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LE ARTI

FALSOPIANO

una collana diretta da Mario Gerosa


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EDIZIONI

FALSOPIANO

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Lino Molinario


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Nel cuore di ogni aforisma per quanto nuovo o addirittura paradossale esso possa apparire pulsa un’antichissima veritĂ


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Il vero non è l’intero (o forse sì?) di Ernest Fries Almany

Sette componimenti presentati per la prima volta in un’antologia degli scritti poetici di Lino Molinario, autore affascinante e garbato, partecipe di una poetica imprevedibile e profonda, dove è possibile enucleare tracce di un percorso, di un’inattesa e rigorosa evoluzione. Dalle liriche degli esordi novaresi, dove l’esaltazione della “bella composizione” e’ tutt’uno con la scoperta di una parola polisensa, e la sperimentazione rinnega il formalismo sterile per diventare inno alla vita e alla bellezza dell’incontro, via via verso una forma di scrittura che orgogliosamente si “disincanta” ma non si “disamora”, ponendosi a specchio personalissimo e sentito del male nel confronto tra il cittadino e la barbara moltitudine dei nostri anni. È il momento delle percezioni che diventano sinonimo di una acquisita (in)certezza, del “qui ed ora” che si tramuta in ciò che siamo e che potremo essere se soltanto ci portiamo a capire un po’ più di noi stessi al di fuori delle regole del gregge. Nascono così opere bellissime, che qui presentiamo nella loro completezza: “Percezioni di finitezza”, “Casa e lavoro”; in esse la poesia si ricompone in una prosa originale mai pedante. Emergono lampi di sconcertante fierezza: la solitudine del malato e la soglia metafisica sentita come incognita e dubbio da riproporre come monito di umana ritrattazione del sociale. Una poetica del sensibile che diviene estetica dello smarrimento urbano, ribadita nella raccolta sul mondo dei travets, gli impiegati conosciuti da vicino e impietosamente ridisegnati da una prosa che irride e ci riguarda non solo per paradosso. L’ironia sottile dell’osservatore britannico, non rinnega il motto di spirito, in un contesto che con arroganza malcelata sopprime invece senza alcun dubbio esistenziale la nostra individualità.

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Questo libro, pur essendo una sintesi del lavoro dell’autore novarese, propone uno sguardo d’insieme sulla scrittura di Lino Molinario, il quale fu anche fine dicitore della sua produzione. Lo ricordiamo come lettore e interprete sottilissimo. Fu anche autore di collages, nei quali amava ritrovare ritagli e intarsi della sua memoria e della sua passione per il collezionismo. Un collezionismo “esistenziale”, offerto alla passione per la memoria come campo di possibilità’ e non invece sterile edificio museale, scelta baldanzosa e autoironica per mettere a segno e contrappuntare le traiettorie degli incontri; virtù rara da raccomandare come cura e antidoto per questi tempi di malafede deterministica, zona impervia e non solo franca, in cui fare della vita un inno alla propria singolarita’, a quei “saperi sperperati” che possono essere un dono. Molinario, intellettuale raffinato con un senso stoico dei valori umani, realista e possibilista, avrebbe dedicato questo libro ai suoi amori e ai suoi amici, alla figlia Beatrice, e a chi avesse detto si alla vita.

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Silenzioso, 1988

ERUTTIVO Lapislazzuli roventi sfrecciano espulsi abulici dalle fauci indigeste di malefici esseri rantolanti insicuri pudici delle radici occulte e di adulte genie.

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EPIGRAFE Le epigrafi digrignarono i denti dei loro affidati. Li ridussero a segni di gesso e parole di vuoto maledirono le loro povertĂ li scortarono a Dio con ordine.

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INTRUSIONE Emboli nei pensieri del mio amore flagellano le mie solennità. Tito si sbaglio’. Le sicurezze avvincono anche l’intrepido. Ed io non lo sapevo.

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TRINCEA Timidi bagliori di cingoli assassini accecano pupazzi di terraglia sbarrandone gli sguardi di maiolica

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LICANTROPI Licantropi in pleniluni insolenti discorrono di insonnie incessanti motivo interferenze televisive.

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PREGIUDIZIALE Scurrili gesti orribili parole stridule gesta. Costante nel tempo di una famiglia padana di origini normanne.

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PROIETTILE Sparare colpire un lembo di petalo di fiore di un giardino di una villa di una costa di un pacchiano imprenditore bellico lombardo.

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SPETTACOLO Autorizzato a sostare in angoli della mente restai attonito… Com’è labile il viaggio che un po’ di me trascorre.

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CI SEI? Timida e velata mi anneghi di te. La tua presenza paga di immonde umanitĂ malsane e inabissate.

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BASTIONI Oppongo bastioni e anfratti a riverberi rinascenti di qualche prode scrupolo. Purtroppo basteranno‌

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RENO Sturasti la vasca germanica delle sue vergogne. Il corso tuo va placido‌ ora.

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OSSERVATORIO … E tra luci e interstizi lunari fagocitai teoremi di un masso cosmico con mille santità e pomi d’uranio. … E tra luci e interstizi lunari si affacciò la mia illusione di respirante all’azoto refrattario a diaspore stellari. … E tra luci e interstizi lunari mi ritrovai solo con bieche premonizioni di galassie in collisione.

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… E SE … … E se io fossi irradiato dalla tua luce coprirei l’ombra del mondo concerei le pelli marce di grassi inutili e assassini vani. Sgorgherebbero sentimenti dalle viscere del mio essere.

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COSA C’E’ Tutto dipende… Il mio sguardo è cadente. Lo rafforzo tendo l’occhio in direzione retta od obliqua non incide. Massa, forma, colore contaminati. Conformismo ottico tensione umana. Contraggo il nervo la retina è a regime. NULLA. Massa, forma, colore contaminati. Lei era accanto a me respirava e mi annusava. Ero comodo ma felice. La rimiro. Corre sul seciato… capelli carbone.

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SOFFI D’AMORE Un alito di brezza s’invaghì del tuo ombrellone. Pareva volesse porgergli i saluti. Così lo aprì e lo chiuse lo rullò lo strinse lo smosse. Ma la madre stanca e gelosa dell’idillio fiera d’esser nube lo sollevò portandolo su un villaggio. Ma sul viale un verde pino…

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PROGRAMMA … Monetizzare le intenzioni. … Lottizzare gli impulsi. … Il vissuto è settoriale. Non omogeneo cosmo ma intermezzo di frangenti cozzanti e lesivi cursori apparenti di ambiti distanti ed estranei … in reale emulsionati ad interconnessione riflessi in uno stesso prisma.

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PARCHEGGI Meticoloso parcheggio di idee tra interiezioni estemporanee e soste assenti dal reale. Ozieggio cosĂŹ tra lenzuola blu e note di un Battisti con raucedine.

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ACROBATA Solingo solevo chinare lo sguardo. La tua brezza di vischio fresco di gocce di prato mi inteneriva. Vagavo sollevato con metastasi da funambolo. Divenni un acrobata del sentimento.

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SOLE Purpureo. Così comparve quel mattino. Guardingo si smosse dalla culla dell’orizzonte. Emise gemiti indistinti quasi volesse lamentarsi… del sottostante. Lo compatii perché prese a brillare ancora.

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DUALISMO Stanziale presenza di un’anemone innamorata che grava sul mio ventricolo sinistro riflessivo di una peripezia. Intanto il destro inibita l’immagine consueta profetizza fedifraghe illazioni.

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Pianissimo, 2001

OLIVETTI 22 Quando le dita fendono i corpi di quegli inermi metallici servitori, fedeli sotto ossido non mi sento creatore di emozioni, semmai un imperatore coi suoi soldatini di piombo uguali in uniforme, come quand’ero bambino e mi pareva d’avere in mano il mondo.

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POLESINE Un suono gutturale tra chili di corpi nel grembo d’acqua e loto mi desta; nella diaspora degli argini le immagini si ossidano come gavette in trincee di neve. Segnali di presenza appaiono adiacenti; un cavallo di spade un re di cuori un asso di quadri in navigazione costeggiano minuzzoli di tegole che i pesti cani affamati dalle rotte ingovernabili di tazze naufraghe scagliano su pagliacci di piume di penne 32


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col becco intinto di fango e pianto. Il sorriso della notte è complice del mare apparentemente turbato forse apatico‌

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IL SENNO DI POI Il tempo insegue le storie e il dolore ma tardi li agguanta. Come invano la luna corre al sole e il sole alla luna. Cade altera la bandiera di una stella ribelle e trascorso è l’attimo dei desideri. 34


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ARGONAUTA DELLA VITA Ignoto anche alle mie ombre aspiro ossigeno col cuore in vitro - complice nell’ascoltare pensieri e idee: furtivo mi immergo nell’ombra ad ascoltare i gemiti del tempo lamentoso che corre senza sosta, negli occhi di un nano claudicante. Il panico mi afferra mi stringe in un cono di schiuma senza fondo, 35


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la luna tesse trame di luce rimescola le carte dei miei itinerari.

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LA DONNA DEL BARO Inutile dire dell’asso di picche consunto tra arnesi segnati, dei miei sentimenti spezzati nel mezzo di un tenero baro; dei sogni di sangue troppo giovane avido di vita e amore candido amante per gioco per sempre.

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PIATTEZZA L’apocalisse è sciogliere un cubetto di ghiaccio lentamente sul ventre di un piatto; questi dischi volanti sempre intrappolati da sguardi famelici identici: sono anfitrioni di larghe vedute ascoltano spesso le venture altrui; esiste un classismo tra loro, una profondità differente d’animo. Quando si ritirano dal servizio osservano decorati come medaglie, sospesi ai muri, il fluire dei colleghi. Le effusioni sono rare, solitamente 38


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solo in lavastoviglie il calore è ottimale. L’esistenza media non è quantificabile ma gli antipasti ne dilatano la durata. Gli incidenti di percorso sono spiacevoli le esequie al cinereo cassonetto più prossimo.

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PROSPETTIVA Trasparenze di ricordi sublimi che solo linee strappate all’infinito della passione proiettano… Scrutando l’umano lento defluire ai bordi di situazioni imbarazzanti, di affollati isolamenti, di pacifiche crudeltà, osservo piogge acide pettinare fronti corrugate di cupidi vampiri, evasi da un gioco virtuale ormai troppo banale.

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AGONIA Bianchi cavalli si fanno largo tra rovi assassini, verdi serpi arroventano grida d’amore. All’orizzonte tanto caldo opprime le mie incombenti brame di movimento disperato. Dimenare le mani cicatrizza le stigmate dei miei incubi. La morte arriverà vigile della vegetazione ma non si curerà di lei diritto verso me verrà cara! ad accudirmi a rovistare una volta 41


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ancora tra i miei disordini consueti.

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LANTERNE MAGICHE Feeling arcano tra due fotogrammi di pellicola in proiezione. Galeotto fu il fermo immagine.

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RESIDENZA PER ANZIANI “BELVEDERE� Mi ricordo di rughe malinconiche, spenti occhi di rugiada a contrastare la notte, burattini di cartilagine, numeri in silenzio, ladri di ricordi senza un bottino.

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PAGLIACCIO Il sorriso del pagliaccio attraversa il tempo della giovinezza poi attende che tutti scorrano nelle loro vite e rimasto solo di trucco s’avvelena.

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A MIO PADRE Nell’aria occhi di cenere sciolti sul mio volto, dentro ogni sguardo, tra le dita della vita‌ Nei passi della mia solitudine senza di te estraneo in me mi intorpidisce il sonno della vita.

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Andante, 2002

ELOGIO AL LIMBO Tasche con buchi di cera spenta. Foglie d’inchiostro, spirali, segni di altrove. Ghirigori di piume nell’eremo della penombra. E’ il paese dei chissà, l’elogio al limbo.

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DOMENICA POMERIGGIO Trampoli cassintegrati tracciano a compasso cerchiolini di trottole nelle calde stoffe carbonizzate di caffè, al fondo delle stradine piccine piccine con virgole muscolari e punti perduti nella clessidra delle intenzioni, esclamazioni di umani buoni, escrementi di cani umani.

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TALK SHOW Non c’è dove specchiarsi In quest’ameno a s c e n s o r e di parole senza occhi né orecchi dove ti chiedi di un Dio qualsiasi.

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IO E MIA FIGLIA (BEA) Un motore per la veglia, un vessillo per non sparire, l’evidenza di consistere… se sagome lanuginose, antiche strade della vita senza lampioni… stracciate le dolenze, accendono provvide fantasie all’innocenza che c’è di me e 50


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si incendiano d’incanto ritrovato.

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AMOUR Il minimo buio e poi l’elettricità di noi, aura di squarcio di un giro girotondo di assenze, divamperà nell’imbuto dei momenti, sempre quelli. E il segno sarà il cangiante colore, dentro nel bianco della scena quotidiana 52


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e nel nero del sipario della vita: e ancora, all’abbassare degli sguardi, sarà una cometa di fiori, altare delle pause dei sensi, il ritornello dell’amore che si fa prezioso tanto più l’attesa è ardita e la voce un fiato.

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STILE BALNEARE Tuffi e tonfi spiati, fresco vento respinto, interni di hotel con solitario. Ti ricordo Così, col tuo flaccido enigma, una sciarada di vene increspate senza un’ipotesi, sudario masticato tra possenti gengive di mare fumé. Consistevi 54


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per strisce di scivoloso perimetro, di mefitica immaginazione, senza un’area da calcolare che non fosse tangente al tuo delirio: forse solo una cantilena, sempre quella, come boa a traguardare la costa. Poi, soltanto ricci di spugna sulla tua polpa corrosa di nebbia, spuntati a spegnere il sole 55


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al volto famelico, terzo ombrellone, quarta fila, al volto famelico, seconda fila, terza sdraia‌ Una radio di parole di sale, un circhio di occhi impanati con sabbia, cavati dalle reti, senza congiunzione col blu. E scendeva dal molle ventre del golfo la sera misericordiosa sulle tue briciole, nuda, tra stropicciati 56


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accadimenti di sottile mediocrità . SCANTINATO Cimici, fragore del tempo, zibaldoni a noia della polvere, graffiti attorno ai confini percettibili, sfiorite piume d’ombra nella leggerezza del giaciglio minuto.

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INTERSEZIONE Semaforo di aneliti di brezze da brividi di incontri di mistero ‌ dacci il verde quotidiano!

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UNITA’ DI MISURA Succoso appunto: goccia saltella ignara cristallina scheggia e fluida s’accoppia con vigore all’altra, così la tua memoria, rabberciata nella mia, capovolta nel bicchiere confonde – vecchi duelli – la latitanza con la riflessione, il rimpianto con la nostalgia, l’omissione con l’opportunità.

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Mosso, 2003

GRAND PRIX “GIOVENTU’” Una corsa impossibile, a ritroso il rettilineo delle intenzioni, ai confini di 37 nontiscordardimé: sugli spalti di pelli lise le voci registrate, i messaggi consumati dagli sponsor… Luci sui piloti sonnambuli, sfregiati dall’oro delle vittorie, e ancora ombre di omini con chiavi inglesi focomeliche. La processione per Ognissanti (Senna e altri) ha luogo con tute e mimi e pile e rossetti e balletti di pistoni. Bandiera a scacchi e tutti vincitori.

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SPAZIO PRESEPIALE Baobab soffiato con domopack vento di segatura, sabbia di stagione, madrepora a costo zero, fazenda di montaggio. Abitini di guttaperca, trik e trak a batteria. Abracadabra da presepista.

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BRAILLE Catapulta – guardrail – destrogiro Litoranea—Niente luci Puntini Stelline Puntini occhi nelle mani del mare senza blu, un confuso decoupage di bagni l’anno prima, puntini, puntini, puntini.

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LEGNI SACRI Albereto, lavacro del liutaio, tappeto di orme, faretra nell’aria, telaio di tribÚ, asilo di alci e urogalli, madre di freccie e alcova di sciacalli.

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FARFALLE All’indietro, tirato dall’acchiappafarfalle con bimbo; sulla nuca ho ancora il pigmento dei disegni a piacere tirati dalle squadriglie nell’aria del grigio del mappamondo; tra i miei occhi di fuliggine, si appostano le “tovaglie” volanti, 65


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venute a cibarmi della loro grazia, come fili di girandole e di perle. Sono taglia e cuci di arcobaleni e di pioviggine, mostrine ai bovini, decorazioni sui covoni.

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A4 Percorsi forzosi senza ventilazione, silenziatori di sevizie in abitacoli avvitati alle luci, targhe e lapidi e fette di benzina sciolte in carreggiate di mare, strisce di alberi con la tosse, telefoni muti, corse al nulla con ripartenza. Mondo che non fa storia dove la si dimentica rischiando di terminarla.

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MANICHINI Le mie lunettes appoggiate allo specchio scenico. La vita è una vetrina in riflessione. Si regge sui dubbi del vetrinista, su verità espanse (polistirolo) e come un elastico aderisce alle pose.

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MENDICANTE D’AMORE Unanime è sfuggirci senza un metodo e con ripetizione, noi mendicanti d’amore, arredi di strada senza direzione, alcuni col cappello a disegnare il cammino del giorno avanti. Custode all’entrata delle nostre esitazioni, un’esanime figura -le mani calde- imposte in preghiera, come altare un catino acqua e sapone, per paramento due asciugamani, filoni di pane per ostie e poi vino… santo. La liturgia si compie ogni giorno di ogni mese di ogni anno in un qualsiasi luogo in grazia di Dio. La sete che non passa a noi assetati, e l’acqua che non cessa di fluire.

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SUICIDIO ALLA STAZIONE Culatta, il rinculo della fine di una pendolare. Come un bersaglio, una specie di pignatta oscillante tra fendenti, una sveglia in orario col delirio, gli atomi di profumo, gli elettroni sulla cintura attorno al nucleo di fissione. Suicidio con autoscatto nella casamatta delle attese; una cantante lirica esplode la sua parrucca in coriandoli nel vano biglietteria, le scale mobili le fanno da camerino, una panchina, da teatrino. L’ultimo canto.

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DEVOTO CON INGRATA (BILLY) Cancello, dente ferito, pulce, sacco di confine, il cielo nel cerchio della corda; lingua nella morsa, palpebra di spugna, appassita macchia, filigrana nel ricordo; tatuaggio rosso, d’asfalto, incastro tra l’orizzonte, la piastrina e l’avantreno, deflettore e copertina. Cattiva la PADRONCINA.

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LEZIONE Al vanaglorioso, all’illuso essere accanto a sole e luna, spazio è concesso solo nel birignao. Biglietto staccato per il negletto solo a spettacolo iniziato -esito viziatonon gli resta che l’appiglio lungo il collo al tao.

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ANTE GUTEMBERG Strisce d’inchiostro tra le forbici della superstizione; segni di pennino trasparenti alla storia; arnie di calamai come fondali di rotte mai segnate; roventi ceralacche per messaggi in bottiglia.

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AUGURI Biglie bolle blu, sapone naso all’insù, un filo di festoni fino alla TV. Un attimo in cucina e l’esplosione di zucchero solfeggia un… accendigas, una musica da camera circonda le flebili azioni di pupazzetti di crema Lucine alle candeline l’applauso in… plexiglass, Cornicine col primo pannolino come trofeo, sopra il fasciatoio degli spazi vuoti. Movimenti e contro movimenti poi -in bianco e neroun Superotto con mamma e papà, per pubblico sulla moquette 74


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un filippino clown, la tata ed io. Papi n.p. di Mami solo uno‌ strass.

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DAGHERROTIPO Pennacchio su copricapo fiume di piume tra pareti di nervi, sulle cicatrici gli anni del vento, la smorfia imbalsamata di chi ieri ha colorato il fieno di rosso al tramonto di guardia a cavallo. Zoccoli caricati su teste con piastrina coi ferri striati scolpiti nel fango. E due corvini mustacchi morbidi e pettinati dall’aria degli assoli di cannone. Mustacchi gli ultimi a congedarsi se al fragore dell’ultimo assalto 76


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al legittimo possessore baionetta serrata la terra dispensi la compagnia sbagliata. Dagherrotipo di mio zio Eugenio, morto di lĂŹ a minuti tre.

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REAZIONI CHIMICHE Alambicco migratore al distillatore, un becchino opalino, un invaso di creature letali per reazioni occasionali.

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NOI NIENTE La paralisi delle idee nasce dall’osservazione con telescopio, immediata l’impressione senza tatto né olfatto che non occorrano assegni postdatati nella barriera spazio-tempo, che i piercing e i tatuaggi siano isolati punti di sutura tra la speranza di vita a Milano e l’affaccio stellare di un pensiero di morte, che l’eredità che lascerà la terra, al suo abbandonarsi sarà, 79


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come un ventaglio di rovi sulle culle.

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SUL LAGO DI COMO Svettante pinnacolo foderato d’ardesia, figlia dei guardiani attorno in circolo perenne. Nella colombaia tra piccioncini di tante paia la beffarda provvidenza arrotò le lame della probabilità. Viottolo molto affollato, viandanti tre di cui bravi due. Ecclesia vita: serrato grasso il chiavistello, negata la luce del tabernacolo, eccolo esclamato un predicozzo per un bell’ostacolo. Pareva la solita solfa. 81


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I CASI DELLA VITA Tempio, un vagone di coda un cavo orale un cesso. Scempio, escreato su est lato di sedile seconda classe treno pendolari fetoso ascesso in cavitĂ dentale con sospetto adentinoma olezzo a raffica di urine plurietniche stazionario su w.c.. Esempio, e se si fosse mosso quella mattina, mani al volante o con sputacchiera presente trapanato il dente allorchĂŠ dolente a prostata efficiente con vescica capiente?

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Percezioni di finitezza, 2008

A MASSIMO Per alcuni c’è un sottile piacere a ricevere una notizia spiacevole che riguarda un amico. Per altri c’è una viscerale immedesimazione emozionale per le vicende vissute dall’amico. In realtà sono sollevati e scossi per averla scampata loro. Tutti o quasi sono portati di impeto a garantire impegni e aiuti senza porre alcun limite (apparente). Gli amici veri sono silenti, radioamatori sintonizzati sulle tue frequenze da abisso, mai ridondanti e senza retorica. Hanno già calcato il terreno accidentato di un percorso senza orizzonte con gli occhi chiusi.

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UN TETTO NON PIU’ UN TETTO La tangenza con il limite della tua vita è un flusso emozionale che altera le immagini e le percezioni. Lo sguardo che porto dalla finestra della mia stanza -6° piano- Istituto Oncologico mi fa osservare lo spazio circostante. Il tetto rosso di un palazzo signorile prospiciente è un tetto e non è più un tetto. E’ un’assioma di elementi/tegole e coppi e legname e tecnica. Questa definizione me la rimanda la mente che divaga fissa sul particolare. E’ diverso dal tetto dell’edificio vicino che è più lavorato, ma anche quello è un tetto che per me non è più un tetto. Poche siepi all’angolo della strada, un blocco semaforico, degli alberi con pochi rami: tutto ad una visione più attenta per me non è più ciò che è e di cui è fatto. Mi giro di scatto per l’arrivo di un’infermiera poi mi 84


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rigiro. La visuale è quella di prima, sfuggente, asintomatica. Per gli elementi fisici descritti non mi è più possibile uno studio, un’intuizione artistica, una valutazione urbanistica. Li ho visti dalla finestra, ma già non c’erano più.

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LE DATE DELLA VITA Le date acuiscono la differenza tra me e quello che ero prima. 18 febbraio, 8 novembre, 25 dicembre, 15 agosto sono detentori di un limite, casellanti di un passaggio ad altre possibilitĂ , ad altri numeri. Stringono il compasso del disegnatore di rotte impossibili. L’eccitazione per una Milano-Sanremo, il saggio di danza della Bea, il suo primo giorno di scuola, il Natale festeggiato insieme sono un nodo scorsoio, un imbuto che dal passato rigenera frenesia di vita. Cosa si può fare oltre la disperazione umana? Lasciarsi condurre senza resistenza da una corrente di meta pensieri ove ogni avvenimento si autoproclama, vibra nelle sue imprecisioni, si fa veicolo di piccola carica quotidiana, nel progressivo incedere consci 86


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che la vita è endecasillabo della finitezza.

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SCELTA DI TEMPO Devi scegliere un dato tempo per il compimento di un certo atto. Quanto merita la lettura di un libro? Lo sguardo di un fiore? Un caffè con un amico? L’abbraccio di una figlia dal sapore di tiglio? Non aspettare che il tempo ti invada i respiri. Anticipalo, dilatalo, trasformalo, purificalo. Lascia mute le lancette. In cenere ogni antipatia e idiosincrasia, ogni complesso e ogni vanità e ogni puerilità. Allora, il candore di quell’istante sensoriale (profumo di rose?) sarà attraversato da linee ordinate, ti sembrerà ci sia un giusto senso della composizione.

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RESEZIONE DALLA SOCIETA’ La tumefazione di un alveolo polmonare e la paralisi di una corda vocale tolgono voce e aspirano fiato al cittadino malato. Risultato urbano: cancellato. Dalle banche dati di banche e finanziarie (concessione di crediti non gradita, neppure per apparecchiature bio-medicali domestiche o cerimonie funebri). Dalle assicurazioni (polizza tardiva in ramo morte, in assicurabile per ramo vita). Dalle donne (eccezioni: parenti, assistenti domiciliari di ogni sigla, infermiere, volontarie e portantine, medici, suore, curiose). Dagli ipocondriaci e dalle persone impressionabili (materializzazione del proprio tormento). Dai carrieristi (turbativa psicologica potenziale di un distillato ottimismo fasullo). Dagli uomini di scienza e medici (eccezioni: medici umani, caso clinico interessante).

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TURISMO MEDICALE Dimentichiamo gli ombrelloni, chiudiamo le sdraio, salutiamo il bagnino, chiavi in albergo. Saltiamo sul treno – in ritardo – commenti sulle abbronzature e protezioni solari. Cabina otorinolaringoiatrica – sala d’attesa (spaccato di dialoghi con allusioni pruriginose di signorine in carriera manageriale). L’immersione di sonda nelle mie cavità nasali denota immobilità alla mia corda vocale sinistra. Con prontezza sono alla volta di laboratorio radiologico con aria condizionata: dopo raggi x, è la mia vita a risultare condizionata. Zig zag automobilistico e via in sala tac ospedaliera. Trattasi di tunnel tipo San Gottardo, con scollinamento a basso rumore e grosso tumore all’uscita. Tecnicismi nel linguaggio del medico fronteggiano espressioni umanistiche-umane del paziente. Spazio a thrilling sulla presenza del tumore, ma alla fine la buona notizia non trionfa. C’è contiguità tra il mistero e la medicina – comunque – la diagnosi deve essere espressa e l’angoscia deve essere ricreata. Forse e 90


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altrimenti il copione non darebbe spazio a repliche (ed abbonamenti).

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IL DUBBIO E LA FEDE Il dubbio e la fede coagulano e coagulano… Io incedo lentamente nella stanza 7 dell’oncologico. Poco prima talcaggio al polmone sinistro con azione chirurgica. Quadrupede bivacco nel reparto e ho come sporte un catetere sulla destra e una colonna flebo a sinistra. Cerco da qualche notte di disfarmi del “dubbio” (catetere) e di alimentare la “fede” (con flebo). Non si presenta un atto agevole né deve esserlo. Mi immagino un dipanarsi di filamenti orditi in un’esistenza o fatti ordire o ordi-nati o s-ordinati figli del nostro essere certi del dominio incondizionato. L’intenzione vorrebbe che ciò accadesse in maniera subitanea, l’intenzione…. Tutto si svolge nel mio personale teatrino ospedaliero. Sul bordo del mio letto il quotidiano “La stampa”, accanto un libro sull’approccio al mistero; un’agenda 92


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con numeri di telefono di amici, una penna, un libello di aforismi da autori vari. Mi accorgo che lentamente tutti questi elementi lavorano tra di loro, intercettandosi e deglutendosi e riassorbendo ciò che scorre verso il centro dei miei pensieri corrucciati, in un sistema di ordinata partecipazione. Accanto al letto, lì sono io – seduto e stanco – e stretta al mio pugno la croce. Ti prego, portami pace…

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BEA = VITA Ciò che di me rimane in mia figlia va e là mi conduce. E tanta luce è lei, così luce di mille occhi, di mille comete, di un cristallo dell’universo che taglia il buio, ogni buio di ogni origine anche di questo momento. Allora mi volgo a lei e per lei questo momento è degno di essere virilmente combattuto.

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FOTOCOPIE E NOSTALGIE Tutto potrebbe finire presto in niente L’aroma ibrido di un cappuccino (senza cacao) in bella vista sul bancone. Lo sguardo di mia figlia furtivo dalla finestra mentre Parcheggio (storto) la mia sgangherata Opel. Il tintinnio piacevole del tepore acqueo di una doccia d’estate. Un monologo di Albanese nei panni di Alex Drastico. La lettura del quotidiano in pausa WC. Voglio pensare che tutto ciò rimanga nella mia penna, abiti per sempre nel mio cuore, sia fotocopiabile in altro luogo.

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ISTRUZIONI PRIMA DI PARTIRE (FERE-TRENO) L’eventualità di una partenza impone al viaggiatore di stampo anglosassone una serie di prescrizioni ineludibili. Egli si assicurerà di avere ordine in ogni luogo da lui abitato. Se vi fossero bottoni da appuntare, rattoppi e detersioni per i propri vestimenti ne segnalerà l’urgenza. Regolerà luce, gas e ogni altra utenza d’obbligo. Il saluto ai conoscenti lontani avverrà secondo la tecnologia del tempo. Indi si appresterà alla ricerca dell’abito adatto per l’inoltro nel fere-treno. Altresì, si adopererà per l’adempimento delle faccende economiche utili al nucleo familiare. Nulla lascerà di intentato nel dispensare consigli e raccomandazioni secondo esperienza. Lascerà buona idea di sé con bigliettini profumati e gentile corrispondenza. Obliterato – secondo le vigenti leggi sui trasporti – Il biglietto delle oncologiche Ferrovie dello Stato, senza arrecare disturbo o clamore si dileguerà.

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REAZIONE DA VIA PAL La normalizzazione è un canale conveniente cui sintonizzarsi anche nella malattia. Certifica la priorità dei comportamenti, spinge alla dignità, identifica in un ruolo sociale, modera gli istinti. Sarebbe cosa da farsi dunque… Ma c’è un lamento che mi proviene da dentro, un richiamo lontano lontano, lontano.. Sempre più forte, se si sofferma il pensiero…. … si fa grido, urlo. Ha la veemenza e l’innocenza delle voci nella battaglia tra bimbi della “via Pal” e l’interrogativo perché io, perché io, perché io…?

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UOMO AI MARGINI Il malato può comprendere colui che invisibile scorge le vicende umane. L’uomo pieno di stracci sul bordo di una strada, l’eremita, il lavorante di salina. Il malato è immerso nel dipanarsi delle faccende quotidiane, è colto nei suoi sviluppi più superflui pur volendo evaderne, è impregnato di normalità ed al contempo impermeabile alle finite cose. Legalmente, il suo è un contratto a termine con la società, sottoposto a condizione sospensiva. Deve allora sfruttare i principi fisici della diga e Chiudere alle sommersioni di vitalità per lui mefitica.

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CHEMIO-OSSIGENAZIONE L’armonia che un’inspirazione e una successiva fase Esprimono può essere ripristinata con la combinazione chimica della tavola degli elementi. Le note della partitura respiratoria e le forze chemioterapiche necessitano di un ordito ispirato, di una liturgia intensiva, nell’incontro-scontro del nostro tethan.

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LA MALATTIA E LA VITA MALATA La mia vita si scruta si gratta si appresta a farsi vicenda vacilla si avvede della sua sofferenza si disamora tuttavia adempie ai suoi ordinamenti in intimitĂ si duole poi sanguina sanguina disarciona la conservazione si fa malattia.

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ESERCIZI DI LOGICA L’accumulo delle citazioni dei filosofi, teologi, pensatori e terapeuti. L’approfondimento di ogni passaggio teorico, convenzionale e non catartico o possibilista negatorio o assertivo. L’elisione e la frantumazione e l’innesto di questi semi sapienziali. La sintesi di ciò si alloca negli interstizi del nostro mistero esistenziale e costringe ad un muscolare forse autentico lavoro del proprio spirito.

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DINAMICHE DEMOGRAFICHE La scoperta di una malattia definita Incurabile poi diviene elemento statistico di demografia urbana, catalogata, incontrovertibile notizia alla cittadinanza.

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LA TRAPPOLA DELLA CONOSCENZA Tutto il mio accumulare fonti di conoscenza e il mio spizzicare parole e immagini e ritagliare fondi di notizie e l’incravattare biglietti e depliants e il rovistare e ritagliare e il fare collages e il collezionare stampe e disegni. Tutto il mio ricercare specifiche industriali e istruzioni di montaggio e il rimirare cinema d’autore e ascoltare conferenze sulla mescola del cemento e su come si fa un decotto. E il pendere dalle labbra dei vecchi della cultura con sandali dall’odore di vita. Tutto ciò non è nient’altro che un’incresciosa e faticosa convinzione di controllare qualcosa che per definizione è in divenire.

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LA BESTIA La Bestia si è svegliata. Accucciata nel ventre di una cellula si è svelata. Ha scelto me perché già non c’era vita, era tutto più facile. La Bestia è vivace, vorace, rumoreggia con il silenzio, vuole conquistare la volontà. La Bestia si concentra, dichiara fedeltà in un connubio incestuoso e molecolare. Vuole un rapporto esclusivo, attivo, partecipe…. Nei sogni notturni ora mi appare nel sorriso di animali, ora la scorgo in un vecchio conoscente da tempo non più incontrato. Mi giro e nello specchio il bagno oncologico Lei è sovrapposta al profilo di mio padre. Non bisogna farle domande, le risposte dilanierebbero la mia storia. E’ una vedette insolita ed inattesa con uno spettacolo forse a risarcimento di un debito di cui non avevo memoria.

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Casa e lavoro, 2009

STANZIALE Filari di infissi, incatenati a vani, saldati a tendaggi, cuciti a lampadari, carta carbone dell’abitare.

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CANALINE Rilievi su millimetri soffiati nell’aria, sulle tracce di canaline innamorate.

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IL CALDAISTA Mappaure di occhi rosso fiamma, capelli cenere; ventose sugli sguardi poi un fischio di ghiaccio ambiente. Il caldaista è in sonno.

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BRICOLAGE Flessibile bolla d’aria traforo nell’intimità cavità improvvisa.

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LINEA ELETTRICA Tester Infiammate scie luminose contorno di lingue fotovoltaiche vetrini frammenti di dinamismo investigabile.

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GARA DOMESTICA Formiche da corsa casco e via‌ battiscopa battiscopa sobbalzo chiodo, per rampe tela di ragno, l’arrivo nella vernice inglese di prato.

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TECNICA DELL’ASSENZA L’enigma dell’assenza dell’impiegato è tremolio per colui che lo sta affiancando nelle finzioni tecniche di scrittura. Quel poco o tanto avrebbe dato se presente l’impiegato, solitamente condannabile solo per esserci, imputabile per la consistenza piuttosto che per l’incavo derivante da sedia vuota. Il nerbo cadrà in modo esemplare sul sostituto naturale il collega più prossimo per parentela di funzioni colui che sarà più astioso per l’assenza. Maledirà il momento, penserà di simulare anch’egli patologie ma forse tardivamente… Al dunque la sua aderenza al ponte di comando gli nuocerà. Svilirà la qualità del suo lavoro e di quello dell’altro gettandosi nella crociata di svolgere entrambe 111


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le funzioni. Lo spoglio cartolare gli consegnerà errore e ludibrio, misconoscendogli di avere posto impegno nel lavoro. Sarà punito in modo esemplare. Invece, l’assente per debilitazione fisica manifesterà credibile costernazione, turbamenti per le ingiustizie perpetrate al collega. Rientrato al lavoro si infilerà al suo posto con la letizia delle pratiche lavorate dal collega ed i ricordi delle recenti partite a tennis su terra rossa.

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LE CATTIVE ABITUDINI La vita di un ufficio è uno spettacolo di teatro o un incontro di pallacanestro. Interruzioni, intervalli, consulti, time-out, atti unici o plurimi e gran finale. Occorre accreditarsi all’ingresso (firma o magnete). Un corteo i sedicenti a ranghi compatti verso i banconi caffetteria del bar fronte viale. Il gruppo autoimploderà in sottogruppi In sottosottogruppi per mimesi allo sguardo indiscreto di avventori, che poi si riveleranno clienti. Lo sguardo degli impiegati si manterrà sinistro e serioso, preludio a tecnicismi mentre a voce piana sfileranno confessioni e pruderie. Le tecniche di occupazione delle trincee dei colletti bianchi 113


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sono noiosamente simili. Chi ha mai visto una scrivania ordinata, con fogli e cartelline in una posa lavorabile? L’ingenuità di chi sistema così si pagherebbe cara. E allora giù a ricoprire la formica dei tavoloni di fogli e scatole e faldoni e volumi. In un esercizio di “shangai” Inframmezzati alle carte matite e gomme e pinzatrici e elastici. L’apoteosi del produttivismo incontrollabile è l’isolamento telefonico, l’iperattività (?) della posta elettronica, le tendine socchiuse e la porta pure, luce rigorosamente accesa. Una discesa negli inferi dell’approfondimento tecnico, che l’impiegato modello deve simulare solingo in catartico eremitaggio. Il teatro dei pupi è sorto sull’osservazione empirica dell’impiegato. Il direttore che si aggirasse nei meandri burocratici tra le macchine d’ufficio sollievo avrebbe solo nella visione di schiene chine e mani e tastiere 114


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parallele in parata e rumori di stanza e tristezza costante nei volti intrisi di lavoro e problemi. Se la calca dei clienti dovesse sostare nei corridoi Il transito dell’impiegato Avverrà solo di soppiatto con carte alla mano e sguardi al pavimento e penne incollate a relazioni. Si immagini di stare Su un carrello dolly da cinema che sale in alto, ancora di piÚ. Un plastico di miniature in lento movimento, in ogni angolo di stanza d’ufficio un ciuffetto di muschio a crescita spontanea.

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PASSAGGIO DI CONSEGNE La consegna di un lavoro già svolto non avviene mai secondo un razionale e teorico metodo aziendale. Il lavoro sfila di mano in mano e l’errore se captato torna di mano in mano per la correzione. Il tempo di una stagione. Ciò è calibrato per depistare ogni approfondimento dell’autore, per evitare che ognuno stia più attento a ciò che fa. L’impiegato è incarnato nell’impiegato e clonato nel processo operativo. Tutti colpevoli e nessuno responsabile.

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SPRECHI DELL’IMPIEGATO L’impiegato non merita mai lo stipendio. Di più. Procaccia lo straordinario rallentando i ritmi nell’orario ordinario. L’impiegato non si turba per la spesa che lui rappresenta. Non bada se l’ufficio ha luci accese da aeroporto se l’aria è condizionata e fuori diluvia, se le 244 calcolatrici e computer e stampanti e cassettine e schemi e centraline disegnano colori sui vetri delle finestre riflettenti. E’ credente e fatalista – l’impiegato – e confida in un intervento divino. Carta a risme sino al soffitto, bastante per dieci numeri del Corriere della Sera. Finirà in uno stormo di mille aeroplanini in planata sul capo reparto più antipatico? O in bussolotti per una guerriglia tra carrieristi o in disegnini per bambini degli impiegati birichini? E le matite incastonate 117


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in penne incappucciate in evidenziatori potrebbero circumnavigare il quartiere tre volte e ancora una coda nell’autolavaggio all’angolo dell’ufficio. I fotocopiatori sono libri di storie personali. Ricordano le pagelle di molti bimbi, le diagnosi dei guai di salute e le lettere d’amore e i passaporti per il mar Rosso e i diplomi di assaggiatore di vini. Ma i fotocopiatori scimmiottano gli impiegati, sono sempre rotti o senza toner. Singhiozzano, soffrono per i segreti custoditi. Immagino la loro commozione e vicinanza alle grida delle stampanti. Queste febbricitanti, nauseate di vomitare inutilità e indignate per le incursioni sulla rete senza rete. Vorrebbero essere rimboccate sotto le coperte 118


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(fronte e retro) e rinfrescate e ripulite. L’impiegato considera l’ufficio come la casa… della suocera. Quand’anche ce ne fosse uno di valore di impiegato lingua inglese fluente, conoscenza informatica approfondita il capo ne negherà l’evidenza. L’incarico sarà affidato ad esterni, professionisti dell’apparenza. L’impiegato di solito nulla vale e se vale viene negato. Il segno del comando.

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NON E’ UN MIO COMPITO Nel perimetro impiegatizio l’assegnazione di un incarico è nella nebbia di una risaia del basso Pavese. Se l’addetto alle spedizioni non dispenserà saliva per l’apposizione di valori bollati motivi addotti ritenuti credibili detta saliva verrà stoccata da agenzie interinali ovvero dai paesi dell’Est o dall’India e via corriere inviata in blister settimanali. Ogni azione Che assorba energia lavorativa e che non sia sindacalmente validata è fuori dal gioco. L’impegno sarà affrontato dall’impiegato raro di buona volontà, che rimarrà -con ogni certezzacolui potenzialmente sanzionabile.

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INSISTO PER FARE IL MIO DOVERE Dovrei parlare con il portiere dell’edificio. Ma le chiavi dell’archivio? C’è una stanzetta dove si punzonavano i registri. Se mi stabilissi lì potrei godere dell’immunità di lavorare senza rappresaglie. Ai piani nobili c’è una bolgia. Un manipolo di colleghi come bookmaker le quote per le corse di cavalli a San Siro. Una nuvola di caffè sopra le teste un crepitio di pastafrolla nella risacca di gengive molli, come molli le braccia e le menti e la volontà degli impiegati. Grasse risate al passaggio dei pochi volenterosi e di un tecnico degli estintori scarichi come chi abita l’ufficio. Nuvola di caffè e scia di voci che si diradano 121


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per poi ricomporsi in un grecale di profumo e lacca che fissa bigodini annodati di teste messe in piega e sotto vuoto cerebrale con uno sconto + 1 crema omaggio e un buono per un trattamento di pedicure con massaggio. Messaggio in bottiglia di un collega malcapitato che nel sabba di cosmesi avvisa dell’arrivo del direttore. Capelli e cosmesi immobili. Sul versante sud dell’ufficio battaglione di idealisti-autonomi-fannulloni manifestano per il contratto di lavoro. Duri con i clienti, minacciosi con i capi. A tourbillon terminato uno ad un scodinzoleranno da chi comanda per garantirgli fedeltà eterna e tranquillità . 122


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Come Ulisse cerco Itaca, ma com’è lontana. Aspettavo una telefonata per chiudere un lavoro, ma il centralino è abbandonato e le linee scollegate. L’addetto è intento a chattare con un transessuale ed è rosso rosso in viso. Una rimostranza al direttore pare doverosa. Busso, ribusso, so della sua presenza., cerco la segreteria -nullaentro la visione di un “missionario” neppure troppo sportivo mi convince che l’impiegato medio -compreso il capooltre che svogliato è proprio limitato.

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RESPONSABILI DEL PROPRIO LAVORO Un qualsiasi lavoro richiede una premessa di impegno mai banale. Il diritto al lavoro è costituzionalmente garantito il lavoro come dovere ha l’impegno dell’impiegato di impararlo ma il soggetto in esame è scaltro. Compreso il contesto, conquistato il diritto da costituzione provvederà al plagio di lavori svolti di colleghi (pochi) capaci. E di plagio in plagio l’esempio di partenza somiglierà al caso dell’impiegato come un pomodoro ad una cipolla. L’impiegato è per antonomasia Puntiglioso. Terrà gelosamente custodito quell’“Aldo Manuzio” burocratico per l’intera carriera. 124


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Le leggi citate, le clausole, gli stilemi di scrittura risulteranno arcaici al cliente e ai competenti già 6 mesi dopo. Ma bando a ciò l’attenzione dell’impiegato copione riguarderà soltanto i timbri dei firmatari, il protocollo e la data. L’impiegato ha il suo pensiero fisso nel tempo libero. Non rileggerà quanto copiato, ahimè, lo trasporterà ai diretti superiori e via a seguire. I quali conoscendo il metodo insano di lavoro lo sigleranno in maniera incomprensibile tentativo di salvataggio dell’ultima ora. Questo perché i superiori hanno coscienza del senso di responsabilità dell’azione che li riguarda, del senso morale con cui il loro incarico 125


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deve essere svolto. Per il cliente tutta la vicenda non è conosciuta e cosÏ sarà per sempre.

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FARE E SCEGLIERE I LAVORI Lo stratega per eccellenza è l’impiegato. Conosce il pascolo in cui stazionerà. Sa che la scelta dello stallatico più pregiato lo foraggerà con più comodità. La corsa all’accaparramento del lavoro è cruciale. Si timona controvento, tra venti sindacali e sbarramenti di carrieristi e veti di altri impiegati con uguali necessità. Per la comodità operativa si creeranno credenziali surrettizie. Se la compilazione di un certo modello dà vantaggio l’impiegato strategico dimostrerà galileianamente che il modulo è stato brevettato con il suo apporto, che la familiarità con l’operazione risale ad impieghi precedenti. Gli esclusi dalle comodità lavorative saranno divorati per sempre dai rimpianti. Per definizione chi non emerge in questa lotta è colui che in quei momenti 127


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adempie con rettitudine ai compiti che gli vengono inizialmente affidati, che non ha energia per avvedersi e stringere alleanze. Lo stratega della scelta del lavoro è saldo di nervi, strafottente e spesso negligente perché pensa al suo benessere futuro. Egli è orientato a non svolgere in definitiva alcun compito se non relativo al suo vantaggio. I più gravosi lavori Saranno affidati ai più miti e obbedienti, spesso non più adatti a questi gravami. Gli impiegati e il loro capi studiano per risolvere i problemi. I capi sono scelti per particolari competenze tecniche e predisposizione al comando e al coordinamento. Non importerà alcunché delle loro pulsioni latenti sadiche o sadico-masochistiche o delle loro derive demenzial-paranoiche. 128


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L’IMPIEGATO E IL SUO BAGAGLIO PROFESSIONALE L’impiegato come all’arrivo in un ospedale verà assunto e munito di un corredo uniforme. Carta, penna e calamaio un tempo, oggi qualcosa di più. Ma l’impiegato conscio dell’esiguità del suo armamentario terrà questo elemento come jolly in un mazzo di carte. Alla prima manche storta non esiterà ad estrarre il Jolly. Le competenze richieste all’impiegato crescono la tecnologia avanza. L’impiegato è annichilito nessuno gli dà esempi di etica del lavoro. Dover sapere per saper fare non gli appartiene 129


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gli risulta incomprensibile. Tra svicolamenti e transvolate una pattuglia di impiegati sarà immolata. Lo studio sarà svolto a casa, con moglie che poi divorzia e figli che poi si drogano. L’attenzione sarà tutta al lavoro, la famiglia non significa nulla. In ufficio si lavora e non si studia. L’ufficio fornirà un elenco di libri e programmi pc indispensabili. L’impiegato immolato li acquisterà a mezzo prestito con finanziaria. Dovrà prestarli anche ad altri dato che li possiede. Si chiede. Ma io sono un dipendente, non un avvocato od un notaio! Una rivendicazione tardiva. L’ufficio ed i capi sono abituati ad abusare dell’impiegato con vocazione suicida. 130


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Tra le risate dei colleghi strateghi Che garantiscono che l’impegno profuso Verrà compensato!

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IL TEMPO MUSICALE DELL’IMPIEGATO C’è un ritmo da tenere nel ritiro banale dell’impiegato. Un battito di tacco del vicino di scrivania, una canzone rap di Jovanotti in corridoio e un’orchestra di tempi e movimenti lenti di gesti apparenti ordinati e rilassati. Gli impiegati. Se trenta fogli in un’ora si possono compilare venti posson bastare. Un tam-tam in ufficio e tutti debbono sapere dillo a tutti, tutti debbono sapere. Due colleghe al supermercato dovrebbero danzare in ufficio invece inarcano la schiena sotto il peso della spesa. Danza del ventre catapultate 132


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le buste piene di alimenti nel baule della vettura. Un collega alla pompa di benzina; carburante e cambio olio. Olio di gomito esaurito. Il rumore delle tastiere sordina delle assenze. I campi di cotone e gli schiavi negri non c’azzeccano. I ritmi spiritual sono troppo sincopati e veloci per il lavoro dell’impiegato. Lo sciacquone di un wc adiacente alla biblioteca accompagna un ritmo non aumentabile un ritmo non sindacabile. Chi va fuori tempo non si consideri impiegato. Se scoperto con taglio di foglio di carta ingiallita decapitato.

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I FURBI ECOLOGICI L’impiegato è presente anche nella variabile “ecologica”. Il lavativo impenitente che non vede altre via d’uscita, cavalca l’onda della sicurezza sul luogo di lavoro. Si oppone ai toner cancerogeni rabdomante del mefitico radon gas di sottosuolo. Avverte presenze di insetti In ogni interstizio dei mobili d’ufficio. Misura le distanze tra caloriferi e finestre e porte e computers e stampanti e cestini e penne e fogli e realizza equazioni ricattatorie. Chiama ogni tre settimane forza pubblica, vigili del fuoco 134


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e medici del lavoro. Compra Il “piccolo chimico” Per farsi da sé vetrini e campioni di polveri e liquidi in ambiente. Suppone che i saponi e le acque dei bagni siano radioattivi. Messo sotto pressione simula cadute dalle scale si procura fasulle escoriazioni. Bloccata ogni sua eccezione tenta di ripartire con le violazioni sulla privacy. Scivolerà per primo nel divulgare dati supersensibili sul diretto superiore. Condannato e licenziato.

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Saperi sperperati (Storie di sapori e di vini, di stampatori e di navigatori, di pesci e di medicina, di dizioni, di inserzioni e affermazioni), 2009 Focaccia alla marinara, in mezzo ai rulli per la pasta 500 g. di farina, si usa una stella, con 50 g. di olio d’oliva extravergine, scorre un piano sostenuto lateralmente da guide, sale, per far girare i rulli, per il condimento -ci sono persone così piene di sé Che quando sono innamorate trovano il modo di occuparsi della loro passione senza occuparsi della persona che amanotre filetti di acciughe sott’olio far scorrere il piano tra gli stessi, collegamento all’estremità di uno dei rulli fissaggio agli stessi tramite ingranaggi demoltiplicatori onde ridurre lo sforzo manualecircca un metodo infallibile per risolvere qualsiasi problema consiste nell’incorporarlo in uno maggiore-

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due spicchi d’aglio un pizzico di origano tre cucchiai di olio d’oliva extravergine o forse due? Se perdona (l’errore?) finché si ama (ciò che si sta facendo?), sale e pepe: preparazione di un’ora oltre il tempo di riposo; difficoltà minima. I vecchi cuochi e stampatori amano dare buoni consigli per consolarsi di non poter più dare cattivi esempi.

Da usare in modi diversi, spatola tarlatana palmo della mano, carta vini consigliata Fiano di Avellino bianco. Non si stampa, si badi, e non si scrive perché si ha qualcosa da dire ma perché si ha voglia di dire qualcosa, 138


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l’inchiostro viene esteso in modo uniforme su tutta la superficie successivamente aggiungo il gusto deciso del lieviTO, trascorsi 0 minuti di lievitazione la pazienza è l’arte di sperare, è consigliabile non obbligatorio lavorare per poco tempo l’impasto poi, ognuno ascolta solo quello che capisce, - periodo di riposo per altri 40 minuti resta sulla matrice solo l’inchiostro trattenuto nei solchi incisi. Quasi tutti i libri moderni sembra che siano stati scritti in un giorno con libri letti la vigilia. Per i ricettari o le istruzioni di stampa e chi li redige grande infelicità è non servire a nulla ma non minore infelicità 139


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è servire a tutto gli uomini. La stampa è il trasferimento dell’immagine dalla forma di stampa-lastra al supporto di stampa-carta mediante inchiostri grassi o materie coloranti. Non avendo potuto guarire la morte, la miseria e l’ignoranza stampatori e cuochi hanno risolto per vivere felici di non pensarci e di mangiare e di parlare e di scrivere…

Altre amenità gastronomiche… e incisorie… Preparare la pasta Setacciare la farina sulla spanatoia disporla a fontana mettervi al centro il lievito di birra sbriciolato e fatto sciogliere con 100 grammi di acqua tiepida, incorporare un poco di farina aggiungere 140


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l’olio un pizzicccc di saleeeeeee e altri 100 grammm di acqh20000 tiepidaaaiiiii, la quantità d’acqua h20000000000 dovrà essere sufficiente a ottenere un impasto liscio ed elastico. Si spera. I fatti e le nostre intenzioni sono paragonabili per lo più a due forze che tirano in due direzioni diverse e la loro d i a g o n a l e è il corso della nostra vita. Il torchio calcografico realizza la stampa, spalle, ((rulli, viti, piano, 141


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feltro, carta, lastra, registro, stella)) è composto da due spalle che sostengono due

rulli:

quello superiore è regolato nella pressione da due viti o volantini di pressione. …Lavorare la pasta per s e t te/o t t o minuti con la punta delle dita senza schiacciarla troppo … ahi … ahi … … nessuno può essere padrone di sé e delle sue azioni (lavorare la pasta) se prima non si conosce! Quindi sbattere l’impasto Ripetutamente sulla spianatoia, formare un panetto, man mano che aumenta la saggezza (metterlo in una terrina,

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coprirlo con un telo e farlo lievitare in un luogo tiepido per circa un’ora) diminuiscono le occasioni di utilizzarla. Il rullo del torchio calcografico viene abbassato in modo uniforme fino ad ottenere la pressione più adatta allo spessore della nostra lastra. Sopra il piano abbiamo un feltro che serve per ammorbidire quella pressione del rullo superiore. che consente alla carta di penetrare al meglio nei solchi inchiostrati della lastra E’ facile scrivere e stampare i propri ricordi quando si ha una cattiva memoria. Scolare i filetti di acciughe dall’olio di conservazione e tagliarli a pezzetti, sbucciare l’aglio privarlo dell’eventuale germoglio interno, 143


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lavarlo, asciugarlo con un canovaccio, tagliarlo a fettine -ricettario agile nel dipanare le fasi di lavorazione e dunque valido giacché l’uomo prolisso è raramente saggio – stendere la pasta con il mattarello, disporla in una teglia spennellata con un poco d’olio, distribuirvi sopra i filetti d’acciughe e le fettine d’aglio, cospargere con l’origano (i primi languori) un pizzico di sale e pepe, irrorare con l’olio d’oliva rimasto (slurp): un pianto è una creazione umana, il parto dell’uomo è doloroso specialmente quando egli mette al mondo se stesso in età adulta, far cuocere la focaccia in forno a 220 c° per venticinque/trenta minuti (tempo ottimale?) servirla calda. Chi collauderà le ricette e proverà a stampare con il torchio? Curiosità lecita. 144


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Di solito si tenta di far fortuna con i talenti di cui si è privi. Matrice mezzo per incidere disegno su cui lavorare. Ciò che vien stampato e che deriva dalle menti degli scrittori è nostro perché gli stessi ce lo prendono e lo travestono per darci poi il piacere di ritrovarlo.

Puntasecca più accessibile, punzone in disuso, rotellina è complementare ritocco di lastre già incise, bulino e maniera nera sono modi di incidere complessi: la calcografia è l’incisione di un incavo in modo manuale o manuale/chimico 145


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su lastra di rame o zinco (tagliente zic zic zic zic). Ma non ci si illuda di avere il controllo. Dietro ci sta l’arte, che è un incidente dal quale non si esce mai illesi.

Rebecca Louise direttamente nel bicchiere si mettono quattrodecimi 4/10 di gin beefeater duedecimi2/10 di amaretto di Saronnoè piÚ necessario studiare gli uomini (che bevono) che i libri (che raccontano i cocktails)un decimo1/10 di sciroppo di fragole un decimo1/10 di succo di limone due decimi2/10 di succo di ananas si mescolano 146


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se si a ll u n g a n o con una bottiglietta d’acqua tonica decorando il bicchiere con fettine di ananas e con una fragola. La libertà (e le bevute) conduce alla noia e la noia alla dittatura. Tagliare lo speck a da di ni e farlo rosolare brevemente in una padella antiaderente, togliere il semolino dal fuoco e lasciarlo intiepidire poi amalgamarvi i porrilospeckituorli e ottanta grammi di grana versare il composto in una teglia a Manhattan, composto nella dose da due terzi di whisky canadese, un terzo di vermouth rosso, quattro goccie di angostura-impostura dopo essere stato ri-me-sco-la-to nel mixer con poco ghiacciiiiiiiooooooooo: il composto si serve con una ciliegina bellina nel bicchiere 147


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Di bicchieri serviti Quattro all’amico grato e ubriaco. Il male che facciamo non ci attira tante persecuzioni e tanto odio quanto le nostre buone qualità. Bloody Mary sanguinaria bevanda, 160 g. Vodka 50° ghiacciata, 10 g. Worcestershire sauce, 240 g. succo di pomodoro ghiacciao Cocktail Preparato direttamente nel bicchiere tumbler medio, rimestando con cura e medicando sé e gli amici. Ottimista è chi ritiene che le cose non possano andare peggio di come vanno. East India (altro cocktail), il quantitativo per quattro dosi si prepara agitando con virilitàattorno a tavoli da biliardo e dopo una lite in famiglianello shaker con ghiaccio tre quarti di brandy, un ottavo di curacao, 148


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un ottavo di succo d’arancia. I deboli vogliono talvolta essere creduti cattivi ma i cattivi ci tengono a passare per buoni: servendo il composto colato con una ciliegina al maraschino per bicchiere. Nebbie da alcool, impressioni di superficie, molti ci paiono grandi personaggi finché non si abbia occasione di conoscerli da vicino.

Natalina è una dolce femmina meticcia taglia media di dodici anni a pelo raso zero muso completamente bianco per la vecchiaia, sterilizzata vaccinata microcippata e sana. Offresi a famiglia disponibile. Descrizione cavillosa del canino segno di ingegnosità, ma il sapere trovare una via d’uscita (famiglia amorevole e non canile) è indice di intelligenza 149


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Goegrafia del corpo umano con navigazione di stampo orientale. Meridiano del polmone: inizia dal tritritriplice riscaldatore medio passa all’intestino crasso = allo stomaco = al cardias al livello del diaframma passa ai polmoni arriva = trachea sino = gola per uscire dal percorso esterno fra il prolungamento della mammillare verticale e la linea ascellare anteriore in corrispondenza dell’inserzione del muscolo gran pettorale sull’omero -la più parte della gente non stima ciò che riesce a comprendere e venera invece ciò che non intenderaggiunge un punto sotto la clavicola in un incavo dove si sente pulsare l’arteria succlavia discende sulla faccia anteriore del braccio tra i fasci del muscolo bicipite arriva al centro della piega del gomito sul bordo esterno del tendine del bicipite scende sull’avanbraccio nel solco tra il muscolo palmare lungo ed il brachioradiale per fuoriuscire sulla piega di flessione del polso 150


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nel solco radiale costeggia il bordo esterno dell’eminenza tenar e termina all’angolo ungueale esterno del pollice. L’uomo comprende tutto salvo ciò che è perfettamente semplice. Le tecniche di massaggio cinese vengono applicate in tutta la superficie corporale per curare non solo i disturbi reumatici ma anche diverse malattie, in medicina occidentale vengono trattate in tutt’altro modo. Forse è vero. (Ci sforziamo di conservarci in salute per poter morire bene di radiazioni o di aria avvelenata). … La depressione l’insonnia le alterazioni del ciclo mestruale l’osteoporosi il meccanismo con cui funziona si può sintetizzare i varie azioni 1) armonizza il sistema nervoso 2) fa circolare il sangue la linfa e l’energia (in cinese QI) 3) calma il dolore 151


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4) riduce l’infiammazione e riabilita le articolazioni (nella storia contano anche i fatti non avvenuti) 5) aumenta le difese organiche 6) equilibra le funzioni di reni dei polmoni del fegato del cuore e degli intestini Localizzazione sulle tempie posteriormente alla metà tra il centro esterno dell’occhio e la fine del sopracciglio. funzioni calma il mal di testo ed i disturbi agli occhi. Localizzazione nella fossetta dell’incrocio tra il trapezio e sternocleidomastoideo sulla linea mediana -La vera eloquenza consiste nel dire il necessario e soltanto il necessariofunzioni riapre e fa funzionare gli orifizi bloccati dai fattori patogenetici, espellendo il vento ed i fattori esterni cosmo patogeni, 152


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riduce il calore della testa e dell’occhio, attiva la circolazione del sangue e il qi ostruito nei meridiani. Spesso si fa del bene Per potere impunemente fare del male. Offresi Ricevitoria Superenalotto -piĂš che il vizio la debolezza è nemica della virtĂšgratta e vinci slot ricariche edicola cartoleria poss di scommesse sportive (vincere e vinceremo!) Allora gran momento, al dunque i giorni indimenticabili della vita di un uomo sono cinque o sei in tutto gli altri fanno volume, money trasfer solo se seriamente interessati no perditempo. $$$ Sei studentessa ambiziosa? desideri un guadagno extra investendo poche ore al giorno? 153


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I deboli vogliono talvolta essere creduti cattivi ma i cattivi ci tengono a passare per buoni. Tin andrebbe di guadagnare 150 euro al giorno più elevate provvigioni con pagamento settimanale? Ti cerchiamo di bella presenza per facile lavoro di intrattenimento su internet. Ma ricorda|| La troppa confidenza ingenera facilità nel disprezzo. Possibilità di lavorare anche da casa Riservatezza garantita. Noi corriamo spensierati verso il precipizio dopo esserci messi dinanzi agli occhi qualcosa che c’impedisca di vederlo. Passeggino 3 ruote più ovetto e navetta Verde scuro marsupio zaino sdraietta bagno scalda biberon euro 200. Calzolaio artigianale-lavanderia in centro a Novara vero affaren trattative riservate//Pianoforte antico 1869 restaurato 154


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esterno stipendio in mogano intarsiato euro 2950/Laureata impartisce ripetizione inglese francese telefonare ore pomeridiane/ Lavastoviglie Ignis nuova ancora imballata vero affare euro 200///Due serbatoi cisterna in vetroresina per acqua potabile o altri liquidi capacità 10.000-15.000 litri offresi/la vita costringe l’uomo a molte azioni spontanee… $$$ Una cartolina inserzionistica e umana. $$$ Nelle grandi cose gli uomini si mosrano come conviene loro di mostrarsi nelle piccole quali sono.

Cedo gratis baita montana da ristrutturare per amante vero della montagna. Chi regala qualcosa di grande non trova riconoscenza perché chi lo riceve ha già troppo peso nell’accettarlo.

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Baule antico della nonna piÚ altri oggetti di famiglia antichi offresi a prezzo modico. (Si è soli con tutto ciò che si ama) Bisogna saper commettere le sciocchezze che la nostra indole esige.

Camera Noce africano cm. 225 6 ante e letto con reti con doghe primi 900 euro 750 cucina moderna color verde acqua elettrodomestici inclusi lunga 3 mt. compresa di tavolo e 4 sedie come nuova cedesi per decesso euro 1000 trattabili no perditempo. Il fatto che sia morto non significa affatto che sia vissuto. Finale Ligure Bilocale Mesi estivi chiedere di Andrea affitto conveniente, 156


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la solidarietà è la forza dei deboli la solitudine è la debolezza dei forti. Saldatrice a filo professionale in ottime condizioni regalo ad artigiano giovane, solo ciò che non si paga costa. Badante part-time cerca lavoro come assistente anziani: la vecchiaia è un’astuta trovata per rendere più disponibili alla dipartita. Germania gelateria italiana (tedesco conosciuto!!) cerca per lavoro stagionale giovani ambosessi anche inesperti e senza tedesco -perdoniamo facilmente agli altri i difetti che non ci riguardanovitto e alloggio ottimo stipendio (per sottrarsi alla fatica di pensare I più sono persino disposti a lavorare?). 157


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Casalinga fiorentina -in tutte le donne c’è sempre una sola donna e in ogni donna ci sono sempre più donneaccaldatissima disponibile di nascosto dal suo lui per eccitanti perversioni -le donne o amarle o conoscerle non c’è via di mezzoeuro 3 al minuto ivato: la pornografia è noiosa perché fa del pettegolezzo sul mistero, non andare sempre fino in fondo c’è tanto in mezzo. Mortara adiacenze villa indipendente di nuova edificazione su piano unico con finiture artistiche (un arcobaleno che sta lì un quarto d’ora non lo si guarda più) così composta sala con camino cucina abitabile due camere da letto ripostiglio 158


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e doppi bagni porticato rustico cortile e giardino cintati di proprietà mq 1500 ca. a 500.000 euro… … Meina Centro trilocale grande + Servizi balcone cantina box posto auto in piccola palazzina bel panorama a mt. 100 dal lago euro 220.000 trattabili

Non si immagina nulla che poi non si è costretti a vivere.

Pensionato celibe, incensurato ottime referenze ordinato automunito buona manualità (chi non è padrone di sé finisce servo degli altri?) cerca lavoro come custode notturno diurno, presso privato o ditte anche periodo estivo, bada: 159


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se fai per benino l’uomo ignoto della strada non dici mail il tuo parere ti occupi solo della tua famiglia e non viti in tempi di guerra hai ottime probabilità di morire di un infarto di una trombosi cerebrale o di cancro. OCCASIONISSIMEVOLMENTE. Astra 1.6 benzina con impianto a gas accessoriata immatricolata 30.1.2008 bollo gratis con cerchi in lega euro 12.000 Punto anno 1996 cilindrata 1.7 diesel gomme nuove -Guardando indietro si scopre che degli anni si sono decisi in pochi minutiantifurto chiusura centralizzata appena tagli andata km 95.000 euro 2.300 trattabili. Recetto bilocale tutto nuovo zero spese solo euro 49.000 (ognuno sogna i sogni che si merita) pagabile anche tutto a rate. 160


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Venditrici/ori 20/60 enni e agenti trainer editrice per l’infanzia ricerca per zone libere è prevista formazione e rapida crescita -l’ambizione è la morte del pensieroC.V.A.

Novara Didi affascinante transex femminile -crediamo facilmente che gli altri abbiano dei difetti Perché crediamo facilmente a ciò che desideriamoBianca Bionda Fisico irresistibile Piccantissima completissimal’ironia è il pudore della sua coscienza indimenticabile tutti i giorni dalle 9 alle 23 a proposito dei clienti, i vecchi folli sono più folli dei giovani.

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Nautica Prima classe Navigazione facile banchi di sabbia scolmatori di piena curve senza difficoltà piccole rapide regolari non necessita la coperta paraspruzzi Non siate che mediocri otterrete tutto (navigazione tranquilla oppure onori da profani?). Possibilità di navigazione Alle canoe tipo F.1, F.2 R.1 R.2 C.1 C.2 C.3 C.5 C.10 Ecc. oltre ad altre imbarcazioni con propulsione a remi del canottaggio. Interruzione nautica/ Novara Renata novità assoluta (e forse fanciulla verginale?) -il terribile non sono le contraddizioni bensì il loro graduale svigorirebella giovane calda raffinata ti aspetta tutti i giorni dalle 10 alle 24. 162


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Abitualmente negli acquari si scelgono pesci di origine tropicale abituati ad una temperatura piuttosto alta e costante: il pesce cofano fa parte della famiglia dei Labridi è originario delle acque dell’Idropacifico centrale la caratteristica di questo pesce è il colore ha il corpo nero con pois bianchi sulla pinna anale e dorsale due macchioline simmetriche la pinna caudale è giallo brillante ha bisogno di un acquario -non si è mai tanto felici né tanto infelici quanto si crede In cui sia presente un fondale costituito da sabbia e pietre con numerosi nascondigli.

Paola 42 anni vedova -in genere le donne non piangono la morte di loro uomini perché li hanno amati ma per sembrare più degni di essere amatealta, capelli scuri 163


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economicamente indipendente -attenzione all’uomo intellettualmente dotato la solitudine offre due vantaggi prima di tutto quello di essere con se stesso e in secondo luogo quello di non essere con altrecarattere gioviale amante tennis cerca signore preferibilmente laureato sportivo e dinamico per futuro insieme. Ciò che rende Socievoli le persone è la loro incapacità di sopportare la solitudine e in questa se stesse…

Ripresa nautica Quarta classe navigazione molto difficile (l’importante non è di avere tante idee ma di viverne una). Presenza di forti onde irregolari lunghe rapide che richiedono attenta manovra 164


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-ci lusinga di più il cieco favore della fortuna che il riconoscimento dei nostri meritipiccole cascate frequente necessità di ricognizione -la preoccupazione del futuro è responsabile di molti sbagli del presenteclasse consigliata esclusivamente ai canoisti esperti -in cima ad ogni vetta si è sull’orlo dell’abisso.

Il pesce arciere appartiene alla famiglia dei Toxotidi proviene dall’Asia ha il corpo allungato e compresso ai lati la bocca e gli occhi grandi la colorazione varia secondo l’età e la regione di provenienza. -la storia insegna che la storia non insegna nullaraggiunge una dimensione di 24 cm. è sessualmente maturo a 10 cm. è voracissimo per procurarsi il cibo spruzza con grande precisione acqua agli insetti in volo 165


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colpendoli tutti inesorabilmente (veramente?) (se vuoi offendere un avversario lodalo a gran voce per le qualità che gli mancano), ha bisogno di grandi vasche poco profonde con piante dure temperatura circa 27° alimentazione con cibo vivo.

Preludio: i dieci anni sono più belli a quaranta che a dieci. Il gatto genere = gioco di improvvisazione e di abilità dove = in casa chi = adatto ai bambini da 7 a 12 anni con genitori, orfani, adottati. N.B. Orfano = essere vivente cui la morte ha tolto ogni possibilità di esprimere sentimenti di ingratitudine filiale. Gioco per almeno 4 bambini in cui si ride molto cosa occorre = sono necessarie alcune sedie, si dispongono alcune sedie in cerchio e si fanno accomodare gli amici, 166


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si stabilisce chi sarà il gatto e se nessuno si offre per iniziare si sceglie a caso nel gruppo con una conta o con l’estrazione a sorte dei nomi I fanciulli trovano Il tutto anche nel niente gli uomini il niente nel tutto. Il gioco inizia, seppure è vero che quando si è vecchi non si ha davanti a sé altro che la morte, ma quando si è giovani si ha davanti a sé tutta la vita. Ci si chiede ora quale delle due sia più pericolosa e se in complesso la vita non sia una cosa che è meglio aver dietro di sé che davanti. Tutti i partecipanti sono seduti in silenzio con le braccia conserte tranne il gatto che miagolando e facendo le fusa andrà da un bambino all’altro, solo allora 167


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-i poeti sono come i bambini quando siedono ad una scrivania non toccano terra coi piedii giocatori potranno muoversi e parlare dovranno accarezzarlo dicendo tre volte “ma che bel gattino” assolutamente senza ridere (non credere a nessuno che dice sempre la verità), il gatto cercherà di strappare una risata a qualcuno i giocatori cercheranno di restare il più seri possibile a patto di non distogliere lo sguardo dal gatto, il primo giocatore che ride diventa gatto liberando il gatto precedente: il gioco continua per tutto il tempo che si vuole e forse per sempre, in ogni uomo abita una propria innocenza.

La vocale “I” di istrice viene articolata con un forte restringimento della cavità orale, la mandibola è molto avvicinata al mascellare superiore le labbra ravvicinate -amico è con chi puoi stare in silenzio168


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assumono una forma a barchetta ovoidale e si accollano gli incisivi superiori ed inferiori, la lingua è spostata anteriormente nella cavità buccale e prende largamente contatto con il tetto della bocca (bocca, lingua, calore per rinfrescare lo spirito nulla giova quanto tuffarsi nel mare dei sensi) per cui praticamente viene ad assumere una forma a doccia con scanalatura mediana. Sonagraficamente -molte cose non vengono osate perché sembrano difficili molte cose sembrano difficili soltanto perché non vengono osateinteressa far notare la prima formante è il risultato dell’ampia camera di risonanza posteriore mentre la seconda formante è in rapporto alla piccola camera di risonanza anteriore.

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“GL” (foglio) La costrittiva liquida laterale dorso palatale sonora “GL” ha un’articolazione analoga a quella della “L” ma con una zona di contato del dorso della lingua contro il palato duro e fuoriuscita laterale dell’aria vibrantefuoriuscita di aria casuale in spazio dedicato quella del sacerdote = un uomo che si assume la cura della nostra vita spirituale per migliorare le condizioni della sua vita temporalesolo a livello di secondi e terzi molari superiori. Il prodotto definitivo della comunicazione verbo-acustica sul versante espressivo esecutivo è rappresentato da una serie di fenomeni meccanici vibratori che rientrano nei limi dei fenomeni acustici: la fisica acustica ci dà gli elementi per affrontare da un punto di vista strumentale e pertanto obiettivo è l’intera produzione verbale considerata come oggetto sonoro, la bellezza si vede, il fascino si sente. 170


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Finale Nautico Sesta classe Navigazione estremamente pericolosagli uomini hanno i riflessi lenti in genere capiscono solo nelle generazioni successivecorrisponde a torrenti navigabili soltanto in speciali condizioni di livello d’acqua al limite delle possibilità umane (un uomo è per l’altro la sua coscienza e questo è particolarmente importante quando l’altro è solito non averne alcuna). Comunque a naufragio avvenuto la morte è uno stato di perfezione il solo alla portata di un mortale.

Riccia Fluitans -le donne sono capaci di tutto e gli uomini di tutto il restoè una delle piante d’acquario più diffusa 171


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ha foglie molto strette e ramificate è caratteristica poiché il colore cambia a seconda dell’illuminazione, ogni biforcazione a sua volta si ramifica ulteriormente sotto la superficie dell’acqua tanto da poter nascondere le altre piante (le rose profumano per mestiere).

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SOMMARIO

Il vero non è l’intero (o forse sì?) di Ernest Fries Almany

p. 9

Silenzioso, 1988

p. 11

Pianissimo, 2001

p. 31

Andante, 2002

p. 47

Mosso, 2003

p. 61

Percezioni di finitezza, 2008

p. 83

Casa e lavoro, 2009

p. 105

Saperi sperperati, 2009

p. 137


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Š Edizioni Falsopiano - 2013 via Bobbio, 14/b 15100 - ALESSANDRIA www.falsopiano.com Per le immagini, copyright dei relativi detentori Progetto grafico e impaginazione: Daniele Allegri Stampa: Atena - Vicenza Prima edizione - Giugno 2013

In copertina: Sonia S. Braga, Cance(l)lato


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