percorso tra i linguaggi del contemporaneo in Liguria Genova, Museo d’Arte Contemporanea di Villa Croce 29 giugno - 24 luglio 2011 Mostra a cura di Anna Lercari Catalogo a cura di Anna Lercari Testi di Anna Lercari Sandra Solimano Segreteria organizzativa Museo d’arte contemporanea di Villa Croce Francesca Serrati In collaborazione con Giorgia Barzetti Allestimento della mostra Massimiliano Raugei con gli operatori del Museo di Villa Croce Ufficio Stampa Comune di Genova Massimo Sorci Palazzo Ducale Camilla Talfani (responsabile) Marketing Comune di Genova Tina Russo (responsabile) Palazzo Ducale Chiara Bricarelli Dello Strologo

Coordinamento amministrativo Comune di Genova Riccardo Cavanna (responsabile) Palazzo Ducale Giada Mazzucco (responsabile) Ufficio Prestiti Marisa Crovetto Eventi Alba Della Casa (responsabile) Trasporti Comune di Genova Elisabetta Agostino (responsabile squadra mostre) Assicurazione Axa Art Restauri Laboratorio di Restauro delle Scuole Pie per le opere provenienti dalla Galleria d’Arte Moderna di Genova Emanuela Spera per l’opera di Paolo Palagi Grafica manifesto e invito virtuale Pietro Millefiore Impaginazione e progetto catalogo Roberto Dagostini Daniele Allegri


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Crediti Fotografici Archivio fotografico Comune di Genova Brenda Bacigalupo Rebecca Ballestra Sonia S. Braga (pp. 21, 23, 24, 26, 30, 31, 35, 36, 37, 44) Antonino Cerda Pietro Millefiore Mario Parodi Michela Poiesi Massimo Rivara

Genova Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura Luca Borzani Presidente Lorenzo Caselli Alessandro Cavalli Beppe Costa Silvio Ferrari Carlo Freccero Nicla Vassallo Consiglieri Pietro da Passano Direttore

Marta Vincenzi Sindaco

Monica Biondi Dirigente Coordinatore Attività

Andrea Ranieri Assessore alla Promozione della Città e ai Progetti Culturali

Partecipanti alla Fondazione Palazzo Ducale

Raffaele Gazzari Direttore Generale Area Sviluppo della Città e Cultura Guido Gandino Direttore Direzione Valorizzazione Istituzioni, Patrimoni Culturale, Parchi e Ville, Rapporti Università e Ricerca Roberto Poggi Dirigente Settore Musei

Sponsor istituzionale della Fondazione Palazzo Ducale


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Si ringraziano gli artisti e quanti a vario titolo hanno collaborato alla realizzazione di questa mostra Museo d’Arte contemporanea di Villa Croce Francesca Serrati Responsabile Anna Lercari Collezioni Nadia Fagioli Angelo Gandolfi Biblioteca Paolo Scacchetti Didattica/Tecnologie Patrizia Guarducci Massimiliano Raugei Coordinamento operatori/Allestimento Pietro Campanella, Giovanna Cruccu, Antonio Della Corte, Fabio Grechi, Ezio Ottonello, Giovanni Ramberti, Jolanda Salmonese, Riccardo Villetti Operatori del Museo e della Biblioteca

Elisa Abbate Brenda Bacigalupo Armando Battelli Germano Beringheli Sonia S. Braga Aurelia Costa Silvia Ermacora Laura Fagioli, Archivo Accademia Ligustica di Belle Arti Elisabetta Galfrè Ambra Gaudenzi, galleria d’arte Il Vicolo Maria Flora Giubilei, Direttore Galleria d’Arte Moderna di Genova Maura Job, Galleria d’arte Cristina Busi, Chiavari Gloria Lerso, Istituto Duchessa di Galliera di Genova Pietro Millefiore Mauro Montefiori Sunti Morando Rina Pieri Bargoni Raffaella Ponte, Archivio Storico Comune di Genova Sandro Ricaldone Sandra Solimano Franco Sborgi Emanuela Spera Lucio Torri Francesca Ventre Sergio Venturi Roberto Vera Maria Grazia Vinelli


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2011-1956

Anna Lercari

Premio d’Arte Duchessa di Galliera 1956-2011 Anna Lercari La Storia La ricorrenza del bicentenario della nascita di Maria Brignole Sale Duchessa di Galliera (Genova 1811-1888), ci offre l’occasione per fare un bilancio del premio a lei dedicato: un’edizione speciale che consiste in una ricostruzione storica da oggi al 1956, anno della prima edizione nella sua forma più moderna. Il Premio d’arte Duchessa di Galliera ha origine il 12 gennaio 1874, quando Maria Brignole Sale De Ferrari decise di donare al Comune di Genova Palazzo Rosso e le sue dipendenze; una parte del reddito proveniente dagli affitti di tali dipendenze, sarebbe stato poi destinato a pensioni, sussidi e assegnamenti, attribuiti a giovani artisti liguri meritevoli, di condizioni poco agiate, desiderosi di proseguire e perfezionare gli studi nel campo artistico e di aggiornarsi e visitare a scopo didattico le città italiane (preferibilmente Roma o Firenze). Queste prime forme di promozione artistica erano assegnate con cadenza annuale, dopo il parere vincolante del collegio dei professori dell’Accademia Ligustica di Belle Arti per le classi di scultura, pittura, architettura e ornato; alla fine del primo anno di pensione, l’artista beneficiario avrebbe presentato un saggio dei suoi lavori, e la commissione avrebbe deciso se confermarne il pensionato (fino ad un massimo di 5 anni)1. Negli anni il premio avrà un’evoluzione e dovrà affrontare alcune problematiche connesse alla società in trasformazione: nel 19392 durante una riunione della commissione artistica per un pensionato di pittura, la giuria discute sulla presunta illegalità della partecipazione al concorso di una donna, dato che il bando cita “un giovane studente” e non parla al femminile; dopo un acceso dibattito la commissione decide di ammettere la candidata al concorso, ma in seguito alla valutazione delle prove viene dichiarato vincitore un concorrente di sesso maschile3. Una cesura netta si avrà dopo il 3 gennaio 1953 quando - in seguito ad un accordo tra il Comune di Genova, il governo francese, l’Accademia di Belle arti e dell’Istituto di Francia a Parigi - viene istituita la borsa di studio, intitolata Premio d’Arte Duchessa di Galliera, da assegnarsi annualmente per concorso ad un artista ligure4 di condizioni economiche poco agiate, che non abbia superato il 40° anno d’età, per consentirgli di effettuare un viaggio in Italia o all’estero. Le domande di partecipazione avrebbero do­7


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vuto essere corredate da una ricca documentazione, tra cui titoli di studio, curriculum dell’attività svolta e un’opera originale, oltre a un programma accurato dell’itinerario che il candidato intendeva compiere5; al termine del viaggio il vincitore avrebbe consegnato una relazione dettagliata dell’attività svolta6. La giuria doveva essere composta dai rappresentanti delle principali istituzioni cittadine competenti (Servizio Beni Culturali, Soprintendenza, Accademia Ligustica di Belle Arti e Università)7. La prima edizione di questa forma più “moderna” del premio si realizza nel 1956, ed è questo uno dei termini di riferimento cronologico che consideriamo per la mostra. Nel corso di oltre cinquant’anni il premio ha subito delle trasformazioni, a partire dall’entità (aumentata nel tempo)8, alla periodicità (da annuale è passato nel 1991 a quinquennale, per poi divenire triennale nel 1996), al limite d’età dei partecipanti al concorso (da 40 è stato abbassato a 35 nel 19769), alla tipologia di opera da presentare10, al sopraggiunto obbligo dei vincitori di lasciare un’opera presentata al Comune di Genova, perché entrasse a far parte delle Collezioni Civiche11. Ha inoltre attraversato vicende alterne, con momenti meno “fortunati”, sia di disinteresse da parte degli artisti (negli anni ’80 erano pochi i partecipanti12), sia da parte delle autorità: dal 1987 fino al 1993 ci fu un susseguirsi di passaggi di competenze13, con la conseguenza che il premio non venne assegnato (nelle edizioni 1987 e 1988) e neppure bandito. Nel febbraio del 1993 un piccolo gruppo di 5 artisti scrisse alle principali figure istituzionali della città per chiedere conto del premio; il 12 marzo un consigliere comunale fece una interrogazione per sapere a quali cause si dovessero addebitare i gravi ritardi nel bandire il concorso. Finalmente, dal settembre 1993, il premio diventò di pertinenza del Museo d’arte contemporanea di Villa Croce14; da questo momento si verificò il tentativo di rendere il concorso più al passo con i tempi, cercando di aggiornarne metodi e strumenti: l’eliminazione dal regolamento del riferimento alla formula ottocentesca del viaggio d’istruzione, sostituito con il rimando ad un sussidio economico volto ad incentivare la ricerca dell’artista, oltre all’eliminazione di alcune formule ormai obsolete come quella della “sana e robusta costituzione” e delle “disagiate condizioni economiche”. Occorre poi sottolineare la rinnovata attenzione per la composizione della giuria, formata per la maggioranza da membri con una preparazione tecnico scientifica (e non da politici e funzionari amministrativi com’era accaduto nel periodo di maggior crisi del premio) e la più ampia pubblicizzazione del concorso. Ma la vera innovazione è stata quella di realizzare mostre dell’artista vincitore e di quelli segnalati, accompagnando l’esposizione con un catalogo critico, veri strumenti di promozione dei giovani artisti (per le edizioni del 1993, 1996, 2007)15. 8


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La mostra: alcune riflessioni Le opere esposte in mostra sono ove possibile quelle originali presentate dagli artisti per partecipare al concorso, altrimenti quelle del periodo in cui ogni concorrente ha vinto il premio. Ciò va indubbiamente a discapito del percorso di crescita di ogni artista: queste opere rappresentano spesso un momento di passaggio del loro lavoro, talvolta molto lontano da quello attuale, tanto che qualcuno potrebbe non riconoscersi nell’opera presentata. Tuttavia questa esposizione vuole privilegiare l’aspetto di ricostruzione storica del premio, fare cioè il punto della situazione ad oltre mezzo secolo dalla sua prima edizione, per constatare come non solo abbia avuto il ruolo di promuovere la creatività giovanile e di segnalare giovani talenti, ma anche di radunare molti tra gli artisti più rappresentativi del periodo in ambito locale. Lo stesso viaggio-studio - divenuto poi obsoleto ed eliminato dal regolamento di bando - nel momento iniziale (dalle prime edizioni e probabilmente fino agli inizi degli anni Settanta) ha rappresentato per i vincitori un reale mezzo di aggiornamento, un’occasione per innovare la propria ricerca artistica16, che in alcuni casi ha determinato una vera e propria svolta (come nel caso di Raimondo Sirotti)17. L’esposizione non documenta tutte le tendenze della ricerca artistica locale, ma propone “una situazione” ligure, cioè mostra solo una situazione che si è venuta a creare intorno al concorso (si evidenzia ad es. l’assenza delle ricerche verbo-visive, dell’area pop o neo-pop, solo per citarne alcune). Ma la presenza o meno di artisti vincitori è connessa a tante variabili18 (dalle scelte della giuria, ai limiti d’età, alla mancanza d’informazione e alla possibile indifferenza o scarsa fiducia da parte di alcuni artisti nei confronti delle istituzioni ecc.). Gli artisti presenti appartengono a diverse generazioni, quindi operano o hanno operato in contesti culturali e ideologici completamente differenti, con una pluralità di tendenze, tecniche, materiali e linguaggi artistici (pittura, scultura, grafica, video, fotografia e installazione). Il percorso della mostra è cronologico: compiendo una sorta di viaggio a ritroso nel tempo, parte con l’edizione più recente del 2007, per attraversare tutte le tappe di questo itinerario nella memoria. Le ultime due edizioni del premio sono “al femminile”, con artiste che affrontano tematiche sociali e culturali: Rebecca Ballestra (2007) con l’installazione Il peso dell’umanità, presenta una sorta di Madonna contemporanea (la foto dell’artista nel tondo è paragonabile ad un dipinto d’iconografia cristiana) che ci invita a riflettere ­9


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sul debito ecologico (World Overshoot), una problematica che coinvolge tutto il pianeta: l’uomo consuma più risorse ambientali di quelle che la terra è in grado di produrre, ogni anno più rapidamente. Silvia Cini (vincitrice dell’edizione 2002/2004) incentra il suo lavoro sull’arte relazionale e si muove in vari ambiti, dando alle sue azioni una valenza politica; qui è presente con l’installazione Penelope addio dove, tra lo scorrere inarrestabile del tempo rappresentato da una scena del video in loop, la citazione mitologica diviene strumentale, per contestare un modello femminile ormai superato: la condizione della pazienza e dell’attesa senza limiti non ci appartiene più. La sezione riservata agli anni 90 presenta artisti accomunati da una pluralità, convivenza e contaminazione di linguaggi, tecniche e materiali extrapittorici: dall’uso di elementi naturali e primari (legno, sale, ossidi di ferro, in un recupero della preistoria e dei suoi simboli) di Lamberto Pellegrini, che affronta ricerche antropologiche, sperimentando sui materiali e sulla loro trasformazione (vicino alla concezione magico-alchemica dell’arte di Claudio Costa), alla contaminazione tra pittura e fotografia, immagini elaborate al computer e resine di Roberto Merani. In Confini d’aria, (2000) opera che ha un accentuato sviluppo orizzontale - derivato dalla sua presa diretta della realtà attraverso l’uso di fotografia e video - l’artista rappresenta fatiscenti e fantastiche architetture industriali, affrontando il tema della rappresentazione dello spazio come luogo della memoria dell’uomo. Lucrezia Salerno interviene manualmente sulla fotografia (elaborata al computer e incisa a mano) per bloccare il flusso inarrestabile del tempo, che scorre dal passato al futuro, in cui il presente è solo un attimo che è impossibile fermare: tematiche centrali nella sua ricerca sono l’uomo, il suo quotidiano e il suo vissuto. Pietro Geranzani utilizza la pittura per realizzare quadri di grande formato con marcati elementi di drammaticità e teatralità, ispirandosi ai maestri del passato (come Géricault, Delacroix, Goya, Caravaggio), in dialogo con gli “errori” delle immagini contemporanee a bassa definizione tratte dai mass media (interferenze, sfocature dei frame da video, delle immagini computerizzate). Caratteristica dominante nelle sue opere è la deformazione espressionistica della figura: nella serie “Ombre ammonitrici” (a cui appartiene l’opera in mostra, le figure deformate in movimento, chiaramente ispirate a Bacon, sono la rappresentazione dell’angoscia, presenze nella nostra coscienza che indicano uno stato d’animo incerto (tra premonizione e consapevolezza).

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Gli anni 80 sono caratterizzati da una ricca fioritura di ricerche, tra cui domina la presenza della figurazione, lontana da implicazioni di tipo naturalistico e descrittivo, una sorta di allontanamento mentale dall’immagine per indagarne nuovi significati. Le soluzioni scelte dagli artisti sono varie: Pietro Millefiore utilizza immagini fotografiche di storie quotidiane e personali come un filtro che restituisce una realtà raffreddata, per creare attraverso una stratificazione di segni - una sorta di sedimentazione della memoria - e con un’esecuzione marcatamente pittorica e libera, figure in rapporto con lo spazio della tela. Nella suoi lavori di questi anni Giancarlo Gelsomino si può definire citazionista: utilizza frammenti di opere desunte dalla storia dell’arte (in particolare dei maestri del Cinquecento) pensate nel loro farsi, come studi fittizi, progetti in cui le immagini vengono reiventate nel momento della loro creazione e integrate con elementi di scrittura, sorta di appunti di lavoro in cui si attua una continua messa in discussione dell’immagine di partenza e una sua reinterpretazione. Roberto Anfossi produce immagini deformate, dalle atmosfere cupe e inquietanti, con riferimenti simbolici e accumuli di materia pittorica, quasi una resa fisica dell’immagine (v. Pittore al cavalletto, s.d.). Sonia Armaniaco, che in questi anni passa con disinvoltura dall’incisione alla pittura al video, costruisce l’immagine attraverso l’elaborazione e la combinazione di altre già esistenti; nel video Il volto raccoglie informazioni o contenuti provenienti da più fonti, visuali e sonore, (dalla foto dell’omicidio di Lee Harvey Oswald, presunto assassino di John Fitzgerald Kennedy, a quelle di catalogazione dei malati mentali dell’archivio Lombroso, alla musica del compositore polacco Penderecki e del gruppo rock-punk Stranglers, ai dialoghi tratti dal film Il volto di Ingmar Bergman, ecc.) in una sorta di collage di pensieri, suoni, sogni e memorie. Paolo Palagi si muove per contrapposizioni: da un momento iniziale in cui convivevano geometrie come elementi strutturali e pittura gestuale, antitesi tra ordine e caos, a una seconda fase (v. Senza titolo, 1984) in cui emergono da un fondo monocromo delimitati da una marcata linea azzurra - segni e pennellate cariche di espressività, tra cui si intravede quel che rimane di una figura. Un altro filone perseguito dagli artisti vincitori in questi anni, è quello che si ricollega all’astrazione concreta: Giannella Darbo con i suoi raffinati quadri monocromi bianco su bianco (mezzo per annullare ogni emotività derivante dal colore), indaga le minime variazioni di percezione delle forme e della materia lievemente in aggetto, in dialogo con la luce; Mario Carrossino crea una scansione ritmica delle superfici attraverso tratti lineari di colore disposti obliquamente, che talvolta si fondono, si sovrappongono e si contrappongono, nel tentativo di analizzare la luce vibrante. Antonino Cerda porta avanti una rigorosa ricerca formale (influenzato dal ­11


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maestro Michelangelo Barbieri Viale), in cui i volumi sono scanditi da superfici nette, levigate e forme geometriche essenziali (v. Torsione cubica, 1980). Nel suo lavoro la forma plastica nasce da una serie di esperienze grafiche, in cui il segno nero - pur nella bidimensionalità - taglia e scandisce forme e spazi (v. Studio per scultura, 1989). Con Sculto-pittura n.1, s.d., Giuseppe Scozzafava realizza strutture in legno e tela dipinta che escono dalla bidimensionalità del quadro per entrare nella tridimensionalità, ed interagire con lo spazio. Gli anni 70, caratterizzati da una smaterializzazione dell’opera a favore del concetto e del processo mentale che l’ha prodotta, sono il decennio contraddistinto da una maggior presenza di vincitori19 del premio. In mostra emergono diverse aree di ricerca, tra cui quella dell’astrazione concreta, con Luciano Fiannacca, Diego Torri, Gianfranco Zappettini e Silvia Rizzo. Le opere di Luciano Fiannacca propongono forme geometriche e cromatismi essenziali, riducendo gli elementi espressivi ai minimi termini e usando materiali naturali come il legno - utilizzato come supporto - di cui l’artista vuole evidenziare le venature (v. S.T. 69, 1975). Tra gli allievi di Borella Diego Torri è il più rigoroso nella sua ricerca geometrico strutturale: realizza strutture con forme e colori tra loro in rapporto di sequenzialità. Nei suoi “totem” (v. Dal al, 1975 e 5/75, 1975) crea una relazione di contiguità logica tra forme (in positivo o in negativo) e colori (dai chiari agli scuri). Gianfranco Zappettini lavora nell’ambito di ricerche ottico-percettive, legato allo stile tecnologico e più freddo dell’optical milanese; tra il ’64 e il ’68 esegue opere basate sulla ripetizione di un modulo nero su bianco (o su rosso), prima ad olio o acrilico su tela, in seguito (utilizzando materiali industriali) applica sul dipinto fogli di materiale plastico adesivo metallizzato (v. Struttura in BX 06/67, 1967). Le esperienze formali a carattere strutturale degli esordi di Silvia Rizzo, la inducono a realizzare costruzioni plastiche geometriche, elementi primari nei quali analizza forme, luce e colore in rapporto con lo spazio e con la percezione del fruitore (come Arancione + luce del 1970). Stefania Maisano, allieva di Edoardo Alfieri, parte dai riferimenti ad una cultura arcaica per arrivare a forme astratte, essenziali, con rimandi a geometrie; sperimenta le potenzialità dei materiali (bronzo, marmo, pietra e legno) dedicando una particolare attenzione alle patine (v. Il pensiero di Ermete, Come in alto così in basso, 1976). Altro filone è quello che dalla pittura informale prosegue per la figurazione. La ricerca di Giuseppe Trielli parte da una rigorosa analisi conoscitiva sulle superfici dei materiali organici ed inorganici (legni, pietre, lamiere, trame di intonaci, frammenti 12


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di tessuti, elementi vegetali ecc.) deteriorati e corrosi dal tempo, che vengono ingranditi, disgregati e deformati per giungere ad un’astrazione dall’apparenza informale, una materia pittorica densa, intrisa di colore e luce (Anatomia vegetale, 1979). La pittura figurativa di Luigi Grande - strettamente connessa alla sua esistenza - ha ascendenze espressioniste, mediate da un’attenzione alle immagini dei mass media (istantanee fotografiche o fotogrammi del cinema); tematiche costanti sono la figura e il paesaggio di natura, in rapporto spesso complementare, cioè la figura subisce o determina cambiamenti nell’ambiente in cui si muove. Nelle sue opere l’immagine pittorica si muove, si sfoca e si deforma drammaticamente con riferimento a Bacon (v. Uomo in fuga, 1973). Il lavoro di Emilia Santona parte da una figurazione con ascendenze espressioniste per approdare ad un’astrazione informale dai cromatismi accesi, in questo influenzata dal maestro Rocco Borella, soprattutto nella scelta dei rossi, come in Bozzetto, 1959. Le ricerche individuali di Giuliano Menegon e Piero Terrone portano ad una riflessione comparata di linguaggi diversi di derivazione concettuale. Menegon ha come elementi costanti della sua ricerca pittura e poesia in continuo interscambio, in un gioco di sconfinamento di campi e sovrapposizione di senso; nell’opera Una storia di bianchi, 1974, (ispirata alla poesia di Cardarelli) parte da una struttura geometrica essenziale per liberare piccole forme semplificate ed evocative e linee dinamiche, quasi a rappresentare la dialettica tra razionale e irrazionale. Piero Terrone utilizza il linguaggio fotografico, riappropriandosi di immagini già esistenti con un uso contenuto dell’intervento pittorico (con ecoline e biacca), per affermare il tema della precarietà della percezione: nella serie Miramare rappresenta un grande albergo in disfacimento, nella sua condizione di instabilità; in Caveaux raffigura la situazione ugualmente precaria di un cantiere in costruzione, dove la moltiplicazione dell’immagine ha un carattere ulteriormente straniante e inquietante. La sezione dedicata agli anni 60 vede la presenza di 2 tendenze in contrapposizione: da un lato l’informale (con le sue esigenze di individualismo, di irrazionalismo e di espressione delle ansie esistenziali), dall’altro le ricerche astratto concrete. La prima tendenza è riprodotta qui da Raimondo Sirotti, nell’accezione di “naturalismo astratto” (forse l’aspetto più caratteristico dell’informale ligure), con la sua rappresentazione non realistica della realtà. L’artista parte dal dato naturale per darne una rappresentazione emozionata (in Figure, 1967, mediante velature di colore sovrapposte, fa emergere forme evanescenti). Giorgio Bonelli nella sua prima produzione è ancora astratto informale (v. Fondale marino, 1960); in seguito al suo viaggio a Parigi20, si caratterizzerà per una serie di opere legate al ciclo dei rugbisti (1963-’64), un tema realistico e contemporaneamente simbolico (lo sport inteso come dina­13


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mismo, energia e vitalità, ma soprattutto metafora della lotta dell’uomo per conquistare uno spazio vitale). L’altro filone ampiamente diffuso in ambito genovese in questo decennio, quello delle ricerche astratto concrete che si rifanno a nuove valenze di razionalizzazione, è qui rappresentato dalle opere di Rocco Borella (con le sue analisi sulla percezione del colore e di sperimentazione sui materiali) e di alcuni membri del Gruppo Tempo 3: Giancarlo Bargoni, Arnaldo Esposto e Gianni Stirone. Il gruppo si rifà alle teorie gestaltiche per applicarle solo in pittura, rifiutando l’uso di tecniche e materiali dell’industria; pur schierandosi in ambito neo-costruttivista, le loro opere hanno una radice emotiva e fantastica, quindi forme geometriche e colori tendono ad assumere un carattere evocativo. Partendo da questi temi comuni, ogni componente avrà un personale sviluppo della sua ricerca: nella sua indagine sul colore Bargoni perviene ad un’analisi delle variazioni cromatiche, con la costruzione in linea orizzontale di bande di elementi cromatici e materici differenziati. Gli studi sulla forma di Esposto lo portano a realizzare sagome in rilievo su tele monocrome; tali forme estroflesse creano un senso di spazialità grazie all’effetto di chiaroscuro creato dalla luce. In un secondo tempo tali sagome in rilievo appaiono accostate a segni grafici, in una sorta di lettura della genesi della forma attraverso la sua scomposizione. La ricerca artistica di Stirone è costruttiva e rigorosa, elabora composizioni ritmiche con serie di moduli geometrici che subiscono sottili variazioni; le sue trame colorate seguono impostazioni deformanti che portano lo spazio a piegarsi su alcune linee direttrici. Accanto ad una produzione figurativa, Valdieri Pestelli realizza sculture dalle forme astratto concrete con materiali tradizionali (in prevalenza pietra), segno di un interesse per le potenzialità espressive della materia porosa (v. Riflessioni, 1960), ma si spinge anche a sperimentare materiali “industriali” come fili di ferro e pezzi di piombo (Promessa, 1961). Altro indirizzo è quello seguito da Franco Leidi che attraverso le incisioni indaga la drammaticità dell’esistenza, raffigurando personaggi tragici, a volti surreali e grotteschi, vicini alla Nuova figurazione: in L’equilibrista (1968) il personaggio ludico tratto dal mondo circense, viene rappresentato come una figura piena di tensione, una sorta di moderno San Bartolomeo scorticato sul quale pesano tutta la sofferenza e i tormenti della società contemporanea. La mostra si conclude con la stanza dedicata alla prima edizione del 1956, dove sono presenti le opere di Guido Basso (il solo artista vincitore di due edizioni, appunto nel ’56 e nel ’60)21: allievo di Enrico Paulucci, influenzato dagli artisti del14


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l’École de Paris (conosciuti durante le lunghe permanenze nella città)22 l’artista alterna opere figurative a composizioni astratte, costruite con macchie di colore dai cromatismi accesi (come in Senza titolo, 1957). Alle opere di Basso si unisce una piccola selezione di sculture di Sandro Cerchi, assegnatario di un “pensionato” per cinque anni, dal 1935 al 1940, che simboleggiano “uno sguardo al passato”, come elemento di unione tra il primo periodo ottocentesco e la fase moderna del premio.

Prima di assegnare una pensione ad uno studente di Belle Arti, un’Assemblea degli Accademici esaminava i saggi presentati dagli aspiranti concorrenti per valutare se ammetterli al Concorso. I candidati che superavano questa “preselezione” potevano partecipare al concorso vero e proprio che durava più giornate, e consisteva in 4 prove da sviluppare con temi assegnati dalla commissione, di cui 3 erano verifiche pratiche inerenti la classe scelta (ad es. l’esecuzione di un disegno prospettico, un dipinto ecc.), ed una quarta più teorica, in cui il concorrente doveva discutere in un saggio scritto un argomento di storia dell’arte). 2 Adunanza del 6 maggio 1939. 3 v. verbale del 19 maggio 1939. 4 che sia residente a Genova da almeno 10 anni. 5 v. Bando di Concorso per il conferimento di una Borsa di Studio intitolata alla Duchessa di Galliera, Art. 2: “Le domande dovranno essere corredate dai seguenti documenti; […] curriculum dell’attività svolta con una scelta di fotografie dei lavori eseguiti; un saggio dei propri lavori consistente in un’opera originale che dia adeguata dimostrazione delle qualità artistiche del candidato; indicazione del periodo nel quale si desidera possibilmente usufruire della Borsa; programma dettagliato del viaggio che il candidato intende compiere in Italia o all’Estero e piano del lavoro che si propone di svolgere in tale periodo”. 6 V. Bando di concorso, Art. 8 “Il candidato prescelto assume l’impegno di trasmettere alla Direzione Belle Arti del Comune di Genova nei mesi successivi al suo ritorno in sede, una dettagliata relazione sull’attività svolta durante il viaggio.” 7 Art. 3 del Bando di Concorso “La Commissione Giudicatrice sarà composta dall’Assessore alle Belle Arti; dal Direttore dell’Ufficio Belle Arti del Comune; dal Presidente dell’Accademia Ligustica di Belle Arti; dal Soprintendente alle Gallerie ed Opere d’Arte della Liguria; dal Titolare della Cattedra di Storia dell’Arte dell’Università di Genova”. 8 Dalle iniziali L. 500.000, nel 1973 l’importo della Borsa viene alzato a L. 1.000.000, a L. 2.000.000 nel 1982, a L. 3.000.000 nel 1984, a L. 5.000 nel 1996. 9 Nel bando del 1976 è stata inoltre inserita la regola che possono partecipare al concorso gli artisti che abbiano compiuto 25 anni. 10 Dal 1976 è inserita nel bando (Art. n. 2) la richiesta ai candidati di presentare un’opera originale eseguita con tecniche tradizionali: “Sono ammesse soltanto le opere eseguite in tecnica tradizionale: pitture (olio, tempera, acquerello); sculture (a tuttotondo e a rilievo); disegni; incisioni; sia quelle che, utilizzando mezzi espressivi non tradizionali, siano il risultato di una originale ricerca articolata nel tempo e siano realizzate con assoluto rigore formale, regola eliminata negli anni 90. 1

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Dal 1976 nel Bando di Concorso, Art. 3 è stata inserita la regola secondo la quale: “L’originale, o uno degli originali, prodotti dall’assegnatario della borsa, a scelta della Commissione giudicatrice, resterà di proprietà del Comune di Genova, per essere inserito nelle Civiche Raccolte (Galleria d’arte moderna e contemporanea). ” Almeno un’opera presentata dai concorrenti vincitori, entra così a far parte delle collezioni in un primo momento della Gam di Nervi, ed in seguito - dall’edizione del ’93 - del Museo di Villa Croce. 12 Solo 3 erano i partecipanti nelle edizioni del 1985 e 1986, 2 nel 1987 e uno nel 1988. 13 Dal Servizio Beni Culturali nel 1987 la gestione del premio passa al Servizio Speciale Relazioni Culturali (alle dipendenze dell’Assessorato alle Attività Culturali e Scientifiche nell’ambito delle Celebrazioni Colombiane), che due anni dopo espleterà i concorsi delle edizioni 1985, 1986 e 1987; con provvedimento del 16 gennaio1991 la competenza passa dal Servizio Speciale Relazioni Culturali all’Ufficio Stampa e Pubbliche Relazioni. 14 Il 15 settembre 1993 viene trasferita la competenza del premio dal Servizio Stampa e Pubbliche Relazioni all’Ufficio Arte Contemporanea (Museo di Villa Croce). 15 Un caso particolare è l’edizione 2002/2004, nella quale partecipano al concorso gli artisti già presenti nell’esposizione Empowerment Cantiere Italia, organizzata dal Museo di Villa Croce in occasione di Genova 2004 Capitale Europea della Cultura. 16 v. in questa pubblicazione il Ricordo di viaggio di Gianfranco Zappettini, vincitore dell’edizione 1971. 17 Nel 1968 Raimondo Sirotti (dopo aver vinto l’edizione del 1967) intraprende il viaggio-studio in Inghilterra, dove avrà modo di vedere Turner,Whistler, Bacon e soprattutto Sutherland, che influenzeranno un rinnovamento nella sua ricerca in direzione espressionista, nei primi anni Settanta. 18 Ad es. nell’edizione del 1957 parteciparono Emilio Scanavino e Gianfranco Fasce ma, per diversi motivi di ordine burocratico (ad es. Scanavino aveva presentato in ritardo la documentazione necessaria) entrambi i concorrenti furono esclusi e il premio per quell’anno non venne assegnato. 19 Ogni anno il premio è stato bandito e assegnato. 20 Realizzato grazie al Premio d’arte Duchessa di Galliera. 21 Nel bando della successiva edizione del 1961 è stata inserita la regola che potevano partecipare al Concorso gli artisti che non avessero già fruito della stessa Borsa. 22 In seguito alla vincita del premio nel 1956, l’artista ha realizzato il proprio viaggio-studio a Parigi. 11

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2011-1956

Sandra Solimano

Il premio della Duchessa al Museo di Villa Croce Sandra Solimano* Quando nel 1993 le competenze relative all’espletamento del Premo d’arte Duchessa di Galliera vennero attribuite al Museo di Villa Croce la notizia fu accolta da me e dal Direttore del museo Guido Giubbini, che ne aveva fatto richiesta alla civica amministrazione, come una piccola vittoria. Sembrava infatti, almeno a noi, che il museo d’arte contemporanea della città fosse il soggetto più qualificato per portare avanti questa nuova “mission” rivolta al lavoro artistico dei più giovani e che questo incarico si affiancasse e completasse l’attività di promozione della ricerca artistica genovese e ligure che proprio in quegli anni il museo aveva scelto come prioritaria dedicando mostre antologiche ai più noti e significativi protagonisti dell’arte del ’900 in Liguria. In realtà la scelta non era poi così scontata in considerazione del fatto che negli anni 90 l’onda un po’ modaiola del giovanilismo portò tutti o quasi i comuni e le province italiane a dotarsi di uffici per le politiche giovanili, con una vocazione più rivolta agli aspetti sociali che a quelli esclusivamente artistico-culturali, e che anche a Genova era stato istituito un nuovo ufficio comunale, il Centro per la Creatività, in collegamento con il GAI-Circuito giovani artisti italiani, nato nel 1986 e a cui il Comune di Genova aderì nel 1996. Anche se non si può certo parlare di conflittualità va pur detto che non ci fu mai una reale sinergia tra il Museo e il Centro della Creatività. Purtroppo l’individualismo esasperato che caratterizzava anche allora la situazione italiana non consentì una programmazione congiunta delle iniziative rivolte ai giovani e ciascuno scelse la sua strada con risultati non così incisivi come avrebbero potuto essere. Riprendendo il titolo della seconda mostra dedicata al premio Duchessa di Galliera si trattò più spesso di percorsi paralleli che di percorsi incrociati, anche se nel complesso si trattò di un periodo particolarmente propizio alle più giovani generazioni, non senza qualche lamentela di quegli artisti che giovani non erano più (almeno secondo le regole del premio) e si sentivano quindi del tutto trascurati, e persino qualche risentimento da parte dei beneficiari di questa promozione che finirono per sopportare a fatica l’etichetta di “giovani artisti” che rischiava di rimanere a loro appiccicata per troppo tempo! Il museo disponeva anche allora di scarse risorse economiche e cercò quindi di concentrarsi su scelte qualitative suffragate da una commissione di cui entrarono a far parte anche rappresentanti della critica militante e dall’introduzione accanto ­17


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al premio in denaro di una mostra di opere dell’artista vincitore e di una rosa di selezionati, corredata da un catalogo scientifico. L’intenzione era quella di aiutare gli artisti a costruirsi un curriculum che potesse favorire la loro immissione nel circuito dell’arte e del mercato. Il premio Galliera non è mai stato un premio da grandi numeri. La promozione del bando, attuata per regolamento a mezzo stampa (un tamburino sui quotidiani locali) e attraverso l’affissione di manifesti istituzionali tutt’altro che accattivanti, non solo era poco efficace ma rischiava di essere una rete dalle maglie troppo larghe, più favorevole alle autocandidature di aspiranti artisti che ad una pre-selezione severa! Si puntò quindi soprattutto sul contributo delle realtà presenti in commissione (università, accademia, critica) e a richieste di segnalazioni a musei, scuole d’arte, gallerie. Ne emerse un quadro parziale, ma significativo di una situazione genovese, con uno zoccolo duro rappresentato dalle ricerche pittoriche di matrice informale di artisti formatisi all’Accademia Ligustica - Geranzani, Merani, Palerma, Tarantino con qualche trasgressione in direzione di un’astrazione surreale e talora non priva di valenze decorative (Di Vinci) o della scultura/installazione, grazie all’imprinting di Arnaldo Pomodoro (Galante) o della figurazione, iperrealista come quella di Patrizia Buldrini, formatasi sul modello di Lucien Freud, surreale con qualche eco del Picasso precubista (Tardito), semplificata e vagamente neo-pop (Mogni,Valgimigli). Anche se, come ho detto, gli artisti non erano tanti, mi è difficile ricordare tutti quelli che parteciparono alle tre edizioni del premio di cui mi occupai in prima persona. Alcuni li ho seguiti da allora sino ad oggi, altri li ho rivisti soltanto in occasione di questa inaugurazione, altri non erano presenti, forse lavorano ancora o forse hanno scelto altre strade. Riccardo Laggetta ci ha lasciato per sempre, smarrito nel vortice della vita così simile agli spazi inquieti delle sue tele. Ricordo invece che il vincitore della prima edizione fu un outsider, Lamberto Pellegrini, residente a Imperia, che convinse tutti con la forza e la magia delle sue grandi installazioni antropologiche, presenti in questa mostra. L’anno dopo toccò a Roberto Merani, solo segnalato nel ’93 con la sua opera Occidente, e giustamente premiato nel ’98 con un’opera che appare rispetto alla prima (una di fronte all’altra nell’allestimento attuale) come un lavoro compiuto e complesso che aveva felicemente metabolizzato gli insegnamenti dell’Accademia in un’ autonoma ricerca di materiali stratificati e di scrittura. Geranzani e Lucrezia Salerno furono i vincitori ex aequo della terza edizione, unici superstiti della “vecchia guardia” sfuggiti al blocco delle 3 partecipazioni consecutive inserito per evitare l’ “effetto fotocopia”, e ancora vincenti rispetto ai lavori immaturi dei più giovani. Nel tentativo di ampliare l’orizzonte del premio oltre le mura domestiche, per la 18


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seconda edizione chiesi ad alcuni amici critici e storici dell’arte (Matteo Bianchi, Marco Goldin, Laura Safred, Angela Tecce) di scrivere ciascuno un testo per tre degli artisti selezionati. Mi resi conto a posteriori che la mia era stata una forzatura e che in qualche modo avevo costretto i colleghi ad avallare scelte compiute da altri, ma da questi incontri casuali nacquero anche felici sintonie, tra Federico Palerma e Matteo Bianchi, che acquistò opere dell’artista per la collezione del Museo di Villa dei Cedri di Bellinzona di cui era direttore e tra Patrizia Buldrini e Marco Goldin, che uscì dallo studio dopo l’ acquisto lampo di un quadro, lasciando l’artista sbalordita e felice di una così concreta e purtroppo inconsueta forma di incoraggiamento. Forse anche in virtù di queste aperture, o semplicemente perché la situazione ci fu favorevole, si riuscì a realizzare il sogno di “esportare” fuori Italia alcuni degli artisti selezionati dal premio: nel ’98, con la mostra “Genua Berlin”, Geranzani, Merani, Palerma presso l’istituto di cultura di Berlino; nel ’99, con la mostra “Riflessi nello specchio dell’arte”, Patrizia Buldrini all’Istituto di Cultura di Zurigo; nel 2000, con la mostra “Mixed Media”, Di Vinci, Galante,Tarantino e Timossi a Tokio alla Plaza Gallery. Si erano nel frattempo affiancati al Premio Galliera la mostra-premio “Giovani incisori italiani” e il Premio Nazionale di Scultura, istituito per volontà di Rita Aymerito Carnevale in memoria del marito, lo scultore Renato Carnevale, di cui Loredana Galante e Alberto Timossi erano stati i primi vincitori nel 1997: sembrava proprio che questa attività rivolta agli artisti emergenti dovesse diventare una delle assi portanti della programmazione del museo. Ci fu invece una lunga pausa, forse dovuta alla necessità di progettare i grandi eventi del 2004 dove i giovani furono presenti solo nella mostra “Empowerment Cantiere Italia” a cura di Marco Scotini e da cui si scelsero i vincitori dei premi Galliera e Carnevale, rispettivamente Silvia Cini e Adrian Paci. Scelte felici e di grande qualità, ma in qualche modo subalterne a logiche ormai lontane dalla gestione autonoma del premio. L’adesione di Genova al network europeo JCE-Jeune Création Européenne dal 2005 e soprattutto il progetto BAG-Borsa Arte Giovane ideato dall’allora assessore alla Cultura Luca Borzani nel 2006 e nel cui ambito si è svolta nel 2007 l’ultima edizione del premio Galliera (a cura di Francesca Serrati, vincitrice Rebecca Ballestra) hanno rappresentato lo sviluppo nel nuovo millennio delle politiche rivolte ai giovani di cui lo spazio Dogana a palazzo Ducale è al momento la versione più attuale, aggiornata e corretta. Ma questa è un’altra storia e non sta a me raccontarla. * Sandra Solimano ha lavorato presso il museo di Villa Croce dal 1984 al 2010. Ne è stata direttore dal luglio 2003 al dicembre 2010 ­19


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Gianfranco Zappettini

2011-1956

Ricordo di Viaggio (1971) Gianfranco Zappettini “Il ricordo della partecipazione al Premio Duchessa di Galliera è ancora oggi vivo nella mia memoria. Il piano-viaggio che stilai era centrato su un soggiorno a Parigi, per visitare gli studi dei maestri che stimavo fin dai miei esordi in pittura. Presi alloggio in un alberghetto in rue Saint-Sulpice, dietro all’omonima celebre chiesa. Da lì indirizzai le mie visite verso gli studi di Alberto Magnelli, Sonia Delaunay, Julio Le Parc, Sérgio De Camargo e Jean Gorin. Della visita a Magnelli ho ben più di un ricordo: con i miei risparmi comprai un suo quadro del 1944 (che ancora oggi è appeso in casa mia). Da Sonia Delaunay passai molto tempo, era una magnifica ospite, forse anche grazie alla presentazione che di me le aveva fatto Edoardo Manzoni, allora direttore della Galleria La Polena. L’argentino Le Parc era un artista che volevo conoscere fin dal premio che vinse alla Biennale di Venezia del 1966. Il brasiliano De Camargo faceva cose egregie in scultura e mi interessava perché era stato allievo di Lucio Fontana. Gorin era stato un collega di Piet Mondrian: era una persona gentile e allo stesso tempo un frammento di storia dell’arte mondiale. Fu un viaggio determinante per la mia carriera: ebbi conferma che la vita dell’artista non era bohème ma soprattutto duro lavoro ed etica rigorosa e cercai di riversare quell’impressione nel mio agire quotidiano. Dal punto di vista artistico, mi sentii quasi spinto a radicalizzare ancora di più la mia ricerca - già piuttosto rigida per l’epoca – e a proseguire l’indagine nel campo del linguaggio pittorico”.

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1956 Roberto Anfossi Sonia Armaniaco Rebecca Ballestra Giancarlo Bargoni Guido Basso Giorgio Bonelli Rocco Borella Salvatore M. Carrossino Sandro Cherchi Antonino Cerda Silvia Cini Giannella Darbo Arnaldo Esposto Luciano Fiannacca Giancarlo Gelsomino Pietro Geranzani Luigi Grande Franco Leidi Stefania Maisano Giuliano Menegon Roberto Merani Pietro Millefiore

Guido Basso (Genova 1923 -1995) vincitore delle edizioni 1956 e 1960 Paris, 1957 olio su tela cm 19x27 collezione privata, Genova

Paolo Palagi Lamberto Pellegrini Valdieri Pestelli Silvia Rizzo Lucrezia Salerno Emilia Santona Giuseppe Scozzafava Raimondo Sirotti Gianni Stirone Piero Terrone Giuseppe Trielli Diego Torri Gianfranco Zappettini

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1959 Roberto Anfossi Sonia Armaniaco Rebecca Ballestra Giancarlo Bargoni Guido Basso Giorgio Bonelli Rocco Borella Salvatore M. Carrossino Sandro Cherchi Antonino Cerda Silvia Cini Giannella Darbo Arnaldo Esposto Luciano Fiannacca Giancarlo Gelsomino Pietro Geranzani Luigi Grande Franco Leidi Stefania Maisano Giuliano Menegon Roberto Merani Pietro Millefiore Paolo Palagi Lamberto Pellegrini Valdieri Pestelli Silvia Rizzo Lucrezia Salerno Emilia Santona Giuseppe Scozzafava Raimondo Sirotti Gianni Stirone Piero Terrone Giuseppe Trielli Diego Torri Gianfranco Zappettini

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Rocco Borella (Genova 1920 -1994) vincitore dell’edizione 1959 Cromema, 1960 olio su tavola cm 41x18 collezione Museo d’arte contemporanea di Villa Croce, n. inv. 1711


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1959 Roberto Anfossi Sonia Armaniaco Rebecca Ballestra Giancarlo Bargoni Guido Basso Giorgio Bonelli Rocco Borella Salvatore M. Carrossino Sandro Cherchi Antonino Cerda Silvia Cini Giannella Darbo Arnaldo Esposto Luciano Fiannacca Giancarlo Gelsomino Pietro Geranzani Luigi Grande Franco Leidi Stefania Maisano Giuliano Menegon Roberto Merani Pietro Millefiore

Valdieri Pestelli (Genova 1925) vive e lavora a Genova vincitore dell’edizione 1959 Riflessioni, 1960 scultura in pietra di Finale cm 110x50x20 collezione dell’artista, Genova

Paolo Palagi Lamberto Pellegrini Valdieri Pestelli Silvia Rizzo Lucrezia Salerno Emilia Santona Giuseppe Scozzafava Raimondo Sirotti Gianni Stirone Piero Terrone Giuseppe Trielli Diego Torri Gianfranco Zappettini

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1960 Roberto Anfossi Sonia Armaniaco Rebecca Ballestra Giancarlo Bargoni Guido Basso Giorgio Bonelli Rocco Borella Salvatore M. Carrossino Sandro Cherchi Antonino Cerda Silvia Cini Giannella Darbo Arnaldo Esposto Luciano Fiannacca Giancarlo Gelsomino Pietro Geranzani Luigi Grande Franco Leidi Stefania Maisano Giuliano Menegon Roberto Merani Pietro Millefiore Paolo Palagi Lamberto Pellegrini Valdieri Pestelli Silvia Rizzo Lucrezia Salerno Emilia Santona Giuseppe Scozzafava Raimondo Sirotti Gianni Stirone Piero Terrone Giuseppe Trielli Diego Torri Gianfranco Zappettini

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Senza titolo, 1958 olio su tela cm 46x61 collezione privata, Genova


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1962 Roberto Anfossi Sonia Armaniaco Rebecca Ballestra Giancarlo Bargoni Guido Basso Giorgio Bonelli Rocco Borella Salvatore M. Carrossino Sandro Cherchi Antonino Cerda Silvia Cini Giannella Darbo Arnaldo Esposto Luciano Fiannacca Giancarlo Gelsomino Pietro Geranzani Luigi Grande Franco Leidi Stefania Maisano Giuliano Menegon Roberto Merani Pietro Millefiore

Giancarlo Bargoni (Genova 1936) Vive e lavora a Castell’Arquato (PC) vincitore dell’edizione 1962 Espansione cromoplastica, 1962 tempera su tela cm 72,8x93,4 collezione dell’artista, Castell’Arquato (PC)

Paolo Palagi Lamberto Pellegrini Valdieri Pestelli Silvia Rizzo Lucrezia Salerno Emilia Santona Giuseppe Scozzafava Raimondo Sirotti Gianni Stirone Piero Terrone Giuseppe Trielli Diego Torri Gianfranco Zappettini

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1963 Roberto Anfossi Sonia Armaniaco Rebecca Ballestra Giancarlo Bargoni Guido Basso Giorgio Bonelli Rocco Borella Salvatore M. Carrossino Sandro Cherchi Antonino Cerda Silvia Cini Giannella Darbo Arnaldo Esposto Luciano Fiannacca Giancarlo Gelsomino Pietro Geranzani Luigi Grande Franco Leidi Stefania Maisano Giuliano Menegon Roberto Merani Pietro Millefiore Paolo Palagi Lamberto Pellegrini Valdieri Pestelli Silvia Rizzo Lucrezia Salerno Emilia Santona Giuseppe Scozzafava Raimondo Sirotti Gianni Stirone Piero Terrone Giuseppe Trielli Diego Torri Gianfranco Zappettini

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Giorgio Bonelli (Savona 1941- Altare, Savona 1986) vincitore dell’edizione 1963 Fondale marino, 1960 olio su tavola in legno cm 38x80 collezione famiglia Bonelli, Savona


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1963 Roberto Anfossi Sonia Armaniaco Rebecca Ballestra Giancarlo Bargoni Guido Basso Giorgio Bonelli Rocco Borella Salvatore M. Carrossino Sandro Cherchi Antonino Cerda Silvia Cini Giannella Darbo Arnaldo Esposto Luciano Fiannacca Giancarlo Gelsomino Pietro Geranzani Luigi Grande Franco Leidi Stefania Maisano Giuliano Menegon Roberto Merani Pietro Millefiore

Arnaldo Esposto (Genova 1933 -1995) vincitore dell’edizione 1963 Forme blu, 1962 tempera vinilica su tela estroflessa cm 80x75 collezione Museo d’arte contemporanea di Villa Croce, n. inv. 518

Paolo Palagi Lamberto Pellegrini Valdieri Pestelli Silvia Rizzo Lucrezia Salerno Emilia Santona Giuseppe Scozzafava Raimondo Sirotti Gianni Stirone Piero Terrone Giuseppe Trielli Diego Torri Gianfranco Zappettini

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7 6 9 1 1966Roberto Anfossi Sonia Armaniaco Rebecca Ballestra Giancarlo Bargoni Guido Basso Giorgio Bonelli Rocco Borella Salvatore M. Carrossino Sandro Cherchi Antonino Cerda Silvia Cini Giannella Darbo Arnaldo Esposto Luciano Fiannacca Giancarlo Gelsomino Pietro Geranzani Luigi Grande Franco Leidi Stefania Maisano Giuliano Menegon Roberto Merani Pietro Millefiore Paolo Palagi Lamberto Pellegrini Valdieri Pestelli Silvia Rizzo Lucrezia Salerno Emilia Santona Giuseppe Scozzafava Raimondo Sirotti Gianni Stirone Piero Terrone Giuseppe Trielli Diego Torri Gianfranco Zappettini

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Gianni Stirone (Cabella Ligure, Alessandria 1936) Vive e lavora a Genova vincitore dell’edizione 1966-67 Senza titolo, 1965 olio su carta cm 50x70 collezione dell’artista, Genova


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Roberto Anfossi Sonia Armaniaco Rebecca Ballestra Giancarlo Bargoni Guido Basso Giorgio Bonelli Rocco Borella Salvatore M. Carrossino Sandro Cherchi Antonino Cerda Silvia Cini Giannella Darbo Arnaldo Esposto Luciano Fiannacca Giancarlo Gelsomino Pietro Geranzani Luigi Grande Franco Leidi Stefania Maisano Giuliano Menegon Roberto Merani Pietro Millefiore

Raimondo Sirotti (Bogliasco, Genova 1934) Vive a Bogliasco, lavora a Genova vincitore dell’edizione 1966-67 Figura, 1967 olio su tela cm 60x50 proprietà dell’artista, Bogliasco (GE)

Paolo Palagi Lamberto Pellegrini Valdieri Pestelli Silvia Rizzo Lucrezia Salerno Emilia Santona Giuseppe Scozzafava Raimondo Sirotti Gianni Stirone Piero Terrone Giuseppe Trielli Diego Torri Gianfranco Zappettini

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1968 Roberto Anfossi Sonia Armaniaco Rebecca Ballestra Giancarlo Bargoni Guido Basso Giorgio Bonelli Rocco Borella Salvatore M. Carrossino Sandro Cherchi Antonino Cerda Silvia Cini Giannella Darbo Arnaldo Esposto Luciano Fiannacca Giancarlo Gelsomino Pietro Geranzani Luigi Grande Franco Leidi Stefania Maisano Giuliano Menegon Roberto Merani Pietro Millefiore Paolo Palagi Lamberto Pellegrini Valdieri Pestelli Silvia Rizzo Lucrezia Salerno Emilia Santona Giuseppe Scozzafava Raimondo Sirotti Gianni Stirone Piero Terrone Giuseppe Trielli Diego Torri Gianfranco Zappettini

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Franco Leidi (Milano 1933 - Svezia 2008) vincitore dell’edizione 1968 L’equilibrista, 1968 puntasecca e bulino, cm 51,5x39 collezione Galleria d’arte Il Vicolo, Genova


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1970 Roberto Anfossi Sonia Armaniaco Rebecca Ballestra Giancarlo Bargoni Guido Basso Giorgio Bonelli Rocco Borella Salvatore M. Carrossino Sandro Cherchi Antonino Cerda Silvia Cini Giannella Darbo Arnaldo Esposto Luciano Fiannacca Giancarlo Gelsomino Pietro Geranzani Luigi Grande Franco Leidi Stefania Maisano Giuliano Menegon Roberto Merani Pietro Millefiore

Silvia Rizzo (Massaua, Etiopia) 1946 Vive e lavora a Genova vincitore dell’edizione 1970 Arancione + luce, 1970 struttura in plexiglass cm 37x119,5x30 proprietà dell’artista, Genova

Paolo Palagi Lamberto Pellegrini Valdieri Pestelli Silvia Rizzo Lucrezia Salerno Emilia Santona Giuseppe Scozzafava Raimondo Sirotti Gianni Stirone Piero Terrone Giuseppe Trielli Diego Torri Gianfranco Zappettini

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1971 Roberto Anfossi Sonia Armaniaco Rebecca Ballestra Giancarlo Bargoni Guido Basso Giorgio Bonelli Rocco Borella Salvatore M. Carrossino Sandro Cherchi Antonino Cerda Silvia Cini Giannella Darbo Arnaldo Esposto Luciano Fiannacca Giancarlo Gelsomino Pietro Geranzani Luigi Grande Franco Leidi Stefania Maisano Giuliano Menegon Roberto Merani Pietro Millefiore Paolo Palagi Lamberto Pellegrini Valdieri Pestelli Silvia Rizzo Lucrezia Salerno Emilia Santona Giuseppe Scozzafava Raimondo Sirotti Gianni Stirone Piero Terrone Giuseppe Trielli Diego Torri Gianfranco Zappettini

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Gianfranco Zappettini (Genova 1939) Vive e lavora a Chiavari (GE) vincitore dell’edizione 1971 Struttura in BX 4, 1968 acrilico su tela cm 70x70 collezione GAM, Genova, n. inv. 2337


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1972 Roberto Anfossi Sonia Armaniaco Rebecca Ballestra Giancarlo Bargoni Guido Basso Giorgio Bonelli Rocco Borella Salvatore M. Carrossino Sandro Cherchi Antonino Cerda Silvia Cini Giannella Darbo Arnaldo Esposto Luciano Fiannacca Giancarlo Gelsomino Pietro Geranzani Luigi Grande Franco Leidi Stefania Maisano Giuliano Menegon Roberto Merani Pietro Millefiore

Emilia Santona (Genova 1938) vincitore dell’edizione 1972 Bozzetto ’59, 1959 olio su faesite cm 64,5x90 collezione GAM, Genova, n. inv. 1470

Paolo Palagi Lamberto Pellegrini Valdieri Pestelli Silvia Rizzo Lucrezia Salerno Emilia Santona Giuseppe Scozzafava Raimondo Sirotti Gianni Stirone Piero Terrone Giuseppe Trielli Diego Torri Gianfranco Zappettini

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1973 Roberto Anfossi Sonia Armaniaco Rebecca Ballestra Giancarlo Bargoni Guido Basso Giorgio Bonelli Rocco Borella Salvatore M. Carrossino Sandro Cherchi Antonino Cerda Silvia Cini Giannella Darbo Arnaldo Esposto Luciano Fiannacca Giancarlo Gelsomino Pietro Geranzani Luigi Grande Franco Leidi Stefania Maisano Giuliano Menegon Roberto Merani Pietro Millefiore Paolo Palagi Lamberto Pellegrini Valdieri Pestelli Silvia Rizzo Lucrezia Salerno Emilia Santona Giuseppe Scozzafava Raimondo Sirotti Gianni Stirone Piero Terrone Giuseppe Trielli Diego Torri Gianfranco Zappettini

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Luigi Grande (Palermo 1939) Vive e lavora a Sestri Levante (GE) vincitore dell’edizione 1973 Uomo in fuga, 1973 olio su tela cm 100x80 proprietà dell’artista, Sestri Levante (GE)


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1974 Roberto Anfossi Sonia Armaniaco Rebecca Ballestra Giancarlo Bargoni Guido Basso Giorgio Bonelli Rocco Borella Salvatore M. Carrossino Sandro Cherchi Antonino Cerda Silvia Cini Giannella Darbo Arnaldo Esposto Luciano Fiannacca Giancarlo Gelsomino Pietro Geranzani Luigi Grande Franco Leidi Stefania Maisano Giuliano Menegon Roberto Merani Pietro Millefiore

Giuliano Menegon (Venezia 1945) Vive e lavora a Genova vincitore dell’edizione 1974 Una storia di bianchi, 1974 olio su tela cm 132x102 collezione privata, Genova

Paolo Palagi Lamberto Pellegrini Valdieri Pestelli Silvia Rizzo Lucrezia Salerno Emilia Santona Giuseppe Scozzafava Raimondo Sirotti Gianni Stirone Piero Terrone Giuseppe Trielli Diego Torri Gianfranco Zappettini

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1975 Roberto Anfossi Sonia Armaniaco Rebecca Ballestra Giancarlo Bargoni Guido Basso Giorgio Bonelli Rocco Borella Salvatore M. Carrossino Sandro Cherchi Antonino Cerda Silvia Cini Giannella Darbo Arnaldo Esposto Luciano Fiannacca Giancarlo Gelsomino Pietro Geranzani Luigi Grande Franco Leidi Stefania Maisano Giuliano Menegon Roberto Merani Pietro Millefiore Paolo Palagi Lamberto Pellegrini Valdieri Pestelli Silvia Rizzo Lucrezia Salerno Emilia Santona Giuseppe Scozzafava Raimondo Sirotti Gianni Stirone Piero Terrone Giuseppe Trielli Diego Torri Gianfranco Zappettini

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Diego Torri (Como 1951 - Genova 1995) vincitore dell’edizione 1975 Dal al, 1975 5/75, 1975 acrilico su tavola, cm 197,5x17,5x4,5 ciascun pezzo collezione privata, Genova


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1976 Roberto Anfossi Sonia Armaniaco Rebecca Ballestra Giancarlo Bargoni Guido Basso Giorgio Bonelli Rocco Borella Salvatore M. Carrossino Sandro Cherchi Antonino Cerda Silvia Cini Giannella Darbo Arnaldo Esposto Luciano Fiannacca Giancarlo Gelsomino Pietro Geranzani Luigi Grande Franco Leidi Stefania Maisano Giuliano Menegon Roberto Merani Pietro Millefiore

Luciano Fiannacca (Genova 1951) Vive a Magliolo (SV), lavora a Genova vincitore dell’edizione 1976 S.T. 69, 1975 acrilico e pastello su tavola, cm 105x60 proprietà dell’artista

Paolo Palagi Lamberto Pellegrini Valdieri Pestelli Silvia Rizzo Lucrezia Salerno Emilia Santona Giuseppe Scozzafava Raimondo Sirotti Gianni Stirone Piero Terrone Giuseppe Trielli Diego Torri Gianfranco Zappettini

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1977 Roberto Anfossi Sonia Armaniaco Rebecca Ballestra Giancarlo Bargoni Guido Basso Giorgio Bonelli Rocco Borella Salvatore M. Carrossino Sandro Cherchi Antonino Cerda Silvia Cini Giannella Darbo Arnaldo Esposto Luciano Fiannacca Giancarlo Gelsomino Pietro Geranzani Luigi Grande Franco Leidi Stefania Maisano Giuliano Menegon Roberto Merani Pietro Millefiore Paolo Palagi Lamberto Pellegrini Valdieri Pestelli Silvia Rizzo Lucrezia Salerno Emilia Santona Giuseppe Scozzafava Raimondo Sirotti Gianni Stirone Piero Terrone Giuseppe Trielli Diego Torri Gianfranco Zappettini

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Stefania Maisano (Genova 1952) Vive e lavora a Genova vincitore dell’edizione 1977 Il pensiero di Ermete. Come in alto cosÏ in basso, 1976 bronzo cm 25x41x5 collezione GAM, Genova, n. inv. 2391


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1978 Roberto Anfossi Sonia Armaniaco Rebecca Ballestra Giancarlo Bargoni Guido Basso Giorgio Bonelli Rocco Borella Salvatore M. Carrossino Sandro Cherchi Antonino Cerda Silvia Cini Giannella Darbo Arnaldo Esposto Luciano Fiannacca Giancarlo Gelsomino Pietro Geranzani Luigi Grande Franco Leidi Stefania Maisano Giuliano Menegon Roberto Merani Pietro Millefiore

Piero Terrone (Genova 1944) Vive e lavora a Genova vincitore dell’edizione 1978 Miramare, s.d. ecoline e biacca su fotografia cm 58,7x98 collezione GAM, Genova, n. inv. 2391

Paolo Palagi Lamberto Pellegrini Valdieri Pestelli Silvia Rizzo Lucrezia Salerno Emilia Santona Giuseppe Scozzafava Raimondo Sirotti Gianni Stirone Piero Terrone Giuseppe Trielli Diego Torri Gianfranco Zappettini

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1979 Roberto Anfossi Sonia Armaniaco Rebecca Ballestra Giancarlo Bargoni Guido Basso Giorgio Bonelli Rocco Borella Salvatore M. Carrossino Sandro Cherchi Antonino Cerda Silvia Cini Giannella Darbo Arnaldo Esposto Luciano Fiannacca Giancarlo Gelsomino Pietro Geranzani Luigi Grande Franco Leidi Stefania Maisano Giuliano Menegon Roberto Merani Pietro Millefiore Paolo Palagi Lamberto Pellegrini Valdieri Pestelli Silvia Rizzo Lucrezia Salerno Emilia Santona Giuseppe Scozzafava Raimondo Sirotti Gianni Stirone Piero Terrone Giuseppe Trielli Diego Torri Gianfranco Zappettini

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Giuseppe Trielli (Rapallo, Genova 1954) Vive a Rapallo e lavora a Genova vincitore dell’edizione 1979 Anatomia vegetale, 1979 olio su tela cm 100x73 collezione GAM, Genova, n. inv. 2024


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1980 Roberto Anfossi Sonia Armaniaco Rebecca Ballestra Giancarlo Bargoni Guido Basso Giorgio Bonelli Rocco Borella Salvatore M. Carrossino Sandro Cherchi Antonino Cerda Silvia Cini Giannella Darbo Arnaldo Esposto Luciano Fiannacca Giancarlo Gelsomino Pietro Geranzani Luigi Grande Franco Leidi Stefania Maisano Giuliano Menegon Roberto Merani Pietro Millefiore

Giuseppe Scozzafava vincitore dell’edizione 1980 Sculto-pittura n°1, s.d. legno e tela dipinta cm 181x72,5x72,5 collezione GAM, Genova, n. inv. 2025

Paolo Palagi Lamberto Pellegrini Valdieri Pestelli Silvia Rizzo Lucrezia Salerno Emilia Santona Giuseppe Scozzafava Raimondo Sirotti Gianni Stirone Piero Terrone Giuseppe Trielli Diego Torri Gianfranco Zappettini

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1981 Roberto Anfossi Sonia Armaniaco Rebecca Ballestra Giancarlo Bargoni Guido Basso Giorgio Bonelli Rocco Borella Salvatore M. Carrossino Sandro Cherchi Antonino Cerda Silvia Cini Giannella Darbo Arnaldo Esposto Luciano Fiannacca Giancarlo Gelsomino Pietro Geranzani Luigi Grande Franco Leidi Stefania Maisano Giuliano Menegon Roberto Merani Pietro Millefiore Paolo Palagi Lamberto Pellegrini Valdieri Pestelli Silvia Rizzo Lucrezia Salerno Emilia Santona Giuseppe Scozzafava Raimondo Sirotti Gianni Stirone Piero Terrone Giuseppe Trielli Diego Torri Gianfranco Zappettini

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Rober to Anfossi (Sanremo, Imperia 1950) Vive e lavora a Sanremo vincitore dell’edizione 1981 Pittore al cavalletto, s.d. olio su tela cm 79,7x59,6 collezione GAM, Genova, n. inv. 2423


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1982 Roberto Anfossi Sonia Armaniaco Rebecca Ballestra Giancarlo Bargoni Guido Basso Giorgio Bonelli Rocco Borella Salvatore M. Carrossino Sandro Cherchi Antonino Cerda Silvia Cini Giannella Darbo Arnaldo Esposto Luciano Fiannacca Giancarlo Gelsomino Pietro Geranzani Luigi Grande Franco Leidi Stefania Maisano Giuliano Menegon Roberto Merani Pietro Millefiore

Giannella Darbo (Padova 1956) Vive e lavora a Genova vincitore dell’edizione 1982 Senza titolo, 1982 acrilico su tela cm 60,2x60,2 collezione GAM, Genova, n. inv. 2042

Paolo Palagi Lamberto Pellegrini Valdieri Pestelli Silvia Rizzo Lucrezia Salerno Emilia Santona Giuseppe Scozzafava Raimondo Sirotti Gianni Stirone Piero Terrone Giuseppe Trielli Diego Torri Gianfranco Zappettini

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1982 Roberto Anfossi Sonia Armaniaco Rebecca Ballestra Giancarlo Bargoni Guido Basso Giorgio Bonelli Rocco Borella Salvatore M. Carrossino Sandro Cherchi Antonino Cerda Silvia Cini Giannella Darbo Arnaldo Esposto Luciano Fiannacca Giancarlo Gelsomino Pietro Geranzani Luigi Grande Franco Leidi Stefania Maisano Giuliano Menegon Roberto Merani Pietro Millefiore Paolo Palagi Lamberto Pellegrini Valdieri Pestelli Silvia Rizzo Lucrezia Salerno Emilia Santona Giuseppe Scozzafava Raimondo Sirotti Gianni Stirone Piero Terrone Giuseppe Trielli Diego Torri Gianfranco Zappettini

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Fede Speranza Carità…, 1979 acquaforte e inchiostro su carta cm 54x40 collezione privata, Genova

Giancarlo Gelsomino (Varazze, Savona 1958) Vive e lavora a Varazze vincitore dell’edizione 1982 Studio interpretativo di busto di giovinetto di Jacopo Pontormo, 1989 tecnica mista (matita e trasferibili su cartoncino preparato) cm 58x56 collezione privata, Genova


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1983 Roberto Anfossi Sonia Armaniaco Rebecca Ballestra Giancarlo Bargoni Guido Basso Giorgio Bonelli Rocco Borella Salvatore M. Carrossino Sandro Cherchi Antonino Cerda Silvia Cini Giannella Darbo Arnaldo Esposto Luciano Fiannacca Giancarlo Gelsomino Pietro Geranzani Luigi Grande Franco Leidi Stefania Maisano Giuliano Menegon Roberto Merani Pietro Millefiore

Antonino Cerda (Menfi, Agrigento 1955) Vive e lavora a Genova vincitore dell’edizione 1983 Torsione cubica, 1980 scultura in marmo bianco di Carrara cm 25x25x25 proprietà dell’artista, Genova

Paolo Palagi Lamberto Pellegrini Valdieri Pestelli Silvia Rizzo Lucrezia Salerno Emilia Santona Giuseppe Scozzafava Raimondo Sirotti Gianni Stirone Piero Terrone Giuseppe Trielli Diego Torri Gianfranco Zappettini

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1984 Roberto Anfossi Sonia Armaniaco Rebecca Ballestra Giancarlo Bargoni Guido Basso Giorgio Bonelli Rocco Borella Salvatore M. Carrossino Sandro Cherchi Antonino Cerda Silvia Cini Giannella Darbo Arnaldo Esposto Luciano Fiannacca Giancarlo Gelsomino Pietro Geranzani Luigi Grande Franco Leidi Stefania Maisano Giuliano Menegon Roberto Merani Pietro Millefiore Paolo Palagi Lamberto Pellegrini Valdieri Pestelli Silvia Rizzo Lucrezia Salerno Emilia Santona Giuseppe Scozzafava Raimondo Sirotti Gianni Stirone Piero Terrone Giuseppe Trielli Diego Torri Gianfranco Zappettini

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Salvatore Mario Carrossino (Genova 1951) Vive e lavora a Genova vincitore dell’edizione 1984 Ritmo ligure, 1984 olio su tela cm 100x105 collezione GAM, Genova, n. inv. 2046


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1984 Roberto Anfossi Sonia Armaniaco Rebecca Ballestra Giancarlo Bargoni Guido Basso Giorgio Bonelli Rocco Borella Salvatore M. Carrossino Sandro Cherchi Antonino Cerda Silvia Cini Giannella Darbo Arnaldo Esposto Luciano Fiannacca Giancarlo Gelsomino Pietro Geranzani Luigi Grande Franco Leidi Stefania Maisano Giuliano Menegon Roberto Merani Pietro Millefiore

Paolo Palagi (Genova 1954 - Berlino 1987) vincitore dell’edizione 1984 Senza titolo, 1984 tecnica mista su carta cm 70x50 collezione GAM, Genova, n. inv. 2045

Paolo Palagi Lamberto Pellegrini Valdieri Pestelli Silvia Rizzo Lucrezia Salerno Emilia Santona Giuseppe Scozzafava Raimondo Sirotti Gianni Stirone Piero Terrone Giuseppe Trielli Diego Torri Gianfranco Zappettini

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1985 Roberto Anfossi Sonia Armaniaco Rebecca Ballestra Giancarlo Bargoni Guido Basso Giorgio Bonelli Rocco Borella Salvatore M. Carrossino Sandro Cherchi Antonino Cerda Silvia Cini Giannella Darbo Arnaldo Esposto Luciano Fiannacca Giancarlo Gelsomino Pietro Geranzani Luigi Grande Franco Leidi Stefania Maisano Giuliano Menegon Roberto Merani Pietro Millefiore Paolo Palagi Lamberto Pellegrini Valdieri Pestelli Silvia Rizzo Lucrezia Salerno Emilia Santona Giuseppe Scozzafava Raimondo Sirotti Gianni Stirone Piero Terrone Giuseppe Trielli Diego Torri Gianfranco Zappettini

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Sonia Armaniaco (Genova 1959) Vive e lavora a Genova vincitore dell’edizione 1985 Il volto, 1983-’84 Mashup video Durata: 5’ collezione dell’artista, Genova


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1986 Roberto Anfossi Sonia Armaniaco Rebecca Ballestra Giancarlo Bargoni Guido Basso Giorgio Bonelli Rocco Borella Salvatore M. Carrossino Sandro Cherchi Antonino Cerda Silvia Cini Giannella Darbo Arnaldo Esposto Luciano Fiannacca Giancarlo Gelsomino Pietro Geranzani Luigi Grande Franco Leidi Stefania Maisano Giuliano Menegon Roberto Merani Pietro Millefiore

Pietro Millefiore (Genova 1956) Vive e lavora a Genova vincitore dell’edizione 1986 Rod Boy and Light (1st), 1986 olio su carta cm 211x150 collezione dell’artista, Genova

Paolo Palagi Lamberto Pellegrini Valdieri Pestelli Silvia Rizzo Lucrezia Salerno Emilia Santona Giuseppe Scozzafava Raimondo Sirotti Gianni Stirone Piero Terrone Giuseppe Trielli Diego Torri Gianfranco Zappettini

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1993 Roberto Anfossi Sonia Armaniaco Rebecca Ballestra Giancarlo Bargoni Guido Basso Giorgio Bonelli Rocco Borella Salvatore M. Carrossino Sandro Cherchi Antonino Cerda Silvia Cini Giannella Darbo Arnaldo Esposto Luciano Fiannacca Giancarlo Gelsomino Pietro Geranzani Luigi Grande Franco Leidi Stefania Maisano Giuliano Menegon Roberto Merani Pietro Millefiore Paolo Palagi Lamberto Pellegrini Valdieri Pestelli Silvia Rizzo Lucrezia Salerno Emilia Santona Giuseppe Scozzafava Raimondo Sirotti Gianni Stirone Piero Terrone Giuseppe Trielli Diego Torri Gianfranco Zappettini

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Lamberto Pellegrini (Orvieto 1963) Vive e lavora a Imperia vincitore dell’edizione 1993 Tirreno, 1994 installazione (tela macerata con ossido di ferro, legno) dimensioni ambientali collezione Museo d’arte contemporanea di Villa Croce, n. inv. 1931


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1996 Roberto Anfossi Sonia Armaniaco Rebecca Ballestra Giancarlo Bargoni Guido Basso Giorgio Bonelli Rocco Borella Salvatore M. Carrossino Sandro Cherchi (particolare)

Rober to Merani (Genova 1966) Vive e lavora a Genova vincitore dell’edizione 1996 Confini d’aria, 2000 pittura, collage e resine su carta su tavola cm 100x400 collezione Museo d’arte contemporanea di Villa Croce

Antonino Cerda Silvia Cini Giannella Darbo Arnaldo Esposto Luciano Fiannacca Giancarlo Gelsomino Pietro Geranzani Luigi Grande Franco Leidi Stefania Maisano Giuliano Menegon Roberto Merani Pietro Millefiore Paolo Palagi Lamberto Pellegrini Valdieri Pestelli Silvia Rizzo Lucrezia Salerno Emilia Santona Giuseppe Scozzafava Raimondo Sirotti Gianni Stirone Piero Terrone Giuseppe Trielli Diego Torri Gianfranco Zappettini

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1999 Roberto Anfossi Sonia Armaniaco Rebecca Ballestra Giancarlo Bargoni Guido Basso Giorgio Bonelli Rocco Borella Salvatore M. Carrossino Sandro Cherchi Antonino Cerda Silvia Cini Giannella Darbo Arnaldo Esposto Luciano Fiannacca Giancarlo Gelsomino Pietro Geranzani Luigi Grande Franco Leidi Stefania Maisano Giuliano Menegon Roberto Merani Pietro Millefiore Paolo Palagi Lamberto Pellegrini Valdieri Pestelli Silvia Rizzo Lucrezia Salerno Emilia Santona Giuseppe Scozzafava Raimondo Sirotti Gianni Stirone Piero Terrone Giuseppe Trielli Diego Torri Gianfranco Zappettini

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Pietro Geranzani (Londra 1964) Vive e lavora a Milano vincitore ex aequo dell’edizione 1999 Ombra ammonitrice II, 1997 olio su tela cm 200x272 collezione Museo d’arte contemporanea di Villa Croce, n. inv. 2465


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1999 Roberto Anfossi Sonia Armaniaco Rebecca Ballestra Giancarlo Bargoni Guido Basso Giorgio Bonelli Rocco Borella Salvatore M. Carrossino Sandro Cherchi Antonino Cerda Silvia Cini Giannella Darbo Arnaldo Esposto Luciano Fiannacca Giancarlo Gelsomino Pietro Geranzani Luigi Grande Franco Leidi Stefania Maisano Giuliano Menegon Roberto Merani Pietro Millefiore

Lucrezia Salerno (Marruggio, Taranto 1965) Vive e lavora a Genova vincitore ex aequo dell’edizione 1999 Immagini, 1998-99 cartella di 6 stampe fotografiche su acetato, incise a mano cm 50x70 ciascuna collezione Museo d’arte contemporanea di Villa Croce, n. inv. 2466/2471

Paolo Palagi Lamberto Pellegrini Valdieri Pestelli Silvia Rizzo Lucrezia Salerno Emilia Santona Giuseppe Scozzafava Raimondo Sirotti Gianni Stirone Piero Terrone Giuseppe Trielli Diego Torri Gianfranco Zappettini

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4 0 0 2 2002 Roberto Anfossi Sonia Armaniaco Rebecca Ballestra Giancarlo Bargoni Guido Basso Giorgio Bonelli Rocco Borella Salvatore M. Carrossino Sandro Cherchi Antonino Cerda Silvia Cini Giannella Darbo Arnaldo Esposto Luciano Fiannacca Giancarlo Gelsomino Pietro Geranzani Luigi Grande Franco Leidi Stefania Maisano Giuliano Menegon Roberto Merani Pietro Millefiore Paolo Palagi Lamberto Pellegrini Valdieri Pestelli Silvia Rizzo Lucrezia Salerno Emilia Santona Giuseppe Scozzafava Raimondo Sirotti Gianni Stirone Piero Terrone Giuseppe Trielli Diego Torri Gianfranco Zappettini

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Silvia Cini (Pisa 1972) Vive e lavora a Sestri Levante (GE) vincitore dell’edizione 2004 Penelope addio, 2005 Installazione video + fotografia Durata: 1’ 44” collezione Museo d’arte contemporanea di Villa Croce


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2007 Roberto Anfossi Sonia Armaniaco Rebecca Ballestra Giancarlo Bargoni Guido Basso Giorgio Bonelli Rocco Borella Salvatore M. Carrossino Sandro Cherchi Antonino Cerda Silvia Cini Giannella Darbo Arnaldo Esposto Luciano Fiannacca Giancarlo Gelsomino Pietro Geranzani Luigi Grande Franco Leidi Stefania Maisano Giuliano Menegon Roberto Merani Pietro Millefiore

Rebecca Ballestra (Sanremo, Imperia 1974) Vive e lavora a Bordighera vincitore dell’edizione 2007 Il peso dell’umanità, 2007 installazione video + fotografia + pietre dimensioni ambientali collezione dell’artista, Bordighera

Paolo Palagi Lamberto Pellegrini Valdieri Pestelli Silvia Rizzo Lucrezia Salerno Emilia Santona Giuseppe Scozzafava Raimondo Sirotti Gianni Stirone Piero Terrone Giuseppe Trielli Diego Torri Gianfranco Zappettini

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duchessa di galliera interno:Layout 1 28/07/11 12.39 Pagina 58

©­Edizioni­Falsopiano­-­2011 via­Bobbio,­14/b­ 15100­-­ALESSANDRIA­-­Italy www.falsopiano.com


copertina duchessa def:Layout 1 28/07/11 21.27 Pagina 1

Museo d’Arte Contemporanea di Villa Croce

2011-1956

PREMIO D’ARTE DUCHESSA DI GALLIERA

un percorso tra i linguaggi del contemporaneo in Liguria

2011-1956

PREMIO D’ARTE DUCHESSA DI GALLIERA

2011-1956

Roberto Anfossi  Sonia Armaniaco Rebecca Ballestra Giancarlo Bargoni  Guido Basso Giorgio Bonelli Rocco Borella Salvatore M. Carrossino   Sandro Cherchi Antonino Cerda Silvia Cini  Giannella Darbo   Arnaldo Esposto Luciano Fiannacca Giancarlo Gelsomino  Pietro Geranzani Luigi Grande Franco Leidi Stefania Maisano Giuliano Menegon Roberto Merani Pietro Millefiore Paolo Palagi   Lamberto Pellegrini Valdieri Pestelli Silvia Rizzo Lucrezia Salerno   Emilia Santona Giuseppe Scozzafava Raimondo Sirotti Gianni Stirone   Piero Terrone Giuseppe Trielli Diego Torri Gianfranco Zappettini

ISBN 978-88-89782-41-5

EDIZIONI FALSOPIANO


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