Anno 46 | N°10 del 22.06.2015 | quindicinale | ₏ 5,50 | www.fashionmagazine.it
E H IS SID GL IN EN ION RS
VE
Il magazine di news, business e trend
Business Cerimonia vs sportswear Si accorciano le distanze
Pitti Bimbo Le sfide di un salone 40 years young
I nostri sondaggi I saldi selvaggi veri nemici dei luxury retailer italiani
Trend high tech I marchi under 14 alla prova dei social
Una ripresa a piccoli
passi
Dopo 24 mesi senza crescita per la moda bimbo italiana ritorna il segno positivo: le aziende del settore raccontano la ripartenza Nella foto: Monnalisa
n°10
sommario
22 GIUGNO 2015 www.fashionmagazine.it
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13 L’Editoriale
NEws 14 In primo piano Trimestrali a confronto
BusINEss 18 Pitti Bimbo 40 years young
In copertina
Monnalisa primavera-estate 2016 (photo Marco Tassinari)
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22 Focus cerimonia C’è modo e modo di essere speciali 24 Business news 28 Focus informalwear Se lo sport soffre, è il momento di “fare cerimonie” 32 Q&A/Maurizio D’Angelo Si chiama Blufn il primo colpo della nuova Altana 33 Business news
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n°10
sommario
22 GIUGNO 2015 www.fashionmagazine.it
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36 34 Business news 36 Chicco Rivoluzione in negozio: un’offerta ad hoc per retail e wholesale
TREND 56 Griffe spring/summer 2016 Gioca Jouer 61 Preview spring/summer 2016 Fancy games
76 Ritratti Elio Fiorucci: «I progetti per i miei prossimi 80 anni» 78 Persone Annamaria Pilotti alla guida dei calzaturieri
38 Business news 41 sondaggio/sell out primavera-estate2015 Vendite bimbo: c’è troppa concorrenza 48 Bimbi e Internet L’educazione del giovane navigatore
79 Q&A Claudia de Lillo: «Il blog mi ha cambiato la vita»
70 Brand to watch 72 store to watch Milano: Apple Pie
PEOPLE
74 Design mania At home & in shop
81 spotlight people 82 Red carpet people
52 saloni news I prossimi eventi rassegna per rassegna
61 48 10
22_06_2015
74
MILAN – ROME – FORTE DEI MARMI HARRODS LONDON – ENDLESS STORY DEPARTMENT STORE MOSCOW – EL CORTE INGLES BARCELONA EL CORTE INGLES PUERTO BANUS MARBELLA – FORTE VILLAGE SARDINIA – DUBAI MALL DUBAI UAE SALAM STORES DOHA QATAR – WINNY NIZHNY NOVGOROD
L’EDITORIALE
Marc Sondermann Direttore
Un mercato globale agli albori After three diffcult years, the childrenswear market is gaining speed again. As the growth of exports overcompensated sluggish domestic demand, sales of Italian kidswear brands increased by 2.4% in 2014, reaching a total of 2,6 billion euro. The remaining potential to be pursued on a global scale remains, however, enormous.
N
on sono stati anni facili, quelli che ha attraversato il comparto della moda bimbo in Italia. Il calo dell’export verso la Russia (comunque meno accentuato che in altri ambiti merceologici) si è aggiunto alla situazione anemica del mercato domestico, facendo di fatto sembrare ogni scenario di crescita un terno al lotto. Il lavoro di forte internazionalizzazione portato avanti dai nostri imprenditori non ha che potuto compensare, nell’immediato, questi due fattori negativi. Lo stato d’animo dominante è paragonabile a quello di Sisifo che, narra il mito, vide all’alba di ogni nuovo giorno vanifcato il lavoro del giorno precedente. Nonostante tutto ciò, dal consuntivo SMI inerente all’anno 2014 si può desumere che qualche nube si stia diradando. Per la prima volta dal 2011 il fatturato complessivo di settore è tornato ad aumentare (+2,4%), andando ben oltre i 2,6 miliardi di euro. Da cavallo di traino hanno fatto come di consueto le esportazioni, che corrono a un ritmo sostenuto del 7,7%, arrivando a pesare per
circa il 36% sull’intero giro d’affari delle aziende nazionali. Si tratta di dati tutt’altro che irrilevanti, che permettono una duplice chiave di lettura. In primo luogo, la crescita all’estero è stata ormai molto più marcata del decremento in patria. Questo signifca che la direzione intrapresa, quella di intensifcare la propria azione sui clienti stranieri, è quella giusta, anche se (ed è un grosso se) i tenui barlumi di ripresa in Italia dovessero intensifcarsi. In secondo luogo, il potenziale di crescita oltreconfne è di fatto ancora altissimo. Ovviamente, bisogna saper calibrare l’offerta, andando a capire su quali posizionamenti si concentra la domanda di childrenswear luxury nei vari Paesi di sbocco. C’è, dunque, da intensifcare il dialogo e da presidiare ogni occasione di visibilità internazionale, come i migliori stanno già facendo. Tenendo comunque ben presente che, se c’è oggi al mondo un ambito di eccellenza in termini di creatività, artigianalità e sostanza materica, risiede con certezza assoluta in questo nostro travagliato, ma meraviglioso ● Paese.
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news in primo piano
Foto Imaxtree.com/Andrea Adriani
a cura di Elisabetta Fabbri
Primo trimestre 2014: performance a confronto Moncler Brunello Cicinelli Salvatore Ferragamo Prada Group Gruppo Aeffe Tood’s Group
Ricavi in €
Perf. % a cambi correnti
Perf. % a cambi costanti
201,0 111,7 327,0 828,2 71,2 257,7
+38,0% +12,0% +10,0% +6,5% +5,3% +1,5%
+30,0% +8,6% +2,0% -5,4% +3,5% -3,1%
trimestrali italia
Euro debole: la vera svolta attesa nella seconda metà dell’anno The Camera Nazionale della Moda Italiana expects an increase in revenues, supported by the weakening of the euro. Quarterly performances realised by Italian listed fashion companies confrm the acceleration of sales.
In base ai Fashion Economic Trends elaborati da Camera Nazionale della Moda Italiana (la versione più aggiornata al momento di andare in stampa è quella di aprile 2015) il fashion made in Italy sarà premiato dal deprezzamento dell’euro sul dollaro, iniziato dal secondo semestre 2014. La vera svolta dovrebbe arrivare nella seconda metà dell’anno, quando è previsto un incremento dell’8,8% del fatturato. Sostenuti da questa performance, i ricavi 2015 del settore dovrebbero raggiungere i 64,5 miliardi di euro (+5,5% rispetto al 2014), di cui 50,3 miliardi derivanti dall’export (+7,3%). Conferme dell’accelerazione arrivano anche dall’esame delle trimestrali dei gruppi italiani della moda quotati. In primis Moncler, che nel primo quarter del 2015 ha messo a segno un +38% nel fatturato, a 201 milioni di euro (+16% la performance nel primo trimestre del 2014). Nelle Americhe, in particolare, la crescita è stata dell’86%, mentre in Emea le vendite sono salite del 22% e in Asia e resto del mondo del 66%. Il brand del Galletto, va detto, mostra un incremento altrettanto importante senza tenere conto del mini-euro: +30% nel periodo. Progresso a doppia cifra anche per il cashmere umbro di Brunello Cucinelli: +12% (in analogia con il primo quarter 2014) a 111,7 milioni di euro e +8,6% a cambi costanti. La Salvatore Ferragamo, che ha come primo mercato l’Asia-Pacifco, è cresciuta del 10% a 327 milioni (+6% nel primo trimestre 2014), ma avrebbe segnato un +2% se i cambi non fossero variati. «L’euro debole, il calo del prezzo del petrolio, l’aumento dei turisti sono una grande opportunità per migliorare i margini», ha dichiarato di recente il ceo Michele Norsa. Grazie al deprezzamento dell’euro, Prada (unico, in questa analisi, a essere quotato a Hong Kong) ha registrato un +6,5% a 828,2 milioni di ricavi ma un -5,4% a valute costanti. Il gruppo ha ridimensionato i piani retail in ragione di una maggiore selettività: aprirà 24-26 negozi nel 2015, dai 30 delle precedenti indicazioni. Quanto ad Aeffe, dopo il -7,6% del primo quarter 2014, nei primi tre mesi del 2015 ha recuperato raggiungendo quota 71,2 milioni (+5,3 e +3,5% a cambi costanti). Il gruppo che controlla marchi come Alberta Ferretti e Moschino è cresciuto di quasi il 25% negli Usa e in Giappone. Tod’s ha raggiunto i 257,7 milioni di giro d’affari, in aumento dell’1,5% (dopo la crescita zero del primo quarter 2014): avrebbe registrato un -3% a valute invariate. Il recupero si deve anche a un miglioramento delle vendite di marchi come Hogan (+3,7%) e Fay (+1,6%), dopo il deludente 2014. Il lusso di Roger Vivier si riconferma il più dinamico (+5,3%), mentre il brand ammiraglio Tod’s mantiene i ricavi invariati rispetto al primo trimestre 2014.
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trimestrali Usa
Non è soltanto un problema di cambi US brands suffer the unfavorable impact from currencies fuctuations. Sometimes the problem is the domestic market.
Il dollaro forte si fa sentire sulle trimestrali di noti marchi della moda Usa. Nel primo quarter fscale, il fatturato di Gap Inc. è diminuito del 3% a 3,7 miliardi di dollari (-1% se i cambi fossero rimasti invariati, rispetto a un anno prima). I veri problemi, però, sono in madrepatria, dove è prevista la chiusura di 140 specialty store Gap entro la fne del fscal year (175 in totale, in cinque anni) e il taglio di 250 posti di lavoro. Abercrombie & Fitch accusa invece un -14% a 709,4 milioni (-8% a periodi comparabili). Per riconquistare i giovani shopper, più orientati al fast fashion o all’offerta online, il gruppo sta puntando su store e prodotti più appealing. Le vendite quarterly di Guess hanno subito un calo dell’8% a 479 milioni di dollari (stabili senza il superdollaro). Ma anche il mercato domestico (45% del turnover totale) ha deluso con un -6%: qui il brand farà leva su prezzi più competitivi e un’offerta in denim diversifcata. Quanto a Calvin Klein (665 milioni di ricavi, -2% ma +5% a cambi invariati) e Tommy Hilfger (862 milioni, -11% e +1% a pari valute) risentono dei minori acquisti dei turisti negli Usa. In controtendenza Ralph Lauren (1,9 miliardi le vendite, in aumento dell’1% e del 7% a cambi costanti) e Michael Kors (1,1 miliardi, +17,8% e +23% a valute invariate).
news in primo piano a cura di Elisabetta Fabbri
Central Group
Gruppo ovs
hudson’s bay
Thai Central Group gets a 50,1% stake in three famous German department stores: KaDeWe, Oberpollinger and Alsterhaus.
Ovs Group retail sales improved by 7,9% in frst quarter 2015. The company market share rose from 6 to 6,5%.
The Toronto based retailer Hudson’s Bay offers 3,2 billion dollars to acquire German Galeria Kaufhof.
Il tailandese Central Group accelera in Europa. Il gruppo, che nel 2011 si è aggiudicato i department store La Rinascente, intende rilevare il 50,1% di tre department store (tra Germania e Austria) di Signa Group. Si tratta di KaDeWe a Berlino (nella foto), Oberpollinger a Monaco e Alsterhaus ad Amburgo. Non è ancora noto l’ammontare dell’offerta della famiglia Chirathivat, che controlla Central Group, mentre si sa che Signa manterrà il 49,9%. Il suo ceo, Wolfram Keil, ha spiegato che l’operazione è un’opportunità per espandere il business attraverso l’apertura di nuovi store. «L’obiettivo - ha detto Vittorio Radice, vicepresidente de La Rinascente - è di portare avanti una collezione di store iconici, unici nel loro genere. Siamo consapevoli e preparati a utilizzare le risorse necessarie per consolidare la loro immagine storica». A fne 2014 i tailandesi di Central avevano annunciato l’intenzione di investire, quest’anno, oltre un miliardo di dollari per l’espansione in Paesi come Laos, Myanmar e Cambogia e per acquisizioni in Europa. Si parla di 5 miliardi di baht (circa 148 milioni di dollari) per il rinnovo dei tre department store tedeschi in quattro anni.
Nel trimestre terminato il 30 aprile 2015 le vendite del Gruppo Ovs hanno raggiunto i 284,6 milioni di euro, in aumento del 7,9% rispetto allo stesso periodo del 2014. L’insegna Ovs (nella foto, lo store inaugurato di recente all’Expo, di cui è offcial retailer per l’abbigliamento) in particolare, ha totalizzato 236,9 milioni di ricavi (+5,9%), mentre Upim ha raggiunto i 47,7 milioni (+27,3%). Sotto la guida di Stefano Beraldo l’ebitda è salito da 19,4 a 23,5 milioni e l’ebit è quasi raddoppiato da 5,3 a 10,1 milioni. Il risultato prima delle imposte è passato da -9,7 a 2,6 milioni (escluse le voci non ricorrenti). Nel periodo il retailer ha esteso il perimetro distributivo con l’avvio di 76 nuovi negozi, di cui 63 in piccoli formati “Kids”. La sua quota di mercato è aumentata dal 6% risultante ad aprile 2014 al 6,5% attuale. Approdato a Piazza Affari lo scorso marzo, Ovs benefcia di un innesto di liquidità di 349 milioni di euro (corrispondenti all’aumento di capitale relativo alla quotazione).
Nessuna fusione con Karstadt per Galeria Kaufhof. Contrariamente alle prime ipotesi, l’insegna dei department store, tra le maggiori in Germania e Belgio, passerà in mani canadesi: il retailer di Toronto Hudson’s Bay (HBC) si è fatto avanti offrendo alla proprietà - il gruppo Metro Ag - 3,2 miliardi di dollari (debiti inclusi). L’acquisizione, il cui closing è stimato in settembre, riguarda 103 store Galeria Kaufhof (compresi 59 immobili), oltre a 16 negozi Sportarena, 16 department store Galeria Inno in Belgio e una serie di centri logistici, magazzini e altre proprietà. HBC vanta un importante primato: è una delle più longeve società del Nord America, visto che opera ininterrottamente dall’anno di fondazione, il 1670. Nel luglio 2013 il gruppo ha annunciato l’acquisizione di Saks per 2,9 miliardi di dollari, ma secondo alcuni l’avventura in Europa è tutta un’altra faccenda: non è detto che il modello di business americano calzi perfettamente con i nuovi territori di conquista. Come ricorda l’International New York Times, Walmart ha dovuto lasciare il mercato tedesco nel 2006, vendendo i suoi 85 store e incassando forti perdite.
Shopping in Germania, a partire da KaDeWe
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22_06_2015
La quota di mercato sale al 6,5% nel quarter
Alla conquista del Vecchio Continente
anteprime pitti bimbo
40 yEaRs yOUNG Pitti Bimbo celebra con ironia (e diversi eventi speciali) i suoi primi 40 anni. Dai 66 marchi del 1975 si è arrivati ai 437 di questa edizione. Numeri importanti che Raffaello Napoleone, ceo di Pitti Immagine, motiva con la qualità del prodotto e il lavoro sulla ricerca. «Negli anni ci siamo aperti al lifestile e al web per essere più internazionali. Il mercato è cambiato e dominano le catene» di Andrea Bigozzi
Pitti Bimbo celebrates its 40th Anniversary. Fashion caught up with Raffaello Napoleone, ceo of Pitti Immagine, that organizes the trade show to take stokcs of this milestone event. «Our formula is the right one for the moment for the market. That means a lot of research and quality»
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22_06_2015
Come è cambiato il mercato della moda junior negli ultimi 40 anni? L’internazionalizzazione è l’emblema dei mutamenti che sono avvenuti in questi 40 anni: quando è nato, questo era una salone fatto essenzialmente di aziende italiane e frequentato da compratori italiani. Oggi invece, delle 437 collezioni esposte in Fortezza da Basso, 207 provengono dall’estero. E non solo: una parte sempre più consistente dei nostri investimenti va in progetti di incoming di buyer esteri. Cos’altro è cambiato nella rassegna? Principalmente è cresciuta la qualità dell’offerta e si è molto accelerato su aspetti come ricerca e lifestyle. Le tipologie di presentazione si sono fatte più sofsticate. Nella moda bimbo, come anche nell’uomo e nella donna, non si pensa più soltanto a esporre, ma a presentare dei progetti. a Firenze le aziende arrivano per fare ordini, ma anche
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Il regalo per i 40 anni del Salone? Più internazionalizzazione, ma anche la ripresa del mercato interno Raffaello Napoleone
‘‘
U
n 40esimo anniversario alla grande. Nonostante la crisi e le diffcoltà di certi mercati chiave come quello russo. Pitti Bimbo guarda avanti con ottimismo. E per il suo compleanno - edizione numero 81 dal 25 al 27 giugno - prepara una manifestazione in gran spolvero, anche grazie al contributo di 300mila euro lordi stanziati dal Ministero dello Sviluppo Economico. Una ricorrenza importante, dichiarata in maniera esplicita: perché questi quattro decenni sono portati davvero bene e l’età anagrafca coincide con uno spirito giovane e vivace del salone forentino. Basti pensare che dai 66 espositori del 1975 si è arrivati alle 437 collezioni di oggi, mentre i buyer sono passati da 2.529 (di cui solo 176 stranieri) a 5.700. I festeggiamenti passano anche per le novità feristiche, con la nuova sezione KidzFizz, che prende il posto di New View, e i tanti eventi in agenda: dall’installazione Italia Wow!!, che alla Dogana darà spazio a 14 aziende made in Italy del kidswear (tra cui Marcelo Burlon kids of Milan, Margherita Missoni, MSGM, Vivetta), al party del venerdì sera con il colore, tema del salone, che sarà il leitmotiv della serata. E ancora sflate, feste, new entry (Karl Lagerfeld su tutti). «Guardando ai prossimi 40 anni», come assicura Raffaello Napoleone, amministratore delegato di Pitti Immagine. E guardando anche a una possibile ripresa, che sembra ormai all’orizzonte, con il 2014 archiviato a quota 2,6 miliardi di euro (+2,5%), dopo un biennio trascorso in terreno negativo.
per costruire una strategia di comunicazione. Il nostro ruolo di fera ci impone di offrire maggiori servizi alle aziende e metterle in condizione di far fruttare l’investimento. Un elemento che resiste, ora come allora, è quello della sflata: non è arrivato il momento di cercare strumenti nuovi? Il mondo del childrenswear fa fatica a trovare i giusti strumenti di comunicazione. E la sflata è uno di questi. Non ha senso cambiare. La passerella va bene ancora oggi perché funziona sia per il passaggio televisivo, sia per diffondere l’immagine delle collezioni attraverso i nuovi media. Per questo ritengo che sia uno strumento ancora forte per la strategia di un brand e per questo Pitti Bimbo continua a investirci. Che prospettive vede per il comparto? Per anni si è pensato che il settore del bambino fosse immune dalla crisi. E invece si è visto che non è così. La moda bimbo è anche l’unico segmento del tessile-abbigliamento ad avere un saldo commerciale negativo, in quanto le importazioni superano le esportazioni. Un tempo eravamo abituati a vedere arrivare in fera 12mila buyer. Quei numeri non torneranno più, perché ormai imperversano le catene e la logica di consumo è differente. Ci sono tuttavia ancora mercati come il Medio Oriente, la Russia e l’area del Mediterraneo, dove per l’abbigliamento per i
dal palazzo degli affari alla fortezza: edizioni a confronto
I numeri di Pitti Bimbo. Ieri e oggi 1975 Palazzo degli Affari 66
2015 Sede Marchi/collezioni
2.529 (di cui 176 stranieri)
Buyer
Simonetta e Story Loris presenti dalla prima edizione
Aziende
Fortezza da Basso 437 (di cui 207 stranieri) 5.700 (di cui 2.500 stranieri) 78 nomi nuovi
Fonte: elaborazione Fashion su dati Pitti Immagine
congiuntura
L’export è a un soffo dal miliardo. Il 2015 parte bene (per il bebé) Many new locations for the fashion shows: Gucci unveils the collection in a former railway station, Bikkembergs in a wellness centre.
Lo stand Simonetta allÕedizione numero 80. Il marchio, insieme a Story Loris, • lÕunico ad essere presente a Pitti Bimbo dal 1975
più piccoli si spende ancora. Ma devono essere capi di qualità. A questa edizione torneranno i buyer russi che alla scorsa edizione erano stati i grandi assenti? Il mercato russo resta in sofferenza, ma ci sono aspettative migliori intorno alla Russia rispetto a sei mesi fa: il rublo si è rivalutato nell’ultimo mese e questo porta a una capacità di acquisto maggiore dei buyer dell’area. In queste stagioni si parla tanto del ritorno degli Usa. vale anche per il childrenswear? sono convinto che degli americani arriveranno, molto più numerosi che in
consuntivo 2014
La moda bimbo ritrova lo sprint Fatturato a 2,6 miliardi (+2,4%)
Fatturato Var % Esportazioni Var % Importazioni Var %
2012
2013
2014
2.631 -0,6 845 1,9 6.387 -35,6
2.580 -1,9 879 4,1 6.039 -5,4
2.642 2,4 947 7,7 6.569 8,8
Fonte: SMI su dati ISTAT, Sita Ricerca, Indagini interne
L’industria italiana della moda bimbo archivia uffcialmente un 2014 in crescita a +2,4% con 2,642 miliardi di euro, dopo due anni consecutivi in calo, riportandosi ai livelli di fatturato del 2011. Ma soprattutto si prepara a un 2015 sempre in positivo: le indicazioni di vendita relative al primo trimestre mostrano una crescita del solo abbigliamento per neonati del 6,9%, con Spagna e Regno Unito che registrano picchi intorno al 30%. I dati di consuntivo del 2014 forniti da Smi si sono rivelati persino più rosei rispetto alle prime stime: la crescita complessiva è stata inferiore alle previsioni di sei mesi (quando si era ipotizzato un +,16% invece del +2,4% defnitivo) ma soprattutto è stato confermato per la moda junior il ruolo centrale delle esportazioni, stimate in aumento del +7,7% su base annua, avvicinandosi così progressivamente alla soglia del miliardo di euro (947 milioni di euro). Ancora una volta il comparto ha faticato sul mercato interno, anche se nel 2014 si è registrato un rallentamento del tasso di caduta, più che dimezzato rispetto a quello del 2013. Negli scorsi 12 mesi il sell-out ha ceduto il 2,1%. In particolare, il segmento bambino ha segnato un -2,7%, mentre il (an.bi.) segmento bambina un -2,1%. 22_06_2015
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anteprime Hot ticKets
passato, ma non saranno loro a fare la differenza, come invece sta avvenendo con il mercato per l’uomo e la donna. Gli stati Uniti resteranno un mercato secondario per le aziende italiane del settore: per una questione di gusto loro vestono in maniera molto più casual è sul fonte bimbo hanno davvero una cultura del prodotto differente. La partecipazione alle fere è utile solo ai marchi di settore o anche per le griffe? Fendi quest’anno non ci sarà... Piattaforme come la nostra sono una strada obbligata per le aziende medie e piccole, che realizzano la maggior parte delle loro esportazioni proprio attraverso le fere. Ma anche le griffe hanno la loro convenienza. I grandi marchi vengono a Pitti soprattutto in fase di lancio delle collezioni bimbo, per “sfruttare” il nostro know how ed entrare rapidamente in contatto con un clientela qualifcata. Una volta consolidato il loro progetto childrenswear, il più delle volte iniziano a seguire le logiche del mondo degli adulti, puntando sul retail, e ci lasciano. Ma è normale che sia così. Le fere servono a questo. Un desiderio soffando sulle candeline. Beh, se potessi ne esprimerei due, non solo uno. Il primo, che Pitti Bimbo possa diventare una manifestazione sempre più internazionale sia per espositori che per visitatori. Oggi le aziende sono ancora troppo legate ai compratori italiani (il mercato interno pesa quasi il 65%, ndr), una categoria in diffcoltà: è quindi sempre più importante attrarre i nuovi mercati in crescita. Il secondo che venissero confermati i segnali di una ripresa della domanda interna. ●
YcluÕ
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22_06_2015
Da Stella Jean a Lagerfeld si debutta a ogni età The new names and returns at this edition are 78. Karl Lagerfeld (with Cwf), Stella Jean and Christian Lacroix debut at Pitti Bimbo where they will present a preview of spring collection.
il programma
Cosa c’è di nuovo dentro e fuori la fera The success of fair is due to the events and runway shows: at this edition will be the premi•re of ÒItalia Wow!! whit Marcelo Burlon, Margherita Missoni, Msgm, Vivetta.
Cominciamo dalla fne. Il meglio della 81esima edizione di Pitti Bimbo arriverà il 26 sera, quando il salone festeggia i suoi primi 40 anni con un evento speciale dedicato alle sue aziende, ai buyer e alla stampa. Il colore (tema della fera, nella foto) sarà il leitmotiv della serata, che si svolgerà a Villa Le Corti a San Casciano. Il party sarà la tipica ciliegina sulla torta di un’edizione che, sulla carta, si annuncia memorabile. Espressa, oltre che dalle tradizionali sflate (in pedana tra giovedì e venerdì saliranno Il Gufo, Manila Grace, Miss Grant e Yclu’), da una serie di iniziative speciali. Il primo giorno di fera in agenda sono fssate le performance di Dsquared2 e quella di Original Marines, che porta per la prima volta in Italia l’artista australiana Aelita Andre (4 anni). Il 25 i rifettori saranno puntati sull’anteprima di Italia Wow!! un progetto speciale promosso dal Centro di Firenze per la Moda Italiana con il contributo di MISE e Agenzia ICE, checoinvolge designer made in italy ad alto tasso creativo come Marcelo Burlon, Margherita Missoni, Msgm, Vivetta. La serata del 25 si chiuderà poi con la presentazione della collezione di Monnalisa: un vero e proprio shooting party alle Serre Torrigiani. (an.bi.)
Sarà perché i compleanni e i festeggiamenti piacciono a tutti, ma l’edizione del 40esimo di Pitti Bimbo registra un numero record di aziende (ben 78, ovvero quasi il 20% del totale) che hanno deciso di presentare per la prima volta (o di fare ritorno) a Firenze. Anche i grandi stilisti non sono immuni dal richiamo del salone forentino, che è stato scelto dalle nuove leve come Stella Jean ai veterani come Karl Lagerfeld. C’è grande attesa per il debutto di Karl Kid’s che segna il debutto del direttore creativo di Chanel nel mondo delle taglie mini grazie alla collaborazione con il colosso francese Cwf, che sarà in fera con tutti i suoi marchi e in più lancierà l’etichetta
Karl Lagerfeld
Stella Jean
Une Fille. Stella Jean sarà alla sua prima vera esperienza in fera come espositore dopo aver partecipato sei mesi fa all’incubatore Kid’s evolution con una capsule, sempre frmata da Camac. Prima volta in Fortezza anche per la maison Christian Lacroix con Camfoni. Ma l’elenco delle new entry e delle rentrée è davvero globale e - oltre a includere fashion designer di tutte le età - tocca anche, sul piano geografco, i quattro angoli del mondo con marchi provenienti dalla Nuova Zelanda (Snapper Rock Swim Wear) dal Venezuela (Princess Andrea) passando per la Grecia che, nonostante la crisi, porta a Pitti quattro new entry. (an.bi.)
MILAN – ROME – FORTE DEI MARMI HARRODS LONDON – ENDLESS STORY DEPARTMENT STORE MOSCOW – EL CORTE INGLES BARCELONA EL CORTE INGLES PUERTO BANUS MARBELLA – FORTE VILLAGE SARDINIA – DUBAI MALL DUBAI UAE SALAM STORES DOHA QATAR – WINNY NIZHNY NOVGOROD
Focus cerimonia
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1. Lo stile preppychic di Ki6? Pretty, collezione nel portafoglio di Spazio Sei Fashion Group 2.La nuova capsule cerimonia lanciata da Silvian Heach Kids 3. Abiti poetici e ricercati per MiMiSol 4. Un’uscita della sflata di Miss Grant alla scorsa edizione di Pitti Bimbo
2
3
Un settore, diversi target
C’È modo E modo dI ESSErE SpECIaLI Abiti disinvolti e con listini “ragionevoli” per il mercato italiano, più preziosi per l’estero. Il mercato della cerimonia per i piccoli viaggia a doppia velocità. Sia nelle singole collezioni sia nei negozi, il consumatore deve avere un’ampia scelta di proposte e prezzi. E decidere liberamente, senza farsi troppo condizionare dai marchi di Alessandra Bigotta
Many made in Italy kids’ collections are well known for their refned and elegant taste. But the world “formalwear” has more than a meaning for childrenswear: very precious abroad, more practical and with “reasonable” prices in Italy and Europe. The brand seems no more central in the end consumer’s decisions: his focus in mainly on product.
I
bambini si vestono in modo sempre più informale, soprattutto in Italia e in Europa, e per gli acquisti dei fgli le mamme sono assidue frequentatrici delle catene. Eppure la cerimonia funziona ancora, solo che non è più quella di una volta. Specchio dei tempi, il fatto che alcune realtà artefci di uno stile perlopiù easy, d’impronta quotidiana, decidano proprio ora di puntare un piede nel comparto: vedi Silvian Heach Kids, che lancia la sua prima capsule collection per le occasioni speciali. Le testimonianze degli imprenditori, titolari di showroom e negozianti del settore sono più o meno tutte sulla stessa lunghezza d’onda: di cerimonia intesa in modo univoco non si può più parlare. «L’eleganza di bimbe e bimbi soprattutto nordeuropei, ma anche in parte italiani - afferma Imelde Bronzieri, fondatrice e anima del marchio MiMiSol 22
22_06_2015
- è generalmente semplice, fresca, con il cotone come materiale d’elezione, mentre i mercati lontani credono ancora nel look importante, da grandi occasioni. per questo dobbiamo garantire un’offerta completa, con un giusto mix di capi ma anche di prezzi: nel nostro caso si parla di 400 pezzi tra maschio e femmina, più gli accessori, in modo tale che le mamme, soprattutto quando entrano nei monomarca mimiSol, possano trovare proposte complementari, trasversali, in grado di interpretare in modo contemporaneo il concetto di bel vestire e di rispecchiare il brand a tutto tondo». «Nel nostro paese - ribadisce Alessandra Chiavelli de Il Gufo - complice la situazione economica, i modelli più richiesti sono disinvolti e polivalenti. Lo scenario cambia completamente in aree come il medio oriente». Christian Simoni, a.d. di Monnalisa,
crede nelle “contaminazioni intelligenti”: «abiti in popeline forito, perfetti per le feste più informali - osserva - diventano coreografci se abbinati a una sottogonna in tulle o a una blusa in organza per quanto riguarda la bimba. per il maschio il discorso non cambia: un cinquetasche in piquet con camicia fantasia e cravatta è easy, ma bastano un gilet e una slip-on ai piedi per realizzare un look impeccabile». «al momento dell’acquisto sono i bambini ad avere l’ultima parola anche in fatto di cerimonia - interviene Danila Maccacaro, di Bacch Rappresentanze -. può capitare che chiedano i “jogg jeans” di una label non certo formale come Diesel, fatti in jersey ma con aspetto denim, anche per i momenti importanti. E che le mamme li accontentino». per le boutique indipendenti, strette nella morsa della concorrenza dei big player vertica-
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Al via il sodalizio con Spazio Sei After Mafrat and Ivr, a new partner for Stefano Cavalleri and Quis Quis.
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lizzati della distribuzione, degli outlet e dell’e-commerce, la cerimonia riveduta e corretta in base ai canoni attuali rappresenta una chance importante di competitività e a volte di sopravvivenza. «può davvero fare la differenza per il negozio multimarca - afferma Roberto Brussino di Elsy - che in questo campo specifco costituisce ancora una valida alternativa in termini di qualità e contenuti rispetto alle insegne che stanno monopolizzando sportswear e dintorni». «Tuttavia - precisa - i listini non possono che essere più aggressivi rispetto agli anni passati». Come fa notare Paolo Crespo, titolare di Crespo Rappresentanze a Torino, «per trovare il modello giusto, destinato a un’occasione elegante, il consumatore fnale italiano tende tuttora a rivolgersi al puntoDolce&Gabbana vendita di fducia, per il cui fatturato questo tipo di prodotti è fondamentale,
soprattutto quando si parla di primaveraestate». punto vendita che, puntualizza Crespo, sta ricalibrando le proprie scelte: «Un marchio come Aston Martin, in grado di proporre un completo tre pezzi con un prezzo al pubblico anche sotto i 200 euro - dice - fa gola anche al retailer che magari solo qualche anno fa circoscriveva la propria offerta a collezioni più elitarie e più care. Sono lontani i tempi in cui non era un problema per chi comprava spingersi verso i 500 euro e magari più su. ora una giacca per il maschietto in felpa elasticizzata, in vendita a 80/85 euro, non scandalizza più nessuno se portata anche durante una comunione. In questo caso, tra l’altro, le chiese impongono il saio, che azzera le differenze tra un look e l’altro e che comporta alla famiglia una spesa di 40-50 euro». Sembra affevolirsi anche la dicotomia tra un Nord Italia vo-
Dopo la collaborazione con Mafrat e quella con Ivr, Quis Quis affronta nuove sfde con un partner non più pugliese ma emiliano, Spazio Sei Fashion Group, che si occuperà anche della linea From The World, proposta anche per la donna. «I progetti con Spazio Sei - spiega l’artefce della collezione, Stefano Cavalleri, che disegna anche la linea under 14 di Cesare Paciotti, realizzata da Zero & Company- si focalizzano su aperture di monomarca a partire da Abu Dhabi, durante il periodo del Gran Premio, per proseguire con Dubai». «La boutique di Doha - continua - sta andando bene e ospiterà una serie di appuntamenti, tra cui un evento charity a favore del Nepal. Sempre a Doha, con l’inizio del Ramadan, abbiamo presentato uno spazio Quis Quis presso il Laguna Mall». Il marchio potrà contare su aree dedicate nei negozi KidSpace, che riuniscono le linee di punta di Spazio Sei. «Saremo nei KidSpace del Dubai Mall - anticipa Cavalleri - e di Riyadh, Jeddah, Parigi, Londra, Forte dei Marmi, Porto Cervo, Milano e Mosca». «Con il gruppo di Carpi - precisa - stiamo ragionando su una piattaforma di e-commerce». Quis Quis è export oriented: il 90% del venduto è realizzato oltreconfne, «ma senza abbandonare la mia amata Italia». «Presto partirò per la Russia - conclude Cavalleri - in modo da toccare con mano la situazione di questo mercato. Avanzano Far East e America e, cosa che non mi sarei aspettato, anche l’Europa sta dimostrando interesse per le mie creazioni».
Due modelli della collezione Quis Quis
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Focus cerimonia
tato all’easywear e un Sud tradizionalista. «Ultimamente - osserva Mauro Serafni di Grant - ho notato in alcuni dettaglianti settentrionali un risveglio di interesse per le proposte da cerimonia più importanti». «Da noi il classico va forte, ma la voglia di ostentare sta calando - interviene Fulvio Ciardullo, titolare del negozio Primamoda a Cosenza -. Intanto cresce l’attenzione al value for money. Non è raro che chi entra in boutique si soffermi sulle caratteristiche intrinseche di un modello e, se non è made in Italy, faccia un passo indietro di fronte al prezzo impegnativo». Stefano Cavalleri, artefce del brand Quis Quis e direttore creativo della collezione Cesare Paciotti Junior, sintetizza: «L’attenzione al prezzo si avverte un po’ ovunque e non solo in Italia. Per questo applichiamo una forbice che va dai 160 euro per l’abito più easy ai 300 per quello più prezioso. Detto questo, il made in Italy ha ancora forza e appeal: signifca qualità». «Alla fne a parlare è il prodotto - rifette Paolo Crespo - e il resto, marchio compreso, passa in secondo piano». Anche le griffe devono fare attenzione: il nome famoso è molto ma non è tutto. Lo ribadisce Giuseppe Rossi, direttore generale di Simonetta, che oltre al brand proprio gestisce un parco di licenze griffate e ha avviato una joint venture con Fendi per il bambino. «Limitarsi al concetto di “mini me” non è più suffciente - mette in guardia -. Occorre dare vita a linee complete. Solo così si conquista il consumatore». ● Giocato sulle tonalità del rosa e delle tinte pastello il look per l’inverno 2015/2016 di Elsy
Monnalisa
Più effcienti, social e multimediali New offces, a new stockhouse, more investments on social networks: a strong heritage and a commitment to the future for Monnalisa.
Il monomarca di 60 metri quadri che Monnalisa ha aperto nel BurJuman Center di Dubai
il gufo
Dal Middle al Far East: il volo del Gufo continua After the opening in Paris, on schedule next July in boulevard Saint Germain, the company looks ahead. New corners will be opened in the Middle and Far East.
«È un momento delicato, ma ci stiamo difendendo bene»: Alessandra Chiavelli, alla guida della realtà trevigiana di childrenswear Il Gufo con il fratello Guido, è soddisfatta e ottimista. «Negli ultimi anni - dice - abbiamo investito molto nelle risorse umane, inserendo nell’organigramma fgure manageriali in ruoli strategici come il retail e l’export, ma anche nella direzione operativa, per coordinare al meglio tutte le attività legate al prodotto». Risultato: l’azienda che veste “i bambini da bambini” ha cambiato marcia, con un’accelerazione nell’espansione internazionale, da un lato all’altro del globo. Dopo l’opening milanese dello scorso settembre in via San Pietro all’Orto (che ha sostituito lo store in via Verri), la griffe ha in agenda un altro appuntamento per la fne di luglio: l’inaugurazione del nuovo fagship parigino.
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Progetti in corso per Monnalisa, che sta lavorando alla crescita della struttura aziendale, all’ottimizzazione dei processi operativi e a una più massiccia presenza sui social network. «Abbiamo approvato un investimento signifcativo per fare un salto nella gestione dell’e-commerce - sottolinea l’amministratore delegato, Christian Simoni -. Una sorta di nostro “2.0”, nel contesto di trasformazioni aziendali a più ampio raggio, che stanno portando alla costruzione di nuovi uffci e magazzini, la cui superfcie raddoppierà, raggiungendo i 10mila metri quadri. Qui potremo sperimentare tecnologie all’avanguardia per incrementare l’effcienza operativa». «Tutta la Monnalisa - aggiunge - si sta evolvendo: sono stati rivoluzionati il sistema di contabilità e il controllo di gestione, senza contare che ci stiamo impegnando per mettere sempre più le nostre competenze retail, maturate con la gestione di 48 monomarca e 43 shop in shop,
anche al servizio del wholesale». «Il nostro è un proflo internazionale, con quasi 70 Paesi presidiati e un export al 70% del giro d’affari commenta a questo proposito l’amministratore delegato -. In quest’ottica, intorno a un prodotto riconoscibile ma giocoforza segmentato, sta cambiando il modo di rapportarci con chi ci segue o ci potrebbe seguire. Internet dà una grossa mano, con 14.700 follower su Instagram, dove stiamo sviluppando alcuni progetti, l’utilizzo di WhatsApp nelle strategie retail per tenere sempre aggiornato il consumatore fnale sulle nostre novità e la prospettiva di aprire un proflo su VKontakte, il più importante social network in Russia e dintorni». Simoni non fornisce dati di fatturato, ma parla di una chiusura 2014 all’insegna della stabilità, che contraddistinguerà anche il 2015 «Da notare però - conclude - che è cresciuta molto la redditività, con un ebitda quasi al 17% e un +70% alla voce risultato lordo, nonostante l’incidenza negativa di una componente straordinaria legata al processo di semplifcazione della struttura societaria».
andrea MonteLPare
siMonetta
Apre la showroom nel centro di Milano
Precollezioni e capsule per seguire i ritmi del mercato
On 29th June the footwear company will open its showroom in Milan.
Da lunedì 29 giugno sarà operativa la showroom milanese di Andrea Montelpare, in via Pietro Mascagni 15. Uno spazio di 450 metri quadri, all’interno dei quali vengono Andrea Montelpare presentati 16 brand nel portafoglio dell’azienda marchigiana specializzata nelle calzature di qualità per i bimbi, di cui quattro di proprietà, in un momento in cui l’export è a quota 90% delle vendite. «Con questo opening puntualizza Andrea Montelpare, fondatore e amministratore delegato della società - siamo ancora più proiettati verso i nostri partner e clienti internazionali, in una logica di crescita in Europa, Medio Oriente, Asia, America del Nord, America del Sud».
1. Il fagship store Il Gufo di Milano 2. Una proposta del marchio dedicata alla primaveraestate 2016
«La location è importante - commenta l’imprenditrice - perché lo spazio, di circa 120 metri quadri, si trova al 183 di boulevard Saint-Germain, vicino a griffe di spicco». Subito dopo i festeggiamenti, la corsa retail continua: «Proseguiamo nel consolidamento delle nostre posizioni in Italia ed Europa, ma il focus rimane su Middle East e Far East», precisa Chiavelli. Il prossimo semestre sarà infatti scandito dall’apertura di diversi corner, tutti Eastoriented: a Odessa (Ucraina), Beirut (Libano), Doha (Qatar) e Tianjin (Cina), che si aggiunge a quello recentemente aperto a Qingdao. In agenda un opening anche in Azerbaijan, a Baku. Spazi che andranno a rafforzare il network retail della società, che attualmente conta monomarca anche a Roma, Firenze, Treviso, Dubai, Chengdu e New York. (a.t.)
Precollections and a casualwear capsule among the new initiatives of Simonetta.
«Il concetto di cerimonia? Si sta evolvendo in due direzioni: da una parte le proposte molto eleganti e, dall’altra, sempre raffnate, ma meno legate a una singola occasione»: a parlare è Giuseppe Rossi, direttore generale di un’azienda, la Simonetta, che intorno all’eleganza in piccole taglie ha costruito dalla metà degli anni Cinquanta un business sempre più diversifcato, di cui fanno parte l’omonima linea di proprietà, insieme alle licenze per Fay Jr. e Roberto Cavalli Junior e alla joint venture con Fendi per il bimbo. «La strategia - prosegue Rossi - è strutturare le collezioni in modo tale da soddisfare le differenti esigenze, sempre coerentemente con il nostro stile. E per quanto riguarda le griffe, sulla base di 15 anni di esperienza posso dire che se non si fa un lavoro dettagliato e complesso a fanco dei marchi, per interpretare in un segmento così particolare l’identità dei brand, non c’è storia». La realtà di Jesi, nelle Marche, sta programmando aperture di monomarca in Asia e Medio Oriente (attualmente il network retail è di una cinquantina di spazi tra tutte le collezioni, integrati da oltre 400 multimarca) e lavorando di cesello sulle tempistiche, per adeguarle alle esigenze di fessibilità e puntualità della clientela globale: «Vista la richiesta generale di consegne anticipate, allineate con il trend dei mercati più evoluti - precisa il d.g. - abbiamo introdotto delle precollezioni, mentre sempre a proposito di segmentazione dell’offerta una delle novità è la capsule di casualwear in jersey e felpa che strizza l’occhio ai teenager e che interpreta i nostri codici in chiave daily». Simonetta ha chiuso il 2014 con ricavi per 45,5 milioni di euro, dai 42,2 milioni del 2013, «con una proiezione 2015 - conclude Rossi - in linea con l’ultimo esercizio».
Una preview della primavera-estate 2016 di Simonetta
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Focus cerimonia
MiMisol
1. Mauro Serafni, numero uno di Grant: l’azienda compie 40 anni nel 2015 2. Miss Grant in passerella a Firenze
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Q&a Mauro serafni grant
La love story con il Golfo continua New stores in Middle East for MiMiSol, while China gets closer. What about e-commerce? «We will do it, but decidedly our way».
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«IL braNd ComE ICoNa, aNChE SUI SoCIaL» At its 40th anniversary, Grant is more and more social network oriented and is going to open new shops in shop abroad.
Il mercato cambia: è cambiata anche la vostra strategia di posizionamento? Credo che ormai aziende come la nostra abbiano davanti a sé una sola strada: qualifcare sempre più il brand e renderlo icona di stile e qualità, da portare in tutto il mondo come simbolo del “made in Italy”. Il lato super-commerciale e di basso prezzo è presidiato dalle grandi catene mondiali dell’abbigliamento. Su quali progetti state lavorando? Stiamo dedicando maggiori forze e investimenti al mondo social, per essere sempre più a contatto diretto con il consumatore fnale: abbiamo appena siglato un accordo di collaborazione con i foodblogger “SingerFood”, una coppia di cuochi che ogni mese preparerà una ricetta volta a sensibilizzare i ragazzi alla cucina e al cibo sano, da pubblicare sia sul loro blog, sia sui nostri canali social. Ci sono nuovi store in arrivo? abbiamo in cantiere shop in shop importanti in Europa, medio oriente e russia, che si aggiungeranno ai 12 attuali, alcuni dei quali sono veri e propri negozi. attualmente le nostre proposte sono distribuite in 800 multimarca tra Italia ed estero (dove realizziamo il 50% del fatturato, pari a 19 milioni di euro), tre monomarca sul nostro territorio e gli shop in shop cui accennavo. Che sensazioni ha sulle aree di sbocco delle collezioni italiane, Russia in primis? È chiaro che l’Europa ha una “facilità” distributiva che le aree extra Ue, su cui stiamo concentrando i nostri sforzi più signifcativi, non possiedono. Il mercato russo in questo momento è una grande incognita: per incrementare la distribuzione in quest’area, già presidiata con il nostro uffcio storico di mosca, abbiamo concluso un accordo con un’infuente società italiana, molto forte nel paese e, in generale, nell’ex Urss.
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Ispirata da una linea guida apparentemente semplice («Creare capi che piacciano a me, alla bambina che ancora abita dentro di me»), Imelde Bronzieri sta ottenendo risultati in crescita costante per la sua collezione MiMiSol, a quota 6,7 milioni di fatturato. Affancata dalla socia Dana Cassina, ha raggiunto i 10 negozi monomarca internazionali, compresi quello in via Borgospesso, aperto un anno fa a Milano, e il corner in Rinascente Duomo, più un selezionato network di circa 120 multimarca: un nome per tutti, Bimbi Boutique a Montebelluna, in Veneto, che l’anno scorso ha organizzato una festa-sflata in suo onore. «Il 2015 è all’insegna di numerosi progetti racconta -. Sono in apertura un punto vendita allo Yas Mall di Abu Dhabi e uno al City Walk di Dubai. Ma non tralasciamo l’Europa: sono tornata da poco da Parigi, dove abbiamo allestito per tre settimane un pop up alle Galeries Lafayette». «Il Medio Oriente è il nostro primo Dal proflo Facebook di MiMiSol, mercato - aggiunge - ma stiamo Imelde Bronzieri a Doha valutando diverse offerte nel Far East, con una novità nella primavera-estate 2016: la prima vetrina MiMiSol in Cina, insieme a un partner di alto livello con il quale mi sono trovata sulla stessa lunghezza d’onda, quella di vestire bambini e bambine che siano tali, con raffnatezza ma anche in modo poetico e spontaneo». In dirittura d’arrivo, da settembre, l’e-commerce «ma solo con alcuni prodotti e in modo ragionato: il retail è e resta il primo amore, sempre prioritario e da non oscurare mai con il web». Quali le novità al Pitti? «Porterò una collezione come sempre ricca, con tanti cotoni, sete e materiali innovativi e messaggi “parlati” all’insegna della positività. Determinante il contributo dell’artista e fotografo Mauro Balletti, con cui è in atto uno “storico” sodalizio, che ha interpretato la colomba della pace, personalizzandola con le note di MiMiSol al posto del classico ulivo».
leBeBÉ e follie’s groUP
Prima i gioielli, ora gli abiti Famous thanks to its romantic and ironic jewels, leBebé makes its debut in childrenswear with Follie’s Group.
Con leBebŽ e leBebŽ Prime Gioie l’azienda orafa di impostazione famigliare Lucebianca, nata nel 2006 e artefce anche della collezione Vera, è diventata famosa e apprezzata anche dalle mamme più famose. Merito di un design contraddistinto dall’ormai iconico leitmotiv del bimbo e della bimba, e di un’accurata manifattura artigianale. Ora è il momento di fare un passo avanti, con il lancio a Pitti Bimbo di leBebé Enfant, linea frutto di un accordo triennale con FollieÕs Group. Una realtà, quest’ultima, con sede nel napoletano a San Giuseppe Vesuviano, fondata sei anni fa da Michele Iovino ma già affermata nell’ambito delle taglie mini, con le collezioni Artigli Girl, Gas e Byblos boys&girls. La linea leBebé Enfant è composta da circa 200 capi, suddivisi in due fasce di età dagli 0 ai 4 anni, in tessuti 100% naturali e con importanti contenuti handmade, soprattutto nella parte corredino. La distribuzione si rivolgerà a selezionati multibrand alti di gamma.
focus INfoRMALWEAR
nuove sfide
SE LO SPORtSwEaR SOffRE, È IL mOmEntO DI “faRE LE cERImOnIE” Gli specialisti della moda informale reagiscono alla concorrenza agguerrita delle grandi catene, puntando sul prodotto e sul servizio. Ma la carta più importante da giocare è la differenziazione: è tempo di strizzare l’occhio alla cerimonia
di Carla Mercurio
The casualwear specialists react to the ferce competition of the low cost chains, focusing on product and service. But the most important card to play is differentiation. It’s time to wink at special occasions, with a series of ad hoc proposals. Neither too formal, nor too informal
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oprattutto in Italia, dove la crisi non lascia ancora intravedere ampi spiragli, le mamme si rivolgono sempre più alle catene low cost per vestire i propri fgli nel day by day. Per le occasioni importanti, al contrario, la boutique continua a essere un punto di riferimento importante. «Le aziende del childrenswear specializzate nella moda informale dovrebbero abbassare i prezzi - spiega Gloria Schiavoncini, titolare dei punti vendita Pongo e Pinocchio di Rimini -. Oggi si possono trovare dei jeans validi a 30/40 euro. Per cui è sempre più diffcile venderne a 100. Ecco perché per questa stagione ho deciso di ridurre i miei budget in questo segmento». «I genitori che vengono in boutique - prosegue - preferiscono spendere per la cerimonia. Il budget, in ogni caso, non è mai elevatissimo, così come i capi scelti non sono troppo pomposi». In sintonia con l’affermazione di Gloria Schiavoncini il punto di vista di Antonella Casarotto, brand manager dell’azienda Take Two Teen: «Da una recente ricerca che abbiamo commissionato, è emerso che nel sell out dei negozi manca un’offerta di capi studiati per i momenti particolari, che non siano troppo elaborati e 28
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1. Un outft della collezione Everyday Ceremony di Take Two Teen per la spring-summer 2016 2.Una proposta di Blauer Junior per la prossima estate 3. Un’immagine della collezione Diesel Kid autunno-inverno 2015
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impegnativi». Uno spunto prezioso, che ha fornito il la per il lancio di una nuova linea: una precollezione battezzata Everyday Ceremony, che interpreta le occasioni speciali con un’ottica disinvolta. «non importa che un capo sia cerimonioso. L’importante è che sia speciale, speciale
per ogni giornata»: questo lo slogan dell’etichetta, che si compone di 60 pezzi, 40 per la bimba e 20 per il bimbo, in vendita a un prezzo medio di 28 euro, «con gli abitini più eleganti che costano dai 35 ai 38 euro e quelli più easy a 25 euro, molto meno di molti fra i nostri competitor. Una scelta indovinata, dal momento che il sell in ci ha dato ottimi risultati». anche Silvian Heach ha dedicato per la prima volta un focus a questa “terra di mezzo” della moda infantile, che strizza l’occhio all’eleganza mantenendo un atteggiamento disinvolto. Una scelta condivisa da Aspen Polo Club, marchio prodotto da Marbel, per nome e vocazione legato allo sportswear, che presenta per la prima volta a Pitti Bimbo una capsule “cerimonia” dedicata ai bambini dagli 8 ai 16 anni. Una proposta che non tradisce il dna della label: niente cravatte e papillon ma giacche, camicie, pantaloni e abiti versatili, che si possono riutilizzare con un jeans o un accessorio sportivo. TuTTi piÙ formali. CiasCuno a modo suo
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Il trend è generalizzato e coinvolge anche i big player. «ci siamo “cerimonizzati” alla nostra maniera - conferma Germano Ferraro, ceo di Brave Kid, cui fa capo, fra le altre, l’etichetta Diesel Kid. Ecco che il blazer ingessato diventa di felpa color blu navy, il Jogg Jeans è meno estremo e meno lavato e il vestitino da bambina meno importante e più da donna». Una strategia che sta dando i suoi frutti, anche nel nostro mercato. «chiuderemo la campagna vendite della primavera-estate 2016 in Italia a quota +20% like for like. ma anche il sell out della primavera-estate in corso sta andando bene. Basti pensare che alcuni key client vantano percentuali di sell through del 60% prima dei saldi, mentre lo scorso anno eravamo attestati sui 15-20 punti in meno», annuncia ferraro. In sintonia i risultati di fatturato: la previsione è di archiviare il 2015 a 37 milioni di euro, con un +10% sul 2014, di cui il 60% coperti da Diesel Kid e il 40% dalle licenze di Dsquared2, Marni e John Galliano. Il gruppo evolve e defnisce sempre meglio la sua fsionomia. Prova ne è la nuova showroom unifcata inaugurata di recente a milano, in via Stendhal, presso gli headquarters della Diesel: uno spazio di 700 metri 22_06_2015
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1.Due outft della nuova linea junior di Mcs, che esordisce nei negozi dal prossimo agosto 2.La campagna di Herno Kids autunno-inverno 2015-2016
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quadri, che accoglie tutte le linee. «a sostenere la nostra crescita - puntualizza ferraro - anche il grande sforzo fatto sui listini, stabili da quattro stagioni. abbiamo cercato nuove fonti produttive e siamo stati più attenti al value for money, per dare il prezzo giusto a ogni prodotto. Basti pensare che con il denim, che non supera mai i 100 euro sell out, siamo addirittura in leggero decremento». Un impegno importante per la realtà veneta, che realizza il 62% del giro di affari all’estero, con il Giappone in pole position fra i mercati stranieri e con buone performance in Estremo e medio Oriente. lisTini: parola d’ordine, ConTenere
focus attento sui prezzi anche per Herno, come spiega Claudio Marenzi, ceo del brand: «Oggi il mercato richiede un buon value for money e quindi, per non rinunciare alla qualità del prodotto, abbiamo deciso 30
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di mantenere i ricarichi contenuti, nonostante l’aumento della materia prima». nata pochi anni fa, la collezione presidia oggi, oltre all’Italia, Giappone, corea, Germania, austria ed ex Unione Sovietica, con un totale di 200 clienti nel mondo e la presenza negli store di via Sant’andrea a milano e di tokyo nel quartiere di aoyama. «La crescita di Herno è sicuramente legata e varia a seconda dei mercati in cui il prodotto è presente. La chiave del nostro successo parte dal know how e dalla ricerca tecnologica che da sempre contraddistingue i nostri prodotti», conclude marenzi. Sulla stessa lunghezza d’onda Enzo Fusco, patron di Fgf Industry, cui fa capo fra le altre l’etichetta Blauer Junior: «abbiamo cercato di contenere i prezzi, dando però sempre molta importanza a qualità e stile. Il segmento più in crescita è la fascia 4-8 anni, che sta evolvendo soprattutto nello sportswear. I capi maggiormente richiesti
sono t-shirt, bermuda, felpe, denim e giubbotti, tutti prodotti presenti nelle collezioni della primavera-estate 2016». non mancano progetti speciali come la t-shirt benefca realizzata per la fondazione Theodora e una piccola capsule di giubbotti in piuma che pesano solo 50 grammi. Intanto in casa Preca Brummel si aspettano i risultati di sell out di Mcs, che ha lanciato dall’autunno-inverno 2015/2016 la linea kids, affdata su licenza all’azienda lombarda, nei negozi a partire da agosto-settembre 2015. Una collezione che si ispira alla label per l’adulto, con un focus su felpe, denim e t-shirt. Una proposta che, a fne campagna vendite, ha raggiunto un totale di circa 180/200 punti vendita. Una bella sfda in tempi non facili. «Il punto di forza della collezione? Sicuramente la qualità del prodotto, unita allo stile, alla praticità e alla versatilità», sottolinea Carola Prevosti, direttore generale Preca Brummel. ●
business news Q&A/MAurizio d’Angelo
si chiama BlufiN il primo colpo della Nuova altaNa
Giovanni Del Vecchio, ceo de I Pinco Pallino
Q&A/giovAnni del vecchio i pinco pAllino
Dopo la Cina, rotta sulla Corea. Poi di nuovo in Italia
A pochi mesi dal debutto alla guida di Altana, Maurizio D’Angelo, si racconta. Svelando piani, new deal (a cominciare dalle licenze Miss Blumarine e Baby Blumarine) e visioni di mercato
Under the newco IPP Srl, I Pinco Pallino is in full relaunch. Next steps: new stores in Korea and in Rome.
Sei mesi fa l’inizio del nuovo corso de I Pinco Pallino: su cosa state lavorando? Al rafforzamento della rete distributiva intrapreso con gli opening in Cina si affancano un imminente store in Corea e la riapertura a settembre del monomarca di Roma in una nuova location, sempre centralissima. Il servizio: su quali asset investite di più? Ci concentriamo sulle esigenze di stagionalità dei vari mercati, che ci hanno portato ad allineare, con la primavera-estate 2016, la linea “Couture” al calendario globale delle precollezioni, anticipando le vendite wholesale a maggio. Siamo attivi sui progetti speciali, in primis le capsule collection con guest designer: dopo Zhang Ziyi, sarà la volta del collettivo Dancing With Us. Come interpretate il segmento cerimonia? L’attenzione all’alta manifattura e ai dettagli di pregio è elevata. Tuttavia, il total look de I Pinco Pallino non si circoscrive all’occasion wear, ma si traduce in un approccio non convenzionale alla moda, con ampi spazi di trasversalità. Dati aggiornati su I Pinco Pallino. Il 2014 è l’anno zero del nuovo corso e della neonata IPP Srl. I risultati di vendita dell’autunnoinverno 2014/2015 indicano un +25% sulla controstagione di un anno prima. Per la primavera-estate 2016 contiamo di tornare a livelli “adeguati” a un marchio con la nostra storia e visibilità. (a.b.) La sflata de I Pinco Pallino durante l’International Fashion Week di Shanghai 32
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di Andrea Bigozzi
In one of his frst interviews in the new role of Altana’s ceo, Maurizio D’Angelo says that he is confdent in the company’s strategy: «We have a strong road map». First step. the new deal with Blufn.
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l settore dell’abbigliamento bimbo è sotto stress. purtroppo è così. i nostri progetti di espansione guardano al mercato del prêt-à-porter di lusso internazionale. oggi le aziende devono concentrarsi su meno cose e farle bene». Maurizio D’Angelo è realista, ma non pessimista. lui da pochi mesi è salito sulla plancia di comando di uno dei gruppi leader della moda bimbo made in italy: Altana. padre di quattro fgli, in passato ha lavorato ai vertici di Trudi e Diadora. dal suo arrivo a treviso al fanco di Marina Salamon ha messo a segno un colpo da maestro: l’accordo di licenza con il gruppo Blufn, al via con la primavera-estate 2016, che si aggiunge alle linee Moschino Baby Kid Teen, Dondup, Pinko Up, Jeckerson, mentre è stato deciso di dare uno stop alla produzione dell’home brand Brest.
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Ci racconta come è nato questo accordo? le collezioni miss Blumarine e Baby Blumarine sono la grande novità del momento. l’intesa con Blufn è in linea con i nostri progetti di espansione verso il mercato del prêt-à-porter di lusso internazionale e promette una lunga e profcua collaborazione. Quali altri progetti sono in cantiere? innanzitutto consolideremo l’attuale portafoglio licenze di altana, concentrandoci soprattutto sui brand con forte propensione all’export (come moschino Baby Kid teen), poi ci sarà molto da lavorare anche su save the duck, che fa parte della società forest di Nicolas Bargi, partecipata al 51% da altana e presente sul mercato sia con il bambino, sia con l’adulto. il brand di piumini “duck-free” è in forte crescita: dai 6 milioni del 2013 chiuderemo il 2015 a 20
milioni. a oggi i punti vendita raggiunti all’estero sono già il doppio di quelli italiani. un dato che ci fa prevedere che nelle prossime tre stagioni la quota di mercato estero superi quella del mercato interno, che al momento si assesta sul 70%. Come è arrivato in Altana? avevo conosciuto marina salamon ai tempi di trudi: avevo dato in licenza il brand su diverse categorie di prodotto, tra cui altana per il kidswear e il baby. in quell’occasione lavorativa ho potuto instaurare un bel rapporto con lei, basato su una stima reciproca, professionale e personale, che nel tempo abbiamo coltivato. Cosa porta in Altana delle sue esperienze precedenti? sono stato per sette anni ceo di trudi e per altri sette di lir e diadora. entrambe le aziende, al mio arrivo, presentavano un serio dissesto fnanziario, e il mio compito è consistito nel lavorare sul portafoglio prodotti, sulla comunicazione e sulla distribuzione, per dare vita ad un nuovo posizionamento dei brand. considerando l’attuale riduzione generalizzata dei consumi e un mercato sempre più diffcile, oggi le aziende devono concentrarsi su meno cose e farle molto bene. Questa è la mia mission. Che idea si è fatto della moda bimbo? il childrenswear è sotto stress, sia per la contrazione dei consumi in molti paesi (compensata da nuovi mercati che consumano di più), che per la presenza di competitor dalle grandi dimensioni. funzionano meglio i brand del lusso e quelli di fast fashion, forti delle continue offerte di prodotto e del prezzo giusto. il consu-
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MAfrAt
Passi avanti nel retail Mafrat’s retail network is constantly growing, with a goal: to grow from 65 to 130 stores in 2018.
1. Maurizio D’Angelo è stato da poco nominato a.d. di Altana al posto di Barbara Donadon
Cresce il network retail di Mafrat,che con l’omonima insegna e con i negozi Quore arriverà a quota 65 punti vendita entro fne 2015. «Stiamo rispettando il nostro programma - spiega il direttore commerciale, Nicola Fusillo - che prevede una ventina di aperture l’anno. Vorremmo intensifcare il processo di ampliamento del network nei prossimi tre anni, in modo da raggiungere circa 130 boutique nel 2018». Dal punto di vista del canale wholesale, l’azienda da circa 30 milioni di fatturato nel 2014 - cifra stabile sul 2013, con la previsione di una leggera crescita nel 2015, dovuta principalmente all’avvio dei nuovi negozi -, «stiamo concentrando i rapporti con i partner più stabili e importanti, tagliando se necessario anche qualche ramo secco». Fusillo sottolinea come, in questo momento, per la realtà cui fanno capo, tra gli altri, i marchi Ferrari Junior Collections, Laura Biagiotti Dolls, Ducati, GF Ferré e Gianfranco Ferré versione piccole taglie, le strategie si concentrino non su obiettivi “quantitativi”, ma «sull’espansione presso i partner qualifcati, per i quali vogliamo essere i fornitori preferenziali». (a.b.) Dal proflo Facebook di Mafrat, l’abbigliamento junior Ducati, frutto di un’intesa tra la casa motociclistica e l’azienda guidata da Mario Totaro
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matore oggi penalizza i marchi che sono tra questi due estremi, dove il mercato si sta restringendo sempre più. Su quali mercati punterete? il mercato di sbocco non può che essere il mondo. la proiezione del fatturato della primavera-estate 2016 che presentiamo al pitti Bimbo (a Palazzo Capponi all’Annunziata, ndr) è di un 30% italia e di un 70% estero (principalmente paesi arabi, russia e far east), dove la distribuzione si avvarrà sia di distributori che di agenzie. Avete progetti di sviluppo anche legati ai new media e all’e-commerce? l’e-commerce oggi è indispensabile e lo sarà sempre di più. per noi è un canale di vendita che consente di raggiungere il consumatore ovunque ed è, al contempo, uno strumento di marketing e comunicazione. al momento il business è gestito con Yoox, luisaviaroma e altre piattaforme estere. Entra in una squadra al femminile: non si sente in in minoranza? Gli uomini sono in minoranza, è vero, non superiamo il 10%, ma è giusto così: il mondo di riferimento della nostra azienda sono la moda e il bambino, temi sui quali la particolare sensibilità della donna è nota a tutti. ●
g.i.p.i.
La prima centrale d’acquisto italiana per la prima infanzia 3
2. Un abito springsummer 2016 di Moschino Kid bimba 3.Un insieme per il kid di Dondup. Entrambe le licenze sono in capo ad Altana, che dalla prossima estate produrrà anche Miss Blumarine e Baby Blumarine
The Italian retailers Io Bimbo, Iperbimbo, Papabù gave birth to G.I.P.I., Gruppo Italiano Prima Infanzia.
Nasce un polo specializzato nella distribuzione di prodotti per i bambini: si tratta di G.I.P.I., Gruppo Italiano Prima Infanzia, che riunisce i retailer nazionali Io Bimbo, Iperbimbo e Papabù, per un totale di 111 punti vendita sparsi sul territorio italiano, per un totale di oltre 100mila metri quadri. L’obiettivo di G.I.P.I., società consortile a responsabilità limitata con un giro d’affari aggregato di 160 milioni di euro, è di crescere del 15% nel giro di tre anni, proponendo prodotti di qualità a prezzi competitivi e dialogando con il settore. Io Bimbo, Iperbimbo e Papabù - quest’ultimo raggruppa i negozi Ideal Bimbo, Paniate e Universo Bimbo - manterranno le proprie insegne, condividendo i rispettivi punti di forza, anche relativamente alle iniziative di marketing e formazione del personale. Se fnora il target è stato quello dei piccolissimi fno a tre anni, l’intenzione è di ampliare la gamma di offerta fno ai sei anni. (e.a.)
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business news
GIMEL
In brief
«Cresciamo e lanciamo un appello al settore: facciamo massa critica» 2014 was a good year for Gimel, with a 5% growth in value of production and other good results.
Vans cammina insieme a Disney 1
Tra i protagonisti in Fortezza da Basso in occasione di Pitti Bimbo, Gimel presenta indicatori economico-fnanziari positivi per il fscal year 2014. Ha infatti realizzato un valore della produzione in aumento del 5% sul 2013, «a dimostrazione della capacità aziendale, negli ultimi anni, di supportare la crescita privilegiando redditività e contenimento del debito», come puntualizza l’amministratore delegato Alberto Dalena, che indica «un valore aggiunto superiore al 28% del valore della produzione, un ebitda pari a circa il 16%, un ebit che sfora il 13% e un utile netto vicino all’8,5%». Come sottolinea il manager, la posizione fnanziaria netta, già positiva a fne 2013, risulta ulteriormente migliorata e l’incidenza del capitale investito netto sul valore della produzione ha registrato un valore pari al 43,5%. «Gli obiettivi che ci eravamo posti nel piano industriale 2012-2014 - precisa - sono stati ampiamente centrati. Siamo riusciti a interpretare le tendenze in atto sul mercato, ad assecondare le esigenze dei clienti e, non ultimo, a relazionarci profcuamente con i marchi nostri partner». Dalena è al lavoro sulle 2 strategie del prossimo triennio di quella che lui ama defnire una “Italian 1. Alberto Dalena, creative factory”, «basate sul consolidamento dei risultati già ottenuti amministratore delegato di Gimel e sull’opportunità di creare aggregazioni con altri operatori del settore. 2. La primavera-estate 2016 di FeFé Il nuovo obiettivo che ci poniamo è raggiungere la ‘massa critica’ che ci consenta di aumentare la nostra competitività nei mercati nazionali e internazionali». A Gimel fa capo un portafoglio di marchi di alto livello, complementari tra loro, tra cui FeFé di proprietà, Tagliatore Jr, Alviero Martini 1a Classe Junior e, new entry con l’autunno-inverno 2015/2016, Gaëlle Paris, frutto di un’intesa con il giovane designer (a.b.) Michele Cilli, che ha lanciato questa linea nel 2009 con le proposte donna.
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ASpEn pOLO cLUB
LUISAVIAROMA E HASBRO
Si rifà il look a Pitti Bimbo
My Little Pony diventa fashion-addicted
The launch of two limited editions and other news for the brand.
Important fashion names customized My Little Pony, on behalf of Save The Children.
A Pitti Bimbo il brand Aspen Polo Club presenta una serie di novità: una capsule cerimonia per gli 8-16 anni, una limited edition ispirata al prossimo Campionato Europeo di calcio, un logo più riconoscibile e il sito aspenpoloclub.it, con aggiornamenti sulle collezioni, le campagne e le tendenze, che per la primavera 2016 affancano al tema “polo” un pacchetto dedicato al baseball. Il marchio fa capo alla Marbel di Molfetta (Bari): fondata nel 1990 da Giuseppe Cariello, oggi ha un solido portafoglio nel settore piccole taglie. (a.b.)
Durante Firenze4Ever, nel capoluogo toscano dal 13 al 15 giugno, la boutique LuisaViaRoma ha ospitato una serie di My Little Pony trasformati in opere d’arte da fashion designer come DelPozo, Emilio Pucci, Faith Connexion, Roberto Cavalli, venduti all’asta a favore di Save The Children. Lanciato nel giugno 2010, Firenze4Ever è diventato un appuntamento fsso che riunisce marchi, blogger e infuencer. (a.b.)
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Il “my little pony” interpretato da Faith Connexion per Save The Children
The new Vans collections are inspired by Disney Princesses.
Con l’estate le scarpe Vans Classic si arricchiscono di alcuni modelli realizzati con Disney, tra cui quelli ispirati alle Principesse Disney, che si ritrovano anche nelle proposte di abbigliamento e negli accessori a marchio Vans. I personaggi di Ariel, Belle e Jasmine offrono uno spunto per stampe all over coloratissime. Divertente il motivo patchwork che riunisce tutte le principesse di ieri e di oggi, a partire da Cenerentola e Biancaneve.
Scarpe e altri accessori Vans personalizzati con le fantasie riprese dal mondo delle Principesse Disney
Barbie va in tour nei negozi More than shops-in-shop: in Barbie’s corners are made to entertain little girls and their mums.
Dallo scorso aprile a fne luglio, e da settembre a fne novembre, il marchio Barbie è protagonista di una serie di corner in 50 punti vendita di giocattoli. Non semplici luoghi dove esporre i propri prodotti, ma “salottini” all’interno dei quali giocare, partecipare a eventi, ricevere regali e persino sflare. Ad accogliere bimbe e mamme anche Barbie in carne e ossa, pronte a posare per i selfe con le fan, personalizzabili tramite un’apposita App, e a frmare autograf. Il tutto da condividere sui social network, con l’hashtag (a.b.) #BeSuper!. Lo shop in shop multifunzionale di Barbie
business news
CWF
Al via il concept store BilliesMarket e la linea teen Une Fille The CWF’s strategy focusing on private brands continues with a new sign and a new collection. Un negozio Chicco
CHICCO
RIVoLUzIonE In nEgozIo: Un’oFFERtA Ad hoC PER REtAIL E whoLESALE The retail and wholesale channels become specialized, reference points of specifc collections, with different styles and prices. di Angela Tovazzi
C
hicco, il brand di prodotti per l’infanzia del colosso comasco Artsana Group, affla le armi e cambia marcia nella politica distributiva. Velocità e specializzazione saranno i due driver del rinnovamento, che da qui al 2017 andranno a ridefnire il network commerciale del brand, costituito da 800 clienti multimarca in Italia e circa 130 monomarca, di cui 35 a gestione diretta. Primo step, l’accelerazione del ritmo di uscita delle proposte nel punto vendita: «Stiamo lavorando per garantire una rotazione più veloce del prodotto all’interno dei negozi a insegna Chicco e nel trade qualifcato», spiega Paolo Fonda, business area fashion & retail director di Artsana. L’obiettivo? Rinfrescare l’assortimento a disposizione del cliente fnale, stuzzicandolo con fash up-to-date, non solo sugli scaffali ma anche in vetrina. Parallelamente, Chicco, nella fascia 0-4 anni, lavorerà su una diversifcazione dell’offerta per canali di vendita, con collezioni pensate ad hoc rispettivamente per il côté retail e quello wholesale. «Eccellenza qualitativa, comfort e creatività rimarranno i fl rouge di am-
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bedue i floni di offerta - precisa Fonda - ma accanto alle collezioni base, che accomuneranno le due formule distributive, ci saranno linee differenziate ed esclusive con contenuti di stile e posizionamento prezzo adeguati, a seconda che siano commercializzati nei negozi Chicco o nei multigriffe». Il retail diventerà il primo “brand ambassador”, un veicolo prioritario di comunicazione dell’esprit del marchio, anche in previsione del futuro sviluppo della rete, diretta e in franchising. Il 2015 sarà infatti dedicato alla “riqualifcazione” del network in affliazione, attraverso un nuovo contratto in conto vendita che punta a rendere più omogenea e in sintonia con la casa madre ogni “unit” in franchising, mettendo in sicurezza gli affliati: «L’azienda si occuperà direttamente della scelta, sia in termini qualitativi che quantitativi, del campionario del singolo punto vendita, dei riassortimenti e dello smaltimento delle rimanenze. Il partner potrà così concentrarsi sulla gestione operativa dello store». I vantaggi? «Una minore esposizione fnanziaria per il franchisee e un maggior controllo della rete per il franchisor». ●
Un look della nuova collezione Une Fille
Cwf (Children Worldwide Fashion), gruppo francese specializzato nel kidswear top di gamma, ha esordito a Parigi, al 32 di rue Du Four, con il concept retail BilliesMarket, format che ruota intorno all’offerta dei due brand realizzati in-house, Billieblush e Billybandit, declinati rispettivamente al femminile e al maschile. Cwf, che produce in licenza marchi come Boss, Chloé, Dkny, Karl Lagerferld, Lee, Little Marc Jacobs e Timberland (dopo 13 anni si è invece interrotta la liaison con Burberry, che con il 2016 riporta la produzione in casa), rafforza così la strategia, iniziata circa tre anni fa, di scommettere sul côté private label. Un carnet d’offerta che, accanto a Billieblush e Billybandit, include anche il marchio Carrément Beau - rivolto a baby, kid e junior dagli 0 ai 12 anni - e la nuova linea Une Fille. Al debutto con la primaveraestate 2016, si tratta di una collezione glamour e grintosa, pensata per incontrare il gusto delle ragazze dai 13 ai 18 anni». (a.t.)
YCLUÕ
Voglia di crescere e conquistare lÕestero Yclu’, on stage on 25th June at Pitti Bimbo, is going on with its upgrading strategies.
Lo stile YcluÕ
Alla sua seconda prova sulla passerella di Pitti Bimbo, alla Sala del Rondino il 25 giugno, YcluÕ rappresenta la sfda nel programmato del Gruppo Fratelli Casillo, realtà di San Giuseppe Vesuviano (Napoli) da 30 milioni di euro di ricavi, il cui core business fnora è stato il pronto, attraverso le linee Gaialuna, Ronnie Kay e To Be Too. Sinonimo di un guardaroba per il 70% femminile e per il 30% maschile, Yclu’ è al centro di un progetto più ampio di upgrading che coinvolge l’intera azienda. «Yclu’ signifca prodotto giusto per il mercato, con prezzi equilibrati e un’attenzione sempre maggiore al servizio - spiega il direttore commerciale del gruppo, Roberto Sala -. Un passaporto valido per i principali mercati esteri, in un’ottica di crescente internazionalizzazione». Attualmente una percentuale ridotta del fatturato viene realizzata oltreconfne, ma esistono concrete possibilità di espansione in aree come Nord Europa e Medio Oriente. La primaveraestate 2016 di Yclu’ è caratterizzata da un mix di animalier, hippy chic, marina e romantic style, con una particolare cura dei dettagli, come le catene e le stampe dorate che impreziosiscono gonne e vestiti. Per il maschio, oltre alle proposte cerimonia, spiccano il casual rivisto nei volumi e i motivi all-over applicati a tessuti diversi. (a.b.)
PRECA BRUMMEL
Insieme a Santoro London per Gorjuss Preca Brummel and Santoro London: it’s the girls Gorjuss time. At Pitti Bimbo the frst collection.
Accordo tra Preca Brummel (Brums, Bimbus e Mek, più la licenza Mcs) e Gorjuss, brand di Santoro London sviluppato intorno all’immagine di una romantica ragazzina con capelli neri e frangia. Dalla primavera-estate 2016 esordirà una collezione Gorjuss declinata solo al femminile, realizzata dalla realtà di Carnago (Varese). Le proposte si articoleranno in due gamme: neonata (1-18 mesi) e mini (2-16 anni), con una parte premium, d’impronta elegante e bon ton, e una sporty per il quotidiano. «L’81esima edizione di Pitti Bimbo - commenta il direttore generale di Preca Brummel, Carola Prevosti - sarà l’occasione giusta per presentare questa nuova sfda, di cui ci vantiamo di avere l’esclusiva mondiale nel kidswear». Meera Santoro, co-fondatrice e direttore creativo di Santoro London, fa notare come il marchio Gorjuss abbia saputo conquistare 55 Paesi e i principali department store (Harrods, Galeries Lafayette, El Corte Inglés, La Rinascente), con oltre 3mila referenze nelle categorie stationery e abbigliamento in generale. «Ora vogliamo esplorare e conquistare un nuovo settore - aggiunge Santoro - grazie alla collaborazione con un leading player, dall’expertise sessantennale». (a.b.)
MINICONF
Pi• vicini ai multimarca con PartnerLab With the PartnerLab website, Miniconf creates a community with wholesalers.
Miniconf - azienda guidata da Giovanni Basagni cui fanno capo i marchi Sarabanda, Minibanda, iDO e Dodipetto - ha deciso di utilizzare il web per rafforzare il legame con i clienti multimarca, attraverso il progetto PartnerLab, «un portale - spiega Basagni - che si presenterà come una community dove poter condividere con i nostri partner rifessioni, esperienze, suggerimenti e tramite il quale veicoliamo servizi, corsi di formazione, strumenti per ottimizzare il lavoro e altri contenuti». La piattaforma si articola in macro-temi: comunicazione (esterna, online e offine, ma anche in store), visual merchandising, gestione del punto vendita e imprenditorialità, con l’aggiunta di approfondimenti sulle tendenze e gli scenari del mercato. L’iniziativa è stata messa a punto insieme a Logotel, la cui strategist e manager of design, Cristina Favini, sottolinea: «Come può un singolo titolare di boutique gestire un contesto in cui non si parla più di competizione ma di iper-competizione? Dove può Il portale PartnerLab: unÕiniziativa trovare aiuto e acquisire competenze? Solo la Rete dà una risposta». Parallelamente, Miniconf amplia il network di Miniconf a favore del wholesale dei monomarca: gli ultimi opening italiani in ordine di tempo sono stati a Thiene (Vi), Foiano della Chiana (Ar) e Parma per iDo e a Verona per Sarabanda. All’estero, sono state aperte vetrine iDO a Brasov, in Romania, mentre Sarabanda si è insediato a Minsk (Bielorussia) e Budva (Montenegro). Negozi a doppia insegna, Sarabanda e iDO, sono stati inaugurati a Erbil (Iraq) e Tirana (Albania). (a.b.)
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business news esprit Kids
Manila Grace linea BaMBina
La licenza va al gruppo Zannier
Ricomincio da me Manila Grace brings back in house the girl’s collection, designed personally by the designer of womenswear Alessia Santi.
Esprit will outsource the production and distribution of its kid’s collection to Zannier from autumn-winter 2016/2017.
Un’immagine di Esprit Kids
Con il primo gennaio 2016 scatterà l’intesa quinquennale tra Esprit e Zannier: il primo affderà la produzione e distribuzione della sua collezione bimbo al secondo a partire dall’autunno-inverno 2016/2017. Finora Esprit Kids è stata realizzata internamente. L’intesa tra il player basato a Hong Kong e il gruppo transalpino da circa 700 milioni di euro di ricavi - che ha in portafoglio la versione piccole taglie di griffe come Jean Paul Gaultier, Paul Smith, Kenzo, Levi’s - si focalizzerà in particolare sui mercati dell’Europa e del Medio Oriente. Parte dei dipendenti della divisione bimbo di Esprit andranno a lavorare in una newco a Ratzingen, sede operativa del brand in Germania. «Nel Gruppo Zannier - ha commentato Jose Manuel Martinez, ceo di Esprit abbiamo trovato il partner perfetto per dare vigore a Esprit Kids. Grazie al nostro approccio congiunto, il marchio sarà presente nei negozi top, mantenendo un livello eccellente di qualità». (a.b.)
Pitti Immagine Bimbo numero 81 dà il via uffciale al nuovo corso della collezione bambina di Manila Grace, riportata in house dalla casa di moda Antress Industry e disegnata personalmente dalla stilista della linea donna Alessia Santi. «La bambina che abbiamo immaginato sogna di crescere e diventare come la mamma dallo stile Manila Grace», rivela la designer, che ha trasferito texture, linee, tagli e universi di stile dalla madre alla fglia, affancata da un product management tecnico. Ne è nata una collezione che veste le piccole dai 4 ai 16 anni, dall’identità forte e riconoscibile, in cui l’attenzione al made in Italy è importante e la gamma d’offerta ampia e funzionale. Il motto della spring-summer 2016 è “No play, no game” e le parole evocative sono Love, Curiosity e Passion, come pure Manila Grace “formula”, intesa come ricetta uffciale per trasformare la bambina in una piccola donna Manila Grace. La linea salirà in passerella alla kermesse forentina giovedì 25 giugno alle 11 presso la Sala della Ronda, mentre l’intera collezione sarà visibile all’interno del Padiglione Centrale (piano inferiore, stand T/1-3). (e.a.)
cesare paciotti Junior
La showroom di Ninetta e Mirtillo a Milano
L’arte, il lusso e l’esperienza From spring-summer 2016 Zero & Company will produce and distribute also Cesare Paciotti Junior.
Zero & Company - realtà pugliese del childrenswear, già produttrice dal 2010 della collezione in piccole taglie 4US Cesare Paciotti - ha acquisito in licenza dalla primaveraestate 2016 anche la prima linea del designer di calzature, Cesare Paciotti Junior. A disegnarla è un nome che nella moda bimbo non ha bisogno di presentazioni: Stefano Cavalleri. Per Cesare Paciotti Junior lo stilista si è ispirato all’arte e in particolare alle tele di Mirò, Mondrian, Haring e Lichtestein. Si è puntato su nero, bianco, rosso, giallo e blu Kleine, sui contrasti cromatici e di materali per una collezione all’avanguardia, ricca di energia e divisa equamente tra boy e girl. In perfetto stile Paciotti non può mancare la pelle, dal chiodo al biker, non solo nero, ma anche giallo, rosso e bluette. Inoltre la collezione estiva include una capsule di beachwear, pensata nei colori puri con ispirazione optical. Ogni tema è completato dall’accessorio simbolo della maison, la calzatura, ma anche da preziose clutch gioiello, mini tracolle in pelle, tiare, cerchietti, cinture e tutto quello che completa e delinea l’immagine luxury di Cesare Paciotti. (e.a.)
Il “chiodo” in versione luxury per Cesare Paciotti Junior
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ninetta e Mirtillo
A tutto sprint nel retail After a period of restructuring and rationalization, the company of Ninette and Mirtillo is ready for development.
Nuova showroom milanese per Ninetta e Mirtillo, collezioni di childrenswear entrate due anni fa nell’orbita di Unishop e al centro di strategie di rilancio. Si trova in via Cerva 16, a due passi da piazza San Babila. Lo spazio, di circa 200 metri quadri, è suddiviso in più sezioni espositive affacciate su un cortile interno, con ampie porte-fnestre e pareti perimetrali rivestite di boiserie bianco latte, a contrasto con le volte a crociera color azzurro petrolio. Un’altra novità riguarda in particolare Ninetta: il marchio, specializzato in abbigliamento intimo e pigiameria da bambino, ritorna a essere completamente made in Italy e si riposiziona verso l’alto. Antimo Marino, neo-direttore commerciale e marketing del brand, parla di un «ritorno alle origini, per affrontare nuove sfde», per una realtà che rappresenta «una storia italiana fatta di qualità, prestigio e tradizione». «In questi anni - continua Marino - abbiano selezionato i migliori fornitori, in modo da assicurare alle proposte la massima qualità in termini sia di tessuti, sia di façon». «Dopo una fase di ristrutturazione e razionalizzazione, l’azienda di Ninetta e Mirtillo è pronta per lo sviluppo - spiega il manager -. Le direttrici saranno il potenziamento del retail diretto in Italia e all’estero, l’apertura di showroom a Roma e Napoli e di nuove fliali oltreconfne». Avvalendosi dell’esperienza retail di Unishop sarà soprattutto il canale diretto a essere coltivato. Nel 2015 si ipotizza un incremento di fatturato del 20% sul 2014, anno in cui il giro d’affari era già progredito del 10%. (e.a.)
www.zeroecompany.com
Il SondaggIo
Primavera-estate 2015
VeNDIte bImbo: C’È troPPA CoNCorreNzA Il sell out di childrenswear alto di gamma mantiene con diffcoltà le posizioni. Il dettaglio indipendente deve fronteggiare una crescente concorrenza da parte delle catene italiane e internazionali, degli outlet center e dell’e-commerce gestito dalle aziende. Lo testimoniano oltre 40 luxury multibrand della Penisola di Elisabetta Campana
According to our exclusive survey, carried out with a panel of 40 leading multi-brand stores across Italy, high-end childrenswear sales struggle to maintain the same positions of the past spring-summer. Retailers have to face an increasing competition from Italian and International chains, outlet centers and e-commerce
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n questa primavera-estate le vendite di moda infantile di target elevato si mantengono sostanzialmente sui livelli della scorsa stagione. Quella che potrebbe essere una buona notizia - la fessione dei fatturati arginata - di fatto fotografa una situazione di stallo preoccupante. I multimarca italiani debbono fare i conti con una concorrenza che attacca da più fronti. Da un lato le catene del childrenswear italiano e internazionale rosicano sempre più quote al dettaglio indipendente, grazie a prodotti fashion, quasi “usa e getta”, ormai sdoganati anche dalle mamme più esigenti. Dall’altro, il proliferare di spacci, outlet center e saldi selvaggi assorbe quote crescenti di spesa. Per non parlare poi dell’e-commerce effettuato dalle aziende stesse, che sta prendendo sempre più piede. Infne, ma non per questo meno importante, anche per i più piccini - così com’è già successo nel segmento dell’aduto - l’attitudine all’acquisto sta andando in una direzione che penalizza lo shopping di moda. Il genitori tendono a spendere meno per il vestiario e gli accessori dei propri fgli, un po’ con la scusa «che tanto cre-
scono velocemente e non hanno il tempo di sfruttare nulla», un po’ perché di fatto il potere d’acquisto delle famiglie italiane è diminuito (e chiari segnali di ripresa non se ne sono ancora visti) e un po’ perché sono cambiati i consumi: il mood informale batte 10 a 1 quello elegante. Non a caso, per comunioni e cresime, tradizionale occasione di vendite di capi da cerimonia, si punta più su abiti da utilizzare nella vita di tutti i giorni, piuttosto che su proposte ricercate (e care), il cui destino è invecchiare nell’armadio. Che i prezzi troppo elevati delle collezioni siano un ostacolo sempre più insormontabile per gli italiani, se ne sono accorti in special modo i negozianti delle città e località frequentate negli ultimi 15 anni dai russi. Adesso che gli abitanti dell’ex Urss sono pressoché scomparsi è duro dover tornare a confrontarsi con una clientela più parsimoniosa. Questo, in estrema sintesi, è quanto emerge dal sondaggio di Fashion effettuato con il contribuito di una quarantina di dettaglianti di target elevato sparsi in tutto il Paese.
Twin-sET siMOnA BARBiERi è il brand più venduto, insieme a Monnalisa, dai multimarca italiani di childrenswear in questa primavera-estate
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Il SondaggIo
La parola ai negozi multibrand Come sono andate le vendite di ABBIGlIAMeNTo INfANTIle in questa primavera-estate?
53%
Quali sono i MArCHI BIMBo che avete venduto di più sul fronte abbigliamento?
Come lo scorso anno
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29%
Peggio
18%
Meglio
2 3
Monnalisa, Twin-Set Simona Barbieri Armani Junior Il Gufo
Monnalisa
Quali sono i marchi bimbo che avete venduto di più sul fronte ACCeSSorI? 1 2 3
e quelle di accessori UNder 14? Come lo scorso anno
Armani Junior, Monnalisa Converse All Star Hogan Golden Goose Gucci Twin -Set Simona Barbieri
46%
Peggio
34% Meglio
20%
Hogan
In base all’andamento della stagione, come prevedete andranno i saldi estivi di ModA INfANTIle? Come lo scorso anno
70%
tra i nuovi marchi bimbo quali stanno avendo più SUCCeSSo? 1
Meglio
21%
2 3
Peggio
9% 42
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Msgm
Msgm Babe & Tess Neill Katter
1
2
3
nel bimbo il problema dei prezzi elevati È ancora piÙ sentito che nell’adulto Analizzando nel dettaglio i dati della nostra indagine, la performance rispecchia l’andamento di un anno fa. Per quanto riguarda l’abbigliamento infantile il 53% degli intervistati dichiara vendite stabili rispetto alla scorsa primaveraestate, il 29% lamenta una fessione del sell out e il 18% segnala un incremento. Simili risultati sul fronte accessori, con percentuali rispettivamente del 46%, del 34% e del 20%. In tema di best seller, Monnalisa vince in tutte le merceologie. Al suo fanco nell’abbigliamento si posiziona Twin-Set Simona Barbieri (medaglia di bronzo negli accessori) e nei complementi/calzature Armani Junior che, a sua volta, guadagna il secondo posto nel prêt-à-porter, seguito, al terzo, da Il Gufo. Nell’ambito degli accessori, buona parte delle vendite è costituita dalle calzature sportive: oltre alle sneaker di Armani Jeans, sono andate bene le proposte di Converse All Star e di Hogan (entrambe al secondo posto), seguite da quelle di Golden Goose e Gucci. tra i nuovi marchi spiccano Msgm, Babe & Tess e Neill Katter. «I brand al top sono fondamentali come biglietto da visita e per un certo periodo l’hanno fatta un po’ da padrone - spiega Michele Pedico di Pedico a barletta (ba) -. Adesso però la clientela è tornata ad avere totale fducia nella capacità di noi negozianti di proporre la soluzione migliore e pertanto accettano di buon grado anche capi meno noti, ma di qualità, con una giusta componente di creatività e un prezzo equilibrato». Anche perché nel childrenswear il problema dei cartellini alle stelle è per certi aspetti ancora più sentito che nell’adulto. «Certi prezzi sono veramente fuori da ogni logica, anacronistici - dichiara un commerciante che preferisce non essere citato, ma che esprime il parere di molti suoi colleghi -. Una nota griffe toscana dell’adulto vende per i più piccini capi a 700-800 euro, con punte di mille-1.300 euro per i giubbini in pelle. e non è la sola su questi livelli». ormai è indispensabile controllare con attenzione i cartellini in fase di ordini perché, se si supera la soglia prezzo comunemente accettata, il rischio di invenduto è molto elevato. «Un piumino leggero primaverile non può superare i 250 euro - racconta michele Pedico - mentre per
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1. Barbera Junior, Castellammare del Golfo (Tp) 2. Peter Pan, Mirano (Ve) 3. Gagliardone, saluzzo (Cn) 4. Robirò, Bergamo 5. in Moda, Belvedere di Tezze sul Brenta (Vi) 6. Papalla, novara
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Il SondaggIo
un abito da bambina, da indossare tutti i giorni, il tetto massimo è 200 euro e non bisogna sforare i 300-350 euro per i vestiti da cerimoniaè. le taGlie piÙ Grandi del childrensWear vestono anche le mamme, ma non solo
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Come sarà il vostro budget per la ModA INfANTIle della prossima primavera-estate?
60% stazionario 37% in fessione 3% in aumento
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Per fronteggiare il problema dei prezzi elevati, ai dettaglianti del bambino, contrariamente a quanto accade per quelli dell’adulto, non viene in aiuto il parallelo. «È poco praticato in questo settore - spiega un commerciante di lunga esperienza - perché i ricarichi sono più bassi e il prezzo medio è un decimo di quello delle collezioni per i grandi, mentre le taglie sono dieci volte più numerose, creando problemi di assortimentoè. Interessano il gray market, ma anche i turisti (soprattutto orientali, costituzionalmente più piccoli degli europei) e i genitori dei bambini stessi solo i brand che, pur essendo in misure piccole, possono essere indossati dagli over 18. È il caso di tutti quei marchi forti nell’adulto, che hanno anche la linea junior, come per esempio Kenzo e Moncler, le cui taglie 12 e 14 vestono dalla 36 alla 42-44. «Questa opportunità viene colta perché il prezzo è più interessante - precisa un negoziante -. t-shirt e felpe per i più piccoli costano 40-70 euro invece che 100 euro o 200 euro, se non di più, nella versione regolare dello stesso brandè. Anche nelle calzature esiste questo fenomeno: «Ci sono delle proposte, per esempio di Hogan, che per le piccoline costano 160 euro e per le mamme vengono il doppio aggiunge l’intervistato -. È chiaro che le donne che portano il 35 o il 36 colgono l’occasione al volo. e le aziende lo sanno: in fase di ordini permettono di acquistare un maggior numero di pezzi in queste misure “ponte”è. C’è anche chi ha pensato di coniugare le esigenze dei più piccoli con quelle delle loro mamme. «In agosto riapriremo, dopo una completa ristrutturazione del nostro negozio, con l’inserimento di un corner dedicato all’abbigliamento femminile - spiega Brando Saltari di Vesprini a Civitanova marche -. Già da tempo abbiamo aggiunto alla nostra offerta proposte giovani per le signore e dato che funziona abbiamo deciso di renderla più importante con uno spazio ad hocè.
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1. Cavallucci Baby Junior, Terni 2. Petite Madeleine, Termoli (Cb) 3. Freeport Baby, Clusone (Bg) 4. Topolino Moda, Vibo Valentia 5. Bruna, Fossombrone (Pu) 6. Tato e Tata, Costabissara, (Vi)
Il SondaggIo Ringraziamo iL nOsTRO PAnEL
alle aziende si chiede piÙ collaborazione per aFFrontare le diFFicoltÀ di mercato
Se è vero che i dettaglianti più lungimiranti cercano di fare del loro meglio per affrontare le diffcoltà di mercato, è altrettanto innegabile che gli ostacoli da superare sono tanti, a partire dai rapporti con le aziende che, nella maggior parte dei casi, restano diffcili. «Noi negozianti non siamo tutelati - dice senza mezzi termini Chiara Nodari di freeport Baby a Clusone (bg) -. Continuiamo a chiedere la possibilità di una percentuale di reso a fne stagione e, più in generale, maggiore fessibilità da parte dei fornitori, ma non veniamo mai ascoltati». Diversi intervistati vorrebbero che le aziende, oltre a proporre dei fash in stagione, concedessero il cambio merce alla pari e non, come tante pretendono, con una maggiorazione degli acquisti del 15%-20%. «Inoltre i pagamenti delle fatture attualmente a 30/60/90 giorni dovrebbero diventare a 60/90/120 giorni - aggiunge franco Costabile di Piccoli Idoli a torre del Greco (Na) - in modo da poterli spalmare sul periodo in cui effettivamente incassiamo e non prima». I brand devono anche non perdere di vista le loro peculiarità. «È indispensabile che valorizzino il made in Italy, aumentino la qualità contenendo il costo - dice Carmine Trapani di ok Group ad Angri (Sa) -. Inoltre devono smettere di produrre quantità in eccesso perché poi fniscono negli outlet. Un altro, annoso problema è quello dei saldi, che non coincidono mai con le date di fne stagione». Proprio riguardo agli sconti uffciali - ormai infazionati da ribassi selvaggi, spacci sparsi ovunque e competitor sleali, che non si attengono ai listini - il 70% del panel prevede andranno come lo scorso anno. e poi c’è l’e-commerce: «I brand non dovrebbero vendere online, perché noi negozianti non possimo reggere la concorrenza dell’assortimento delle aziende» lamenta Maria Paola Bernabei, di Pinocchio/Pongo a rimini. Sulla stessa lunghezza Cristina Sartori dell’omonima insegna a torino che aggiunge: «bisogna affrontare anche altre due diffcoltà - sottolinea -. Da un lato il netto calo dei fussi di persone all’interno dei negozi e, dall’altro, i costi di gestione delle attività commerciali». Le sfde per il settore certo non mancano. ●
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Anna Castagna – AL niDO DEL COnDOR – Piacenza; Andrea Astarita – AnDREA BABY – Vico Equense (Na); Elisabetta Bonello – AnnA AnniBALi – Civitanova Marche (Mc); Roberta Baccari – ARREDO BABY – Fidenza (Pr); Angela Frisone – BABY DREss – Bari; Gianni Amati – BABY LEAM – Roma; Matteo Barbera – BARBERA JUniOR – Castellammare del Golfo (Tp); Caterina Fanelli – BiAnCAnEVE – Francavilla Fontana (Br); Bruna Galli – BRUnA – Fossombrone (Pu); Manuela Bizzarri – CAVALLUCCi BABY JUniOR – Terni; Cristina Sartori – CRisTinA sARTORi – 1
Torino; Gaetano De Florio – DEFLORiO – Noicattaro (Ba); Francesco Depinto – DEPinTO KiDs – Barletta (Ba); Marinella Panicini – DiMEnsiOnE KiD – Montevarchi (Ar); Chiara Nodari – FREEPORT BABY – Clusone (Bg); Nadia Gagliardone – GALiARDOnE – Saluzzo (Cn); Federico Giglio – GiGLiO PiCCOLO – Palermo; Gloriana Zenati – GLORiAnA BABY – Peschiera del Garda (Vr); Ferdinando Ferrara – i BiMBi Di JOE – Frattamaggiore (Na); Carla Ragazzi – iL CUCCiOLO – Padova; Raoul Negri – iL GABBiAnO – Sirmione (Bs); Anna Maria Cammi – iL MOnELLO – Piacenza; Giordana Conte – in MODA – Belvedere di Tezze sul Brenta (Vi); Martina Rossi – LA VOLPE ROssA – Ponte a Egola San
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Miniato (Pi); Maria Arena – MARinELY – Messina; Erika Bardazzi – MiniMODA – Prato; Debora Mari – MORBiLLO – Thiene (Vi); Carmine Trapani – OK GROUP – Angri (Sa); Franca Bojeri e Veronica Galbero – PAPALLA – Novara; Michele Pedico – PEDiCO – Barletta; Cristina Simionato – PETER PAn – Mirano (Ve); Marilena D’Urbano PETiT MADELEinE – Termoli (Cb); Franco Costabile – PiCCOLi iDOLi – Torre del Greco (Na); Maria Paola Bernabei – PinOCCHiO/POnGO – Rimini; Fulvio Ciardullo – PRiMAMODA – Cosenza; Daniela Ruggeri – ROBiRÒ – Bergamo; Jessica Fanton – TATO E TATA – Costabissara (Vi); Vincenza
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1. Depinto Kids, Barletta (Ba) 2. Morbillo, Thiene (Vi) 3. Primamoda, Cosenza
Staropoli – TOPOLinO MODA – Vibo Valentia; Andrea Diaz – VELA sHOP JUniOR – Cagliari; Brando Saltari – VEsPRini – Civitanova Marche (Mc); Claudia Randellini – ZUCCHERO – Arezzo
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BIMBI e INTeRNeT SOCIAL NETWORK TRA OPPORTUNITÀ E RISCHI
L’eDUCazIoNe DeL GIovaNe NavIGatoRe I piccoli entrano in contatto con i device tecnologici prestissimo e da pre-adolescenti passano molte ore connessi. Come proteggerli dalle insidie della Rete e come far loro apprezzare aspetti della vita reale che tendono a sfuggire nell’era del virtuale? Una sfda anche per le aziende del childrenswear di Elena Azzola
Children begin using technology very early and spend many hours online way before they become teenagers. How can we protect them from the pitfalls of the Internet and help them to appreciate aspects of real life that they miss out on in the virtual era? This is a challenge that childrenswear manufacturers have to take on as well.
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e principali aziende italiane del childrenswear comunicano sempre più in Rete e i social network sono diventati le piattaforme più utilizzate. Monnalisa, ad esempio, sta puntando in particolare su Instagram (dove, dopo circa un anno di attività, ha 14.700 follower) e ha intenzione di aprire a breve un proflo su Vkontakte, importante social in Russia. “Seguaci” in progressione anche per iDo e Sarabanda, marchi di Miniconf, presenti su Facebook (35mila fan il primo; 16mila il secondo), Instagram, Pinterest e Youtube (iDo ha anche un proflo su Twitter), e Miss Grant, che trae le maggiori soddisfazioni da Facebook e Instagram. Le iniziative sono di sicuro molte di più, con post e messaggi mirati in special modo a coinvolgere le mamme. Ma alla luce dei dati e dei dibattiti sempre più frequenti sul fenomeno di bambini e ragazzini “sempre connessi”, che cosa stanno facendo i player per questo specifco target, a cui si rivolgono direttamente con i loro prodotti? Chiunque sia a contatto con un bimbo o un adolescente sa che Internet, i social network e l’instant messaging non hanno segreti per loro, complice la presenza sempre più pervasiva di computer, tablet e smartphone nella nostra quotidianità. I piccoli approcciano i device tecnologici prestissi-
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mo e li sanno usare con una facilità e una naturalezza per noi sorprendenti. Secondo la ricerca Net Children Go Mobile, fnanziata dal Safer Internet Programme della Commissione Europea e pubblicata dall’Osservatorio Comunicazione dell’Università Cattolica, il 96% dei ragazzi di età compresa tra i 13 e i 14 anni ha un proflo sui social (era il 68% nel 2010). Dallo stesso studio emerge anche un notevole aumento nell’uso di WhatsApp, i cui utenti tra i 9 e i 16 anni sono passati dal 43% del 2010 al 57% del 2014 (applicazione che, anche se quasi nessuno lo sa, nei termini di utilizzo, è vietata ai minori di 16 anni). Nell’arco di questi quattro anni è diventata sempre più popolare anche l’abitudine di scam-
GIoVANISSIMI E INTErNET FACTS & FIGURES I ragazzi fra i 13 e i 14 anni che hanno un proflo sui social network
Nel 2010 Nel 2014 68% 96%
I ragazzi tra i 9 e i 16 anni che usano WhatsApp
Nel 2010 Nel 2014
I giovanissimi che si scambiano immagini e video in Rete
Nel 2010 Nel 2014 6% 39%
Fonte: Net Children Go Mobile
43% 57%
biarsi immagini e video: dal 6% si è arrivati al 39%. Questa pratica riguarda il 33% dei ragazzi tra i 13 e i 16 anni che non possiedono uno smartphone, arrivando al 68% tra coloro che invece dispongono di un dispositivo mobile tutto loro. La percentuale di giovanissimi che accede a Internet è variata nei quattro anni considerati dal 62% al 69%, ma risulta particolarmente in crescita l’utilizzo di un device personale in una situazione di privacy. Gli adolescenti che navigano in Rete dalla propria cameretta attraverso lo smartphone sono passati dal 4% del 2010 al 38% dello scorso anno. Una situazione che li espone a fenomeni come la tecnodipendenza o il cyberbullismo. LA NECESSITÀ dI ELAborArE UN GALATEo dIGITALE
Ma senza voler arrivare a queste conseguenze, esiste concretamente il problema per i genitori di controllare e avviare i fgli a un uso ragionevole (in termini di tempo) e consapevole (in termini di rischi) del mezzo. I piccoli possono incappare in contenuti non appropriati, immagini per soli adulti, richieste immotivate e illegali di dati personali, messaggi di ogni tipo, magari lesivi della reputazione digitale, fno a vere e proprie azioni persecutorie. Fra le “trappole” in cui gli under 13 cado-
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1. Bimbi e tablet: ormai inseparabili. 2. Paola Brodoloni, presidente di Cuore e Parole Onlus (a sinistra) e Barbara Bertocci, direttore creativo di Monnalisa, durante l’evento organizzato in store a Milano dal brand per rifettere su potenzialità e insidie del web 3. Un incontro con gli studenti organizzato dall’associazione Cuore e Parole Onlus
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BIMBI e INTeRNeT
no più facilmente ci sono poi i giochi online gratuiti, che si rivelano in seguito non tali. Un sacco di grattacapi per i genitori, che chiedono di non essere lasciati soli nel guidare la formazione dei fgli nell’era 2.0. In loro soccorso ci sono libri come, tra gli ultimi usciti, iRules. Come educare fgli iperconnessi di Janell Burley Hoffmann, titolare anche di un blog sull’Huffngton Post America: un manifesto sulla genitorialità nell’epoca tecnologica, capace con pragmatismo tutto americano di fare il punto non solo su fenomeni che genericamente chiamiamo tecnodipendenza o cyberbullismo ma anche sulla ristrutturazione delle abitudini famigliari di fronte a una rivoluzione già in atto. I nostri fgli vivono, come noi, in un ambiente tecnologicamente immersivo. L’unica cosa da fare, dice l’autrice (mamma di cinque fgli residenti nella Silicon Valley), è rieducarci, insieme a loro, per vivere senza dimenticare buona educazione e affettività e senza perdere la concentrazione né il gusto per il mondo reale. Secondo
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Foto di Umberto Primiceri
1. e 2. Le pagine Facebook di Sarabanda e MiMiSol 3. Il Gufo su Instagram 4. Grant annuncia sul suo sito l’intesa con SingerFood 5. Un evento de Il Gufo 6. Ludovica e Gregorio, nipoti di Imelde Bronzieri, alle prese con lo smartphone
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Janell Burley Hoffmann, dobbiamo essere noi adulti per primi a elaborare un galateo digitale. Imelde Bronzieri, imprenditrice di MiMiSol, anche alla luce dell’esperienza vissuta con i nipoti Ludovica di 10 anni e Gregorio di 5, ribadisce: «Genitori e scuola devono seguire l’educazione dei bambini anche in questo ambito, facendo capire loro che si tratta di risorse preziose, ma anche contingentarne l’uso e farne comprendere i pericoli. E il ruolo di mamma e papà è fondamentale». Sul blog “Note” di MiMiSol campeggia un decalogo sui diritti dei bambini: che vanno
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dallo sbucciarsi le ginocchia al «vivere, crescere e diventare uomini liberi». Intanto crescono da parte delle aziende del settore prove tangibili di vicinanza alle famiglie, nella svolta epocale che stiamo vivendo. I BRAND ScENDONO IN cAMPO IN NOME DELLE “BUONE PRATIcHE”
Già dallo scorso anno Monnalisa ha avviato una collaborazione con l’associazione Cuore e Parole Onlus, in modo da sensibilizzare le scuole di tutta Italia per attivare una rifessione critica sulle opportunità e i rischi del web. La grif-
fe in piccole taglie ha promosso anche un evento educativo in-store nei suoi negozi milanesi di via Spiga: un incontro-merenda per i bambini accompagnati da mamme, papà, nonni e tate per «condividere esperienze, buone pratiche e pillole di sicurezza digitale», spiega il direttore creativo Barbara Bertocci. Interessante l’esperimento de Il Gufo. Il marchio dei “bambini vestiti da bambini”, dopo aver sviluppato con l’associazione Pollicino un programma per affancare i genitori sull’importanza dell’alimentazione in età infantile e aver pubblicato un libro di “cucina in famiglia”, ha deciso che la «naturale e più coinvolgente evoluzione del progetto era lanciare un contest su Instagram, con il quale pubblicare e condividere i momenti culinari vissuti da genitori e fgli». Parallelamente, Grant ha siglato una collaborazione con i foodblogger SingerFood. La via a un Internet “buono” e alla creazione di “spazi di navigazione sicura” è tracciata. E i brand stanno ● dando concretamente una mano.
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SALONI NewS rASSeGne deL chiLdrenSweAr
Non solo Pitti Bimbo: tour fra i prossimi eventi del settore Madrid, Parigi, Amsterdam, Copenhagen, New York and Moscow: a tour of the next childrenswear trade shows.
Se la rassegna forentina sulla moda infantile rappresenta l’appuntamento “not to miss”, soprattutto per la presenza del for fore delle griffe della moda in piccole taglie, l’orizzonte dei saloni professionali dedicati al mondo del bambino è ben più ampio. In date leggermente anticipate rispetto alla kermesse sull’Arno, dal 19 al 22 giugno si è svolto a Madrid Fimi, la principale fera spagnola del childrenswear, che ha spostato la sua sede da Valencia alla capitale, a partire dalla sessione di gennaio Un’immagine di Children’s Club 2014. Per il resto, la formula non è cambiata: Fimi mette in scena abbigliamento, calzature e accessori per bambini e a più vasto raggio tutto l’universo per l’infanzia. Una rassegna visitata da più di 10mila operatori ogni stagione. Nel mese di luglio tocca a Playtime di Parigi e Kleine Fabriek di Amsterdam, di scena rispettivamente dal 4 al 6 e dal 5 al 6. Playtime ha alle spalle un’edizione invernale da record, in cui i brand presentati sono stati complessivamente quasi 450, in aumento di oltre il 12% rispetto allo scorso anno. La sua offerta include abbigliamento, accessori, complementi d’arredo, giochi e articoli per la mamma, con un terzo di marchi francesi e due terzi esteri. Un appuntamento che lo scorso gennaio ha attirato 7.478 professionisti del settore, quasi equamente divisi tra operatori nazionali e internazionali. Kleine Fabrik, che festeggia a luglio 10 anni di attività, offre una vetrina di quasi 400 marchi e accoglie 5mila visitatori tra buyer, blogger e addetti ai lavori. La selezione è di qualità e raccoglie un mix di marchi internazionali e giovani griffe della moda bimbo, oltre a diverse proposte lifestyle e idee regalo. Ad agosto in agenda bisogna annotare Ciff Kids di Copenhagen, dal 5 al 7, e Children’s Club di New York, dal 2 al 4. Ciff Kids si svolge in contemporanea con il salone della moda per adulti Ciff e riunisce circa 300 marchi di childrenswear in arrivo da tutto il mondo. Dalla scorsa stagione si è trasferito al Forum Copenhagen. Children’s Club è il consolidato appuntamento di Enk International sulla moda bimbo, punto di riferimento per il settore nella East Coast. Si svolge quattro volte l’anno, nei mesi di gennaio, marzo, agosto e ottobre. A settembre è la volta di Cpm Kids, la parte sul bambino della fera moscovita della moda Cpm. Una sezione sempre molto nutrita di marchi internazionali, in primis italiani, che prevede anche sessioni di sflate, come quella organizzata dall’associazione europea Children’s Fashion Europe. (e.a.)
The hub
Scocca l’ora di Shanghai After two years in Hong Kong, the trade show The Hub moved to Shanghai.
Il salone The Hub da Hong Kong si trasferisce a Shanghai. La prossima edizione si terrà dal 13 al 15 ottobre, durante la prima sessione autunnale della grande fera Chic e della Shanghai Fashion Week. La location saranno i Central Studios, a pochi passi dai principali eventi della settimana della moda della metropoli cinese, nella zona di Xintiandi. La prima prova nella Cina Mainland di The Hub sarà uno showcase molto curato di circa 40 marchi internazionali e di una selezione dei migliori designer locali, con uno specifco appeal per i negozi multibrand del Paese. «Dal nostro esordio, due anni fa, abbiamo sempre saputo che a un certo punto avremmo dovuto trasferirci nella Cina Mainland e ora è arrivato il momento - afferma il co-founder di The Hub, Richard Hobbs -. Anche se il canale retail multibrand è ancora relativamente immaturo nel Paese, nuovi store aprono ogni settimana e quelli esistenti migliorano sempre più. Ci sono ancora ostacoli quando si tratta di fare business in Cina e noi siamo qui per consigliare e aiutare». Tra i brand che hanno già confermato la loro partecipazione alla quinta edizione di The Hub ci sono Boy London, Dienastie dalla Svezia, Rack & Ruin dalla Gran Bretagna, Swims dalla Norvegia, Flying Zachinnis e Juma dagli Stati Uniti, accanto alle label di spicco con base a Pechino Zhang Chi e Capitale Nord. L’evento continuerà a essere piccolo ed esclusivo. «Abbiamo lavorato duramente per dimostrare agli espositori e, più in generale, all’industria della moda che The Hub è un partner affdabile per entrare nel mercato della Cina Mainland e non solo asiatico. Ormai siamo veterani nel business della moda globale e in quello della regione aggiunge l’altro fondatore, Peter Caplowe -. Siamo convinti di poter offrire il miglior contesto e supporto possibile ai marchi che intendono fare il proprio ingresso in Asia, proteggendo la loro identità e il loro posizionamento». (e.a.)
Pure London
“Something special”, anche nelle calzature Pure London is launching a new section on premium footwear.
Visitatori all’ingresso di Pure London
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Pure London, il salone di abbigliamento e accessori che si tiene a London Olympia dal 2 al 4 agosto, ha avviato una collaborazione con l’esperto Gerard Levy per lanciare una nuova sezione sulle calzature, in cui i buyer possono trovare “something special”, già dalla prossima edizione, focalizzata sulla primavera-estate 2016. Camper, Chie Mihara, Alberto Zago, c.doux, Lili Mill, Megumi Ochi, Homers e Castell sono i primi nomi che hanno confermato la partecipazione alla “new area”. Premium Footwear, questo il nome scelto per la sezione, andrà a rafforzare con un’offerta complementare la già nutrita schiera di più di 100 brand del settore che presentano le loro collezioni in questo contesto, tra cui Geox, Fly London, Unisa, Esska, Laro, Crime London, Ten Points, Caprice, Peter Kaiser e Birkenstock. Tra le altre novità del trade show il lancio del sito PureLondon.com in una versione completamente rinnovata, concepito per essere la più vasta directory di brand e prodotti di moda in Gran Bretagna: un indispensabile strumento per scovare marchi e proposte non solo stagionalmente ma tutto l’anno. (e.a.)
ChICCO FOR
Il Franchising cambia pelle: più business, meno rischi Il marchio del childrenswear del gruppo Artsana presenta un nuovo modello di affliazione, che riduce il rischio d’impresa per i franchisee e ottimizza le performance della casa madre.
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na rete più compatta, fedele alla mission del marchio, competitiva e con una marginalità garantita per gli affliati: Chicco, insegna del gruppo comasco Artsana, dà il via all’upgrading del suo network in franchising, con un nuovo progetto commerciale. «Abbiamo introdotto un modello di affliazione in conto vendita (contratto estimatorio, ndr) che riduce il rischio d’impresa dei partner e assicura alla casa madre un maggior controllo del brand, attraverso la completa gestione del fusso e dello smaltimento della merce nel punto vendita», spiega Paolo Fonda, business area fashion & retail director di Artsana. Si tratta di una sorta di «retailizzazione dei franchisee», che avranno così la possibilità di concentrarsi sulla gestione operativa degli store, mentre l’azienda si farà carico della scel-
ta - in termini sia qualitativi che quantitativi - dell’assortimento, a seconda degli obiettivi di fatturato, lasciando comunque all’affliato la possibilità di personalizzare in parte l’ordine per soddisfare maggiormente le esigenze peculiari del proprio negozio. «Abbiamo creato una struttura di operation dedicata - aggiunge Fonda - con merchandiser, retail planner e store allocator, per gestire in maniera mirata lo sviluppo della rete in franchising, composta attualmente da una novantina di punti vendita, che si aggiungono a una quarantina di store diretti». I vantaggi del nuovo contratto sono duplici. Da un lato, una minore esposizione fnanziaria per l’affliato, che pagherà la merce solo dopo averla venduta, senza rischi di invenduto e dunque di giacenze in magazzino. Dall’altro, un presidio diretto di Chicco
Milano Via Dante, 6 Milano Corso Buenos Aires, 75 Milano Corso Vercelli - Largo Settimio Severo, 2 angolo Via Soresina
su tutte le insegne e i fussi di prodotto, con la possibilità di ottenere economie di scala a monte delle forniture e ottimizzare il sell out attraverso la rotazione della merce nella rete. Il processo di “conversione” ha coinvolto per il momento una trentina di shop, ma entro l’inizio del 2016 toccherà anche gli altri 60 punti vendita e naturalmente tutti i nuovi potenziali franchisee, che dovranno avere requisiti ad hoc: un’esperienza pregressa nel retail e la disponibilità di un immobile in città o nei centri commerciali con almeno 150 metri quadri di superfcie espositiva. Non sarà richiesta nessuna royalty d’ingresso, solo «la capacità di saper interpretare lo spirito e i valori di Chicco, trasmettendoli con entusiasmo ai consumatori fnali».
al via un nuovo modello di affiliazione che riduce al minimo i rischi e massimizza i risultati
TREND GRIFFE
SPRINg-SUMMeR 2016
GIoca jouer Un’estate all’insegna della spensieratezza quella delle piccole taglie proposte dai più noti brand della moda italiana ed estera. Che si sono sbizzarriti per proporre look “cool & functional”. Qualcuno gioca con le stampe, altri con le geometrie. Perbene, urban, scanzonato, glam, pop: ogni bimbo potrà esprimere la propria personalità.
ARMANI JUNIOR Armani Junior opta per il bianco con la primavera-estate 2016 ma lo illumina con decori dorati e la maglieria lamé. Per grandi occasioni o per divertirsi con i lustrini.
di Elisabetta Fabbri
Top fashion brands designed a carefree Spring-Summer 2016 collections. Refned, urban, easy-going, glam, pop: each child can show its personality.
DONNA KARAN New YORK Prodotta da Cwf, la linea bimbo di Donna Karan New York esprime una moda urban pratica, eclettica, che si fa notare per le grafche. Piacerà ai piccoli cittadini del mondo attenti alla moda dei teen e dei grandi.
BOSS hUgO BOSS Camicia a manica lunga, bermuda appena arrotolato con cintura rigata e cappellino in paglia di tendenza. È un total look perbene, quello frmato Boss Hugo Boss: con stile in ogni momento della giornata.
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cAvAllI JUNIOR
Inaugura in Arabia Saudita
lAgeRFelD
Sceglie Cwf per il bimbo
Childrenswear line Cavalli Junior, produced by Simonetta, arrives in Al Khobar (Saudi Arabia).
Maison Karl Lagerfeld will launch Karl’s Kids in Spring 2016. The partner is Groupe Cwf.
Continua l’espansione retail di Roberto Cavalli Junior, linea realizzata in partnership con Simonetta. In giugno è stata la volta dell’Arabia Saudita: il marchio è approdato all’interno dell’Al Rashid Mall, shopping mall di lusso con più di 600 negozi, situato ad Al Khobar.
Con la primavera 2016 debutta sul mercato la prima linea junior della maison Karl Lagerfeld, Karl’s Kids. Questo grazie a un accordo di licenza siglato in febbraio con Cwf, gruppo francese del childrenswear che ha già in portafoglio griffe come Chloé, DKNY, Boss, Lee e Timberland. La collezione ispirata al “rock ’n’ roll”, tema caro a Kaiser Karl - includerà abbigliamento e accessori per bimbo e bimba da 0 ai 16 anni. L’ingresso del marchio nel mercato junior, come ha spiegato Pier Paolo Righi, ceo e presidente della Karl Lagerfeld, «è un passo naturale, data l’immagine cool e ironica del brand».
DOlce & gABBANA BAMBINO
In programma nuove aperture all’estero The Dolce & Gabbana group plans to open childrenswear clothing stores in Dubai and Zurich.
Il childrenswear Dolce & Gabbana cresce, tanto che è arrivato a rappresentsre il 6% dei ricavi totali del gruppo, stimati oltre il miliardo di euro, nel bilancio chiuso il 31 marzo. Con all’attivo 19 negozi monomarca in piccole taglie e 22 shop-in-shop, il gruppo si prepara ad aprire una seconda boutique bimbo a Dubai e un’altra a Zurigo (entro gennaio 2016). In più sbarcherà a Singapore con la formula dello shop-in-shop (entro settembre 2015). Il tema della prossima spring-summer saranno gli animali. Le tre scimmiette sagge indù, che decoreranno felpe, polo e t-shirt, ma anche una serie di peluche: Mimmo the Dog, Tatò e Rosa ispirati ai labrador che vivono con Stefano Gabbana, visibili in anteprima nella boutique di via Tornabuoni, a Firenze, all’avvio di Pitti Bimbo.
DSQUAReD2 Geometrie e colori a contrasto ispirano l’abbigliamento bimbo frmato Dsquared2. Le linee sono quelle che piacciono anche all’adulto, dal giubbetto biker ai panta con orlo sopra la caviglia.
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TREND GRIFFE
FeNDI KIDS
La resort anche in taglie mini The Fendi fashion house launches its Kids resort collection in joint venture with Simonetta.
Presentata già a fne maggio a Milano la prima collezione resort di childrenswear Fendi, frutto della joint venture con l’azienda di abbigliamento bimbo Simonetta. Non si pensi a una versione in piccolo dei temi dell’adulto. Le proposte, integrate da un pacchetto di modelli per il Natale (in uscita, come la resort, il prossimo ottobre), sono a tutti gli effetti pensate per i gusti e le esigenze dei più piccoli, in linea con l’immagine del brand. Su abiti e accessori spiccano i “Bag Bugs” (i famosi “occhiacci”), il logo delle due F rivisto nelle dimensioni, come pure disegni di mele, lampadine e sterlizie stilizzate. Tra i motivi anche Fendi Roma, ispirato a un disegno realizzato nel 1988 dal direttore creativo Karl Lagerfeld. Nei programmi di Fendi Kids ci sono aperture in Italia, Asia e Medio Oriente.
PAUl SMITh JUNIOR
Prima boutique a Parigi in boulevard Raspail Paul Smith Junior’s frst shop in Paris is in bouleverd Raspail. Il brand Paul Smith ha scelto il boulevard Raspail, per il debutto a Parigi di Paul Smith Junior, che ospita le collezioni dal neonato alle taglie teen. Il piccolo monomarca - 19 metri quadrati, accanto allo store Paul Smith dedicato al menswear - rispecchia l’elegante estetica dei negozi della griffe nel mondo. Alle pareti arte moderna, illustrazioni e foto scattate dal noto designer britannico. Attirerà di certo l’attenzione dei bambini un trenino elettrico Hornby, che fa il giro della vetrina.
Ice IceBeRg Check di cotone per i bermuda, in tinta con la camicia blu di chambrais leggero. Giallo sole per la t-shirt che si intravede: Iceberg sorprende con sobrietà.
chRISTIAN lAcROIX
Lancia l’enfant con Camfoni The Christian Lacroix brand chooses the French company Camfoni to start its new kidswear business.
L’81esimo Pitti Bimbo è l’occasione per il debutto in Italia della maison parigina Christian Lacroix con il segmento bimbo. La collezione è stata affdata alla francese Camfoni, realtà fondata da Marie-Ange Negroni, Loetitia Fontugne e Laurent Cambuzat, che da tempo collabora con prestigiose case di moda dell’Esagono ed estere. La collezione ha esordito nella boutique Christian Lacroix di Saint Sulpice a Parigi, in selezionati multimarca internazionali e department store.
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MOSchINO
È un guardaroba “cool&functional” quello realizzato da Moschino (con Altana) per i più piccini. Le proposte girl, in particolare, giocano con le grafche e i motivi di rose tinte di fuxia, rosso, verde chartreuse e blu elettrico.
MAURO gRIFONI KIDS
Un business in espansione Mauro Grifoni Kids returns to Pitti Bimbo, in the KidzFizz area, more structured, to ft between low cost and luxury childrenswear. Il kidswear Mauro Grifoni sta diventando sempre più strutturato, a circa tre anni dal suo esordio e raggiunta una quota del 5% dei ricavi (circa 30 milioni di euro il totale 2014, stimato in salita del 10% per fne 2015). Sotto la direzione artistica di uno dei soci fondatori del brand, Ilaria Sesso, oggi si avvale di un team dedicato con un’area manager specifca, di recente costituzione. In più ha nuove agenzie al suo fanco, per sviluppare il network distributivo internazionale, focalizzato su Nord Europa e Russia ma senza scordare l’Italia, che resta di riferimento. «Il mercato del bimbo è in calo - spiega Ilaria Sesso -. Gli specialisti del settore diminuiscono, ma crediamo molto in questo progetto. Oggi il childrenswear è soprattutto cheap o di lusso. Noi ci inseriamo tra questi due estremi con proposte fresche, mai banali, in tessuti di ricerca e in gran parte made in Italy, con l’idea di valorizzare la fliera corta». La linea torna a Pitti Bimbo, nell’area KidzFizz, portando tutta la cultura dell’adulto, che attinge al mondo giapponese e vintage, ma anche alle origini classiche dello stile italiano. Sarà sempre più protagonista anche all’interno dei monobrand della label, dove sono in programma eventi per mamme e bambini al seguito.
eNRIcO cOveRI
Rilancia il junior e l’infant con Amistad Enrico Coveri brand returns to babywear. The producer is Amistad.
Il brand Enrico Coveri ha stretto un accordo di licenza quadriennale con Amistad (realtà italiana specializzata nei settori bambino, homewear e beachwear) per la produzione e la distribuzione delle collezioni di childrenswear. L’intesa riguarda la produzione e la distribuzione delle collezioni Enrico Coveri Bambino in Italia, Spagna e Portogallo. Si parte con una collezione Infant da 0 a 48 mesi e un’altra Junior da 5 a 14 anni, per bambino e bambina. Il progetto parte con una capsule collection per la primavera-estate 2016, mentre le collezioni complete di capispalla debuttano con autunno-inverno 2016/2017.
BURBeRRY
Anche con il kidswear decide di fare da sé Burberry, the British luxury group, has decided to transfer its childrenswear division inhouse.
Dopo il beauty, il Gruppo Burberry gestirà in casa anche l’abbigliamento bimbo. Una decisione che esprime la volontà di assicurare una coerenza a tutti i prodotti del brand britannico, che ora sta ridefnendo la piattaforma produttiva. Si rompe così una liaison con il licenziatario Cwf Groupe (nella foto, alcune proposte Spring-Summer 2015) che durava dal 2003. Più precisamente, l’intesa con il partner francese termina alla fne dell’anno in corso, alla scadenza del contratto. Burberry ha archiviato l’esercizio 2015 con ricavi in crescita da 2,33 a 2,52 miliardi di sterline e un utile in aumento del 4% a 336,3 milioni, ma ha rivisto al ribasso le previsioni di crescita per il nuovo esercizio fscale, a causa dell’apprezzamento della sterlina.
YOUNg veRSAce
Nuovo indirizzo a Milano The Young Versace store changes its address in Milan, from via Borgospesso to via San Pietro all’Orto.
La boutique Young Versace di Milano - dove è concentrato tutto l’assortimento bimbo della maison della Medusa - cambia sede da via Borgospesso 15 a via San Pietro all’Orto 11. Lo store è operativo dal 13 giugno mentre non è ancora nota la destinazione dello spazio in Borgospesso (dedicato al childrenswear dal 2011) che, come spiegano dal gruppo, «rimane di proprietà di Versace».
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MB SHOWROOM - VIA CINO DEL DUCA 5, MILANO, ITALY +39 02 7600 8108 • MBSHOWROOM@AMMILANO.IT
ChildreNsweAr preview
SPRING/SUMMER 2016
FANCY
gAmes Gioco, divertimento, fantasia. La moda della primavera-estate 2016 è un inno alla libertà. In tutte le occasioni: quelle quotidiane e quelle speciali. di Angela Tovazzi
Games, fun, imagination. Fashion for spring-summer 2016 is an ode to freedom. No matter whether the occasion is every day or special.
L:ù L:ù
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ChildreNsweAr preview
SIMONETTA
LE TROISIèME SONGE Yclu’
mAgiC dreAms L’eleganza non ha età. Abiti arricciati e dalla gonna a ruota si vestono di romantiche fantasie foreali, piccoli focchi e volute di tulle.
Elegance is ageless. Ruffed dresses with fared skirts are decorated with romantic foral fantasies, little bows and tulle whorls.
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Pretty Ballerinas
minibanda
little bear
sarah jane
vdp - vIA dELLE pERLE
brums liu jo junior
I PINCO PALLINO
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childrenswear preview
pepe jeans london junior & Kids
MYTHS kidS
catimini
liTTle BOhemieN Il tema bicolor fa da fl rouge a proposte glamour e informal chic. In primo piano righe, pois e check, in versione micro e macro.
The two colour theme is the concept that runs through this at once glamorous and informal chic line. Stripes, polka dots and hounds tooth in micro and large versions steal the show.
jeckerson
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mirtillo
GORJUSS
fracomina mini
PITTI BIMBO – 25th to 27th of June 15 – Firenze – Pad. Delle Ghiaia Stand 14 - 16 letempsdescerisesjeans.com
childrenswear preview
woolrich KiD
k-way kIDS
diesel kid
HERNO KIDS
plAYiNg iN The rAiN Antivento, antipioggia, adatti in vacanza e in cittĂ : mantelle e giubbini per divertirsi con il bello e il brutto tempo.
Windbreakers and raincoats to wear on holiday but in the city as well: capes and jackets to romp around in, whether the weather is good or bad.
rivieras
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STONE ISLAND JUNIOR
ikkS
MANILA GRACE FOR
Il “Mini-me” non è mai stato così divertente Esordisce a Pitti Immagine Bimbo il nuovo corso della collezione bambina di Manila Grace, riportata in house dalla casa di moda Antress Industry e disegnata personalmente dalla stilista della linea donna Alessia Santi.
Grandi novità nel mondo del childrenswear. Manila Grace ha riportato in house la collezione bambina e la prima uscita del nuovo corso, relativa alla primavera-estate 2016, è attesa a Pitti Immagine Bimbo, in programma a Firenze dal 25 al 27 giugno 2015. Manila Grace Linea Bambina nasce con lo zampino di Alessia Santi, fashion designer di Manila Grace, che ne ha curato personalmente la direzione stilistica, supportata da un product management tecnico. Il ritorno in house e la supervisione di Alessia Santi garantiscono una sinergia assoluta tra la collezione donna e quella bambina: tra le due proposte si riscontrano grande affnità e coerenza nei mood e nelle tendenze stilistiche. «La bambina che abbiamo immaginato sogna di crescere e
diventare come la mamma dallo stile Manila Grace», rivela Alessia Santi, che ha lavorato al progetto con entusiasmo, trasponendo texture, linee, tagli e universi di stile dalla madre alla fglia. La collezione veste le piccole dai 4 ai 16 anni con la sua identità forte e riconoscibile, a cui si somma la qualità del made in Italy. La gamma d’offerta, ampia e trasversale, si struttura nei mood Utility, Denim, Military e Sportswear, all’insegna della funzionalità e della capacità di coprire le varie occasioni d’uso. Il motto della spring-summer 2016 è “No play, no game” e le parole evocative sono Love, Curiosity e Passion, come pure Manila Grace “formula”, intesa come ricetta uffciale per trasformare la bambina in una piccola donna Manila Grace. Nella palette cromatica
Antress Industry Spa Tel. +39 059 68 47 21- Fax +39 059 65 24 56 - www.manilagrace.com
si trovano colori potenti come l’antracite e il rosso, addolciti da stampe foreali e pois, grigio mélange e avorio. La creatività si nutre anche di immagini. Nel caso di Manila Grace Linea Bambina si tratta di illustrazioni, scelte dalla casa di moda per presentare gli outft e rendere ancora più autentico il messaggio di stile. La collezione verrà lanciata in Italia, in alcuni Paesi europei, in Russia e in Cina: il network commerciale, specializzato e qualifcato, sarà gestito direttamente dalla direzione commerciale dell’azienda. Manila Grace Linea Bambina salirà in passerella alla kermesse forentina giovedì 25 giugno alle 11 presso la Sala della Ronda, mentre l’intera collezione sarà visibile all’interno del Padiglione Centrale (piano inferiore, stand T/1-3).
childrenswear preview
UNE FILLE
SO TWEE BY MISS GRANT
T-SHIRT T-SHOPS
TIMBERLAND
dress Up & gO
JAPAN RAGS
BALDININI YOUNG
Stampe in libertà per uno stile senza regole e costrizioni. Protagonisti T-shirt, felpe e giubbotti. E l’immancabile jeans.
Freeform prints for a style that defes rules and constraints. T-shirts, sweats and hoodies are the stars here. And jeans are de rigueur too. SILVIAN HEACH KIDS
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DESIGUAL KIDS
TAKE TWO TEEN FOR
Take Two Teen lancia Everyday Ceremony: cerimonia ma non solo Il brand di childrenwear spinge l’acceleratore sulla differenziazione. È nata Everyday Ceremony, una pre-collezione che interpreta le occasioni speciali in un’ottica disinvolta. Una scelta indovinata, a giudicare dai risultati di sell in che sta avendo. Sotto la guida della nuova proprietà (il gruppo Nicolussi), Take Two Teen fa passi da gigante e riprende ampiamente terreno dopo il momento di incertezza vissuto un anno e mezzo fa. Cresciuto infatti ad oggi del 45% dopo il cambio societario, il marchio punta sulla differenziazione con la nuova linea Everyday Ceremony, che propone un campionario Cerimonia meno “pomposo”, con capi indossabili anche in occasione non prettamente celebrative. «Non importa che sia cerimonioso, l’importante è che sia speciale, speciale per ogni giornata», questo lo slogan della nuova uscita, una pre-collezione che si compone di 60 pezzi in totale: 40 per la bimba e 20 per il bimbo. “Un total look in vendita a un prezzo medio di 28 euro, con gli abitini più eleganti che costano dai 35 ai 38 euro e quelli più easy 25 euro, molto meno di molti fra i nostri competitors - racconta la brand manager An-
tonella Casarotto. Proposte che stanno avendo ottimi risultati a livello di sell in e stanno riportando la vendita del maschio a un 35% del giro d’affari, rispetto al precedente 25%. Everyday Ceremony è nata osservando il sell out dei negozi negli ultimi anni, anni in cui la vendita della cerimonia vince sul resto della stagione primavera/estate ma soprattutto notando che nel mercato dell’abbigliamento bimbo manca un’offerta di capi studiati per i momenti particolari che non siano però capi troppo elaborati - prosegue Antonella Casarotto - . La nuova linea è diffusa presso il nostro network wholesale di 300 negozi in Italia e 100 all’estero e ci ha consentito di raggiungere anche nuovi clienti di target diverso, più improntati a un prodotto elegante e ricercato”. Dopo Everyday Ceremony sarà la volta della main collection, che uscirà in contemporanea alla settimana del Pitti bimbo: “Una
collezione nel complesso più fashion, colorata e nello stesso tempo easy. I nostri capi hanno sempre quel qualcosa in più che si legge nelle grafche delle t-shirts come nei particolari delle felpe, negli abitini impreziositi da dettagli glamour e nel denim trattato sempre con cura nella scelta dei tessuti e dei lavaggi. Un campionario sempre fedele alle tendenze moda ma mai troppo legato a flosofe di marchio. Noi diamo ciò che il mercato vuole riadattato al nostro stile” anticipa Casarotto. Vincente anche il nostro prezzo medio di 24 euro rapportato a un’ottima qualità del prodotto presentato. Per il brand veneto si profla all’orizzonte un importante lavoro da svolgere oltre-frontiera, per una collezione che realizza l’80% del fatturato in Italia: “dobbiamo riprenderci anche i mercati esteri, le prossime new entry saranno la Germania, la Svizzera, l’Austria e l’Olanda” conclude la brand manager.
Nicolussi Srl Via dell’ Agricoltura, 21 36016 Thiene (VI) - Tel. +39 0445 367227 - Fax +39 0445 376826 - www.taketwoteen.it
brand to watch di Angela Tovazzi
SARAH JANE
Born at the beginning of 2015, the brand presents the second collection at Pitti Bimbo.
MININA
Made in Milan timeless clothes, dedicated to girls aged 3 to 12 years.
Metti dei materiali naturali come lino, cotone, canvas. Aggiungi ricami ricercati, fantasie delicate, colori non stereotipati, uno stile anticonformista. Et voilà, ecco Minina. Un brand made in Milan, fondato nel 2011 da Alessandra Piccaluga e dedicato alle bambine dai 3 ai 12 anni. Le proposte sono classiche e contemporanee insieme, dall’immagine senza tempo, «una sintesi della vezzosità parigina e della sobrietà milanese». Distribuiti nella showroom aziendale di via Bandello, sono in vendita in negozi come Meroni Sì e Pupi Solari a Milano e Bulli e Pupe a Roma.
OTT CUPCAKES Dedicated to little fashionistas, the collection from Dubai is on stage at Pitti Bimbo in Florence.
Ruota intorno a proposte d’impatto, dalle stampe colorate, la collezione from Dubai Ott Cupcakes, sul mercato da circa due anni e per la prima volta tra gli espositori di una fera per il childrenswear. Grazie alla presenza a Pitti Bimbo a Firenze, nella sezione KidzFizz, il marchio - che nasce come linea di womenswear - punta a conquistare nuovi clienti, accanto a quelli già presenti nel Middle East (a Dubai, in Arabia Saudita, Qatar e Kuwait). Con showroom negli Stati Uniti e in Spagna, ha prezzi wholesale che vanno dai 40 dollari per una T-shirt fno ai 150 per un caftano.
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Ha debuttato a Pitti Bimbo sei mesi fa e ora fa il bis in Fortezza entrando nella exhibitors list di KidzFizz, la nuova sezione (ex New View) che accoglie i progetti di ricerca. Si tratta di Sarah Jane, un brand dall’approccio sartoriale, che unisce romanticismo, allegria, eleganza bon ton, per bambine dai 2 ai 10 anni. «Il nome Sarah Jane è tratto da “Lo specchio della vita”, un vero e proprio cult movie del genere melò», racconta la stilista Sara Mazzucchetti, che si è formata all’interno della HFT, azienda di famiglia di Alzano Lombardo, nel bergamasco. Tutta la produzione è affdata a laboratori artigianali della Lombardia, partendo da tessuti che arrivano dagli Stati Uniti. Con prezzi sell in compresi tra i circa 30 e i 60 euro, il brand è distribuito attraverso una rete di agenti e sta cominciando a costruirsi un network di clienti in Italia e in Europa, con buoni feedback anche dal Giappone.
CATALEYA Anne Semadeni designes a comfortable e luxury knitwear for children and their mums.
La stilista si chiama Anne Semadeni e ha un background nella maglieria grazie a 15 anni trascorsi in case di moda come Hermès, Barbara Bui e Iris Von Arnim. L’idea di lanciare un suo brand arriva dopo l’esperienza della maternità: «I bambini crescono velocemente e i genitori devono continuamente cambiare guardaroba. Alla fne gli armadi traboccano». Cataleya, arrivata alla seconda collezione, dà una risposta alternativa: un’offerta in tre taglie (0-2 anni, 2-5 anni, 5-7 anni) in cashmere italiano e cotone egiziano, realizzata rispettivamente in Italia e in Portogallo. Prodotti naturali (i coloranti sono frutto di un decotto di piante, fori e radici), di lunga durata, easy care, che debutteranno a breve da Barbara Frères a Düsseldorf e su fancykids.com. In arrivo a settembre anche l’e-shop. I prezzi vanno dagli 80 ai 350 euro per i pezzi in cotone e dai 350 agli 850 euro per quelli in cashmere.
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NEWS
FASHION
BUSINESS
SONDER EDITION No 12 / SCHUTZGEBÜHR 18,- h
D O B / H A K A
H E R B S T
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The special edition Top Fashion is published right on time for the main buying season and focuses on the high end of the fashion business. With the special edition Top Fashion, we get TextilWirtschaft’s Top Fashion specials into the hands of the decision-makers, thereby letting them know about high-genre must-haves at the point of sale.
Foto: istock
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www.TextilWirtschaft.de NEWS
FASHION
BUSINESS
store to watch
Apple pie
Dagli usa con amore A Milano, fuori dalle grandi arterie dello shopping, apre un nuovo shop per offrire a mamme e bambini quel prodotto che sul mercato italiano proprio non c’è. Un giusto mix di originalità, praticità e funzionalità frutto della ricerca di una giovane mamma americana innamorata del nostro Paese. di Elisabetta Fabbri
An American in Milan: Jennifer Matrone has opened a multibrand store focused on the children’s world: fashion but also accessories, design, beauty and toys. The range of products is based on safety, creativity, functionality, durability, eco-sustainability and a lot of innovation.
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ei è un’americana di origini italiane (da parte di padre), che oltre un decennio fa ha iniziato a lavorare nel nostro Paese e non lo ha lasciato più. Questo mese di giugno ha inaugurato a milano, vicino all’arco della Pace, Apple Pie: un negozio multimarca dedicato a neomamme e bambini in cerca di prodotti speciali. ma non è che appena approdata in italia, Jennifer Matrone pensasse di occuparsi di moda. Tanto meno di kidswear: con una laurea in relazioni internazionali in tasca, prima ha fatto la gavetta in uno studio, occupandosi di fnanziamenti e di questioni paralegali. la nascita del primo fglio, nel 2008, è stata decisiva per un cambio di prospettiva. «Da neomamma - racconta Jennifer - acquistavo diversi prodotti a new York. Qui a milano mi fermavano per strada e mi domandavano dove li avessi scovati. così ho pensato di importarli». nel 2010 la versatile americana decide di distribuirli via internet, realizzando il sito applepie. eu. altri due bimbi dopo, e in parallelo con la crescita del suo business ecommerce, scatta l’idea di aprire una vetrina su strada. «i clienti - racconta la proprietaria di apple Pie - mi chiedevano se esisteva uno spazio fsico e 72
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se potevano venire a visionare la merce. inizialmente avevo pensato a una showroom e a un posto per il ritiro dei capi acquistati online». l’intensifcarsi delle richieste ha portato al recente opening di un punto vendita di circa 60 metri quadrati, con due vetrine, al 14 di via Domenico cirillo. uno shop “sostenibile”, dove le neomamme hanno a disposizione un’area riservata per allattare o cambiare il pannolino al bébé. «la scelta della zona sempione è stata dettata più che altro dalla praticità - spiega Jennifer -. abito nelle
vicinanze e una location più centrale sarebbe stata complessa da gestire in contemporanea con la famiglia». e poi le note strade dello shopping milanese mal si addicono a un negozio che si rivolge a un pubblico di nicchia. l’assortimento - vestitini fno ai 2 anni di età, ma anche accessori, arredo, giochi e beauty - è infatti scelto in base a una serie di rigorosi criteri. «al primo posto - sottolinea la fondatrice - mettiamo la sicurezza e scegliamo prodotti che rispettino le normative, che non contengano sostanze nocive come Bpa o ftalati». anche l’indispensabilità è un aspetto che conta: l’offerta di apple Pie è ricca di proposte di cui non si può fare a meno per un mix di originalità, praticità e funzionalità. spesso si tratta di prodotti che possono essere riadattati, seguendo la crescita del bambino e che quindi durano nel tempo. in più sono salva-spazio, eco-sostenibili e ad alto contenuto di creatività. in assortimento un originale made in us tutto da scoprire
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gli articoli scelti da Jennifer matrone vengono per lo più dagli stati uniti (ma c’è anche un po’ d’europa e di italia, se le proposte sono veramente innovative) e sono il frutto di una ri-
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cerca sul territorio, oltre che di visite ad appuntamenti feristici del settore come Children’s Club organizzato dalla Enk International di new York (dal 2 al 4 agosto prossimi) e NY Now, il salone dedicato a settori home e lifestyle (16-19 agosto), come pure a Handmade (15-18 agosto), di scena al Javits center di new York. Tra i bestseller, la proprietaria di apple Pie elenca gli occhiali da sole “gommosi” Babiators, in materiale atossico, fessibili e a prova di caduta, e le tutine Magnifcent Baby, easy da ab-
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1. Close up sullÕangolo dei giochi 2. Il colorato assortimento di Apple Pie 3. Jennifer Matrone, a sinistra con due visitatrici, allÕinaugurazione del negozio 4. I giocattoli ecofriendly e atossici dello store 5. LÕingresso di via Domenico Cirillo 14 6. Abitini in primo piano e, sullo sfondo, le nuove idee per il baby bath
bottonare («a prova di papà»), grazie a speciali bottoni-calamita nascosti nelle cuciture. Tra gli oggetti che non possono mancare nel corredino c’è anche Plush Baby Bath: un grande fore di spugnetta imbottita, che si adatta ad ogni lavabo, per fare la doccia al bébé. Poi si asciuga all’aria o nell’asciugatrice. Baby K’tan è invece una fascia portabébé molto comoda da indossare, rispetto ad altri baby carrier, perché già costruita (la si trova sotto forma di due anelli). ci sono anche speciali bijoux per la mamma, come quelli a
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marchio Chewbeads: sembrano collane di pietre dure colorate, ma in realtà sono fatte di uno speciale silicone che può essere mordicchiato dai bambini (passatempo preferito quando li si tiene in braccio, soprattutto se stanno per spuntare i primi dentini). Quanto ai prezzi, sono quelli di un un negozio che si colloca nel medio-alto di gamma. al dettaglio, una tutina costa circa 30 euro e un abitino 39 euro. il prezzo di uno zainetto si aggira sui 29 euro, mentre per il fore-baby bath si sale a 49 euro. ● 22_06_2015
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trend furniture
design mania
at home & in shop Alcune proposte di design per bambini, nuove e accattivanti, portate in Italia da Unduetrestella. Perché non pensare di metterle anche in negozio? L’area dedicata ai piccoli sarà più colorata e divertente
Richard Lampert Pit-stop rocket è un pouf a forma di pneumatico che fa sognare i maschietti di stare a Le Mans.
a cura di Elena Azzola
New and engaging, some design proposals for children, brought to Italy by Unduetrestella. Why not put them in the store? The area dedicated to children will be more colorful and funny.
Nonah D’impatto la mini-libreria Salamandre, perfetta da inserire in un angolino per favorire letture e consultazioni di libri da parte dei piccoli.
Nidi by Battistella Salire di un paio di gradini e vedere il mondo da una prospettiva diversa.
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Studio delle Alpi Creare oggetti e mobili che siano divertenti, giocosi e originali è la mission del duo di designer che stanno dietro a questo marchio: Anne Kieffer e Arnaud MouriamŽ, che lavorano tra il Lussemburgo e Milano, seguendo personalmente la produzione dei pezzi in multistrato di betulla serigrafato.
Il Saccotto Jungle by Jungle
Gold Eddy è irresistibile: tenero ma glam, è il pouf made in Italy in cui tutti vorrebbero ÒsprofondareÓ.
ÒMy Little PupitreÓ invita allo studio: con i banchetti dai colori dell’acqua marina o delle fragoline di bosco.
Business Design Centre, Islington, London, N1 0QH. Sunday 6th : Monday 7th : Tuesday 8th September 2015 The best trailblazing authentic lifestyle fashion brands on the planet. Trade Buyers Only. info@londonedge.com
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Register at www.londonedge.com to receive your e-badge and visit free of charge. 22_06_2015
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persone ritratti
Elio Fiorucci: «i progEtti pEr i miEi prossimi 80 anni»
trend setter, stilista, imprenditore, elio Fiorucci ha segnato la storia della moda italiana. Festeggia i suoi 80 anni come ambassador di expo 2015 e collaborando con il Gruppo Coin, offcial retailer della manifestazione. e per il futuro? studia nuovi progetti in Brasile
Elio Fiorucci nasce a Milano il 10 giugno 1935. A 17 anni inizia a lavorare con il papà, nel suo negozio di calzature e pantofole. Nel 1967 apre il primo store a Milano, in galleria Passarella: una vetrina sul mondo con le novità di Carnaby street e newyorchesi
di Elisabetta Campana
Nel 1970 il nome Fiorucci diventa un marchio, caratterizzato da due angioletti, con una propria produzione industriale.
Trend setter, designer, entrepreneur, Elio Fiorucci has marked the history of fashion in Italy. He celebrates his 80 years as Ambassador of Expo 2015 and collaborating with the Coin Group, offcial retailer of the event. He is planning new projects in Brazil.
Nel 1975 apre a Londra, l'anno successivo sbarca a New York e nel 1977 inaugura a Manhattan lo Studio 54, una discoteca-mito. Nasce la lunga amicizia con Andy Warhol.
on è facile descrivere la vita di uno dei protagonisti della moda italiana, legato a personaggi come Andy Warhol, Madonna, Keith Haring, JeanMichel Basquiat, Truman Capote. Da alcuni nominato "re" del fashion pop, da altri un talento funky, che sta per istintivo, controcorrente, stravagante, diverso. Sicuramente un innovatore, indiscutibilmente un trend setter, Elio Fiorucci ha sempre saputo cogliere e anticipare ciò che piace alla gente. «Fin da ragazzino amavo guardare cosa facevano le persone, come si muovevano, come vestivano» spiega Fiorucci, classe 1935, fresco ottantenne con ancora tanti progetti in cantiere per il futuro. E questo non stupisce chi lo conosce: di lui sorprendono, oltre alla gentilezza, la sana curiosità e lo sguardo per certi aspetti ancora da bambino, desideroso di scoprire tante cose nuove. Alla domanda su come si stente ad aver superato questo traguardo importante risponde: «Non mi dà fastidio, perché sembra che questa età non mi appartenga». «Sono fortunato - precisa - ad aver sempre vissuto con i giovani, ad aver viaggiato tanto. In realtà non mi sono mai reso conto del passare del tempo, perché faccio ciò che amo e mi sento sempre in vacanza». «Non mi ha nemmeno mai esaltato nulla - precisa Fiorucci - e ho sempre cercato di cogliere il meglio di quanto accade: l'ho imparato da Siddharta, come la volta in cui non mi hanno fatto entrare all'inaugurazione dello Studio 54, che avevo organizzato io. Mi sono seduto sui gradini ad aspettare e guardare la gente. La vera festa era lì fuori, nel cogliere l'entusiasmo e l'aspettativa di chi arrivava, nel vedere tutta queste belle ragazze vestite
Nel 1982 Du Pont lancia la fbra Lycra e Fiorucci la mischia al denim, dando vita al primo jeans stretch femminile.
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Nel 1984, sull'onda della graffti-mania invita a Milano Keith Haring, che trasforma con la sua creatività lo store di Galleria Passarella. Nel 1990 il marchio Fiorucci viene acquisito dalla giapponese Edwin International. Nel 2003 lo store di Galleria Passarella è ceduto a H&M e Fiorucci parte con il nuovo progetto Love Theraphy. Nel 2006 riceve l'Ambrogino d'Oro per il suo ruolo da protagonista nella moda. Nel 2007 Stefano Beraldo, a.d. di Gruppo Coin, chiama Fiorucci per collaborare al rilancio della catena Ovs.
Elio Fiorucci per l'occasione». Adesso mentre Fiorucci pensa di iniziare una nuova attività nella moda in Brasile è concentrato sull'Expo di cui è Ambassador. «Il tema "Nutrire il pianeta - Energia per la vita” - rifette - è importantissimo e ci riporta urgentemente alle nostre responsabilità. Non è di solo cibo che viviamo e tra l'altro questo non ci dà il diritto di esaurire egoisticamente le risorse del Pianeta. Ci nutriamo anche di sguardi, di gesti, di profumi, di sorrisi, di incontri, di arte e musica. Bisogna combattere gli sprechi e riscoprire il valore della
Nel 2015 Elio Fiorucci è uno degli Ambassador di Expo 2015. Festeggia i suoi 80 anni e il lungo legame con Ovs, partecipando alle iniziative organizzate dal gruppo di Mestre, offcial retailer dell'Esposizione Universale.
parola empatia». Concretamente Fiorucci aiuta Ovs e Excelsior Milano offcial retailer della manifestazione: «Raccontiamo il saper fare di un grande gruppo italiano in piena sintonia con i valori di Expo - spiega Stefano Beraldo, a.d. di Ovs e vice presidente di Gruppo Coin - e lo facciamo insieme a un percorso di idee e di moda nel quale ho voluto accanto un mio grande amico, Elio Fiorucci, uno dei maestri della cultura contemporanea che ha contaminato il fashion con l'amore per la natura, il rispetto e la tolleranza per ogni diversità». ●
JULY
8–10
STATIONBERLIN
www.premiumexhibitions.com
persone poltrone
giri di poltrone
John Hooks (ex Armani) entra nel board di Miroglio John Hooks has joined Miroglio Fashion as independent councilor.
Annamaria Pilotti
elezioni assocalzaturifici
Annarita Pilotti alla guida dei calzaturieri Ricerca e formazione le prirità del neo presidente
Da Armani e Ralph Lauren a Miroglio. John Hooks, per 11 anni braccio destro di Re Giorgio, e più recentemente ai vertici europei del gruppo statunitense, è entrato nel board di Miroglio Fashion, società di abbigliamento femminile del gruppo, in qualità di consigliere indipendente. John Hooks ha iniziato la sua carriera nel 1979 presso il Gruppo GFT. «Questa nomina conferma la scelta intrapresa dall’azienda di avvalersi della collaborazione di manager di grande esperienza e prestigio internazionale», ha dichiarato Elena Miroglio, presidente di Miroglio Fashion.
Annarita Pilotti, Ceo of Loriblu brand, was named president of Assocalzaturifci. She is the frst woman president and takes over the reins from Cleto Sagripanti.
Annarita Pilotti è la nuova presidente di Assocalzaturifci. Per la prima volta una donna è a capo dei calzaturieri italiani. L’amministratore delegato di Loriblu è stata eletta con ampia maggioranza, prendendo il posto di Cleto Sagripanti. Nel passaggio di testimone tra il presidente uscente e il neoeletto, i segni della ripresa che hanno cominciato a manifestarsi a livello macro ( tra crollo del prezzo del petrolio e svalutazione dell’euro) ancora non si scorgono per il settore, che ha visto aprirsi il 2015 con la conferma di tutte le diffcoltà di questi anni. Nel primo trimestre di quest’anno resta il trend negativo: produzione in calo del 3,5% in quantità e dell’1,8% in valore. L’anno scorso la produzione è calata del 2,5% in termini di paia (da 202 a 197 milioni) ma ha tenuto (+0,8%), in termini di milioni (da 7,4 a 7,5 miliardi di euro). L’export è cresciuto del 3,9% (da 8 a 8,3 miliardi di euro in valore) ma sono in calo le paia vendute (-2,2%, da 219 a 215 milioni). Per agganciare la ripresa, la nuova presidenza ha già individuato in agenda alcune priorità: la defscalizzazione degli investimenti in ricerca, sviluppo e innovazione e l’impegno per la formazione di manodopera e di addetti qualifcati per il settore, per mantenere l’eccellenza e la qualità della manifattura calzaturiera italiana. Ad affancare la neo presidente Pilotti nel prossimo biennio saranno i quattro nuovi vice presidenti: Siro Badon (De Robert Calzature), Andrea Brotini (Pakerson), Giovanna Ceolini (Parabiago Collezioni -Thierry Rabotin) e Luca Silvestri (Safe Way).
divorzi
Etro: Giannaccari lascia il gruppo Gimmo sarà d.g. ad interim After only nine months, Francesco Giannaccari has left Etro. Gerolamo Etro will take over Giannaccari’s role ad interim.
Non è durata molto l’intesa fra Etro e Francesco Giannaccari (foto), nominato direttore generale nell’autunno 2014 e primo manager esterno a entrare nella compagine aziendale. Con un comunicato molto stringato, la griffe annuncia la sua uscita di scena. Le funzioni di d.g. saranno assunte ad interim dal presidente del marchio, Gerolamo Etro. «Il gruppo e la famiglia esprimono il più sincero ringraziamento per il lavoro svolto da Francesco Giannaccari - si legge in una nota - e gli augurano il meglio per i suoi progetti futuri». Giannaccari era approdato a Etro (al posto di Ippolito Etro) con un solido curriculum nel fashion, fatto di esperienze presso Tom Ford International, Abercrombie & Fitch e Bottega Veneta. 78
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nuovi incarichi
Michael Kors chiama Ostwald allo stile uomo The Usa company has named Marcel Ostwald as the senior vice president, men’s design.
Michael Kors ha creato una nuova posizione, senior vice president of men’s design, affdandola a Marcel Ostwald (nella foto), già senior head of creative management di Boss Sportswear. Ostwald - che prima di lavorare in Hugo Boss si è occupato della collezione uomo di Joop! - affancherà Kors e Mark Braesher (numero uno della moda maschile della griffe americana), per mettere a punto una brand strategy a livello di prodotto, creatività e immagine. Il designer sarà operativo nel nuovo ruolo a partire dall’1 agosto.
Q&A people a cura di Carla Mercurio
Elasti alias Claudia dE lillo
«IL bLOg MI HA CAMbIATO LA VITA»
Quale l’idea alla base di questa decisione? Mi sembrava che non si parlasse abbastanza delle diffcoltà delle madri e anche dell’ambivalenza che la maternità porta con sé.
Il magazine di news, business e trend
Direttore e Amministratore Delegato
Marc Sondermann (m.sondermann@fashionmagazine.it) Caposervizio
Come riesce a conciliare il suo lavoro di giornalista con quello di blogger e di mamma? Occorre partire dal presupposto che la perfezione è una meta inarrivabile e che bisogna convivere con il senso di colpa e con quello di inadeguatezza.
Alessandra Bigotta (a.bigotta@fashionmagazine.it) Redazione
Elena Azzola (e.azzola@fashionmagazine.it), Andrea Bigozzi (a.bigozzi@fashionmagazine.it), Elisabetta Campana (e.campana@fashionmagazine.it), Elisabetta Fabbri (e.fabbri@fashionmagazine.it), Carla Mercurio (c.mercurio@fashionmagazine.it), Angela Tovazzi (a.tovazzi@fashionmagazine.it) Segreteria di redazione
Tatiana Tincani (t.tincani@fashionmagazine.it)
Elasti, alias Claudia de Lillo, fondatrice del blog Nonsolomamma
Three children of 12, 9 and 5, Claudia de Lillo, alias Elasti, is famous for its Nonsolomamma blog, launched in 2006. A space in which she ironically tells about the diffculty of being a working mother. Dov’era a 18 anni e chi erano i suoi idoli? A 18 anni ero a Milano e facevo l’ultimo anno di liceo classico. Non ho mai avuto grandi idoli. Mi limitavo a innamorarmi perdutamente, spesso e volentieri, di individui piuttosto improbabili. Quando e perché ha deciso di lanciare un suo blog? Era settembre 2006. Stavo rientrando dalla maternità al mio lavoro di giornalista fnanziaria. Volevo creare uno spazio mio in cui raccontare la dissociazione che vivono le mamme lavoratrici di bambini piccoli, dilaniate tra la realizzazione professionale e quella personale. Volevo anche mettermi alla prova con una scrittura diversa rispetto a quella a cui ero abituata.
Cosa le ha portato l’esperienza con il suo blog? Il blog mi ha cambiato la vita. Ha portato due libri, due rubriche, una cartacea e una online, su D di Repubblica, una onorifcenza di Uffciale al Merito della Repubblica, la conduzione di un programma radiofonico (Caterpillar AM su Radio2), e, proprio adesso, la partecipazione a un programma televisivo su Rai Uno (La Posta del Cuore). Mi ha consentito di lasciare il mio lavoro di giornalista fnanziaria, che non amavo più, e di fare cose che mi somigliano.
Realizzazione grafca
Nadia Blasevich, Carlo Maraschi, Laura Marcarini Collaboratori
Mariella Barnaba, Alberto Corrado, Marcelo Crescenti, Peppe Orrù (Londra), Giuliana Poletto (Parigi), Cristiana Lopez (New York) Direttore pubblicità
Stefano Giordano (s.giordano@fashionmagazine.it) Pubblicità e promozione
Ilaria Roberta Galli (i.galli@fashionmagazine.it) Daniela Locatelli (d.locatelli@fashionmagazine.it) Stephanie Ouadfel (s.ouadfel@fashionmagazine.it) Barbara Sertorini (b.sertorini@fashionmagazine.it) Uffcio traffco
Stefania Aguanno (traffco@fashionmagazine.it) Segreteria e servizi
Valentina Capra, Tiziana Grazioli (fashion@fashionmagazine.it) Amministrazione
Cristina Damiano, Ester Miazzo
Il proliferare dei blogger: non crede ci siano troppi opinion leader? Il bello della rete è la democraticità e il poter seguire solo chi ti piace. Quanti anni hanno i suoi tre fgli? 12, 9 e 5 anni. Come li veste? Sono tre maschi e l’abbigliamento è l’ultimo dei loro interessi. Abbiamo un nostro marchio di fducia che ha prodotti sportivi e resistenti e generalmente compriamo online. Ritiene ci sia suffciente creatività nel mondo della moda in taglie piccole? I bambini devono vestirsi in modo semplice e comodo. C’è tutta la vita per diventare fashion victim! Qual è la sua «concorrente» mammablogger che apprezza e segue di più? Senza dubbio Enrica Tesio, con il suo blog Tiasmo.
Diffusione e abbonamenti
Daniele Costanzo (abbonamenti@fashionmagazine.it) Edizioni Ecomarket Spa
Redazione, Amministrazione, Pubblicità: piazza Pio XI 1, 20123 Milano telefono: 02 80620-1 telefax: 02 80620-444 (redazione) 02 80620-333 (pubblicità e abbonamenti) Edizioni Ecomarket Spa Fashion - Il magazine di news, business e trend Registrazione presso il Tribunale di Milano n. 389 del 6-11-1970 Iscrizione n. 1418 al ROC Registro Operatori della Comunicazione Direttore responsabile Gianni Passavini È vietata la riproduzione anche parziale Articoli, disegni e fotografe, anche se non pubblicati, non verranno restituiti © Fashion 2015 Edizioni Ecomarket - Milano Abbonamento annuale 185,00 e (quindicinale) - c/c postale n. 16879207 È possibile richiedere gratuitamente la rettifca o la cancellazione scrivendo a: Edizioni Ecomarket Spa - servizio abbonamenti - piazza Pio XI 1 - 20123 Milano Numeri Arretrati: 11,00 e cad L’editore garantisce che i dati forniti dai sottoscrittori degli abbonamenti vengono utilizzati esclusivamente per l’invio della pubblicazione come quelli relativi agli invii in omaggio non vengono ceduti a terzi per alcun motivo. Garanzia di riservatezza per gli abbonati in ottemperanza al D. Lgs. n.196/2003 (tutela dati personali) Pre-press: CLX Europe spa - Via dell’Artigianato 8/b - 37135 Verona Stampa: Vela Web Srl - Via Copernico 8 - 20082 Binasco (Mi) Distribuzione esclusiva per l’Italia: MEPE Distribuzione Editoriale Via Ettore Bugatti, 15 - 20142 Milano Fashion fa parte del Gruppo DFV Verlagsgruppe Deutscher Fachverlag www.dfv.de Le altre testate moda del gruppo sono: TextilWirtschaft, Frankfurt; TextilJurnal, Praha; Sportswear International, Frankfurt; öTz österreichische Textil zeitung, Wien; DivatMarketing, Budapest; Images Business of Fashion, New Delhi.
22_06_2015
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PeOPle
From Facebook
Il magazine di news, business e trend
Dancing with Maria Bogdanovich & Zhanna Bianca An étoile and a photographer for a new project of I Pinco Pallino. Una è étoile al Bolshoi, l'altra fotografa di moda e infuencer: Maria Bogdanovich e Zhanna Bianca sono i nomi di spicco di una nuova iniziativa de I Pinco Pallino, la capsule collection realizzata insieme a Dancing With Us. Un nome sinonimo di un progetto nato su Instagram, che dal connubio tra danza e fotografa fa scaturire immagini all'insegna della grazia e della bellezza in location affascinanti, come la Torre Eiffel e il Quadrilatero. Maria e Zhanna Bianca frmano, oltre alla capsule, una speciale campagna fotografca e una performance nello stand del brand a (a.b.) Pitti Bimbo, il 25 giugno.
Original Marines invites at Pitti Bimbo the youngest painter in the world. Si dice che gli artisti esprimano il bambino che abita dentro di loro, cosa che ad Aelita Andre viene naturale: lei una bambina lo è davvero (è nata nel 2007), ma con un curriculum impressionante alle spalle. Non aveva ancora compiuto un anno, che già i suoi quadri venivano esposti nel Paese natale, l'Australia. Da lì è stato un susseguirsi di mostre, trasferte all'estero tra cui quella al MoMa di New York e riconoscimenti. Osannata dai critici come l'erede di mostri sacri del calibro di Rothko e Pollock, Aelita è ospite a Pitti Bimbo, il 25 giugno, nello stand di Original Marines, dove con una performance live ne farà vedere "di tutti i colori" ai visitatori che, si presume, accorreranno (a.b.) numerosi.
From Instagram
Il fenomeno Aelita arriva in Fortezza
North famosa quanto Kim Only 2 years old, North West is already a fashion icon.
Gli abiti di Harper vanno all'asta 25 outfts belonging to Harper Beckham have gone up for a benefc auction. Essendo fglia di un'icona fashion come Victoria Beckham e di un papà vanitoso come David, Harper Beckham di vestiti ne ha da vendere. Meglio però regalarli, ha pensato mamma Victoria, che ha messo a disposizione della Fashion Saves Lives Sale di Save The Children 25 look della sua piccola. L'ex Spice Girl è soddisfatta: del resto, in passato lei stessa e il marito si sono alleggeriti degli abiti smessi per scopi benefci. Ma cosa dirà Harper? Non è escluso che tra qualche anno non rinfacci a "mummy" di averla privata di (a.b.) "quel" capo che le piaceva tanto...
Al suo battesimo, postato da mamma Kim Kardashian su Instagram, North West indossava un semplice vestitino bianco. Ma nonostante la tenera età (ha due anni), la piccola si fa già notare per abiti e accessori. Dai vaporosi tutù al più discutibile modello in pizzo nero, fno alla catena d'oro di papà Kanye West, che (a.b.) ha fatto impazzire i social.
12_06_2015
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Red caRpet people
emilio Pucci
in pedana l’easy luxury by giorgetti
Nei giorni di Pitti Uomo il nuovo Emilio Puccipensiero è andato in scena alle Pagliere, nel giardino delle ex Scuderie Reali: lussuoso ma disinvolto, sofsticato ma easy. Massimo Giorgetti ha trasformato l’heritage in contemporaneità.
Alcune proposte del new deal di Pucci, presentato a Firenze
Massimo Giorgetti
marangoni
festa di compleanno Alla vigilia di Pitti Uomo, l’Istituto Marangoni ha festeggiato gli 80 anni con una sflata a Palazzo Corsini.
firenze4ever
rainbow party Celebrata il 15 giugno, vigilia di Pitti Uomo, l’undicesima edizione di Firenze4Ever, l’evento organizzato dalla boutique LuisaViaRoma, dedicato ai migliori fashion blogger.
Andrea Panconesi e Diane Pernet
16 giovani stilisti internazionali hanno preso parte alla sflata battezzata “Menswear warrior show“.
Marcelo Burlon e Eva Cavalli
Amber Le Bon
Fernanda Espinosa e Alonso Mateo
Three events during Pitti Uomo. The new deal of Pucci fashion house was under the spotlight: on the catwalk, the easy couture by Massimo Giorgetti. The Marangoni fashion school celebrated its 80th birthday. Firenze4Ever at its 11th edition in the former Manifattura Tabacchi.
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22_06_2015
2–5/9/2015
Leading Fashion Trade Show Eastern Europe
www.cpm-moscow.com