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PATRICK MCDOWELL/PINKO

INTERVISTA

Patrick McDowell

Sustainability design director di Pinko «Disegnare non basta: il mio ruolo è creare spazio per il futuro»

Lo stilista racconta le sfide future di Pinko in ambito green: «Dovevo realizzare una capsule upcycled, ora mi chiedono di immaginare nuovi modi di lavorare»

DI ANDREA BIGOZZI La parola sostenibilità può spaventare molti imprenditori ma non Pietro Negra, che per sfruttare appieno le opportunità di un’economia circolare ha creato per Pinko un team apposito, una sorta di laboratorio dove la creatività si mescola con la tecnologia e gli archivi con l’upcycling. A guidare questo “green team” ha chiamato Patrick McDowell, designer inglese incaricato nel 2020 di creare una capsule collection basata sul recupero dei materiali, poi promosso a sustainability design director. Ora, insieme al direttore creativo Caterina Negra, lavora per introdurre il riciclo anche nella main collection.

Il ruolo di sustainability design director è una novità, non solo per Pinko, ma per il settore. Che prerogative ha?

Un direttore guida un dipartimento o è responsabile di un tipo di prodotto. È quello che avviene anche nel mio caso: sono a capo di tutto quello che in azienda riguarda la realizzazione con modalità sostenibili dell’abbigliamento. Ottenere questo job title mi ha fatto piacere, perché spesso nelle aziende i team che lavorano sulla sostenibilità sono separati dall’ufficio stile, senza un motivo: se è il designer a realizzare le collezioni, allora questi due aspetti - stile e contenuto sostenibile - devono viaggiare insieme. Pinko mi ha dato la possibilità di dimostrare che questo modo di lavorare funziona su larga scala e che incarichi come il mio hanno ragione di esistere.

Sono questi i mestieri del futuro ?

Penso di sì: basti pensare a quello che sta succedendo in Pinko, che guarda in modo olistico alla sostenibilità e spera di integrarla in tutto il business. Stando così le cose, non mi sorprenderei di sapere che l’azienda a breve deciderà di introdurre nell’organigramma un direttore della sostenibilità.

Che cosa differenzia in pratica un sustainability design director da un direttore creativo tradizionale?

Il primo non è chiamato solo a creare delle collezioni e a immaginare una visione creativa, come fa un “classico” direttore creativo, ma ha anche il compito di reinventare il modo in cui il cliente vive gli abiti. Per questo il mio impegno principale è quello di immaginare nuovi modi di lavorare, che siano sostenibili per l’azienda e funzionali per il cliente. Non sempre tutto quello che si prova funziona o è destinato a essere portato avanti. Ma in questo momento - in cui le cose stanno cambiando rapidamente - non dobbiamo mai rinunciare a innovare e a sperimentare.

La capsule upcycled Reimagine è la sua creatura: come si svilupperà?

Abbiamo riciclato migliaia di capi, metri di tessuto e finiture dall’archivio Pinko, trasformati in nuovi prodotti di valore superiore. L’idea con Pietro Negra è di far crescere lentamente l’offerta e di fonderla con la collezione principale. Sperando, dopo tanto lavoro, di poter guardare indietro e vedere Pinko trasformata, pronta per la green revolution. 

CRESCITA ECONOMICA E SVILUPPO SOSTENIBILE: LA SFIDA DI OGNI CEO

Massimo Renon Benetton

«In futuro le attività del gruppo vedranno un impegno per avere prodotti più sostenibili, una catena di fornitura più rispettosa dell’ambiente e negozi più efficienti energeticamente»

Jacopo Venturini Valentino

«Stiamo avanzando nella ricerca di materiali differenti e in ottica di una maggiore attenzione all’ambiente nelle collezioni dei prossimi anni»

Renzo Rosso Otb

«Devi essere sostenibile altrimenti le nuove generazioni non ti comprano. E le grandi piattaforme vogliono solo prodotti sostenibili».

Lorenzo Bertelli Prada

«Con il progetto Re-Nylon vogliamo dimostrare che è possibile rispettare il pianeta e avere un business sostenibile: è la nostra aspirazione».

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